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Twitter per la politica
                    Tre storie,
undici sfide per amministratori,
          comunicatori, cittadini
Storia #1
Le anticipazioni via Twitter:
           Michele Emiliano
    e l’incontro col governo
Emiliano, Monti e Twitter:
                                         scenario
4 dicembre 2011: Il Governo convoca gli amministratori locali
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Michele Emiliano, sindaco di Bari, decide di raccontare i
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Le sue anticipazioni non sono concordate con gli altri
partecipanti e sono la prima fonte informativa pubblica


Stampa e tv rilanciano i tweets di Emiliano come ‘breaking news’
Emiliano, Monti e Twitter
Articolo originale: http://www.ilpost.it/2011/12/04/il-punto-sulla-manovra/
Emiliano, Monti e Twitter:
                                                Sfida #1
Al Governo: le notizie emergono prima di appuntamenti ufficiali tra politica e
media (conferenze stampa, comunicati stampa). Monti non ha fatto alcun
riferimento a Emiliano durante la presentazione delle misure, ma Palazzo Chigi
ha dovuto pubblicare un comunicato stampa nel pomeriggio di domenica per
riprendere il controllo della comunicazione e commentare che ogni indiscrezione
è priva di fondamento. Interruzione della liturgia classica dell’informazione


Sarà interessante, da oggi in poi, comprendere il comportamento del Governo
rispetto alla pubblicazione (in diretta) di contenuti provenienti dalle riunioni in
modo indipendente dalla propria volontà
Emiliano, Monti e Twitter:
                                               Sfida #2
Agli altri politici: la strategia di Emiliano obbliga tutti gli altri protagonisti
della vita pubblica a riflettere sul loro stile di comunicazione


Chi non comunicherà in diretta coi cittadini attraverso Facebook o Twitter
apparirà vecchio o, peggio ancora, poco disposto ad aprire le porte del
Palazzo


E poi c’è la sfida del consenso: i politici che studieranno gli straordinari dati
di Emiliano di ieri (citato costantemente in tutte le cronache in diretta sui
media nazionali) saranno tentati dall’idea di fare lo stesso e ottenere
risultati analoghi. Successo personale di Emiliano: i followers su Twitter sono
triplicati (da 2000 a 6000) durante quel pomeriggio
Emiliano, Monti e Twitter:
                                              Sfida #3
Ai giornalisti: la reazione dei media alla diretta di Emiliano è stata
generalmente di due tipi. C’è chi ha elogiato Emiliano per il suo puntuale
(ed esclusivo) racconto della giornata e c’è chi, invece, ha criticato questo
tipo di comunicazione


Stiamo assistendo alla realizzazione pratica della coda lunga
dell’informazione: le fonti sono sempre di più e il potere dei grandi attori
della comunicazione, soprattutto nel dare le notizie in anteprima, è sempre
minore


Fine del monopolio informativo dei media: tutti i presenti possono
comunicare. I media non hanno più, dunque, la possibilità di dare le notizie
in esclusiva e sono dunque meno utili rispetto al passato
Emiliano, Monti e Twitter:
                                                Sfida #4
A se stesso: è la sfida che è emersa meno nelle analisi, ma è la più profonda


Il sindaco di Bari ha recitato il ruolo di politico in posizione gerarchicamente
inferiore ai suoi interlocutori. Ma è pur sempre il sindaco di Bari, che deve
condurre numerose riunioni quotidiane in posizione di leadership


Come reagirà quando saranno i suoi assessori, i componenti del suo partito, i
consiglieri comunali di opposizione, gli stakeholder, i comuni cittadini a far
trapelare notizie all’esterno senza la sua autorizzazione e volontà?
Storia #2
Le dirette collettive:
       #opencamera
Le dirette collettive: scenario
Il grado di interazione tra protagonisti della scena pubblica e ‘spettatori’ conosce
livelli sempre crescenti anche in contesti apparentemente poco permeabili


Un esempio di questa integrazione possibile è il caso di #opencamera, una lista di
Twitter creata da Andrea Sarubbi, deputato del Pd. OpenCamera è un hashtag
(codice di Twitter per indicare un argomento) che serve ai parlamentari per
informare e ai cittadini per informarsi


