1. Kaur Harpreet
Krasniqi Lendita
Lupini Andrea
Martini Luana
Natali Veronica
Quirola Albert
Rinaldi Martina
Rizzi Nicole
Vitali Giorgia
Gruppo n°3
2.
3. L’Arabia preislamica
L’ ‘’Arabia felix’’: una penisola arida al
centro di itinerari commerciali.
L’ Arabia è la seconda penisola al
mondo per estensione. È costituita da
un vasto altopiano arido e desertico
con ampie zone steppose. Le terre
fertili corrispondono alle oasi e alle
fasce costiere. Nell’Arabia meridionale
le condizioni climatiche favorirono il
formarsi di alcuni regni. La presenza di
pietre preziose, di oro e soprattutto di
aromi quali la mirra e l’incenso si
trovarono a essere il centro di una fitta
rete di commercio. Il più importante
dei regni dell’Arabia meridionale fu
quello di Saba.
4. I beduini, tribù nomadi del deserto
Nelle zone desertiche vivevano tribù nomadi di beduini. Nelle oasi e sulla costa del
mar Rosso si erano stanziati agricoltori, artigiani e commercianti. La presenza del
deserto sembra aver segnato alcuni tratti del carattere: un forte senso di
appartenenza al proprio clan, un grande coraggio, un forte attaccamento alla
libertà, l’abitudine alla razzia e il vivissimo senso dell’ospitalità. La donna
partecipava alla vita comunitaria in una posizione non molto dissimile da quella
dell’uomo. Alla base dell’organizzazione sociale delle popolazioni nomadi vi era la
tribù, a capo della quale veniva eletto uno sceicco. In tempo di guerra lo sceicco
veniva talvolta sostituito da un comandante militare. La tribù era responsabile
collettivamente degli atti di tutti coloro che ne facevano parte.
5. Un mosaico di religioni e la Mecca
Quasi ogni tribù aveva propri dei o demoni
venerati sotto forma di pietre o di alberi o
anche di corpi celesti: molti santuari erano
costruiti su alture. I simulacri delle varie
divinità erano custoditi in recinti sacri posti
all’interno dei piccoli centri. Il più importante
sorgeva al centro della città sacra de La Mecca.
Gli arabi si recavano in pellegrinaggio nella
loro città sacra, nel medesimo recinto sacro
che accoglieva tutti i lori dei si trovava anche
la Kaàba, ossia un edificio di forma cubica
destinato a custodire la cosiddetta «pietra
nera», probabilmente un meteorite. Si diceva
che essa fosse caduta sulla terra per volontà
divina e fosse diventata nera a causa dei
peccati degli uomini. Ogni primavera a La
Mecca si organizzano fiere e mercati. In questa
situazione Maometto iniziò a predicare una
nuova religione che costituì il cemento per
l’unificazione del popolo arabo.
6. Maometto e la nascita dell’Islam.
Maometto nacque a La Mecca nel 570 d.C. Suo padre era un mercante che
mori prima della nascita del figlio. La madre Amina non sopravvisse al parto e
Maometto si trovò orfano a soli 6 anni. All’età di 25 anni si sposò con Cadigia,
una ricca vedova si cui era l’amministratore. Maometto ebbe così modo di
entrare in contatto con i membri delle comunità ebraiche e cristiane: in
Arabia infatti convivevano varie forme di paganesimo, cristianesimo e
giudaismo.
7. La religione di Maometto e l’ègira.
La carriera di Maometto iniziò quando egli, ritiratosi sul monte Hirà ebbe delle visioni
e sentì delle voci. Fu qui che maturò la sua religione monoteista fondata sul culto di un
unico dio Allah di cui egli si proclamò il profeta. Le sue visioni furono raccolte in un
libro: il Corano. Ebbe così inizio la nuova religione che trovò conforto tra i più poveri e
si diffuse tra gli scontenti e i miseri, che vedevano la possibilità di una ricompensa
delle ingiustizie di cui erano vittime. Il monoteismo condannava il culto degli idoli
custoditi nei santuari e minacciava l’economia. L’ostilità che colpi Maometto e i suoi
seguaci ha reso la vita della nuova comunità difficile a tal punto che Maometto si
trasferì a Medina. In questo periodo venne inaugurato il calendario musulmano.
8. La predicazione a Medina.
Maometto a Medina fu riconosciuto come capo religioso e
militare; successivamente iniziò una guerra d’imboscate e di
razzie contro i seguaci de La Mecca ormai convertita all’Islam.
Egli riuscì ad estendere l’orizzonte dell’Islam, ma ormai la morte
era vicinissima e lo colse l’ 8 giugno del 632 tra le braccia di Aisha
la prediletta tra le sue mogli.
