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PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009
                                              1° NUMERO
                                              Aprile 2009
   Vi presentiamo il primo numero de “IL ROSSO”, periodico pensato e scritto dai delegati
   Fiom G.D. Creato per dare la possibilità ai lavoratori G.D e non, di avere una visibilità
   maggiore del lavoro che i delegati svolgono all’interno dell’Azienda, con in più, un occhio
   sul mondo. Nasce da un desiderio dei singoli delegati di poter condividere
   assieme, idee e considerazioni su tutto ciò che ci circonda. Buona lettura.
           In primo piano: Celebrazioni per il 25 aprile (pag. 3)




       Commemorazione 20 aprile, liberazione di Anzola. Scuola elementare “Caduti per la libertà”
   Delegati FIOM G.D presenziano ai festeggiamenti per la liberazione assieme ai bambini e ai partigiani.
               FUTURO, PASSATO E MONDO DEL LAVORO PER RICORDARE E COSTRUIRE ASSIEME




INDICE:
Pag.2     Manifestazione Roma 4 aprile (di Matteo Garavini)
Pag.3     Celebrazioni per 25 aprile e
          commemorazione monumento G.D (di Sandra Sandrolini)
Pag.4     Terremoto in Abruzzo (di Valeria Frascari)
Pag.5     Per la rubrica “una finestra sul mondo”:
          Il valore universale della resistenza (di Andrea Felisatti)
Pag.6     Tesseramento: lettera ai lavoratori G.D (coordinatori FIOM G.D
                                                                      Fabrizio Torri e Davide Zini )        1
Manifestazione a Roma del 4 aprile
                               EMOZIONI NAZIONALI DELUSIONI INTERNE

    Con entusiasmo sono felice di partecipare alla iniziativa di creare un periodico in cui i delegati possono
    comunicare con tutti i lavoratori all’interno di G.D. Grazie ad esso si accorcerà il distacco tra il sindacato e i
    lavoratori. In questo articolo cercherò di fare un sunto e trasmettere tutte le emozioni che un giovane, prima di
    tutto lavoratore, in secondo delegato di reparto di una delle più grosse aziende del nostro territorio è riuscito a
    cogliere nella giornata della manifestazione nazionale della CGIL il 4 Aprile a Roma.
    Sappiamo tutti le ragioni che hanno portato a questa manifestazione, è palese il tentativo da parte del governo di
    screditare e sminuire il sindacato con la più grande rappresentatività; iniziando il 22 Gennaio firmando un
    accordo separato con Cisl e Uil. La crisi che si percepisce realmente nell’autunno del 2008, viene sottovalutata e
    gestita dal governo con una dose di sorrisi ed ottimismo, ma i numeri aumentano, arriva febbraio 2009 e solo in
    Emilia-Romagna, le aziende che usufruiscono della cassa integrazione sono già 7000 e i lavoratori coinvolti
    arrivano a 400.000, ma aumenteranno. Il dramma di chi perde il lavoro e di chi uscendo da scuola non lo trova
    diventa reale; lo sentiamo tutti, un conoscente,un amico, un familiare tutti ne veniamo colpiti. La risposta della
    CGIL c’è; viene sollecitato il governo per aumentare gli ammortizzatori sociali già presenti e di crearne dei
    nuovi per i precari, che il precedente governo Berlusconi riteneva fondamentali per aumentare la produttività ,
    per rendere più elastico un mondo del lavoro troppo statico che disincentivava ad intraprendere progetti
    d’impresa; ma adesso nel momento del bisogno si è già scordato di loro. Sempre la CGIL organizza un
    referendum per chiedere (cosa che nessun altro sindacato ha fatto) se i lavoratori di tutta Italia (a prescindere
    dalla sigla sindacale) sono favorevoli ad un accordo separato, la maggioranza ha votato NO. Il disappunto delle
    CGIL verso questa situazione si tramuta nella manifestazione nazionale del 4 Aprile. A Roma c’era tanta gente
    e una bellissima atmosfera, non voglio perdere tempo nella solita discussione dei numeri sulla partecipazione;
    Tutto è stato organizzato molto bene partendo dal trasporto con 7000 pulman e 5 treni speciali; L’età dei
    partecipanti partiva dai 17 per arrivare ai 70 anni. Si respirava un’aria comune ed un unico pensiero ci legava
    dalla Sicilia alla Lombardia, l’esserci per testimoniare fisicamente il proprio senso di appartenenza ad una classe
    onesta di lavoratori, che ha in passato e vuole in futuro sviluppare il nostro paese in tutti i suoi aspetti, sia dal
    punto di vista economico che dal punto di vista sociale , sempre nel rispetto di un equilibrio tra diritti e doveri
    con la garanzia di un lavoro e di una vita dignitosa. La manifestazione si è aperta in una atmosfera molto
    toccante, con una serie di interventi in cui gli stessi lavoratori esponevano la propria realtà, i propri disagi: dalla
    giovane, laureata con ottimi voti con la grande passione per l’insegnamento, che dopo 5 anni non riesce ancora
    ad ottenere una stabilità nel suo percorso lavorativo, la vedova e il figlio di chi, per lavorare e mantenere la
    propria famiglia, è morto e l’emigrato clandestino che si indebita per un viaggio, che il più delle volte diventa
    l’ultimo e il suo debito lo paga lavorando in nero nascosto e sfruttato in cantieri edili o dalla malavita.
