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Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri:  1) Esame delle condizioni dell’installazione,  al fine di stimare il pericolo  di un rilascio di fibre dal materiale 2) Misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'edificio,  al fine di stimare il rischio  di inalazione delle persone. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
VALUTAZIONI DA EFFETTUARSI CON L’ISPEZIONE VISIVA DELL'INSTALLAZIONE - Tipo e condizioni dei materiali  - Fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado - Fattori che influenzano la diffusione di fibre e l'esposizione degli individui - Compilazione di scheda di sopralluogo, separatamente per ciascun'area dell'edificio in cui sono presenti materiali contenenti amianto Valutazione del rischio Ispezione visiva
Dovrà essere compilata l'apposita scheda di valutazione per ciascuna area in cui sono presenti materiali contenenti amianto. I fattori considerati devono consentire di valutare l'eventuale danneggiamento o degrado del materiale e la possibilità che il materiale stesso possa deteriorarsi o essere danneggiato. La valutazione deve essere condotta distintamente per le singole aree in quanto, nell'ambito dello stesso insediamento, possono essere adottate convenientemente soluzioni di intervento differenti, in relazione alla particolare situazione riscontrata in ogni singola area. Esempi concreti sono rappresentati dal danneggiamento di un rivestimento di amianto in un solo locale  (es. infiltrazioni di acqua in un bagno ) oppure dallo svolgimento in un'area di attività in grado di disturbare i materiali di amianto ( passaggio di carrelli di sollevamento che possono urtare le strutture, le tubazioni, ecc. ). VALUTAZIONE DEL RISCHIO Ispezione visiva
Il monitoraggio ambientale non può rappresentare da solo un criterio adatto per valutare il rischio di rilascio di fibre, in quanto consente essenzialmente di misurare la concentrazione di fibre presente nell'aria al momento del campionamento,  senza ottenere alcuna informazione sul pericolo che l'amianto possa deteriorarsi o essere danneggiato nel corso delle normali attività.  In particolare, in caso di danneggiamenti, spontanei o accidentali, si possono verificare rilasci di elevata entità, che tuttavia, sono occasionali e di breve durata e che quindi possono non essere rilevati in occasione del campionamento. VALUTAZIONE DEL RISCHIO Monitoraggio ambientale
INDICATORI visivi utili per valutare il degrado di MCA in caso di qualsiasi manufatto d’amianto sono: - stato fisico dei materiali - contenuto in amianto - condizioni potenziali di danneggiamento e di degrado (correnti d’aria, umidità, vibrazioni) in caso di amianto spruzzato sono: - rigonfiamenti, variazione del tono del colore, parti lacerate e/o pendenti dalla struttura, detriti sulle superfici orizzontali esposte in caso di lastre di cemento amianto sono: - la friabilità del materiali - l’affioramento di fibre in superficie - la presenza di sfaldamenti, crepe e rotture, fori - la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di avvallamenti o di scoli d’acqua con formazione di strutture tipo stalattiti Valutazione del rischio
Sia l’ispezione visiva che il monitoraggio ambientale hanno quindi dei limiti oggettivi. Particolarmente i criteri indicati per condurre le ispezioni, sono di tipo qualitativo e influenzati dalla soggettività dell’operatore. In genere, negli ambienti di vita o negli edifici gli studi condotti hanno rilevato livelli di esposizione bassi.  In questi casi la valutazione del rischio è condotta mediante l’utilizzo, in fase di ispezione visiva, di particolari sistemi di previsione del rischio, basati su semplici relazioni matematiche (algoritmi). Uso di algoritmi. A ciascun indicatore viene attribuito un valore numerico.  Il valore ottenuto dalla sommatoria di ciascun indicatore viene confrontato con una scala di riferimento. La valutazione del rischio
Diversi istituti di ricerca internazionali hanno messo a punto metodologie tecniche volte alla misurazione del livello di rischio connesso alla presenza di MCA ed alla scelta della migliore azione da intraprendere. Sono stati così sviluppati alcuni algoritmi che si differenziano in base ai parametri usati, ai valori numerici (o pesi) assegnati a ciascuno di essi ed alle relazioni matematiche che forniscono come risultato, in alcuni casi, un indice di priorità dell’intervento, in altri un’indicazione sul tipo di intervento. I fattori considerati comprendono, generalmente,  le caratteristiche dei materiali e le loro condizioni,  le possibilità di degrado o danneggiamento,  l’estensione,  l’accessibilità,  il numero di persone esposte, le attività svolte nelle vicinanze, la presenza di correnti d’aria dirette, ecc.. GLI ALGORITMI
ACCESSIBILITA':  facilità con cui si verifica l'aero dispersione delle fibre di amianto in conseguenza della conformazione architettonica, ubicazione e tipo di attività svolta nel locale. 1- Totalmente inglobato (contro-soffittatura) 2- Inaccessibile per la popolazione 3- Accessibile in aree a bassa attività (tutte, eccetto quelle di cui al punto successivo) 4- Accessibile in aree ad alta attività (palestre, caffetterie, scale, corridoi) CONDIZIONE:  giudizio visivo sullo stato di conservazione del materiale spruzzato 1- Nessun danno, la condizione è molto buona 2- Danni di scarso rilievo 3- Moderatamente danneggiato 4- Danni severi, aree mancanti, danno da acqua Elementi di giudizio dello stato dei MCA 1/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
FRIABILITA':  il grado in cui il materiale può essere asportato mediante contatto con persone o cose 1- Non friabile o fortemente legato 2- Scarsamente friabile 3- Moderatamente friabile 4- Molto friabile, si stacca per modesta pressione PRESENZA  DI  SISTEMI  DI  VENTILAZIONE:  presenza o assenza di amianto nei sistemi di ventilazione 1- Assente 2- Presente PERCENTUALE  DI  AMIANTO:  quantità di amianto contenuta nel materiale 1- Inferiore all'1% 2- 1-10% 3- 11-25% 4- 26-50% 5- 51% ed oltre Elementi di giudizio dello stato dei MCA 2/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
La friabilità e la percentuale di amianto sono sopravvalutate ( la loro somma viene moltiplicata per la somma di tutti gli altri parametri ). Il risultato ottenuto viene confrontato con una scala che prevede tre tipi di azione: 1. azione differibile o incapsulamento; 2. confinamento; 3. rimozione. Elementi di giudizio dello stato dei MCA 3/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
L’Indice Ferris  valuta la presenza di infiltrazioni di acqua unitamente al danneggiamento del materiale ( attribuendo in questo caso il punteggio più alto ). La friabilità, le condizioni del materiale, l'attività e l'accessibilità sono pesate in modo relativamente equivalente. Il  contenuto % di amianto  nel materiale costituisce un fattore moltiplicativo, che influenza in modo determinante il risultato finale. Sono previste 5 tipi di raccomandazioni in base al punteggio ottenuto: 1. nessuna azione; 2. rivisita dopo 2 o 3 anni; 3. rivisita entro 1 anno; 4. sorveglianza o azione di controllo; 5. azione di controllo. Per azione di controllo si intende una strategia volta ad eliminare il rischio, senza, tuttavia, che l'algoritmo suggerisca il tipo di intervento ( rimozione, incapsulamento o confinamento ). GLI ALGORITMI
Per la valutazione del rischio  connesso alla presenza di MCA  in edifici ad uso pubblico , l’indice Versar  è risultato essere  l’algoritmo più affidabile  per il numero e tipo di parametri valutati, meno discrezionale  nella scelta dei valori  da attribuire a ciascuno di essi  e più preciso  sui tempi e modi di intervento GLI ALGORITMI
Algoritmo bidimensionale,   valuta separatamente gli indicatori delle condizioni del materiale da quelli relativi all'esposizione degli individui. La coppia di valori ottenuta, sommando i punteggi attribuiti a ciascun gruppo di indicatori, individua un punto in un grafico suddiviso in sei zone che rappresentano differenti condizioni di rischio.  Il fattore accessibilità è valutato separatamente per quanto riguarda gli interventi di manutenzione e il danneggiamento potenziale da parte degli occupanti. Sono presi in considerazione anche l'attitudine delle pareti e del pavimento a trattenere fibre, l'eventuale presenza di trattamenti incapsulanti, il numero di soggetti esposti. Le voci sono rigidamente codificate, limitando la discrezionalità del rilevatore nell'attribuzione del punteggio. INDICE VERSAR
Le sei zone del grafico corrispondono a sei tipi di azioni: 1. nessun intervento immediato; 2. monitoraggio periodico; 3. restauro (incapsulamentoo o confinamento) delle aree più danneggiate; 4. rimozione in accordo con i programmi di ristrutturazione e manutenzione dello stabile; 5. rimozione prima possibile; 6. rimozione immediata. INDICE VERSAR
I N D I C E   V E R  S A R
I N D I C E   V E R  S A R
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Si sommano i punteggi attribuiti ai fattori di danno e quelli attribuiti ai fattori di esposizione
Anche il D.M. 06 settembre 1994 ha affrontato il problema della valutazione del tipo di intervento e della sua urgenza. ”...  si ritiene che valori superiori a 20 ff/l valutati in MOCF o superiori a 2 ff/l in SEM, ottenuti come valori medi su almeno tre campionamenti, possano essere indicativi di una situazione di inquinamento in atto. " Circolare 12 aprile 1995, n. 7  del  Ministero della Sanità  ( esplicativa del DM 6 settembre 1994 ): la  normativa  contenuta nel decreto, oltre che alle strutture edilizie,  si applica anche agli impianti tecnici , sia in opera all'interno di edifici che all'esterno, nei quali l'amianto è utilizzato per la coibentazione di componenti dell'impianto stesso o nei quali comunque sono presenti componenti contenenti amianto. Decreto Ministero della Sanità 6 settembre1994
In base agli elementi raccolti possono delinearsi tre diversi tipi di situazioni: a)  improbabile rischio di rilascio di fibre di amianto -materiali non accessibili per la presenza di un efficace confinamento; -materiali in buone condizioni, non confinati ma comunque difficilmente accessibili agli occupanti; -materiali in buone condizioni, accessibili ma difficilmente danneggiabili per le caratteristiche proprie del materiale (duro e compatto);  In questi casi non è necessario alcun intervento specifico sui materiali contenenti amianto. Occorre, invece, un controllo periodico delle condizioni dei materiali e il rispetto di idonee procedure per le operazioni di pulizia e manutenzione, al fine di assicurare che le attività quotidiane siano condotte in modo da minimizzare il rischio di rilascio di fibre Nelle situazioni, estremamente frequenti, in cui l'amianto risulti accessibile solo in occasione di interventi di manutenzione, il rispetto scrupoloso e costante di idonee procedure operative può essere di per sé sufficiente a garantire condizioni di sicurezza, sia per gli stessi addetti alla manutenzione, che per gli altri occupanti.  Esito valutazione del rischio
b) rischio minimo di rilascio di fibre di amianto -materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili dagli occupanti; -materiali in buone condizioni esposti a fattori di deterioramento ( vibrazioni, infiltrazioni d'acqua, correnti d'aria, ecc. ).  In situazioni di questo tipo, oltre alle prescrizioni sul controllo periodico e la manutenzione, deve essere definito un intervento finalizzato ad evitare il danneggiamento dei materiali di amianto. I fattori che possono causare un deterioramento del materiale devono essere eliminati; il rischio di danneggiamento deve essere ridotto al minimo Esito valutazione del rischio
c) rischio concreto di rilascio di fibre di amianto -materiali danneggiati o deteriorati, non protetti da un idoneo confinamento, in aree occupate dell'edificio; -materiali molto friabili nelle medesime condizioni; -materiali danneggiati o deteriorati o materiali friabili collocati in prossimità delle bocchette di immissione dell'aria dell'impianto di ventilazione ( o delle bocchette di ripresa se esiste un riciclo dell'aria all'interno dell'edificio ).  Sono queste le situazioni in cui si determina la necessità di un'azione specifica da attuare in tempi brevi, per eliminare il rilascio di fibre di amianto in atto nell'ambiente.  Esito valutazione del rischio
Esito valutazione del rischio
 
STRATEGIA PREVENTIVA     Preliminare Valutazione del Rischio   Esame stato di conservazione del manufatto e valutazione potenziali cause di alterazione nel tempo   Monitoraggio ambientale POSSIBILI INTERVENTI 1)  Rimozione dei MCA in cattivo stato di conservazione  e di quelli friabili e sostituzione con altri materiali (INTERVENTO DEFINITIVO)    2)      Messa in sicurezza dei MCA  (INTERVENTI CONSERVATIVI): a)  Incapsulamento b)  Confinamento o sovracoperta 3)      Programma di controllo e manutenzione dei MCA in buone condizioni.