9. I fondamenti dell’Islamismo.
La religione fondata da Maometto fu una visione della vita e
della società come del resto racconta il Corano che contiene una
raccolta di norme. Il nucleo dell’Islamismo è la concezione della
divinità nel quale esiste un solo dio. Il vero credente deve
rispettare alcuni obblighi: la preghiera 5 volte al giorno, il mese
di digiuno e di penitenza e il pellegrinaggio a La Mecca. Sono
vietati l’adulterio e l’idolatria; il fedele deve astenersi dalla carne
e dal vino, infine avrà un paradiso di beatitudini.
10. L’ Islam Dopo Maometto
La successione a Maometto e la creazione del
califfato.
Dopo la morte di Maometto la penisola era unificata
in una sola confederazione di tribù: era necessario
rafforzare l’ unità dei popoli arabi impedendo che la
rivalità tra le tribù avesse di nuovo il sopravvento. Il
problema fu quello della successione a Maometto.
Ognuna delle principali componenti della società
aveva una strategia e candidati propri. La Mecca
tendeva a a far prevalere il principio della
trasmissione del potere per via ereditaria; i
compagni che gli erano stati a fianco sin dai tempi
della fuga da La Mecca propendevano per l’elezione
del suo successore. Prevalse quest’ultima
soluzione,e per un trentennio si succedettero 4 califfi
elettivi. Si formò uno stato molto solido in cui il
potere religioso e quello politico erano affidati alla
medesima autorità.
11. Il «gihàd» e l’ avanzata dell’ Islam.
I califfi attuarono una politica espansionistica che nell’
arco di pochi decenni portò gli arabi a conquistare
vastissimi territori. Alla base dell’ ideologia politica
islamica c’era il concetto di guerra santa, gihàd. Il
successo fu determinato da un fanatismo religioso
legato al concetto di guerra santa. La resistenza all’
Islam da parte degli imperi sottomessi, non fu mai
tenace, a causa della tolleranza dimostrata dai
musulmani nei confronti dei cristiani e degli ebrei, che
poterono continuare a professare la propria fede.
12. La società islamica.
L’ Islam risultava caratterizzato dalla presenza di popoli diversificati. Vi fu un
atteggiamento tollerante nei confronti delle popolazioni conquistate: la repressione era
riservata a coloro che avevano opposto una resistenza e non si erano piegati alla
conquista. Molte delle popolazioni sottomesse accettarono i principi espressi
dall’islamismo, una religione rivolta a tutta l’ umanità aperta ad accettare e a favorire l’
ingresso di nuovi fedeli. Vennero fondate molte città nelle oasi e nei punti di incontri
delle strade carovaniere. Le città erano centri amministrativi e giudiziari in cui la legge
islamica costituiva la norma fondamentale per la coesistenza: gli ulema dovevano
controllare che le norme del Corano venissero rispettate, i cadì esercitavano la
giustizia e si occupavano dei rapporti sociali, dalla famiglia, e delle regole del
commercio e della successione, gli emiri che governavano le città in rappresentanza dei
califfi.
La condizione femminile subì un regresso: l’ autorità del marito era indiscussa e la
donna doveva essere ripudiata ed era spesso costretta a vivere in stanze separate dal
resto della casa.
13. Resistenza ed espansione
dell’impero bizantino
L’avanzata araba nei territori di Bisanzio
Gli arabi si trovarono un solo stato organizzato in grado
di resistere alla loro espansione. S’impadronirono del
territorio dell’impero d’oriente dopo la conquista della
Siria e della Palestina. In seguito gli arabi penetrarono
nell’Egeo: Cipro e Rodi vennero espugnate.
Successivamente gli arabi occuparono anche Cartagine
e tutta l’Africa bizantina. Nella prima metà del secolo gli
arabi posero piede in Europa da cui sarebbero stati
espulsi solo otto secoli più tardi.
Alle porte di Costantinopoli.
Anche l’Asia Minore subisce delle incursioni arabe. Il
sistema difensivo bizantino resse a questa durissima
prova: le truppe bizantine cercavano di contrattaccare
quando potevano e la popolazione rimedia ai danni
subiti riadattando le fortificazioni e ricostruendo le
case. Gli arabi erano decisi a impadronirsi di
Costantinopoli caduta la capitale il resto dell’impero
bizantino avrebbe dovuto sottomettersi. Nel 674 una
grande squadra navale araba si presento davanti alle
mura di Costantinopoli, che fu assediata dalla terra e
dal mare. I tentativi di espugnare la città fallirono. Gli
arabi ritentarono la conquista di Costantinopoli ma
ancora una volta furono sconfitti.
14. La lotta contro l’iconoclastia.
L’impero bizantino era riuscito a respingere gli assalti degli arabi, ma aveva
perso ampi territori ed era ormai ridotto all’Asia Minore; Costantinopoli aveva
perso il controllo delle rotte che attraversavano il Mediterraneo. Il secolo VIII
si aprì con l’imperatore Leone III che proibì il culto delle immagini sacre e ne
ordinò la distruzione, iniziò così il periodo «iconoclastico». Inoltre accusavano
il cristianesimo di idolatria: il Corano infatti vieta ogni tentativo di
rappresentare Allah. Questo anche per motivi politici: i monaci avevano
grande influenza sulle masse che potevano costruire quindi una minaccia per
il potere centrale. La presa di posizione dell’imperatore creò sanguinosi
scontri tra iconoclasti e difensori delle icone, si formò quindi una vera e
propria guerra civile.
