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Bastianutti Gina, Corvo Paolo,
Menis Carla, Varutti Elio
Diritto e economia, Religione, Matematica, Discipline economico aziendali
La solidarietà
Aula Virtuale 29 aprile 2016
prof. Paolo Ferri, Didattica e Pedagogia Speciale
Università di Milano Bicocca
Istituto Statale d’Istruzione Superiore «B. Stringher» - Udine
Perché la solidarietà?
 Abbiamo effettuato una riflessione
sulla scarsa disponibilità delle
famiglie degli allievi di versare alla
scuola pubblica il cosiddetto
«contributo annuale su base
volontaria».
 Allora si è pensato di rispolverare i
concetti di solidarietà e quello dei
tributi per lo Stato.
Un libro contabile del 1859 con operazioni di prestito a usura,
quando c’era poca solidarietà Collez. Casa Antoniacomi, Forni di Sopra (UD)
Anniversario dei 150 anni di unificazione del Friuli all’Italia. 1866-2016
La solidarietà del Regno d’Italia
Dopo 50 anni di dominazione austriaca, il 26 luglio 1866, da
Viale Venezia, entrarono in Udine le avanguardie dell’esercito
italiano, unificando il Friuli all’Italia.
Il 30 agosto 1866, a Quintino Sella, Commissario del Re
d’Italia per la Provincia di Udine, i maggiorenti udinesi fecero
tre richieste:
1 - la ferrovia
2 - un canale irriguo
3 - una scuola tecnica
Tredici giorni dopo a Udine nacque un “Istituto tecnico completo” e tutto
il resto fu concesso
GIORGIO LA PIRA
Il principio ispiratore della Costituzione è la centralità della persona
umana, intesa - secondo la felice espressione di Giorgio La Pira davanti
all’Assemblea Costituente - quale “pietra d’angolo” dell’intero edificio
costituzionale.
Nella concezione personalista di La Pira, le disuguaglianze individuali e
collettive piuttosto che costituire motivo di impedimento personale e di
disgregazione sociale, divengono causa di intervento dei poteri pubblici e
di partecipazione dei privati.
Nei resoconti della Prima Sottocommissione del 1° ottobre e del 2 ottobre 1946, La Pira
afferma la necessità e l’urgenza di “creare un ordine sociale e politico che sia conforme
all’alta dignità della persona ed alla fraterna solidarietà umana e che assicuri, perciò, a
ciascuno un posto ed una funzione nella ordinata comunità nazionale”.
Lo Stato diviene in questo senso l’insieme dei
rapporti di solidarietà che intercorrono tra la
persona, le formazioni sociali e gli apparati
istituzionali pubblici.
La Costituzione italiana intende il concetto di
uguaglianza in modo molto concreto e non
astratto: esso si pone come obiettivo la
rimozione degli ostacoli all’effettivo sviluppo
della persona. La solidarietà non è altro che la
garanzia dell’uguaglianza di tutti i cittadini nel
godimento dei diritti fondamentali.
L’art. 2 è ispirato dall’incontro delle due principali
matrici culturali rappresentate in Assemblea
Costituente – quella cattolica e quella marxista - che
sono alla base dell’impianto costituzionale.
Dalle parole di Aldo Moro emerge che la solidarietà,
in quanto derivante dalla fraternità, è un valore
universalmente condiviso sia dai cattolici che dalle
forze socialiste: “c’è una felice convergenza delle
concezioni solidaristiche cristiane con le concezioni di
solidarietà sociale di cui sono portatrici le forze
socialiste e comuniste” (intervento del 2 ottobre 1946).
La Pira afferma che “tutte le libertà garantite dalla
presente Costituzione devono essere esercitate per il
perfezionamento integrale della persona umana in
armonia con le esigenze della solidarietà sociale ed in
modo da permettere l’incremento del regime
democratico, mediante la sempre più attiva e cosciente
partecipazione di tutti alla gestione della cosa
pubblica”.
Il bene individuale e comune: ciò significa rivolgere
l’attenzione alle categorie svantaggiate sotto vari punti
di vista; nel 1946 rilevavano anche il sesso, la razza, le
diverse religioni, soprattutto le diverse e difficili condizioni
economiche e sociali, la povertà e l’analfabetismo, la disoccupazione.
Nella Costituzione vi sono norme costituzionali che vincolano
lo Stato e gli altri Enti pubblici ad intervenire per scopi sociali
e a riequilibrare le situazioni di svantaggio sociale.
