2. SVILUPPO SOSTENIBILE ASSICURARE IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DELLA GENERAZIONE PRESENTE SENZA COMPREMETTERE LA POSSIBILITA’ DELLE FUTURE GENERAZIONI DI SODDISFARE I PROPRI BISOGNI (Comm. Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo “Our Common Future” 1987) Materie Prime Prodotti Scarti earth factory consumer
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9. Classificazione (Art. 7 D.Lgs. n° 22/97) ORIGINE URBANI (art.7 comma2) SPECIALI (art.7 comma3) NON PERICOLOSI NON PERICOLOSI PERICOLOSI PERICOLOSITA’
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11. I principi “gerarchici” Sviluppo di tecnologie pulite, riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti originati dai processi produttivi e dal consumo, incremento della durata e della riciclabilità intrinseca dei prodotti. PREVENZIONE VALORIZZAZIONE OTTIMIZZAZIONE DELLO SMALTIMENTO FINALE Questa opzione costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti. Lo smaltimento finale, infatti, deve riguardare essenzialmente i residui derivanti da trattamenti di valorizzazione del rifiuto ed essere sottoposti, se necessario, a processi di trattamento fisico-chimico o biologico (neutralizzazione, stabilizzazione, compostaggio, fermentazione) con l’obiettivo di ridurne il volume e la potenziale nocività. Reinserimento del rifiuto, quando è stato prodotto, nel circuito economico. Essa può assumere diverse forme: reimpiego, riciclaggio, rigenerazione, recupero di materia prima, trasformazione in energia.
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14. Produzione pro capite di rifiuti urbani per macroregioni in Italia NORD 532.4 kg/ab CENTRO 602.3 kg/ab SUD 468.1 kg/ab ITALIA : 522.6 kg/ab
23. Schema sintetico di processo per recupero energetico INTRODUZIONE DEI RIFIUTI “TAL QUALE” (RSU) SELEZIONE MECCANICA E TRATTAMENTO FRAZIONE ORGANICA CDR DIGESTIONE ANAEROBICA TERMOVALORIZZAZIONE DEPOSIZIONE IN DISCARICA SCARTI di PROCESSO BIOGAS RECUPERO ENERGETICO
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27. La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151 Art. 1 (Finalità) 1. Il presente decreto stabilisce misure e procedure finalizzate a: a) prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di seguito denominati RAEE; b) promuovere il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento; c) migliorare, sotto il profilo ambientale, l'intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di dette apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento del RAEE; d) ridurre l'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. CURIOSITA’ In Italia il 10% dei Raee proviene dal settore informatico, recuperare e riciclare una postazione standard di lavoro (monitor, tastiera, ecc...) costa 12 Euro. Produrre un computer comporta consumare sostanze pari a tre volte il suo peso.
28. La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151
29. La gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) - Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151 Perché alcune sostanze contenute nei RAEE sono pericolose per l’uomo e per l’ambiente? In Italia, ogni anno, si producono 784mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, Di questi, si legge nel Rapporto Rifiuti 2004 di Apat e Osservatorio nazionale dei rifiuti, se ne recuperano 52.677 t/anno ovvero l’8% E le rimanenti 731.323 tonnellate ovvero il 92% dei RAEE, dove va a finire? Oltre il 90% dei Raee prodotti in Italia finisce negli inceneritori senza separazione dei materiali, oppure è collocato in discarica .