SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  61
La coagulazione
     ed i test di
  valutazione della
funzione coagulativa
Il processo emostatico
•   Risposta dell’organismo ad una offesa → interruzione di
    continuità dell’endotelio.
•   Uno dei più efficaci meccanismi di autoregolazione che il
    nostro organismo possieda
•   Evita perdite di sangue pur mantenendo nello stesso
    tempo la necessaria fluidità del sangue intravascolare →
    l’estensione del coagulo viene limitata alla sede della
    lesione
•   Porta alla lisi successiva del coagulo
Ipercoagulabilità             Ipocoagulabilità
                    Normale




       Trombosi                    Emorragie
Fattori coinvolti nell’emostasi

                         Vasi


Proteine della
                                           Piastrine
coagulazione



                 Fibrinolisi / inibitori
Fattori coinvolti nell’emostasi

•   Vasi (cellule endoteliali e subendotelio) →
    vasocostrizione dei vasi danneggiati

•   Piastrine → formazione del tappo piastrinico

•   Complemento

•   Fattori della coagulazione → formazione del tappo di
    fibrina

•   Fattori della fibrinolisi → risoluzione del coagulo
•   sistema macrofagico-monocitario, PMN → rimozione
    dei residui del coagulo

•   Inibitori della coagulazione
•   3 Fasi

    •   fase vascolare
                              Emostasi primaria
    •   fase piastrinica

    •   fase plasmatica       Emostasi secondaria

•   Si attivano pressoché
    contemporaneamente

•   Sono seguite dalla fase
    di lisi del coagulo →
    fibrinolisi
•     Processo emostatico:
    Inizia quando il sangue viene a contatto con sostanze
    diverse da quelle presenti sulla superficie endoteliale
    delle pareti dei vasi.

•         descrizione
    Emostasi primaria

•   rapida formazione di un tappo piastrinico a livello
    della lesione

•   avviene in pochi secondi

•   fondamentale per arrestare la fuoriuscita di sangue
    dai vasi capillari e dalle venule

•   Emostasi secondaria

•   attivazione del sistema della coagulazione 
    formazione della fibrina  rafforza il trombo
    emostatico primario

•   richiede alcuni minuti                                7
La cascata coagulativa
enzima (il fattore attivato) → agisce su un
substrato (il fattore successivo nella forma
non attiva) in presenza di un cofattore che
accelera la reazione;


Queste tre componenti fondamentali sono
  assemblate sul complesso fosfolipidico
   (FP3) espresso sulla superficie delle
piastrine e tenute assieme dagli ioni calcio



La cascata coagulativa è costituita da un serie di reazioni enzimatiche.
 Per essere efficiente è necessario che enzima e substrato vengano a
              contatto ad una concentrazione ottimale.
Fattori plasmatici della coagulazione:

Factor           MW        Plasma Concentration   Required for Hemostasis
                                   (µg/ml)        (% of normal concentration)


Fibrinogen       330,000           3000                    30
Prothrombin      72,000             100                     40
Factor V         300,000             10                    10-15
Factor VII       50,000               0.5                  5-10
Factor VIII      300,000              0.1                  10-40
Factor IX        56,000               5                    10-40
Factor X          56,000             10                    10-15
Factor XI        160,000              5                    20-30
Factor XIII      320,000             30                      1-5
Factor XII        76,000             30                     0
Prekallikrein     82,000             40                     0
HMWK             108,000            100                     0      15
I fattori vit K dipendenti
•    II, VII, IX, X
    Sintetizzati nel fegato

Vit K necessaria per l’attività
della carbossilasi epatica

Υ-carbossiglutamato
indispensabile per legare il Ca++
e ancorarsi ai fosfolipidi
piastrinici carichi negativamente
Anticoagulanti endogeni
                                                                Trombomodulina
                                                   Glicoproteina esposta sulla superficie delle cellule
•   Antitrombina III                                   endoteliali

•   proteina prodotta dal fegato                   Lega la trombina alla proteina C

•   inibisce l’attività di IXa, Xa, XIa, XIIa e
    della trombina                                                    Proteina C
                                                   Serina proteasi contenente Gla
•   attivata dall’eparina

                                                   Degrada i fattori Va e VIIIa
•   Eparina

•   Polisaccaride solforilato prodotto dai         Stabilizzata dalla proteina S
    mastociti                                                         Proteina S
                                                   Cofattore che stabilizza la proteina C attivata
•   attiva l’antitrombina III mediante modifiche
    conformazionali

•   Usato in terapia ➔ inibitore della               Inibitore del fattore tissutale
    coagulazione rapido e potente                  Inibisce l’attivazione dei fattori IX e X da parte del
                                                        fattore VIIa
Sostanze ad azione anticoagulante
Al di fuori del circolo il sangue può essere mantenuto liquido
rimuovendo tutto il fibrinogeno oppure aggiungendo sostanze
anticoagulanti
  Si distinguono due gruppi di sostanze ad azione anticoagulante:
  1) sostanze chelanti il calcio ➔ sottraggono il calcio alla cascata
  coagulativa:
  -
        citrato
        ossalato
        EDTA (acido etilendiaminico tetracetico)

  2) inibitori della trombina:

  eparina: esalta l’attività antitrombinica dell’antitrombina III (AT III)
Fase fibrinolitica
Il sistema fibrinolitico è fisiologicamente preposto alla
      dissoluzione dei trombi e dei coaguli di fibrina



Tale compito è svolto dalla plasmina, un potente
                              plasmina
   enzima (proteasi) che viene generata da un
 precursore ematico inattivo, il plasminogeno,
    attivato dal t-PA (attivatore tessutale del
plasminogeno), prodotto dalle cellule endoteliali
Test di laboratorio
• Attualmente è molto più
  facile caratterizzare
  laboratoristicamente i
  difetti che causano
  emorragia piuttosto che
  quelle situazioni,
  potenzialmente curabili,
  che predispongono alla
  trombosi
Anamnesi                       +                  Esame fi sico




                        Esami diagnostici di base
                         Esame obiettivo di laboratorio




 Esami diagnostici di
                                                                    Esami d'urgenza
  approfondimento