Dalla tutela della famiglia, a quella dei lavoratori;
dall’assistenza agli inabili ed a coloro che sono sprovvisti dei
mezzi necessari per la vita, all’istruzione ai meritevoli; dalle
cure gratuite agli indigenti, alla difesa nei giudizi, diritti
garantiti a tutti (cittadini e non): il quadro è quello dello Stato
non più liberale ma sociale.
Lo Stato sociale, che costituisce una delle più grandi conquiste
del XX secolo, garantisce una distribuzione equa dei servizi
sociali di base e rappresenta uno dei momenti più forti di
penetrazione delle idee di solidarietà nel mondo
dell’economia.
La solidarietà per la Chiesa cattolica
Nel 1891, in un periodo di pieno sviluppo industriale, attraversato da
forti tensioni e conflitti tra le varie classi sociali, viene emanata dal
pontefice Leone XIII l’enciclica Rerum Novarum. In essa trova spazio il
principio di solidarietà cristiana, in nome della quale il Santo Padre
invita i ceti più abbienti a soccorrere quelli più deboli.
Nella lettera enciclica Sollecitudo rei socialis, emanata nel 1987, il papa
Giovanni Paolo II esorta ogni essere umano, ispirato o no da una fede
religiosa, a vivere una vita “più umana” facendo riferimento ai rapporti
con se stesso, con il prossimo, con la comunità umana, anche la più
lontana, e con la natura.
Questi devono fondarsi sul principio di solidarietà, che “..non è un
sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i
mali di tante persone, vicine o lontane (…).
È la determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene
comune (n. 38), cosicché tutti siamo veramente responsabili di tutti.
La Costituzione italiana
rappresenta il testo normativo più
importante del nostro Stato, per
questo motivo ognuno di noi
dovrebbe conoscerne il contenuto.
Infatti sia le libertà che i diritti più
importanti riconosciuti a ognuno di
noi sono garantiti da questa legge.
PROPORZIONI E PROGRESSIVITÀ
Matematica: Le Proporzioni (breve lezione sulle
proporzioni)
Dati due rapporti, si ha una proporzione quando un
rapporto è uguale all'altro rapporto.
Esempio A : B = C : D
Siccome un rapporto non è altro che una frazione,
possiamo anche dire che due frazioni uguali, ovvero
che hanno lo stesso valore numerico, sono una
proporzione.
I quattro numeri che compaiono nella proporzione
hanno un nome speciale: si chiamano termini della
proporzione.
Il primo e l'ultimo dei quattro numeri che compongono
una proporzione si chiamano estremi e gli altri due
numeri, quelli a destra e a sinistra del segno = , si
chiamano medi della proporzione.
I due numeri prima dei segni di : si chiamano
antecedenti, mentre i due numeri dopo il segno : si
chiamano conseguenti. In pratica, se consideri la
proporzione come una uguaglianza di frazioni, gli
antecedenti sono i due numeratori, e i conseguenti
sono i due denominatori.
Le PROPORZIONI godono delle seguenti
PROPRIETÀ.
PROPRIETÀ FONDAMENTALE delle proporzioni.
Essa ci dice che, in ogni proporzione, il PRODOTTO
dei MEDI è UGUALE al PRODOTTO degli
ESTREMI.
Consideriamo la seguente proporzione 15 : 5 = 21 : 7
• 5 e 21 sono i termini MEDI della proporzione;
• 15 e 7 sono i termini ESTREMI della
proporzione.
La nostra proporzione 15 : 5 = 21 : 7
può essere scritta anche così: 15 x 7 = 5 x 21
Le altre proprietà sono: PROPRIETÀ DELL' INVERTIRE. In
una proporzione posso scambiare ogni antecedente con il
proprio conseguente
PROPRIETÀ DEL PERMUTARE. In una proporzione posso
scambiare tra loro i medi o gli estremi
PROPRIETÀ DEL COMPORRE: in una proporzione la
somma degli antecedenti sta a quella dei conseguenti come
ogni antecedente sta al proprio conseguente
PROPRIETÀ DELLO SCOMPORRE: la differenza degli
antecedenti sta alla differenza dei conseguenti come ogni
antecedente sta al proprio conseguente
PROPORZIONALITÀ DIRETTA
Considerate due grandezze x e y, per definizione si
dice che x è direttamente proporzionale a y se esiste
una costante c tale che il loro rapporto è costante.
In termini pratici due grandezze sono proporzionali se
“ variano allo stesso modo”.
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della
loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri
di progressività.”
