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Stage formativo Percorsi nella società complessa Sicurezza in città La polizia di prossimità Liceo classico L. Ariosto Indirizzo Scienze Sociali Classe 5R a.s. 2006/ 2007
Tirocinanti Valentina Buzzoni Francesca Ferrari Lia Marchi Tutor interni Lucia Marchetti Daniela Veloccia Tutor esterni Marco Fabbri Luca Sita
COS’E’ LA SICUREZZA?
La  sicurezza  è  l'assenza di pericoli . In senso assoluto, si tratta di un concetto  difficilmente traducibile nella vita reale , di fatto l'applicazione delle  norme di sicurezza , rende più difficile il verificarsi di eventi dannosi e di incidenti e si traduce sempre in  una migliore qualità della vita . Nella lingua italiana, come in altre lingue, il termine  sicurezza  non viene molto bene differenziato da quello  prevenzione .  Forse, più che un problema linguistico, si tratta di un residuo di antichi concetti sul  fato , sull' ineluttabile  e sulla  prevalenza del destino  e della fortuna rispetto all'intelligenza umana.  Quando si verifica un incidente, ancora oggi si sente parlare di  sfortuna .
I campi dove è vitale che la sicurezza sia uno dei primi obiettivi sono molto numerosi, così come vari sono i sistemi per raggiungere un grado di sicurezza ritenuto accettabile. Il percorso che abbiamo scelto di intraprendere ha come scopo quello di  capire in che modo la concezione e l’applicazione della sicurezza sono cambiati nel tempo,  con un particolare interesse verso  la sicurezza nella società complessa  e negli organi che tutelano i “cittadini del mondo”.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Bibliografia e siti utili
IL PANOPTICON LA SICUREZZA IERI
Sorvegliare e punire Nascita della prigione
XVII periodo della  peste Società controllata e sorvegliata al massimo con sistemi di registrazione e di reclusione Ordine  dato dalla perfetta organizzazione del panopticon. Città sorvegliata con schemi ben precisi La città tutta percorsa da gerarchie, sorveglianze controlli e schemi diventa l’utopia della  città perfettamente governata
Struttura del panopticon Le prigioni Prigione suddivisa in celle disposte a  cerchio ; vi era una torre centrale nel mezzo: bastava un sorvegliante nel mezzo della torre e poteva controllare tutte le celle. Venivano reclusi criminali, malati (soprattutto di peste), devianti, omosessuali, i diversamente abili, ecc. Nella cella il soggetto veniva privato di luce Ciascuno nella cella veniva visto e controllato: il recluso è visto ma non vede. ,[object Object],[object Object],[object Object]
Questo modello di controllo e di supervisione dall’alto diventa un modello molto funzionale per mantenere ordine Funzione del panopticon Panopticon è  “ una gabbia ”  Punire (ogni delitto aveva la propria punizione) Rieducare gli individui Panopticon è  “ una gabbia crudele e sapiente ”
…  E DOPO IL PANOPTICON?
[object Object],[object Object],[object Object],Oggi le sfide sono diverse e le strategie si dimostrerebbero irrilevanti Mark Poster Le banche dati elettroniche sono un’aggiornata versione cibernetica del Panopticon “ tutti i luoghi in cui vengono immagazzinati i dati cui i nostri corpi sono informaticamente vincolati non offrono più riparo da chi ci osserva”
Superpanopticon Memorizzazione di una grande quantità di dati  forniti volontariamente  dai sorvegliati (acquirenti, clienti delle banche, ecc) Non si pone nessuno degli obbiettivi del Panopticon ma  esclude comunque dal sistema chi non è in grado di fare scelte La banca dati censisce i consumatori più affidabili ed  espelle tutti gli altri , semplicemente perché nella loro vita non c’è stato nulla di cui prendere nota La funzione principale del superpanopticon è che  nessun intruso possa entravi senza avere i giusti requisiti Tante più informazione su un individuo contiene la banca,  tanto più questo è libero di muoversi
Thomas Mathiesen Il potere panottico ha subito una metamorfosi da  una situazione in cui i pochi guardano i molti, ad una in cui i molti guardano i pochi Mass-media Synopticon Natura globale, chi guarda è  svincolato dalla propria localizzazione  e dovunque sia può collegarsi alla rete extraterritoriale che permette ai molti di guardare i  pochi Rigidamente selezionati Si è globali se si hanno le caratteristiche per essere guardati (celebrità) Web NO UTILIZZO  UNIVERSALE
I SOGGETTI A RISCHIO
Stato caritatevole Usa  “ Lo Stato caritatevole […] tende a biforcarsi in uno  stato sociale che assicura garanzie di sicurezza minime per le classi medie , e in uno stato  sempre più repressivo che cerca di contrastare la violenza  generata dalle condizioni sempre più precarie di larga parte della popolazione.” Ridurre lo Stato solo alle questioni della legge e dell’ordine ,[object Object],[object Object]
E’ soprattutto  l’elite politica  che si muove liberamente nello spazio e nel tempo che ritiene che il governo debba dedicare l preoccupazioni principali alle minacce, soprattutto alla  reclusione e all’isolamento  dei soggetti a rischio  Estraniazione dalla società Ma chi sono oggi i soggetti a rischio? Viviamo tra persone che non conosciamo e tendiamo a criminalizzare i loro atti La nostra società moderna tende ad attribuire caratteri criminosi a una  quantità sempre maggiore di atti considerati negativi , mentre un numero sempre maggiore di questi atti ha come effetto la  carcerazione Non c’è distinzione tra i diversi atti,  categorie prestabilite
“ LA DENSITA’ FISICA DELLA POPOLAZIONE TENDE A DIVENIRE CONSIDEREVOLMENTE MAGGIORE DEL SUO SPESSORE MORALE” Non cresce l’intimità Non c’è densità psicologica La tendenza a ridurre tutti i comportamenti devianti in categorie giuridicamente definite diventa un   bisogno ISOLAMENTO TOTALE Riduzione dell’altro ad una pura   personificazione della forza punitiva del diritto
Pelican Bay, California “ interamente automatica e progettata in maniera tale che i reclusi in pratica non hanno alcun contatto con le guardie e gli altri reclusi” Può sembrare la versione avanzata del Panopticon, ma non è così Era soprattutto una casa di correzione e aveva una   morale   di fondo Fabbriche di lavoro disciplinato (case di lavoro) Mettere al  lavoro   i reclusi per reintrodurli nella società L’obbiettivo è stato raggiunto? Mathiesen La reclusione  “prigionizza”  gli individui
L’intenzione   era comunque quella di riabilitare Oggi  “si è   abbandonato   ogni dichiarazione di intenti alla riabilitazione, sincera o ipocrita che fosse” Far tornare al lavoro i reclusi ha senso solo se c’è disponibilità di esso Ciò che conta è che i reclusi stiano dove sono La prigione è  “un luogo di esclusione per persone abituate al loro stato di esclusi” IMMOBILITA’ Le prigioni servono come  laboratori sperimentali  nei quali poter osservare  in forma pura tendenze diffuse e presenti nella vita normale
Il sistema carcerario assiste ad un  boom della costruzioni Nuovi è più ampi gruppi della popolazione  sono visti come una minaccia all’ordine sociale La loro esclusione dalla società attraverso la detenzione viene considerata l’unica soluzione possibile per placare le tensioni Bisogno di rifugiarsi nel territorio “ Gli appelli alle paure che attengono alla sicurezza, alla assenza di rischi, sono davvero  al di sopra delle classi e attraversano i partiti , così come accade per le paure stesse” CARATTERE GLOBALE Causa delle trasformazioni dovute allo stesso concetto di globalizzazione