Il principio è lo stesso che regola i rapporti tra dirette televisive e interazione del
pubblico, con la differenza che potenzialmente si può contribuire al
miglioramento del processo legislativo
L’hashtag #opencamera
    Opencamera:
OpenCamera su Twitter
Le dirette collettive: Sfida #1

Ai politici: chi c’è si vede, chi non c’è perde un’occasione. Per ascoltare i
cittadini, per cercare consenso, per dialogare con gli altri parlamentari, per
creare storie buone anche per la stampa e i mezzi tradizionali


L’effetto di trascinamento è già avvenuto: molti politici si sono iscritti a
Twitter, alcuni di loro solo per poter far parte della piazza virtuale di
#opencamera. Non tutti dialogano tra loro, alcuni riproducono il formato
classico dei comunicati stampa (in 140 caratteri)


Ma cosa succederà quando tutti i parlamentari dialogheranno tra loro o
utilizzeranno i commenti dei cittadini all’interno della discussione?
Le dirette collettive: Sfida #2

Agli staff dei politici: l’opera di verifica, monitoraggio, rinvio della
discussione su altri strumenti o con altre scelte (dal web al comunicato
stampa; dal dibattito pubblico a Facebook) può essere possibile ed efficace
solo se gli staff di supporto dei politici effettuano un corretto monitoraggio
delle discussioni e dei commenti, sia degli altri politici che dei cittadini


OpenCamera non è solo un banco di prova (e un’occasione) per i politici, ma
anche un terreno insidioso perché ogni dichiarazione, anche se in risposta a
un singolo cittadino, è pubblica, dunque pubblicabile, dunque
potenzialmente esplosiva, sia in senso positivo che in senso negativo. Gli
staff web dei politici, per queste ragioni, sono come i soldati di prima linea
in guerra, nel bene e nel male
Le dirette collettive: Sfida #3

Ai giornalisti: le notizie politiche possono essere prodotte e cercate su
Twitter e su #opencamera. Questo vale sia per le breaking news, sulle
anticipazioni che passano prima dai profili personali dei Parlamentari e poi
sulle agenzie di stampa, sia per notizie che ‘nascono’ su Twitter


Quando c’è una discussione, si crea un effetto di botta e risposta rapido,
simile ai talk-show. Rispetto al formato televisivo, però, c’è la difficoltà
legata alla forma scritta, la brevità delle informazioni, la multimedialità
come opzione di completamento della comunicazione e la velocità negli
scambi. A queste novità bisogna aggiungere il ruolo degli utenti che possono
verificare, aiutare, tifare, delegittimare. E i giornalisti devono decodificare
una realtà complessa e in continuo mutamento
Le dirette collettive: Sfida #4
Ai cittadini: le dirette collettive di OpenCamera, come tutto ciò che avviene
sul web, offrono due alternative possibili: l’ascolto critico e l’interazione
attiva


In entrambi i casi i cittadini possono modificare il loro comportamento
anche in un secondo momento, scegliendo un politico rispetto a un altro,
mettendolo alla prova, aiutandolo o favorendo la denuncia di affermazioni o
dati falsi


Questo accresciuto ruolo sociale dei cittadini obbliga tutta l’opinione
pubblica a un costante lavoro di analisi, verifica, controllo e, a lungo
andare, potrebbe garantire un maggiore elemento di trasparenza nel
dibattito pubblico
Storia #3
            Giornalismo, diretta e
solidarietà: l’alluvione di Genova
L’alluvione di Genova: scenario
4 novembre 2011: Genova è colpita da un’alluvione che ha causato sei morti. La
combinazione di piogge torrenziali e dell’esondazione di due torrenti ha creato
disagi gravissimi anche in quartieri centrali della città


I social media sono stati luoghi che sono stati utilizzati dai genovesi, dai cittadini,
dai media per informarsi e informare. Youtube ha accolto le prime drammatiche
video-testimonianze, poi riprese dalle televisioni


