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Modulo:Modulo:
Il CONTROLLO PERIl CONTROLLO PER
PROCESSIPROCESSI
Progetto CIP 3750/4/16/N.7-2013-Asse B/2014
Attori del controllo di gestioneAttori del controllo di gestione
Limiti del controllo di gestione
Il controllo di gestione rende la gestione più razionale e
consapevole, ma
3
Attenzione a non
illudersi sulla
prevedibilità e stabilità
del futuro
Attenzione a non offuscare le
differenze sostanziali tra il
processo di pianificazione e
controllo ed i caratteri tipici
dell’imprenditorialità
Non basta un buon sistema
di controllo per assicurare
il successo dell’azienda
4
Alcune casistiche d’intervento in settori differenti
• Impresa Farmacia: valutazione perf. e recuperi di efficienza;
• Impresa Costruzioni: valutazione perf. di cantiere/commessa a consuntivo ed
in sede antecedente;
• Impresa Alberghiera: valutazione perf. e analisi di sensibilità per
individuazione to e rmc obiettivo;
• Impresa Vitivinicola: valutazione perf. e determinazione pz obiettivo con cfr
con concorrenza diretta;
• Impresa Manifatturiera: valutazione performance asa e prodotti;
• Impresa Catering: valutazione perf. Cdr e ctrl costi approvv.to;
• Studio Odontoiatrico: valutazione sal piani trattamento
5
6
L’obiettivo di sintesi dell’impresa: la Creazione di valore
L’impresa crea valore quando soddisfa, in un’ottica di lungo termine, le
aspettative di remunerazione dell’imprenditore.
Questa condizione, e quindi il successo dell’impresa, risulta condizionata alla
soddisfazione di tutte le altre categorie di soggetti che interagiscono con
l’impresa stessa.
Tale formulazione prende il nome di “Teoria di creazione del valore”.
7
L’indice che esprime la Creazione (o distruzione) di valore
prende il nome di CVE (o Eva) ed è determinato dalle seguenti
variabili:
Risultato d’esercizio rettificato;
Costo figurativo del capitale di rischio;
Valore del capitale di rischio.
In formula:
CVE = Rr – coe x W*
8
Ai fini della determinazione del costo opportunità del capitale proprio la
dottrina indica due percorsi alternativi:
- i modelli teorici
- i criteri empirici.
Quanto al ricorso dei modelli teorici, si tratta di operazioni complesse basate
su formule di non semplice applicazione: Il modello più utilizzato nella
stima del costo del capitale di rischio è il Capital Asset Pricing Model
(CAPM) ed è stato sviluppato da Litner e Sharpe negli anni Sessanta. Oggi
rappresenta il Gold Standard dei modelli di stima teorica del costo del
capitale di rischio.
9
In alternativa, si può ricorrere ai metodi di stima empirica che desumono il
costo del capitale di rischio da ricerche effettuate da esperti.
In particolare si può ricorrere alle ricerche effettuate da uno dei più noti
esperti di finanza (A. Damodaran) che pubblica sul sito personale statistiche
sempre aggiornate anche sui costi opportunità del capitale di rischio di tutti
i principali settori dell’economia.
La differenza dei tassi è relativa al diverso livello di rischio del settore .
10
Se l’utile d’esercizio risulta superiore alla remunerazione attesa dall’imprenditore,
si è in presenza di creazione di valore.
Se l’utile d’esercizio risulta essere inferiore alla creazione del valore d’esercizio, si
è in presenza di distruzione di valore.
11
Le finalità del rendiconto finanziarioLe finalità del rendiconto finanziario
Il rendiconto finanziario è un prospetto volto a fornire delle informazioni
rilevanti in merito alla dinamica finanziaria dell’azienda.
Nell’ambito di questo obiettivo definito “principale” è possibile individuare una
serie di finalità conoscitive di carattere minore o comunque particolare.
12
Tale strumento può essere variamente impiegato al fine di dare risposta a
quesiti quali:
 A quanto è ammontato il fabbisogno finanziario dell’azienda?
 Come si è finanziata l’impresa? Ovvero quali sono state le fonti a m/l termine
che hanno alimentato i flussi finanziari dell’azienda?
 Qual è stato il contributo della gestione corrente alla creazione delle risorse
finanziarie?
 Quali classi di attività hanno assorbito le risorse finanziarie generate dalla
gestione?