INSICUREZZA INCERTEZZA ANSIA DI OTTENERE GARANZIE DI ORDINE La paura cresce di continuo I governi si sentono sollevati  Niente li spingerà ad agire per questioni che  non hanno la capacità di risolvere Tutto quello che fanno serve solo a farli sembrare forti e pieni di risorse “ La spettacolarità delle pene punitive conta più della sua efficacia” Le elités extraterritoriali  non risentono  del confronto con i guardiani dell’ordine Gli ordini appartengono a  luoghi specifici
UNA NUOVA SOCIETA’ LA SOCIETA’ DEL RISCHIO
U. Beck La società del rischio   Nella società sono cambiati la natura globale dei rischi e la consapevolezza di questi da parte degli individui Aumentano i rischi introdotti dalla  modernizzazione stessa   (inquinamento ambientale, energia nucleare, ecc…) Diventa consapevole del  pericolo di autodistruzione  insito nella continuazione dell’industrialismo classico ,[object Object],[object Object],Conseguenze negative sono  prezzi necessari da pagare VS
Discontinuità e dinamismo moderno Separazione dello spazio e del tempo Sradicamento dei sistemi sociali dai contesti locali di interazione  Ordinamento e riordinamento riflessivo delle relazioni sociali Percezione del rischio L’uomo sente di essere parte di un mondo che  non comprende del tutto  e deve fare affidamento su  sistemi astratti L’individuo analizza e riflette sulle proprie azioni e sugli altri sulla base di un flusso costante di informazioni Conoscenze in continua evoluzione Difficoltà di divulgazione Nuove disuguaglianze Minimizzare i  rischi  e trarre più benefici possibili dalla modernità Giddens
Rischio e fiducia Rischio  Alla base della modernità c’è una  intensificazione del rischio OGGETTIVA Il rischio viene universalizzato (una catastrofe può colpire chiunque a prescindere da etnie, religione ecc..) e istituzionalizzato SOGGETTIVA Si indeboliscono le credenze magiche e religiose, aumenta la consapevolezza individuale(grazie all’istruzione) e si riconoscono i limiti delle  competenze scientifiche e dei sistemi astratti
Fiducia La fiducia moderna è quella che dobbiamo dare ai  sistemi astratti  (transazioni monetarie a distanza, ricerche scientifiche ecc..) “ Con lo sviluppo di sistemi astratti,  la fiducia in principi impersonali e la fiducia in altre persone anonime diventano indispensabili  all’esistenza sociale” CRESCONO I RISCHI, MA CRESCE ANCHE LA NOSTRA CAPACITA’ DI RIFLETTERE SU DI ESSI E SULLE NOSTRE AZIONI. NO
SICUREZZA OGGI LA POLIZIA NELL’ERA DEL SYNOPTICON
Storia della polizia italiana Le origini dell'amministrazione della pubblica  sicurezza , in senso moderno, vengono fatte risalire al  re Carlo  Alberto , che la costituì nel 1848 come amministrazione civile. Nella riorganizzazione dello stato sabaudo, alla diffusione territoriale delle forze di controllo militare (dapprima granatieri di Sardegna e Carabinieri, poi solo questi ultimi), fu dunque affiancata una struttura civile composta di delegati di polizia.   I primi corpi che diedero vita alla polizia dell'epoca furono la  Milizia Comunale e la Guardia Nazionale . Successivamente, con la legge 11 luglio 1852, n.1404, venne creato il  Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza   L'Ottocento: la nascita, la crescita
Il regio decreto 9 ottobre 1861, n. 255, creò la  Direzione Generale della Pubblica Sicurezza , potenziando quindi temporaneamente la struttura, allora cresciuta sino al rango di Divisione, e l’anno sucessivo, con  l'istituzione del Segretariato Generale del ministero dell’interno   Nel dicembre del 1890 (Ministro dell'Interno Francesco Crispi) dall'unione delle Milizie Comunali e del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, nacque il  Corpo delle Guardie di Città
Il Novecento: la scienza e la politica   Nel 1902, ad opera principalmente di Salvatore Ottolenghi, fu fondata la  Scuola di Polizia Scientifica  durante il governo Giolitti Nel 1917 fu istituito  l'UCI , ufficio centrale investigazioni, che raccoglieva in parte l'eredità della divisione affari riservati ai politici e che si sarebbe dedicata ad attività di  controspionaggio   Nell'agosto del 1919, furono sciolte le Guardie di Città e furono costituiti la  Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza  ( deputata al mantenimento dell’ordine pubblico  ed il  Corpo degli Agenti Investigativi , specializzato in compiti di polizia giudiziaria
La Polizia nel regime   Il 31 dicembre 1922 Benito Mussolini, capo del neonato governo,  sciolse i due corpi  (provocando reazioni violente di una certa gravità da parte delle truppe interessate), che furono poi assorbiti all'interno  dell'Arma dei Reali Carabinieri . Nell'ambito della stessa manovra, veniva creata la  Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale P E R C H E? Con l'unificazione nei Carabinieri sarebbe stato più facile il controllo su tutta la polizia attraverso il controllo della sola Arma, che Mussolini considerava alla sua portata.
Il regime di Polizia   Nel 1926 fu nominato Capo della Polizia Arturo Bocchini; pochi giorni dopo la sua nomina fu emanato il  Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza  (TULPS), che regolamentava con minuzia la vita quotidiana . Fu reintrodotta la  pena di morte .   Dal punto di vista operativo, con la conquista delle colonie, Bocchini ideò un  apposito mini-corpo di polizia per i nuovi territori, la PAI, Polizia dell'Africa Italiana
La Polizia di guerra   La guerra condusse le forze di polizia ad aggiornare le proprie finalità d'impiego, per far fronte a situazioni di ordine pubblico ovviamente eccezionali.   Il 2 novembre 1944, interrompendo la tradizione che aveva visto la polizia sempre come corpo civile armato (salvo nel periodo del breve assorbimento nell'Arma dei Carabinieri), con un decreto legislativo, venne nuovamente istituito il  Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza , che aveva stavolta status di  corpo militare . Nonostante la gravità della situazione generale, nel 1945 si diede vita alle specialità della  Polizia Ferroviaria e della Polizia Stradale , il cui primo compartimento fu insediato presso la questura di Milano.
Verso la nuova Polizia   Dopo la liberazione dell’Italia, fu assunto Giuseppe Romita, il quale istituì la  “Celere” ,  forza di pronto impiego per l'ordine pubblico . La Celere fu munita dei primi  manganelli di legno   Nel dicembre 1959 nacque il  Corpo di Polizia Femminile , composto da personale femminile e  dedicato a tematiche delicate e di grande rilievo morale , come la protezione della donna e la tutela dei minori
Angelo Vicari e la nuova Polizia   Con Vicari nacque la  polizia criminale (criminalpol)  ,inizialmente come una divisione per il coordinamento (concetto ancora una volta mutuato da altri corpi stranieri) dell‘Interpol con alcuni servizi investigativi interni.   Nacquero numerose specialità, mentre le questure  specializzavano apposite squadre dedicate ad alcune tipologie d'impiego : le squadre volanti, mobili, omicidi e molte altre, distinte per competenze. L’Alfa Romeo Giulia Super, nella classica livrea "verdone", veicolo-simbolo della polizia degli anni '60 La polizia, per ovvie ragioni costituita da selezionata "brava gente", faticò a trovare punti di contatto utili per la prevenzione e per la repressione, perdendo terreno in favore dei delinquenti nonostante i molti sforzi compiuti .