«L’età d’oro» dell’impero bizantino.
Con l’imperatore Basilio I (876-886) ebbe inizio la dinastia macedone il quale
assicurava all’impero un lungo periodo di stabilità politica e di splendore,
«l’età d’oro», che terminò soltanto nel 1025, inoltre ci fu un grande processo
di espansione e consolidamento territoriale grazie al generale Niceforo Foca
che successivamente viene proclamato imperatore (963-969). Il generale
riuscì a strappare agli arabi l’isola di Creta, riconquistò la città di Antiochia e
riportò la frontiera dell’impero in Mesopotamia. Dopo la sua morte salì al
trono Basilio II, detto «lo sterminatore dei bulgari» appunto perché aveva
abbattuto il regno bulgaro e riportato i confini dell’impero sul Danubio.
15. Le riforme sociali di Basilio II
Sul fronte della politica interna, Basilio II mise in atto una serie di provvedimenti per
contenere il potere dell’aristocrazia fondiaria , egli trasferì la responsabilità del pagamento
delle tasse dai villaggi ai grandi proprietari e, in alcuni casi, confiscò le proprietà e le
ricchezze di famiglie nobili. Le riforme non durarono a lungo: dopo la sua morte i grandi
burocrati e i latifondisti riacquisirono progressivamente il loro precedente potere mentre
l’esercito subì una riduzione, infatti nel XI l’impero si sarebbe trovato in gravi difficoltà
contro una serie di nuovi nemici: i normanni, gli ungari, le popolazioni della Russia
meridionale e i Turchi.
16. La frammentazione dell’Islam
Le divisioni religiose nell’islam
Il periodo dei primi califfi fu caratterizzato dall’espansione dell’islam. Il califfato passò alla
famiglia degli Omayyadi e cessava così di essere elettivo e diventava dinastico. L’espansione
dell’islam proseguì con la conquista della Tunisia, Marocco, Spagna, Kabul e Samarcanda. La
capitale del califfato fu trasferita a Damasco, in Siria. Gli sciiti accentuarono le differenze
dottrinali, dando luogo alla più rilevante suddivisione religiosa dell’islam, tutt’ora perdurante.
La dinastia abbaside e le divisioni politiche del mondo musulmano.
Intorno al 750, una rivolta capeggiata dalla famiglia degli Abbasidi condusse all’abbattimento del
potere degli Omayyadi. Sotto gli Abbasidi la civiltà araba raggiunse vette altissime e la nuova
capitale dell’impero, Baghdad, divenne una delle più grandi e splendide città della terra. L’ascesa
al potere della dinastia degli Abbasidi segnò però l’inizio della frammentazione del mondo
islamico. Si resero indipendenti il Marocco, la Tunisia, l’Egitto e numerose province asiatiche.
Questo favorì l’infiltrazione dei turchi; essi non erano «infedeli» , essendosi già convertiti alla
fede musulmana. Nel secolo X il califfato abbaside entrò in crisi a causa delle rivalità politiche che
lo minavano dall’interno e dei ricorrenti conflitti religiosi tra le fazioni sciite e quelle sunnite.
Il califfato omayyade di Spagna.
Abd-al-Rahman, si insediò a Cordova con il titolo di amir e trasformò l’emirato in uno stato
indipendente. Il califfato di Cordova, si impose saldamente, forte di un esercito, ma soprattutto di
un amministrazione capace di esercitare un controllo su tutto il territorio. Esso fu caratterizzato
da un grande splendore culturale, soprattutto nel commercio e nell’industria tessile.
17. Scienza e cultura Tra i secoli VIII e XI gli arabi attuarono un
movimento chiamato «Rinascimento arabo»
favorito dalla riscoperta delle antiche opere
scientifiche e filosofiche; vennero compiute
numerose traduzioni in lingua araba tra cui i
testi di Aristotele. Grande fioritura ebbero gli
studi matematici con l’approfondimento
dell’algebra, lo della trigonometria. Gli arabi
approntarono carte nautiche molto dettagliate
e numerosi strumenti di precisione furono
impiegati nel corso dei viaggi per mare inoltre
diffusero in Europa l’arancio, l’albicocco e delle
spezie tra cui la noce moscata, lo zafferano e lo
zenzero. Gli arabi introdussero tecniche
artigianali come la lavorazione della carta. A
Cordova venne costruita una grande moschea
considerata punto di partenza dell’architettura;
una rocca forte con all’interno esempi di
decorazioni che ricordano i ricami. Vi sono
molte sale che si alternano a cortili con piscine,
fontane e giochi d’acqua; i giardini sono
spendidi grazie alle piante che fioriscono e
lasciano nell’aria un fragrante profumo.