Presentazione tenuta in occasione del seminario "Lost in translation: la comunicazione aumentativa e alternativa per l’inclusione sociale di adulti e anziani" nell'ambito di HANDImatica 2010, mostra-convegno nazionale dedicata alle tecnologie ICT per le persone disabili.
E' l'evoluzione della presentazione tenuta allo UXCamp 2009 a Firenze.
6. Due pensieri...
1) c’è
una
feHa
considerevole
(andate
a
vedervi
i
daW
ISTAT)
di
popolazione
che
presenta
bisogni
inespressi
o
non
soddisfa9.
Se
ragionassimo
in
termini
di
“coda
lunga”:
non
è
che
siamo
di
fronte
a
un
mercato
di
milioni
di
consumatori
potenzialmente
disposW
a
spendere
anche
pochi
euro
al
mese
per
non
essere
tagliaW
fuori
da
“questa
cosa”
di
cui
sentono
conWnuamente
parlare?
2) oggi
come
oggi
le
persone
anziane
sono
completamente
tagliate
fuori
dai
social-‐network
tradizionali
e
dai
loro
“benefici”,
sia
perché
non
possiedono
le
competenze
informaWche
richieste
per
il
loro
impiego,
sia
perché
queste
piaHaforme
non
sono
minimamente
pensate
e
progeHate
per
questo
scopo.
8. E’ un problema di usabilità?
h"p://www.eldy.org/so0ware/usabilita/
• The
difficulWes
found
by
the
elderly
are
due
to
the
failed
recogni@on
of
some
commands
or
icons.
• The
evaluaWon
made
clear
that
the
difficulWes
found
by
the
elderly
are
not
simply
due
to
an
inadequate
comprehension
of
text
and
images
but,
more
interesWngly,
to
unfamiliarity
with
some
specific
procedures
that
are
commonly
used
in
interface
interac@on.
• Overall
the
evaluaWon
showed
that
Eldy
achieved
its
goal
and
the
soluWons
proposed
to
face
problems
related
with
aging
are
valuable.
h"p://htlab.psy.unipd.it/index.php?page=eldy-‐usability
9. Una domanda...
Sarebbe
pensabile,
anche
solo
immaginabile,
un
servizio
sociale
dedicato
specificatamente
a
persone
anziane?
E
in
quel
caso,
come
sarebbe
possibile
superare
il
digital-‐divide?
non
tanto
quello
tecnologico,
quanto
quello
“esperienziale”?
In
altre
parole:
“se fossimo nella condizione di dover disegnare la UX per
un social-network di questo tipo, che cosa faremmo?”
10. Una cosa importante...
Non
dimenWchiamo
che
l’obie9vo
del
nostro
“gioco”
è
quello
sociale:
• l’intenzione
non
è
quella
di
fare
un
“facebook-‐downgrade”
per
anziani
• lo
scopo
del
servizio
che
abbiamo
provato
a
disegnare
è
quello
di
essere
un
aiuto,
un
supporto
per
le
persone
anziane,
quelle
persone
che
vivono
sole,
che
non
sono
autonome
o
auto-‐sufficien@
• il
servizio
deve
poter
essere
usato
da
persone
con
una
conoscenza
minima
se
non
addiri%ura
inesistente
di
che
cosa
è
un
social-‐network,
di
che
cosa
è
il
web,
di
che
cosa
è
un
computer!
12. Essere anziani...
AHenzione
alle
modifiche
che
l’età
ha
sulla
mente
e
sul
corpo:
• difficoltà
cogni@ve:
perdita
di
alcune
funzioni
della
memoria,
declino
della
flessibilità
percehva,
difficoltà
ad
apprendere
processi
nuovi
e
mentalmente
impegnaWvi
• difficoltà
visive:
aggiustamenW,
adaHamento
al
buio,
contrasto,
vista
periferica
• difficoltà
fisiche:
controllo
fine
dei
movimenW,
tremori,
difficoltà/dolori
in
determinate
posture
“Elderly Users” (Cap. 1.5.6) - Designing the User Interface (3rd edition) - Ben Shneiderman (Addison Wesley)
13. Personas (1)
• È
una
persona
in
condizioni
fisiche
non
ohmali
(vista,
movimento).
• Spesso
è
sola.
• È
seguita
dai
servizi
sociali.
• Guarda
molta
TV
(per
svago,
per
noia,
per
avere
compagnia).
• Ha
una
percezione
del
proprio
“tempo”
diversa
dalla
nostra.
15. Personas (2)
• Persona
ancora
molto
ahva,
con
tempo
da
dedicare
al
volontariato.
• Sbircia
con
aHenzione
chi
usa
il
pc
di
casa,
ma
non
riesce
ad
interagire
con
sistemi
operaWvi
e
solware
complessi,
né
con
il
mouse.
• Si
sente
esclusa
dal
mondo
che
avanza
inesorabilmente.
16. Personas (addendum)
Non
dimenWchiamoci
di
tenere
in
considerazione
(e
magari
sfruHare
a
nostro
favore)
i
moduli
comportamentali
acquisiW,
le
abitudini
(buone
o
cahve
che
siano)
e
i
modelli
mentali
Wpici
per
quest’età.
19. Lo strumento...
• Hardware
e
OS
personalizzaW
• Touch-‐screen
• TasWera
esterna
e/o
virtuale
(semplificata?
