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UN CASO 
EMBLEMATICO DI 
MEDICINA LEGALE 
Dott. Sandro Gazia
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
• Si tratta, di un caso di morte di una giovane donna , alta cm 160, 
peso kg 86, gravida alla 40 settimana più 5 giorni, accaduto alcuni 
anni addietro presso una struttura sanitaria pubblica ( più 
precisamente in un reparto di Ostetricia e ginecologia). 
• ll decesso della donna (primi gravida) è avvenuto 
in sala operatoria, durante un intervento di taglio 
cesareo per sproporzione feto pelvica. 
• Alla gestante l’anestesista durante la visita pre-anestesiologica 
aveva proposto una anestesia loco-regionale spinale, per un 
riferito episodio, all’età di 5 anni, di fenomeno allergico 
imprecisato, forse ad antibiotico. Era stata sottoposta in pre-ospedalizzazione 
a visita allergologica e Le era stata prescritta 
terapia con “protocollo iposensibilizzante” in caso di narcosi. 
Protocollo non eseguito.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
• I genitori hanno immediatamente denunciato 
l’accaduto ed il P.M. di turno ha disposto il 
sequestro della cartella clinica ostetrica, della 
cartella clinica dell’anestesista, la consulenza del 
broncoscopista intervenuto nonchè il sequestro 
della sala operatoria e dell’apparecchio con cui era 
stata effettuata l’anestesia (narcosi ) per il 
fallimento dell’anestesia spinale.
IL FATTO 
CIRCA 20 GIORNI PRIMA DEL RICOVERO PER L’ESPLETAMENTO 
DEL PARTO, LA PAZ. ERA STATA RICOVERATA PRESSO LA STESSA 
STRUTTURA PER EDEMI ARTI INFERIORI ED 
IPERTRANSAMINASEMIA, RISOLTISI CON TERAPIA MEDICA. 
DURANTE TALE RICOVERO VENIVA ESEGUITA CONSULENZA 
ALLERGOLOGICA. 
"Si consiglia, a scopo cautelativo, prima di eventuale intervento 
chirurgico, premedicazione con cortisonici ed antistaminici con il 
seguente schema di somministrazione: 
Prednisone 50 mg 13 ore prima dell'intervento, 
50 mg 7 ore prima dell'intervento, 
50 mg 1 ora prima dell'intervento; 
Clorfenamina maleato fiale 10 mg, 1 fiala i.m. 1 ora prima 
dell'intervento"
IL FATTO 
INTERVENTO ESEGUITO IN URGENZA (DIFFERIBILE) 
Ore 13.30 visita preanestesiologica ( Mallampati 2, distanza interdentaria 
>35mm, collo corto, ASA 2), si programma anestesia spinale, non 
potendo eseguire tutto il protocollo antiallergico si 
dispone la sola somministrazione dell’antistaminico 
(Clorfenamina maleato 1 fiala i.m. ore13.40) 
Ore 14.00 Inizio anestesia locoregionale subaracnoidea, 
interspazio vert. L3 - L4. Ago N° 24 G 
Anestetico Chirocaina 0.5% I3 ml + Fentanil 20 ng. 
Dopo circa 15 min si evidenziava una parziale riuscita della 
tecnica (anestesia parziale emisoma sx dalla linea ombelicale in giù, totale emisoma dx). 
Data l’impossibilità di fare iniziare l’intervento, 
l’anestesista, autonomamente, convertiva l’anestesia 
da loco-regionale in Narcosi.
IL FATTO 
INDUZIONE: Propofol 180 mg 
MIORISOLUZIONE: Midarine (succinilcolina) 50 mg 
FLUIDOTERAPIA: Sol. Fisio. 500 ml, Elettr. III 500 + 500 ml. 