RIMOZIONE Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
1 - Rimozione e sostituzione con altri materiali E' indicato per i materiali friabili e/o deteriorati o in pessime condizioni di conservazione sottoposti ad urti, vibrazioni e sollecitazioni. Le operazioni devono essere condotte salvaguardando l'integrità del materiale in tutte le fasi dell'intervento . Vantaggi : soluzione definitiva nel tempo per eliminazione della fonte di esposizione, non necessita di segnalazione permanente di rischio amianto, possibilità di riprogettazione funzionale della copertura e di modifiche successive in condizioni di sicurezza, fa aumentare il valore dell’immobile Svantaggi : rischio per i lavoratori addetti, rischio di contaminazione ambientale, costi elevati per necessità di personale specializzato e di tecnologie adeguate e per i problemi connessi con lo smaltimento dei materiali asportati, lunghi tempi di realizzazione, la rimozione del tetto comporta generalmente l'inagibilità dell'edificio durante l'intervento, occorre una copertura sostitutiva. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
INCAPSULAMENTO Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
2a - Incapsulamento Trattamento del materiale contenente amianto con prodotti che tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta.  E’ indicato per i materiali poco friabili e, comunque, posti in luoghi non accessibili e non soggetti a  sollecitazioni meccaniche e a calpestio; non indicato per materiali molto friabili, né per pavimenti in PVC. Possono essere impiegati prodotti impregnanti, che penetrano nel materiale legando le fibre di amianto tra loro e con la matrice cementizia, e prodotti ricoprenti, che formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
Vantaggi : costi e rischi inferiori alla rimozione, non occorre installare una copertura sostitutiva, non occorre smaltire rifiuti contenenti amianto,  non comporta necessariamente l'inagibilità dell'edificio durante l’intervento,  rapidità di esecuzione, migliora la resistenza delle lastre di cemento amianto agli agenti atmosferici e all’irraggiamento solare, applicabilità a strutture ove la rimozione sia tecnicamente difficile, relativamente basso inquinamento dell’ambiente di lavoro.  Svantaggi : soluzione non definitiva per permanenza della fonte di esposizione, limitazioni per successivi interventi sulla struttura, necessità di un programma di controllo e manutenzione, aumento di peso del manufatto trattato specie in fase di applicazione con possibile alterazione della tenuta.   Da effettuare a temperature stagionali non estreme. Richiede una pulizia preliminare della copertura che può comportare elevate emissione di fibre durante la fase di lavaggio ,  il trattamento ha una durata limitata (col tempo possono verificarsi infiltrazioni di acqua tra strato incapsulante e copertura ), e  non elimina il rilascio di fibre all'interno dell'edificio, dall’intradosso delle lastre. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
CONFINAMENTO o RIVESTIMENTO Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
2b - Confinamento o sovracoperta Installazione di una barriera resistente agli urti tra l’amianto e le aree frequentate dalle persone.  E' indicato per i manufatti in amianto facilmente accessibili. Il sistema della sovracopertura consiste in un intervento di confinamento realizzato installando una nuova copertura al di sopra di quella in cemento-amianto, che viene lasciata in sede quando la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
Vantaggi : costi e rischi inferiori alla rimozione e all'incapsulamento,  realizza una nuova copertura con caratteristiche del tutto indipendenti da quella  preesistente,   non esistono rifiuti contenenti amianto da smaltire,   rapidità di esecuzione, applicabilità a strutture ove la rimozione sia tecnicamente difficile, relativamente basso inquinamento dell’ambiente di lavoro,  non comporta necessariamente l'inagibilità dell’edificio durante i lavori, si può inserire un materassino isolante che migliora l'isolamento termico degli ambienti sottostanti e previene l'ulteriore degrado delle lastre. Svantaggi : l’amianto rimane in sede ed  occorre adottare idonee cautele in caso di successivi interventi di manutenzione che possono interessare le lastre,   permanenza della fonte di esposizione, necessità un programma di controllo e manutenzione anche sulla barriera installata,  l'esigenza e la frequenza dei controlli dipende dalla qualità del nuovo materiale di copertura installato . Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
3 - Programma di controllo dei materiali di amianto in sede Designare una figura responsabile del controllo del materiale e delle attività manutentive sullo stesso, predisporre un chiaro protocollo di manutenzione, informare gli occupanti dell'edificio e il personale di pulizia sui rischi e sui comportamenti da adottare, monitoraggio ambientale periodico.   E' indicato per i materiali compatti e in buono stato di conservazione.   Vantaggi : evita ogni manomissione del materiale e ogni possibile dispersione di fibre Svantaggi : permanenza della fonte di esposizione, mantenimento di un programma di ispezioni visive e di monitoraggi ambientali periodici e di un programma di informazione degli occupanti l'edificio e di formazione del personale addetto alla manutenzione del manufatto e alla effettuazione delle pulizie.   Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
Il programma di controllo e manutenzione, strumento della politica di gestione nel tempo dei MCA, deve essere finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - mantenere in buone condizioni i MCA, - prevenire il rilascio e la secondaria dispersione delle fibre, - intervenire correttamente in caso di rilascio, - verificare periodicamente le condizioni dei materiali stessi. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza  Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
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VALUTAZIONE MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI - Materiali integri non suscettibili di danneggiamento - Materiali integri suscettibili di danneggiamento - Materiali danneggiati STRATEGIE DI CONTROLLO
MATERIALI INTEGRI NON SUSCETTIBILI DI DANNEGGIAMENTO Non esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto in atto o potenziale e di esposizione degli occupanti, come ad esempio nel caso di: - materiali non accessibili per la presenza di un efficace confinamento; - materiali in buone condizioni, non confinati ma comunque difficilmente accessibili agli occupanti; - materiali in buone condizioni, accessibili ma difficilmente danneggiabili per le caratteristiche proprie del materiale (duro e compatto); - non esposizione degli occupanti in quanto l'amianto si trova in aree non occupate dell'edificio.  Strategia Non e' necessario un intervento di bonifica. Occorre, invece, un controllo periodico delle condizioni dei materiali e il rispetto di idonee procedure per le operazioni di manutenzione e pulizia dello stabile, al fine di assicurare che le attività quotidiane dell'edificio siano condotte in modo da minimizzare il rilascio di fibre di amianto.  STRATEGIE DI CONTROLLO
MATERIALI INTEGRI SUSCETTIBILI DI DANNEGGIAMENTO Esiste pericolo di rilascio potenziale di fibre di amianto, come ad esempio nel caso di: - materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili dagli occupanti; - materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili in occasione di interventi manutentivi; - materiali in buone condizioni esposti a fattori di deterioramento (vibrazioni, correnti d'aria, ecc.). Strategie: Devono essere adottati provvedimenti idonei a scongiurare il pericolo di danneggiamento e, quindi, attuare un programma di controllo e manutenzione. Se non e' possibile ridurre significativamente i rischi di danneggiamento dovra' essere preso in considerazione un intervento di bonifica da attuare a medio termine. STRATEGIE DI CONTROLLO
MATERIALI DANNEGGIATI Esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto con possibile esposizione degli occupanti, come ad esempio nel caso di: - materiali a vista o comunque non confinati, in aree occupate dell'edificio, che si presentino:  danneggiati per azione degli occupanti o per interventi manutentivi; deteriorati per l'effetto di fattori esterni (vibrazioni, infiltrazioni d'acqua, correnti d'aria, ecc.) o per degrado spontaneo;  - materiali danneggiati o deteriorati o materiali friabili in prossimità dei sistemi di ventilazione. Strategie Eliminare in tempi brevi il rilascio in atto di fibre di amianto nell'ambiente.  I provvedimenti possibili possono essere: - per aree non estese restauro dei materiali: riparazione delle zone danneggiate ed eliminazione delle cause potenziali del danneggiamento; - intervento di bonifica mediante rimozione, incapsulamento o confinamento dell'amianto. STRATEGIE DI CONTROLLO
Il committente è tenuto ad affidare i lavori di rimozione ad una ditta specializzata iscritta all’albo di cui all’art. 12 della Legge 257/92. Interventi di rimozione di coperture in cemento-amianto, comportando installazione di cantieri edili temporanei e mobili sono soggetti alle disposizioni di cui al Titolo IV- CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI - Capo I (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei o mobili) del D.L.vo 81/2008. Bonifica amianto - Cantiere temporaneo e mobile In particolare, tali lavori ricadendo nell’ambito delle attività previste dall’art.99 del D.L.vo 81/2009, il Committente ha l’obbligo di notificare i lavori al Dipartimento di Prevenzione, prima dell’inizio, utilizzando il modello allegato XII. (ex art. 11 D.L.vo 494/96).
Mancata notifica all’Organo di Vigilanza  prima dell’inizio di lavori  che possono comportare  l’esposizione ad amianto Bonifica amianto Violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale Allegato I del D.L.vo 81/2008
Bonifica amianto - Cantiere temporaneo e mobile Art. 95. Misure generali di tutela – D.L.vo 81/2008 1. I datori di lavoro delle imprese esecutrici, durante l'esecuzione dell'opera osservano le misure generali di tutela di cui all'articolo 15 e curano, ciascuno per la parte di competenza, in particolare: a) il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità; b) la scelta dell'ubicazione di posti di lavoro tenendo conto delle condizioni di accesso a tali posti, definendo vie o zone di spostamento o di circolazione; c) le condizioni di movimentazione dei vari materiali; d) la manutenzione, il controllo prima dell'entrata in servizio e il controllo periodico degli impianti e dei dispositivi al fine di eliminare i difetti che possono pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; e) la delimitazione e l'allestimento delle zone di stoccaggio e di deposito dei vari materiali, in particolare quando si tratta di materie e di sostanze pericolose; f) l'adeguamento, in funzione dell'evoluzione del cantiere, della durata effettiva da attribuire ai vari tipi di lavoro o fasi di lavoro; g) la cooperazione tra datori di lavoro e lavoratori autonomi; h) le interazioni con le attività che avvengono sul luogo, all'interno o in prossimità del cantiere.
Caratteristiche della Ditta incaricata dei lavori di bonifica - Iscrizione alla Camera di Commercio, -  Iscrizione alla sezione Bonificatori - categoria 10 dell'Albo previsto dall'art.12 Legge 257/92, -  Posizione contributiva INPS e assicurativa INAIL, anche per rischio asbestosi, -  Cartelle sanitarie dei lavoratori impiegati per la verifica delle visite periodiche e della idoneità per l'esposizione al rischio amianto, -  Documentazione comprovante la avvenuta informazione e formazione dei lavoratori ai sensi del D.L.vo 626/94 (in aggiunta, ai sensi dell'art.10 Legge 257/92, degli specifici corsi di formazione professionale con rilascio di titolo di abilitazione per gli addetti alle attività di rimozione e smaltimento dell'amianto e di bonifica delle aree interessate, così come regolamentato dall'art.10 DPR 8 agosto 1994). PIANO di LAVORO
FASI ESAME PIANO di LAVORO Caratteristiche della ditta incaricata del trasporto del rifiuto - Decreto di iscrizione all'Albo Nazionale delle imprese che effettuano la Gestione dei Rifiuti, ex Albo Nazionale delle imprese esercenti servizi di Smaltimento Rifiuti  -  Deliberazione di accettazione della garanzia fidejussoria da parte della sezione regionale dell'Albo Nazionale delle imprese che effettuano la Gestione dei Rifiuti
FASI ESAME PIANO di LAVORO Contenuti del piano di lavoro Il piano di lavoro deve prevedere le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e la protezione dell’ambiente esterno ed, in particolare, le necessarie precisazioni, completate, se del caso, dalla documentazione probatoria (certificati, schede tecniche, decreti autorizzativi) in ordine ai seguenti aspetti: - analisi del materiale e classificazione del rifiuto prodotto ai fini della discarica, -  modalità di allestimento del cantiere ai fini del corretto confinamento dell’area dei lavori, -  tecniche di rimozione, con particolare riferimento alla cautele per evitare la dispersione delle fibre,  -  idoneità dei lavoratori addetti alla rimozione, in ordine sia all’aspetto sanitario che formativo ed informativo, -  dispositivi di protezione individuale in uso per i lavoratori, -  modalità di decontaminazione dei lavoratori, -  programma dei monitoraggi ambientali in corso dei lavori, per controllare il livello di inquinamento ambientale, e al termine degli stessi, per la restituzione dei locali, -  modalità di trasporto e smaltimento dei rifiuti.
CONDIZIONI OPERATIVE 1/2 -  Sospensione delle attività lavorative ed allontanamento del relativo personale e di ogni altra utenza, dai locali oggetto di intervento; -  informazione del personale delle zone interessate e di quelle circostanti sulla natura dell’intervento e sui comportamenti da adottare; -  allontanamento di arredi, attrezzature ed ogni altro materiale asportabile; -  confinamento dei locali oggetto dell’intervento di bonifica con chiusura ermetica delle finestre e delle porte, delle prese dell’impianto di aerazione e sistemazione dell'Unità di Decontaminazione; -  apposizione di cartellonistica e segnaletica all’esterno del cantiere così predisposto di divieto d’ingresso e di informazione sulla natura dei lavori; -  confezionamento con teli di polietilene delle attrezzature e di ogni altro materiale non asportabile (compresi i termosifoni); -  pulizia accurata ad umido con stracci bagnati; -  equipaggiamento dei lavoratori bonificatori con tuta monouso dotata di cappuccio in tyvek e semimaschera munita di filtro P3 o facciale filtrante FFP3;
CONDIZIONI OPERATIVE 2/2 -  uso preferenziale di strumenti manuali evitando, assolutamente, l’uso di strumenti elettrici ad alta velocità; -  bagnatura costante, a spruzzo con pompa a mano o con spruzzatore per piante, della superficie sensibile del manufatto, durante le operazioni di disturbo con una soluzione vinilica al 5% in modo da ridurre al minimo il sollevamento di polvere; -  confezionamento dei manufatti in pacchi rivestiti in doppio telo di polietilene e sigillati con nastro adesivo; -  insaccamento dei pacchi in big-bag contrassegnati a norma;  -  raschiatura dei residui e aspirazione con aspiratore dotato di filtro assoluto; -  aspirazione di eventuali teli di polietilene posti a copertura di arredi e attrezzature inamovibili e successiva rimozione degli stessi e allontanamento dal cantiere come rifiuti contaminati; -  pulizia con stracci bagnati del pavimento, delle pareti e dei davanzali  al termine della rimozione.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],ATTIVITA’ di RIMOZIONE AMIANTO
Tecnica GLOVE - BAG E’ una tecnica di  rimozione dell’amianto da tubazioni.  Le tubazioni vengono suddivise in pezzi e avvolte (confinate) in appositi sacchi (glove-bag) dotati di maniche per permettere all’operatore dall’esterno di operare all’interno senza essere a contatto diretto con l’amianto direttamente e di un sacco per l’accumulo del materiale. Le procedure da utilizzare sono le seguenti: - Prima di applicare il glove-bag, si introducono tutti gli attrezzi manuali necessari alla rimozione del materiale coibente, compreso lo spruzzatore per l’imbibizione del materiale da rimuovere; - Il glove-bag viene quindi sigillato in modo che sia a “tenuta stagna” attorno al tubo, in modo da evitare la dispersione di fibre nell’ambiente circostante; - Il tubo dell’aspiratore dotato in uscita di filtro P3 e la manichetta dello spruzzatore dell’incapsulante colorato, vengono collegati al glove-bag; - Attraverso i guanti dei glove-bag viene spruzzato l’incapsulante colorato sul materiale da rimuovere;
Tecnica GLOVE - BAG - Facendo uso di appositi attrezzi il materiale contenente amianto viene depositato sul fondo del sacco; - Il glove-bag viene chiuso ermeticamente con nastro adesivo, facendo in modo di strozzare e isolare il materiale presente nel fondo; - Gli attrezzi utilizzati vengono isolati in una manica del glove-bag e il sacco deve quindi essere trattato internamente con l’apposito prodotto incapsulante. La tecnica del glove-bag ha il vantaggio che non necessita del certificato di restituibilità da parte dell’A.S.L. e che si può utilizzare anche su tubazioni in uso, purché queste non siano ad una temperatura superiore ai 60°C e non siano di diametro troppo grosso o in posizioni in cui non si riesce a garantire una corretta pulizia per problemi di spazio. Questa tecnica è delicata e pericolosa per i seguenti motivi: - la discreta probabilità che la cella si rompa; - la scarsa manualità degli operatori; - il verificarsi di situazioni pericolose durante la loro installazione e rimozione.