Il racconto, però, si è evoluto nel tempo: inizialmente è servito a dare
informazioni di servizio, poi bollettini sui morti e i danni, infine è servito a
coordinare le operazioni necessarie a riportare la normalità, anche chiedendo
aiuto a cittadini e volontari
L’alluvione di Genova su Twitter
   Genova, le accuse e la solidarietà:
     migliaia di messaggi su Twitter
        Link all'articolo originale
L’alluvione di Genova: Sfida #1

Agli amministratori locali: la quantità e la qualità di informazioni è che
possibile dare e ricevere attraverso i social media è infinitamente maggiore
rispetto al passato. Un coordinamento preciso tra gestione della crisi,
mappatura dei problemi, ascolto delle richieste dei cittadini e problem-
solving può funzionare ancora più delle normali procedure che si attivano in
caso di emergenza


La sfida è ovviamente gravosa, perché un’amministrazione comunale
percepita come poco efficiente (così come è stato in questo caso) può essere
travolta da critiche e proteste con forza e velocità ancora maggiore rispetto
al passato. Ma può anche gestire, ribaltare la percezione e soprattutto
lavorare dove c’è davvero bisogno di aiuto
L’alluvione di Genova: Sfida #2

Ai cittadini: i social media riducono, talvolta abbattono, la distanza tra chi
ha bisogno di aiuto e chi può offrirlo. I volontari hanno potuto usare Twitter
per coordinare le operazioni, fare reclutamento, segnalare problemi, la
creazione o la rimozione di disservizi


Questa responsabilità va letta in due chiavi: è una risorsa in più a
disposizione di tutti ma è anche uno stimolo a essere precisi, corretti, a non
veicolare allarmismi ingiustificati, a comunicare informazioni solo quando è
davvero necessario, a evitare il protagonismo allo scopo di aiutare la
comunità (amministrazione + cittadini) a reagire e i media a raccontare la
tragedia nel modo più obiettivo possibile
L’alluvione di Genova: Sfida #3
Ai giornalisti: i media, in una fase di profondissima crisi gestionale, hanno
un compito assai delicato. Devono distinguere le informazioni vere da quelle
false, devono ordinare le priorità. E se possibile, non dovrebbero limitarsi a
raccontare ciò che accade, ma piuttosto dovrebbero impegnarsi anche a
veicolare informazioni utili e di servizio


Perché ciò sia possibile, è forse necessaria un’adeguata formazione o
perlomeno un’esperienza sul campo sui social media alla ricerca dei veri
nodi delle reti informative, degli utenti più affidabili e delle informazioni di
migliore qualità


Per essere ‘sul campo’, in diretta sui social media, bisogna co-partecipare
al racconto e avere la lucidità e l’esperienza per poterlo fare
Qualche insegnamento
                Cosa ci dicono
e dove ci portano queste storie
Twitter per la politica #1