L'imposta è un tributo, ovvero una delle voci di entrata del bilancio dello
Stato. Consiste in un prelievo coattivo di ricchezza dal cittadino
contribuente, non è connesso ad una prestazione da parte dello Stato o
degli altri enti pubblici per servizi resi al cittadino ed è destinata alla
copertura della spesa pubblica.
La principale classificazione delle imposte è quella tra le imposte dirette
e le imposte indirette.
Sono dirette le imposte che sono correlate alla ricchezza, sia quando
esiste già come un bene (es. il patrimonio) sia quando viene prodotta
svolgendo un servizio o una prestazione (il reddito). Rientrano in questa
categoria ad esempio
Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF)
Imposta sul reddito delle società (IRES)
Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)
Imposta sostitutiva sui redditi da capitale (ISOS)
Imposta municipale propria (IMU). Il Contributo soggettivo. Contributi previdenziali.
Sono indirette le imposte che sono correlate alla ricchezza nel
momento in cui viene trasferita (es. la vendita di un bene) o
viene consumata (es. fruizione di un servizio o di una
prestazione): le imposte indirette pertanto si trasferiscono da
chi è tenuto a pagarle ad altri soggetti. Esse colpiscono la
ricchezza nel momento in cui si manifesta in maniera indiretta,
ossia quando essa viene o consumata oppure trasferita. Difatti
si parla di imposte sui consumi (es. IVA) o sui trasferimenti
(imposta di registro). Tra le imposte indirette troviamo ad
esempio
Imposta di registro. Accisa. Imposta ipotecaria. Imposta catastale.
Imposta di bollo. Imposta sulle pubblicità.
Imposta sulle successioni e donazioni. Imposta sulle assicurazioni.
Imposta sul valore aggiunto (IVA).
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In relazione alla misura e al modo di determinarne l'ammontare, le
imposte si dividono in fisse, proporzionali, progressive e regressive.
L'imposta è: proporzionale quando l'aliquota è costante, ovvero l'imposta
è direttamente proporzionale all'imponibile; IRES
regressiva quando, all'aumentare dell'imponibile, l'aliquota media
decresce (ovvero l'imposta aumenta in misura meno che proporzionale
rispetto all'imponibile);
progressiva quando, all'aumentare dell'imponibile, l'aliquota media
aumenta (ovvero l'imposta aumenta in misura più che proporzionale
rispetto all'imponibile). In sostanza si tratta di un’imposta con aliquota
crescente.
Ad esempio, l’IRPEF è un’imposta progressiva, perché si
applica con aliquote crescenti per scaglioni di reddito.
SCAGLIONE DI REDDITO ALIQUOTA IRPEF attualmente in vigore
CALCOLO con le proporzioni X = IMPOSTA dovuta
per redditi da 0 a 15.000 euro 23% 100 : 23 = 15.000 : x
X = (15.000 x 23) : 100 = 3450 euro
per redditi da 15.000,01 a 28.000 euro 27% 100 : 27 = 13.000 : x
X = (13.000 x 27) : 100 = 3510 euro
per redditi da 28.000,01 a 55.000 euro 38% 100 : 38 = 22.000 : x
X = (22.000 x 38) = 8360 euro
per redditi da 55.000,01 a 75.000 euro 41%
oltre 75.000 euro 43%
IMPOSTA TOTALE 15.320 euro
Un’imposta si dice proporzionale quando il suo ammontare
aumenta, in modo proporzionale all’aumentare della base
imponibile. In sostanza si tratta di un’imposta che viene
applicata con aliquota costante.
Ad esempio, l’IRES è un’imposta proporzionale. Attualmente
essa colpisce i redditi prodotti dalle società nella misura del
27,5%.
Così se un’impresa ha un reddito imponibile di 100.000 euro,
l’imposta dovuta è pari a 27.500 euro (100.000 x 27,5%).
Se il reddito imponibile è di 200.000 euro, l'imposta dovuta è
pari a 55.000 euro
(200000 x 27.5%) 100 : 27.5 = 200.000 : x x = 55.000
Raddoppiando l’imponibile, raddoppia l’imposta !!!
Questionario per gli studenti
1) Qual è stato il contributo di Giorgio La Pira nella formazione del
concetto di solidarietà?
2) Cosa s’intende nella Costituzione con il termine uguaglianza?
3) Quali sono le principali matrici culturali rappresentate
nell’Assemblea Costituente?
4) Quali erano, nell’indicazione dei padri costituenti, le categorie
svantaggiate e quali interventi prevedevano per riequilibrare le
situazioni di disagio sociale?