Tecnica GLOVE - BAG
RESTITUZIONE degli Ambienti Bonificati ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
- Campionamenti giornalieri con dosimetri personali e/o ambientali durante i lavori di rimozione e analisi in MOCF; -  Campionamenti al termine dei lavori di bonifica con tecniche aggressive e analisi in MOCF e SEM ai fini della restituzione dei locali. VALORI  DEI  MONITORAGGI  AMBIENTALI effettuati in corso di interventi di rimozione:  - Soglia di allarme di 50 ff/litro (monitoraggio esterno al cantiere): DM 6/9/94 p.5/11 VALORI DI RIFERIMENTO per la RESTITUZIONE dell'area bonificata Valore indicativo di inquinamento in atto in edificio è di 20 ff/litro (valore medio su almeno 3 campionamenti): DM 6/9/94 p. 2c Valore indicativo di inquinamento in atto in edificio è di 2 ff/litro (valore medio su almeno 3 campionamenti): DM 6/9/94 p. 2c I Laboratori che possono effettuare i controlli e le analisi per il monitoraggio devono essere accreditati e partecipanti ai programmi di controllo di qualità come prescritti dai DM 14/5/96 e 7/7/97. PROGRAMMA MONITORAGGI AMBIENTALI
- Recinzione e segnaletica - Predisposizione aree di lavoro - Misure di sicurezza per i lavori in altezza (ponteggi, scale, dispositivi anticaduta) RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Allestimento cantiere Predisposizione aree di lavoro - Individuare deposito lastre rimosse (lontano da strade e passaggi) - Allestimento box decontaminazione ed individuazione servizi igienici - Custodia attrezzature di lavoro - Sistemazione gru ed apparecchi di sollevamento - Deposito dei materiali da impiegare (lamierati, ecc.) - Sigillare le finestre se il fabbricato è abitato - Informazione degli abitanti ed invitare gli abitanti degli edifici vicini a tenere chiuse le finestre durante i lavori - Coprire con teli di polietilene eventuali macchinari sottostanti
- Bagnare le lastre per rimuovere la polvere - Insaccare il materiale rimosso che si presenterà in forma di poltiglia - Bagnare le lastre con incapsulante a bassa pressione e lasciarlo  asciugare secondo le istruzioni - Sbloccare le lastre con attrezzi manuali evitando di romperle - Predisporre il bancale dove appoggiare le lastre rimosse - Smontare le lastre ed accatastarle con attenzione su un telo di polietilene che dovrà avvolgerne il pacco - Calare a terra il pacco di lastre e insaccarlo in un secondo telo che quando sarà pieno dovrà essere sigillato ed etichettato - Pulire la zona di lavoro con aspiratori e ad umido RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Fasi operative
Lo stoccaggio dei pacchi di lastre insaccati in doppio telo di polietilene deve essere effettuato in area - delimitata con nastro segnalatore - con l'indicazione "area deposito materiali contenenti amianto" - lontano da luoghi di transito RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Gestione rifiuti Documentazione ditta esecutrice - tenere ed aggiornare un registro di carico-scarico rifiuti - inviare a Regione e ASL nel cui territorio si sono effettuati i lavori LA RELAZIONE ANNUALE (art.9 Legge 257/92)
- Recinzione e segnaletica per impedire l'accesso alla zona lavoro ai non addetti - Predisposizione aree di lavoro (Decontaminazione personale, decontaminazione materiali, stoccaggio rifiuti) - Interventi preliminari (disattivazione impianto elettrico e predisposizione impianto elettrico stagno a servizio del cantiere, protezione impianto aereazione, sgombrare gli arredi dopo averli puliti ad umido) - Confinamento artificiale statico  (sigillare con teli di polietilene gli impianti fissi a vista, sigillare fori e fessure con silicone, coprire le aperture  con telo di polietilene, stendere un doppio telo di polietilene sul pavimento e sulle pareti, sigillare porte e finestre, in modo da evitare la dispersione di fibre verso l'esterno, isolare l'area per consentire la depressione e facilitare le operazioni di pulizia) - Confinamento artificiale dinamico  (sistema di estrattori dell'aria con filtri HEPA per mettere l'area di lavoro in depressione rispetto all'esterno e sistema di immissione aria passivo)  - Predisposizione ponteggi, scale, dispositivi anticaduta RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Allestimento cantiere
- Prova della tenuta con fumogeni (ad estrattori spenti si satura l'interno del cantiere con fumogeni e si osservano dall’esterno le eventuali perdite; le eventuali falle vanno sigillate dall'interno) - Collaudo della depressione (ad estrattori accesi si osserva che i teli di polietilene si rigonfiano verso l'interno - si può verificare il flusso d'aria diretta verso l'interno con fiale fumogene sistemate all'altezza delle prese d'aria passive e all'esterno dell'unità di decontaminazione con porte aperte) RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Collaudo del confinamento
- Spruzzare a bassa tensione un prodotto impregnante - Con spatole e raschietti distaccare a mano il materiale iniziando dal punto più lontano dagli estrattori e procedendo verso essi - Raccogliere ed insaccare l'amianto caduto a terra ancora umido e chiudere subito i sacchi per accatastarli vicino alla zona di decontaminazione dei materiali - Dopo una rimozione grossolana, spazzolare ad umido le superfici visibili e togliere i residui di amianto visibile - Pulire ad umido tutte le superfici RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Modalità rimozione (almeno due addetti)
Sistematicamente (DM 6/9/94 punto 11) - all'esterno delle barriere di confinamento - all'uscita del locale spogliatoio Sporadicamente - all'uscita degli estrattori - nella zona decontaminazione rifiuti - nel locale di lavoro RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Monitoraggi ambientali in corso di lavori
RIMOZIONE AMIANTO FRIABILE
- Locale di equipaggiamento con due accessi, uno verso l'area di lavoro ed uno verso il locale doccia.  Pareti, pavimenti e soffitto saranno ricoperti da un foglio di plastica di spessore adeguato. Nebulizzazione d'acqua nei casi di cantiere rimozione amianto floccato. Un apposito contenitore di plastica deve essere sistemato in questa zona per permettere agli operai di riporvi il proprio equipaggiamento, tranne la maschera o il respiratore, prima di passare al locale doccia. - Locale doccia accessibile dal locale equipaggiamento e dalla chiusa d'aria. Dovrà essere prevista acqua calda e fredda e assicurata la disponibilità di sapone. Le acque di scarico dovranno essere filtrate prima dell'immissione in fogna. Qui bisogna lavare il respiratore o i filtri della maschera e riporli in un apposito contenitore. - Chiusa d'aria, tra il locale doccia e lo spogliatoio incontaminato. Uno degli accessi dovrà rimanere sempre chiuso; per ottenere ciò è necessario che gli operai attraversino tale spazio uno alla volta. - Locale spogliatoio incontaminato Un accesso dall'esterno ed uno sulla chiusa d'aria. Devono essere previsti armadietti per consentire ai lavoratori di riporre gli abiti civili e conterrà anche un armadietto per il deposito dell'equipaggiamento pulito. Area Decontaminazione
T
Il materiale viene insaccato nell'area di lavoro ed i sacchi, dopo la chiusura ed una prima pulizia della superficie, vanno portati nell'unità di decontaminazione costituita da tre locali. Nel primo locale avviene il lavaggio dei sacchi, nel secondo locale avviene un ulteriore insaccamento, nell'ultimo locale avviene uno stoccaggio provvisorio prima dell'allontanamento definitivo. Due squadre di lavoratori devono essere impegnate. La prima proveniente dall'area di lavoro provvede al lavaggio dei sacchi e al secondo insaccamento prima di deporli nel locale stoccaggio, la cui porta verso l'esterno deve essere chiusa; una volta lasciati i sacchi rientra nell'area di lavoro chiudendo le porte. La seconda squadra entra dall'esterno nel locale stoccaggio e porta via i sacchi. Può consentirsi l'utilizzo della U.D. destinata agli operatori per l'uscita dei sacchi. In questo caso i lavoratori addetti alle operazioni di bonifica si limitano a riporre i sacchi nel locale equipaggiamento. Qui, una seconda squadra proveniente dall'esterno e munita di DPI recupera i sacchi e li lava nel locale doccia, prima di procedere al secondo insaccamento nella chiusa d'aria dove i sacchi vengono riposti. Quindi, effettuate le operazioni di decontaminazione, la squadra ripercorre l' UD portando via i sacchi. Allontanamento materiali dall’area lavori
I sacchi vanno movimentati evitando il trascinamento. Devono essere trasportati su un carrello chiuso. Ascensori e montacarichi impegnati nel percorso dei sacchi vanno rivestiti di teli di polietilene in modo che possano essere facilmente decontaminati in caso di rottura accidentale dei sacchi. Il percorso dal cantiere all'area di stoccaggio prima del trasporto a discarica, deve essere studiato in modo da evitare l'attraversamento di zone occupate o frequentate da estranei.  Allontanamento dei materiali dall’area lavori
. DECONTAMINAZIONE
Deve provvedersi a periodiche pulizie della zona di lavoro per asportare i residui di materiali d'amianto e insaccarli in sacchi di polietilene; ciò al fine di evitare che si accumulino troppi rifiuti. Tutti i materiali usati nella nella zona di lavoro (teli di polietilene, nastri, materiali di pulizia, indumenti ed ogni altro materiale a perdere) saranno imballati in sacchi di plastica e sigillati prima di avviarli a discarica come materiale inquinati da amianto. I fogli di polietilene posti sulle aperture, sui condotti di ventilazione, sui radiatori, sulle pareti e sui pavimenti, al termine dei lavori di bonifica, vanno aspirati con filtro assoluto e poi lavati con panni umidi.  Dopo una prima pulizia potranno essere rimossi i fogli verticali ed orizzontali. I fogli di polietilene verticali ed orizzontali dovranno essere trattati con materiali fissanti e successivamente rimossi con cautela, avendo cura di ripiegarli verso l'interno, prima di insaccarli e sigillarli. Poi l'area di lavoro dovrà essere nebulizzata con acqua o con una soluzione diluita di incapsulante per abbattere le eventuali fibre di amianto aerodisperse. A questo punto si procederà ad una seconda pulizia con panni umidi Decontaminazione del cantiere
DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. La normativa di riferimento in tema di dispositivi di protezione individuale (DPI), è rappresentata dai decreti legislativi n. 475/1992 e n. 81/08 (Titolo III – Capo II), e successive modificazioni e integrazioni. D.Lgs 475/1992: i DPI commercializzati a partire dal 1° gennaio 1995 devono essere accompagnati dalla dichiarazione di conformità CE, muniti del marchio CE e della nota informativa (i cosiddetti  requisiti essenziali di sicurezza e salute ). I DPI devono essere adeguati ai rischi da prevenire,  senza di per sé costituire un rischio aggiuntivo,  essere compatibili alle condizioni presenti sul luogo di lavoro e  tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori. Inoltre devono essere compatibili con gli altri DPI utilizzati contemporaneamente e non escludere la capacità di protezione da altri rischi.
DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. I lavoratori devono essere informati ed addestrati sulle tecniche di bonifica da amianto, la pulizia del luogo di lavoro, l’uso delle mascherine respiratorie e degli altri DPI, nonché sulle corrette modalità di decontaminazione. I Dispositivi di Protezione Individuale da utilizzare nel corso delle bonifiche di amianto devono limitare il più possibile l’esposizione all’ambiente inquinato. Con riferimento al settore specifico dei lavori di bonifica da amianto, si possono distinguere gli indumenti protettivi:  - tute integrali con cappuccio; - guanti di protezione; - stivali in gomma o calzari a perdere; dai Dispositivi di Protezione Individuale propriamente detti: - DPI delle vie respiratorie.
 
INDUMENTI PROTETTIVI LA TUTA deve essere: - intera - con cappuccio - priva di tasche - chiusa, o chiudibile, ai polsi e alle caviglie con elastici - di tessuto preferibilmente liscio e, comunque, idoneo a non trattenere le fibre (sono sconsigliate le tute in materiale poroso) Sotto la tuta, il vestiario deve essere ridotto al minimo, con slip, calzini e magliette possibilmente monouso. Sono disponibili sul mercato: - tute monouso in carta, in tela plastificata o in tyvek - tute riutilizzabili in cotone trattato (cerato) o in altro materiale (tipo gore-tex) a tessitura fitta e compatta - tute in materiale impermeabile
INDUMENTI PROTETTIVI TUTA MONOUSO Tuta monouso di carta, di tela plastificata o in tyvek . VANTAGGI:  - risultano igienicamente più adatte alle bonifiche, in quanto non devono essere rilavate,  - hanno costi contenuti  SVANTAGGI - possiedono una scarsa traspirabilità (sono sconsigliati per bonifiche in zone dove si sviluppano alte temperature) e  - si rompono facilmente (quindi sono sconsigliati anche per interventi ove vi sia un possibile contatto con materiale tagliente). Ogni  volta che si abbandona la zona di lavoro in cui è in atto una bonifica da amianto, è necessario smaltire tali indumenti come materiale contenente amianto.  L’operatore al rientro, dovrà indossare una nuova tuta.