     Per alleggerire la triste atmosfera che si era creata c’è stato il siparietto del comico Paolo Hendel, con il suo
    mitico personaggio Carcarlo Pravettoni, il cinico imprenditore con le sue soluzioni radicali per contrastare la
    crisi; Più passa il tempo e più ci si accorge che il suo personaggio è sempre più reale e concreto!! La chiusura
    della manifestazione è stata verso le 13.30 da parte del segretario Guglielmo Epifani ed anche se in tutta onestà
    non ho mai stravisto per lui, con grande gioia devo ammettere che è stato molto bravo è riuscito a condensare nel
    suo discorso l’umore e il sentimento della piazza, toccando tutte le tematiche ed i disagi su cui bisogna lavorare
    e risolvere. Ha ribadito il dovere di un sindacato e le motivazioni per cui la CGIL non scenderà a patti
    sull’accordo separato, invitando le altre sigle sindacali di riflettere sulle loro posizioni, dicendogli che la porta
    del dialogo è sempre aperta e che l’unione fa la forza. Al termine del suo intervento un grande sentimento di
    aggregazione e speranza si è diffuso per Roma . Purtroppo c’è una nota negativa e di personale dispiacere, che
    ritrovo quantunque ci sia una manifestazione (a prescindere dalla sigla sindacale) è la mancanza di
    partecipazione da parte dei lavoratori della mia azienda. Tutti i delegati FIOM e personalmente, mi ero molto
    adoperato per la miglior divulgazione e coinvolgimento dei lavoratori; ma purtroppo mi sono ritrovato in
    stazione a Bologna in una quindicina di persone, dieci appartenenti alla GD (tra l’altro le solite facce che in
    passato mi hanno, accompagnato alle mie prime manifestazioni e che colgo questa occasione per ringraziarle) e
    cinque esterne alla GD, mie personali conoscenze amici e non, che volevano partecipare. Mi sono posto diverse
    domande sulla mancanza di partecipazione da parte dei lavoratori di una delle più grandi aziende
    metalmeccaniche della regione; parlando con un delegato di un’altra azienda di Bologna mi esponeva il suo
    punto di vista: per lui in GD si sta troppo bene per questo la gente non si sentiva direttamente coinvolta nel senso
    di questa manifestazione, io ribattevo dicendogli che lo stare meglio era il frutto di lotte interne e che proprio chi
    sta meglio ha il dovere di dimostrare solidarietà ai lavoratori che stanno attraversando momenti bui, chi sta
    meglio deve lottare per trasmettere i suoi beneficia tutti i lavoratori Italiani, chi sta meglio sta aprendo la strada
    che tutti devono percorrere. Ma soprattutto chi sta meglio si deve ricordare che il mondo del lavoro è una ruota
    che gira e in un attimo si può trasformare nel lavoratore che ora sta peggio.
    Con tanta speranza aspetto una maggiore partecipazione alla prossima manifestazione.


2   Matteo Garavini
Celebrazioni per 25 aprile
                         e commemorazione monumento




                                                           Foto Andrea Felisatti
Negli anni ’70, i lavoratori G.D insieme alla proprietà, hanno fatto un dono a se stessi e alle persone
che avrebbero fatto parte della futura comunità G.D. Un’opera d’arte di pietra, commissionata ad un
famoso artista, che rappresenta la caduta del nazifascismo. All’epoca fu collocata all’ingresso di via
Battindarno, il tempo ci aveva abituati a vederla lì, in mezzo agli alberi, le stagioni si susseguivano,
la primavera la celebrava con la fioritura delle rose che la circondavano. Poi, dopo 20 anni circa, a
causa dei lavori di ampliamento della struttura aziendale, è stata spostata a G.D5. Da prima
dimenticata, poi ricollocata da noi delegati all’entrata del cancello. Tutte le mattine entrando la
vedevo, un po’ di sfuggita prima di dirigermi in reparto. Poi un giorno mi sono fermata ad
osservarla, questa imponente pietra grezza, ruvida, segnata, quasi sofferente. E questo fascio
spezzato, simbolo nazifascista rivolto a terra per sempre. Ho capito che non stavo guardando solo
un’opera d’arte, un monumento, perché non appaga solo un gusto estetico, non rappresenta solo un
evento, una fase storica, ma è carico di significati profondi, è la nostra storia, è il simbolo del
sacrificio di tante vite che hanno permesso la democrazia nel nostro paese. Da un giorno all’altro,
mi sono ritrovata con un’importante eredità. Insieme ad altri colleghi, ci siamo posti il problema di
come potere commemorare al meglio in monumento della G.D, dei lavoratori della G.D. Per poterlo
fare abbiamo costituito, grazie alle raccolta di firme fatta tra i lavoratori, un comitato “PER
RICORDARE LE ORIGINI DELLA NOSTRA STORIA” e dopo avete avuto il consenso dal nostro
presidente Isabella Seragnoli, è finalmente cominciata una bella e profonda esperienza.
Dal 2005 tutti gli anni in una data vicina al 25 aprile, si svolge una piccola cerimonia di
commemorazione, piccola ma carica di importanza. Partecipano le istituzioni, nella figura del
sindaco di Anzola dell’Emilia, una delegazione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani
Italiani), una rappresentanza della direzione aziendale e i lavoratori G.D. C’è solo una cosa che mi
amareggia, ci sembrerebbe giusto che anche in G.D, come avviene già da anni in altre aziende di
Bologna, ad esempio alla Magneti Marelli, ci fosse la possibilità per tutti i lavoratori che lo
desiderano, di potere partecipare con del tempo retribuito a questa iniziativa e non con ferie o fuori
orario di lavoro. Purtroppo ad oggi non è stato ancora possibile, speriamo che lo sia al più presto.
Durante la cerimonia viene deposta una corona d’alloro e si dicono alcune parole per ricordare la
festa di liberazione dal nazifascismo. Si ascoltano i racconti dei partigiani, quelle parole
umanizzano le pietre del monumento e sono discorsi duri, come dura è la pietra, come è stata dura
la resistenza. E’ importante ricordare il passato, la nostra storia è il nostro patrimonio genetico.
Oggi siamo quello che siamo grazie alla nostra storia e a chi l’ha fatta, anche con il sacrificio
estremo della vita come hanno fatto i partigiani. E’ grazie allo spirito della resistenza che è stato
fondamento della nostra Repubblica, della nostra Costituzione, se oggi possiamo permetterci di
essere un paese democratico e libero. Ma stiamo attenti perché non c’è libertà dove sono
riconosciuti i valori della dignità dell’uomo e della democrazia. La nostra Costituzione non esiste
solo il 25 aprile, bisogna difenderla tutti i giorni, anche da quelle leggi che la vogliono modificare,
attaccandola per esempio fin dal 1° articolo lasciando passare delle leggi contro il lavoro e la
dignità di chi lavora.
