1. Percorsi nella società complessa Globalizzazione e forme alternative di consumo Elena Cavallari e Pietro Boldrini
2. Tutor interni: Lucia Marchetti & Maria Petresi Tutor esterno Ilaria Ghelfi Motivazione della scelta Il motivo della scelta di questo argomento è l’importanza che secondo noi hanno, e che stanno assumendo, il commercio Equo e Solidale e lo sviluppo sostenibile nel mondo contemporaneo. Approfondire questi argomenti ci sembra molto interessante ma soprattutto utile al fine di comprendere l’organizzazione e gli effetti di questi fenomeni. Inoltre crediamo che, in quanto appartenenti a uno dei paesi più industrializzati, abbiamo un dovere morale, ma anche pratico nei confronti dei paesi in via di sviluppo.
4. Parte 1 LA SOCIETA' CONSUMISTICA Parte 2 LO SVILUPPO SOSTENIBILE Parte 3 IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Globalizzazione e forme alternative di consumo
5. LA SOCIETA' CONSUMISTICA PARTE 1 Globalizzazione e forme alternative di consumo
6. La nostra è una società dei consumi La società dei consumi cambia l’identità individuale (la persona viene identificata in base ai beni che possiede) In passato l’identità sociale era costruita sulle capacità professionali e il tipo di lavoro che si svolgeva, oggi è basata sulla quantità e sulla qualità dei beni che l’individuo acquista Il lavoro non garantisce più stabilità e quindi non garantisce più un’identità all’interno della società Nell’epoca industriale l’uomo doveva essere soprattutto produttore, nelle società moderne deve essere consumatore Globalizzazione e forme alternative di consumo
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8. Il povero nella società del consumo che ruolo possiede? Essere povero significa non avere la possibilità di vivere una vita normale con la persistente sensazione di essere rimasti in dietro provocando la perdita di autostima, sensi di colpa e vergogna Globalizzazione e forme alternative di consumo “ i poveri non appartengono a una cultura diversa da quella dei ricchi, essi devono vivere nello stesso modo che è stato creato a beneficio di chi possiede denaro. E la loro distanza dai ricchi aumenta con la crescita economica cosi come la loro povertà è aggravata dalla recessione e dalla stagnazione” Bauman “ Lavoro, consumismo e nuove povertà”
9. La società attuale forma i propri membri al fine primario che essi svolgano il ruolo di consumatori. Ai propri membri la nostra società impone una norma: saper e voler consumare. Il fatto che consumare prenda del tempo è in realtà la rovina della società dei consumi. La soddisfazione del consumatore dovrebbe essere istantanea: in un duplice senso. I beni consumati dovrebbero soddisfare nell’immediato e la soddisfazione dovrebbe anche cessare immediatamente. La necessaria riduzione del tempo viene ottenuta meglio se i consumatori non possono concentrare troppo a lungo la propria attenzione o i propri desideri su uno specifico oggetto. La cultura della società dei consumi riguarda piuttosto il dimenticare che non l’imparare Globalizzazione e forme alternative di consumo
10. Globalizzazione e forme alternative di consumo Nella società dei consumi si è sviluppato un grande apparato di pubblicità, televendite e promozioni per convincere la gente a consumare Il rovescio della medaglia sono i rifiuti Ogni persona produce mezza tonnellata di rifiuti domestici all’anno Questo sistema materialista ci fa credere che il benessere consista esclusivamente nel possesso di oggetti. Più ne abbiamo, più dovremmo considerarci benestanti. Origine nella rivoluzione industriale
11. Cosa fare per "combattere" il consumismo La riduzione impone scelte di qualità e quantità. Se selezioniamo i prodotti in base alla qualità, ci rendiamo conto che molti vanno scartati perché dannosi. Altri invece vanno scartati perché sono inutili Recupero del senso della sufficienza La foga con cui compriamo ha indotto alcuni studiosi a pensare che per noi il consumismo ha la stessa funzione che il biberon ha per il bambino: serve a rassicurarsi e a compensare le nostre insoddisfazioni Ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare, rallentare Globalizzazione e forme alternative di consumo
12. Consumare con rispetto e cioè trattare bene gli oggetti affinché possano durare a lungo. La società dei consumi ci ha abituati a buttare via le cose quando sono ancora utilizzabili solo perché non sono più di moda o perché non sono più all’avanguardia tecnologica Un tempo la cultura del rispetto era molto radicata. Oggi non è facile riparare perché gli oggetti vengono costruiti per essere sostituiti Quasi ogni materiale potrebbe essere riciclato e se oggi questa pratica è ancora poco sviluppata è solo per mancanza di volontà Globalizzazione e forme alternative di consumo
13. I paesi industrializzati sanno che l’esaurirsi delle risorse e l’accumulo di inquinanti è il loro problema, ma finchè possono, nascondono la testa sotto la sabbia o cercano dei rimedi che sono peggiori dei mali Globalizzazione e forme alternative di consumo