INDUMENTI PROTETTIVI ALTRI TIPI DI TUTA Tute riutilizzabili in cotone trattato (cerato) o ... VANTAGGI: - traspiranti e confortevoli e costi moderati SVANTAGGI: - richiedono il lavaggio presso lavanderia autorizzata o tramite lavatrice posta in cantiere ed hanno una possibilità di riutilizzo limitata, in quanto pochi lavaggi bastano a determinare una perdita del trattamento …  o in altro materiale (tipo gore-tex) a tessitura fitta e compatta VANTAGGI: - traspiranti e confortevoli, resistenti, lavabili anche sotto la doccia e impermeabili SVANTAGGI: - costi elevati, richiedono periodicamente il lavaggio presso lavanderia autorizzata o tramite lavatrice posta in cantiere. Si ritiene, in ogni caso, che il lavaggio non garantisca la totale decontaminazione della tuta. Tuta impermeabile   Questo indumento può essere riutilizzato più volte e, dopo l’accurata pulizia eseguita in doccia, deve essere riposto a fine turno in un box protetto all’interno del cantiere.
GLI ALTRI INDUMENTI PROTETTIVI Gli stivali in gomma o le calzature antiscivolo devono essere  - facilmente lavabili e  - abbastanza alti da essere coperti dai pantaloni della tuta. L’alternativa agli stivali sono i calzari a perdere,  che spesso però risultano scivolosi sulle superfici bagnate;  tale pericolosità può essere ridotta dai copriscarpe con solette in polietilene. I guanti da utilizzare nelle bonifiche di amianto devono essere impermeabili, di tipo a manichetta lunga ed in grado di garantire una sufficiente resistenza alle sollecitazioni meccaniche; al di sotto dei guanti è consigliato l’utilizzo di sottoguanti in cotone.
DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. Nelle lavorazioni durante le quali i rischi inerenti l’esposizione a polveri e fibre non possono essere evitati o sufficientemente limitati mediante l’adozione di misure tecniche di prevenzione o mezzi di protezione collettiva, il datore di lavoro è tenuto a fornire ai lavoratori idonei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie (apparecchi di protezione delle vie respiratorie o respiratori). Gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie appartengono ai DPI di terza categoria, destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Per questi dispositivi di protezione individuale, ai sensi dell’art. 43 del decreto legislativo n. 626/1994, oltre all’attività d’informazione e formazione, è obbligatorio prevedere per gli utilizzatori un adeguato addestramento. La scelta del respiratore deve essere fatta tenendo presente il grado di protezione richiesto in relazione alla concentrazione dell’inquinante.
Forniscono aria prelevata da una sorgente esterna all’ambiente e non inquinata: l’operatore è quindi isolato dall’ambiente in cui si trova. Sono utilizzati quando: - l’inquinamento ambientale è particolarmente elevato - la concentrazione di ossigeno nell’aria respirata è al di sotto del valore normale Si distinguono in: - respiratori con adduzione di aria dalle bombole - respiratori con adduzione di aria pulita dall’esterno D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE Si possono distinguere in: - ISOLANTI - indipendenti dall’aria ambiente - NON ISOLANTI - a filtro - attingono l’aria dall’ambiente DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ISOLANTI
Respiratori ISOLANTI - con adduzione di aria da bombole D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
Respiratori ISOLANTI - con adduzione di aria pulita dall’esterno D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE Tali dispositivi purificano l’aria respirata attraverso un opportuno filtro che trattiene gli inquinanti dispersi nell’aria dell’ambiente (polveri, gas, vapori). I filtri sono specifici per ogni categoria di sostanza inquinante. Ssono formato da un facciale ( semi maschera, boccaglio, maschera intera, semi-maschera filtrante ) dotato di un filtro per bloccare gli aerosol solidi e/o liquidi (filtri antiparticelle), i gas o vapori (filtri antigas), o entrambi (filtri combinati). Il facciale può essere del tipo:  intero  (copre tutto il viso, deve essere usata con filtri che non pesano >600 gr.)  semi-maschera  (copre naso e bocca, deve essere usata con filtri <300 gr.);  boccaglio ( consistente in un’apparecchiatura stretta tra le labbra, associato a stringi naso);  facciali filtranti  (con filtro tutt’uno con semi-maschera, tipi FF1, FF2, FF3). DISPOSITIVI DI PROTEZIONE non ISOLANTI - a filtro (attingenti aria dall’ambiente)
D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE I filtri contro le POLVERI servono a trattenere  le particelle solide sospese nell’aria respirata, comprese le fibre di amianto. Sono contraddistinti da una FASCIA DI COLORE BIANCO I filtri contro i GAS servono ad eliminare dall’aria respirata vapori e gas.  Sono contraddistinti da FASCE DI COLORI DIVERSI  a seconda del tipo di gas o vapore che trattengono:  MARRONE per gas e vapori organici,  GRIGIA per gas e vapori inorganici,  GIALLA per anidride solforosa, VERDE per ammoniaca e derivati. I requisiti delle maschere in particolare, esse devono: - rispondere a criteri di ergonomia; - fornire elevati livelli di protezione; - essere innocue, leggere, solide, fornite di spiegazioni d’uso; - non limitare il campo visivo e la vista, essere compatibili con l’uso di occhiali; - essere dotate di filtri facilmente montabili e smontabili.
Le norme armonizzate in materia di DPI sono elaborate dal CEN (Comitato Europeo di Normazione).  In tali norme vengono fissati i massimi valori ammessi: - sia per la penetrazione iniziale attraverso i filtri antipolvere (classi P1, P2 e P3)  - sia per la perdita verso l’interno imputabile al facciale ed eventualmente ad altri componenti. In base alla capacità di penetrazione di un aerosol, i filtri vengono classificati in: - P1 - penetrazione inferiore al 20% (bassa efficienza); - P2 - penetrazione inferiore al 6% (media efficienza); - P3 - penetrazione inferiore allo 0,05% (alta efficienza). D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
Considerato che all’interno del facciale può essere presente una certa concentrazione di inquinante dovuta  - sia alla penetrazione attraverso i filtri antipolvere, - sia alle perdite verso l’interno imputabili al facciale, sono stati stabiliti i seguenti fattori: fattore di protezione (FP):  è il rapporto fra la concentrazione dell’inquinante nell’aria ambiente e quella presente all’interno del facciale; fattore di protezione nominale (FPN):  è il valore del fattore di protezione quando la penetrazione attraverso i filtri e le perdite verso l’interno assumono i massimi valori consentiti dalle norme; fattore di protezione operativo (FPO):  è il valore che, sulla base di dati sperimentali e di considerazioni cautelative, viene attribuito al fattore di protezione per la scelta di un respiratore da utilizzare nell’ambiente di lavoro. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
Il fattore di protezione  è per definizione il parametro che esprime l’entità della protezione che il respiratore offre all’utilizzatore; il fattore di protezione nominale  è il valore del fattore di protezione che deve essere garantito in sede di certificazione, da parte degli organismi di controllo, con prove di laboratorio standardizzate e riproducibili; il fattore di protezione operativo  è valore del fattore di protezione da utilizzare nella pratica operativa dell’ambiente di lavoro: tale valore – sempre inferiore o al massimo uguale al valore del fattore di protezione nominale – ha lo scopo di considerare con la massima cautela le problematiche dovute alle specifiche diversità degli ambienti di lavoro, le esigenze di mobilità dell’operatore, l’accuratezza con cui è indossato il respiratore, ecc.; ciò vale soprattutto per i dispositivi ai quali sono associati i più alti valori della protezione. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
FACCIALE FILTRANTE FFP3 SEMI MASCHERA con filtro P3:  - per concentrazioni in aria non superiori a 10 fibre/cm3 - idonei per operazioni preliminari non comportanti disturbo del MCA FACCIALE INTERO CON FILTRO P3 - per concentrazioni in aria non superiori a 80 fibre/cm3 - non possono essere usati in modo continuativo in quanto provocano difficoltà alla respirazione RESPIRATORE CON VENTILAZIONE ASSISTITA e FILTRO P3 - per concentrazioni in aria non superiori a 400 fibre/cm3 - sono i più usati per intervento sul materiale floccato RESPIRATORI ISOLANTI - per concentrazioni in aria molto elevate - offrono una protezione superiore agli altri protettori anche se risultano molto ingombranti D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE CRITERI DI SCELTA
Rischio Infortunistico I lavori di rimozione delle coperture in cemento amianto sono lavori edili; in questo settore la maggior parte degli infortuni gravi e mortali avviene per caduta dall’alto. Riferimenti normativi per la prevenzione della caduta dall’alto - Decreto del Presidente della Repubblica del 27 aprile 1955 n° 547 -  “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” - Decreto del Presidente della Repubblica del 7 gennaio 1956 n° 164 - “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni” - Decreto Legislativo del 14 agosto 1996 n° 494 - “Attuazione della direttiva 92/57CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili” Modificato dal D.Lgs. 19 novembre 1999 n° 528. D.L.vo 81/2008:  Titolo IV (Cantieri Temporanei e Mobili)  Capo I (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei o mobili) e  Capo II (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota)
Sia nella rimozione di coperture in cemento-amianto  che nella rimozione di amianto floccato, ESISTE UN ELEVATO RISCHIO DI CADUTA DALL’ALTO . Data la frequenza e la gravità degli infortuni derivanti da cadute dall’alto in edilizia, è necessario porre la massima attenzione alla prevenzione di questi eventi. Pertanto, La  PIANIFICAZIONE DELLE MISURE ANTINFORTUNISTICHE deve prevedere la stessa accuratezza della PREDISPOSIZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE DELL’ESPOSIZIONE AD AMIANTO. Nei lavori su coperture di edifici si configura in particolare il rischio di: - caduta verso l’esterno - caduta attraverso la copertura, per rottura della stessa o per presenza di aperture (lucernari, botole, ecc) RISCHIO INFORTUNISTCO
PRATICABILITA’ DELLE COPERTURE - Una copertura si definisce PRATICABILE quando consente l’accesso ed il transito di persone, anche con attrezzature portatili, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, in quanto non sussistono rischi di caduta di persone e/o cose dall’alto, né rischi di scivolamento in condizioni normali. - Una copertura si definisce NON PRATICABILE quando non è possibile l’accesso ed il transito di persone, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza contro il pericolo di caduta di persone e/o cose dall’alto e contro il rischio da scivolamento.  [Norma UNI 8088] Le coperture dei fabbricati non sono generalmente praticabili, in quanto i lavori espongono, quanto meno, al rischio di caduta verso l’esterno. Le lastre in cemento amianto non sono calpestabili, se non risultano appoggiate su una struttura continua, stabile e portante, in quanto non garantiscono di sorreggere il peso di una persona. RISCHIO INFORTUNISTCO
MISURE di SICUREZZA da adottare  per il lavoro su coperture appoggiate a struttura continua stabile e portante Qualora la copertura risulti continua, stabile e portante è necessario predisporre: - parapetti o ponteggi sull’intero perimetro dell’area di lavoro  o, in alternativa, - idonee cinture di sicurezza con bretelle e sottocosce collegate a fune di trattenuta vincolata a parti fisse esistenti o da realizzare - tavole lungo i camminamenti vincolate e munite di listelle di appoggio dei piedi quando la struttura sia inclinata oltre il 15%. RISCHIO INFORTUNISTCO
L’uso delle imbragature di sicurezza deve garantire che l’eventuale caduta non sia superiore a 1,5 metri RISCHIO INFORTUNISTCO
Uso delle cinture di sicurezza Da usare quando non sia possibile disporre di impalcati di protezione o parapetti.  E’ necessario ricordare che l’art.15 del D.Lgs 81/08 al comma 1 lettera i) raccomanda la priorità delle misure di protezione collettiva (ad esempio il ponteggio) rispetto a quelle di protezione individuale (ad esempio la cintura di sicurezza). La protezione personale ha lo scopo di ridurre  la magnitudo delle conseguenze dell’infortunio  mentre le misure di protezione collettiva  incidono sulla frequenza di accadimento di un effetto indesiderato. RISCHIO INFORTUNISTCO
Ponteggi metallici In caso di uso di ponteggi metallici,  in cantiere devono essere presenti:  il disegno del ponteggio, firmato dal responsabile del cantiere,  oppure  il progetto firmato da un professionista abilitato, quando sussista l’obbligo di calcolo, e copia dell’autorizzazione ministeriale rilasciata al produttore del ponteggio stesso.  Il ponteggio deve essere progettato obbligatoriamente quando l’altezza è superiore a 20 m.  oppure in presenza di particolari condizioni di complessità, dimensioni e sovraccarico. RISCHIO INFORTUNISTCO