Sandra Sandrolini                                                                                          3
TERREMOTO IN ABRUZZO
    Già dalla settimana prima di Pasqua, in tutte le bacheche G.D sono stati appesi dei comunicati con il compito
    di informare tutti lavoratori di un’iniziativa che la RSU, unitariamente, avrebbe proposto alla Proprietà nella
    figura della Sig.ra Seragnoli. Il 21 aprile, i coordinatori di tutte e tre le organizzazioni, hanno avuto un
    incontro con la Signora dal quale è uscito un intento comune di sviluppare, concretamente, un progetto per
    aiutare le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto. E’ stato formato un gruppo di lavoro fra delegati
    che avrà il compito, assieme all’Azienda e naturalmente con degli enti preposti, di capire in che modo
    potremo trasformare il nostro contributo in qualcosa di tangibile. Con dei primi contatti riusciremo a capire,
    forse andando anche di persona sul posto, ciò di cui avranno più bisogno. Questo vuole essere anche un
    modo per sentirci più partecipi e vicini a questa gente. Sebbene il primo istinto forte sia stato di correre
    subito in soccorso, abbiamo deciso di aspettare: in primo luogo perché ad oggi sul territorio, abbiamo la
    protezione civile, che con persone preparate e addestrate è la prima a correre per queste emergenze, in
    secondo luogo vorremmo essere presenti proprio quando ne avranno più bisogno, ossia, dopo il boom
    mediatico che finita la foga da prima pagina, lascerà un vuoto inevitabile. La G.D si sa, come lavoratori e
    come Proprietà, è sempre stata molto sensibile a certi temi. In fondo, siamo un piccolo mondo nel mondo e
    spesso ci contraddistinguiamo da molti agendo spontaneamente, è successo in molti casi e pensiamo che
    anche in questo momento, dovremmo rimarcare questa nostra identità di persone che non si tirano indietro
    davanti ad un richiamo di aiuto. Sappiamo tutti ormai in che mondo viviamo: un mondo cinico, egoista,
    freddo e spesso vuoto di quei fondamentali valori che fanno di una persona, un essere umano. La cosa che
    spesso mi fa rabbia, è vedere che la solidarietà e il fatto stesso di spendersi in azioni altruiste, capiti più che
    altro in situazioni estreme come questa. Basterebbe poco per poter essere un pochino migliori tutti:
    basterebbe solo non guardare solo al proprio orticello, non cercare di prevalere sempre su tutti ad ogni costo,
    non girarsi dall’altra parte quando si può aiutare qualcuno per paura di perdere tempo o non sappiamo
    nemmeno noi cosa Quello che è successo in Abruzzo è la dimostrazione che in pochi secondi si può perdere
    tutto …. Tutto ciò per cui si è lavorato una vita, persone che si sono amate per una vita…. Ma non ci si pensa
    mai. Ognuno di noi ha improntato la sua vita sul devo avere, devo avere!! Difficilmente si riesce a dare al
    giorno d’oggi …Siamo ricchi di “cose” che riempiono le nostre case, le nostre vite, ma siamo sempre più
    poveri di sentimenti che vadano oltre l’apparenza. Penso a chi adesso è giù in Abruzzo ed è sotto una tenda
    da campo, immagino che il dolore più grande sia quello di avere perso parenti, amici, conoscenti o anche i
    propri animali, poi arriva il dolore del non avere più un tetto sulla testa. E forse a quel punto si saranno anche
    chiesti, non avendo più qualcuno vicino “se solo avessi detto, se solo avessi fatto”. Per questo io penso che
    dovremmo imparare, una volta per tutte, che la vita è un attimo! Ma del resto che esempi potremmo mai
    avere, se non è la nostra coscienza a guidarci, potremmo forse prendere esempio altrove?? Possiamo
    prendere esempio dai media che sciacallano su questa vicenda da quando è iniziata inquadrando bare di
    neonati su quelle delle mamme o intervistano persone disperate solo per avere più ascolti e raggiungere share
    per i quali addirittura ringraziano il pubblico?? Possiamo prendere esempio dai politici, che piangono davanti
    alle telecamere, cercano di calcare le scene di ogni telegiornale e uno in particolare, il solito, che si permette
    di giurare su delle bare. Il tutto per cosa? Perché è la migliore campagna elettorale prima delle elezioni! Ora
    vuole fare il G8 all’Aquila “vediamo se i no global avranno il cuore di manifestare davanti a dei terremotati”.
    Usa come “scudo” il dolore per i propri interessi. Ma finito tutto questo pietoso spettacolino cosa rimarrà a
    queste persone? Delle solite promesse cosa rimarrà? Cosa succederà dopo le elezioni? Oltretutto è uscito con
    una legge dove tutto ciò che vuoi fare a livello di strutture o edifici per i terremotati dell’Abruzzo anche a
    livello di donazione, deve avere il timbro e l’approvazione del Governo, vuole manovrare anche le buone
    azioni.
    Quindi, alla fine è vero, non è tutta colpa nostra se non riusciamo ad “essere umani” tutti i giorni. Ma sono
    stanca di vedere calpestati ogni giorno i miei valori, i miei ideali. Stanca di essere manovrata per scopi
    meschini, stanca di vedere che nessuno se ne sta accorgendo. Stanca di sentirmi mosca bianca. E allora che
    fare? Penso che ognuno di noi sappia bene cosa si può fare per essere uomini e donne migliori ogni momento
    della nostra vita senza aspettare che muoiano più di 290 persone per poterlo dimostrare e penso che
    dovremmo ricordarci ogni giorno che siamo nati liberi e che la libertà di azione, pensiero e parola va difesa a
    tutti i costi, senza paura.

    Valeria Frascari
4
UNA FINESTRA SUL MONDO
     Difendere il valore universale della resistenza
                                        25 APRILE 1945   25 APRILE 2009




Sono entusiasta di avere la possibilità di tenere a battesimo questa rubrica su questo periodico
ancora in fasce, proprio durante i festeggiamenti per il 25 aprile.
Per le storia del nostro paese, questa data, è l’occasione per commemorare quelle persone, che più
di 60 anni fa, hanno lottato contro un sistema politico dittatoriale che ha portato l’Italia allo sfascio.
Bisogna tenere viva la memoria ma soprattutto dobbiamo riappropriarci del nostro passato. Un
passato che ancora oggi è presente grazie alla conseguente nascita della Repubblica e della pur
sempre attualissima, Carta Costituzionale.