  Più trasparenza chiedi,
più trasparenza devi dare.
Un politico (ma anche un cittadino) che usa
Twitter per chiedere informazioni, fare domande
o informare deve garantire (almeno) lo stesso
livello di apertura, trasparenza e reciprocità che
chiede agli utenti di Twitter per risultare un
riferimento credibile
Twitter per la politica #2
    Twitter non è un’altra
      piattaforma su cui
       pubblicare il tuo
     comunicato stampa.
I social media sono strumenti bidirezionali e il
feedback è inevitabile, anche se il mittente lo
ignora. Se lo ignora non può gestirlo, e se il
feedback è negativo far finta di nulla è la
strategia sbagliata
Twitter per la politica #3
La strategia ‘un uomo solo
 al comando’ è dannosa a
      lungo termine.
Se un politico usa il proprio profilo Twitter per
gestire la comunicazione istituzionale ottiene
immediato consenso ma alla lunga diventa
impossibile gestire la complessità delle richieste e
delle interazioni, che insistono in ogni caso su di
lui, anche quando non ne è responsabile (effetto
parafulmine)
Twitter per la politica #4
    Se esiste un ‘Ufficio
  Relazioni col Pubblico’,
  perché non deve esserci
       anche online?
Le Pubbliche Amministrazioni spesso hanno
dipendenti che si occupano della relazione con i
cittadini, conoscono i problemi e come rispondere
alle domande più importanti. Perché non formarli
(e responsabilizzarli) alla comunicazione sui social
media?
Twitter per la politica #5
   Ascoltare non vuol dire
   solo lasciare libertà di
           parola.
Far parlare i cittadini, far rispondere loro alle
domande, interagire ogni tanto non ha nulla a che
vedere con l’OpenGov (e può sembrare anche una
ruffianata). Il dialogo ha senso se segue un’azione,
una scelta, una decisione. Per questo i testi
prodotti dai cittadini possono essere analizzati con
software quanti-qualitativi, per poter decidere
scientificamente
Twitter per la politica #6
  Sempre più spesso, le
 notizie passano prima da
Internet e poi sui giornali.
Essere attenti a ciò che accade sui social media
spesso vuol dire prevenire problemi che possono
esplodere altrove. Se un cittadino pone una
questione online, rispondergli puntualmente può
evitare che la polemica finisca sui giornali e
televisioni, dove è più difficile contrastarla perché
diventa ‘generalista’, di dominio pubblico (e
arriva prima della risposta del politico)
Twitter per la politica #7
    In situazioni di crisi,
    bisogna dedicare più
   tempo ai social media.
Se avviene un imprevisto, un incidente, qualsiasi
elemento che potenzialmente può modificare
l’equilibrio di un’istituzione, c’è bisogno del
maggior numero di informazioni possibili per poter
prendere le decisioni migliori. Dialogare coi
cittadini, ascoltare, farsi aiutare con dati,
informazioni raccolte ‘in tempo reale’ è la
strategia più giusta
Un grande abbraccio
                                                                     Grazie!

                              Dino Amenduni
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Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette idee