Parapetti Gli impalcati, i ponti di servizio e le passerelle posti a quota superiore a 2 m.  devono avere verso il vuoto un parapetto alto almeno 1 metro, con una tavola “fermapiede” alta almeno 20 cm.  ed una distanza tra i correnti orizzontali non superiore a 60 cm.  La norma UNI 8088 consiglia in presenza di coperture fortemente inclinate (superiore al 50%),  un parapetto di gronda pieno  e di altezza rapportata all’inclinazione della copertura stessa. RISCHIO INFORTUNISTCO

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Valutazione del rischio Amianto

  • 1. Per la valutazione della potenziale esposizione a fibre di amianto nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri: 1) Esame delle condizioni dell’installazione, al fine di stimare il pericolo di un rilascio di fibre dal materiale 2) Misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all'interno dell'edificio, al fine di stimare il rischio di inalazione delle persone. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
  • 2. VALUTAZIONI DA EFFETTUARSI CON L’ISPEZIONE VISIVA DELL'INSTALLAZIONE - Tipo e condizioni dei materiali - Fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado - Fattori che influenzano la diffusione di fibre e l'esposizione degli individui - Compilazione di scheda di sopralluogo, separatamente per ciascun'area dell'edificio in cui sono presenti materiali contenenti amianto Valutazione del rischio Ispezione visiva
  • 3. Dovrà essere compilata l'apposita scheda di valutazione per ciascuna area in cui sono presenti materiali contenenti amianto. I fattori considerati devono consentire di valutare l'eventuale danneggiamento o degrado del materiale e la possibilità che il materiale stesso possa deteriorarsi o essere danneggiato. La valutazione deve essere condotta distintamente per le singole aree in quanto, nell'ambito dello stesso insediamento, possono essere adottate convenientemente soluzioni di intervento differenti, in relazione alla particolare situazione riscontrata in ogni singola area. Esempi concreti sono rappresentati dal danneggiamento di un rivestimento di amianto in un solo locale (es. infiltrazioni di acqua in un bagno ) oppure dallo svolgimento in un'area di attività in grado di disturbare i materiali di amianto ( passaggio di carrelli di sollevamento che possono urtare le strutture, le tubazioni, ecc. ). VALUTAZIONE DEL RISCHIO Ispezione visiva
  • 4. Il monitoraggio ambientale non può rappresentare da solo un criterio adatto per valutare il rischio di rilascio di fibre, in quanto consente essenzialmente di misurare la concentrazione di fibre presente nell'aria al momento del campionamento, senza ottenere alcuna informazione sul pericolo che l'amianto possa deteriorarsi o essere danneggiato nel corso delle normali attività. In particolare, in caso di danneggiamenti, spontanei o accidentali, si possono verificare rilasci di elevata entità, che tuttavia, sono occasionali e di breve durata e che quindi possono non essere rilevati in occasione del campionamento. VALUTAZIONE DEL RISCHIO Monitoraggio ambientale
  • 5. INDICATORI visivi utili per valutare il degrado di MCA in caso di qualsiasi manufatto d’amianto sono: - stato fisico dei materiali - contenuto in amianto - condizioni potenziali di danneggiamento e di degrado (correnti d’aria, umidità, vibrazioni) in caso di amianto spruzzato sono: - rigonfiamenti, variazione del tono del colore, parti lacerate e/o pendenti dalla struttura, detriti sulle superfici orizzontali esposte in caso di lastre di cemento amianto sono: - la friabilità del materiali - l’affioramento di fibre in superficie - la presenza di sfaldamenti, crepe e rotture, fori - la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di avvallamenti o di scoli d’acqua con formazione di strutture tipo stalattiti Valutazione del rischio
  • 6. Sia l’ispezione visiva che il monitoraggio ambientale hanno quindi dei limiti oggettivi. Particolarmente i criteri indicati per condurre le ispezioni, sono di tipo qualitativo e influenzati dalla soggettività dell’operatore. In genere, negli ambienti di vita o negli edifici gli studi condotti hanno rilevato livelli di esposizione bassi. In questi casi la valutazione del rischio è condotta mediante l’utilizzo, in fase di ispezione visiva, di particolari sistemi di previsione del rischio, basati su semplici relazioni matematiche (algoritmi). Uso di algoritmi. A ciascun indicatore viene attribuito un valore numerico. Il valore ottenuto dalla sommatoria di ciascun indicatore viene confrontato con una scala di riferimento. La valutazione del rischio
  • 7. Diversi istituti di ricerca internazionali hanno messo a punto metodologie tecniche volte alla misurazione del livello di rischio connesso alla presenza di MCA ed alla scelta della migliore azione da intraprendere. Sono stati così sviluppati alcuni algoritmi che si differenziano in base ai parametri usati, ai valori numerici (o pesi) assegnati a ciascuno di essi ed alle relazioni matematiche che forniscono come risultato, in alcuni casi, un indice di priorità dell’intervento, in altri un’indicazione sul tipo di intervento. I fattori considerati comprendono, generalmente, le caratteristiche dei materiali e le loro condizioni, le possibilità di degrado o danneggiamento, l’estensione, l’accessibilità, il numero di persone esposte, le attività svolte nelle vicinanze, la presenza di correnti d’aria dirette, ecc.. GLI ALGORITMI
  • 8. ACCESSIBILITA': facilità con cui si verifica l'aero dispersione delle fibre di amianto in conseguenza della conformazione architettonica, ubicazione e tipo di attività svolta nel locale. 1- Totalmente inglobato (contro-soffittatura) 2- Inaccessibile per la popolazione 3- Accessibile in aree a bassa attività (tutte, eccetto quelle di cui al punto successivo) 4- Accessibile in aree ad alta attività (palestre, caffetterie, scale, corridoi) CONDIZIONE: giudizio visivo sullo stato di conservazione del materiale spruzzato 1- Nessun danno, la condizione è molto buona 2- Danni di scarso rilievo 3- Moderatamente danneggiato 4- Danni severi, aree mancanti, danno da acqua Elementi di giudizio dello stato dei MCA 1/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
  • 9. FRIABILITA': il grado in cui il materiale può essere asportato mediante contatto con persone o cose 1- Non friabile o fortemente legato 2- Scarsamente friabile 3- Moderatamente friabile 4- Molto friabile, si stacca per modesta pressione PRESENZA DI SISTEMI DI VENTILAZIONE: presenza o assenza di amianto nei sistemi di ventilazione 1- Assente 2- Presente PERCENTUALE DI AMIANTO: quantità di amianto contenuta nel materiale 1- Inferiore all'1% 2- 1-10% 3- 11-25% 4- 26-50% 5- 51% ed oltre Elementi di giudizio dello stato dei MCA 2/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
  • 10. La friabilità e la percentuale di amianto sono sopravvalutate ( la loro somma viene moltiplicata per la somma di tutti gli altri parametri ). Il risultato ottenuto viene confrontato con una scala che prevede tre tipi di azione: 1. azione differibile o incapsulamento; 2. confinamento; 3. rimozione. Elementi di giudizio dello stato dei MCA 3/3 Indice EPA, valido per materiali contenenti amianto di tipo friabile, impiegati nel rivestimento di superfici
  • 11. L’Indice Ferris valuta la presenza di infiltrazioni di acqua unitamente al danneggiamento del materiale ( attribuendo in questo caso il punteggio più alto ). La friabilità, le condizioni del materiale, l'attività e l'accessibilità sono pesate in modo relativamente equivalente. Il contenuto % di amianto nel materiale costituisce un fattore moltiplicativo, che influenza in modo determinante il risultato finale. Sono previste 5 tipi di raccomandazioni in base al punteggio ottenuto: 1. nessuna azione; 2. rivisita dopo 2 o 3 anni; 3. rivisita entro 1 anno; 4. sorveglianza o azione di controllo; 5. azione di controllo. Per azione di controllo si intende una strategia volta ad eliminare il rischio, senza, tuttavia, che l'algoritmo suggerisca il tipo di intervento ( rimozione, incapsulamento o confinamento ). GLI ALGORITMI
  • 12. Per la valutazione del rischio connesso alla presenza di MCA in edifici ad uso pubblico , l’indice Versar è risultato essere l’algoritmo più affidabile per il numero e tipo di parametri valutati, meno discrezionale nella scelta dei valori da attribuire a ciascuno di essi e più preciso sui tempi e modi di intervento GLI ALGORITMI
  • 13. Algoritmo bidimensionale, valuta separatamente gli indicatori delle condizioni del materiale da quelli relativi all'esposizione degli individui. La coppia di valori ottenuta, sommando i punteggi attribuiti a ciascun gruppo di indicatori, individua un punto in un grafico suddiviso in sei zone che rappresentano differenti condizioni di rischio. Il fattore accessibilità è valutato separatamente per quanto riguarda gli interventi di manutenzione e il danneggiamento potenziale da parte degli occupanti. Sono presi in considerazione anche l'attitudine delle pareti e del pavimento a trattenere fibre, l'eventuale presenza di trattamenti incapsulanti, il numero di soggetti esposti. Le voci sono rigidamente codificate, limitando la discrezionalità del rilevatore nell'attribuzione del punteggio. INDICE VERSAR
  • 14. Le sei zone del grafico corrispondono a sei tipi di azioni: 1. nessun intervento immediato; 2. monitoraggio periodico; 3. restauro (incapsulamentoo o confinamento) delle aree più danneggiate; 4. rimozione in accordo con i programmi di ristrutturazione e manutenzione dello stabile; 5. rimozione prima possibile; 6. rimozione immediata. INDICE VERSAR
  • 15. I N D I C E V E R S A R
  • 16. I N D I C E V E R S A R
  • 17.
  • 18. Anche il D.M. 06 settembre 1994 ha affrontato il problema della valutazione del tipo di intervento e della sua urgenza. ”... si ritiene che valori superiori a 20 ff/l valutati in MOCF o superiori a 2 ff/l in SEM, ottenuti come valori medi su almeno tre campionamenti, possano essere indicativi di una situazione di inquinamento in atto. &quot; Circolare 12 aprile 1995, n. 7 del Ministero della Sanità ( esplicativa del DM 6 settembre 1994 ): la normativa contenuta nel decreto, oltre che alle strutture edilizie, si applica anche agli impianti tecnici , sia in opera all'interno di edifici che all'esterno, nei quali l'amianto è utilizzato per la coibentazione di componenti dell'impianto stesso o nei quali comunque sono presenti componenti contenenti amianto. Decreto Ministero della Sanità 6 settembre1994
  • 19. In base agli elementi raccolti possono delinearsi tre diversi tipi di situazioni: a) improbabile rischio di rilascio di fibre di amianto -materiali non accessibili per la presenza di un efficace confinamento; -materiali in buone condizioni, non confinati ma comunque difficilmente accessibili agli occupanti; -materiali in buone condizioni, accessibili ma difficilmente danneggiabili per le caratteristiche proprie del materiale (duro e compatto); In questi casi non è necessario alcun intervento specifico sui materiali contenenti amianto. Occorre, invece, un controllo periodico delle condizioni dei materiali e il rispetto di idonee procedure per le operazioni di pulizia e manutenzione, al fine di assicurare che le attività quotidiane siano condotte in modo da minimizzare il rischio di rilascio di fibre Nelle situazioni, estremamente frequenti, in cui l'amianto risulti accessibile solo in occasione di interventi di manutenzione, il rispetto scrupoloso e costante di idonee procedure operative può essere di per sé sufficiente a garantire condizioni di sicurezza, sia per gli stessi addetti alla manutenzione, che per gli altri occupanti. Esito valutazione del rischio
  • 20. b) rischio minimo di rilascio di fibre di amianto -materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili dagli occupanti; -materiali in buone condizioni esposti a fattori di deterioramento ( vibrazioni, infiltrazioni d'acqua, correnti d'aria, ecc. ). In situazioni di questo tipo, oltre alle prescrizioni sul controllo periodico e la manutenzione, deve essere definito un intervento finalizzato ad evitare il danneggiamento dei materiali di amianto. I fattori che possono causare un deterioramento del materiale devono essere eliminati; il rischio di danneggiamento deve essere ridotto al minimo Esito valutazione del rischio
  • 21. c) rischio concreto di rilascio di fibre di amianto -materiali danneggiati o deteriorati, non protetti da un idoneo confinamento, in aree occupate dell'edificio; -materiali molto friabili nelle medesime condizioni; -materiali danneggiati o deteriorati o materiali friabili collocati in prossimità delle bocchette di immissione dell'aria dell'impianto di ventilazione ( o delle bocchette di ripresa se esiste un riciclo dell'aria all'interno dell'edificio ). Sono queste le situazioni in cui si determina la necessità di un'azione specifica da attuare in tempi brevi, per eliminare il rilascio di fibre di amianto in atto nell'ambiente. Esito valutazione del rischio
  • 23.  
  • 24. STRATEGIA PREVENTIVA   Preliminare Valutazione del Rischio Esame stato di conservazione del manufatto e valutazione potenziali cause di alterazione nel tempo Monitoraggio ambientale POSSIBILI INTERVENTI 1) Rimozione dei MCA in cattivo stato di conservazione e di quelli friabili e sostituzione con altri materiali (INTERVENTO DEFINITIVO) 2)      Messa in sicurezza dei MCA (INTERVENTI CONSERVATIVI): a) Incapsulamento b) Confinamento o sovracoperta 3)      Programma di controllo e manutenzione dei MCA in buone condizioni.