Maschera facciale n. 3 
• Mentre si ventilava la paziente con sistema "va e vieni" in ossigeno 
puro, compariva rush cutaneo ed edema della regione orale. Si 
somministrava Betametasone 4 mg e si procedeva all'introduzione del 
Iaringoscopio, manovra che risultava difficoltosa per edema della lingua 
e delle mucose delle prime vie aeree. Si incontrava difficoltà alla 
visualizzazione della glottide, quindi si rimuoveva il laringoscopio e si 
procedeva a ventilazione in maschera facciale in 02 puro, con risalita 
della Sp02. Si sostituiva la lama media del laringoscopio con la lama 
lunga e si procedeva ad ulteriore tentativo di visualizzazione. A questo 
punto (ore 14,21) giungeva in sala operatoria la 2° anestesista, in qualità 
di medico di guardia di Anestesia, che contínuava le manovre di 
intubazione.
IL FATTO 
Toilette delle prime vie aeree e ventilazíone in maschera con sistema "va e 
vieni“si eroga miscela di ossigeno puro e sevofluorane 2%. 
Incontrando rigidità muscolare all'apertura della bocca e movimenti corporei, 
non essendoci la possibilità (edema, rigidità) di apporre una maschera 
laringea, (non presente in sala operatoria) si procede a curarizzazione 
(cisatracurium 4 mg), ventilazione in maschera con sistema "va e vieni"con 
erogazione di miscela di ossigeno puro e sevofluorane 2%, fino a riottenere 
(secondo l’anestesista) una saturazione del 100%. Si procede quindi ad 
intubazione orotracheale che si rivela assai difficoltosa per impossibilità a 
visualizzare l'adito laringeo. L‘assenza di riscontro auscultatorio di 
trasmissione del MVF e la contestuale desaturazione comportano la 
decisione di estrarre il tubo e si continua toilette tracheo-bronchiale con 
ventilazione manuale in maschera. All’auscultazione toracica plurimi 
riscontri di rumori misti. Si somministra Betametasone (12 mg) toilette 
delle vie aeree superiori e continuazione della ventilazione manuale con 
risalita della saturazione.
IL FATTO 
Si invitano i chirurghi ad avviare l'atto chirurgico (14:25) 
continuando ad assistere le vìe respiratorie della paziente in 
maschera facciale e ventilazione manuale fino ad estrazione 
fetale. Ore 14:30 estrazione fetale di neonato vitale, con un 
giro di cordone ombelicale attorno al collo, con pianto al 
clampaggio del cordone ombelicale. I chirurghi segnalano 
addome gonfio e sangue del campo operatorio scuro. Si 
somministra ossitocina 10 UI e.v. 
Si procede, previa toilette delle vie aeree superiori, ad IOT 
(tubo OT numero 7 mandrinato) questa volta andata a buon 
fine(?). 
La saturimetria conferma tale rilievo (SpO2 100%), malgrado la 
circolazione periferica osservata agli arti superiori (letto 
ungueale mano destra) vada a peggiorare (cianosi ungueale 
con chiazze ipostatiche della cute dell'intera mano).
IL FATTO 
• All’ auscultazione toracica : rantoli a piccole bolle e qualche ronco. Si 
osserva fuoriuscita di abbondanti secrezioni dalla bocca e di scarsa 
quantità di sangue. Si procede ad ulteriore toilette tracheo-bronchiale si 
richiede urgente fibroscopia (14:35), si provvede al reperimento di 
secondo e terzo accesso venoso ( infusione di bicarbonato di sodio 500 
ml e mannitolo 18% velocità infusionale circa 25 gtt/min) 
somministrazione di atropina (0,5 mg e.v.) per comparsa di bradicardia: 
fugace risposta cronotropa positiva, quindi ancora bradicardia severa si 
continua a somministrare atropina (2 successive somministrazioni 1 mg 
ev in totale) nessuna risposta farmacologica con successiva rapida 
asistolia ( circa ore 14:40): si procede a RCP (massaggio cardiaco esterno, 
ventilazione manuale con ossigeno puro, adrenalina endotracheale 1mg, 
infusione di dopamina 250 mg in Soluzione elettrolitica enterica 500 ml 
e continuazione ventilazione manuale in ossigeno puro); Si invitano i 
medici operatori alla temporanea sospensione dell’atto chirurgico (in 
corso sutura piano muscolare).
IL FATTO 
Comparsa al monitoraggio cardiaco di attività bradicardica 
aritmica, somministrazione di atropina 0,5 mg e.v. 