La riforma del 1981  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Con la riforma imposta dalla legge n. 121,  queste tre diverse componenti furono fuse nella Polizia di Stato, "corpo civile militarmente organizzato" per la tutela dello Stato e dei cittadini da reati e turbative dell'ordine pubblico . La nuova Polizia diveniva un  corpo civile a tutti gli effetti  ,aperto a  uomini e donne . I gradi furono rinominati , i ruoli ristrutturati con la creazione del ruolo  Ispettori , inserito fra quello dei Sovrintendenti (in precedenza Sottufficiali) e quello dei  Funzionari  (in precedenza Ufficiali). La riforma ha previsto l'organizzazione del personale in 3 differenti ruoli organizzativi:  ruolo ordinario, ruolo tecnici e ruolo sanitario
LA CRIMINALITA’ IN ITALIA
Vittime, scippi e borseggi in abitazione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Allo stesso tempo si può essere vittime  sia se si è poveri sia se si è ricchi
Quello che cambia e la diversa  percezione del livello di rischio Nei reati di strada è invece  lo stile di vita  a determinare la probabilità maggiore o minore di essere aggrediti Le donne sono più esposte al rischio
Subire reati di strada, borseggi e scippi sta diventando sempre più  quotidiano. Ripararsi dal rischio con  tecnologie e autodifese . Segni di degrado e disordine sociale nella città, incrementano il senso di  insicurezza dei cittadini .
Paura della criminalità = pericolo reale. Sentimento di paura personale  (fear of crime) Dipende dalle incertezze del vivere sociale nel suo complesso Paura alimentata dal senso di solitudine, dalla mancanza di fiducia nel vicino e nelle forze dell’ordine. Per aumentare la fiducia nelle forze dell’ordine lo Stato ha promosso una nuova figura importante …
IL POLIZIOTTO DI QUARTIERE
Polizia di prossimità Origine Chi e quanti sono? Segnalazioni Ferrara L’istituzione del vigile di quartiere risale a  sei anni fa . Mentre in altre realtà questa istituzione è rimasta solo un progetto  Si è voluto dare una  risposta concreta ai temi posti dalla percezione di sicurezza dei cittadini , riaffermando la  superiorità del pattugliamento preventivo  e dunque del presidio visibile del territorio,  piuttosto che la sola logica di interventi forti e utili, ma inevitabilmente sporadici.
Il concetto di Polizia di prossimità deriva dalla  Polizia di comunità , proposta negli  Anni '60 negli Stati Uniti d’America . Particolarmente significativa anche l'esperienza francese degli Anni '80 che, per la prima volta in Europa, ha realizzato  nuove modalità operative di polizia radicate sul territorio . Il modello francese è stato poi ripreso da Olanda, Belgio e Spagna Origine
Per Polizia di prossimità s'intende quel settore della Polizia di stato e dell’Arma dei carabinieri  particolarmente legato al territorio . In Italia, la Polizia di prossimità è rappresentata da Poliziotti e Carabinieri di Quartiere. Tali figure professionali sono nate nel  dicembre 2002 , dapprima in forma sperimentale in 28 province, per poi estendersi progressivamente su tutto il territorio nazionale.  Alla fine del gennaio 2006, il Ministero dell’Interno ha fornito i dati relativi alla consistenza numerica dei Poliziotti e dei Carabinieri di Quartiere:  gli uomini e le donne attualmente dedite a questo  servizio  sono oltre 3.700, impegnate in 748 aree cittadine   Chi e quanti sono?
Dal 1 marzo 2007,entrerà in vigore il potenziamento del sistema operativo “Vigili di quartiere”. Agli attuali 25 agenti di polizia municipale radicati nel territorio comunale, ne verranno aggiunti altri. L’inserimento di nuovi vigili di quartiere riguarderà soprattutto la zona di via Bologna, la Gad e la Nord dove esistono rispettivamente i problemi di ordine pubblico derivati da via Krasnodar, la zona del Grattacielo e il Barco Problemi in termini di controllo soprattutto di cittadini extracomunitari. In passato la zona aveva già creato conflittualità con i cittadini residenti  Ferrara
Il vigile di quartiere svolge anche l’importante mansione di  raccogliere e filtrare le richieste dei cittadini residenti.  La tipologia delle richieste vede soprattutto  osservazioni sulla manutenzione stradale, richieste per il verde pubblico e privato e l’illuminazione, seguito dalle segnaletica e dalla toponomastica, infine criminalità e disagio sociale. RICHIESTE EVASE Segnalazioni  9460 11630 TOTALE 135 166 Varie 327 351 Disagio sociale, microcriminalità 733 812 Edilizia, Ambiente, Inquinamento  154 186 Attività commerciali 481 527 Problemi connessi ad animali 439 585 Perdite d’acqua 1147 1251 Rifiuti 1266 1748 Segnaletica-toponomastica 1554 1890 Verde pubblico-privato, illuminazione 1183 1312 Problemi di viabilità e sosta  2041 2802  Manutenzione strade
RISCHI, INCERTEZZE E VITA QUOTIDIANA La società del rischio
Rischi e incertezze  (società tardo – moderna) Insicurezza urbana : isolamento sociale e sfiducia nei sistemi. Ogni individuo ha una  percezione soggettiva del rischio , ma è necessario individuare le  responsabilità collettive  e fornire agli individui  strumenti  per fronteggiare il rischio La società del rischio
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],La percezione dell’insicurezza è una condizione di marginalità sociale . La società del rischio
Seconda modernità Problema: contenere i pericoli e i rischi di una modernizzazione già avvenuta. Lo sviluppo porta alla perdita di qualcosa Campagne  città  metropoli Nella Società complessa va perdendosi la “pace” presente nelle campagne Elaborare progetti di gestione e controllo della vita pubblica La società del rischio
Nuovi rischi della società complessa ,[object Object],[object Object],La società del rischio
Sicurezza bene sociale assistenza bene politico = = Società del Rischio La nostra viene definita anche come Comunità della paura. La società del rischio
Paura della criminalità provoca preoccupazioni e ansie, dunque insicurezza sociale, ovvero la difficoltà nell’attuare politiche pubbliche coerenti con il  principio di protezione sociale Sfiducia nei sistemi Individuo si rinchiude nel privato:  localismo Distanza tra società e i membri della società Aumento di insicurezze che fa scattare reazioni aggressive di ansia alimentata da tempo. La società del rischio
Quartieri italiani : problemi legati alla  criminalità   spesso associati all’immigrazione Comunicazione, informazione dei mass-media Pericoli nel contesto urbano   consapevolezza di  “non poterci fare nulla” La società del rischio
Insicurezze della società del rischio paure legate alla sicurezza ontologica  (= certezza della propria posizione sociale) paura legata alla sicurezza fisica e biologica  (= legata a malattie, incidenti, reati) paura legata allo straniero  (= insicurezza dello straniero causata dai pregiudizi) La società del rischio Torna indietro
Diario di bordo
ATTIVITA’ DI PREVENZIONE Incontro anziani Incontro scuole 26-27 marzo 28-29-30-31 marzo UFFICI Ufficio denunce  Sala operativa PATTUGLIA A piedi In macchina In camper Indice
Il poliziotto di quartiere ha una funzione molto importante che è quella di informare per la  prevenzione . Per osservare questa attività di prevenzione,abbiamo seguito i poliziotti in una scuola media (succursale della scuola media statale “De Pisis”). L’incontro si è svolto con studenti delle classi prima e terza. lunedì 26 marzo Il nostro tutor Marco Fabbri ha spiegato agli studenti come è nata la figura del poliziotto di quartiere, come interviene sul territorio ferrarese e quali sono le sue  funzioni principali, servendosi di un documento in “power point” molto dettagliato. Inoltre, ha affrontato con i ragazzi discorsi sull’attualità e sul mondo giovanile, come il bullismo, la droga e l’esclusione sociale, ascoltando le opinioni degli studenti.
