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IMPATTO AMBIENTALE
DEGLI ALIMENTI
PROGETTO SUGLI ALIMENTI ED IL LORO IMPATTO
DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO
1.Sintesi(breve)circa i dati disponibili sul
Global Warming Potential associato alla
produzione di diversi alimenti
2.Stima dell’impatto ambientale della
cosiddetta dieta quotidiana
Obiettivi
Il riscaldamento globale in climatologia indica, in
riferimento alla storia climatica della Terra, le fasi di
aumento della temperatura media dell’atmosfera
terrestre e degli oceani dovuta a cause naturali (ciclo
solare,moti della Terra,variazioni della quantità dei
gas atmosferici ecc.).
GLOBAL WARMING
I cambiamenti recenti del clima sono stati
analizzati più in dettaglio solo a partire dagli
ultimi anni, cioè da quando le attività
umane sono cresciute esponenzialmente ed
è diventata possibile l’osservazione dell’alta
troposfera.
Tutti i principali fattori ai quali è attribuito il
cambiamento climatico sono legati alle
attività dell’uomo.
CAUSE DEL RECENTE RISCALDAMENTO GLOBALE
Incremento della
concentrazione di gas serra
nell’atmosfera
Deforestazione
Incremento FREON
L’effetto è l’insieme dei meccanismi che
rende la temperatura superficiale di un
pianeta superiore a quella che si
avrebbe per puro equilibrio radioattivo,
calcolato secondo la legge di Stefan
Boltzman. Tale concetto è stato
proposto per la prima volta da Joseph
Fourier nel 1827 ed è stato studiato poi
da Svante Arrhenius nel 1896.
INFLUENZA DEI GAS SERRA
NELL’ATMOSFERA
Stefan-Boltzman
Enormi quantità di cibo sono prodotte,
trasformate, distribuite e consumate ogni
giorno.
Questi sono i tipi di attività che provocano
impatti diretti sulla salute umana e sul
nostro ambiente.
ALIMENTI
Un indicatore del livello di insostenibilità del sistema
alimentare contemporaneo è:
Energia consumata per produrre un alimento
IS = _______________________________________
Apporto energetico dell’alimento stesso.
Prima, nel 1910 (società per-industriali) IS=1
1970 IS=9
Oggi IS>100
INDICATORI
Nel corso degli anni è notevolmente cambiato il modo
di produrre e di distribuire il cibo, dal campo o
allevamento fino alla nostra tavola.
I fenomeni più noti sono stati la globalizzazione
dell’industria alimentare, l’incremento
dell’ import/export di alimenti e materie prime, la
concentrazione di grandi produttori a scapito della
microeconomia, l’aumento di grandi punti vendita
centralizzati e la diminuzione del numero dei piccoli
negozi con il conseguente aumento di grandi
autoveicoli per il trasporto di generi alimentari.
Food Miles
La crescente attenzione dei consumatori
nell’UE per le FOOD MILES, se intesa in
maniera superficiale, può rappresentare
una minaccia per l’export di molti Paesi.
Il trasporto delle derrate alimentari è
infatti solo uno dei fattori che
determinano l’impatto ambientale totale
della produzione e del consumo di
alimenti.
I dati disponibili sul riscaldamento globale e sui consumi
specifici di energia per prodotti alimentari differiscono
a seconda delle realtà produttive esaminate.
Le diverse stime dipendono dal mix delle fonti
energetiche utilizzate per produrre energia elettrica.
In Svezia il mix prevede: EN 46.6% EIdro 46.8%
In GB EN=18%
In IT il mix non comprende EN
300 TWh -E(rinn) 50 TWh
La metodologia Life Cycle Assessment (LCA) si propone di valutare gli
effetti ambientali di un prodotto lungo tutto il proprio ciclo di vita.
