2. Perché Dante è così importante
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È il primo che costruisce un complesso di opere in volgare che
riassumono la mentalità medioevale.
È il primo a teorizzare l’uso del volgare in letteratura De vulgari
eloquentia
È il primo intellettuale consapevole del proprio ruolo e funzione
(intellettuale “comunale”)
È un intellettuale militante (rapporto tra impegno letterario e
impegno politico).
3. Perché Dante è così importante
3
Il tratto specifico che egli adopera nella Commedia non rispecchia più
la gerarchia degli stili e del linguaggio proposti a suo tempo nel De
vulgari eloquentia.
Dante mette a frutto un plurilinguismo e un pluristilismo in cui si
trovano insieme tragedia, commedia e elegia, stile alto e stile basso,
lingua dotta e voci gergali, sermo humilis e linguaggi tecnici, con un
potenziale lessicale di quasi trentamila termini.
Per questo motivo egli parla di polisemia dell’opera letteraria. Dante
si spinge più avanti rispetto agli schemi stilistici della letteratura
classica, che erano molto rigidi, quasi bloccati.
4. Perché Dante è così importante
4
La novità del linguaggio dantesco consiste nell’avere modellato una
poetica e una ricerca morale alle esigenze di un pubblico non più
uniforme, aristocratico, quantitativamente ristretto, ma eterogeneo,
“borghese”, e quindi sincronizzato con un ideale polisemico della
letteratura.
Nella Epistola a Cangrande, Dante scrive che il compito della
Commedia è «removere viventes in hac vita de statu miserie et
perducere ad statum felicitatis»
5. Apporto linguistico di Dante Alighieri
5
Secoli successivi: 10%
(circa 12 mila lemmi)
Lessico Trecentesco: 19%
(circa 23 mila lemmi)
Lessico Duecentesco: 56%
(circa 67 mila lemmi)
Dante Alighieri: 15%
(circa 18 mila lemmi)
Dante Alighieri introdusse nella lingua italiana circa 18 mila termini nuovi,
alcuni dei quali caddero poi in disuso. Attraverso le sue opere egli indirizzò
la lingua italiana sul modello del toscano.
6. La situazione a Firenze e in Italia ai tempi di Dante
6
In Italia perdurano per tutto il XII secolo e parte del XIII i conflitti tra
papato e impero.
Al tempo di Federico II (fino al 1250) l’impero è in fase di affermazione.
Con la sua morte l’impero si indebolisce.
A Firenze si crea un governo “comunale” guidato da un Capitano del
popolo e affiancato da un consiglio di rappresentanti delle arti.
In un primo tempo i Ghibellini, guidati da Farinata degli Uberti,
sconfiggono i Guelfi nella battaglia di Montaperti (1260).
Ma dopo il 1266 (battaglia di Benevento) gli eredi di Federico II sono
sconfitti da Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal papa.
Dovunque i guelfi riprendono vigore. Nel 1289 a Campaldino i Guelfi
fiorentini sconfiggono aretini e senesi (ghibellini).
7. Firenze al tempo di Dante Alighieri
9
Nell’arco di un secolo la popolazione di Firenze raddoppiò
95000
85000
75000
50000
1200
1260
1280
1300
9. Firenze al tempo di Dante Alighieri
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Firenze al tempo di Dante.
Questa parte della città venne cinta di
nuove mura a partire dal 1284, quando
Firenze raggiunse i 75 mila abitanti
Il nucleo più
antico della
Firenze
comunale
Corrispondente
alle mura
matildine (1078).
Sorge sui resti di
un precedente
castrum
romano.
Firenze all’interno
della seconda
cerchia di mura
(1173-75)
È il nucleo storico
della città
comunale. Agli inizi
del 1200 la città
contava circa 50
mila abitanti.
10. Firenze al tempo di Dante Alighieri
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S. Maria Novella
(Domenicani) - 1221
Chiesa del Carmine
(Carmelitani) 1250
S. Spirito (Agostiniani)
1250
S. Croce (Francescani)
1226-28
11. Firenze al tempo di Dante Alighieri
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Firenze intorno alla metà del XV sec.
12. Guelfi Bianchi e Guelfi Neri
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Dal 1251 Firenze assume l’assetto di una città comunale: questa
struttura politico-amministrativa dura fino all’ascesa dei Medici nel
1434.
Governano dapprima l’aristocrazia poi i grandi borghesi esponenti
delle professioni.