  • 25. RIMOZIONE Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 26. 1 - Rimozione e sostituzione con altri materiali E' indicato per i materiali friabili e/o deteriorati o in pessime condizioni di conservazione sottoposti ad urti, vibrazioni e sollecitazioni. Le operazioni devono essere condotte salvaguardando l'integrità del materiale in tutte le fasi dell'intervento . Vantaggi : soluzione definitiva nel tempo per eliminazione della fonte di esposizione, non necessita di segnalazione permanente di rischio amianto, possibilità di riprogettazione funzionale della copertura e di modifiche successive in condizioni di sicurezza, fa aumentare il valore dell’immobile Svantaggi : rischio per i lavoratori addetti, rischio di contaminazione ambientale, costi elevati per necessità di personale specializzato e di tecnologie adeguate e per i problemi connessi con lo smaltimento dei materiali asportati, lunghi tempi di realizzazione, la rimozione del tetto comporta generalmente l'inagibilità dell'edificio durante l'intervento, occorre una copertura sostitutiva. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 27. INCAPSULAMENTO Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 28. 2a - Incapsulamento Trattamento del materiale contenente amianto con prodotti che tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. E’ indicato per i materiali poco friabili e, comunque, posti in luoghi non accessibili e non soggetti a sollecitazioni meccaniche e a calpestio; non indicato per materiali molto friabili, né per pavimenti in PVC. Possono essere impiegati prodotti impregnanti, che penetrano nel materiale legando le fibre di amianto tra loro e con la matrice cementizia, e prodotti ricoprenti, che formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 29. Vantaggi : costi e rischi inferiori alla rimozione, non occorre installare una copertura sostitutiva, non occorre smaltire rifiuti contenenti amianto, non comporta necessariamente l'inagibilità dell'edificio durante l’intervento, rapidità di esecuzione, migliora la resistenza delle lastre di cemento amianto agli agenti atmosferici e all’irraggiamento solare, applicabilità a strutture ove la rimozione sia tecnicamente difficile, relativamente basso inquinamento dell’ambiente di lavoro. Svantaggi : soluzione non definitiva per permanenza della fonte di esposizione, limitazioni per successivi interventi sulla struttura, necessità di un programma di controllo e manutenzione, aumento di peso del manufatto trattato specie in fase di applicazione con possibile alterazione della tenuta. Da effettuare a temperature stagionali non estreme. Richiede una pulizia preliminare della copertura che può comportare elevate emissione di fibre durante la fase di lavaggio , il trattamento ha una durata limitata (col tempo possono verificarsi infiltrazioni di acqua tra strato incapsulante e copertura ), e non elimina il rilascio di fibre all'interno dell'edificio, dall’intradosso delle lastre. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 30. CONFINAMENTO o RIVESTIMENTO Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 31. 2b - Confinamento o sovracoperta Installazione di una barriera resistente agli urti tra l’amianto e le aree frequentate dalle persone. E' indicato per i manufatti in amianto facilmente accessibili. Il sistema della sovracopertura consiste in un intervento di confinamento realizzato installando una nuova copertura al di sopra di quella in cemento-amianto, che viene lasciata in sede quando la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 32. Vantaggi : costi e rischi inferiori alla rimozione e all'incapsulamento, realizza una nuova copertura con caratteristiche del tutto indipendenti da quella preesistente, non esistono rifiuti contenenti amianto da smaltire, rapidità di esecuzione, applicabilità a strutture ove la rimozione sia tecnicamente difficile, relativamente basso inquinamento dell’ambiente di lavoro, non comporta necessariamente l'inagibilità dell’edificio durante i lavori, si può inserire un materassino isolante che migliora l'isolamento termico degli ambienti sottostanti e previene l'ulteriore degrado delle lastre. Svantaggi : l’amianto rimane in sede ed occorre adottare idonee cautele in caso di successivi interventi di manutenzione che possono interessare le lastre, permanenza della fonte di esposizione, necessità un programma di controllo e manutenzione anche sulla barriera installata, l'esigenza e la frequenza dei controlli dipende dalla qualità del nuovo materiale di copertura installato . Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 33. 3 - Programma di controllo dei materiali di amianto in sede Designare una figura responsabile del controllo del materiale e delle attività manutentive sullo stesso, predisporre un chiaro protocollo di manutenzione, informare gli occupanti dell'edificio e il personale di pulizia sui rischi e sui comportamenti da adottare, monitoraggio ambientale periodico. E' indicato per i materiali compatti e in buono stato di conservazione. Vantaggi : evita ogni manomissione del materiale e ogni possibile dispersione di fibre Svantaggi : permanenza della fonte di esposizione, mantenimento di un programma di ispezioni visive e di monitoraggi ambientali periodici e di un programma di informazione degli occupanti l'edificio e di formazione del personale addetto alla manutenzione del manufatto e alla effettuazione delle pulizie. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 34. Il programma di controllo e manutenzione, strumento della politica di gestione nel tempo dei MCA, deve essere finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - mantenere in buone condizioni i MCA, - prevenire il rilascio e la secondaria dispersione delle fibre, - intervenire correttamente in caso di rilascio, - verificare periodicamente le condizioni dei materiali stessi. Attività di BONIFICA e di messa in sicurezza Ipotesi operative ai sensi DM Sanità 6/9/94
  • 35.
  • 36.
  • 37. VALUTAZIONE MATERIALI CONTENENTI AMIANTO NEGLI EDIFICI - Materiali integri non suscettibili di danneggiamento - Materiali integri suscettibili di danneggiamento - Materiali danneggiati STRATEGIE DI CONTROLLO
  • 38. MATERIALI INTEGRI NON SUSCETTIBILI DI DANNEGGIAMENTO Non esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto in atto o potenziale e di esposizione degli occupanti, come ad esempio nel caso di: - materiali non accessibili per la presenza di un efficace confinamento; - materiali in buone condizioni, non confinati ma comunque difficilmente accessibili agli occupanti; - materiali in buone condizioni, accessibili ma difficilmente danneggiabili per le caratteristiche proprie del materiale (duro e compatto); - non esposizione degli occupanti in quanto l'amianto si trova in aree non occupate dell'edificio. Strategia Non e' necessario un intervento di bonifica. Occorre, invece, un controllo periodico delle condizioni dei materiali e il rispetto di idonee procedure per le operazioni di manutenzione e pulizia dello stabile, al fine di assicurare che le attività quotidiane dell'edificio siano condotte in modo da minimizzare il rilascio di fibre di amianto. STRATEGIE DI CONTROLLO
  • 39. MATERIALI INTEGRI SUSCETTIBILI DI DANNEGGIAMENTO Esiste pericolo di rilascio potenziale di fibre di amianto, come ad esempio nel caso di: - materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili dagli occupanti; - materiali in buone condizioni facilmente danneggiabili in occasione di interventi manutentivi; - materiali in buone condizioni esposti a fattori di deterioramento (vibrazioni, correnti d'aria, ecc.). Strategie: Devono essere adottati provvedimenti idonei a scongiurare il pericolo di danneggiamento e, quindi, attuare un programma di controllo e manutenzione. Se non e' possibile ridurre significativamente i rischi di danneggiamento dovra' essere preso in considerazione un intervento di bonifica da attuare a medio termine. STRATEGIE DI CONTROLLO
  • 40. MATERIALI DANNEGGIATI Esiste pericolo di rilascio di fibre di amianto con possibile esposizione degli occupanti, come ad esempio nel caso di: - materiali a vista o comunque non confinati, in aree occupate dell'edificio, che si presentino: danneggiati per azione degli occupanti o per interventi manutentivi; deteriorati per l'effetto di fattori esterni (vibrazioni, infiltrazioni d'acqua, correnti d'aria, ecc.) o per degrado spontaneo; - materiali danneggiati o deteriorati o materiali friabili in prossimità dei sistemi di ventilazione. Strategie Eliminare in tempi brevi il rilascio in atto di fibre di amianto nell'ambiente. I provvedimenti possibili possono essere: - per aree non estese restauro dei materiali: riparazione delle zone danneggiate ed eliminazione delle cause potenziali del danneggiamento; - intervento di bonifica mediante rimozione, incapsulamento o confinamento dell'amianto. STRATEGIE DI CONTROLLO
  • 41. Il committente è tenuto ad affidare i lavori di rimozione ad una ditta specializzata iscritta all’albo di cui all’art. 12 della Legge 257/92. Interventi di rimozione di coperture in cemento-amianto, comportando installazione di cantieri edili temporanei e mobili sono soggetti alle disposizioni di cui al Titolo IV- CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI - Capo I (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei o mobili) del D.L.vo 81/2008. Bonifica amianto - Cantiere temporaneo e mobile In particolare, tali lavori ricadendo nell’ambito delle attività previste dall’art.99 del D.L.vo 81/2009, il Committente ha l’obbligo di notificare i lavori al Dipartimento di Prevenzione, prima dell’inizio, utilizzando il modello allegato XII. (ex art. 11 D.L.vo 494/96).
  • 42. Mancata notifica all’Organo di Vigilanza prima dell’inizio di lavori che possono comportare l’esposizione ad amianto Bonifica amianto Violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale Allegato I del D.L.vo 81/2008
  • 43. Bonifica amianto - Cantiere temporaneo e mobile Art. 95. Misure generali di tutela – D.L.vo 81/2008 1. I datori di lavoro delle imprese esecutrici, durante l'esecuzione dell'opera osservano le misure generali di tutela di cui all'articolo 15 e curano, ciascuno per la parte di competenza, in particolare: a) il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità; b) la scelta dell'ubicazione di posti di lavoro tenendo conto delle condizioni di accesso a tali posti, definendo vie o zone di spostamento o di circolazione; c) le condizioni di movimentazione dei vari materiali; d) la manutenzione, il controllo prima dell'entrata in servizio e il controllo periodico degli impianti e dei dispositivi al fine di eliminare i difetti che possono pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; e) la delimitazione e l'allestimento delle zone di stoccaggio e di deposito dei vari materiali, in particolare quando si tratta di materie e di sostanze pericolose; f) l'adeguamento, in funzione dell'evoluzione del cantiere, della durata effettiva da attribuire ai vari tipi di lavoro o fasi di lavoro; g) la cooperazione tra datori di lavoro e lavoratori autonomi; h) le interazioni con le attività che avvengono sul luogo, all'interno o in prossimità del cantiere.
  • 44. Caratteristiche della Ditta incaricata dei lavori di bonifica - Iscrizione alla Camera di Commercio, - Iscrizione alla sezione Bonificatori - categoria 10 dell'Albo previsto dall'art.12 Legge 257/92, - Posizione contributiva INPS e assicurativa INAIL, anche per rischio asbestosi, - Cartelle sanitarie dei lavoratori impiegati per la verifica delle visite periodiche e della idoneità per l'esposizione al rischio amianto, - Documentazione comprovante la avvenuta informazione e formazione dei lavoratori ai sensi del D.L.vo 626/94 (in aggiunta, ai sensi dell'art.10 Legge 257/92, degli specifici corsi di formazione professionale con rilascio di titolo di abilitazione per gli addetti alle attività di rimozione e smaltimento dell'amianto e di bonifica delle aree interessate, così come regolamentato dall'art.10 DPR 8 agosto 1994). PIANO di LAVORO
  • 45. FASI ESAME PIANO di LAVORO Caratteristiche della ditta incaricata del trasporto del rifiuto - Decreto di iscrizione all'Albo Nazionale delle imprese che effettuano la Gestione dei Rifiuti, ex Albo Nazionale delle imprese esercenti servizi di Smaltimento Rifiuti - Deliberazione di accettazione della garanzia fidejussoria da parte della sezione regionale dell'Albo Nazionale delle imprese che effettuano la Gestione dei Rifiuti
  • 46. FASI ESAME PIANO di LAVORO Contenuti del piano di lavoro Il piano di lavoro deve prevedere le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e la protezione dell’ambiente esterno ed, in particolare, le necessarie precisazioni, completate, se del caso, dalla documentazione probatoria (certificati, schede tecniche, decreti autorizzativi) in ordine ai seguenti aspetti: - analisi del materiale e classificazione del rifiuto prodotto ai fini della discarica, - modalità di allestimento del cantiere ai fini del corretto confinamento dell’area dei lavori, - tecniche di rimozione, con particolare riferimento alla cautele per evitare la dispersione delle fibre, - idoneità dei lavoratori addetti alla rimozione, in ordine sia all’aspetto sanitario che formativo ed informativo, - dispositivi di protezione individuale in uso per i lavoratori, - modalità di decontaminazione dei lavoratori, - programma dei monitoraggi ambientali in corso dei lavori, per controllare il livello di inquinamento ambientale, e al termine degli stessi, per la restituzione dei locali, - modalità di trasporto e smaltimento dei rifiuti.
  • 47. CONDIZIONI OPERATIVE 1/2 - Sospensione delle attività lavorative ed allontanamento del relativo personale e di ogni altra utenza, dai locali oggetto di intervento; - informazione del personale delle zone interessate e di quelle circostanti sulla natura dell’intervento e sui comportamenti da adottare; - allontanamento di arredi, attrezzature ed ogni altro materiale asportabile; - confinamento dei locali oggetto dell’intervento di bonifica con chiusura ermetica delle finestre e delle porte, delle prese dell’impianto di aerazione e sistemazione dell'Unità di Decontaminazione; - apposizione di cartellonistica e segnaletica all’esterno del cantiere così predisposto di divieto d’ingresso e di informazione sulla natura dei lavori; - confezionamento con teli di polietilene delle attrezzature e di ogni altro materiale non asportabile (compresi i termosifoni); - pulizia accurata ad umido con stracci bagnati; - equipaggiamento dei lavoratori bonificatori con tuta monouso dotata di cappuccio in tyvek e semimaschera munita di filtro P3 o facciale filtrante FFP3;
  • 48. CONDIZIONI OPERATIVE 2/2 - uso preferenziale di strumenti manuali evitando, assolutamente, l’uso di strumenti elettrici ad alta velocità; - bagnatura costante, a spruzzo con pompa a mano o con spruzzatore per piante, della superficie sensibile del manufatto, durante le operazioni di disturbo con una soluzione vinilica al 5% in modo da ridurre al minimo il sollevamento di polvere; - confezionamento dei manufatti in pacchi rivestiti in doppio telo di polietilene e sigillati con nastro adesivo; - insaccamento dei pacchi in big-bag contrassegnati a norma; - raschiatura dei residui e aspirazione con aspiratore dotato di filtro assoluto; - aspirazione di eventuali teli di polietilene posti a copertura di arredi e attrezzature inamovibili e successiva rimozione degli stessi e allontanamento dal cantiere come rifiuti contaminati; - pulizia con stracci bagnati del pavimento, delle pareti e dei davanzali al termine della rimozione.
  • 49.