Le procedure sono descritte nelle norme standard ISO 14040 e si
articolano in 4 fasi distinte:
1) Definizione degli obiettivi
2) Inventario dei consumi di MP ed energia:
emissioni in aria, acqua, suolo...formazione di effluenti e residui
solidi
3) Valutazione dell’impatto ambientale tramite diversi parametri
ecologici
4) Interpretazione dei risultati tenendo conto dei margini di
incertezza nelle assunzioni di partenza e verificando la sensitività
dei risultati a prefissati intervalli di variazione
Life-Cycle Assessment (LCA)
DIETA
GIORNALIERA
Colazione
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
3 fette di pane (70,8g) 98,412 0,077
Latte (250mL) 258,25 0,06
3 biscotti (39g) 107,172 0,090
3 cucchiai di
marmellata (60g)
80 0,50
CALCOLO DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELLA NOSTRA
ALIMENTAZIONE
(PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE IL MENU GIORNALIERO)
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
543,834 0,56 0,28 2,13
TOTALE Colazione
Spuntino di metà mattina
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Merendina (100g) 28 0,23
Succo (200mL) 170 0,10
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
198 0,08 0,33 4,8
TOTALE
Pranzo
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Riso (140g) 0,48 0,07
Carne (125g) 1937,75 0,79
Formaggio stagionale
(50g)
253,2 0,24
Acqua naturale
(700mL)
7 0,08
Olio di Semi (60 mL) 254,04 0,14
Spezie (2g) 14,2 0,01
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
2466,67 0,04 1,33 1,06
TOTALE
Pranzo
Merenda
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Arance (150g) 42,15 0,08
Acqua (300mL) 3 0,05
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
45,15 0,17 0,13 1,7
TOTALE
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Fette di pane (47,2g) 65,61 0,05
Succo(200mL) 170 0,10
2 Cucchiai di
marmellata (40g)
53,3 0,04
Impronta di
H2O di alimenti
ed imballaggi
(L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di alimenti
ed imballaggi
(kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
288,91 0,51 0,19 2,3
TOTALE
Merenda alternativa
Cena
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Riso (100g) 344 0,052
Pesce pescato (150g) 0 0,204
Acqua (1,5L) 10 0,18
Olio di mais (60mL) 254,04 0,14
Insalata (75g) 17,85 0,06
Impronta di
H2O di alimenti
ed imballaggi
(L)
Impronta di H2O
di imballaggi
(%)
Impronta di CO2
di alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di CO2
di imballaggi
(%)
625,89 0,05 0,63 1,3
TOTALE Cena
Cena alternativa
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Pizza (1hg) 114 0,13
Acqua (1,5L) 10 0,18
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
124 16,40 0,31 23
TOTALE
Cena alternativa
PRODOTTI L di H20
consumati
Kg di CO2
emessi
Carne bovina 300g 4650,6 1,9
Acqua(1L) 6,6 0,12
Impronta di
H2O di
alimenti ed
imballaggi (L)
Impronta di
H2O di
imballaggi (%)
Impronta di
CO2 di
alimenti ed
imballaggi (kg)
Impronta di
CO2 di
imballaggi (%)
4657,2 0,03 2,02 2,4
TOTALE
• LA PLASTICA E I SACCHETTI
L’uso della plastica e dei suoi derivati è cresciuto notevolmente negli
ultimi 40 anni, trend che si riflette sulla composizione del rifiuto
marino.
Diverse fonti concordano che la plastica rappresenta la frazione
merceologica preponderante dei rifiuti in mare(dal 60 all’80% del
totale, con punte del 90-95% in alcune regioni secondo l’Unep-
agenzia per l’ambiente dell’ONU), una presenza particolarmente
dannosa per diversi specie animali come cetacei, tartarughe, pesci,
uccelli marini etc…
L’IMPATTO AMBIENTALE DELL’IMBALLAGGIO
DEGLI ALIMENTI SULL’AMBIENTE MARINO
Secondo l’Unep e l’Agenzia di protezione ambiente
svedese, di 115 specie di mammiferi marini 49 sono
a rischio intrappolamento o ingestione di rifiuti
marini.