  Decisione clinica




Esami di monitoraggio
  Follow-up terrapia
    farmacologica
Significato della raccolta della storia
                   clinica
Il più importante test di screening è la raccolta della
storia familiare e personale accurata.
E’ noto infatti che i reagenti necessari ai test di
screening non sono così sensibili a tutti i difetti
dell’emostasi.
Per questo motivo possiamo trovare delle situazioni
nelle quali, pur essendo i test nella norma, esiste una
chiara storia emorragica, per lo più in seguito a
traumi e/o estrazioni dentarie

                                                 22
Significato della raccolta della storia
                   clinica
Un’altra situazione nella quale una adeguata raccolta
della storia clinica può impedire erronee valutazioni
basate sui test di screening è l’errata esecuzione del
prelievo sul quale si effettuano poi i test di
laboratorio.
Può infatti accadere che durante l’esecuzione, la
raccolta e la conservazione del prelievo, l’emostasi
venga attivata e questo produrrà degli artefatti nel
test di screening, capaci a volte di mascherare un
lieve difetto emostatico, o di dare una impressione di
ipercoagulabilità inesistente.
                                              23
La raccolta della
storia clinica va
eseguita seguendo
lo schema
orientativo
riportato nella
tabella
Considerazioni sulla raccolta della storia clinica
E’ importante stabilire:
•L’eventuale insorgenza di sintomi emorragici e la loro
incidenza familiare: la presenza di sintomi dalla nascita o
dalla prima infanzia e la loro familiarità, orientano verso
alterazioni della coagulazione, mentre i difetti della fase
vasopiastrinica ( con esclusione della malattia di von
Willebrand) sono in genere acquisiti e sporadici.
•La molteplicità delle sedi delle emorragie: è difficile che
in presenza di alterazioni dell’emostasi la sede di
emorragia sia unica


                                                  25
Anamnesi                       +                  Esame fi sico




                        Esami diagnostici di base
                         Esame obiettivo di laboratorio




 Esami diagnostici di
                                                                    Esami d'urgenza
  approfondimento




  Decisione clinica




Esami di monitoraggio
  Follow-up terrapia
    farmacologica
Alterazione dell’emostasi primaria: porpora




                                          28
Alterazione dell’emostasi primaria: ecchimosi




                                          29
Alterazione dell’emostasi secondaria: emorragie




                                            30
Alterazione dell’emostasi secondaria: emorragie




                                            31
Alterazione dell’emostasi secondaria acquisite




                                           32
Alterazione dell’emostasi secondaria acquisite




                                          33
Processo diagnostico del paziente con
     patologie di pertinenza ematologica
  Esame obiettivo
1.Cute: pallore, cianosi, ittero, petecchie, ecchimosi,
  noduli, teleangectasie, lesioni da grattamento
2.Occhi: pallore o ittero delle congiuntive, emorragie
  retiniche, essudati retinici, ectasia dei vasi retinici
3.Cavo orale: stomatiti, ulcerazioni necrotiche,
  porpora, bolle emorragiche
4.Stazioni linfonodali: adenomegalie e loro
  caratteristiche
5.Torace: versamenti pleurici, focolai infettivi, dolore
  alla pressione dello sterno o delle costole
                                                 34
Test di uso comune per valutare la coagulazione

    •       Valutazione fase piastrinica
                                              Valutazione fase fibrinica
    •       Emocromo  conta                   PT
            piastrinica                        aPTT
                                               dosaggio fibrinogeno
    •       tempo di stillicidio               dosaggio At-III
                                               dosggio D-dimero
        •    Tempo necessario per la
                                               dosaggio fattori:
             formazione del tappo
             piastrinico in seguito a         – Ratio attività:antigene
             puntura standardizzata

    •       aggregazione piastrinica

        •    Ristocetina  Antibiotico
             che induce l’aggregazione
             piastrinica in presenza di vWf
Test di screening dell’emostasi
Test di primo filtro: sono test che permettono con
buona probabilità di evidenziare la maggiore e più
importante parte dei difetti emostatici
Test di secondo filtro: vanno ad indagare dei
difetti più rari, ma non per questo meno importanti




                                             36
Caratteristiche dei test di primo filtro
•Sono test di screening e per questo devono essere :
•Semplici, perché devono essere alla portata di ogni
laboratorio non specializzato
•Sensibili, così da rilevare non solo le più grossolane
anormalità dell’emostasi, ma anche difetti minori, che
peraltro aumentano notevolmente il rischio emorragico
in seguito ad un intervento chirurgico
•Limitati di numero, in quanto il loro scopo è quello di
mettere in evidenza il più velocemente possibile
alterazioni delle fasi della coagulazione


                                                37
Test di screening dell’emostasi
Test di primo filtro: tempo di emorragia e conta
piastrinica (esplorano la fase vasopiastrinica), il tempo di
protrombina, il tempo di tromboplastina parziale attivato
(esplorano la fase della coagulazione)
Test di secondo filtro: dosaggio del fattore XIII, dell’α
2 antiplasmina, del tPA e del PAI, del fattore
piastrinico 3, del tempo di trombina, il tempo di
Reptilase e del wWF



                                                 38
Bleeding Time

Incisione 1 mm x
            5 mm
Pressione costante


            Range          40 mm
      2 - 10 minuti


                              39
Test di primo filtro: fase vasopiastrinica
• Tempo di emorragia:           E’ il tempo necessario all’arresto del
  sanguinamento da un piccolo taglio, di dimensioni standardizzate,
  provocato sulla superficie cutanea (varia da 1 a 9 minuti)

Cosa valuta? L’interazione delle piastrine con la parete vascolare, e la
  successiva formazione del tappo emostatico primario

Quando è prolungato? In tutti i casi di piastrinopenia e
  piastrinopatie, in caso di carenza di alcuni fattori plasmatici (quali il
  fibrinogeno e il vWF), essenziali per la normale funzione piastrinica
  ed in soggetti con alterazione della parete vascolare (sindrome di
  Ehelers-Danlos, telengectasia emorragica

Come si esegue? Esistono diversi metodi. Tutti sono modifiche di
  due tecniche: quella di Duke, che prevede l’incisione del lobo di un
  orecchio, e quella di Ivy, in cui si esegue un’incisione della cute
  dell’avambraccio, mantenendo costante la pressione ematica (40 mm
  Hg) mediante un manicotto                                     40
Condizioni che possono alterare il tempo di
                    sanguinamento
•Il tipo, la lunghezza la profondità dell’incisione
•L’assunzione di farmaci tra cui l’acido acetilsalicilico (è
stata descritta una sindrome di disfunzione piastrinica
caratterizzata da un tempo esageratamente allungato dopo
assunzione di acido acetilsalicilico ed un tempo di emorragia
basale normale) ed altri antinfiammatori