A-‐Z,0-‐9)
• Webcam
+
Wireless
• Accesso
gratuito
alla
rete
• LocaWon-‐aware
• Interfaccia
“adaHaWva”
• TV-‐Like
(accendo
e
sono
operaWvo,
senza
bootstrap)
• Applicazioni
“embedded”
• Una
singola
applicazione
e/o
funzione
per
volta
• Pre-‐impostato
con
il
profilo
e
i
daW
personali
dell’utente
20. Gli operatori sociali...
• Potrebbero
essere
proprio
i
servizi
sociali
del
comune
a
consegnare
alle
persone
ritenute
più
adaHe
o
che
necessitano
di
questo
servizio
il
device.
• Sempre
loro
potrebbero
fare
la
prima
formazione
di
base
e
seguire
poi
passo
passo
le
persone
durante
il
periodo
di
apprendimento.
21. C’è già qualcosa di simile...
Google Chrome OS iPhone OS
Nitendo Wii iTablet / iPhoneOne Laptop Per Child
27. Alcune idee di fondo...
• Una
applicazione
dedicata
per
ogni
task
Ogni
applicazione
ha
poche
funzionalità.
Suddividere
le
funzionalità
complesse
in
mini
step
auto-‐conclusivi
riduce
il
peso
a
scapito
della
memoria.
• Una
RIA
(“rich-‐internet/interac@on
applica@on”)
Non
un
portale
web
(logiche
troppo
complesse)
ma
applicazioni
collegate
alla
rete.
Non
è
l’utente
che
deve
adaHarsi
al
solware,
ma
il
solware
che
deve
cambiare
“faccia”
per
l’utente.
• Una
Wii
per
i
senior?
La
fisicità
del
modello
di
interazione
permeHe
una
risposta
veloce
che
coinvolge
il
corpo
(ed
è
anche
un
aiuto
per
mantere
vive
agilità
e
aHenzione).
29. • Tono
personale
oppure
impersonale?
• Usare
le
icone?
Usare
solo
testo?
Usare
entrambi?
• Quanto
è
naturale
il
conceHo
di
“boHone”?
• Quale
“vocabolario”
adoHare?
• Usare
un
flusso
logico
“orizzontale”
(libro)
oppure
“verWcale”
(schermo)?
Alcune riflessioni...
“Vuole...” “Vuoi...”
30. Il modello di base...
NO MENU
• No
mulW-‐tasking
• Scelte
semplici
• Pochi
paradigmi
• Esperienza
TOUCH
34. Domande ancora aperte...
• Ruolo
delle
animazioni/transizioni
fra
i
diversi
stage
della
applicazione?
Rendono
l’interfaccia
più
“fisica”
(quindi
migliorano
la
UX)
oppure
rappresentano
solo
del
“rumore”
cogniWvo
inuWle?
• Ruolo
degli
effe9
grafici/visuali?
Più
in
generale,
che
impaHo
ha
una
grafica
eccessivamente
“presente”?
Meglio
l’approccio
Google-‐like?
• Ruolo
dell’este@ca
nell’interfaccia?
Anche
(o
sopraHuHo)
per
i
nostri
utenW
“senior”
un’applicazione
più
“bella”
poi
è
anche
più
usabile?
• Ruolo
delle
metafore
come
ponte
per
l’accesso
al
sistema
e
alle
sue
risorse?
36. Rete sociale
Forse
per
molW
questo
non
sembrerà
un
“social
network”,
ma
per
chi
ha
70
anni,
passa
il
tempo
a
casa
e
vive
solo...
è
ben
diverso!
Cosa
vuol
dire
infah
rete
sociale?
Vuol
dire
relazioni.
Vuol
dire
non
essere
isolato.
Vuol
dire
non
essere
lasciato
indietro.
37. Tu chiamale se vuoi, relazioni!
È
o
non
è
una
rete?
È
o
non
è
sociale?
Supermarket
Pronto soccorso
Istituzioni
Servizi sociali
Farmacia
Forze dell’ordine
Amici / Conoscenti Gruppi
Altri utenti
38. Disegnare la user-experience...
• L’empaWa
è
uWle,
ma
non
sufficiente.
• AHenzione
ai
modelli
mentali
che
abbiamo
acquisito.
• Replicare
i
pa%ern
di
interazione
che
avvengono
nel
mondo
reale.
• Focalizzarsi
sulle
effehve
esigenze
degli
utenW,
su
ciò
di
cui
loro
hanno
bisogno.
• Risposte
solo
da
test
con
utenW
veri.
62. Non è solo un problema di usabilità!
➜ Impiego
di
device
che
permeHano
di
superare
il
problema
della
prima*
barriera
tecnologica:
quella
con
il
computer
desktop
tradizionale.
➜ Fare
un
uso
abilitante
della
tecnologia,
non
solo
propedeu@co!
➜ Lo
scopo
è
quello
di
far
usare
un
computer
ad
un
anziano,
o
invece
quello
di
usare
un
[computer/device/altro]
per
far
fare
una
certa
cosa
ad
un
anziano?
➜ Non
soHovalutare
gli
aspeh
del
gioco,
del
piacere
e
della
bellezza
nella
progeHazione
dell’interfaccia,
delle
interazioni
e
dell’esperienza
d’uso.
➜ Pensare
fuori
degli
schemi.
“Think
different”
direbbe
qualcuno...
*
spesso
è
anche
la
più
invalicabile!
63. • “You’re
never
too
old
to
take
advantage
of
something
that
may
help
you.”
Virginia, 99 anni...
hHp://www.youtube.com/watch?v=ndkIP7ec3O8 hHp://www.youtube.com/watch?v=YqZpHTUhSYs
64. “Chi
salva
una
vita
salva
il
mondo
intero”
Anche se fosse una sola persona...
Talmud