13
Ancora:
 Esiste un’adeguata relazione tra fonti e impieghi?
 Le risorse finanziarie sono state investite in modo ottimale?
 Qual è il fabbisogno finanziario per l’attività presente e futura
dell’impresa?
 Quali sono le fonti di finanziamento più convenienti?
14
Tipicamente il rendiconto prende in riferimento un arco temporale
corrispondente al periodo amministrativo a cui si rapporta l’esercizio.
Esso offre una rappresentazione della perfomance finanziaria passata
dell’azienda.
È opportuno sottolineare, tuttavia, come lo studio dei flussi finanziari e
monetari risulti importante anche e soprattutto in chiave prospettica.
15
L’analisi prospettica, infatti, può consentire di:
 Verificare l’esistenza di condizioni di equilibrio finanziario prospettico;
 Stimare il fabbisogno o il surplus di risorse finanziarie derivante dai
programmi futuri;
 Determinare l’ammontare delle componenti finanziarie del reddito.
16
Il rendiconto finanziario, in estrema sintesi, è un prospetto essenziale per la
completa rappresentazione e comprensione della struttura e della gestione
aziendale, al pari dello stato patrimoniale e del conto economico.
Tale documento risulta, dunque complementare agli schemi di bilancio di cui
integra il potenziale informativo: ognuno fornisce specifiche informazioni che
devono essere interpretate a sistema.
17
Differenze tra SP e RFDifferenze tra SP e RF
 RF: visione dinamica della gestione finanziaria;
 RF: visione non solo storica ma anche prospettica dei flussi;
 Per gli IAS è obbligatorio.
18
Lo Stato PatrimonialeLo Stato Patrimoniale
 Fornisce informazioni relative al 31/12;
 Non dice nulla sulla dinamica di formazione dei valori al 31/12;
 Non dice nulla sulle cause di formazione dei valori al 31/12.
19
La risorsa finanziaria di riferimentoLa risorsa finanziaria di riferimento
La scelta di tale risorsa può ricadere all’interno di una vasta gamma di
possibili alternative, tra le quali si ricordano, in virtù del maggior ricorso che
ad esse viene fatto per l’elaborazione del rendiconto finanziario:
 la disponibilità liquide;
 il capitale circolante netto;
 la posizione finanziaria netta.
20
Le fasi di redazioneLe fasi di redazione
Il primo passo da compiere, una volta definita la risorsa finanziaria di
riferimento, è quello di andare ad individuare il valore assunto da tale
grandezza all’inizio e al termine dell’intervallo di tempo preso in
considerazione. Dalla differenza di tali valori è possibile apprezzare la
variazione subita.
L’analisi per flussi mira ad individuare ed illustrare le cause della variazione
mediante l’evidenziazione dei movimenti in entrata ed uscita che l’hanno
interessata.
21
Per variazioni patrimoniali “grezze” si intendono quelle che derivano da un
primo confronto di due stati patrimoniali successivi. Tuttavia esse non
consentono di cogliere informazioni dettagliate, ma solo approssimative, sulla
dinamica finanziaria perché indicative di una situazione patrimoniale -
finanziaria “istantanea” alla fine dell’esercizio considerato.
22
Per poter trasformare le variazioni patrimoniali in variazioni finanziarie ed
ottenere una effettiva rappresentazione della dinamica finanziaria, occorre
attuare una serie di aggiustamenti volti a :
 Scomporre i valori sintetici, ossia individuare e separare i flussi di segno
opposto incorporati nella medesima variazione patrimoniale;
 Eliminare le variazioni contabili, ovvero i movimenti non significativi da un
punto di vista finanziario;
 Definire i flussi completi, sintetizzando più variazioni contabili derivanti da
classi di valori differenti (ad es. le plusvalenze/minusvalenze con il valore
netto contabile connesso ai disinvestimenti).
23
La contabilità analitica
Sistema di rilevazioni utilizzate con differenti metodologie per la
determinazione di costi, ricavi o risultati analitici.
24
L’azienda viene scomposta in unità di analisi o centri di responsabilità (CDR) al
fine di valutarne le singole performance.
Le classificazioni dei costi:
C. Variabili
C. Fissi
C. Diretti
C. indiretti
CONCESSIONARIA AUTO
CDR
Auto
Nuove CDR
Auto
Usate
CDR
Officina
CDR
Ricambi
25
Per ciascun CDR si possono attribuire i relativi costi diretti (variabili
e fissi).