                                                   41
Test di primo filtro: fase vasopiastrinica
2.Conta delle piastrine.          Il conteggio delle piastrine
Non è strettamente indispensabile per una prima valutazione
  dell’emostasi purchè venga eseguito il tempo di emorragia.
Generalmente esiste una correlazione inversa fra il numero di piastrine
  al di sotto di 100.000/υl e il tempo di emorragia
Il conteggio delle piastrine diventa obbligatorio quando il tempo di
   emorragia è prolungato per stabilire se si tratta di piastrinopenia o
   di piastrinopatia.
E’ importante ricordare che si possono avere piastrinopenie spurie (o
   pseudopiastrinopenie) causate dall’EDTA, l’anticoagulante in cui
   vengono generalmente raccolti i campioni di sangue per la conta
   piastrinica. Ciò probabilmente è dovuto ad immunoglobuline che
   agglutinano le piastrine quando il Ca è chelato.

                                                            42
indagini di laboratorio per la
valutazione della funzionalità piastrinica e
       relativi valori di riferimento
- tempo di sanguinamento: ≤ 10 minuti (nei
soggetti normali tra 3-6 minuti)
- conteggio delle piastrine: 150.000 –
400.000 per μL
- test di adesività piastrinica: > 70%
- test di aggregazione piastrinica:
confronto dei tracciati di trasmittanza con
quelli ottenuti su piastrine normali
                                     43
tempo di sanguinamento
Il tempo di sanguinamento (o di emorragia) viene determinato
effettuando una piccola incisione superficiale sulla rete capillare
della faccia volare dell’avambraccio, in una zona pulita, esente da
malattie della pelle e lontano dalle vene superficiali, mantenendo
una pressione venosa costante di 40 mmHg con uno
sfigmomanometro e cronometrando la durata della fuoriuscita del
sangue dalla ferita


Il test viene eseguito in maniera accuratamente standardizzata
provocando una incisione di profondità e lunghezza costante con
una lama calibrata o con un bisturi automatico: i pazienti con un
tempo di sanguinamento superiore ai 10 minuti presentano un
rischio emorragico aumentato



                                                         44
conteggio delle piastrine
150.000 - 400.000 / μL: valori normali
> 100.000 / μL: i pazienti sono asintomatici e il
tempo di sanguinamento rimane nella norma
50.000 - 100.000 / μL: il tempo di
sanguinamento è lievemente allungato, ma senza
alcuna sintomatologia emorragica
< 50.000 / μL: si osservano porpore cutanee dopo
traumi minimi e sanguinamenti a livello mucoso in
seguito a piccoli interventi chirurgici
< 20.000 / μL: notevole rischio di sanguinamenti
spontanei intracranici e in altri sede interne
                                           45
Le piastrine


valori nel sangue: 150 - 450 x 10 /L.

circa 2/3 circolano, mentre 1/3 risiede nella milza o sedi extravascolari;




                                                                         46
Megacariocita




• ciascun megacariocita durante la sua vita genera circa 4,000 piastrine
• le piastrine vivono mediamente da 9-12 giorni
• ogni giorno sono prodotte 30.000-40.000 piastrine per mmc;
• in caso di necessita’, la produzione di piastrine puo’ aumentare 8 volte;


                                                                47
test di adesività piatrinica
Il test di adesività piastrinica misura la
capacità delle piastrine di aderire ad una
superficie estranea

Viene effettuato facendo passare, in condizioni
controllate, il sangue attraverso un tubicino di plastica
contenente microsfere di vetro e determinando il numero
di piastrine trattenute rispetto a quelle presenti nel
sangue dello stesso paziente non trattato


Il risultato viene espresso in percentuale di
piastrine trattenute; i valori normali sono tra
70 e 98%                                          48
Platelet Aggregation


Platelet
Rich                   Aggregating              Aggregate
Plasma
(PRP)
                +       Reagent                 Clumping




      Baseline Light                 Increased Light
      Transmission                   Transmission 49
Pattern bifasico
      Platelet Rich                                    Platelet Poor
      Plasma                                                 Plasma

100
 90                   Secondary Response
 80
 70                   (Release)
 60
 50
 40
 30                                 Primary Response
 20
 10
  0                   Lag

        Injection Point


                                                        50
Test di primo filtro: Fase coagulativa

•Tutti i test di coagulazione dipendono in modo
fondamentale dalla quantità di campione di plasma
ottenuto
•Si richiede una puntura venosa
•Il citrato è l’anticoagulante utilizzato routinariamente
•Il plasma citrato essenzialmente privo di piastrine
viene preparato per centrifugazione standard




                                                51
PT e aPTT




aPTT  fosfolipidi,       PT 
Ca++ ,silice.             tromboplastina (PL
Normale: 31-55 sec        + TF), Ca++.
                          Normale: 10-16 sec
                                   52
Tempo di protrombina
                 (PT)
•       Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei
        fattori VII, X, V, protrombina (II)
•       e fibrinogeno (I).
•       Monitoraggio della terapia anticoagulante orale
        con dicumarolici (INR) 
    •    inibiscono l’attivita’ dei fattori VII, IX, X e della
         protrombina
•       PT corto  privo di significato patologico
•       PT lungo 
    •    epatopatia.
    •    deficit vitamina K
    •    CID
    •    sindrome nefrosica
    •    Farmaci  dicumarolici
                                                                 53
tempo di protrombina (PT)
           o tempo di Quick
Questo test valuta l’efficacia della via estrinseca e
comune della coagulazione (fattori I, II, V, VII e X)


Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente
tromboplastina tessutale e ioni calcio, e cronometrando il
                                calcio
tempo necessario alla formazione del coagulo


I valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 11 e
13 secondi) o come rapporto (ratio) tra il tempo del plasma
in esame e quello di un campione di plasma normale di
controllo
                                                   54
INR = PT Standardisation

                                                      ISI
            Patient’s PT in Seconds
INR =      Mean Normal PT in Seconds


        INR = International Normalized Ratio
         ISI = International Sensitivity Index



                                                 55
How Different Thromboplastins
Influence the PT Ratio and INR

Thromboplastin   Patient’s Mean
    reagent         PT     Normal                     INR
                 (Seconds)   (Seconds)