Ore 14:45 non si ottiene alcun accettabile miglioramento di 
frequenza cardiaca e dopo qualche minuto nuova asistolia: 
RCP (massaggio cardiaco esterno, ventilazione manuale con ossigeno 
puro adrenalina endotracheale 1mg e si continua infusione di 
dopamina) 
Ore 14:55 si evidenzia accentuazione della desaturazione e 
contemporanea scomparsa all'auscultazione del MVF. 
Giunge in sala operatoria il medico fibrobroncoscopista, privo 
di fibrobroncoscopio, che solo successivamente viene 
prelevato da altra unità operativa.
IL FATTO 
Referto Medico Fibrobroncoscopista : Alle ore 15:02 circa giungo presso la 
sala operatoria, la paziente essendo in arresto cardiaco, è in atto 
sottoposta a massaggio cardiaco esterno. Si esegue FBS. Introduzione 
del fibroscopio il T.O.T. è ingombrato da modesta quantità di muco 
fluido di colore giallo (biliare?); superata l'estremità distale del T.O.T. si 
evidenzia che la stessa è posizionata, verosimilmente, al di sotto della 
bocca dell’ esofago. Estrazione del T.O.T. sino all‘aditus laringeo, che 
evidenzia discreto edema della mucosa. Superato il piano glottico 
I'esplorazione tracheale evidenzia lesione ecchimotica della mucosa tra 
la cricoide ed il I anello, in corrispondenza della parete anteriore; non 
lesioni endoscopicamente evidenziabili nel restante tratto tracheo-bronchiale 
esplorato sino ai rami di I e II ordine. 
Nel frattempo si continua RCP. 
Ore 15:10: nessuna ripresa dell'attività cardiaca; EXITUS.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
L’esame autoptico è stato eseguito da una terna di CTU di una 
città diversa da quella dove era avvenuto l’evento avverso, la 
terna era composta da un medico legale, una anestesista, ed 
una ginecologa . 
I CTU nominati dal PM, liberi professionisti, facevano risalire la 
causa del decesso a "insufficienza respiratoria e 
cardiocircolatoria da danno 
polmonare,conseguente ad aspirazione di succo 
gastrico e biliare (Sindrome di Mendelson) in 
paziente con lipomatosi miocardica” ritenendo che 
esistesse un nesso di causalità tra la condotta professionale 
dei sanitari che ebbero in cura la Signora e il suo decesso.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
• Il P.M. inviava gli atti al GIP per l’eventuale rinvio a 
giudizio, il GIP esaminati gli atti e la perizia dei CTU 
richiedeva una ulteriore perizia, nominando tre 
consulenti di una università di una regione diversa. 
I tre consulenti del GIP erano anche questi un 
medico legale, un anestesista e un ginecologo. 
• I Periti del GIP, dopo circa 2 anni dall’evento, 
depositano l’elaborato e giungono a conclusioni 
diverse dai consulenti del PM.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
La cascata degli eventi che ha condotto a morte la donna, 
i periti del GIP la identificano in: 
1) somministrazione di farmaci per via endovenosa in 
paziente con diatesi allergica 
2) insorgenza di reazione allergica con rush cutaneo ed 
edema della mucosa delle prime vie aeree 
3) difficoltà ventilatoria ed insufficienza respiratoria acuta 
4) arresto cardiaco 
5) exitus 
• La causa della morte è riferibile ad un'insufficienza 
respiratoria da edema siero-proteinaceo polmonare acuto 
e marcata congestione con stravasi emorragici 
endoalveoIari in soggetto con lipomatosi miocardica 
(ventricolo dx). Laringite acuta microulcerativa.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
LINGUA-FARINGE: Mucosa faringea con aree di disepitelizzazione 
superficiale e con annessi frammenti di tessuto tonsillare ipertrofico. E’ 
annesso tessuto linguale con note di edema interfasciale.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
LARINGE: Mucosa laringea con ampie aree di disepitelizzazione, 
con marcati fenomeni edematoso congestizi ed alcuni infiltrati 
flogistici linfo-granulocitari nel corion.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
Rappresentazione 
Schematica 
Corde Vocali Normali 
Visione Laringoscopia
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
Superficie mucosale regolare con assenza di edema mucosale 
degli anelli tracheali. Numerose petecchie e scarsa quantità di 
liquido schiumoso siero-ematico
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
• Concludono. “ Non si riscontra un comportamento 
censurabile a carico dei sanitari ostetrico ginecologi. 