Sempre per quanto concerne la funzione preventiva,  martedì 27 marzo  abbiamo assistito ad un incontro sui furti agli anziani, nella parrocchia di Denore (Fe) Inizialmente un’associazione del comune di Ferrara ha mostrato un filmato amatoriale prodotto dagli anziani di questo comitato: nel video sono stati rappresentati gli anziani in preda ai più comuni furti e imbrogli. A seguire sono intervenuti i poliziotti di quartiere con alcuni consigli per prevenire o eventualmente intervenire sui truffatori, il maresciallo dei carabinieri di Denore e il presidente dell’associazione ferrarese. I poliziotti hanno lasciato i loro contatti agli anziani, ribadendo più volte di rivolgersi a loro per ogni evenienza senza problemi.
Dal 28 al 31 di marzo  ci siamo suddivise in diverse attività all’interno e all’esterno della questura. Abbiamo potuto osservare  l’ufficio denunce , vedendo come si effettua una denuncia e quali sono quelle più frequenti. Abbiamo notato l’importanza delle descrizioni dettagliate che spesso sono molto utili per individuare il colpevole. In queste giornate, molte sono state le denunce per i furti di biciclette, per smarrimento patente o altri documenti, ecc., ma non abbiamo assistito a denunce più complesse, anche e soprattutto per non violare la privacy delle persone.
Durante la permanenza in questo ufficio, abbiamo avuto modo di consultare l’archivio delle denunce del mese di marzo 2007; alcune di queste anche molto gravi e delicate (violenza di mariti sulle mogli, ecc..). Inoltre, ci è stato fornito dai poliziotti in servizio il modulo base per la compilazione della denuncia. I poliziotti che lavorano in questo ufficio devono avere la prontezza e la capacità di ricoprire diversi ruoli; infatti vengono a contatto con tipi di  persone molto diverse e devono “trasformarsi” in assistenti sociali, psicologi, amici; per questo chi lavora qui spesso ha alle spalle molti anni di esperienza. I poliziotti devono inoltre fare in modo che si evitino le denunce. Facendo da mediatori tra le due parti in scontro, propongono alle persone soluzioni meno drastiche, ovviamente in riferimento a casi relativamente gravi.
Questo è il modulo che viene fornito a tutte le persone che vogliono sporgere denuncia. In alternativa, il modulo viene compilato direttamente al computer dal poliziotto in servizio all’ufficio denunce.
La  Sala operativa  è il punto della questura più importante.  Qui arrivano le chiamate di emergenza dei cittadini; gli operatori hanno il compito di inoltrare la chiamata, tramite radio, al tipo di polizia inerente alla segnalazione (per esempio in caso di incidente la chiamata  viene inviata alla polizia stradale). Inoltre, le pattuglie in servizio, contattano, sempre tramite radio, la sala operativa come strumento di consultazione (per esempio durante un posto di blocco, il poliziotto consulta la sala operativa per informazioni sul veicolo e sul conducente) Tutto questo è possibile grazie ad un’avanzata tecnologia presente all’interno di questa sala.
Ovviamente, gli agenti che lavorano in sala operativa ricevono spesso scherzi telefonici, falsi allarmi e richieste che non rientrano nelle loro competenze. Molto spesso arrivano telefonate da parte di squilibrati e vagabondi dalle cabine telefoniche, altre dagli ospiti dei centri di salute mentale, che chiamano il 113 scambiandolo quasi per un “telefono rosa”. Sono frequenti anche gli scherzi e i falsi allarmi che però, con anni di esperienza alle spalle, gli agenti riescono a smascherare.  Un agente ci ha raccontato anche un episodio molto comico. Un giorno una signora ha chiamato il 113 per chiedere quale fosse la strada esatta per arrivare a Parigi e le relative informazioni su clima e temperatura  nella città;   l’agente, stupito, le ha risposto che non era a disposizione di questi dati e ha salutato facendosi una risata.
Un mezzo utilizzato dai poliziotti per sorvegliare e controllare è il  camper . Questo mezzo non ha solo la funzione di pattugliamento, ma ha al suo interno un ufficio per le denunce utilizzato dai cittadini che non hanno la possibilità di raggiungere la questura, come ad esempio gli anziani.
Pattuglia con i poliziotti quartiere Durante la mattinata ognuna di noi ha seguito 2 poliziotti in servizio: l’efficacia di questo servizio è data dal movimento  a piedi  che permette una maggiore relazione e conoscenza con tutti i commercianti della zona. Questo porta ad una maggiore comunicazione e confidenza; i negozianti si sentono più sicuri perché sanno esattamente a chi rivolgersi, conoscono personalmente i poliziotti e sanno di poter contare su di loro. I poliziotti di quartiere di Ferrara effettuano il loro servizio in quattro zone  distinte della città ( zone A, A1, B, B1). Ogni giorno il Sovra Intendente Capo spartisce le zone a tutti i poliziotti che, in coppia, effettuano il controllo sulla parte di territorio loro assegnata. La polizia di quartiere di Ferrara agisce esclusivamente entro le mura.
Pattuglia con la polizia di Stato Questa è un servizio che si svolge con l’auto, mirato soprattutto alla repressione. Durante questa pattuglia abbiamo fatto, insieme con i poliziotti, un giro di ispezione in viale Krasnodar e dintorni. Inoltre, abbiamo assistito all’azione della pattuglia stradale, dove gli agenti effettuano controlli su autovetture e conducenti, trasmettendo i dati di questi ultimi alla sala operativa per ricevere conferma della regolarità delle patenti e delle autovetture. I controlli aumentano se, per esempio, gli agenti sono alla ricerca di autovetture rubate o di individui sospettati.
Riflessioni personali
“… Questo è stato lo stage riassuntivo di tutti e tre gli anni: ha unito gli aspetti ludici dello stage nella scuola d’infanzia agli aspetti lavorativi e di relazione del Centro San Giorgio . Rimane il rammarico che sia finito, come in tutte le  esperienze positive, che sono opportunità che capitano una volta nella vita e che prima o poi finiscono. Il nostro ciclo di studi in questa scuola è ormai finito, così come queste esperienze […]” Valentina “… È stato interessante parlare  di rapporti umani in una società in cui questi vengono sempre meno;  è bello pensare che la semplice chiacchierata con un poliziotto possa essere utile quanto un intervento sul “luogo del delitto” con tanto di pistola. Informare la gente sui pericoli e far sentire loro che possono contare su qualcuno che è sempre nei dintorni e che li protegge, è un  compito importante che i poliziotti di quartiere hanno, in una società come questa, del rischio e dell’insicurezza.[…]” Lia
“… Forse per la divisa, forse per luoghi comuni ingiustificati, si è portati a pensare al poliziotto come ad una persona rigorosamente seria, una persona che”toglie la libertà”. Non è così. Il poliziotto è una persona come tutte le altre, e già il fatto di doverlo scrivere mi infastidisce…tutti dovrebbero esserne convinti.  Non sottrae la libertà a nessuno ma lavora, rischiando tutti i giorni, per evitare che altri ce la possano rubare. Forse nessuno di noi sa cosa vuol dire andare per strada con la continua paura di essere attaccato da qualche esaltato, da qualche ubriaco o fanatico solo perché si indossa una  divisa…che è una delle etichette più pesanti da portare .[…] Francesca La nostra speranza per il futuro è che non si parli solo di Polizia come corruzione e abuso di potere, ma che si guardi alla Polizia sana, quella vera, che si impegna ogni giorno a proteggere la libertà e l’individualità di ognuno di noi.