Nel nostro paese, la classe politica al governo, sta cercando di sminuire il valore del 25 aprile
facendo un’opera di trasformazione: sostituendo la festa di liberazione con una generica festa della
libertà. Eliminando così i valori fondanti su cui poggia la nostra repubblica!! Ed inoltre, questa
operazione, viene anche utilizzata a scopo propagandistico, per poter riscrivere la storia creando una
sorta di revisionismo storico di parte!! Revisionismo che in Italia, trova terreno fertile nella quasi
totalità dei mezzi di comunicazione che trasmettono in continuazione questo tipo di propaganda
distorta, facendo leva sulla parola “pacificazione”.
Ma quale pacificazione? Con che diritto ne parlano i nostri governanti? E con che faccia tosta?
Credo che le testimonianze degli eccidi e delle deportazioni, sono esempi concreti di un
revisionismo che non deve attecchire ma soprattutto, non deve mettere assolutamente in un angolo
le lotte partigiane. Un esempio concreto? Andate a visitare la casa (ora museo) dei fratelli Cervi a
Gattatico (RE). Li si può davvero toccare con mano la storia di una famiglia impegnata nella lotta al
nazi-fascismo e la conseguente fine pagata da queste persone, proprio perché si erano ribellate alla
dittatura. Altro che pacificazione.
In una società capitalistica e globalizzata, dove etica morale e ideologia sono ormai merce rara, è
molto difficile tramandare i valori della Resistenza, per fare ciò, bisogna ripartire da noi stessi che
siamo cittadini di questa repubblica, figli e nipoti di quelle lotte. Lotte condivise, sia chiaro, da
molti ma non da tutti. Lotte che ci consentono di mantenere un filo conduttore tra passato e
presente. Per questo, la fine dell’ideologia comunista, ha rotto equilibri basati su due diversi modelli
di società. Così che, negli ultimi vent’anni, con l’avvento del neoliberismo, il modello di società
“vincente” ha prodotto uno sfruttamento inesorabile dell’ambiente e delle popolazioni, subordinati
agli interessi economici delle multinazionali e delle superpotenze, le quali hanno reso queste
persone sempre più indigenti e sfruttate.
La conseguenza a tutto ciò, ha fatto si che in altre parti del globo, siano nate forme di lotta similari
alla nostra. Le quali cercano di contrastare un modello di società basato esclusivamente sugli
interessi economici di pochi “privilegiati”. Relegando i tanti a un effimero ruolo di appendice del
sistema. Il comune denominatore che ci lega, è la liberazione dell’uomo dal giogo della repressione,
sia morale che materiale, ecco quindi il perché del valore universale della resistenza.
Nel nostro piccolo, cerchiamo di mantenere viva questa memoria, solidarizzando con tutti quei
popoli che provano a cambiare il loro destino dal basso. Dove la dignità umana torni al centro
dell’attenzione e si riappropri di quei valori che sono parte fondamentale dell’umanità.
Non lasciamo cadere l’esperienza del 25 aprile del 1945. Perché un popolo che non ha memoria,
non riuscirà ad avere un futuro e tornerà, inevitabilmente, ad inciampare negli errori commessi in
passato!!        W LA RESISTENZA W LA LIBERTA’ W IL 25 APRILE
Andrea Felisatti                                                                                             5
TESSERAMENTO alla FIOM-CGIL
                               Lettera aperta ai Lavoratori G.D :

    Il Programma con cui i Delegati della FIOM–CGIL si sono presentati al vostro giudizio per il Rinnovo
    della RSU–G.D nel 2008, si concludeva con un invito al Tesseramento. Quella tornata elettorale, che
    ci ha sicuramente premiati come Organizzazione Sindacale, lascia comunque aperto il tema.
    La scelta della FIOM-CGIL per il proprio sostentamento economico continua ad essere il
    tesseramento dei Lavoratori attraverso l’adesione volontaria, ne più ne meno. Questo è l’aspetto
    cruciale di un problema, che ha almeno due diversi risvolti, comunque connessi tra loro. Il primo
    riguarda la possibilità per la FIOM-CGIL, in quanto Organizzazione, di avere un ruolo fondamentale
    nelle vicende Sindacali a partire da quelle nazionali e anche di poter mettere al servizio dei Delegati
    FIOM della RSU-G.D e dei Lavoratori iscritti, tutta una serie di competenze specifiche nei molteplici
    aspetti che compongono il mondo del lavoro, a titolo di esempio: Patronato, Assistenza Legale, Centri
    di Studio, etc. Non va inoltre dimenticato che autosufficienza economica, significa anche indipendenza
    nell’agire quotidiano. Il secondo riguarda inevitabilmente, e del resto lo indicavamo nel succitato
    Programma, il livello di rappresentatività complessiva dei Delegati FIOM della RSU-G.D sia nella
    discussione con le altre Organizzazioni Sindacali, sia durante le Trattative con l’Azienda. Non
    abbiamo dubbi, il valore aggiunto in termini di efficacia e di pressione nell’agire rivendicativo, che
    deriva da ogni singolo Lavoratore che da “simpatizzante” sceglie di diventare “iscritto”, è strategico in
    tutti i Tavoli di discussione Sindacale al fine di ottenere risultati concreti, in sintesi: più iscritti ha la
    FIOM, più il nostro potere contrattuale come Delegati FIOM aumenta. Se pensiamo alla realtà
    G.D, la FIOM continua negli anni ad essere il Sindacato maggiormente rappresentativo in termini di
    capacità di analisi ed azione, consensi, tesseramento. Ma il quadro generale in cui operiamo muta
    continuamente e si aprono sempre più fronti in cui è necessario intervenire con efficacia e rapidità.
    Quindi se vogliamo che la FIOM sia nella condizione di affrontare al meglio queste continue sfide che
    ci portano a presidiare, riconquistare o espandere quegli spazi contrattuali legati a Diritti, Salario,
    Prospettive per il futuro, dobbiamo riflettere tutti sulla necessità di rafforzarla. Magari anche facendo
    un ulteriore passo, proponendosi come Delegato Sindacale nei prossimi rinnovi della R.S.U.