E’ necessario rilevare che la terapia desensibilizzante 
prescritta dagli allergologi non è stata praticata dagli 
ostetrici, sebbene, qualora fosse stata praticata avrebbe 
mascherato l’insorgenza dell’allergia. 
• La scelta imprudente dell’anestesista di proseguire 
l’intervento con anestesia generale ed intubazione oro 
tracheale, seppure all’infuori di una urgenza indifferibile, 
ha dato inizio alla cascata degli eventi che ha determinato 
l’exitus”. Pur ravvisandosi un comportamento imperito e 
negligente da parte della seconda anestesista si ritiene che 
sia stato scarsamente rilevante poiché le condizioni della 
donna nel momento in cui intervenne erano, 
verosimilmente, compromesse quod vitam.
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
Il giudice monocratico, in primo grado, dopo la 
fase dibattimentale emette la sentenza: 
Sono stati assolti 
• La seconda anestesista intervenuta durante le 
fasi di criticità. 
• L’aiuto dell’operatore con la seguente 
motivazione: “ era assistente del 1° operatore, 
pertanto, non aveva alcun ruolo decisionale 
essendo estraneo al reparto, ed è intervenuto 
solo quale medico di fiducia della signora. “
UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE 
Condanna: 
• Il ginecologo capo equipe, operatore che ha eseguito il 
T.C. ; 
• La prima anestesista per aver convertito l’intervento da 
spinale in generale (narcosi) 
• Un anestesista responsabile delle attrezzature anestesiologiche 
dell’ospedale, questi è stato condannato perché ai poliziotti 
incaricati del sequestro aveva sempre dato rassicurazioni che 
avrebbe conservato tutti i dati fino al momento della 
estrapolazione, cosa che così non è stata perché i dati vitali al 
momento dell’estrazione erano andati perduti.
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Un caso emblematico di Medicina legale

  • 1. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE Dott. Sandro Gazia
  • 2. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE • Si tratta, di un caso di morte di una giovane donna , alta cm 160, peso kg 86, gravida alla 40 settimana più 5 giorni, accaduto alcuni anni addietro presso una struttura sanitaria pubblica ( più precisamente in un reparto di Ostetricia e ginecologia). • ll decesso della donna (primi gravida) è avvenuto in sala operatoria, durante un intervento di taglio cesareo per sproporzione feto pelvica. • Alla gestante l’anestesista durante la visita pre-anestesiologica aveva proposto una anestesia loco-regionale spinale, per un riferito episodio, all’età di 5 anni, di fenomeno allergico imprecisato, forse ad antibiotico. Era stata sottoposta in pre-ospedalizzazione a visita allergologica e Le era stata prescritta terapia con “protocollo iposensibilizzante” in caso di narcosi. Protocollo non eseguito.
  • 3. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE • I genitori hanno immediatamente denunciato l’accaduto ed il P.M. di turno ha disposto il sequestro della cartella clinica ostetrica, della cartella clinica dell’anestesista, la consulenza del broncoscopista intervenuto nonchè il sequestro della sala operatoria e dell’apparecchio con cui era stata effettuata l’anestesia (narcosi ) per il fallimento dell’anestesia spinale.