      A             16          12       1.3   3.2        2.6

      B             18          12       1.5   2.4        2.6

      C             21          13       1.6   2.0        2.6

      D             24          11       2.2   1.2        2.6
      E             38         14.5      2.6   1.0        2.6
                                                     56
Tempo di
            tromboplastina parziale
                attivato (aPTT)
•       Identifica i deficit acquisiti o
        congeniti dei fattori IX, VIII, e XI
•       Monitoraggio della terapia con
        eparina
•       Test di screening per LAC
•       Identifica con minor sensibilita’ del
        PT deficit dei fattori X, V,
        protrombina (II)
•       e fibrinogeno (I)
•       aPTT corto privo di significato
        patologico
••      aPTT lungo
          deficit di fattori
    •     presenza di inibitori (anti-fattore VIII,
          LAC)
    •     terapia con eparina

                                                      57
aPTT si allunga per livelli di fattore



•   VIII                               < 50%

•   XI                                 < 50%

•   IX                                 < 30%

•   XII                                < 30%




•   Fibrinogeno              < 100 mg/dL

•   Livelli di eparina 0.15-0.2 U/mL
                                                   58
aPTT si allunga per livelli di fattore



                                                  Cause di errore

Policitemia

Prelievo difficile

Provetta non riempita correttamente

Contaminazione eparina

Latenza fra prelievo ed esecuzione test > 2 ore




                                                                    59
Terapia con eparina: esalta l’attività anticoagulante dell’AT III, inibisce II,
X e delle proteasi in genere

Malattie epatiche: quadro complesso spesso si osserva un aumento del fattore
VIII (è sintetizzato dal sistema reticoloendoteliale epatico) e del vWF
                                                                    60
tempo di tromboplastina parziale
              attivata (aPTT)

Questo test valuta l’efficacia della via intrinseca e comune della
coagulazione (fattori I, II, V, VIII, IX, X, XI, XII)


Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente agenti
attivanti (caolino), una emulsione di fosfolipidi (sostituti
piastrinici) e ioni calcio, e cronometrando il tempo necessario alla
                    calcio
formazione del coagulo


I valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 28 e 40
secondi) o come rapporto (ratio) tra il tempo del plasma in
secondi
esame e quello di un campione di plasma normale di controllo
                                                             61

Contenu connexe

Similaire à 4 coagulazione2011

Enzimi in biochimica clinica
Enzimi in biochimica clinicaEnzimi in biochimica clinica
Enzimi in biochimica clinicaDavide Pepe
 
coagulazione
coagulazionecoagulazione
coagulazioneDario
 
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14Stefano Ermini
 
Adacolumn meccanismo azione
Adacolumn meccanismo azioneAdacolumn meccanismo azione
Adacolumn meccanismo azioneslidesadaforum
 
Il sangue e il sistema linfatico
Il sangue e il sistema linfaticoIl sangue e il sistema linfatico
Il sangue e il sistema linfaticoAndrea Biagioni
 
1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologiatanny88
 
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...Flavia Vittoria Laini
 
Interpretazione olistica degli esami del sangue
Interpretazione olistica degli esami del sangueInterpretazione olistica degli esami del sangue
Interpretazione olistica degli esami del sanguemaxrox99
 
Variabilità degli esami di laboratorio
Variabilità degli esami di laboratorioVariabilità degli esami di laboratorio
Variabilità degli esami di laboratorioUniversità di Torino
 
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine In De...
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine  In De...Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine  In De...
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine In De...AOU Vittorio Emanuele, Catania, Italia
 
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...Flavia Vittoria Laini
 
Gli essenziali della fisiologia_parte I
Gli essenziali della fisiologia_parte IGli essenziali della fisiologia_parte I
Gli essenziali della fisiologia_parte Ihome
 
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017Flavia Vittoria Laini
 
2013 anemo - bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 anemo -  bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche2013 anemo -  bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 anemo - bottero - emostatici locali e tecniche chirurgicheanemo_site
 
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgicheanemo_site
 
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese Cremaschi
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese CremaschiAmilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese Cremaschi
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese CremaschiAgnese Cremaschi
 

Similaire à 4 coagulazione2011 (20)

Med lez 35 sangue e coagulazione
Med lez 35 sangue e coagulazioneMed lez 35 sangue e coagulazione
Med lez 35 sangue e coagulazione
 
Enzimi in biochimica clinica
Enzimi in biochimica clinicaEnzimi in biochimica clinica
Enzimi in biochimica clinica
 
coagulazione
coagulazionecoagulazione
coagulazione
 
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14
La Chirurgia Conservativa Emodinamica - Collegio Italiano di Flebologia 3-10-14
 
Infiammazione
InfiammazioneInfiammazione
Infiammazione
 
Adacolumn meccanismo azione
Adacolumn meccanismo azioneAdacolumn meccanismo azione
Adacolumn meccanismo azione
 
Il sangue e il sistema linfatico
Il sangue e il sistema linfaticoIl sangue e il sistema linfatico
Il sangue e il sistema linfatico
 
1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia1. anatomia e fisiologia
1. anatomia e fisiologia
 
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...
Linee guida-diagnosi-2011 - QUESTE SONO LE LINEE GUIDA PER LA DIAGNOSI DI AMI...
 
Interpretazione olistica degli esami del sangue
Interpretazione olistica degli esami del sangueInterpretazione olistica degli esami del sangue
Interpretazione olistica degli esami del sangue
 
Variabilità degli esami di laboratorio
Variabilità degli esami di laboratorioVariabilità degli esami di laboratorio
Variabilità degli esami di laboratorio
 
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine In De...
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine  In De...Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine  In De...
Modalità Di Esecuzione Della Trasfusione Di Sangue, Plasma E Piastrine In De...
 
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...
riassunto AMILOIDOSI FLAVIA VITTORIA (RIPRESA SLIDE " LE CELLULE E LE PLASMAC...
 