5) Che cos’è lo Stato sociale?
6) Papa Giovanni Paolo II, nella lettera enciclica “Sollecitudo rei
socialis”, offre una definizione del termine “solidarietà” innovativa e
profetica. Prova a riassumerla con le tue parole?
FINE

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  • 2. Perché la solidarietà?  Abbiamo effettuato una riflessione sulla scarsa disponibilità delle famiglie degli allievi di versare alla scuola pubblica il cosiddetto «contributo annuale su base volontaria».  Allora si è pensato di rispolverare i concetti di solidarietà e quello dei tributi per lo Stato.
  • 3. Un libro contabile del 1859 con operazioni di prestito a usura, quando c’era poca solidarietà Collez. Casa Antoniacomi, Forni di Sopra (UD)
  • 4. Anniversario dei 150 anni di unificazione del Friuli all’Italia. 1866-2016 La solidarietà del Regno d’Italia Dopo 50 anni di dominazione austriaca, il 26 luglio 1866, da Viale Venezia, entrarono in Udine le avanguardie dell’esercito italiano, unificando il Friuli all’Italia. Il 30 agosto 1866, a Quintino Sella, Commissario del Re d’Italia per la Provincia di Udine, i maggiorenti udinesi fecero tre richieste: 1 - la ferrovia 2 - un canale irriguo 3 - una scuola tecnica Tredici giorni dopo a Udine nacque un “Istituto tecnico completo” e tutto il resto fu concesso
  • 5. GIORGIO LA PIRA Il principio ispiratore della Costituzione è la centralità della persona umana, intesa - secondo la felice espressione di Giorgio La Pira davanti all’Assemblea Costituente - quale “pietra d’angolo” dell’intero edificio costituzionale. Nella concezione personalista di La Pira, le disuguaglianze individuali e collettive piuttosto che costituire motivo di impedimento personale e di disgregazione sociale, divengono causa di intervento dei poteri pubblici e di partecipazione dei privati. Nei resoconti della Prima Sottocommissione del 1° ottobre e del 2 ottobre 1946, La Pira afferma la necessità e l’urgenza di “creare un ordine sociale e politico che sia conforme all’alta dignità della persona ed alla fraterna solidarietà umana e che assicuri, perciò, a ciascuno un posto ed una funzione nella ordinata comunità nazionale”.
  • 6. Lo Stato diviene in questo senso l’insieme dei rapporti di solidarietà che intercorrono tra la persona, le formazioni sociali e gli apparati istituzionali pubblici. La Costituzione italiana intende il concetto di uguaglianza in modo molto concreto e non astratto: esso si pone come obiettivo la rimozione degli ostacoli all’effettivo sviluppo della persona. La solidarietà non è altro che la garanzia dell’uguaglianza di tutti i cittadini nel godimento dei diritti fondamentali.
  • 7. L’art. 2 è ispirato dall’incontro delle due principali matrici culturali rappresentate in Assemblea Costituente – quella cattolica e quella marxista - che sono alla base dell’impianto costituzionale. Dalle parole di Aldo Moro emerge che la solidarietà, in quanto derivante dalla fraternità, è un valore universalmente condiviso sia dai cattolici che dalle forze socialiste: “c’è una felice convergenza delle concezioni solidaristiche cristiane con le concezioni di solidarietà sociale di cui sono portatrici le forze socialiste e comuniste” (intervento del 2 ottobre 1946).
  • 8. La Pira afferma che “tutte le libertà garantite dalla presente Costituzione devono essere esercitate per il perfezionamento integrale della persona umana in armonia con le esigenze della solidarietà sociale ed in modo da permettere l’incremento del regime democratico, mediante la sempre più attiva e cosciente partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica”. Il bene individuale e comune: ciò significa rivolgere l’attenzione alle categorie svantaggiate sotto vari punti di vista; nel 1946 rilevavano anche il sesso, la razza, le diverse religioni, soprattutto le diverse e difficili condizioni economiche e sociali, la povertà e l’analfabetismo, la disoccupazione.