I cetacei e i mammiferi marini vengono attratti da
questi materiali, spesso di colore acceso.
Dai monitoraggi è emerso che elefanti marini,
delfini, capodogli, lamantini,111 specie di uccelli
marini su 312 hanno ingerito rifiuti di plastica.
ECCO GLI ESITI!
Circa 100.000 mammiferi marini, di cui 30.000 foche,
un numero consistente di tartarughe, 700.000, un
milione di uccelli marini rimangono uccisi ogni anno
dalla plastica, per soffocamento o intrappolamento.
Il sacchetto di plastica viene infatti scambiato dalle
tartarughe per una medusa e viene ingerito con
conseguente blocco del tratto digestivo.
Tabella delle attività svolte negli
ultimi anni
L’attività sulla balneazione prevede l’analisi della matrice
acqua(correnti superficiali, direzione e intensità del vento,
temperatura, acqua, pH,O2, trasparenza,presenza di idrocarburi,
di coliformi e streptococchi fecali, nonchè la presenza della micro
alga tossica Ostreopsis ovata)
In tal senso, il progetto trasfrontaliero GIONHA che
coinvolge le regioni Liguria, Toscana, Sardegna e la
Corsica e di cui ARPAT è capofila, ha tra le proprie
finalità quella di avviare un progetto pilota che a
Livorno dovrebbe coinvolgere tutti i pescatori
professionisti della marineria a strascico, gli unici
operatori in grado di effettuare una concreta pulizia
dei fondali marini.
Con le stesse modalità di valutazione e di analisi, c’è
stata la possibilità di produrre una cartografia
georeferenziata relativa proprio alla concentrazione e
conseguente distribuzione geografica dei rifiuti
antropici qui riportati in fase complessiva.
Anche se la figura
successiva
mostra una
situazione
globale
sappiamo che la
maggiore
percentuale di
rifiuto antropico
registrato si
riferisce alla
plastica (preso
da GIONHA)
Disastri succulenti
Il 16% delle
sostanze nutritive
che dovremmo
ingerire è composto
dalle proteine
Queste due
piramidi,
rappresentano nel
primo caso
l’apporto
consigliato dei
diversi cibi per una
sana alimentazione
e nel secondo il
rispettivo impatto
ambientale.
La produzione di carni rosse incide pesantemente sulle
emissioni di CO2 e sui consumi di acqua per
l’allevamento degli animali
= 68000 g di CO2
+
15000 L di H2O
(l’equivalente di 182 docce!)
IMPATTO AMBIENTALE DELLA CARNE BOVINA
L'Economist ha pubblicato un grafico
molto interessante che ci mostra il
consumo di carne nel mondo.
Le cifre indicano il consumo di
carne pro capite espresso in kg
per persona.
E' il Lussemburgo il paese dove si
consumano più kg di carne per
cittadino, oltre i 130, a seguire
troviamo gli Stati Uniti con più
di 120 Kg.
Il grafico non dice che l'allevamento
intensivo è la principale causa
dell'emissione di gas serra nel
mondo. Se non riduciamo il consumo
di carne, il pianeta si esaurirà a
velocità incredibile!
Carne per tutti
Il grafico dimostra come i consumi attuali di carne,
confrontati con quelli della prima metà del ‘900, siano
spropositati!
La pesca intensiva del
tonno rosso
in zone di riproduzione per
soddisfare le richieste
di mercato
rappresenta un serio
rischio di estinzione
per questa specie.