Bibliografia ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
www.google.it www.poliziadistato.it www.wikipedia.it www.unict.it www.italcom.it www.aenigmatica.it www.sou.edu www.infobetting.com www.2varesenews.it www.ferrara.biz www.estense.com www.pca.it www.photobucker.com Siti Utili

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Polizia Di Prossimità

  • 1. Stage formativo Percorsi nella società complessa Sicurezza in città La polizia di prossimità Liceo classico L. Ariosto Indirizzo Scienze Sociali Classe 5R a.s. 2006/ 2007
  • 2. Tirocinanti Valentina Buzzoni Francesca Ferrari Lia Marchi Tutor interni Lucia Marchetti Daniela Veloccia Tutor esterni Marco Fabbri Luca Sita
  • 4. La sicurezza è l'assenza di pericoli . In senso assoluto, si tratta di un concetto difficilmente traducibile nella vita reale , di fatto l'applicazione delle norme di sicurezza , rende più difficile il verificarsi di eventi dannosi e di incidenti e si traduce sempre in una migliore qualità della vita . Nella lingua italiana, come in altre lingue, il termine sicurezza non viene molto bene differenziato da quello prevenzione . Forse, più che un problema linguistico, si tratta di un residuo di antichi concetti sul fato , sull' ineluttabile e sulla prevalenza del destino e della fortuna rispetto all'intelligenza umana. Quando si verifica un incidente, ancora oggi si sente parlare di sfortuna .
  • 5. I campi dove è vitale che la sicurezza sia uno dei primi obiettivi sono molto numerosi, così come vari sono i sistemi per raggiungere un grado di sicurezza ritenuto accettabile. Il percorso che abbiamo scelto di intraprendere ha come scopo quello di capire in che modo la concezione e l’applicazione della sicurezza sono cambiati nel tempo, con un particolare interesse verso la sicurezza nella società complessa e negli organi che tutelano i “cittadini del mondo”.
  • 6.
  • 7. IL PANOPTICON LA SICUREZZA IERI
  • 8. Sorvegliare e punire Nascita della prigione
  • 9. XVII periodo della peste Società controllata e sorvegliata al massimo con sistemi di registrazione e di reclusione Ordine dato dalla perfetta organizzazione del panopticon. Città sorvegliata con schemi ben precisi La città tutta percorsa da gerarchie, sorveglianze controlli e schemi diventa l’utopia della città perfettamente governata
  • 10.
  • 11. Questo modello di controllo e di supervisione dall’alto diventa un modello molto funzionale per mantenere ordine Funzione del panopticon Panopticon è “ una gabbia ” Punire (ogni delitto aveva la propria punizione) Rieducare gli individui Panopticon è “ una gabbia crudele e sapiente ”
  • 12. … E DOPO IL PANOPTICON?
  • 13.
  • 14. Superpanopticon Memorizzazione di una grande quantità di dati forniti volontariamente dai sorvegliati (acquirenti, clienti delle banche, ecc) Non si pone nessuno degli obbiettivi del Panopticon ma esclude comunque dal sistema chi non è in grado di fare scelte La banca dati censisce i consumatori più affidabili ed espelle tutti gli altri , semplicemente perché nella loro vita non c’è stato nulla di cui prendere nota La funzione principale del superpanopticon è che nessun intruso possa entravi senza avere i giusti requisiti Tante più informazione su un individuo contiene la banca, tanto più questo è libero di muoversi
  • 15. Thomas Mathiesen Il potere panottico ha subito una metamorfosi da una situazione in cui i pochi guardano i molti, ad una in cui i molti guardano i pochi Mass-media Synopticon Natura globale, chi guarda è svincolato dalla propria localizzazione e dovunque sia può collegarsi alla rete extraterritoriale che permette ai molti di guardare i pochi Rigidamente selezionati Si è globali se si hanno le caratteristiche per essere guardati (celebrità) Web NO UTILIZZO UNIVERSALE
  • 16. I SOGGETTI A RISCHIO
  • 17.
  • 18. E’ soprattutto l’elite politica che si muove liberamente nello spazio e nel tempo che ritiene che il governo debba dedicare l preoccupazioni principali alle minacce, soprattutto alla reclusione e all’isolamento dei soggetti a rischio Estraniazione dalla società Ma chi sono oggi i soggetti a rischio? Viviamo tra persone che non conosciamo e tendiamo a criminalizzare i loro atti La nostra società moderna tende ad attribuire caratteri criminosi a una quantità sempre maggiore di atti considerati negativi , mentre un numero sempre maggiore di questi atti ha come effetto la carcerazione Non c’è distinzione tra i diversi atti, categorie prestabilite
  • 19. “ LA DENSITA’ FISICA DELLA POPOLAZIONE TENDE A DIVENIRE CONSIDEREVOLMENTE MAGGIORE DEL SUO SPESSORE MORALE” Non cresce l’intimità Non c’è densità psicologica La tendenza a ridurre tutti i comportamenti devianti in categorie giuridicamente definite diventa un bisogno ISOLAMENTO TOTALE Riduzione dell’altro ad una pura personificazione della forza punitiva del diritto
  • 20. Pelican Bay, California “ interamente automatica e progettata in maniera tale che i reclusi in pratica non hanno alcun contatto con le guardie e gli altri reclusi” Può sembrare la versione avanzata del Panopticon, ma non è così Era soprattutto una casa di correzione e aveva una morale di fondo Fabbriche di lavoro disciplinato (case di lavoro) Mettere al lavoro i reclusi per reintrodurli nella società L’obbiettivo è stato raggiunto? Mathiesen La reclusione “prigionizza” gli individui
  • 21. L’intenzione era comunque quella di riabilitare Oggi “si è abbandonato ogni dichiarazione di intenti alla riabilitazione, sincera o ipocrita che fosse” Far tornare al lavoro i reclusi ha senso solo se c’è disponibilità di esso Ciò che conta è che i reclusi stiano dove sono La prigione è “un luogo di esclusione per persone abituate al loro stato di esclusi” IMMOBILITA’ Le prigioni servono come laboratori sperimentali nei quali poter osservare in forma pura tendenze diffuse e presenti nella vita normale
  • 22. Il sistema carcerario assiste ad un boom della costruzioni Nuovi è più ampi gruppi della popolazione sono visti come una minaccia all’ordine sociale La loro esclusione dalla società attraverso la detenzione viene considerata l’unica soluzione possibile per placare le tensioni Bisogno di rifugiarsi nel territorio “ Gli appelli alle paure che attengono alla sicurezza, alla assenza di rischi, sono davvero al di sopra delle classi e attraversano i partiti , così come accade per le paure stesse” CARATTERE GLOBALE Causa delle trasformazioni dovute allo stesso concetto di globalizzazione
  • 23. INSICUREZZA INCERTEZZA ANSIA DI OTTENERE GARANZIE DI ORDINE La paura cresce di continuo I governi si sentono sollevati Niente li spingerà ad agire per questioni che non hanno la capacità di risolvere Tutto quello che fanno serve solo a farli sembrare forti e pieni di risorse “ La spettacolarità delle pene punitive conta più della sua efficacia” Le elités extraterritoriali non risentono del confronto con i guardiani dell’ordine Gli ordini appartengono a luoghi specifici
  • 24. UNA NUOVA SOCIETA’ LA SOCIETA’ DEL RISCHIO
  • 25.