Rappresenta un’operazione più complessa la ripartizione dei costi
indiretti ai CDR mediante la ricerca dei coefficienti di allocazione.
I criteri di allocazione più frequenti sono:
• Distribuzione dei costi diretti;
• Distribuzione dei ricavi;
• Distribuzione degli spazi;
• Altri criteri soggettivi ( % assorbimento nuovi investimenti).
26
in particolare
analisi disaggregata degli elementi di reddito
analisi dei costi e dello loro diverse configurazioni
Contabilità analitica e controllo di gestione
27
Applicazioni
Lo studio deve essere correlato ai ricavi
Analisi disaggregata degli elementi del reddito
Analisi per
margini
Analisi
costi-ricavi-volumi
Analisi strutturale e
leva operativa
Analisi differenziale
e calcolo della
convenienza
La leva operativa
La leva operativa esprime la reazione del reddito operativo al
variare dei ricavi.
Dipende da:
- Combinazione costi fissi / variabili
- MdC
- Raggiungimento o meno del BEP
28
2929
Analisi del punto di pareggioAnalisi del punto di pareggio
((break even analysisbreak even analysis))
y
costi
ricavi
Volumi x
costi fissi
y = f
costi variabili
y = c*x
costi totali
y = f + c*x
ricavi totali
y = p*x
0
Punto di pareggio
•Con un margine di contribuzione positivo, ad un aumento delle vendite
corrisponde sempre un aumento percentualmente superiore del reddito
operativo. L’entità di tale aumento dipende dal grado di leva operativa.
Le aziende ad alto grado di leva operativa, molto sensibili alla
variazione delle vendite, devono agire sui volumi per incrementare la
redditività: SITUAZIONE DI MAGGIORE RISCHIO
OPERATIVO
Le aziende a basso grado di leva operativa, poco sensibili alla
variazione delle vendite, devono agire sui prezzi e sui costi variabili per
incrementare la redditività: SITUAZIONE DI MINORE RISCHIO
OPERATIVO
In sintesi
30
3131
La leva finanziariaLa leva finanziaria
E’ uno strumento che consente di massimizzare il rendimento
del capitale di rischio mediante il ricorso all’indebitamento:
ossia
maggiore è il debito, maggiore è il ROE (RN/MP)
ciò si verifica quando:
la capacità di generare reddito della gestione caratteristica (ROI)
risulta superiore al costo “i” dei mezzi di terzi
3232
Esempio 1
STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE
AttivoAttivo PassivoPassivo
Impianti 900 Capitale proprio 2000
Scorte 600 Capitale di terzi 0
Cassa 500
CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000
CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO
Valore della produzioneValore della produzione 600600
Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200
REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400
Oneri finanziariOneri finanziari 00
RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA 00
UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 400400
Imposta (50%)Imposta (50%) - 200- 200
UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 200200
3333
Esempio 1Esempio 1
ROE = 200/2000 = 10%
Redditività del capitale proprio in assenza
di indebitamento
Utile netto = 200
3434
Esempio 2
STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE
AttivoAttivo PassivoPassivo
Impianti 900 Capitale proprio 1000
Scorte 600 Capitale di terzi 1000
Cassa 500
CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000
CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO
Valore della produzioneValore della produzione 600600
Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200
REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400
Oneri finanziariOneri finanziari - 100- 100
RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA - 100- 100
UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 300300
Imposta (50%)Imposta (50%) - 150- 150
UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 150150
3535
Esempio 3Esempio 3
STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE
AttivoAttivo PassivoPassivo
Impianti 900 Capitale proprio 500
Scorte 600 Capitale di terzi 1500
Cassa 500
CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000
CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO
Valore della produzioneValore della produzione 600600
Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200
REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400
Oneri finanziariOneri finanziari - 150- 150
RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA - 150- 150
UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 250250
Imposta (50%)Imposta (50%) - 125- 125
UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 125125