    Concludiamo quindi invitando i Lavoratori attualmente iscritti alla FIOM a continuare a sostenerci, e
    quando è necessario a criticarci ma anche aiutarci. Ai Lavoratori che ancora non lo sono, e magari
    sono indecisi se farlo o meno, diciamo semplicemente: questo è il momento più opportuno per
    tesserarvi alla FIOM, c’è bisogno del contributo di tutti !.

    Grazie per l’attenzione che avete voluto concederci.

    Fabrizio Torri – Davide Zini (Coordinatori dei Delegati FIOM della RSU-G.D)




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  • 1. PERIODICO A CURA DEI DELEGATI FIOM G.D FONDATO NEL 2009 1° NUMERO Aprile 2009 Vi presentiamo il primo numero de “IL ROSSO”, periodico pensato e scritto dai delegati Fiom G.D. Creato per dare la possibilità ai lavoratori G.D e non, di avere una visibilità maggiore del lavoro che i delegati svolgono all’interno dell’Azienda, con in più, un occhio sul mondo. Nasce da un desiderio dei singoli delegati di poter condividere assieme, idee e considerazioni su tutto ciò che ci circonda. Buona lettura. In primo piano: Celebrazioni per il 25 aprile (pag. 3) Commemorazione 20 aprile, liberazione di Anzola. Scuola elementare “Caduti per la libertà” Delegati FIOM G.D presenziano ai festeggiamenti per la liberazione assieme ai bambini e ai partigiani. FUTURO, PASSATO E MONDO DEL LAVORO PER RICORDARE E COSTRUIRE ASSIEME INDICE: Pag.2 Manifestazione Roma 4 aprile (di Matteo Garavini) Pag.3 Celebrazioni per 25 aprile e commemorazione monumento G.D (di Sandra Sandrolini) Pag.4 Terremoto in Abruzzo (di Valeria Frascari) Pag.5 Per la rubrica “una finestra sul mondo”: Il valore universale della resistenza (di Andrea Felisatti) Pag.6 Tesseramento: lettera ai lavoratori G.D (coordinatori FIOM G.D Fabrizio Torri e Davide Zini ) 1
  • 2. Manifestazione a Roma del 4 aprile EMOZIONI NAZIONALI DELUSIONI INTERNE Con entusiasmo sono felice di partecipare alla iniziativa di creare un periodico in cui i delegati possono comunicare con tutti i lavoratori all’interno di G.D. Grazie ad esso si accorcerà il distacco tra il sindacato e i lavoratori. In questo articolo cercherò di fare un sunto e trasmettere tutte le emozioni che un giovane, prima di tutto lavoratore, in secondo delegato di reparto di una delle più grosse aziende del nostro territorio è riuscito a cogliere nella giornata della manifestazione nazionale della CGIL il 4 Aprile a Roma. Sappiamo tutti le ragioni che hanno portato a questa manifestazione, è palese il tentativo da parte del governo di screditare e sminuire il sindacato con la più grande rappresentatività; iniziando il 22 Gennaio firmando un accordo separato con Cisl e Uil. La crisi che si percepisce realmente nell’autunno del 2008, viene sottovalutata e gestita dal governo con una dose di sorrisi ed ottimismo, ma i numeri aumentano, arriva febbraio 2009 e solo in Emilia-Romagna, le aziende che usufruiscono della cassa integrazione sono già 7000 e i lavoratori coinvolti arrivano a 400.000, ma aumenteranno. Il dramma di chi perde il lavoro e di chi uscendo da scuola non lo trova diventa reale; lo sentiamo tutti, un conoscente,un amico, un familiare tutti ne veniamo colpiti. La risposta della CGIL c’è; viene sollecitato il governo per aumentare gli ammortizzatori sociali già presenti e di crearne dei nuovi per i precari, che il precedente governo Berlusconi riteneva fondamentali per aumentare la produttività , per rendere più elastico un mondo del lavoro troppo statico che disincentivava ad intraprendere progetti d’impresa; ma adesso nel momento del bisogno si è già scordato di loro. Sempre la CGIL organizza un referendum per chiedere (cosa che nessun altro sindacato ha fatto) se i lavoratori di tutta Italia (a prescindere dalla sigla sindacale) sono favorevoli ad un accordo separato, la maggioranza ha votato NO. Il disappunto delle CGIL verso questa situazione si tramuta nella manifestazione nazionale del 4 Aprile. A Roma c’era tanta gente e una bellissima atmosfera, non voglio perdere tempo nella solita discussione dei numeri sulla partecipazione; Tutto è stato organizzato molto bene partendo dal trasporto con 7000 pulman e 5 treni speciali; L’età dei partecipanti partiva dai 17 per arrivare ai 70 anni. Si respirava un’aria comune ed un unico pensiero ci legava dalla Sicilia alla Lombardia, l’esserci per testimoniare fisicamente il proprio senso di appartenenza ad una classe onesta di lavoratori, che ha in passato e vuole in futuro sviluppare il nostro paese in tutti i suoi aspetti, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale , sempre nel rispetto di un equilibrio tra diritti e doveri con la garanzia di un lavoro e di una vita dignitosa. La manifestazione si è aperta in una atmosfera molto toccante, con una serie di interventi in cui gli stessi lavoratori esponevano la propria realtà, i propri disagi: dalla giovane, laureata con ottimi voti con la grande passione per l’insegnamento, che dopo 5 anni non riesce ancora ad ottenere una stabilità nel suo percorso lavorativo, la vedova e il figlio di chi, per lavorare e mantenere la propria famiglia, è morto e l’emigrato clandestino che si indebita per un viaggio, che il più delle volte diventa l’ultimo e il suo debito lo paga lavorando in nero nascosto e sfruttato in cantieri edili o dalla malavita. Per alleggerire la triste atmosfera che si era creata c’è stato il siparietto del comico Paolo Hendel, con il suo mitico personaggio Carcarlo Pravettoni, il cinico imprenditore con le sue soluzioni radicali per contrastare la crisi; Più passa il tempo e più ci si accorge che il suo personaggio è sempre più reale e concreto!! La chiusura della manifestazione è stata verso le 13.30 da parte del segretario Guglielmo Epifani ed anche se in tutta onestà non ho mai stravisto per lui, con grande gioia devo ammettere che è stato molto bravo è riuscito a condensare nel suo discorso l’umore e il sentimento della piazza, toccando tutte le tematiche ed i disagi su cui bisogna