  • 26. Discontinuità e dinamismo moderno Separazione dello spazio e del tempo Sradicamento dei sistemi sociali dai contesti locali di interazione Ordinamento e riordinamento riflessivo delle relazioni sociali Percezione del rischio L’uomo sente di essere parte di un mondo che non comprende del tutto e deve fare affidamento su sistemi astratti L’individuo analizza e riflette sulle proprie azioni e sugli altri sulla base di un flusso costante di informazioni Conoscenze in continua evoluzione Difficoltà di divulgazione Nuove disuguaglianze Minimizzare i rischi e trarre più benefici possibili dalla modernità Giddens
  • 27. Rischio e fiducia Rischio Alla base della modernità c’è una intensificazione del rischio OGGETTIVA Il rischio viene universalizzato (una catastrofe può colpire chiunque a prescindere da etnie, religione ecc..) e istituzionalizzato SOGGETTIVA Si indeboliscono le credenze magiche e religiose, aumenta la consapevolezza individuale(grazie all’istruzione) e si riconoscono i limiti delle competenze scientifiche e dei sistemi astratti
  • 28. Fiducia La fiducia moderna è quella che dobbiamo dare ai sistemi astratti (transazioni monetarie a distanza, ricerche scientifiche ecc..) “ Con lo sviluppo di sistemi astratti, la fiducia in principi impersonali e la fiducia in altre persone anonime diventano indispensabili all’esistenza sociale” CRESCONO I RISCHI, MA CRESCE ANCHE LA NOSTRA CAPACITA’ DI RIFLETTERE SU DI ESSI E SULLE NOSTRE AZIONI. NO
  • 29. SICUREZZA OGGI LA POLIZIA NELL’ERA DEL SYNOPTICON
  • 30. Storia della polizia italiana Le origini dell'amministrazione della pubblica sicurezza , in senso moderno, vengono fatte risalire al re Carlo Alberto , che la costituì nel 1848 come amministrazione civile. Nella riorganizzazione dello stato sabaudo, alla diffusione territoriale delle forze di controllo militare (dapprima granatieri di Sardegna e Carabinieri, poi solo questi ultimi), fu dunque affiancata una struttura civile composta di delegati di polizia. I primi corpi che diedero vita alla polizia dell'epoca furono la Milizia Comunale e la Guardia Nazionale . Successivamente, con la legge 11 luglio 1852, n.1404, venne creato il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza L'Ottocento: la nascita, la crescita
  • 31. Il regio decreto 9 ottobre 1861, n. 255, creò la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza , potenziando quindi temporaneamente la struttura, allora cresciuta sino al rango di Divisione, e l’anno sucessivo, con l'istituzione del Segretariato Generale del ministero dell’interno Nel dicembre del 1890 (Ministro dell'Interno Francesco Crispi) dall'unione delle Milizie Comunali e del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, nacque il Corpo delle Guardie di Città
  • 32. Il Novecento: la scienza e la politica Nel 1902, ad opera principalmente di Salvatore Ottolenghi, fu fondata la Scuola di Polizia Scientifica durante il governo Giolitti Nel 1917 fu istituito l'UCI , ufficio centrale investigazioni, che raccoglieva in parte l'eredità della divisione affari riservati ai politici e che si sarebbe dedicata ad attività di controspionaggio Nell'agosto del 1919, furono sciolte le Guardie di Città e furono costituiti la Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza ( deputata al mantenimento dell’ordine pubblico ed il Corpo degli Agenti Investigativi , specializzato in compiti di polizia giudiziaria
  • 33. La Polizia nel regime Il 31 dicembre 1922 Benito Mussolini, capo del neonato governo, sciolse i due corpi (provocando reazioni violente di una certa gravità da parte delle truppe interessate), che furono poi assorbiti all'interno dell'Arma dei Reali Carabinieri . Nell'ambito della stessa manovra, veniva creata la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale P E R C H E? Con l'unificazione nei Carabinieri sarebbe stato più facile il controllo su tutta la polizia attraverso il controllo della sola Arma, che Mussolini considerava alla sua portata.
  • 34. Il regime di Polizia Nel 1926 fu nominato Capo della Polizia Arturo Bocchini; pochi giorni dopo la sua nomina fu emanato il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), che regolamentava con minuzia la vita quotidiana . Fu reintrodotta la pena di morte . Dal punto di vista operativo, con la conquista delle colonie, Bocchini ideò un apposito mini-corpo di polizia per i nuovi territori, la PAI, Polizia dell'Africa Italiana
  • 35. La Polizia di guerra La guerra condusse le forze di polizia ad aggiornare le proprie finalità d'impiego, per far fronte a situazioni di ordine pubblico ovviamente eccezionali. Il 2 novembre 1944, interrompendo la tradizione che aveva visto la polizia sempre come corpo civile armato (salvo nel periodo del breve assorbimento nell'Arma dei Carabinieri), con un decreto legislativo, venne nuovamente istituito il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza , che aveva stavolta status di corpo militare . Nonostante la gravità della situazione generale, nel 1945 si diede vita alle specialità della Polizia Ferroviaria e della Polizia Stradale , il cui primo compartimento fu insediato presso la questura di Milano.
  • 36. Verso la nuova Polizia Dopo la liberazione dell’Italia, fu assunto Giuseppe Romita, il quale istituì la “Celere” , forza di pronto impiego per l'ordine pubblico . La Celere fu munita dei primi manganelli di legno Nel dicembre 1959 nacque il Corpo di Polizia Femminile , composto da personale femminile e dedicato a tematiche delicate e di grande rilievo morale , come la protezione della donna e la tutela dei minori
  • 37. Angelo Vicari e la nuova Polizia Con Vicari nacque la polizia criminale (criminalpol) ,inizialmente come una divisione per il coordinamento (concetto ancora una volta mutuato da altri corpi stranieri) dell‘Interpol con alcuni servizi investigativi interni. Nacquero numerose specialità, mentre le questure specializzavano apposite squadre dedicate ad alcune tipologie d'impiego : le squadre volanti, mobili, omicidi e molte altre, distinte per competenze. L’Alfa Romeo Giulia Super, nella classica livrea "verdone", veicolo-simbolo della polizia degli anni '60 La polizia, per ovvie ragioni costituita da selezionata "brava gente", faticò a trovare punti di contatto utili per la prevenzione e per la repressione, perdendo terreno in favore dei delinquenti nonostante i molti sforzi compiuti .
  • 38.
  • 39. Con la riforma imposta dalla legge n. 121, queste tre diverse componenti furono fuse nella Polizia di Stato, "corpo civile militarmente organizzato" per la tutela dello Stato e dei cittadini da reati e turbative dell'ordine pubblico . La nuova Polizia diveniva un corpo civile a tutti gli effetti ,aperto a uomini e donne . I gradi furono rinominati , i ruoli ristrutturati con la creazione del ruolo Ispettori , inserito fra quello dei Sovrintendenti (in precedenza Sottufficiali) e quello dei Funzionari (in precedenza Ufficiali). La riforma ha previsto l'organizzazione del personale in 3 differenti ruoli organizzativi: ruolo ordinario, ruolo tecnici e ruolo sanitario
  • 41.