Gli essenziali della fisiologia_parte I
Gli essenziali della fisiologia_parte IGli essenziali della fisiologia_parte I
Gli essenziali della fisiologia_parte I
 
Surrene
SurreneSurrene
Surrene
 
Emocromo 2011
Emocromo 2011Emocromo 2011
Emocromo 2011
 
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017
AMILOIDOSI " Le cellule e le plasmacellule." pdf maggio 2017
 
2013 anemo - bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 anemo -  bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche2013 anemo -  bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 anemo - bottero - emostatici locali e tecniche chirurgiche
 
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche
2013 AnemoNurse - Bottero - Emostatici locali e tecniche chirurgiche
 
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese Cremaschi
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese CremaschiAmilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese Cremaschi
Amilodoisi e la storia di Laina Flavia Vittoria 2°pt di Agnese Cremaschi
 

Plus de Università di Torino

Plus de Università di Torino (8)

Igienisti Dentali Introduzione Patologia Clinica
Igienisti Dentali Introduzione Patologia ClinicaIgienisti Dentali Introduzione Patologia Clinica
Igienisti Dentali Introduzione Patologia Clinica
 
Le porfirie
Le porfirieLe porfirie
Le porfirie
 
Immunodeficienze Congenite
Immunodeficienze CongeniteImmunodeficienze Congenite
Immunodeficienze Congenite
 
Patogenesi delle patologie immunomediate di interesse odontoiatrico
Patogenesi delle patologie immunomediate di interesse odontoiatricoPatogenesi delle patologie immunomediate di interesse odontoiatrico
Patogenesi delle patologie immunomediate di interesse odontoiatrico
 
Valutazione di un test
Valutazione di un testValutazione di un test
Valutazione di un test
 
Point of care testing
Point of care testingPoint of care testing
Point of care testing
 
Vasculiti Primitive 2008
Vasculiti Primitive 2008Vasculiti Primitive 2008
Vasculiti Primitive 2008
 
Fisiopatologia Renale
Fisiopatologia RenaleFisiopatologia Renale
Fisiopatologia Renale
 