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  • 1. Modulo:Modulo: Il CONTROLLO PERIl CONTROLLO PER PROCESSIPROCESSI Progetto CIP 3750/4/16/N.7-2013-Asse B/2014
  • 2. Attori del controllo di gestioneAttori del controllo di gestione
  • 3. Limiti del controllo di gestione Il controllo di gestione rende la gestione più razionale e consapevole, ma 3 Attenzione a non illudersi sulla prevedibilità e stabilità del futuro Attenzione a non offuscare le differenze sostanziali tra il processo di pianificazione e controllo ed i caratteri tipici dell’imprenditorialità Non basta un buon sistema di controllo per assicurare il successo dell’azienda
  • 4. 4
  • 5. Alcune casistiche d’intervento in settori differenti • Impresa Farmacia: valutazione perf. e recuperi di efficienza; • Impresa Costruzioni: valutazione perf. di cantiere/commessa a consuntivo ed in sede antecedente; • Impresa Alberghiera: valutazione perf. e analisi di sensibilità per individuazione to e rmc obiettivo; • Impresa Vitivinicola: valutazione perf. e determinazione pz obiettivo con cfr con concorrenza diretta; • Impresa Manifatturiera: valutazione performance asa e prodotti; • Impresa Catering: valutazione perf. Cdr e ctrl costi approvv.to; • Studio Odontoiatrico: valutazione sal piani trattamento 5
  • 6. 6 L’obiettivo di sintesi dell’impresa: la Creazione di valore L’impresa crea valore quando soddisfa, in un’ottica di lungo termine, le aspettative di remunerazione dell’imprenditore. Questa condizione, e quindi il successo dell’impresa, risulta condizionata alla soddisfazione di tutte le altre categorie di soggetti che interagiscono con l’impresa stessa. Tale formulazione prende il nome di “Teoria di creazione del valore”.
  • 7. 7 L’indice che esprime la Creazione (o distruzione) di valore prende il nome di CVE (o Eva) ed è determinato dalle seguenti variabili: Risultato d’esercizio rettificato; Costo figurativo del capitale di rischio; Valore del capitale di rischio. In formula: CVE = Rr – coe x W*
  • 8. 8 Ai fini della determinazione del costo opportunità del capitale proprio la dottrina indica due percorsi alternativi: - i modelli teorici - i criteri empirici. Quanto al ricorso dei modelli teorici, si tratta di operazioni complesse basate su formule di non semplice applicazione: Il modello più utilizzato nella stima del costo del capitale di rischio è il Capital Asset Pricing Model (CAPM) ed è stato sviluppato da Litner e Sharpe negli anni Sessanta. Oggi rappresenta il Gold Standard dei modelli di stima teorica del costo del capitale di rischio.
  • 9. 9 In alternativa, si può ricorrere ai metodi di stima empirica che desumono il costo del capitale di rischio da ricerche effettuate da esperti. In particolare si può ricorrere alle ricerche effettuate da uno dei più noti esperti di finanza (A. Damodaran) che pubblica sul sito personale statistiche sempre aggiornate anche sui costi opportunità del capitale di rischio di tutti i principali settori dell’economia. La differenza dei tassi è relativa al diverso livello di rischio del settore .
  • 10. 10 Se l’utile d’esercizio risulta superiore alla remunerazione attesa dall’imprenditore, si è in presenza di creazione di valore. Se l’utile d’esercizio risulta essere inferiore alla creazione del valore d’esercizio, si è in presenza di distruzione di valore.
  • 11. 11 Le finalità del rendiconto finanziarioLe finalità del rendiconto finanziario Il rendiconto finanziario è un prospetto volto a fornire delle informazioni rilevanti in merito alla dinamica finanziaria dell’azienda. Nell’ambito di questo obiettivo definito “principale” è possibile individuare una serie di finalità conoscitive di carattere minore o comunque particolare.
  • 12. 12 Tale strumento può essere variamente impiegato al fine di dare risposta a quesiti quali:  A quanto è ammontato il fabbisogno finanziario dell’azienda?  Come si è finanziata l’impresa? Ovvero quali sono state le fonti a m/l termine che hanno alimentato i flussi finanziari dell’azienda?  Qual è stato il contributo della gestione corrente alla creazione delle risorse finanziarie?  Quali classi di attività hanno assorbito le risorse finanziarie generate dalla gestione?
  • 13. 13 Ancora:  Esiste un’adeguata relazione tra fonti e impieghi?  Le risorse finanziarie sono state investite in modo ottimale?  Qual è il fabbisogno finanziario per l’attività presente e futura dell’impresa?  Quali sono le fonti di finanziamento più convenienti?