  • 50. Tecnica GLOVE - BAG E’ una tecnica di rimozione dell’amianto da tubazioni. Le tubazioni vengono suddivise in pezzi e avvolte (confinate) in appositi sacchi (glove-bag) dotati di maniche per permettere all’operatore dall’esterno di operare all’interno senza essere a contatto diretto con l’amianto direttamente e di un sacco per l’accumulo del materiale. Le procedure da utilizzare sono le seguenti: - Prima di applicare il glove-bag, si introducono tutti gli attrezzi manuali necessari alla rimozione del materiale coibente, compreso lo spruzzatore per l’imbibizione del materiale da rimuovere; - Il glove-bag viene quindi sigillato in modo che sia a “tenuta stagna” attorno al tubo, in modo da evitare la dispersione di fibre nell’ambiente circostante; - Il tubo dell’aspiratore dotato in uscita di filtro P3 e la manichetta dello spruzzatore dell’incapsulante colorato, vengono collegati al glove-bag; - Attraverso i guanti dei glove-bag viene spruzzato l’incapsulante colorato sul materiale da rimuovere;
  • 51. Tecnica GLOVE - BAG - Facendo uso di appositi attrezzi il materiale contenente amianto viene depositato sul fondo del sacco; - Il glove-bag viene chiuso ermeticamente con nastro adesivo, facendo in modo di strozzare e isolare il materiale presente nel fondo; - Gli attrezzi utilizzati vengono isolati in una manica del glove-bag e il sacco deve quindi essere trattato internamente con l’apposito prodotto incapsulante. La tecnica del glove-bag ha il vantaggio che non necessita del certificato di restituibilità da parte dell’A.S.L. e che si può utilizzare anche su tubazioni in uso, purché queste non siano ad una temperatura superiore ai 60°C e non siano di diametro troppo grosso o in posizioni in cui non si riesce a garantire una corretta pulizia per problemi di spazio. Questa tecnica è delicata e pericolosa per i seguenti motivi: - la discreta probabilità che la cella si rompa; - la scarsa manualità degli operatori; - il verificarsi di situazioni pericolose durante la loro installazione e rimozione.
  • 53.
  • 54. - Campionamenti giornalieri con dosimetri personali e/o ambientali durante i lavori di rimozione e analisi in MOCF; - Campionamenti al termine dei lavori di bonifica con tecniche aggressive e analisi in MOCF e SEM ai fini della restituzione dei locali. VALORI DEI MONITORAGGI AMBIENTALI effettuati in corso di interventi di rimozione: - Soglia di allarme di 50 ff/litro (monitoraggio esterno al cantiere): DM 6/9/94 p.5/11 VALORI DI RIFERIMENTO per la RESTITUZIONE dell'area bonificata Valore indicativo di inquinamento in atto in edificio è di 20 ff/litro (valore medio su almeno 3 campionamenti): DM 6/9/94 p. 2c Valore indicativo di inquinamento in atto in edificio è di 2 ff/litro (valore medio su almeno 3 campionamenti): DM 6/9/94 p. 2c I Laboratori che possono effettuare i controlli e le analisi per il monitoraggio devono essere accreditati e partecipanti ai programmi di controllo di qualità come prescritti dai DM 14/5/96 e 7/7/97. PROGRAMMA MONITORAGGI AMBIENTALI
  • 55. - Recinzione e segnaletica - Predisposizione aree di lavoro - Misure di sicurezza per i lavori in altezza (ponteggi, scale, dispositivi anticaduta) RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Allestimento cantiere Predisposizione aree di lavoro - Individuare deposito lastre rimosse (lontano da strade e passaggi) - Allestimento box decontaminazione ed individuazione servizi igienici - Custodia attrezzature di lavoro - Sistemazione gru ed apparecchi di sollevamento - Deposito dei materiali da impiegare (lamierati, ecc.) - Sigillare le finestre se il fabbricato è abitato - Informazione degli abitanti ed invitare gli abitanti degli edifici vicini a tenere chiuse le finestre durante i lavori - Coprire con teli di polietilene eventuali macchinari sottostanti
  • 56. - Bagnare le lastre per rimuovere la polvere - Insaccare il materiale rimosso che si presenterà in forma di poltiglia - Bagnare le lastre con incapsulante a bassa pressione e lasciarlo asciugare secondo le istruzioni - Sbloccare le lastre con attrezzi manuali evitando di romperle - Predisporre il bancale dove appoggiare le lastre rimosse - Smontare le lastre ed accatastarle con attenzione su un telo di polietilene che dovrà avvolgerne il pacco - Calare a terra il pacco di lastre e insaccarlo in un secondo telo che quando sarà pieno dovrà essere sigillato ed etichettato - Pulire la zona di lavoro con aspiratori e ad umido RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Fasi operative
  • 57. Lo stoccaggio dei pacchi di lastre insaccati in doppio telo di polietilene deve essere effettuato in area - delimitata con nastro segnalatore - con l'indicazione &quot;area deposito materiali contenenti amianto&quot; - lontano da luoghi di transito RIMOZIONE LASTRE CEMENTO AMIANTO Gestione rifiuti Documentazione ditta esecutrice - tenere ed aggiornare un registro di carico-scarico rifiuti - inviare a Regione e ASL nel cui territorio si sono effettuati i lavori LA RELAZIONE ANNUALE (art.9 Legge 257/92)
  • 58. - Recinzione e segnaletica per impedire l'accesso alla zona lavoro ai non addetti - Predisposizione aree di lavoro (Decontaminazione personale, decontaminazione materiali, stoccaggio rifiuti) - Interventi preliminari (disattivazione impianto elettrico e predisposizione impianto elettrico stagno a servizio del cantiere, protezione impianto aereazione, sgombrare gli arredi dopo averli puliti ad umido) - Confinamento artificiale statico (sigillare con teli di polietilene gli impianti fissi a vista, sigillare fori e fessure con silicone, coprire le aperture con telo di polietilene, stendere un doppio telo di polietilene sul pavimento e sulle pareti, sigillare porte e finestre, in modo da evitare la dispersione di fibre verso l'esterno, isolare l'area per consentire la depressione e facilitare le operazioni di pulizia) - Confinamento artificiale dinamico (sistema di estrattori dell'aria con filtri HEPA per mettere l'area di lavoro in depressione rispetto all'esterno e sistema di immissione aria passivo) - Predisposizione ponteggi, scale, dispositivi anticaduta RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Allestimento cantiere
  • 59. - Prova della tenuta con fumogeni (ad estrattori spenti si satura l'interno del cantiere con fumogeni e si osservano dall’esterno le eventuali perdite; le eventuali falle vanno sigillate dall'interno) - Collaudo della depressione (ad estrattori accesi si osserva che i teli di polietilene si rigonfiano verso l'interno - si può verificare il flusso d'aria diretta verso l'interno con fiale fumogene sistemate all'altezza delle prese d'aria passive e all'esterno dell'unità di decontaminazione con porte aperte) RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Collaudo del confinamento
  • 60. - Spruzzare a bassa tensione un prodotto impregnante - Con spatole e raschietti distaccare a mano il materiale iniziando dal punto più lontano dagli estrattori e procedendo verso essi - Raccogliere ed insaccare l'amianto caduto a terra ancora umido e chiudere subito i sacchi per accatastarli vicino alla zona di decontaminazione dei materiali - Dopo una rimozione grossolana, spazzolare ad umido le superfici visibili e togliere i residui di amianto visibile - Pulire ad umido tutte le superfici RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Modalità rimozione (almeno due addetti)
  • 61. Sistematicamente (DM 6/9/94 punto 11) - all'esterno delle barriere di confinamento - all'uscita del locale spogliatoio Sporadicamente - all'uscita degli estrattori - nella zona decontaminazione rifiuti - nel locale di lavoro RIMOZIONE AMIANTO FLOCCATO Monitoraggi ambientali in corso di lavori
  • 63. - Locale di equipaggiamento con due accessi, uno verso l'area di lavoro ed uno verso il locale doccia. Pareti, pavimenti e soffitto saranno ricoperti da un foglio di plastica di spessore adeguato. Nebulizzazione d'acqua nei casi di cantiere rimozione amianto floccato. Un apposito contenitore di plastica deve essere sistemato in questa zona per permettere agli operai di riporvi il proprio equipaggiamento, tranne la maschera o il respiratore, prima di passare al locale doccia. - Locale doccia accessibile dal locale equipaggiamento e dalla chiusa d'aria. Dovrà essere prevista acqua calda e fredda e assicurata la disponibilità di sapone. Le acque di scarico dovranno essere filtrate prima dell'immissione in fogna. Qui bisogna lavare il respiratore o i filtri della maschera e riporli in un apposito contenitore. - Chiusa d'aria, tra il locale doccia e lo spogliatoio incontaminato. Uno degli accessi dovrà rimanere sempre chiuso; per ottenere ciò è necessario che gli operai attraversino tale spazio uno alla volta. - Locale spogliatoio incontaminato Un accesso dall'esterno ed uno sulla chiusa d'aria. Devono essere previsti armadietti per consentire ai lavoratori di riporre gli abiti civili e conterrà anche un armadietto per il deposito dell'equipaggiamento pulito. Area Decontaminazione
  • 64. T
  • 65. Il materiale viene insaccato nell'area di lavoro ed i sacchi, dopo la chiusura ed una prima pulizia della superficie, vanno portati nell'unità di decontaminazione costituita da tre locali. Nel primo locale avviene il lavaggio dei sacchi, nel secondo locale avviene un ulteriore insaccamento, nell'ultimo locale avviene uno stoccaggio provvisorio prima dell'allontanamento definitivo. Due squadre di lavoratori devono essere impegnate. La prima proveniente dall'area di lavoro provvede al lavaggio dei sacchi e al secondo insaccamento prima di deporli nel locale stoccaggio, la cui porta verso l'esterno deve essere chiusa; una volta lasciati i sacchi rientra nell'area di lavoro chiudendo le porte. La seconda squadra entra dall'esterno nel locale stoccaggio e porta via i sacchi. Può consentirsi l'utilizzo della U.D. destinata agli operatori per l'uscita dei sacchi. In questo caso i lavoratori addetti alle operazioni di bonifica si limitano a riporre i sacchi nel locale equipaggiamento. Qui, una seconda squadra proveniente dall'esterno e munita di DPI recupera i sacchi e li lava nel locale doccia, prima di procedere al secondo insaccamento nella chiusa d'aria dove i sacchi vengono riposti. Quindi, effettuate le operazioni di decontaminazione, la squadra ripercorre l' UD portando via i sacchi. Allontanamento materiali dall’area lavori
  • 66. I sacchi vanno movimentati evitando il trascinamento. Devono essere trasportati su un carrello chiuso. Ascensori e montacarichi impegnati nel percorso dei sacchi vanno rivestiti di teli di polietilene in modo che possano essere facilmente decontaminati in caso di rottura accidentale dei sacchi. Il percorso dal cantiere all'area di stoccaggio prima del trasporto a discarica, deve essere studiato in modo da evitare l'attraversamento di zone occupate o frequentate da estranei. Allontanamento dei materiali dall’area lavori
  • 68. Deve provvedersi a periodiche pulizie della zona di lavoro per asportare i residui di materiali d'amianto e insaccarli in sacchi di polietilene; ciò al fine di evitare che si accumulino troppi rifiuti. Tutti i materiali usati nella nella zona di lavoro (teli di polietilene, nastri, materiali di pulizia, indumenti ed ogni altro materiale a perdere) saranno imballati in sacchi di plastica e sigillati prima di avviarli a discarica come materiale inquinati da amianto. I fogli di polietilene posti sulle aperture, sui condotti di ventilazione, sui radiatori, sulle pareti e sui pavimenti, al termine dei lavori di bonifica, vanno aspirati con filtro assoluto e poi lavati con panni umidi. Dopo una prima pulizia potranno essere rimossi i fogli verticali ed orizzontali. I fogli di polietilene verticali ed orizzontali dovranno essere trattati con materiali fissanti e successivamente rimossi con cautela, avendo cura di ripiegarli verso l'interno, prima di insaccarli e sigillarli. Poi l'area di lavoro dovrà essere nebulizzata con acqua o con una soluzione diluita di incapsulante per abbattere le eventuali fibre di amianto aerodisperse. A questo punto si procederà ad una seconda pulizia con panni umidi Decontaminazione del cantiere
  • 69. DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. La normativa di riferimento in tema di dispositivi di protezione individuale (DPI), è rappresentata dai decreti legislativi n. 475/1992 e n. 81/08 (Titolo III – Capo II), e successive modificazioni e integrazioni. D.Lgs 475/1992: i DPI commercializzati a partire dal 1° gennaio 1995 devono essere accompagnati dalla dichiarazione di conformità CE, muniti del marchio CE e della nota informativa (i cosiddetti requisiti essenziali di sicurezza e salute ). I DPI devono essere adeguati ai rischi da prevenire, senza di per sé costituire un rischio aggiuntivo, essere compatibili alle condizioni presenti sul luogo di lavoro e tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori. Inoltre devono essere compatibili con gli altri DPI utilizzati contemporaneamente e non escludere la capacità di protezione da altri rischi.
  • 70. DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. I lavoratori devono essere informati ed addestrati sulle tecniche di bonifica da amianto, la pulizia del luogo di lavoro, l’uso delle mascherine respiratorie e degli altri DPI, nonché sulle corrette modalità di decontaminazione. I Dispositivi di Protezione Individuale da utilizzare nel corso delle bonifiche di amianto devono limitare il più possibile l’esposizione all’ambiente inquinato. Con riferimento al settore specifico dei lavori di bonifica da amianto, si possono distinguere gli indumenti protettivi: - tute integrali con cappuccio; - guanti di protezione; - stivali in gomma o calzari a perdere; dai Dispositivi di Protezione Individuale propriamente detti: - DPI delle vie respiratorie.
  • 71.  