  • 4. IL FATTO CIRCA 20 GIORNI PRIMA DEL RICOVERO PER L’ESPLETAMENTO DEL PARTO, LA PAZ. ERA STATA RICOVERATA PRESSO LA STESSA STRUTTURA PER EDEMI ARTI INFERIORI ED IPERTRANSAMINASEMIA, RISOLTISI CON TERAPIA MEDICA. DURANTE TALE RICOVERO VENIVA ESEGUITA CONSULENZA ALLERGOLOGICA. "Si consiglia, a scopo cautelativo, prima di eventuale intervento chirurgico, premedicazione con cortisonici ed antistaminici con il seguente schema di somministrazione: Prednisone 50 mg 13 ore prima dell'intervento, 50 mg 7 ore prima dell'intervento, 50 mg 1 ora prima dell'intervento; Clorfenamina maleato fiale 10 mg, 1 fiala i.m. 1 ora prima dell'intervento"
  • 5. IL FATTO INTERVENTO ESEGUITO IN URGENZA (DIFFERIBILE) Ore 13.30 visita preanestesiologica ( Mallampati 2, distanza interdentaria >35mm, collo corto, ASA 2), si programma anestesia spinale, non potendo eseguire tutto il protocollo antiallergico si dispone la sola somministrazione dell’antistaminico (Clorfenamina maleato 1 fiala i.m. ore13.40) Ore 14.00 Inizio anestesia locoregionale subaracnoidea, interspazio vert. L3 - L4. Ago N° 24 G Anestetico Chirocaina 0.5% I3 ml + Fentanil 20 ng. Dopo circa 15 min si evidenziava una parziale riuscita della tecnica (anestesia parziale emisoma sx dalla linea ombelicale in giù, totale emisoma dx). Data l’impossibilità di fare iniziare l’intervento, l’anestesista, autonomamente, convertiva l’anestesia da loco-regionale in Narcosi.
  • 6. IL FATTO INDUZIONE: Propofol 180 mg MIORISOLUZIONE: Midarine (succinilcolina) 50 mg FLUIDOTERAPIA: Sol. Fisio. 500 ml, Elettr. III 500 + 500 ml. Maschera facciale n. 3 • Mentre si ventilava la paziente con sistema "va e vieni" in ossigeno puro, compariva rush cutaneo ed edema della regione orale. Si somministrava Betametasone 4 mg e si procedeva all'introduzione del Iaringoscopio, manovra che risultava difficoltosa per edema della lingua e delle mucose delle prime vie aeree. Si incontrava difficoltà alla visualizzazione della glottide, quindi si rimuoveva il laringoscopio e si procedeva a ventilazione in maschera facciale in 02 puro, con risalita della Sp02. Si sostituiva la lama media del laringoscopio con la lama lunga e si procedeva ad ulteriore tentativo di visualizzazione. A questo punto (ore 14,21) giungeva in sala operatoria la 2° anestesista, in qualità di medico di guardia di Anestesia, che contínuava le manovre di intubazione.
  • 7. IL FATTO Toilette delle prime vie aeree e ventilazíone in maschera con sistema "va e vieni“si eroga miscela di ossigeno puro e sevofluorane 2%. Incontrando rigidità muscolare all'apertura della bocca e movimenti corporei, non essendoci la possibilità (edema, rigidità) di apporre una maschera laringea, (non presente in sala operatoria) si procede a curarizzazione (cisatracurium 4 mg), ventilazione in maschera con sistema "va e vieni"con erogazione di miscela di ossigeno puro e sevofluorane 2%, fino a riottenere (secondo l’anestesista) una saturazione del 100%. Si procede quindi ad intubazione orotracheale che si rivela assai difficoltosa per impossibilità a visualizzare l'adito laringeo. L‘assenza di riscontro auscultatorio di trasmissione del MVF e la contestuale desaturazione comportano la decisione di estrarre il tubo e si continua toilette tracheo-bronchiale con ventilazione manuale in maschera. All’auscultazione toracica plurimi riscontri di rumori misti. Si somministra Betametasone (12 mg) toilette delle vie aeree superiori e continuazione della ventilazione manuale con risalita della saturazione.
  • 8. IL FATTO Si invitano i chirurghi ad avviare l'atto chirurgico (14:25) continuando ad assistere le vìe respiratorie della paziente in maschera facciale e ventilazione manuale fino ad estrazione fetale. Ore 14:30 estrazione fetale di neonato vitale, con un giro di cordone ombelicale attorno al collo, con pianto al clampaggio del cordone ombelicale. I chirurghi segnalano addome gonfio e sangue del campo operatorio scuro. Si somministra ossitocina 10 UI e.v. Si procede, previa toilette delle vie aeree superiori, ad IOT (tubo OT numero 7 mandrinato) questa volta andata a buon fine(?). La saturimetria conferma tale rilievo (SpO2 100%), malgrado la circolazione periferica osservata agli arti superiori (letto ungueale mano destra) vada a peggiorare (cianosi ungueale con chiazze ipostatiche della cute dell'intera mano).