  • 42. Quello che cambia e la diversa percezione del livello di rischio Nei reati di strada è invece lo stile di vita a determinare la probabilità maggiore o minore di essere aggrediti Le donne sono più esposte al rischio
  • 43. Subire reati di strada, borseggi e scippi sta diventando sempre più quotidiano. Ripararsi dal rischio con tecnologie e autodifese . Segni di degrado e disordine sociale nella città, incrementano il senso di insicurezza dei cittadini .
  • 44. Paura della criminalità = pericolo reale. Sentimento di paura personale (fear of crime) Dipende dalle incertezze del vivere sociale nel suo complesso Paura alimentata dal senso di solitudine, dalla mancanza di fiducia nel vicino e nelle forze dell’ordine. Per aumentare la fiducia nelle forze dell’ordine lo Stato ha promosso una nuova figura importante …
  • 45. IL POLIZIOTTO DI QUARTIERE
  • 46. Polizia di prossimità Origine Chi e quanti sono? Segnalazioni Ferrara L’istituzione del vigile di quartiere risale a sei anni fa . Mentre in altre realtà questa istituzione è rimasta solo un progetto Si è voluto dare una risposta concreta ai temi posti dalla percezione di sicurezza dei cittadini , riaffermando la superiorità del pattugliamento preventivo e dunque del presidio visibile del territorio, piuttosto che la sola logica di interventi forti e utili, ma inevitabilmente sporadici.
  • 47. Il concetto di Polizia di prossimità deriva dalla Polizia di comunità , proposta negli Anni '60 negli Stati Uniti d’America . Particolarmente significativa anche l'esperienza francese degli Anni '80 che, per la prima volta in Europa, ha realizzato nuove modalità operative di polizia radicate sul territorio . Il modello francese è stato poi ripreso da Olanda, Belgio e Spagna Origine
  • 48. Per Polizia di prossimità s'intende quel settore della Polizia di stato e dell’Arma dei carabinieri particolarmente legato al territorio . In Italia, la Polizia di prossimità è rappresentata da Poliziotti e Carabinieri di Quartiere. Tali figure professionali sono nate nel dicembre 2002 , dapprima in forma sperimentale in 28 province, per poi estendersi progressivamente su tutto il territorio nazionale. Alla fine del gennaio 2006, il Ministero dell’Interno ha fornito i dati relativi alla consistenza numerica dei Poliziotti e dei Carabinieri di Quartiere: gli uomini e le donne attualmente dedite a questo servizio sono oltre 3.700, impegnate in 748 aree cittadine Chi e quanti sono?
  • 49. Dal 1 marzo 2007,entrerà in vigore il potenziamento del sistema operativo “Vigili di quartiere”. Agli attuali 25 agenti di polizia municipale radicati nel territorio comunale, ne verranno aggiunti altri. L’inserimento di nuovi vigili di quartiere riguarderà soprattutto la zona di via Bologna, la Gad e la Nord dove esistono rispettivamente i problemi di ordine pubblico derivati da via Krasnodar, la zona del Grattacielo e il Barco Problemi in termini di controllo soprattutto di cittadini extracomunitari. In passato la zona aveva già creato conflittualità con i cittadini residenti Ferrara
  • 50. Il vigile di quartiere svolge anche l’importante mansione di raccogliere e filtrare le richieste dei cittadini residenti. La tipologia delle richieste vede soprattutto osservazioni sulla manutenzione stradale, richieste per il verde pubblico e privato e l’illuminazione, seguito dalle segnaletica e dalla toponomastica, infine criminalità e disagio sociale. RICHIESTE EVASE Segnalazioni 9460 11630 TOTALE 135 166 Varie 327 351 Disagio sociale, microcriminalità 733 812 Edilizia, Ambiente, Inquinamento 154 186 Attività commerciali 481 527 Problemi connessi ad animali 439 585 Perdite d’acqua 1147 1251 Rifiuti 1266 1748 Segnaletica-toponomastica 1554 1890 Verde pubblico-privato, illuminazione 1183 1312 Problemi di viabilità e sosta 2041 2802 Manutenzione strade
  • 51. RISCHI, INCERTEZZE E VITA QUOTIDIANA La società del rischio
  • 52. Rischi e incertezze (società tardo – moderna) Insicurezza urbana : isolamento sociale e sfiducia nei sistemi. Ogni individuo ha una percezione soggettiva del rischio , ma è necessario individuare le responsabilità collettive e fornire agli individui strumenti per fronteggiare il rischio La società del rischio
  • 53.
  • 54. Seconda modernità Problema: contenere i pericoli e i rischi di una modernizzazione già avvenuta. Lo sviluppo porta alla perdita di qualcosa Campagne città metropoli Nella Società complessa va perdendosi la “pace” presente nelle campagne Elaborare progetti di gestione e controllo della vita pubblica La società del rischio
  • 55.
  • 56. Sicurezza bene sociale assistenza bene politico = = Società del Rischio La nostra viene definita anche come Comunità della paura. La società del rischio
  • 57. Paura della criminalità provoca preoccupazioni e ansie, dunque insicurezza sociale, ovvero la difficoltà nell’attuare politiche pubbliche coerenti con il principio di protezione sociale Sfiducia nei sistemi Individuo si rinchiude nel privato: localismo Distanza tra società e i membri della società Aumento di insicurezze che fa scattare reazioni aggressive di ansia alimentata da tempo. La società del rischio
  • 58. Quartieri italiani : problemi legati alla criminalità spesso associati all’immigrazione Comunicazione, informazione dei mass-media Pericoli nel contesto urbano consapevolezza di “non poterci fare nulla” La società del rischio
  • 59. Insicurezze della società del rischio paure legate alla sicurezza ontologica (= certezza della propria posizione sociale) paura legata alla sicurezza fisica e biologica (= legata a malattie, incidenti, reati) paura legata allo straniero (= insicurezza dello straniero causata dai pregiudizi) La società del rischio Torna indietro
  • 61. ATTIVITA’ DI PREVENZIONE Incontro anziani Incontro scuole 26-27 marzo 28-29-30-31 marzo UFFICI Ufficio denunce Sala operativa PATTUGLIA A piedi In macchina In camper Indice
  • 62. Il poliziotto di quartiere ha una funzione molto importante che è quella di informare per la prevenzione . Per osservare questa attività di prevenzione,abbiamo seguito i poliziotti in una scuola media (succursale della scuola media statale “De Pisis”). L’incontro si è svolto con studenti delle classi prima e terza. lunedì 26 marzo Il nostro tutor Marco Fabbri ha spiegato agli studenti come è nata la figura del poliziotto di quartiere, come interviene sul territorio ferrarese e quali sono le sue funzioni principali, servendosi di un documento in “power point” molto dettagliato. Inoltre, ha affrontato con i ragazzi discorsi sull’attualità e sul mondo giovanile, come il bullismo, la droga e l’esclusione sociale, ascoltando le opinioni degli studenti.
  • 63. Sempre per quanto concerne la funzione preventiva, martedì 27 marzo abbiamo assistito ad un incontro sui furti agli anziani, nella parrocchia di Denore (Fe) Inizialmente un’associazione del comune di Ferrara ha mostrato un filmato amatoriale prodotto dagli anziani di questo comitato: nel video sono stati rappresentati gli anziani in preda ai più comuni furti e imbrogli. A seguire sono intervenuti i poliziotti di quartiere con alcuni consigli per prevenire o eventualmente intervenire sui truffatori, il maresciallo dei carabinieri di Denore e il presidente dell’associazione ferrarese. I poliziotti hanno lasciato i loro contatti agli anziani, ribadendo più volte di rivolgersi a loro per ogni evenienza senza problemi.
