5. In viaggio con Marco Polo
Daniele, Gabriele e Federico erano tre
ragazzi di 10 anni, che frequentavano la
stessa classe. Erano molto amici e
passavano spesso i pomeriggi a giocare
nel grande parco vicino la loro scuola.
Erano molto curiosi e sempre in cerca di
avventure.
Un giorno la maestra assegnò una ricerca
su uno degli itinerari più famosi del
Medioevo: la via della seta. I tre amici
decisero di andare in biblioteca per
documentarsi. Volevano fare un bel lavoro
e per questo presero tutti i libri che
trovarono sull’argomento.
Mentre erano intenti a sfogliare le pagine
di un grosso volume, con immagini sul
famoso itinerario, accadde una cosa molto
strana. D’improvviso una mano uscì da
una delle pagine e li trascinò dentro il
libro.
6. I tre amici si ritrovano catapultati in un
altro mondo, dove tutto era strano. Non
c’erano strade asfaltate, né palazzi, la
gente intorno a loro vestiva in modo
bizzarro. Ebbero un po’ di paura, ma poi
pensarono che sarebbe stato divertente
esplorare un luogo così diverso dalla loro
città. Chissà quante avventure avrebbero
vissuto! Mentre erano assorti in queste
riflessioni, un giovane si avvicinò
guardandoli con curiosità.
7. “E voi chi siete? “ chiese.
“Noi siamo tre amici e
veniamo da molto
lontano, ma dove ci troviamo? “ disse
Federico. “Siamo a Costantinopoli” rispose
l’uomo “E io sono Marco Polo”.
I ragazzi rimasero a bocca aperta: stavano
parlando con Marco Polo. Che emozione!
“Ma allora siamo tornati indietro di 744
anni! Ecco perché è tutto così strano qui. “
disse Daniele.
“Anche voi siete strani” disse Marco Polo,
“non ho mai visto un abbigliamento come
il vostro! “
“Queste si chiamano magliette…” disse
Federico, indicando i suoi vestiti. “Questi
sono pantaloni, e queste sono scarpe da
ginnastica. Sai, sono comodissime per
correre e giocare. Questo è l’abbigliamento
del futuro, noi veniamo dal 2015. “
8. Marco Polo rimase molto sorpreso, poi
disse “Io sono in viaggio con la mia
famiglia, volete unirvi a noi? “
I ragazzi entusiasti risposero di si e si
unirono alla carovana.
Per passare inosservati indossarono gli
indumenti dell’epoca, lunghe tuniche e
sandali. Così si misero in viaggio sulle
piste carovaniere, che erano per lo più dei
semplici sentieri, a volte stretti e scoscesi.
Non erano facili da percorrere sia per le
9. condizioni climatiche, sia per gli ostacoli
naturali che si incontravano lungo il
percorso, come i corsi d’acqua,
attraversabili solo grazie a ponti o guadi.
La loro carovana era composta da diversi
animali da trasporto, soprattutto cavalli e
muli.
I ragazzi viaggiarono verso Baldak,
l’attuale Baghdad, città attraversata dal
fiume Tigri, famosa per la produzione di
datteri e per le fabbriche di drappi, arazzi
e tappeti. Videro i mercati dei tessuti
preziosi e delle sete e rimasero affascinati
dalla torre del Califfo, che aveva enormi
quantità di oro e di argento. Il loro viaggio
proseguì poi verso la Persia, che era
composta da otto regni ed era famosa per
l’allevamento di cavalli, così belli da essere
venduti in tutto il mondo.
10. Si fermarono nella città di Sabba, da cui si
diceva fossero partiti i Re Magi per recarsi
a Betlemme a rendere omaggio a Gesù
Bambino. Giunsero poi, in Afganistan fino
alla città di Chesimun, da cui si poteva
giungere l’India e proseguirono per
Samarcanda, dove videro stupendi giardini
pieni di piante. Oltrepassate queste città,
giunsero nei pressi del deserto del Gobi, o
Gran Deserto, nella città di Lop.
11. Marco Polo spiegò che Lop era un luogo di
riposo per i carovanieri, che potevano
rinfrescarsi e prendere vivande per un
mese, poiché tale era il tempo per
attraversare il deserto.
Qui la carovana prese cammelli e
dromedari per proseguire il proprio
viaggio, perché questi animali chiamati
“navi del deserto” potevano percorrere
lunghe distanze in luoghi secchi e aridi,
12. rimanendo giorni senza bere e mangiando
poco.
Attraversarono il deserto che era un
tutt’uno di montagna, sabbia e valli,
fortunatamente non li sorprese nessuna
tempesta di sabbia, ma le condizioni
climatiche furono difficili, caldo di giorno e
freddo di notte.
Usciti dal deserto proseguirono verso le
famose città di Ciandu, residenza estiva
13. del Gran Khan e di Cambaluc, dove si
trovava la sua corte.
I tre amici videro il palazzo estivo del Gran
Khan, che era immerso in un grande
giardino ricco di alberi e ruscelli, e aveva
molte stanze fatte di marmo e di pietra,
riccamente decorate d’oro.
Nella città di Cambaluc passarono per una
delle dodici porte, dalle quali partivano
numerose strade in grado di raggiungere
ogni parte del regno. Qui confluivano
mercanti da tutto il mondo.
Daniele, Gabriele e Federico erano davvero
felici per tutte le meraviglie che avevano
avuto occasione di vedere, ma si
sentirono stanchi. Avevano viaggiato
molto, ed era tempo per loro di tornare a
casa.
Marco Polo doveva proseguire il proprio
viaggio verso le province interne del Gran
Khan, ma i ragazzi gli proposero di
14. intraprendere un altro tipo di viaggio:
accompagnarli nel futuro.