  • 1. Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette e la Gianni Florido idee Provincia di Taranto Tra comunicazione politica e OpenGov, Strategia di comunicazione come usare lo strumento senza subirlo Pescara, 25 maggio 2012 L’economia e la politica ai tempi di Twitter Giornata della trasparenza della PA 2012 Dino Amenduni, Proforma
  • 2. Chi parla? Mi chiamo Dino Amenduni (biglietto da visita elettronico) Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho studiato, vivo e lavoro Sono blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i fondatori di Quink, collettivo di satira e mediattivismo ( www.quink.it)
  • 3. Twitter per la politica Tre storie, undici sfide per amministratori, comunicatori, cittadini
  • 4. Storia #1 Le anticipazioni via Twitter: Michele Emiliano e l’incontro col governo
  • 5. Emiliano, Monti e Twitter: scenario 4 dicembre 2011: Il Governo convoca gli amministratori locali per raccontare i dettagli della manovra salva-Italia Michele Emiliano, sindaco di Bari, decide di raccontare i contenuti dell’incontro con Mario Monti e con i ministri Giarda e Passera su Twitter e in diretta Le sue anticipazioni non sono concordate con gli altri partecipanti e sono la prima fonte informativa pubblica Stampa e tv rilanciano i tweets di Emiliano come ‘breaking news’
  • 6. Emiliano, Monti e Twitter Articolo originale: http://www.ilpost.it/2011/12/04/il-punto-sulla-manovra/
  • 7. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #1 Al Governo: le notizie emergono prima di appuntamenti ufficiali tra politica e media (conferenze stampa, comunicati stampa). Monti non ha fatto alcun riferimento a Emiliano durante la presentazione delle misure, ma Palazzo Chigi ha dovuto pubblicare un comunicato stampa nel pomeriggio di domenica per riprendere il controllo della comunicazione e commentare che ogni indiscrezione è priva di fondamento. Interruzione della liturgia classica dell’informazione Sarà interessante, da oggi in poi, comprendere il comportamento del Governo rispetto alla pubblicazione (in diretta) di contenuti provenienti dalle riunioni in modo indipendente dalla propria volontà
  • 8. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #2 Agli altri politici: la strategia di Emiliano obbliga tutti gli altri protagonisti della vita pubblica a riflettere sul loro stile di comunicazione Chi non comunicherà in diretta coi cittadini attraverso Facebook o Twitter apparirà vecchio o, peggio ancora, poco disposto ad aprire le porte del Palazzo E poi c’è la sfida del consenso: i politici che studieranno gli straordinari dati di Emiliano di ieri (citato costantemente in tutte le cronache in diretta sui media nazionali) saranno tentati dall’idea di fare lo stesso e ottenere risultati analoghi. Successo personale di Emiliano: i followers su Twitter sono triplicati (da 2000 a 6000) durante quel pomeriggio
  • 9. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #3 Ai giornalisti: la reazione dei media alla diretta di Emiliano è stata generalmente di due tipi. C’è chi ha elogiato Emiliano per il suo puntuale (ed esclusivo) racconto della giornata e c’è chi, invece, ha criticato questo tipo di comunicazione Stiamo assistendo alla realizzazione pratica della coda lunga dell’informazione: le fonti sono sempre di più e il potere dei grandi attori della comunicazione, soprattutto nel dare le notizie in anteprima, è sempre minore Fine del monopolio informativo dei media: tutti i presenti possono comunicare. I media non hanno più, dunque, la possibilità di dare le notizie in esclusiva e sono dunque meno utili rispetto al passato
  • 10. Emiliano, Monti e Twitter: Sfida #4 A se stesso: è la sfida che è emersa meno nelle analisi, ma è la più profonda Il sindaco di Bari ha recitato il ruolo di politico in posizione gerarchicamente inferiore ai suoi interlocutori. Ma è pur sempre il sindaco di Bari, che deve condurre numerose riunioni quotidiane in posizione di leadership Come reagirà quando saranno i suoi assessori, i componenti del suo partito, i consiglieri comunali di opposizione, gli stakeholder, i comuni cittadini a far trapelare notizie all’esterno senza la sua autorizzazione e volontà?
  • 11. Storia #2 Le dirette collettive: #opencamera
  • 12. Le dirette collettive: scenario Il grado di interazione tra protagonisti della scena pubblica e ‘spettatori’ conosce livelli sempre crescenti anche in contesti apparentemente poco permeabili Un esempio di questa integrazione possibile è il caso di #opencamera, una lista di Twitter creata da Andrea Sarubbi, deputato del Pd. OpenCamera è un hashtag (codice di Twitter per indicare un argomento) che serve ai parlamentari per informare e ai cittadini per informarsi Il principio è lo stesso che regola i rapporti tra dirette televisive e interazione del pubblico, con la differenza che potenzialmente si può contribuire al miglioramento del processo legislativo