L’ultima mattanza
LINK “Carne per tutti”
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1825a169-
47be-420b-bce2-1fd675fa17fc.html
SITOGRAFIA
www.waterfootprint.org
Progetto ROSSI-CIBUS 2010 SIS
Progetto MORESI-PR-12 Maggio
www.lcdafood.dk/
www.e-coop.it/spesa-all-impronta
www.improntawwf.it/carrello.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Global_warming
Link “L’ultima mattanza”
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-e40e8735-
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Impatto ambientale degli alimenti

  • 1. IMPATTO AMBIENTALE DEGLI ALIMENTI PROGETTO SUGLI ALIMENTI ED IL LORO IMPATTO DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO
  • 2. 1.Sintesi(breve)circa i dati disponibili sul Global Warming Potential associato alla produzione di diversi alimenti 2.Stima dell’impatto ambientale della cosiddetta dieta quotidiana Obiettivi
  • 3. Il riscaldamento globale in climatologia indica, in riferimento alla storia climatica della Terra, le fasi di aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre e degli oceani dovuta a cause naturali (ciclo solare,moti della Terra,variazioni della quantità dei gas atmosferici ecc.). GLOBAL WARMING
  • 4. I cambiamenti recenti del clima sono stati analizzati più in dettaglio solo a partire dagli ultimi anni, cioè da quando le attività umane sono cresciute esponenzialmente ed è diventata possibile l’osservazione dell’alta troposfera. Tutti i principali fattori ai quali è attribuito il cambiamento climatico sono legati alle attività dell’uomo. CAUSE DEL RECENTE RISCALDAMENTO GLOBALE
  • 5. Incremento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera
  • 8. L’effetto è l’insieme dei meccanismi che rende la temperatura superficiale di un pianeta superiore a quella che si avrebbe per puro equilibrio radioattivo, calcolato secondo la legge di Stefan Boltzman. Tale concetto è stato proposto per la prima volta da Joseph Fourier nel 1827 ed è stato studiato poi da Svante Arrhenius nel 1896. INFLUENZA DEI GAS SERRA NELL’ATMOSFERA Stefan-Boltzman
  • 9. Enormi quantità di cibo sono prodotte, trasformate, distribuite e consumate ogni giorno. Questi sono i tipi di attività che provocano impatti diretti sulla salute umana e sul nostro ambiente. ALIMENTI
  • 10. Un indicatore del livello di insostenibilità del sistema alimentare contemporaneo è: Energia consumata per produrre un alimento IS = _______________________________________ Apporto energetico dell’alimento stesso. Prima, nel 1910 (società per-industriali) IS=1 1970 IS=9 Oggi IS>100 INDICATORI
  • 11. Nel corso degli anni è notevolmente cambiato il modo di produrre e di distribuire il cibo, dal campo o allevamento fino alla nostra tavola. I fenomeni più noti sono stati la globalizzazione dell’industria alimentare, l’incremento dell’ import/export di alimenti e materie prime, la concentrazione di grandi produttori a scapito della microeconomia, l’aumento di grandi punti vendita centralizzati e la diminuzione del numero dei piccoli negozi con il conseguente aumento di grandi autoveicoli per il trasporto di generi alimentari. Food Miles
  • 12. La crescente attenzione dei consumatori nell’UE per le FOOD MILES, se intesa in maniera superficiale, può rappresentare una minaccia per l’export di molti Paesi. Il trasporto delle derrate alimentari è infatti solo uno dei fattori che determinano l’impatto ambientale totale della produzione e del consumo di alimenti.
