Conflict Coaching | Webinar con Ingrid Hollweck
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Il conflitto è una componente naturale della nostra vita quotidiana. Ma quando diventa una forza distruttiva e quando può trasformarsi in un'occasione di crescita personale e relazionale? Quali sono gli elementi necessari per affrontarli con maggiore efficacia? In questo webinar trasmesso in diretta il 20 febbraio 2017 Ingrid Hollweck, executive coach nel mondo corporate e autrice del libro Conflict coaching (http://bit.ly/ConflictCoachingFA), ti svela: - perché risposte di tipo “reattivo” non portano alla risoluzione di un conflitto - 5 aree su cui lavorare in un percorso di conflict coaching
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- 20. Opportunità Webinar Per tutti i partecipanti a questo webinar che si iscrivono al workshop «Conflict coaching» (4/5/2017 o 11/5/2017 - Milano) scrivendo a ingrid.hollweck@coachpeople.it ➡ sconto del 5% e libro cartaceo in omaggio. Offerta valida fino al 31 marzo 2017. Domani nella vostra casella email➡ sconto del 15% sull’acquisto dell’ebook «Conflict coaching». Offerta valida fino al 20 marzo 2017. Grazie per l’attenzione , Ingrid 20 febbraio 2017 - Webinar con Ingrid Hollweck (Coach People Srl)
Notes de l'éditeur
- Buongiorno a tutti e grazie per dedicare la vostra pausa-pranzo a questo webinar sul tema dei conflitti. Vorrei cogliere anche l’occasione per ringraziare Franco Angeli per avermi dato questo spazio e per avermi seguito in modo professionale, puntuale e attento nella pubblicazione del libro “Conflict Coaching”, di cui vedete qui la copertina. Le tematiche trattate al suo interno sono tante e tutte corredate da tanti casi pratici. In questo webinar il tempo purtroppo è limitato per cui ho deciso di concentrarmi solo su alcuni aspetti chiave che mi stanno particolarmente a cuore e spero di invogliarvi all’acquisto del libro o a partecipare a uno dei miei corsi sul tema (in merito a questo posso già anticipare che abbiamo riservato per i partecipanti a questo webinar degli sconti interessanti. Ma di questo parleremo in chiusura). Per iniziare, due parole sul mio background professionale.... Da più di vent’anni lavoro nel mondo Corporate: inizialmente all’interno di una grande multinazionale, poi come consulente strategico ed ora, da più di 10 anni come Executive Coach e Docente d’aula. Ovviamente sono entrata in contatto con tanti conflitti nel mondo aziendale, come persona direttamente interessata, come terza parte e anche come coach per supportare i miei clienti nell’affrontare i conflitti con una maggiore efficacia, fiducia in se stessi e serenità.
- «Serenità» sembra una parola in contraddizione con l’accezione comunemente data al termine «conflitto». Spesso la prima associazione che facciamo è col concetto di battaglia o di competizione in cui ci sia un perdente e un vincente. Facilmente associamo a tutto questo a sensazioni spiacevoli come la mancanza di controllo sulla situazione, la paura di perdere in termini di obiettivo non raggiunto o di relazione danneggiata. Ma, se lo vogliamo o no, i conflitti fanno parte della vostra vita quotidiana ed è fondamentale allenare le competenze conflittuali come se fosse un allenamento in palestra proprio per gestire il dissenso nel miglior modo possibile. Prima di tutto vorrei chiarire che cosa intendiamo per «conflitto» ....(NEXT SLIDE)
- Secondo Paul Wazlawick possiamo parlare di conflitto quando in una relazione due o più parti, dipendenti l’una dall’altra, cercano con forza di realizzare piani d’azione opposti ed entrambe sono coscienti di essere avversarie. Vi faccio un esempio: ..... Esempi per conflitti – non-conflitti Domanda cruciale: un conflitto è sempre una cosa negativa oppure no ? Se già pongo la domanda così, la risposta è semplice: No, dipende....