  • 13. L’hashtag #opencamera Opencamera: OpenCamera su Twitter
  • 14. Le dirette collettive: Sfida #1 Ai politici: chi c’è si vede, chi non c’è perde un’occasione. Per ascoltare i cittadini, per cercare consenso, per dialogare con gli altri parlamentari, per creare storie buone anche per la stampa e i mezzi tradizionali L’effetto di trascinamento è già avvenuto: molti politici si sono iscritti a Twitter, alcuni di loro solo per poter far parte della piazza virtuale di #opencamera. Non tutti dialogano tra loro, alcuni riproducono il formato classico dei comunicati stampa (in 140 caratteri) Ma cosa succederà quando tutti i parlamentari dialogheranno tra loro o utilizzeranno i commenti dei cittadini all’interno della discussione?
  • 15. Le dirette collettive: Sfida #2 Agli staff dei politici: l’opera di verifica, monitoraggio, rinvio della discussione su altri strumenti o con altre scelte (dal web al comunicato stampa; dal dibattito pubblico a Facebook) può essere possibile ed efficace solo se gli staff di supporto dei politici effettuano un corretto monitoraggio delle discussioni e dei commenti, sia degli altri politici che dei cittadini OpenCamera non è solo un banco di prova (e un’occasione) per i politici, ma anche un terreno insidioso perché ogni dichiarazione, anche se in risposta a un singolo cittadino, è pubblica, dunque pubblicabile, dunque potenzialmente esplosiva, sia in senso positivo che in senso negativo. Gli staff web dei politici, per queste ragioni, sono come i soldati di prima linea in guerra, nel bene e nel male
  • 16. Le dirette collettive: Sfida #3 Ai giornalisti: le notizie politiche possono essere prodotte e cercate su Twitter e su #opencamera. Questo vale sia per le breaking news, sulle anticipazioni che passano prima dai profili personali dei Parlamentari e poi sulle agenzie di stampa, sia per notizie che ‘nascono’ su Twitter Quando c’è una discussione, si crea un effetto di botta e risposta rapido, simile ai talk-show. Rispetto al formato televisivo, però, c’è la difficoltà legata alla forma scritta, la brevità delle informazioni, la multimedialità come opzione di completamento della comunicazione e la velocità negli scambi. A queste novità bisogna aggiungere il ruolo degli utenti che possono verificare, aiutare, tifare, delegittimare. E i giornalisti devono decodificare una realtà complessa e in continuo mutamento
  • 17. Le dirette collettive: Sfida #4 Ai cittadini: le dirette collettive di OpenCamera, come tutto ciò che avviene sul web, offrono due alternative possibili: l’ascolto critico e l’interazione attiva In entrambi i casi i cittadini possono modificare il loro comportamento anche in un secondo momento, scegliendo un politico rispetto a un altro, mettendolo alla prova, aiutandolo o favorendo la denuncia di affermazioni o dati falsi Questo accresciuto ruolo sociale dei cittadini obbliga tutta l’opinione pubblica a un costante lavoro di analisi, verifica, controllo e, a lungo andare, potrebbe garantire un maggiore elemento di trasparenza nel dibattito pubblico
  • 18. Storia #3 Giornalismo, diretta e solidarietà: l’alluvione di Genova
  • 19. L’alluvione di Genova: scenario 4 novembre 2011: Genova è colpita da un’alluvione che ha causato sei morti. La combinazione di piogge torrenziali e dell’esondazione di due torrenti ha creato disagi gravissimi anche in quartieri centrali della città I social media sono stati luoghi che sono stati utilizzati dai genovesi, dai cittadini, dai media per informarsi e informare. Youtube ha accolto le prime drammatiche video-testimonianze, poi riprese dalle televisioni Il racconto, però, si è evoluto nel tempo: inizialmente è servito a dare informazioni di servizio, poi bollettini sui morti e i danni, infine è servito a coordinare le operazioni necessarie a riportare la normalità, anche chiedendo aiuto a cittadini e volontari
  • 20. L’alluvione di Genova su Twitter Genova, le accuse e la solidarietà: migliaia di messaggi su Twitter Link all'articolo originale
  • 21. L’alluvione di Genova: Sfida #1 Agli amministratori locali: la quantità e la qualità di informazioni è che possibile dare e ricevere attraverso i social media è infinitamente maggiore rispetto al passato. Un coordinamento preciso tra gestione della crisi, mappatura dei problemi, ascolto delle richieste dei cittadini e problem- solving può funzionare ancora più delle normali procedure che si attivano in caso di emergenza La sfida è ovviamente gravosa, perché un’amministrazione comunale percepita come poco efficiente (così come è stato in questo caso) può essere travolta da critiche e proteste con forza e velocità ancora maggiore rispetto al passato. Ma può anche gestire, ribaltare la percezione e soprattutto lavorare dove c’è davvero bisogno di aiuto