  • 13. I dati disponibili sul riscaldamento globale e sui consumi specifici di energia per prodotti alimentari differiscono a seconda delle realtà produttive esaminate. Le diverse stime dipendono dal mix delle fonti energetiche utilizzate per produrre energia elettrica. In Svezia il mix prevede: EN 46.6% EIdro 46.8% In GB EN=18% In IT il mix non comprende EN 300 TWh -E(rinn) 50 TWh
  • 14. La metodologia Life Cycle Assessment (LCA) si propone di valutare gli effetti ambientali di un prodotto lungo tutto il proprio ciclo di vita. Le procedure sono descritte nelle norme standard ISO 14040 e si articolano in 4 fasi distinte: 1) Definizione degli obiettivi 2) Inventario dei consumi di MP ed energia: emissioni in aria, acqua, suolo...formazione di effluenti e residui solidi 3) Valutazione dell’impatto ambientale tramite diversi parametri ecologici 4) Interpretazione dei risultati tenendo conto dei margini di incertezza nelle assunzioni di partenza e verificando la sensitività dei risultati a prefissati intervalli di variazione Life-Cycle Assessment (LCA)
  • 16. Colazione PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi 3 fette di pane (70,8g) 98,412 0,077 Latte (250mL) 258,25 0,06 3 biscotti (39g) 107,172 0,090 3 cucchiai di marmellata (60g) 80 0,50 CALCOLO DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELLA NOSTRA ALIMENTAZIONE (PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE IL MENU GIORNALIERO)
  • 17. Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 543,834 0,56 0,28 2,13 TOTALE Colazione
  • 18. Spuntino di metà mattina PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Merendina (100g) 28 0,23 Succo (200mL) 170 0,10 Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 198 0,08 0,33 4,8 TOTALE
  • 19. Pranzo PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Riso (140g) 0,48 0,07 Carne (125g) 1937,75 0,79 Formaggio stagionale (50g) 253,2 0,24 Acqua naturale (700mL) 7 0,08 Olio di Semi (60 mL) 254,04 0,14 Spezie (2g) 14,2 0,01
  • 20. Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 2466,67 0,04 1,33 1,06 TOTALE Pranzo
  • 21. Merenda PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Arance (150g) 42,15 0,08 Acqua (300mL) 3 0,05 Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 45,15 0,17 0,13 1,7 TOTALE
  • 22. PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Fette di pane (47,2g) 65,61 0,05 Succo(200mL) 170 0,10 2 Cucchiai di marmellata (40g) 53,3 0,04 Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 288,91 0,51 0,19 2,3 TOTALE Merenda alternativa
  • 23. Cena PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Riso (100g) 344 0,052 Pesce pescato (150g) 0 0,204 Acqua (1,5L) 10 0,18 Olio di mais (60mL) 254,04 0,14 Insalata (75g) 17,85 0,06
  • 24. Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 625,89 0,05 0,63 1,3 TOTALE Cena
  • 25. Cena alternativa PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Pizza (1hg) 114 0,13 Acqua (1,5L) 10 0,18 Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 124 16,40 0,31 23 TOTALE
  • 26. Cena alternativa PRODOTTI L di H20 consumati Kg di CO2 emessi Carne bovina 300g 4650,6 1,9 Acqua(1L) 6,6 0,12 Impronta di H2O di alimenti ed imballaggi (L) Impronta di H2O di imballaggi (%) Impronta di CO2 di alimenti ed imballaggi (kg) Impronta di CO2 di imballaggi (%) 4657,2 0,03 2,02 2,4 TOTALE
  • 27. • LA PLASTICA E I SACCHETTI L’uso della plastica e dei suoi derivati è cresciuto notevolmente negli ultimi 40 anni, trend che si riflette sulla composizione del rifiuto marino. Diverse fonti concordano che la plastica rappresenta la frazione merceologica preponderante dei rifiuti in mare(dal 60 all’80% del totale, con punte del 90-95% in alcune regioni secondo l’Unep- agenzia per l’ambiente dell’ONU), una presenza particolarmente dannosa per diversi specie animali come cetacei, tartarughe, pesci, uccelli marini etc… L’IMPATTO AMBIENTALE DELL’IMBALLAGGIO DEGLI ALIMENTI SULL’AMBIENTE MARINO
  • 28. Secondo l’Unep e l’Agenzia di protezione ambiente svedese, di 115 specie di mammiferi marini 49 sono a rischio intrappolamento o ingestione di rifiuti marini. I cetacei e i mammiferi marini vengono attratti da questi materiali, spesso di colore acceso. Dai monitoraggi è emerso che elefanti marini, delfini, capodogli, lamantini,111 specie di uccelli marini su 312 hanno ingerito rifiuti di plastica.