- Ad esempio, ci sono diversi studi che confermano che in un qualsiasi sistema sociale (che sia in famiglia, in un team sportivo o in azienda) la totale assenza, così come ovviamente un grande numero di conflitti, sono dei segnali negativi. ......(SPIEGARE LA SLIDE) Per cui la manifestazione di un conflitto di per sè non deve essere necessariamente negativo, MA oggigiorno abbiamo a che fare sempre di più con un alto numero di conflitti NON affrontati nel miglior di modi e che si trasformano in conflitti decostruttivi; cioè che distruggono di più di quanto aiutano a far crescere e maturare la relazione. (NEXT SLIDE)
- Situazione attuale in tante aziende oggigiorno: - Incertezza, insicurezza sul futuro - Diversità: lavorare in team multifunzionali, membri di team provenienti da nazioni diverse - Scarsità di risorse: licenziamenti, più difficile aumento di stipendio, incentivi, avanzamento di livello gerarchico Continua tensione sui risultato (stress) >>>> Contrasta i nostri bisogni più innati come bisogno di sicurezza, di appartenenza, di benessere fisico al livello basilare. Ogni volta che ci sentiamo minacciati nei nostri più elementari bisogni, ripercorriamo dei meccanismi di risposta, che vengono innescati in automatico, spesso inconsapevolmente e che sono vecchi come l’umanità stessa.....(NEXT SLIDE)
- Di fronte al pericolo e alla minaccia, istintivamente optiamo per FIGHT o FLIGHT, cioè Fight: strategia di aggressione: cerco risolvere il conflitto in modo aggressivo con l’obiettivo di vincere sull’altro. Prendiamo l’esempio di una riunione di team in cui viene presentato un nuovo piano di riorganizzazione interna e che prevede tagli massicci sulla forza lavorativa e un blocco della parte variabile. Un membro del team che ad un certo punto letteralmente esplode dalla rabbia, battendo i pugni sul tavolo e che inizia un discorso con toni molto aggressivi e polemici su queste decisioni aziendali, sicuramente entra in uno schema FIGHT. Flight: prendiamo la stessa situazione, ma considerando un altro membro del team che invece adotta istintivamente la strategia FLIGHT.....secondo voi, quale sarà la sua risposta ? Flight equivale ad abbandonare il campo di battaglia. Nel nostro caso può darsi che, preso dal panico di fronte ad un futuro forse meno roseo del passato, inizi con ciò che si chiama ‘licenziamento mentale’, cioè non investe più energia nell’attività attuale, non ci crede più e farà di tutto per trovarsi un impiego altrove. In entrambi i casi la possibilità di collaborare viene meno. C’è ancora una terza possibilità, almeno altrettanto frequente come FIGHT e FLIGHT... (NEXT SLIDE) In alternativa: un nostro collega viene da noi e inizia ad accusarci pesantemente di aver inviato informazioni riservate alla concorrenza.....
- La terza opzione è «freeze» detta anche «politica dello struzzo»: di fronte alla minaccia sono letteralmente talmente bloccata che non riesco ad entrare in azione ma rimango paralizzata e faccio finta di niente, sperando che il pericolo passi da solo. Gli esempi nel mondo aziendale (come anche nel privato) sono tanti e sono tutti legati al non voler affrontare una situazione critica-conflittuale. Si cerca di mantenere in equilibrio una relazione che è armonica solo in apparenza. Sotto la superficie il conflitto, in forma di disaccordo su valori, interessi, obiettivi, continua a fermentare, spesso fino all’esplosione finale e, in tal caso, si ricorre alle strategie più di azione, menzionate prima, “FIGHT”/FLIGHT”. Si potrebbe dire che un sempre maggior numero di persone vivono con le conseguenze di uno STRESS causato da conflitti non risolti e/o non affrontati in modo costruttivo. Fight – Flight – Freeze sono risposte del tutto INEFFICACI alla gestione del conflitto. Sono degli schemi di comportamento reattivi, automatici, che vengono messi in azione perché la situazione conflittuale viene percepita come minaccia per i nostri bisogni, crea paura, tensioni e STRESS. (NEXT SLIDE)
- E l’effetto dello stress in una situazione conflittuale è spesso drammatico: - - - - Ed è proprio questo il motivo per cui connotiamo la parola conflitto in maniera così negativa, perchè lo evitiamo fino a quando è troppo tardi o entriamo subito a gamba tesa con aggressività o sottomissione per toglierlo subito dalla nostra vita. Facciamo tutto per non dover STARE nel conflitto, le nostre strategie si basano tutto su un principio di NON ACCETTAZIONE....creano da un lato un livello di stress sempre più alto, sempre più presente nella nostra quotidianità, dall’altro lato ci impedisce di risolvere il conflitto in maniera soddisfacente a medio-lungo termine. E per ultimo: ci impedisce a vivere una vita soddisfacente e realizzata, a sviluppare al meglio i nostri talenti e raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali. = impatto di stress sulla performance =Costo aziendale per conflitti non affrontati in maniera efficace. La via d’uscita ? Ovviamente non esiste una pozione magica, capace di risolvere tutti i conflitti,.....MA c’è una notizia che da un po’ di speranza.....(NEXT SLIDE)
- La buona notizia è che non è l’avversità di per sé che innesca conflitti decostruttivi, ma la nostra interpretazione della situazione. Non sto parlando del vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto, o pensiero positivo, ma di una diversa accettazione dei fatti, che implica anche un importante lavoro su di sé e la consapevolezza che sta sempre a noi di decidere come rispondere a certe avversità nella vita. Tipicamente un conflitto diventa decostruttivo quando aspettiamo troppo tempo per affrontarlo e/o quando ci lasciamo trasportare dalle NOSTRE emozioni distruttive (rabbia, rancore, invidia, gelosia, ecc). Sta a noi scegliere se cogliere l’incertezza sul futuro con paura ostacolante oppure affrontarla con maggiore serenità, la diversità come una minaccia oppure come un arricchimento, la scarsità di risorse con timore di non poter realizzare i nostri obiettivi oppure come opportunità per trovare strade alternative
- La scelta di una strategia ‘fight-flight-freeze’, oppure una strategia di tipo ‘terza via’, dipende da una serie di fattori...