3. Azione lesiva è determinata dall’incontro tra agente lesivo ed organismo e si identifica con la causa vera e propria del danno. L’individuazione del momento lesivo non si esaurisce con l’accertamento eziologico e patologico della lesione, ma deve interessare anche le circostanze in cui il danno si è verificato. Lesione è l’alterazione dell’integrità somatica e psichica della persona, determinata dall’azione lesiva e rappresentata da un processo patologico. Comprende sia le lesioni organiche, quanto le compromissioni funzionali dell’individuo, ricadendo nel concetto generale di malattia. La classificazione sfrutta criteri propri dell’anatomia patologica, medica e chirurgica: lesioni organiche e funzionali, somatiche, psichiche o miste somato-psichiche, locali o generali, uniche o diffuse. La lesione, inoltre, potrà essere aggravata da condizioni antecedenti proprie del soggetto. La gravità della lesione dipenderà dalla gravità delle menomazioni. Tra i fattori che tendono ad aumentare la gravità della lesione vi sono: la tendenza ad indurre complicanze, l’insanabilità certa o presunta della lesione, pericolosità delle manifestazioni morbose e grado di ampiezza della compromissione di vari organi o funzioni. la durata della lesione influenza, invece, il destino del processo morboso (morte o guarigione).
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5. Classificazione del danno Oltre alla classificazione tre temporaneo e permanente, si distinguono danni: attuali potenziali futuri aleatori Danno attuale: c’è contemporaneità tra danno biologico e giuridico (es. riduzione della capacità lavorativa a seguito della menomazione di un arto). Danno potenziale: c’è dissociazione tra danno biologico e giuridico, poiché la menomazione in atto o stabilizzata produrrà i suoi effetti dannosi in futuro (es. bimbo con conseguenze menomative di una paresi che ne subirà gli effetti ed il danno economico quando comincerà a lavorare) Danno futuro: è il danno non ancora verificatosi, ma prevedibile in modo certo o con grande probabilità o presente
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7. Caratteri del danno alla persona Componenti elemento biologico (materiale) elemento giuridico (formale) Determinanti azione lesiva lesione menomazione Suddivisione danno attuale (presente) danno potenziale (dissociato) danno futuro (di previsione) danno aleatorio (eventuale) Proiezione campo penale campo civile assicurazioni sociali assicurazioni private
8. Caratteri del danno alla persona Accertamento realtà del danno cause del danno natura del danno entità del danno conseguenze del danno ripercussioni giuridiche del danno Evoluzione permanenza del danno miglioramento del danno aggravamento del danno
9. Accertamento del danno La realtà del danno viene accertata mediante la constatazione obiettiva della lesione e la conferma delle circostanze che l’hanno determinato, così come dichiarato dal soggetto. Ciò si realizza integrando i dati clinici con i documenti relativi al fatto in esame, senza tralasciare le numerose difficoltà che possono impedire una puntuale ed esatta ricostruzione degli accadimenti (non ultime le simulazioni e/o false testimonianze). Le cause del danno possono essere naturali o dipendere da azioni umane. Per riconoscere il nesso causale occorre stabilire la natura e l’entità (intesa come potere potenziale) dell’azione lesiva e la natura patogena: il nesso di causa deve essere stabilito tra la natura della causa e la lesione e tra l’efficacia lesiva della causa dichiarata. In questo modo è possibile risalire alle circostanze in cui il fatto lesivo è avvenuto, identificare il mezzo lesivo e determinare le responsabilità individuali. La natura del danno è dedotta dal carattere clinico, anatomo-patologico della lesione (sede, gravità, estensione, durata ed esiti), mediante la diagnosi clinica (senza però trascurare la semiotica medico-legale per escludere eventuali simulazioni). Partendo dalla diagnosi si formula la prognosi (probabile evoluzione della malattia), considerando la benignità o malignità, la terapia messa in atto, gli effetti jatrogeni ecc. Va ricordato che il paziente non è obbligato a sottoporsi ai rischi di un intervento chirurgico laddove non sia indispensabile.
10. L’entità del danno è collegata alla natura clinica della lesione ed alle sue conseguenze. Cruciale per una corretta valutazione sarà individuare l’organo/i coinvolto/i, la durata, la guaribilità ecc., senza trascurare possibili effetti (complicazioni, efficacia del trattamento terapeutico in atto), nonché parametri soggettivi (età, anamnesi precedente, predisposizioni morbose ecc). Le conseguenze del danno derivano dalla lesione e menomazione conseguente, determinando una compromissione del soggetto. Il danno-evento consiste nella lesione dell’integrità fisica o psichica; il danno-conseguenza incide, invece, sull’attività lavorativa. Accertare le conseguenze del danno consente di valutare l’entità del pregiudizio arrecato alla persona dall’azione lesiva. Le ripercussioni giuridiche sono già delineate nella valutazione della proiezione del danno. Si distingue tra fatto lesivo – compromissione fisica e psichica della persona – e fatto dannoso – che rappresenta la conseguenza giuridicamente rilevante del fato morboso, quindi costituisce il risultato ultimo dell’evento, cui il diritto giuridico collega la sanzione o risarcimento -.
11. La simulazione del danno Riguarda tutti i casi in cui la realtà è falsata rispetto all’esistenza, alle cause, alle manifestazioni e conseguenze di una malattia, lesione o menomazione. Cruciali sono: personalità del soggetto, motivazioni che lo spingono e specie di simulazione. Si distinguono due tipi di simulazione: simulazione-scopo: il soggetto è spinto dal desiderio di raggiungere un fine vantaggioso simulazione-situazione: il soggetto è spinto dal timore, dal bisogno di reagire ad una situazione (es. evitare il servizio militare). La simulazione potrà, inoltre, essere involontaria o volontaria. tipica di soggetti nevrotici o isterici, che tendono ad esagerare o inventare sintomi inesistenti. Quindi, ci sarà un fondo patologico propria di chi intenzionalmente altera la realtà allo scopo di ottenere un vantaggio illecito o iniquo (alle volte anche nobile), mediante una violazione consapevole che sfrutti l’inganno, la menzogna, il raggiro o la malafede.
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13. Ci sono, poi, altri aspetti della simulazione: aggravamento: il soggetto peggiora, aggravandola, l’entità degli effetti della malattia; esagerazione: si riportano effetti più gravi del vero; prolungamento: gli effetti sono denunciati per più tempo del reale; attenuazione: la malattia è riferita in modo meno grave del reale Alcuni soggetti, poi, denunciano malattie procurate (autoprocurate o eteroprocurate), quali mutilazioni, lesioni o infermità. La forma più nota di questo tipo di simulazione è l’autolesionismo, una forma di mutilazione fraudolenta. Altre lesioni sono provocate mediante ustioni, uso di sostanze tossiche o corrosive (es. si può procurare febbre mediante iniezioni di vaccini, latte e di medicamenti).