15. La diffusa sensazione di ansia e incertezza nella quotidianità, segnala che qualcosa nell’idea di sviluppo che finora è prevalsa non ha funzionato. La fiducia smisurata nelle capacità della scienza e della tecnologia di far progredire l’uomo e di renderlo padrone della natura e della propria vita si rivela sempre più come illusoria e pericolosa Urgente è la ricerca di alternative credibili che abbiano al centro l’uomo e le sue esigenze, il rispetto per l’ambiente, la tensione alla giustizia sociale e alla redistribuzione dei beni Globalizzazione e forme alternative di consumo
16. Il termine Sviluppo Il termine sviluppo implica un fiducia smisurata nelle capacità della scienza e della tecnica di far progredire l’uomo e di renderlo padrone della natura e della propria vita. Gli individui, la società, l’economia sono naturalmente portati allo sviluppo, non all’arresto, alla stagnazione, alla diminuzione, al regresso al peggioramento. Per sviluppo economico si intende una crescita elevata e prolungata del prodotto pro capite innescata dal progresso tecnologico, accompagnata da importanti trasformazioni strutturali, sociali e culturali e associata a un miglioramento nella distribuzione della ricchezza, nelle condizioni lavorative, nelle condizioni sanitarie e assistenziali della popolazione Globalizzazione e forme alternative di consumo
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18. Il termine sottosviluppo Un paese è in condizione di sottosviluppo quando, malgrado la disponibilità potenziale di risorse e di tecnologie adeguate, non riesce a produrre un flusso di beni e servizi corrispondenti ai bisogni reali minimi e alle aspettative di progresso di popolazione Differenza tra povertà e sottosviluppo Sottosviluppo carenza di produzione e di ricchezza rispetto alle risorse disponibili Globalizzazione e forme alternative di consumo povertà: mancanza di risorse umane e naturali a disposizione
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22. Si definisce sostenibile la gestione di una risorsa il cui sfruttamento non superi un determinato limite, tenuto conto della sua capacità di riproduzione La sostenibilità dello sviluppo Il tema della sostenibilità è quindi riferito alle risorse rinnovabili come possono esserlo gli animali e le piante; le risorse non rinnovabili come quelle minerarie vengono in genere dette esauribili Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni Globalizzazione e forme alternative di consumo
23. Essa implica la necessità che tutti i diversi fattori concorrono a dare sostenibilità allo sviluppo cioè non soltanto il capitale umano e il capitale tecnico ma anche il capitale ambientale ha un suo rilevante ruolo nel processo evolutivo di ogni sistema economico Globalizzazione e forme alternative di consumo
24. Tanto i paesi industrializzati e altamente sviluppati quanto i paesi in via di sviluppo e quelli a economia fortemente arretrata sono accomunati da un unico destino. La tradizionale concezione dello sviluppo sembra non essere in grado di assicurare né un’estensione dello sviluppo né una sostenibilità di tale sviluppo in una prospettiva di medio-lungo periodo. Al contrario vi sono serie ragioni per ritenere che le disuguaglianze sociali ed economiche tra aree e paesi diversi del pianeta si accentueranno e inoltre a esse si sommerà il rapido deterioramento dell’ecosistema
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26. Globalizzazione e forme alternative di consumo In tale definizione,viene introdotto un concetto di “equilibrio” auspicabile tra uomo e natura La sostenibilità pura e semplice può diventare il pretesto per ingiustizie. Ecco perché bisogna parlare di sostenibilità dell’equità. Solo se sapremo costruire un’economia capace di rispettare gli equilibri del pianeta e nel contempo garantire a tutti una vita dignitosa, potremmo parlare di vero progresso umano. L’impresa è possibile, ma va comunque ridimensionato il ruolo del mercato
27. Nel 2001 l’UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che “ la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura (…) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale ” (Art 1 and 3,Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale,UNESCO, 2001) in questa visione , la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio delle tre E: ecologia, equità, economia
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29. “ Alcuni paesi non appoggiano il Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni climalteranti proprio perché non vogliono rinunciare al loro modello di vita “super-consumistico”: un modo per invertire la rotta sarebbe invece imparare a riutilizzare molte delle risorse che usiamo e gettiamo via” Premio Nobel per la pace nel 2004 Wangari Maathai Globalizzazione e forme alternative di consumo
30. IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Parte 3 Globalizzazione e forme alternative di consumo
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32. Definizione Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale. È una relazione paritaria fra tutti i suoi oggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori. Globalizzazione e forme alternative di consumo