  • 22. L’alluvione di Genova: Sfida #2 Ai cittadini: i social media riducono, talvolta abbattono, la distanza tra chi ha bisogno di aiuto e chi può offrirlo. I volontari hanno potuto usare Twitter per coordinare le operazioni, fare reclutamento, segnalare problemi, la creazione o la rimozione di disservizi Questa responsabilità va letta in due chiavi: è una risorsa in più a disposizione di tutti ma è anche uno stimolo a essere precisi, corretti, a non veicolare allarmismi ingiustificati, a comunicare informazioni solo quando è davvero necessario, a evitare il protagonismo allo scopo di aiutare la comunità (amministrazione + cittadini) a reagire e i media a raccontare la tragedia nel modo più obiettivo possibile
  • 23. L’alluvione di Genova: Sfida #3 Ai giornalisti: i media, in una fase di profondissima crisi gestionale, hanno un compito assai delicato. Devono distinguere le informazioni vere da quelle false, devono ordinare le priorità. E se possibile, non dovrebbero limitarsi a raccontare ciò che accade, ma piuttosto dovrebbero impegnarsi anche a veicolare informazioni utili e di servizio Perché ciò sia possibile, è forse necessaria un’adeguata formazione o perlomeno un’esperienza sul campo sui social media alla ricerca dei veri nodi delle reti informative, degli utenti più affidabili e delle informazioni di migliore qualità Per essere ‘sul campo’, in diretta sui social media, bisogna co-partecipare al racconto e avere la lucidità e l’esperienza per poterlo fare
  • 24. Qualche insegnamento Cosa ci dicono e dove ci portano queste storie
  • 25. Twitter per la politica #1 Più trasparenza chiedi, più trasparenza devi dare. Un politico (ma anche un cittadino) che usa Twitter per chiedere informazioni, fare domande o informare deve garantire (almeno) lo stesso livello di apertura, trasparenza e reciprocità che chiede agli utenti di Twitter per risultare un riferimento credibile
  • 26. Twitter per la politica #2 Twitter non è un’altra piattaforma su cui pubblicare il tuo comunicato stampa. I social media sono strumenti bidirezionali e il feedback è inevitabile, anche se il mittente lo ignora. Se lo ignora non può gestirlo, e se il feedback è negativo far finta di nulla è la strategia sbagliata
  • 27. Twitter per la politica #3 La strategia ‘un uomo solo al comando’ è dannosa a lungo termine. Se un politico usa il proprio profilo Twitter per gestire la comunicazione istituzionale ottiene immediato consenso ma alla lunga diventa impossibile gestire la complessità delle richieste e delle interazioni, che insistono in ogni caso su di lui, anche quando non ne è responsabile (effetto parafulmine)
  • 28. Twitter per la politica #4 Se esiste un ‘Ufficio Relazioni col Pubblico’, perché non deve esserci anche online? Le Pubbliche Amministrazioni spesso hanno dipendenti che si occupano della relazione con i cittadini, conoscono i problemi e come rispondere alle domande più importanti. Perché non formarli (e responsabilizzarli) alla comunicazione sui social media?
  • 29. Twitter per la politica #5 Ascoltare non vuol dire solo lasciare libertà di parola. Far parlare i cittadini, far rispondere loro alle domande, interagire ogni tanto non ha nulla a che vedere con l’OpenGov (e può sembrare anche una ruffianata). Il dialogo ha senso se segue un’azione, una scelta, una decisione. Per questo i testi prodotti dai cittadini possono essere analizzati con software quanti-qualitativi, per poter decidere scientificamente
  • 30. Twitter per la politica #6 Sempre più spesso, le notizie passano prima da Internet e poi sui giornali. Essere attenti a ciò che accade sui social media spesso vuol dire prevenire problemi che possono esplodere altrove. Se un cittadino pone una questione online, rispondergli puntualmente può evitare che la polemica finisca sui giornali e televisioni, dove è più difficile contrastarla perché diventa ‘generalista’, di dominio pubblico (e arriva prima della risposta del politico)
  • 31. Twitter per la politica #7 In situazioni di crisi, bisogna dedicare più tempo ai social media. Se avviene un imprevisto, un incidente, qualsiasi elemento che potenzialmente può modificare l’equilibrio di un’istituzione, c’è bisogno del maggior numero di informazioni possibili per poter prendere le decisioni migliori. Dialogare coi cittadini, ascoltare, farsi aiutare con dati, informazioni raccolte ‘in tempo reale’ è la strategia più giusta
  • 32. Un grande abbraccio Grazie! Dino Amenduni Facebook: http://www.facebook.com/dinoamenduni Twitter: http://www.twitter.com/doonie LinkedIn: http://www.linkedin.com/dinoamenduni Slideshare: http://www.slideshare.net/doonie (here you can find this slideshow) Proforma Site: http://www.proformaweb.it Facebook: http://www.facebook.com/proformaweb Twitter: http://www.twitter.com/proformaweb Youtube: http://www.youtube.com/proformaweb