  • 9. IL FATTO • All’ auscultazione toracica : rantoli a piccole bolle e qualche ronco. Si osserva fuoriuscita di abbondanti secrezioni dalla bocca e di scarsa quantità di sangue. Si procede ad ulteriore toilette tracheo-bronchiale si richiede urgente fibroscopia (14:35), si provvede al reperimento di secondo e terzo accesso venoso ( infusione di bicarbonato di sodio 500 ml e mannitolo 18% velocità infusionale circa 25 gtt/min) somministrazione di atropina (0,5 mg e.v.) per comparsa di bradicardia: fugace risposta cronotropa positiva, quindi ancora bradicardia severa si continua a somministrare atropina (2 successive somministrazioni 1 mg ev in totale) nessuna risposta farmacologica con successiva rapida asistolia ( circa ore 14:40): si procede a RCP (massaggio cardiaco esterno, ventilazione manuale con ossigeno puro, adrenalina endotracheale 1mg, infusione di dopamina 250 mg in Soluzione elettrolitica enterica 500 ml e continuazione ventilazione manuale in ossigeno puro); Si invitano i medici operatori alla temporanea sospensione dell’atto chirurgico (in corso sutura piano muscolare).
  • 10. IL FATTO Comparsa al monitoraggio cardiaco di attività bradicardica aritmica, somministrazione di atropina 0,5 mg e.v. Ore 14:45 non si ottiene alcun accettabile miglioramento di frequenza cardiaca e dopo qualche minuto nuova asistolia: RCP (massaggio cardiaco esterno, ventilazione manuale con ossigeno puro adrenalina endotracheale 1mg e si continua infusione di dopamina) Ore 14:55 si evidenzia accentuazione della desaturazione e contemporanea scomparsa all'auscultazione del MVF. Giunge in sala operatoria il medico fibrobroncoscopista, privo di fibrobroncoscopio, che solo successivamente viene prelevato da altra unità operativa.
  • 11. IL FATTO Referto Medico Fibrobroncoscopista : Alle ore 15:02 circa giungo presso la sala operatoria, la paziente essendo in arresto cardiaco, è in atto sottoposta a massaggio cardiaco esterno. Si esegue FBS. Introduzione del fibroscopio il T.O.T. è ingombrato da modesta quantità di muco fluido di colore giallo (biliare?); superata l'estremità distale del T.O.T. si evidenzia che la stessa è posizionata, verosimilmente, al di sotto della bocca dell’ esofago. Estrazione del T.O.T. sino all‘aditus laringeo, che evidenzia discreto edema della mucosa. Superato il piano glottico I'esplorazione tracheale evidenzia lesione ecchimotica della mucosa tra la cricoide ed il I anello, in corrispondenza della parete anteriore; non lesioni endoscopicamente evidenziabili nel restante tratto tracheo-bronchiale esplorato sino ai rami di I e II ordine. Nel frattempo si continua RCP. Ore 15:10: nessuna ripresa dell'attività cardiaca; EXITUS.
  • 12. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE L’esame autoptico è stato eseguito da una terna di CTU di una città diversa da quella dove era avvenuto l’evento avverso, la terna era composta da un medico legale, una anestesista, ed una ginecologa . I CTU nominati dal PM, liberi professionisti, facevano risalire la causa del decesso a "insufficienza respiratoria e cardiocircolatoria da danno polmonare,conseguente ad aspirazione di succo gastrico e biliare (Sindrome di Mendelson) in paziente con lipomatosi miocardica” ritenendo che esistesse un nesso di causalità tra la condotta professionale dei sanitari che ebbero in cura la Signora e il suo decesso.