  • 14. 14 Tipicamente il rendiconto prende in riferimento un arco temporale corrispondente al periodo amministrativo a cui si rapporta l’esercizio. Esso offre una rappresentazione della perfomance finanziaria passata dell’azienda. È opportuno sottolineare, tuttavia, come lo studio dei flussi finanziari e monetari risulti importante anche e soprattutto in chiave prospettica.
  • 15. 15 L’analisi prospettica, infatti, può consentire di:  Verificare l’esistenza di condizioni di equilibrio finanziario prospettico;  Stimare il fabbisogno o il surplus di risorse finanziarie derivante dai programmi futuri;  Determinare l’ammontare delle componenti finanziarie del reddito.
  • 16. 16 Il rendiconto finanziario, in estrema sintesi, è un prospetto essenziale per la completa rappresentazione e comprensione della struttura e della gestione aziendale, al pari dello stato patrimoniale e del conto economico. Tale documento risulta, dunque complementare agli schemi di bilancio di cui integra il potenziale informativo: ognuno fornisce specifiche informazioni che devono essere interpretate a sistema.
  • 17. 17 Differenze tra SP e RFDifferenze tra SP e RF  RF: visione dinamica della gestione finanziaria;  RF: visione non solo storica ma anche prospettica dei flussi;  Per gli IAS è obbligatorio.
  • 18. 18 Lo Stato PatrimonialeLo Stato Patrimoniale  Fornisce informazioni relative al 31/12;  Non dice nulla sulla dinamica di formazione dei valori al 31/12;  Non dice nulla sulle cause di formazione dei valori al 31/12.
  • 19. 19 La risorsa finanziaria di riferimentoLa risorsa finanziaria di riferimento La scelta di tale risorsa può ricadere all’interno di una vasta gamma di possibili alternative, tra le quali si ricordano, in virtù del maggior ricorso che ad esse viene fatto per l’elaborazione del rendiconto finanziario:  la disponibilità liquide;  il capitale circolante netto;  la posizione finanziaria netta.
  • 20. 20 Le fasi di redazioneLe fasi di redazione Il primo passo da compiere, una volta definita la risorsa finanziaria di riferimento, è quello di andare ad individuare il valore assunto da tale grandezza all’inizio e al termine dell’intervallo di tempo preso in considerazione. Dalla differenza di tali valori è possibile apprezzare la variazione subita. L’analisi per flussi mira ad individuare ed illustrare le cause della variazione mediante l’evidenziazione dei movimenti in entrata ed uscita che l’hanno interessata.
  • 21. 21 Per variazioni patrimoniali “grezze” si intendono quelle che derivano da un primo confronto di due stati patrimoniali successivi. Tuttavia esse non consentono di cogliere informazioni dettagliate, ma solo approssimative, sulla dinamica finanziaria perché indicative di una situazione patrimoniale - finanziaria “istantanea” alla fine dell’esercizio considerato.
  • 22. 22 Per poter trasformare le variazioni patrimoniali in variazioni finanziarie ed ottenere una effettiva rappresentazione della dinamica finanziaria, occorre attuare una serie di aggiustamenti volti a :  Scomporre i valori sintetici, ossia individuare e separare i flussi di segno opposto incorporati nella medesima variazione patrimoniale;  Eliminare le variazioni contabili, ovvero i movimenti non significativi da un punto di vista finanziario;  Definire i flussi completi, sintetizzando più variazioni contabili derivanti da classi di valori differenti (ad es. le plusvalenze/minusvalenze con il valore netto contabile connesso ai disinvestimenti).
  • 23. 23 La contabilità analitica Sistema di rilevazioni utilizzate con differenti metodologie per la determinazione di costi, ricavi o risultati analitici.
  • 24. 24 L’azienda viene scomposta in unità di analisi o centri di responsabilità (CDR) al fine di valutarne le singole performance. Le classificazioni dei costi: C. Variabili C. Fissi C. Diretti C. indiretti CONCESSIONARIA AUTO CDR Auto Nuove CDR Auto Usate CDR Officina CDR Ricambi
  • 25. 25 Per ciascun CDR si possono attribuire i relativi costi diretti (variabili e fissi). Rappresenta un’operazione più complessa la ripartizione dei costi indiretti ai CDR mediante la ricerca dei coefficienti di allocazione. I criteri di allocazione più frequenti sono: • Distribuzione dei costi diretti; • Distribuzione dei ricavi; • Distribuzione degli spazi; • Altri criteri soggettivi ( % assorbimento nuovi investimenti).