4 coagulazione2011

  • 1. La coagulazione ed i test di valutazione della funzione coagulativa
  • 2. Il processo emostatico • Risposta dell’organismo ad una offesa → interruzione di continuità dell’endotelio. • Uno dei più efficaci meccanismi di autoregolazione che il nostro organismo possieda • Evita perdite di sangue pur mantenendo nello stesso tempo la necessaria fluidità del sangue intravascolare → l’estensione del coagulo viene limitata alla sede della lesione • Porta alla lisi successiva del coagulo
  • 3. Ipercoagulabilità Ipocoagulabilità Normale Trombosi Emorragie
  • 4. Fattori coinvolti nell’emostasi Vasi Proteine della Piastrine coagulazione Fibrinolisi / inibitori
  • 5. Fattori coinvolti nell’emostasi • Vasi (cellule endoteliali e subendotelio) → vasocostrizione dei vasi danneggiati • Piastrine → formazione del tappo piastrinico • Complemento • Fattori della coagulazione → formazione del tappo di fibrina • Fattori della fibrinolisi → risoluzione del coagulo • sistema macrofagico-monocitario, PMN → rimozione dei residui del coagulo • Inibitori della coagulazione
  • 6. 3 Fasi • fase vascolare Emostasi primaria • fase piastrinica • fase plasmatica Emostasi secondaria • Si attivano pressoché contemporaneamente • Sono seguite dalla fase di lisi del coagulo → fibrinolisi
  • 7. Processo emostatico: Inizia quando il sangue viene a contatto con sostanze diverse da quelle presenti sulla superficie endoteliale delle pareti dei vasi. • descrizione Emostasi primaria • rapida formazione di un tappo piastrinico a livello della lesione • avviene in pochi secondi • fondamentale per arrestare la fuoriuscita di sangue dai vasi capillari e dalle venule • Emostasi secondaria • attivazione del sistema della coagulazione  formazione della fibrina  rafforza il trombo emostatico primario • richiede alcuni minuti 7
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 14. enzima (il fattore attivato) → agisce su un substrato (il fattore successivo nella forma non attiva) in presenza di un cofattore che accelera la reazione; Queste tre componenti fondamentali sono assemblate sul complesso fosfolipidico (FP3) espresso sulla superficie delle piastrine e tenute assieme dagli ioni calcio La cascata coagulativa è costituita da un serie di reazioni enzimatiche. Per essere efficiente è necessario che enzima e substrato vengano a contatto ad una concentrazione ottimale.
  • 15. Fattori plasmatici della coagulazione: Factor MW Plasma Concentration Required for Hemostasis (µg/ml) (% of normal concentration) Fibrinogen 330,000 3000 30 Prothrombin 72,000 100 40 Factor V 300,000 10 10-15 Factor VII 50,000 0.5 5-10 Factor VIII 300,000 0.1 10-40 Factor IX 56,000 5 10-40 Factor X 56,000 10 10-15 Factor XI 160,000 5 20-30 Factor XIII 320,000 30 1-5 Factor XII 76,000 30 0 Prekallikrein 82,000 40 0 HMWK 108,000 100 0 15
  • 16. I fattori vit K dipendenti • II, VII, IX, X Sintetizzati nel fegato Vit K necessaria per l’attività della carbossilasi epatica Υ-carbossiglutamato indispensabile per legare il Ca++ e ancorarsi ai fosfolipidi piastrinici carichi negativamente
  • 17. Anticoagulanti endogeni Trombomodulina Glicoproteina esposta sulla superficie delle cellule • Antitrombina III endoteliali • proteina prodotta dal fegato Lega la trombina alla proteina C • inibisce l’attività di IXa, Xa, XIa, XIIa e della trombina Proteina C Serina proteasi contenente Gla • attivata dall’eparina Degrada i fattori Va e VIIIa • Eparina • Polisaccaride solforilato prodotto dai Stabilizzata dalla proteina S mastociti Proteina S Cofattore che stabilizza la proteina C attivata • attiva l’antitrombina III mediante modifiche conformazionali • Usato in terapia ➔ inibitore della Inibitore del fattore tissutale coagulazione rapido e potente Inibisce l’attivazione dei fattori IX e X da parte del fattore VIIa
  • 18. Sostanze ad azione anticoagulante Al di fuori del circolo il sangue può essere mantenuto liquido rimuovendo tutto il fibrinogeno oppure aggiungendo sostanze anticoagulanti Si distinguono due gruppi di sostanze ad azione anticoagulante: 1) sostanze chelanti il calcio ➔ sottraggono il calcio alla cascata coagulativa: - citrato ossalato EDTA (acido etilendiaminico tetracetico) 2) inibitori della trombina: eparina: esalta l’attività antitrombinica dell’antitrombina III (AT III)
  • 19. Fase fibrinolitica Il sistema fibrinolitico è fisiologicamente preposto alla dissoluzione dei trombi e dei coaguli di fibrina Tale compito è svolto dalla plasmina, un potente plasmina enzima (proteasi) che viene generata da un precursore ematico inattivo, il plasminogeno, attivato dal t-PA (attivatore tessutale del plasminogeno), prodotto dalle cellule endoteliali
  • 20. Test di laboratorio • Attualmente è molto più facile caratterizzare laboratoristicamente i difetti che causano emorragia piuttosto che quelle situazioni, potenzialmente curabili, che predispongono alla trombosi
  • 21. Anamnesi + Esame fi sico Esami diagnostici di base Esame obiettivo di laboratorio Esami diagnostici di Esami d'urgenza approfondimento Decisione clinica Esami di monitoraggio Follow-up terrapia farmacologica
  • 22. Significato della raccolta della storia clinica Il più importante test di screening è la raccolta della storia familiare e personale accurata. E’ noto infatti che i reagenti necessari ai test di screening non sono così sensibili a tutti i difetti dell’emostasi. Per questo motivo possiamo trovare delle situazioni nelle quali, pur essendo i test nella norma, esiste una chiara storia emorragica, per lo più in seguito a traumi e/o estrazioni dentarie 22
  • 23. Significato della raccolta della storia clinica Un’altra situazione nella quale una adeguata raccolta della storia clinica può impedire erronee valutazioni basate sui test di screening è l’errata esecuzione del prelievo sul quale si effettuano poi i test di laboratorio. Può infatti accadere che durante l’esecuzione, la raccolta e la conservazione del prelievo, l’emostasi venga attivata e questo produrrà degli artefatti nel test di screening, capaci a volte di mascherare un lieve difetto emostatico, o di dare una impressione di ipercoagulabilità inesistente. 23
  • 24. La raccolta della storia clinica va eseguita seguendo lo schema orientativo riportato nella tabella
  • 25. Considerazioni sulla raccolta della storia clinica E’ importante stabilire: •L’eventuale insorgenza di sintomi emorragici e la loro incidenza familiare: la presenza di sintomi dalla nascita o dalla prima infanzia e la loro familiarità, orientano verso alterazioni della coagulazione, mentre i difetti della fase vasopiastrinica ( con esclusione della malattia di von Willebrand) sono in genere acquisiti e sporadici. •La molteplicità delle sedi delle emorragie: è difficile che in presenza di alterazioni dell’emostasi la sede di emorragia sia unica 25
  • 26.
  • 27. Anamnesi + Esame fi sico Esami diagnostici di base Esame obiettivo di laboratorio Esami diagnostici di Esami d'urgenza approfondimento Decisione clinica Esami di monitoraggio Follow-up terrapia farmacologica
  • 34. Processo diagnostico del paziente con patologie di pertinenza ematologica Esame obiettivo 1.Cute: pallore, cianosi, ittero, petecchie, ecchimosi, noduli, teleangectasie, lesioni da grattamento 2.Occhi: pallore o ittero delle congiuntive, emorragie retiniche, essudati retinici, ectasia dei vasi retinici 3.Cavo orale: stomatiti, ulcerazioni necrotiche, porpora, bolle emorragiche 4.Stazioni linfonodali: adenomegalie e loro caratteristiche 5.Torace: versamenti pleurici, focolai infettivi, dolore alla pressione dello sterno o delle costole 34
  • 35. Test di uso comune per valutare la coagulazione • Valutazione fase piastrinica Valutazione fase fibrinica • Emocromo  conta  PT piastrinica  aPTT  dosaggio fibrinogeno • tempo di stillicidio  dosaggio At-III  dosggio D-dimero • Tempo necessario per la  dosaggio fattori: formazione del tappo piastrinico in seguito a – Ratio attività:antigene puntura standardizzata • aggregazione piastrinica • Ristocetina  Antibiotico che induce l’aggregazione piastrinica in presenza di vWf
  • 36. Test di screening dell’emostasi Test di primo filtro: sono test che permettono con buona probabilità di evidenziare la maggiore e più importante parte dei difetti emostatici Test di secondo filtro: vanno ad indagare dei difetti più rari, ma non per questo meno importanti 36
  • 37. Caratteristiche dei test di primo filtro •Sono test di screening e per questo devono essere : •Semplici, perché devono essere alla portata di ogni laboratorio non specializzato •Sensibili, così da rilevare non solo le più grossolane anormalità dell’emostasi, ma anche difetti minori, che peraltro aumentano notevolmente il rischio emorragico in seguito ad un intervento chirurgico •Limitati di numero, in quanto il loro scopo è quello di mettere in evidenza il più velocemente possibile alterazioni delle fasi della coagulazione 37