  • 30. Circa 100.000 mammiferi marini, di cui 30.000 foche, un numero consistente di tartarughe, 700.000, un milione di uccelli marini rimangono uccisi ogni anno dalla plastica, per soffocamento o intrappolamento. Il sacchetto di plastica viene infatti scambiato dalle tartarughe per una medusa e viene ingerito con conseguente blocco del tratto digestivo.
  • 31. Tabella delle attività svolte negli ultimi anni
  • 32. L’attività sulla balneazione prevede l’analisi della matrice acqua(correnti superficiali, direzione e intensità del vento, temperatura, acqua, pH,O2, trasparenza,presenza di idrocarburi, di coliformi e streptococchi fecali, nonchè la presenza della micro alga tossica Ostreopsis ovata)
  • 33. In tal senso, il progetto trasfrontaliero GIONHA che coinvolge le regioni Liguria, Toscana, Sardegna e la Corsica e di cui ARPAT è capofila, ha tra le proprie finalità quella di avviare un progetto pilota che a Livorno dovrebbe coinvolgere tutti i pescatori professionisti della marineria a strascico, gli unici operatori in grado di effettuare una concreta pulizia dei fondali marini. Con le stesse modalità di valutazione e di analisi, c’è stata la possibilità di produrre una cartografia georeferenziata relativa proprio alla concentrazione e conseguente distribuzione geografica dei rifiuti antropici qui riportati in fase complessiva.
  • 34. Anche se la figura successiva mostra una situazione globale sappiamo che la maggiore percentuale di rifiuto antropico registrato si riferisce alla plastica (preso da GIONHA)
  • 36. Il 16% delle sostanze nutritive che dovremmo ingerire è composto dalle proteine Queste due piramidi, rappresentano nel primo caso l’apporto consigliato dei diversi cibi per una sana alimentazione e nel secondo il rispettivo impatto ambientale.
  • 37. La produzione di carni rosse incide pesantemente sulle emissioni di CO2 e sui consumi di acqua per l’allevamento degli animali
  • 38. = 68000 g di CO2 + 15000 L di H2O (l’equivalente di 182 docce!) IMPATTO AMBIENTALE DELLA CARNE BOVINA
  • 39. L'Economist ha pubblicato un grafico molto interessante che ci mostra il consumo di carne nel mondo. Le cifre indicano il consumo di carne pro capite espresso in kg per persona. E' il Lussemburgo il paese dove si consumano più kg di carne per cittadino, oltre i 130, a seguire troviamo gli Stati Uniti con più di 120 Kg. Il grafico non dice che l'allevamento intensivo è la principale causa dell'emissione di gas serra nel mondo. Se non riduciamo il consumo di carne, il pianeta si esaurirà a velocità incredibile! Carne per tutti
  • 40. Il grafico dimostra come i consumi attuali di carne, confrontati con quelli della prima metà del ‘900, siano spropositati!
  • 41. La pesca intensiva del tonno rosso in zone di riproduzione per soddisfare le richieste di mercato rappresenta un serio rischio di estinzione per questa specie. L’ultima mattanza
  • 42. LINK “Carne per tutti” http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1825a169- 47be-420b-bce2-1fd675fa17fc.html SITOGRAFIA www.waterfootprint.org Progetto ROSSI-CIBUS 2010 SIS Progetto MORESI-PR-12 Maggio www.lcdafood.dk/ www.e-coop.it/spesa-all-impronta www.improntawwf.it/carrello.it http://it.wikipedia.org/wiki/Global_warming Link “L’ultima mattanza” http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-e40e8735- a077-4a96-a34e-61c88931d473.html
  • 43. HANNO PARTECIPATO ENEA D. NANA F. DEITHER JOHN D. NICHOLAS C. 2A ITIS NATTA-BG