  • 9. Nella Costituzione vi sono norme costituzionali che vincolano lo Stato e gli altri Enti pubblici ad intervenire per scopi sociali e a riequilibrare le situazioni di svantaggio sociale. Dalla tutela della famiglia, a quella dei lavoratori; dall’assistenza agli inabili ed a coloro che sono sprovvisti dei mezzi necessari per la vita, all’istruzione ai meritevoli; dalle cure gratuite agli indigenti, alla difesa nei giudizi, diritti garantiti a tutti (cittadini e non): il quadro è quello dello Stato non più liberale ma sociale. Lo Stato sociale, che costituisce una delle più grandi conquiste del XX secolo, garantisce una distribuzione equa dei servizi sociali di base e rappresenta uno dei momenti più forti di penetrazione delle idee di solidarietà nel mondo dell’economia.
  • 10. La solidarietà per la Chiesa cattolica Nel 1891, in un periodo di pieno sviluppo industriale, attraversato da forti tensioni e conflitti tra le varie classi sociali, viene emanata dal pontefice Leone XIII l’enciclica Rerum Novarum. In essa trova spazio il principio di solidarietà cristiana, in nome della quale il Santo Padre invita i ceti più abbienti a soccorrere quelli più deboli. Nella lettera enciclica Sollecitudo rei socialis, emanata nel 1987, il papa Giovanni Paolo II esorta ogni essere umano, ispirato o no da una fede religiosa, a vivere una vita “più umana” facendo riferimento ai rapporti con se stesso, con il prossimo, con la comunità umana, anche la più lontana, e con la natura. Questi devono fondarsi sul principio di solidarietà, che “..non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane (…). È la determinazione ferma e perseverante ad impegnarsi per il bene comune (n. 38), cosicché tutti siamo veramente responsabili di tutti.
  • 11. La Costituzione italiana rappresenta il testo normativo più importante del nostro Stato, per questo motivo ognuno di noi dovrebbe conoscerne il contenuto. Infatti sia le libertà che i diritti più importanti riconosciuti a ognuno di noi sono garantiti da questa legge.
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  • 21. PROPORZIONI E PROGRESSIVITÀ Matematica: Le Proporzioni (breve lezione sulle proporzioni) Dati due rapporti, si ha una proporzione quando un rapporto è uguale all'altro rapporto. Esempio A : B = C : D Siccome un rapporto non è altro che una frazione, possiamo anche dire che due frazioni uguali, ovvero che hanno lo stesso valore numerico, sono una proporzione.
  • 22. I quattro numeri che compaiono nella proporzione hanno un nome speciale: si chiamano termini della proporzione. Il primo e l'ultimo dei quattro numeri che compongono una proporzione si chiamano estremi e gli altri due numeri, quelli a destra e a sinistra del segno = , si chiamano medi della proporzione. I due numeri prima dei segni di : si chiamano antecedenti, mentre i due numeri dopo il segno : si chiamano conseguenti. In pratica, se consideri la proporzione come una uguaglianza di frazioni, gli antecedenti sono i due numeratori, e i conseguenti sono i due denominatori.
  • 23. Le PROPORZIONI godono delle seguenti PROPRIETÀ. PROPRIETÀ FONDAMENTALE delle proporzioni. Essa ci dice che, in ogni proporzione, il PRODOTTO dei MEDI è UGUALE al PRODOTTO degli ESTREMI. Consideriamo la seguente proporzione 15 : 5 = 21 : 7 • 5 e 21 sono i termini MEDI della proporzione; • 15 e 7 sono i termini ESTREMI della proporzione.
  • 24. La nostra proporzione 15 : 5 = 21 : 7 può essere scritta anche così: 15 x 7 = 5 x 21 Le altre proprietà sono: PROPRIETÀ DELL' INVERTIRE. In una proporzione posso scambiare ogni antecedente con il proprio conseguente PROPRIETÀ DEL PERMUTARE. In una proporzione posso scambiare tra loro i medi o gli estremi PROPRIETÀ DEL COMPORRE: in una proporzione la somma degli antecedenti sta a quella dei conseguenti come ogni antecedente sta al proprio conseguente PROPRIETÀ DELLO SCOMPORRE: la differenza degli antecedenti sta alla differenza dei conseguenti come ogni antecedente sta al proprio conseguente
  • 25. PROPORZIONALITÀ DIRETTA Considerate due grandezze x e y, per definizione si dice che x è direttamente proporzionale a y se esiste una costante c tale che il loro rapporto è costante. In termini pratici due grandezze sono proporzionali se “ variano allo stesso modo”. “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
  • 26. L'imposta è un tributo, ovvero una delle voci di entrata del bilancio dello Stato. Consiste in un prelievo coattivo di ricchezza dal cittadino contribuente, non è connesso ad una prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici per servizi resi al cittadino ed è destinata alla copertura della spesa pubblica. La principale classificazione delle imposte è quella tra le imposte dirette e le imposte indirette. Sono dirette le imposte che sono correlate alla ricchezza, sia quando esiste già come un bene (es. il patrimonio) sia quando viene prodotta svolgendo un servizio o una prestazione (il reddito). Rientrano in questa categoria ad esempio Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) Imposta sul reddito delle società (IRES) Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) Imposta sostitutiva sui redditi da capitale (ISOS) Imposta municipale propria (IMU). Il Contributo soggettivo. Contributi previdenziali.