33. Etica e morale Il Commercio Equo e Solidale vuole riequilibrare i rapporti con i paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro dignitose. Elimina le intermediazioni speculative e sostiene, con il prefinanziamento progetti di autosviluppo. Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell’economia e del mondo, attenta agli interessi di tutti Globalizzazione e forme alternative di consumo
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36. Obiettivi del commercio Equo e Solidale Migliorare le condizioni di vita dei produttori aumentando l’accesso al mercato Promuovere opportunità di sviluppo per produttori svantaggiati Proteggere i diritti umani promuovendo giustizia sociale, sostenibilità ambientale, sicurezza economica Favorire l’incontro fra consumatori critici e produttori dei paesi economicamente meno sviluppati Promuove un uso equo e sostenibile delle risorse ambientali Globalizzazione e forme alternative di consumo
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42. I LUOGHI VISITATI COMMERCIO ALTERNATIVO CENTRO STUDI LANGER BAZAR DEL NUOVO USATO CAFE' DE LA PAIX Il commercio Equo e Solidale Sede Movimento Nonviolento
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44. Garantisce ai produttori prezzi equi decisi da loro stessi Le relazioni fra le persone devono essere pacifiche, solidali, mutuamente arricchenti, basate sulla giustizia e sull’equità Il commercio è una relazione “chiave” fra le persone soprattutto nel forte contesto di globalizzazione delle società attuali La Soc. Commercio Alternativo opera con successo nel settore del Commercio Equo e Solidale , condividendone valori, obiettivi, pratiche, essendone attore fondamentale e protagonista attivo Il commercio Equo e Solidale ESEMPIO Prezzo di vendita al consumatore: 4,34 0,72 euro IVA 1 euro al produttore 0,20 euro trasporto 0,05 prefinanziamento 1,63 margine BdM 0,17 euro trasporto interno
45. Commercio Equo e Solidale Il commercio Equo e Solidale I produttori sono contadini del sud del mondo che non hanno possibilità di accesso al mondo del mercato tradizionale Gli importatori acquistano i prodotti direttamente dai produttori Le botteghe del mondo oltre a vendere i prodotti del CEeS propongono iniziative che vanno nela direzione di un modello di sviluppo più giusto, umano e sostenibile I consumatori condizionano le scelte delle aziende e quindi il commercio mondiale. Per fortuna l’eticità sta diventando sempre più un motivo nella scelta del prodotto
46. L'organizzazione del Commercio Alternativo Assemblea dei soci DIREZIONE Amministrazione 5 persone Grafica - Comunicazione 3 persone Logistica e Show Room 11 persone Acquisti Food e Controllo Qualità Nuovi prodotti 4 persone Acquisti Esteri Food e Artigianato Progetti 5 persone Commerciale 6 persone in sede 6 resp.li territoriali Il commercio Equo e Solidale
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48. Il commercio Equo e Solidale AFRICA: Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa D’Avorio, Egitto, Etiopia, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Madagascar, Marocco, Mauritius, Mozambico, RD Congo, Rwanda, Sud Africa, Senegal, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe ASIA:Bangladesh, Cina, Filippine, India, Indonesia, Nepal, Pakistan, Palestina, Pakistan, Sri Lanka, Thailandia, Uzbekistan, Vietnam AMERICA LATINA: Argentina, Bolivia, Brasile, Chile, Colombia, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Uruguau,Venezuela,. EUROPA: Croazia, Romania., Albania, Germania, Italia RAPPORTI DIRETTI CON più di 40 PAESI più di 150 GRUPPI DI PRODUTTORI
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50. Il commercio Equo e Solidale Bazar del nuovo usato Un bazar con capi di abbigliamento e accessori usati selezionati per bambino, uomo e donna. Vasto assortimento di pezzi unici di artigianato provenirnti dal sud nel Mondo: batik strumenti musicali, cesteria, oggettistica per la casa ecc… Prodotti alimentari del commercio equo e solidale come caffè, the, tisane, cioccolato, marmellate ecc… gestito da volontari
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53. Il commercio Equo e Solidale Al café de la paix è possibile degustare caffè, tisane, bevande, cibi, cultura della nostra tradizione e del mondo intero, con un’attenzione particolare ai prodotti equosolidali, tipici ferraresi, naturali, biologici, ma soprattutto di qualità. Sono privilegiati i prodotti del commercio equo e solidale dell’agricoltura biologica e i prodotti tipici dei nostri luoghi perché crediamo in un’economia al servizio dell’uomo. … pensiamo che ogni prodotto abbia una storia che va al di là delle caratteristiche organolettiche o dal prezzo …
54. Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale Il commercio Equo e Solidale
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56. … Lo stage “il Commercio Equo e Solidale” è stato coinvolgente in quanto ho imparato molo sia dal punto di vi sta economico sia dal punto di vista umanistico. .. … È stato uno stage molto variegato, ogni giorno eravamo in sedi differenti e abbiamo incontrato molte figure professionali operanti in settori diversi… … Complessivamente lo stage è stato variegato ed ho compreso in maniera più approfondita la complessità che sta dietro ad ogni settore e la globalità di ogni minimo particolare … Elena Cavallari