lavorare e risolvere. Ha ribadito il dovere di un sindacato e le motivazioni per cui la CGIL non scenderà a patti sull’accordo separato, invitando le altre sigle sindacali di riflettere sulle loro posizioni, dicendogli che la porta del dialogo è sempre aperta e che l’unione fa la forza. Al termine del suo intervento un grande sentimento di aggregazione e speranza si è diffuso per Roma . Purtroppo c’è una nota negativa e di personale dispiacere, che ritrovo quantunque ci sia una manifestazione (a prescindere dalla sigla sindacale) è la mancanza di partecipazione da parte dei lavoratori della mia azienda. Tutti i delegati FIOM e personalmente, mi ero molto adoperato per la miglior divulgazione e coinvolgimento dei lavoratori; ma purtroppo mi sono ritrovato in stazione a Bologna in una quindicina di persone, dieci appartenenti alla GD (tra l’altro le solite facce che in passato mi hanno, accompagnato alle mie prime manifestazioni e che colgo questa occasione per ringraziarle) e cinque esterne alla GD, mie personali conoscenze amici e non, che volevano partecipare. Mi sono posto diverse domande sulla mancanza di partecipazione da parte dei lavoratori di una delle più grandi aziende metalmeccaniche della regione; parlando con un delegato di un’altra azienda di Bologna mi esponeva il suo punto di vista: per lui in GD si sta troppo bene per questo la gente non si sentiva direttamente coinvolta nel senso di questa manifestazione, io ribattevo dicendogli che lo stare meglio era il frutto di lotte interne e che proprio chi sta meglio ha il dovere di dimostrare solidarietà ai lavoratori che stanno attraversando momenti bui, chi sta meglio deve lottare per trasmettere i suoi beneficia tutti i lavoratori Italiani, chi sta meglio sta aprendo la strada che tutti devono percorrere. Ma soprattutto chi sta meglio si deve ricordare che il mondo del lavoro è una ruota che gira e in un attimo si può trasformare nel lavoratore che ora sta peggio. Con tanta speranza aspetto una maggiore partecipazione alla prossima manifestazione. 2 Matteo Garavini
  • 3. Celebrazioni per 25 aprile e commemorazione monumento Foto Andrea Felisatti Negli anni ’70, i lavoratori G.D insieme alla proprietà, hanno fatto un dono a se stessi e alle persone che avrebbero fatto parte della futura comunità G.D. Un’opera d’arte di pietra, commissionata ad un famoso artista, che rappresenta la caduta del nazifascismo. All’epoca fu collocata all’ingresso di via Battindarno, il tempo ci aveva abituati a vederla lì, in mezzo agli alberi, le stagioni si susseguivano, la primavera la celebrava con la fioritura delle rose che la circondavano. Poi, dopo 20 anni circa, a causa dei lavori di ampliamento della struttura aziendale, è stata spostata a G.D5. Da prima dimenticata, poi ricollocata da noi delegati all’entrata del cancello. Tutte le mattine entrando la vedevo, un po’ di sfuggita prima di dirigermi in reparto. Poi un giorno mi sono fermata ad osservarla, questa imponente pietra grezza, ruvida, segnata, quasi sofferente. E questo fascio spezzato, simbolo nazifascista rivolto a terra per sempre. Ho capito che non stavo guardando solo un’opera d’arte, un monumento, perché non appaga solo un gusto estetico, non rappresenta solo un evento, una fase storica, ma è carico di significati profondi, è la nostra storia, è il simbolo del sacrificio di tante vite che hanno permesso la democrazia nel nostro paese. Da un giorno all’altro, mi sono ritrovata con un’importante eredità. Insieme ad altri colleghi, ci siamo posti il problema di come potere commemorare al meglio in monumento della G.D, dei lavoratori della G.D. Per poterlo fare abbiamo costituito, grazie alle raccolta di firme fatta tra i lavoratori, un comitato “PER RICORDARE LE ORIGINI DELLA NOSTRA STORIA” e dopo avete avuto il consenso dal nostro presidente Isabella Seragnoli, è finalmente cominciata una bella e profonda esperienza. Dal 2005 tutti gli anni in una data vicina al 25 aprile, si svolge una piccola cerimonia di commemorazione, piccola ma carica di importanza. Partecipano le istituzioni, nella figura del sindaco di Anzola dell’Emilia, una delegazione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), una rappresentanza della direzione aziendale e i lavoratori G.D. C’è solo una cosa che mi amareggia, ci sembrerebbe giusto che anche in G.D, come avviene già da anni in altre aziende di Bologna, ad esempio alla Magneti Marelli, ci fosse la possibilità per tutti i lavoratori che lo desiderano, di potere partecipare con del tempo retribuito a questa iniziativa e non con ferie o fuori orario di lavoro. Purtroppo ad oggi non è stato ancora possibile, speriamo che lo sia al più presto. Durante la cerimonia viene deposta una corona d’alloro e si dicono alcune parole per ricordare la festa di liberazione dal nazifascismo. Si ascoltano i racconti dei partigiani, quelle parole umanizzano le pietre del monumento e sono discorsi duri, come dura è la pietra, come è stata dura la resistenza. E’ importante ricordare il passato, la nostra storia è il nostro patrimonio genetico. Oggi siamo quello che siamo grazie alla nostra storia e a chi l’ha fatta, anche con il sacrificio estremo della vita come hanno fatto i partigiani. E’ grazie allo spirito della resistenza che è stato fondamento della nostra Repubblica, della nostra Costituzione, se oggi possiamo permetterci di essere un paese democratico e libero. Ma stiamo attenti perché non c’è libertà dove sono riconosciuti i valori della dignità dell’uomo e della democrazia. La nostra Costituzione non esiste solo il 25 aprile, bisogna difenderla tutti i giorni, anche da quelle leggi che la vogliono modificare, attaccandola per esempio fin dal 1° articolo lasciando passare delle leggi contro il lavoro e la dignità di chi lavora. Sandra Sandrolini 3