  • 27. Sono indirette le imposte che sono correlate alla ricchezza nel momento in cui viene trasferita (es. la vendita di un bene) o viene consumata (es. fruizione di un servizio o di una prestazione): le imposte indirette pertanto si trasferiscono da chi è tenuto a pagarle ad altri soggetti. Esse colpiscono la ricchezza nel momento in cui si manifesta in maniera indiretta, ossia quando essa viene o consumata oppure trasferita. Difatti si parla di imposte sui consumi (es. IVA) o sui trasferimenti (imposta di registro). Tra le imposte indirette troviamo ad esempio Imposta di registro. Accisa. Imposta ipotecaria. Imposta catastale. Imposta di bollo. Imposta sulle pubblicità. Imposta sulle successioni e donazioni. Imposta sulle assicurazioni. Imposta sul valore aggiunto (IVA). Imposta sul consumo e di fabbricazione. Imposta sugli intrattenimenti.
  • 28. In relazione alla misura e al modo di determinarne l'ammontare, le imposte si dividono in fisse, proporzionali, progressive e regressive. L'imposta è: proporzionale quando l'aliquota è costante, ovvero l'imposta è direttamente proporzionale all'imponibile; IRES regressiva quando, all'aumentare dell'imponibile, l'aliquota media decresce (ovvero l'imposta aumenta in misura meno che proporzionale rispetto all'imponibile); progressiva quando, all'aumentare dell'imponibile, l'aliquota media aumenta (ovvero l'imposta aumenta in misura più che proporzionale rispetto all'imponibile). In sostanza si tratta di un’imposta con aliquota crescente. Ad esempio, l’IRPEF è un’imposta progressiva, perché si applica con aliquote crescenti per scaglioni di reddito.
  • 29. SCAGLIONE DI REDDITO ALIQUOTA IRPEF attualmente in vigore CALCOLO con le proporzioni X = IMPOSTA dovuta per redditi da 0 a 15.000 euro 23% 100 : 23 = 15.000 : x X = (15.000 x 23) : 100 = 3450 euro per redditi da 15.000,01 a 28.000 euro 27% 100 : 27 = 13.000 : x X = (13.000 x 27) : 100 = 3510 euro per redditi da 28.000,01 a 55.000 euro 38% 100 : 38 = 22.000 : x X = (22.000 x 38) = 8360 euro per redditi da 55.000,01 a 75.000 euro 41% oltre 75.000 euro 43% IMPOSTA TOTALE 15.320 euro
  • 30. Un’imposta si dice proporzionale quando il suo ammontare aumenta, in modo proporzionale all’aumentare della base imponibile. In sostanza si tratta di un’imposta che viene applicata con aliquota costante. Ad esempio, l’IRES è un’imposta proporzionale. Attualmente essa colpisce i redditi prodotti dalle società nella misura del 27,5%. Così se un’impresa ha un reddito imponibile di 100.000 euro, l’imposta dovuta è pari a 27.500 euro (100.000 x 27,5%). Se il reddito imponibile è di 200.000 euro, l'imposta dovuta è pari a 55.000 euro (200000 x 27.5%) 100 : 27.5 = 200.000 : x x = 55.000 Raddoppiando l’imponibile, raddoppia l’imposta !!!
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  • 32. Questionario per gli studenti 1) Qual è stato il contributo di Giorgio La Pira nella formazione del concetto di solidarietà? 2) Cosa s’intende nella Costituzione con il termine uguaglianza? 3) Quali sono le principali matrici culturali rappresentate nell’Assemblea Costituente? 4) Quali erano, nell’indicazione dei padri costituenti, le categorie svantaggiate e quali interventi prevedevano per riequilibrare le situazioni di disagio sociale? 5) Che cos’è lo Stato sociale? 6) Papa Giovanni Paolo II, nella lettera enciclica “Sollecitudo rei socialis”, offre una definizione del termine “solidarietà” innovativa e profetica. Prova a riassumerla con le tue parole?
  • 33. FINE