  • 13. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE • Il P.M. inviava gli atti al GIP per l’eventuale rinvio a giudizio, il GIP esaminati gli atti e la perizia dei CTU richiedeva una ulteriore perizia, nominando tre consulenti di una università di una regione diversa. I tre consulenti del GIP erano anche questi un medico legale, un anestesista e un ginecologo. • I Periti del GIP, dopo circa 2 anni dall’evento, depositano l’elaborato e giungono a conclusioni diverse dai consulenti del PM.
  • 14. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE La cascata degli eventi che ha condotto a morte la donna, i periti del GIP la identificano in: 1) somministrazione di farmaci per via endovenosa in paziente con diatesi allergica 2) insorgenza di reazione allergica con rush cutaneo ed edema della mucosa delle prime vie aeree 3) difficoltà ventilatoria ed insufficienza respiratoria acuta 4) arresto cardiaco 5) exitus • La causa della morte è riferibile ad un'insufficienza respiratoria da edema siero-proteinaceo polmonare acuto e marcata congestione con stravasi emorragici endoalveoIari in soggetto con lipomatosi miocardica (ventricolo dx). Laringite acuta microulcerativa.
  • 15. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
  • 16. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
  • 17. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE LINGUA-FARINGE: Mucosa faringea con aree di disepitelizzazione superficiale e con annessi frammenti di tessuto tonsillare ipertrofico. E’ annesso tessuto linguale con note di edema interfasciale.
  • 18. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE LARINGE: Mucosa laringea con ampie aree di disepitelizzazione, con marcati fenomeni edematoso congestizi ed alcuni infiltrati flogistici linfo-granulocitari nel corion.
  • 19. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE Rappresentazione Schematica Corde Vocali Normali Visione Laringoscopia
  • 20. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE
  • 21. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE Superficie mucosale regolare con assenza di edema mucosale degli anelli tracheali. Numerose petecchie e scarsa quantità di liquido schiumoso siero-ematico
  • 22. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE • Concludono. “ Non si riscontra un comportamento censurabile a carico dei sanitari ostetrico ginecologi. E’ necessario rilevare che la terapia desensibilizzante prescritta dagli allergologi non è stata praticata dagli ostetrici, sebbene, qualora fosse stata praticata avrebbe mascherato l’insorgenza dell’allergia. • La scelta imprudente dell’anestesista di proseguire l’intervento con anestesia generale ed intubazione oro tracheale, seppure all’infuori di una urgenza indifferibile, ha dato inizio alla cascata degli eventi che ha determinato l’exitus”. Pur ravvisandosi un comportamento imperito e negligente da parte della seconda anestesista si ritiene che sia stato scarsamente rilevante poiché le condizioni della donna nel momento in cui intervenne erano, verosimilmente, compromesse quod vitam.
  • 23. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE Il giudice monocratico, in primo grado, dopo la fase dibattimentale emette la sentenza: Sono stati assolti • La seconda anestesista intervenuta durante le fasi di criticità. • L’aiuto dell’operatore con la seguente motivazione: “ era assistente del 1° operatore, pertanto, non aveva alcun ruolo decisionale essendo estraneo al reparto, ed è intervenuto solo quale medico di fiducia della signora. “
  • 24. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE Condanna: • Il ginecologo capo equipe, operatore che ha eseguito il T.C. ; • La prima anestesista per aver convertito l’intervento da spinale in generale (narcosi) • Un anestesista responsabile delle attrezzature anestesiologiche dell’ospedale, questi è stato condannato perché ai poliziotti incaricati del sequestro aveva sempre dato rassicurazioni che avrebbe conservato tutti i dati fino al momento della estrapolazione, cosa che così non è stata perché i dati vitali al momento dell’estrazione erano andati perduti.
  • 25. UN CASO EMBLEMATICO DI MEDICINA LEGALE ASSICURAZIONE OSPEDALE FALLITA OPERATORE CLAIMS MADE

Notes de l'éditeur

  1. Lesioni ecchimotiche aritenoide di sinistra. Erosione con ecchimosi di forma arcuata da impronta del t.o.t. Estesa lesione verticale parete anteriore di verosimile natura traumatica.