Si scontrano due fazioni del partito guelfo:
Bianchi (capeggiati dai Cerchi-moderati)
Neri (guelfi filoaristocratici, capeggiati dalla famiglia dei Donati)
Nella contesa si inserisce papa Bonifacio VIII, sostenendo i Neri
13. Le origini e la giovinezza (1265-1290)
16
Nasce tra il 21 maggio e il 20 giugno del 1265 a Firenze ( segno dei
gemelli)
Il padre si dedica alla vendita di terreni e a traffici valutari
Segue un normale corso di studi
1274: primo incontro con Beatrice (identificata con Bice di Folco Portinari
poi sposata a Simone dei Bardi, n.1266- m .1290)
1277: contratto di matrimonio con Gemma di Manetto Donati, sposata
nel 1285, da cui avrà Jacopo, Pietro, Antonia (forse Giovanni)
Ha rapporti di amicizia con Gianni Alfani, Lapo Gianni e corrispondenza
poetica, amicizia, sodalizio culturale con Guido Cavalcanti
1287: soggiorno a Bologna e conoscenza della poesia guinizzelliana
14. Il “traviamento” e la “conversione” 1290-1295
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Traviamento successivo alla morte di Beatrice:
morale (vita non irreprensibile)
culturale (abbandono dell’ideale amoroso rappresentato da B. e
conversione alla filosofia)
Approfondisce gli studi filosofici grazie all’amicizia con il “maestro”
Brunetto Latini, esperto di ars dictaminis e letteratura francese
Reinterpreta la sua esperienza poetica giovanile nella Vita Nuova
Frequenta le scuole dei religiosi:
Domenicani di Santa Maria Novella (sostenitori del pensiero di Alberto
Magno e Tommaso d’Aquino)
Francescani di Santa Croce (testi di mistici medievali e problematiche
legate al rinnovamento della Chiesa)
15. La poetica di Dante Alighieri
18
L’esperienza letteraria di Dante Alighieri è caratterizzata da due fasi
distinte, separate dalla vicenda biografica dell’esilio. Generalmente si
indicano una fase giovanile, prima dell’esilio, che coincide con la Vita
nuova, e una fase della maturità, che è invece rappresentata dalle
opere maggiori (il De vulgari eloquentia, il Convivio e soprattutto la
Commedia).
16. La poetica di Dante Alighieri
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La poetica dantesca è fortemente condizionata dall’esperienza
biografica dell’esilio, che dette al poeta una più matura
consapevolezza del proprio ruolo di scrittore e di intellettuale. L’esilio
accelerò le scelte letterarie e spostò l’attenzione di Dante sui grandi
temi morali e politici che la poesia avrebbe potuto assumere rispetto
all’impegno individuale e sentimentale rappresentato invece dalla
Vita nuova.
17. La poetica di Dante Alighieri
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Vita nuova
Commedia
Racconta un’esperienza individuale.
Racconta un’esperienza individuale che ha
l’ambizione di diventare simbolica dell’intera
condizione umana.
Rielabora quasi esclusivamente la tematica
amorosa.
Inserisce alcune tematiche legate all’amore
soltanto in alcuni canti e in alcune situazioni
specifiche.
Approfondisce l’universo dei sentimenti.
Amplifica il raggio d’azione sui sentimenti,
inserendo una riflessione soprattutto sulle
passioni più torbide e inquietanti dell’animo
umano (l’incapacità dell’uomo di controllare i
propri istinti, la brutale violenza fisica,
l’inganno).
18. La poetica di Dante Alighieri
21
Dante produsse una sostanziale emancipazione della lingua volgare
rispetto alla lingua letteraria adoperata fino ad allora, sia appunto in
direzione dell’italiano come lingua d’arte (Vita nuova; Rime;
Commedia) e della riflessione filosofica (Convivio), sia come
accantonamento del latino inteso da Dante prevalentemente come
lingua tecnica della comunicazione scientifica e saggistica (De vulgari
eloquentia; De Monarchia; Epistole).
L’italiano diviene uno strumento adatto sia alla lirica d’amore che alla
poesia narrativa della Commedia e perfino alla trattatistica.
19. La poetica di Dante Alighieri
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Dante operò un forte potenziamento della narratività in prosa e in
poesia, cioè della capacità della letteratura di raccontare l’esperienza
artistica e di rappresentare i sentimenti attraverso la struttura del
racconto: mediante la forma dell’autobiografia (ad esempio nella
Vita nuova, che contiene molte parti in prosa) Dante racconta
l’esperienza dell’amore, dei sentimenti e delle reazioni che esso
provoca. Oppure attraverso il tema del viaggio immaginario nella
Commedia, il poeta rappresenta una nuova opportunità per la
poesia, quella cioè del narrare in forma poetica. Questa situazione è
resa possibile anche dalla struttura metrica del poema dantesco (la
terzarima), che conferisce ai singoli canti la valenza di veri e propri
capitoli di un “romanzo in versi”.
20. La poetica di Dante Alighieri
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Con la Commedia Dante operò un rimescolamento degli stili e delle
categorie che fino ad allora avevano prevalso nella poesia: tragedia,
commedia ed elegia si confondono e vengono in un certo senso
adattate alle esigenze delle singole cantiche.
Nell’Inferno prevale uno stile comico (con immagini grottesche, rime
aspre, situazioni rovesciate, prevalenza della satira e dell’invettiva);
nel Purgatorio siamo di fronte ad un clima invece più attenuato,
molto simile a quello dell’elegia latina e funzionale allo status e alla
condizione di penitenza che le anime sopportano in vista della
salvezza eterna. Questo clima trova poi una consacrazione più
solenne nello stile tragico, nella discussione teologica e nella
condizione di santità presenti nel Paradiso
21. La poetica di Dante Alighieri
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La scelta dantesca di una poesia lunga, distesa e tendenzialmente
narrativa andarono nella direzione di un gusto letterario che si stava
aprendo – nell’epoca di Dante – ai generi narrativi del romanzo
cavalleresco d’avventura e alla novellistica, ai cantari e alle cronache.
Era una tendenza che si stava affermando nella nascente società
borghese e che facevano presagire anche un consumo più ampio
della letteratura.