Marco Polo decise di accettare, ma non
sapeva come fare per andare avanti nel
tempo.
I quattro ebbero allora un’idea, decisero di
chiedere aiuto ad uno dei più famosi
incantatori della città. Forse con un
incantesimo sarebbero riusciti a tornare a
casa!
Si rivolsero all’incantatore Senza Nome,
che era anche un potente mago che,
affascinato dalla loro storia decise di
aiutarli.
Senza Nome disse ai ragazzi di disegnare
la carta geografica del regno da cui
provenivano, poi invitò Marco Polo,
Daniele, Gabriele e Federico a prendersi
per mano per formare un cerchio intorno
alla carta.
“Osodi Aripse Repus” disse in tono
solenne. Poi aggiunse “Tenete a mente
15. queste parole. E’ la formula per viaggiare
nel tempo, ed è l’unico modo che ha Marco
Polo per ritornare a Cambaluc. E
rammentate!... La porta che conduce nel
passato è il libro che vi ha trascinato fin
qui.”
16. Detto questo, ord
quattro amici di r
la formula magica e di girare semp
velocemente intorno alla carta diseg
Marco Polo, Daniele, Gabriele e Fe
iniziarono a girare e girare, finch
caddero a terra e si ritrovaro
biblioteca.
“Siamo tornati nel 2015. Evviva!
Daniele.
“Presto dobbiamo uscire subito, prim
gli altri si accorgano di Marco
aggiunse Federico.
“Prendi il libro e usciamo “ disse G
rivolgendosi all’amico.
I tre ragazzi presero per mano Marc
e a gran velocità lo spinsero fino all’u
Arrivati in strada fu grande lo stup
Marco Polo! Che strane cose c’er
ordinò ai
di ripetere
empre più
isegnata.
e Federico
inché non
varono in
a! “ disse
prima che
rco Polo”
e Gabriele
Marco Polo
all’uscita.
stupore di
c’erano in
17. giro: grandi scatole camminavano davanti
a loro, mostri altissimi sembravano
minacciarli. I ragazzi risero e spiegarono
che quelle scatole si chiamavano macchine
ed erano i mezzi di trasporto, e i mostri
non erano altro che palazzi, cioè case dove
abitavano le persone.
I tre amici si resero subito conto che era
necessario dare dei vestiti moderni a
Marco Polo. Così andarono a casa di
Daniele, che distava un centinaio di metri
dalla biblioteca. La casa aveva una porta
sul retro, da cui fu facile entrare senza
essere visti. Gli diedero dei jeans e una
maglietta e gli fecero vedere come
indossarli.
Dopo essersi vestito, Marco Polo fu
attratto da una strana cosa che si trovava
su un tavolo. Sembrava un grande
specchio, ma era più scuro…all’improvviso
si accese e Marco Polo si spaventò. Che
cosa era quello strano specchio magico?
Perché c’erano persone intrappolate
18. dentro? I ragazzi spiegarono che si
trattava di un televisore, un’invenzione del
secolo scorso, usata per documentarsi su
ciò che accadeva nel mondo, ma anche
per vedere programmi e film.
Federico tentò di spiegare cosa fossero,
ma Marco Polo sembrava confuso.
Daniele gli fece vedere il computer e
internet, ma per Marco Polo era troppo
difficile capire tutte quelle cose. Per lui
tutto era una magia, uno strano
incantesimo che andava al di là della sua
immaginazione.
Allora i ragazzi ebbero un’idea, decisero di
lasciare stare le tecnologie e vollero,
invece, far vedere a Marco Polo quanto
fosse facile spostarsi da un luogo all’altro e
in poco tempo con i moderni mezzi di
trasporto. Forse questo sarebbe stato più
comprensibile per lui!
Così andarono in giro per la città e Marco
Polo si divertì un mondo a salire a
19. scendere dagli autobus, dai tram e dalla
metro. Daniele, Federico e Gabriele
decisero, infine, di far vedere a Marco Polo
il più grande e potente mezzo di trasporto.
Andarono allora alla stazione dove presero
un treno che li condusse fino
all’aereoporto.
Arrivati lì, Marco Polo chiese cosa fossero
quelle macchine simili a uccelli. Federico
gli spiegò che si trattava di aerei, di mezzi
velocissimi che potevano volare da un
luogo all’altro in poco tempo.
Marco Polo non riusciva a credere ai suoi
occhi, l’uomo nel futuro sarebbe stato in
grado di volare!
Ripensò alle carovane della sua epoca e a
quante invenzioni aveva creato l’uomo nel
corso del tempo, per soddisfare la propria
voglia di viaggiare ed esplorare il mondo.
20. Pensò che aveva visto abbastanza e volle
tornare a casa.
Marco Polo ringraziò i tre ragazzi per la
meravigliosa avventura, e indossati i suoi
vestiti, si preparò per tornare nel passato.
Federico prese il libro della biblioteca e lo
aprì esattamente alla pagina in cui era
apparsa la mano. Marco Polo, salutò i suoi
nuovi amici e girando su stesso, ripeté la
formula magica finché non si ritrovò nel
suo tempo.
21. I ragazzi richiusero il libro e all’improvviso
si ritrovarono di nuovo in biblioteca.
Si guardarono intorno ed ebbero come
l’impressione di avere immaginato tutto.
Certo era che avevano vissuto una
straordinaria avventura e avevano
imparato tantissime cose sulla via della
seta.
Perciò, pieni di entusiasmo si misero a
scrivere la loro ricerca, sicuri che
avrebbero fatto un ottimo lavoro.