  • 26. 26 in particolare analisi disaggregata degli elementi di reddito analisi dei costi e dello loro diverse configurazioni Contabilità analitica e controllo di gestione
  • 27. 27 Applicazioni Lo studio deve essere correlato ai ricavi Analisi disaggregata degli elementi del reddito Analisi per margini Analisi costi-ricavi-volumi Analisi strutturale e leva operativa Analisi differenziale e calcolo della convenienza
  • 28. La leva operativa La leva operativa esprime la reazione del reddito operativo al variare dei ricavi. Dipende da: - Combinazione costi fissi / variabili - MdC - Raggiungimento o meno del BEP 28
  • 29. 2929 Analisi del punto di pareggioAnalisi del punto di pareggio ((break even analysisbreak even analysis)) y costi ricavi Volumi x costi fissi y = f costi variabili y = c*x costi totali y = f + c*x ricavi totali y = p*x 0 Punto di pareggio
  • 30. •Con un margine di contribuzione positivo, ad un aumento delle vendite corrisponde sempre un aumento percentualmente superiore del reddito operativo. L’entità di tale aumento dipende dal grado di leva operativa. Le aziende ad alto grado di leva operativa, molto sensibili alla variazione delle vendite, devono agire sui volumi per incrementare la redditività: SITUAZIONE DI MAGGIORE RISCHIO OPERATIVO Le aziende a basso grado di leva operativa, poco sensibili alla variazione delle vendite, devono agire sui prezzi e sui costi variabili per incrementare la redditività: SITUAZIONE DI MINORE RISCHIO OPERATIVO In sintesi 30
  • 31. 3131 La leva finanziariaLa leva finanziaria E’ uno strumento che consente di massimizzare il rendimento del capitale di rischio mediante il ricorso all’indebitamento: ossia maggiore è il debito, maggiore è il ROE (RN/MP) ciò si verifica quando: la capacità di generare reddito della gestione caratteristica (ROI) risulta superiore al costo “i” dei mezzi di terzi
  • 32. 3232 Esempio 1 STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE AttivoAttivo PassivoPassivo Impianti 900 Capitale proprio 2000 Scorte 600 Capitale di terzi 0 Cassa 500 CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000 CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO Valore della produzioneValore della produzione 600600 Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200 REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400 Oneri finanziariOneri finanziari 00 RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA 00 UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 400400 Imposta (50%)Imposta (50%) - 200- 200 UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 200200
  • 33. 3333 Esempio 1Esempio 1 ROE = 200/2000 = 10% Redditività del capitale proprio in assenza di indebitamento Utile netto = 200
  • 34. 3434 Esempio 2 STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE AttivoAttivo PassivoPassivo Impianti 900 Capitale proprio 1000 Scorte 600 Capitale di terzi 1000 Cassa 500 CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000 CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO Valore della produzioneValore della produzione 600600 Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200 REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400 Oneri finanziariOneri finanziari - 100- 100 RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA - 100- 100 UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 300300 Imposta (50%)Imposta (50%) - 150- 150 UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 150150
  • 35. 3535 Esempio 3Esempio 3 STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALE AttivoAttivo PassivoPassivo Impianti 900 Capitale proprio 500 Scorte 600 Capitale di terzi 1500 Cassa 500 CAPITALE INV.TO (CI) 2000CAPITALE INV.TO (CI) 2000 CAPITALE INV.TO (CI)CAPITALE INV.TO (CI) 20002000 CONTO ECONOMICOCONTO ECONOMICO Valore della produzioneValore della produzione 600600 Costi della produzioneCosti della produzione - 200- 200 REDDITO OPERATIVO (RO)REDDITO OPERATIVO (RO) 400400 Oneri finanziariOneri finanziari - 150- 150 RISULTATO GESTIONE FINANZIARIARISULTATO GESTIONE FINANZIARIA - 150- 150 UTILE ANTE IMPOSTE (RAI)UTILE ANTE IMPOSTE (RAI) 250250 Imposta (50%)Imposta (50%) - 125- 125 UTILE NETTO (RN)UTILE NETTO (RN) 125125