  • 4. TERREMOTO IN ABRUZZO Già dalla settimana prima di Pasqua, in tutte le bacheche G.D sono stati appesi dei comunicati con il compito di informare tutti lavoratori di un’iniziativa che la RSU, unitariamente, avrebbe proposto alla Proprietà nella figura della Sig.ra Seragnoli. Il 21 aprile, i coordinatori di tutte e tre le organizzazioni, hanno avuto un incontro con la Signora dal quale è uscito un intento comune di sviluppare, concretamente, un progetto per aiutare le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto. E’ stato formato un gruppo di lavoro fra delegati che avrà il compito, assieme all’Azienda e naturalmente con degli enti preposti, di capire in che modo potremo trasformare il nostro contributo in qualcosa di tangibile. Con dei primi contatti riusciremo a capire, forse andando anche di persona sul posto, ciò di cui avranno più bisogno. Questo vuole essere anche un modo per sentirci più partecipi e vicini a questa gente. Sebbene il primo istinto forte sia stato di correre subito in soccorso, abbiamo deciso di aspettare: in primo luogo perché ad oggi sul territorio, abbiamo la protezione civile, che con persone preparate e addestrate è la prima a correre per queste emergenze, in secondo luogo vorremmo essere presenti proprio quando ne avranno più bisogno, ossia, dopo il boom mediatico che finita la foga da prima pagina, lascerà un vuoto inevitabile. La G.D si sa, come lavoratori e come Proprietà, è sempre stata molto sensibile a certi temi. In fondo, siamo un piccolo mondo nel mondo e spesso ci contraddistinguiamo da molti agendo spontaneamente, è successo in molti casi e pensiamo che anche in questo momento, dovremmo rimarcare questa nostra identità di persone che non si tirano indietro davanti ad un richiamo di aiuto. Sappiamo tutti ormai in che mondo viviamo: un mondo cinico, egoista, freddo e spesso vuoto di quei fondamentali valori che fanno di una persona, un essere umano. La cosa che spesso mi fa rabbia, è vedere che la solidarietà e il fatto stesso di spendersi in azioni altruiste, capiti più che altro in situazioni estreme come questa. Basterebbe poco per poter essere un pochino migliori tutti: basterebbe solo non guardare solo al proprio orticello, non cercare di prevalere sempre su tutti ad ogni costo, non girarsi dall’altra parte quando si può aiutare qualcuno per paura di perdere tempo o non sappiamo nemmeno noi cosa Quello che è successo in Abruzzo è la dimostrazione che in pochi secondi si può perdere tutto …. Tutto ciò per cui si è lavorato una vita, persone che si sono amate per una vita…. Ma non ci si pensa mai. Ognuno di noi ha improntato la sua vita sul devo avere, devo avere!! Difficilmente si riesce a dare al giorno d’oggi …Siamo ricchi di “cose” che riempiono le nostre case, le nostre vite, ma siamo sempre più poveri di sentimenti che vadano oltre l’apparenza. Penso a chi adesso è giù in Abruzzo ed è sotto una tenda da campo, immagino che il dolore più grande sia quello di avere perso parenti, amici, conoscenti o anche i propri animali, poi arriva il dolore del non avere più un tetto sulla testa. E forse a quel punto si saranno anche chiesti, non avendo più qualcuno vicino “se solo avessi detto, se solo avessi fatto”. Per questo io penso che dovremmo imparare, una volta per tutte, che la vita è un attimo! Ma del resto che esempi potremmo mai avere, se non è la nostra coscienza a guidarci, potremmo forse prendere esempio altrove?? Possiamo prendere esempio dai media che sciacallano su questa vicenda da quando è iniziata inquadrando bare di neonati su quelle delle mamme o intervistano persone disperate solo per avere più ascolti e raggiungere share per i quali addirittura ringraziano il pubblico?? Possiamo prendere esempio dai politici, che piangono davanti alle telecamere, cercano di calcare le scene di ogni telegiornale e uno in particolare, il solito, che si permette di giurare su delle bare. Il tutto per cosa? Perché è la migliore campagna elettorale prima delle elezioni! Ora vuole fare il G8 all’Aquila “vediamo se i no global avranno il cuore di manifestare davanti a dei terremotati”. Usa come “scudo” il dolore per i propri interessi. Ma finito tutto questo pietoso spettacolino cosa rimarrà a queste persone? Delle solite promesse cosa rimarrà? Cosa succederà dopo le elezioni? Oltretutto è uscito con una legge dove tutto ciò che vuoi fare a livello di strutture o edifici per i terremotati dell’Abruzzo anche a livello di donazione, deve avere il timbro e l’approvazione del Governo, vuole manovrare anche le buone azioni. Quindi, alla fine è vero, non è tutta colpa nostra se non riusciamo ad “essere umani” tutti i giorni. Ma sono stanca di vedere calpestati ogni giorno i miei valori, i miei ideali. Stanca di essere manovrata per scopi meschini, stanca di vedere che nessuno se ne sta accorgendo. Stanca di sentirmi mosca bianca. E allora che fare? Penso che ognuno di noi sappia bene cosa si può fare per essere uomini e donne migliori ogni momento della nostra vita senza aspettare che muoiano più di 290 persone per poterlo dimostrare e penso che dovremmo ricordarci ogni giorno che siamo nati liberi e che la libertà di azione, pensiero e parola va difesa a tutti i costi, senza paura. Valeria Frascari 4
  • 5. UNA FINESTRA SUL MONDO Difendere il valore universale della resistenza 25 APRILE 1945 25 APRILE 2009 Sono entusiasta di avere la possibilità di tenere a battesimo questa rubrica su questo periodico ancora in fasce, proprio durante i festeggiamenti per il 25 aprile. Per le storia del nostro paese, questa data, è l’occasione per commemorare quelle persone, che più di 60 anni fa, hanno lottato contro un sistema politico dittatoriale che ha portato l’Italia allo sfascio. Bisogna tenere viva la memoria ma soprattutto dobbiamo riappropriarci del nostro passato. Un passato che ancora oggi è presente grazie alla conseguente nascita della Repubblica e della pur sempre attualissima, Carta Costituzionale. Nel nostro paese, la classe politica al governo, sta cercando di sminuire il valore del 25 aprile facendo un’opera di trasformazione: sostituendo la festa di liberazione con una generica festa della libertà. Eliminando