  • 38. Test di screening dell’emostasi Test di primo filtro: tempo di emorragia e conta piastrinica (esplorano la fase vasopiastrinica), il tempo di protrombina, il tempo di tromboplastina parziale attivato (esplorano la fase della coagulazione) Test di secondo filtro: dosaggio del fattore XIII, dell’α 2 antiplasmina, del tPA e del PAI, del fattore piastrinico 3, del tempo di trombina, il tempo di Reptilase e del wWF 38
  • 39. Bleeding Time Incisione 1 mm x 5 mm Pressione costante Range 40 mm 2 - 10 minuti 39
  • 40. Test di primo filtro: fase vasopiastrinica • Tempo di emorragia: E’ il tempo necessario all’arresto del sanguinamento da un piccolo taglio, di dimensioni standardizzate, provocato sulla superficie cutanea (varia da 1 a 9 minuti) Cosa valuta? L’interazione delle piastrine con la parete vascolare, e la successiva formazione del tappo emostatico primario Quando è prolungato? In tutti i casi di piastrinopenia e piastrinopatie, in caso di carenza di alcuni fattori plasmatici (quali il fibrinogeno e il vWF), essenziali per la normale funzione piastrinica ed in soggetti con alterazione della parete vascolare (sindrome di Ehelers-Danlos, telengectasia emorragica Come si esegue? Esistono diversi metodi. Tutti sono modifiche di due tecniche: quella di Duke, che prevede l’incisione del lobo di un orecchio, e quella di Ivy, in cui si esegue un’incisione della cute dell’avambraccio, mantenendo costante la pressione ematica (40 mm Hg) mediante un manicotto 40
  • 41. Condizioni che possono alterare il tempo di sanguinamento •Il tipo, la lunghezza la profondità dell’incisione •L’assunzione di farmaci tra cui l’acido acetilsalicilico (è stata descritta una sindrome di disfunzione piastrinica caratterizzata da un tempo esageratamente allungato dopo assunzione di acido acetilsalicilico ed un tempo di emorragia basale normale) ed altri antinfiammatori 41
  • 42. Test di primo filtro: fase vasopiastrinica 2.Conta delle piastrine. Il conteggio delle piastrine Non è strettamente indispensabile per una prima valutazione dell’emostasi purchè venga eseguito il tempo di emorragia. Generalmente esiste una correlazione inversa fra il numero di piastrine al di sotto di 100.000/υl e il tempo di emorragia Il conteggio delle piastrine diventa obbligatorio quando il tempo di emorragia è prolungato per stabilire se si tratta di piastrinopenia o di piastrinopatia. E’ importante ricordare che si possono avere piastrinopenie spurie (o pseudopiastrinopenie) causate dall’EDTA, l’anticoagulante in cui vengono generalmente raccolti i campioni di sangue per la conta piastrinica. Ciò probabilmente è dovuto ad immunoglobuline che agglutinano le piastrine quando il Ca è chelato. 42
  • 43. indagini di laboratorio per la valutazione della funzionalità piastrinica e relativi valori di riferimento - tempo di sanguinamento: ≤ 10 minuti (nei soggetti normali tra 3-6 minuti) - conteggio delle piastrine: 150.000 – 400.000 per μL - test di adesività piastrinica: > 70% - test di aggregazione piastrinica: confronto dei tracciati di trasmittanza con quelli ottenuti su piastrine normali 43
  • 44. tempo di sanguinamento Il tempo di sanguinamento (o di emorragia) viene determinato effettuando una piccola incisione superficiale sulla rete capillare della faccia volare dell’avambraccio, in una zona pulita, esente da malattie della pelle e lontano dalle vene superficiali, mantenendo una pressione venosa costante di 40 mmHg con uno sfigmomanometro e cronometrando la durata della fuoriuscita del sangue dalla ferita Il test viene eseguito in maniera accuratamente standardizzata provocando una incisione di profondità e lunghezza costante con una lama calibrata o con un bisturi automatico: i pazienti con un tempo di sanguinamento superiore ai 10 minuti presentano un rischio emorragico aumentato 44
  • 45. conteggio delle piastrine 150.000 - 400.000 / μL: valori normali > 100.000 / μL: i pazienti sono asintomatici e il tempo di sanguinamento rimane nella norma 50.000 - 100.000 / μL: il tempo di sanguinamento è lievemente allungato, ma senza alcuna sintomatologia emorragica < 50.000 / μL: si osservano porpore cutanee dopo traumi minimi e sanguinamenti a livello mucoso in seguito a piccoli interventi chirurgici < 20.000 / μL: notevole rischio di sanguinamenti spontanei intracranici e in altri sede interne 45
  • 46. Le piastrine valori nel sangue: 150 - 450 x 10 /L. circa 2/3 circolano, mentre 1/3 risiede nella milza o sedi extravascolari; 46
  • 47. Megacariocita • ciascun megacariocita durante la sua vita genera circa 4,000 piastrine • le piastrine vivono mediamente da 9-12 giorni • ogni giorno sono prodotte 30.000-40.000 piastrine per mmc; • in caso di necessita’, la produzione di piastrine puo’ aumentare 8 volte; 47
  • 48. test di adesività piatrinica Il test di adesività piastrinica misura la capacità delle piastrine di aderire ad una superficie estranea Viene effettuato facendo passare, in condizioni controllate, il sangue attraverso un tubicino di plastica contenente microsfere di vetro e determinando il numero di piastrine trattenute rispetto a quelle presenti nel sangue dello stesso paziente non trattato Il risultato viene espresso in percentuale di piastrine trattenute; i valori normali sono tra 70 e 98% 48
  • 49. Platelet Aggregation Platelet Rich Aggregating Aggregate Plasma (PRP) + Reagent Clumping Baseline Light Increased Light Transmission Transmission 49
  • 50. Pattern bifasico Platelet Rich Platelet Poor Plasma Plasma 100 90 Secondary Response 80 70 (Release) 60 50 40 30 Primary Response 20 10 0 Lag Injection Point 50
  • 51. Test di primo filtro: Fase coagulativa •Tutti i test di coagulazione dipendono in modo fondamentale dalla quantità di campione di plasma ottenuto •Si richiede una puntura venosa •Il citrato è l’anticoagulante utilizzato routinariamente •Il plasma citrato essenzialmente privo di piastrine viene preparato per centrifugazione standard 51
  • 52. PT e aPTT aPTT  fosfolipidi, PT  Ca++ ,silice. tromboplastina (PL Normale: 31-55 sec + TF), Ca++. Normale: 10-16 sec 52
  • 53. Tempo di protrombina (PT) • Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei fattori VII, X, V, protrombina (II) • e fibrinogeno (I). • Monitoraggio della terapia anticoagulante orale con dicumarolici (INR)  • inibiscono l’attivita’ dei fattori VII, IX, X e della protrombina • PT corto  privo di significato patologico • PT lungo  • epatopatia. • deficit vitamina K • CID • sindrome nefrosica • Farmaci  dicumarolici 53
  • 54. tempo di protrombina (PT) o tempo di Quick Questo test valuta l’efficacia della via estrinseca e comune della coagulazione (fattori I, II, V, VII e X) Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente tromboplastina tessutale e ioni calcio, e cronometrando il calcio tempo necessario alla formazione del coagulo I valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 11 e 13 secondi) o come rapporto (ratio) tra il tempo del plasma in esame e quello di un campione di plasma normale di controllo 54
  • 55. INR = PT Standardisation ISI Patient’s PT in Seconds INR = Mean Normal PT in Seconds INR = International Normalized Ratio ISI = International Sensitivity Index 55
  • 56. How Different Thromboplastins Influence the PT Ratio and INR Thromboplastin Patient’s Mean reagent PT Normal INR (Seconds) (Seconds) A 16 12 1.3 3.2 2.6 B 18 12 1.5 2.4 2.6 C 21 13 1.6 2.0 2.6 D 24 11 2.2 1.2 2.6 E 38 14.5 2.6 1.0 2.6 56
  • 57. Tempo di tromboplastina parziale attivato (aPTT) • Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei fattori IX, VIII, e XI • Monitoraggio della terapia con eparina • Test di screening per LAC • Identifica con minor sensibilita’ del PT deficit dei fattori X, V, protrombina (II) • e fibrinogeno (I) • aPTT corto privo di significato patologico •• aPTT lungo deficit di fattori • presenza di inibitori (anti-fattore VIII, LAC) • terapia con eparina 57
  • 58. aPTT si allunga per livelli di fattore • VIII < 50% • XI < 50% • IX < 30% • XII < 30% • Fibrinogeno < 100 mg/dL • Livelli di eparina 0.15-0.2 U/mL 58
  • 59. aPTT si allunga per livelli di fattore Cause di errore Policitemia Prelievo difficile Provetta non riempita correttamente Contaminazione eparina Latenza fra prelievo ed esecuzione test > 2 ore 59
  • 60. Terapia con eparina: esalta l’attività anticoagulante dell’AT III, inibisce II, X e delle proteasi in genere Malattie epatiche: quadro complesso spesso si osserva un aumento del fattore VIII (è sintetizzato dal sistema reticoloendoteliale epatico) e del vWF 60
  • 61. tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) Questo test valuta l’efficacia della via intrinseca e comune della coagulazione (fattori I, II, V, VIII, IX, X, XI, XII) Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente agenti attivanti (caolino), una emulsione di fosfolipidi (sostituti piastrinici) e ioni calcio, e cronometrando il tempo necessario alla calcio formazione del coagulo I valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 28 e 40 secondi) o come rapporto (ratio) tra il tempo del plasma in secondi esame e quello di un campione di plasma normale di controllo 61