  • 64. Dal 28 al 31 di marzo ci siamo suddivise in diverse attività all’interno e all’esterno della questura. Abbiamo potuto osservare l’ufficio denunce , vedendo come si effettua una denuncia e quali sono quelle più frequenti. Abbiamo notato l’importanza delle descrizioni dettagliate che spesso sono molto utili per individuare il colpevole. In queste giornate, molte sono state le denunce per i furti di biciclette, per smarrimento patente o altri documenti, ecc., ma non abbiamo assistito a denunce più complesse, anche e soprattutto per non violare la privacy delle persone.
  • 65. Durante la permanenza in questo ufficio, abbiamo avuto modo di consultare l’archivio delle denunce del mese di marzo 2007; alcune di queste anche molto gravi e delicate (violenza di mariti sulle mogli, ecc..). Inoltre, ci è stato fornito dai poliziotti in servizio il modulo base per la compilazione della denuncia. I poliziotti che lavorano in questo ufficio devono avere la prontezza e la capacità di ricoprire diversi ruoli; infatti vengono a contatto con tipi di persone molto diverse e devono “trasformarsi” in assistenti sociali, psicologi, amici; per questo chi lavora qui spesso ha alle spalle molti anni di esperienza. I poliziotti devono inoltre fare in modo che si evitino le denunce. Facendo da mediatori tra le due parti in scontro, propongono alle persone soluzioni meno drastiche, ovviamente in riferimento a casi relativamente gravi.
  • 66. Questo è il modulo che viene fornito a tutte le persone che vogliono sporgere denuncia. In alternativa, il modulo viene compilato direttamente al computer dal poliziotto in servizio all’ufficio denunce.
  • 67. La Sala operativa è il punto della questura più importante. Qui arrivano le chiamate di emergenza dei cittadini; gli operatori hanno il compito di inoltrare la chiamata, tramite radio, al tipo di polizia inerente alla segnalazione (per esempio in caso di incidente la chiamata viene inviata alla polizia stradale). Inoltre, le pattuglie in servizio, contattano, sempre tramite radio, la sala operativa come strumento di consultazione (per esempio durante un posto di blocco, il poliziotto consulta la sala operativa per informazioni sul veicolo e sul conducente) Tutto questo è possibile grazie ad un’avanzata tecnologia presente all’interno di questa sala.
  • 68. Ovviamente, gli agenti che lavorano in sala operativa ricevono spesso scherzi telefonici, falsi allarmi e richieste che non rientrano nelle loro competenze. Molto spesso arrivano telefonate da parte di squilibrati e vagabondi dalle cabine telefoniche, altre dagli ospiti dei centri di salute mentale, che chiamano il 113 scambiandolo quasi per un “telefono rosa”. Sono frequenti anche gli scherzi e i falsi allarmi che però, con anni di esperienza alle spalle, gli agenti riescono a smascherare. Un agente ci ha raccontato anche un episodio molto comico. Un giorno una signora ha chiamato il 113 per chiedere quale fosse la strada esatta per arrivare a Parigi e le relative informazioni su clima e temperatura nella città; l’agente, stupito, le ha risposto che non era a disposizione di questi dati e ha salutato facendosi una risata.
  • 69. Un mezzo utilizzato dai poliziotti per sorvegliare e controllare è il camper . Questo mezzo non ha solo la funzione di pattugliamento, ma ha al suo interno un ufficio per le denunce utilizzato dai cittadini che non hanno la possibilità di raggiungere la questura, come ad esempio gli anziani.
  • 70. Pattuglia con i poliziotti quartiere Durante la mattinata ognuna di noi ha seguito 2 poliziotti in servizio: l’efficacia di questo servizio è data dal movimento a piedi che permette una maggiore relazione e conoscenza con tutti i commercianti della zona. Questo porta ad una maggiore comunicazione e confidenza; i negozianti si sentono più sicuri perché sanno esattamente a chi rivolgersi, conoscono personalmente i poliziotti e sanno di poter contare su di loro. I poliziotti di quartiere di Ferrara effettuano il loro servizio in quattro zone distinte della città ( zone A, A1, B, B1). Ogni giorno il Sovra Intendente Capo spartisce le zone a tutti i poliziotti che, in coppia, effettuano il controllo sulla parte di territorio loro assegnata. La polizia di quartiere di Ferrara agisce esclusivamente entro le mura.
  • 71. Pattuglia con la polizia di Stato Questa è un servizio che si svolge con l’auto, mirato soprattutto alla repressione. Durante questa pattuglia abbiamo fatto, insieme con i poliziotti, un giro di ispezione in viale Krasnodar e dintorni. Inoltre, abbiamo assistito all’azione della pattuglia stradale, dove gli agenti effettuano controlli su autovetture e conducenti, trasmettendo i dati di questi ultimi alla sala operativa per ricevere conferma della regolarità delle patenti e delle autovetture. I controlli aumentano se, per esempio, gli agenti sono alla ricerca di autovetture rubate o di individui sospettati.
  • 73. “… Questo è stato lo stage riassuntivo di tutti e tre gli anni: ha unito gli aspetti ludici dello stage nella scuola d’infanzia agli aspetti lavorativi e di relazione del Centro San Giorgio . Rimane il rammarico che sia finito, come in tutte le esperienze positive, che sono opportunità che capitano una volta nella vita e che prima o poi finiscono. Il nostro ciclo di studi in questa scuola è ormai finito, così come queste esperienze […]” Valentina “… È stato interessante parlare di rapporti umani in una società in cui questi vengono sempre meno; è bello pensare che la semplice chiacchierata con un poliziotto possa essere utile quanto un intervento sul “luogo del delitto” con tanto di pistola. Informare la gente sui pericoli e far sentire loro che possono contare su qualcuno che è sempre nei dintorni e che li protegge, è un compito importante che i poliziotti di quartiere hanno, in una società come questa, del rischio e dell’insicurezza.[…]” Lia
  • 74. “… Forse per la divisa, forse per luoghi comuni ingiustificati, si è portati a pensare al poliziotto come ad una persona rigorosamente seria, una persona che”toglie la libertà”. Non è così. Il poliziotto è una persona come tutte le altre, e già il fatto di doverlo scrivere mi infastidisce…tutti dovrebbero esserne convinti. Non sottrae la libertà a nessuno ma lavora, rischiando tutti i giorni, per evitare che altri ce la possano rubare. Forse nessuno di noi sa cosa vuol dire andare per strada con la continua paura di essere attaccato da qualche esaltato, da qualche ubriaco o fanatico solo perché si indossa una divisa…che è una delle etichette più pesanti da portare .[…] Francesca La nostra speranza per il futuro è che non si parli solo di Polizia come corruzione e abuso di potere, ma che si guardi alla Polizia sana, quella vera, che si impegna ogni giorno a proteggere la libertà e l’individualità di ognuno di noi.
  • 75.
  • 76. www.google.it www.poliziadistato.it www.wikipedia.it www.unict.it www.italcom.it www.aenigmatica.it www.sou.edu www.infobetting.com www.2varesenews.it www.ferrara.biz www.estense.com www.pca.it www.photobucker.com Siti Utili