  • 72. INDUMENTI PROTETTIVI LA TUTA deve essere: - intera - con cappuccio - priva di tasche - chiusa, o chiudibile, ai polsi e alle caviglie con elastici - di tessuto preferibilmente liscio e, comunque, idoneo a non trattenere le fibre (sono sconsigliate le tute in materiale poroso) Sotto la tuta, il vestiario deve essere ridotto al minimo, con slip, calzini e magliette possibilmente monouso. Sono disponibili sul mercato: - tute monouso in carta, in tela plastificata o in tyvek - tute riutilizzabili in cotone trattato (cerato) o in altro materiale (tipo gore-tex) a tessitura fitta e compatta - tute in materiale impermeabile
  • 73. INDUMENTI PROTETTIVI TUTA MONOUSO Tuta monouso di carta, di tela plastificata o in tyvek . VANTAGGI: - risultano igienicamente più adatte alle bonifiche, in quanto non devono essere rilavate, - hanno costi contenuti SVANTAGGI - possiedono una scarsa traspirabilità (sono sconsigliati per bonifiche in zone dove si sviluppano alte temperature) e - si rompono facilmente (quindi sono sconsigliati anche per interventi ove vi sia un possibile contatto con materiale tagliente). Ogni volta che si abbandona la zona di lavoro in cui è in atto una bonifica da amianto, è necessario smaltire tali indumenti come materiale contenente amianto. L’operatore al rientro, dovrà indossare una nuova tuta.
  • 74. INDUMENTI PROTETTIVI ALTRI TIPI DI TUTA Tute riutilizzabili in cotone trattato (cerato) o ... VANTAGGI: - traspiranti e confortevoli e costi moderati SVANTAGGI: - richiedono il lavaggio presso lavanderia autorizzata o tramite lavatrice posta in cantiere ed hanno una possibilità di riutilizzo limitata, in quanto pochi lavaggi bastano a determinare una perdita del trattamento … o in altro materiale (tipo gore-tex) a tessitura fitta e compatta VANTAGGI: - traspiranti e confortevoli, resistenti, lavabili anche sotto la doccia e impermeabili SVANTAGGI: - costi elevati, richiedono periodicamente il lavaggio presso lavanderia autorizzata o tramite lavatrice posta in cantiere. Si ritiene, in ogni caso, che il lavaggio non garantisca la totale decontaminazione della tuta. Tuta impermeabile Questo indumento può essere riutilizzato più volte e, dopo l’accurata pulizia eseguita in doccia, deve essere riposto a fine turno in un box protetto all’interno del cantiere.
  • 75. GLI ALTRI INDUMENTI PROTETTIVI Gli stivali in gomma o le calzature antiscivolo devono essere - facilmente lavabili e - abbastanza alti da essere coperti dai pantaloni della tuta. L’alternativa agli stivali sono i calzari a perdere, che spesso però risultano scivolosi sulle superfici bagnate; tale pericolosità può essere ridotta dai copriscarpe con solette in polietilene. I guanti da utilizzare nelle bonifiche di amianto devono essere impermeabili, di tipo a manichetta lunga ed in grado di garantire una sufficiente resistenza alle sollecitazioni meccaniche; al di sotto dei guanti è consigliato l’utilizzo di sottoguanti in cotone.
  • 76. DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE D.P.I. Nelle lavorazioni durante le quali i rischi inerenti l’esposizione a polveri e fibre non possono essere evitati o sufficientemente limitati mediante l’adozione di misure tecniche di prevenzione o mezzi di protezione collettiva, il datore di lavoro è tenuto a fornire ai lavoratori idonei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie (apparecchi di protezione delle vie respiratorie o respiratori). Gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie appartengono ai DPI di terza categoria, destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Per questi dispositivi di protezione individuale, ai sensi dell’art. 43 del decreto legislativo n. 626/1994, oltre all’attività d’informazione e formazione, è obbligatorio prevedere per gli utilizzatori un adeguato addestramento. La scelta del respiratore deve essere fatta tenendo presente il grado di protezione richiesto in relazione alla concentrazione dell’inquinante.
  • 77. Forniscono aria prelevata da una sorgente esterna all’ambiente e non inquinata: l’operatore è quindi isolato dall’ambiente in cui si trova. Sono utilizzati quando: - l’inquinamento ambientale è particolarmente elevato - la concentrazione di ossigeno nell’aria respirata è al di sotto del valore normale Si distinguono in: - respiratori con adduzione di aria dalle bombole - respiratori con adduzione di aria pulita dall’esterno D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE Si possono distinguere in: - ISOLANTI - indipendenti dall’aria ambiente - NON ISOLANTI - a filtro - attingono l’aria dall’ambiente DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ISOLANTI
  • 78. Respiratori ISOLANTI - con adduzione di aria da bombole D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 79. Respiratori ISOLANTI - con adduzione di aria pulita dall’esterno D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 80. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE Tali dispositivi purificano l’aria respirata attraverso un opportuno filtro che trattiene gli inquinanti dispersi nell’aria dell’ambiente (polveri, gas, vapori). I filtri sono specifici per ogni categoria di sostanza inquinante. Ssono formato da un facciale ( semi maschera, boccaglio, maschera intera, semi-maschera filtrante ) dotato di un filtro per bloccare gli aerosol solidi e/o liquidi (filtri antiparticelle), i gas o vapori (filtri antigas), o entrambi (filtri combinati). Il facciale può essere del tipo: intero (copre tutto il viso, deve essere usata con filtri che non pesano >600 gr.) semi-maschera (copre naso e bocca, deve essere usata con filtri <300 gr.); boccaglio ( consistente in un’apparecchiatura stretta tra le labbra, associato a stringi naso); facciali filtranti (con filtro tutt’uno con semi-maschera, tipi FF1, FF2, FF3). DISPOSITIVI DI PROTEZIONE non ISOLANTI - a filtro (attingenti aria dall’ambiente)
  • 81. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 82. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE I filtri contro le POLVERI servono a trattenere le particelle solide sospese nell’aria respirata, comprese le fibre di amianto. Sono contraddistinti da una FASCIA DI COLORE BIANCO I filtri contro i GAS servono ad eliminare dall’aria respirata vapori e gas. Sono contraddistinti da FASCE DI COLORI DIVERSI a seconda del tipo di gas o vapore che trattengono: MARRONE per gas e vapori organici, GRIGIA per gas e vapori inorganici, GIALLA per anidride solforosa, VERDE per ammoniaca e derivati. I requisiti delle maschere in particolare, esse devono: - rispondere a criteri di ergonomia; - fornire elevati livelli di protezione; - essere innocue, leggere, solide, fornite di spiegazioni d’uso; - non limitare il campo visivo e la vista, essere compatibili con l’uso di occhiali; - essere dotate di filtri facilmente montabili e smontabili.
  • 83. Le norme armonizzate in materia di DPI sono elaborate dal CEN (Comitato Europeo di Normazione). In tali norme vengono fissati i massimi valori ammessi: - sia per la penetrazione iniziale attraverso i filtri antipolvere (classi P1, P2 e P3) - sia per la perdita verso l’interno imputabile al facciale ed eventualmente ad altri componenti. In base alla capacità di penetrazione di un aerosol, i filtri vengono classificati in: - P1 - penetrazione inferiore al 20% (bassa efficienza); - P2 - penetrazione inferiore al 6% (media efficienza); - P3 - penetrazione inferiore allo 0,05% (alta efficienza). D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 84. Considerato che all’interno del facciale può essere presente una certa concentrazione di inquinante dovuta - sia alla penetrazione attraverso i filtri antipolvere, - sia alle perdite verso l’interno imputabili al facciale, sono stati stabiliti i seguenti fattori: fattore di protezione (FP): è il rapporto fra la concentrazione dell’inquinante nell’aria ambiente e quella presente all’interno del facciale; fattore di protezione nominale (FPN): è il valore del fattore di protezione quando la penetrazione attraverso i filtri e le perdite verso l’interno assumono i massimi valori consentiti dalle norme; fattore di protezione operativo (FPO): è il valore che, sulla base di dati sperimentali e di considerazioni cautelative, viene attribuito al fattore di protezione per la scelta di un respiratore da utilizzare nell’ambiente di lavoro. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 85. Il fattore di protezione è per definizione il parametro che esprime l’entità della protezione che il respiratore offre all’utilizzatore; il fattore di protezione nominale è il valore del fattore di protezione che deve essere garantito in sede di certificazione, da parte degli organismi di controllo, con prove di laboratorio standardizzate e riproducibili; il fattore di protezione operativo è valore del fattore di protezione da utilizzare nella pratica operativa dell’ambiente di lavoro: tale valore – sempre inferiore o al massimo uguale al valore del fattore di protezione nominale – ha lo scopo di considerare con la massima cautela le problematiche dovute alle specifiche diversità degli ambienti di lavoro, le esigenze di mobilità dell’operatore, l’accuratezza con cui è indossato il respiratore, ecc.; ciò vale soprattutto per i dispositivi ai quali sono associati i più alti valori della protezione. D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE
  • 86. FACCIALE FILTRANTE FFP3 SEMI MASCHERA con filtro P3: - per concentrazioni in aria non superiori a 10 fibre/cm3 - idonei per operazioni preliminari non comportanti disturbo del MCA FACCIALE INTERO CON FILTRO P3 - per concentrazioni in aria non superiori a 80 fibre/cm3 - non possono essere usati in modo continuativo in quanto provocano difficoltà alla respirazione RESPIRATORE CON VENTILAZIONE ASSISTITA e FILTRO P3 - per concentrazioni in aria non superiori a 400 fibre/cm3 - sono i più usati per intervento sul materiale floccato RESPIRATORI ISOLANTI - per concentrazioni in aria molto elevate - offrono una protezione superiore agli altri protettori anche se risultano molto ingombranti D.P.I. delle VIE RESPIRATORIE CRITERI DI SCELTA
  • 87. Rischio Infortunistico I lavori di rimozione delle coperture in cemento amianto sono lavori edili; in questo settore la maggior parte degli infortuni gravi e mortali avviene per caduta dall’alto. Riferimenti normativi per la prevenzione della caduta dall’alto - Decreto del Presidente della Repubblica del 27 aprile 1955 n° 547 - “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” - Decreto del Presidente della Repubblica del 7 gennaio 1956 n° 164 - “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni” - Decreto Legislativo del 14 agosto 1996 n° 494 - “Attuazione della direttiva 92/57CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili” Modificato dal D.Lgs. 19 novembre 1999 n° 528. D.L.vo 81/2008: Titolo IV (Cantieri Temporanei e Mobili) Capo I (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei o mobili) e Capo II (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota)
  • 88. Sia nella rimozione di coperture in cemento-amianto che nella rimozione di amianto floccato, ESISTE UN ELEVATO RISCHIO DI CADUTA DALL’ALTO . Data la frequenza e la gravità degli infortuni derivanti da cadute dall’alto in edilizia, è necessario porre la massima attenzione alla prevenzione di questi eventi. Pertanto, La PIANIFICAZIONE DELLE MISURE ANTINFORTUNISTICHE deve prevedere la stessa accuratezza della PREDISPOSIZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE DELL’ESPOSIZIONE AD AMIANTO. Nei lavori su coperture di edifici si configura in particolare il rischio di: - caduta verso l’esterno - caduta attraverso la copertura, per rottura della stessa o per presenza di aperture (lucernari, botole, ecc) RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 89. PRATICABILITA’ DELLE COPERTURE - Una copertura si definisce PRATICABILE quando consente l’accesso ed il transito di persone, anche con attrezzature portatili, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, in quanto non sussistono rischi di caduta di persone e/o cose dall’alto, né rischi di scivolamento in condizioni normali. - Una copertura si definisce NON PRATICABILE quando non è possibile l’accesso ed il transito di persone, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza contro il pericolo di caduta di persone e/o cose dall’alto e contro il rischio da scivolamento. [Norma UNI 8088] Le coperture dei fabbricati non sono generalmente praticabili, in quanto i lavori espongono, quanto meno, al rischio di caduta verso l’esterno. Le lastre in cemento amianto non sono calpestabili, se non risultano appoggiate su una struttura continua, stabile e portante, in quanto non garantiscono di sorreggere il peso di una persona. RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 90. MISURE di SICUREZZA da adottare per il lavoro su coperture appoggiate a struttura continua stabile e portante Qualora la copertura risulti continua, stabile e portante è necessario predisporre: - parapetti o ponteggi sull’intero perimetro dell’area di lavoro o, in alternativa, - idonee cinture di sicurezza con bretelle e sottocosce collegate a fune di trattenuta vincolata a parti fisse esistenti o da realizzare - tavole lungo i camminamenti vincolate e munite di listelle di appoggio dei piedi quando la struttura sia inclinata oltre il 15%. RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 91. L’uso delle imbragature di sicurezza deve garantire che l’eventuale caduta non sia superiore a 1,5 metri RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 92. Uso delle cinture di sicurezza Da usare quando non sia possibile disporre di impalcati di protezione o parapetti. E’ necessario ricordare che l’art.15 del D.Lgs 81/08 al comma 1 lettera i) raccomanda la priorità delle misure di protezione collettiva (ad esempio il ponteggio) rispetto a quelle di protezione individuale (ad esempio la cintura di sicurezza). La protezione personale ha lo scopo di ridurre la magnitudo delle conseguenze dell’infortunio mentre le misure di protezione collettiva incidono sulla frequenza di accadimento di un effetto indesiderato. RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 93. Ponteggi metallici In caso di uso di ponteggi metallici, in cantiere devono essere presenti: il disegno del ponteggio, firmato dal responsabile del cantiere, oppure il progetto firmato da un professionista abilitato, quando sussista l’obbligo di calcolo, e copia dell’autorizzazione ministeriale rilasciata al produttore del ponteggio stesso. Il ponteggio deve essere progettato obbligatoriamente quando l’altezza è superiore a 20 m. oppure in presenza di particolari condizioni di complessità, dimensioni e sovraccarico. RISCHIO INFORTUNISTCO
  • 94. Parapetti Gli impalcati, i ponti di servizio e le passerelle posti a quota superiore a 2 m. devono avere verso il vuoto un parapetto alto almeno 1 metro, con una tavola “fermapiede” alta almeno 20 cm. ed una distanza tra i correnti orizzontali non superiore a 60 cm. La norma UNI 8088 consiglia in presenza di coperture fortemente inclinate (superiore al 50%), un parapetto di gronda pieno e di altezza rapportata all’inclinazione della copertura stessa. RISCHIO INFORTUNISTCO