Notes de l'éditeur

  1. Inizia quando il sangue viene a contatto con sostanze diverse da quelle presenti sulla superficie endoteliale delle pareti dei vasi.Emostasi primariarapida formazione di un tappo piastrinico a livello della lesioneavviene in pochi secondi fondamentale per arrestare la fuoriuscita di sangue dai vasi capillari e dalle venuleEmostasi secondaria attivazione del sistema della coagulazione  formazione della fibrina  rafforza il trombo emostatico primariorichiede alcuni minuti importante soprattutto per bloccare la fuoriuscita del sangue dai vasi di calibro maggiore
  2. Il termine emostasi indica l&apos;insieme dei meccanismi utilizzati dall&apos;organismo per proteggersi dalla perdita di sangue in caso di lesioni vascolari. I meccanismi emostatici sono organizzati in tre fasi che si attivano pressochè contemporaneamente: fase vascolare fase piastrinica fase plasmatica o cascata coagulativa La fase vascolare e quella piastrinica possono essere anche considerate insieme a costituire la cosiddetta emostasi primaria. La cascata coagulativa realizza invece il processo dell ’ emostasi secondaria. Successivamente si attiva poi il processo fibrinolitico che porta all ’ eliminazione del coagulo ed alla rimozione di ogni possibile ostacolo al passaggio del sangue.
  3. Lesione vasale  vasocostrizione reattiva (riduzione il flusso ematico) fenomeno transitorioriflesso nervoso;secrezione da parte delle cellule endoteliali di fattori  endotelina;favorisce il contatto del sangue con la matrice sottoendoteliale esposta dalla perdita di cellule endotelialila matrice contiene proteine (in particolare collagene, proteoglicani e fibronectina) capaci di fare aderire le piastrine ed attivare la cascata della coagulazioneLa fase vascolare non viene valutata in laboratorio
  4. Ruolo delle piastrine nell ’ emostasi Adesione Rilascio contenuto dei granuli (ADP, trombina, catecolamine) Aggregazione Formazione del coagulo (fibrina) Retrazione del coagulo
  5. La Trombina legata al suo recettore ora converte il fibrinogeno in fibrina, che viene polimerizzata e stabilizzata dal fattore XIIIa
  6. Danno vascolare → sintesi di fattori da parte delle cellule endoteliali + fattori prodotti dalle piastrine + fattori di sintesi epatica → cascata coagulativa; Consiste in una serie di conversioni di proenzimi inattivi in enzimi attivi Culmina con la trasformazione di una proteina plasmatica solubile, il fibrinogeno, in un polimero insolubile, la fibrina
  7. In assenza di vitamina K, i fattori II, VII, IX e X vengono ugualmente sintetizzati dal fegato, ma risultano funzionalmente inattivi
  8. - petecchie: piccole emorragie capillari con diametro di circa 1-2 mm di colorito rosso violaceo, frequenti nelle zone dove maggiore è la pressione idrostatica o dove c ’ è pressione o frizione esterna - porpore: emorragie con diametro ≥ 3 mm costituite da un insieme di petecchie ecchimosi: versamenti emorragici sottocutanei di diametro tra 1 e 2 cm, inizialmente di colore rosso-blu, poi verde-blu e quindi giallo-oro ematomi: versamenti emorragici profondi che spesso dissecano le fasce muscolari; possono avere esiti clinicamente insignificanti (lividi) così come gravissimi, finanche mortali (versamento retroperitoneale da dissecazione di un aneurisma dell ’ aorta) versamenti ematici in cavità dell ’ organismo: emotorace, emopericardio, emoperitoneo, emartro sanguinamenti da determinati distretti dell ’ organismo: gengivorragia, epistassi, ematemesi, melena, ematuria, menorragia e metrorragia
  9. Per i test coagulativi occorre sempre lavorare con il plasma
  10. The INR is calculated by the formula shown on this slide. The ISI is the International Sensitivity Index. Each thromboplastin is assigned an ISI which reflects the sensitivity of the thromboplastin to Warfarin-mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting factors. By convention, the ISI of the reference thromboplastin is 1.0. The higher the ISI, the less sensitive the thromboplastin is to Warfarin-mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting factors. The next two slides provide an example of how the ISI (sensitivity) of the thromboplastin influences the PT ratio (PTR) and how the resulting variability is corrected by expressing the results as an INR.
  11. This slide is similar to the last one, but the results of the ISI values of the five thromboplastins and the corresponding INR values are added. It is clear that the marked variability of the PTR is normalized by expressing the results as an INR.