così i valori fondanti su cui poggia la nostra repubblica!! Ed inoltre, questa operazione, viene anche utilizzata a scopo propagandistico, per poter riscrivere la storia creando una sorta di revisionismo storico di parte!! Revisionismo che in Italia, trova terreno fertile nella quasi totalità dei mezzi di comunicazione che trasmettono in continuazione questo tipo di propaganda distorta, facendo leva sulla parola “pacificazione”. Ma quale pacificazione? Con che diritto ne parlano i nostri governanti? E con che faccia tosta? Credo che le testimonianze degli eccidi e delle deportazioni, sono esempi concreti di un revisionismo che non deve attecchire ma soprattutto, non deve mettere assolutamente in un angolo le lotte partigiane. Un esempio concreto? Andate a visitare la casa (ora museo) dei fratelli Cervi a Gattatico (RE). Li si può davvero toccare con mano la storia di una famiglia impegnata nella lotta al nazi-fascismo e la conseguente fine pagata da queste persone, proprio perché si erano ribellate alla dittatura. Altro che pacificazione. In una società capitalistica e globalizzata, dove etica morale e ideologia sono ormai merce rara, è molto difficile tramandare i valori della Resistenza, per fare ciò, bisogna ripartire da noi stessi che siamo cittadini di questa repubblica, figli e nipoti di quelle lotte. Lotte condivise, sia chiaro, da molti ma non da tutti. Lotte che ci consentono di mantenere un filo conduttore tra passato e presente. Per questo, la fine dell’ideologia comunista, ha rotto equilibri basati su due diversi modelli di società. Così che, negli ultimi vent’anni, con l’avvento del neoliberismo, il modello di società “vincente” ha prodotto uno sfruttamento inesorabile dell’ambiente e delle popolazioni, subordinati agli interessi economici delle multinazionali e delle superpotenze, le quali hanno reso queste persone sempre più indigenti e sfruttate. La conseguenza a tutto ciò, ha fatto si che in altre parti del globo, siano nate forme di lotta similari alla nostra. Le quali cercano di contrastare un modello di società basato esclusivamente sugli interessi economici di pochi “privilegiati”. Relegando i tanti a un effimero ruolo di appendice del sistema. Il comune denominatore che ci lega, è la liberazione dell’uomo dal giogo della repressione, sia morale che materiale, ecco quindi il perché del valore universale della resistenza. Nel nostro piccolo, cerchiamo di mantenere viva questa memoria, solidarizzando con tutti quei popoli che provano a cambiare il loro destino dal basso. Dove la dignità umana torni al centro dell’attenzione e si riappropri di quei valori che sono parte fondamentale dell’umanità. Non lasciamo cadere l’esperienza del 25 aprile del 1945. Perché un popolo che non ha memoria, non riuscirà ad avere un futuro e tornerà, inevitabilmente, ad inciampare negli errori commessi in passato!! W LA RESISTENZA W LA LIBERTA’ W IL 25 APRILE Andrea Felisatti 5
  • 6. TESSERAMENTO alla FIOM-CGIL Lettera aperta ai Lavoratori G.D : Il Programma con cui i Delegati della FIOM–CGIL si sono presentati al vostro giudizio per il Rinnovo della RSU–G.D nel 2008, si concludeva con un invito al Tesseramento. Quella tornata elettorale, che ci ha sicuramente premiati come Organizzazione Sindacale, lascia comunque aperto il tema. La scelta della FIOM-CGIL per il proprio sostentamento economico continua ad essere il tesseramento dei Lavoratori attraverso l’adesione volontaria, ne più ne meno. Questo è l’aspetto cruciale di un problema, che ha almeno due diversi risvolti, comunque connessi tra loro. Il primo riguarda la possibilità per la FIOM-CGIL, in quanto Organizzazione, di avere un ruolo fondamentale nelle vicende Sindacali a partire da quelle nazionali e anche di poter mettere al servizio dei Delegati FIOM della RSU-G.D e dei Lavoratori iscritti, tutta una serie di competenze specifiche nei molteplici aspetti che compongono il mondo del lavoro, a titolo di esempio: Patronato, Assistenza Legale, Centri di Studio, etc. Non va inoltre dimenticato che autosufficienza economica, significa anche indipendenza nell’agire quotidiano. Il secondo riguarda inevitabilmente, e del resto lo indicavamo nel succitato Programma, il livello di rappresentatività complessiva dei Delegati FIOM della RSU-G.D sia nella discussione con le altre Organizzazioni Sindacali, sia durante le Trattative con l’Azienda. Non abbiamo dubbi, il valore aggiunto in termini di efficacia e di pressione nell’agire rivendicativo, che deriva da ogni singolo Lavoratore che da “simpatizzante” sceglie di diventare “iscritto”, è strategico in tutti i Tavoli di discussione Sindacale al fine di ottenere risultati concreti, in sintesi: più iscritti ha la FIOM, più il nostro potere contrattuale come Delegati FIOM aumenta. Se pensiamo alla realtà G.D, la FIOM continua negli anni ad essere il Sindacato maggiormente rappresentativo in termini di capacità di analisi ed azione, consensi, tesseramento. Ma il quadro generale in cui operiamo muta continuamente e si aprono sempre più fronti in cui è necessario intervenire con efficacia e rapidità. Quindi se vogliamo che la FIOM sia nella condizione di affrontare al meglio queste continue sfide che ci portano a presidiare, riconquistare o espandere quegli spazi contrattuali legati a Diritti, Salario, Prospettive per il futuro, dobbiamo riflettere tutti sulla necessità di rafforzarla. Magari anche facendo un ulteriore passo, proponendosi come Delegato Sindacale nei prossimi rinnovi della R.S.U. Concludiamo quindi invitando i Lavoratori attualmente iscritti alla FIOM a continuare a sostenerci, e quando è necessario a criticarci ma anche aiutarci. Ai Lavoratori che ancora non lo sono, e magari sono indecisi se farlo o meno, diciamo semplicemente: questo è il momento più opportuno per tesserarvi alla FIOM, c’è bisogno del contributo di tutti !. Grazie per l’attenzione che avete voluto concederci. Fabrizio Torri – Davide Zini (Coordinatori dei Delegati FIOM della RSU-G.D) 6