18. Mancini (Crui)
«L'università ha fatto la sua parte.
I matrimoni si fanno in due.
Adesso tocca alle imprese».
22 Maggio 2012, “Italia Oggi”
,
19.
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25.
26. Inso m m a:
•Si investe troppo poco in istruzione
•Si investe trop p o p o c o in ricerca e sviluppo
•E c'è un tale declino che
•Ci sono troppi laureati !
30. Leonello Tronti: produttività del lavoro negativa
....una produttività del lavoro negativa. Tronti sostiene che gli ultimi vent'anni descrivano una sorta di
“scambio politico” tra dipendenti e imprese, “nel quale la maggior remunerazione del capitale è una sorta di
contributo straordinario che i dipendenti [...] pagano alle imprese per consentire al sistema economico di
riorganizzarsi e sostenere l’urto combinato delle nuove tecnologie e dei nuovi, agguerriti concorrenti sul
mercato globale” (2008: 6). Gradualmente la debole contrattazione sindacale, lo smantellamento del
contratto nazionale del lavoro, e la contrazione dei salari reali ha influito negativamente tanto sulla
produttività quanto sui redditi, chiedendo prestazioni e performances lavorative sempre più intense a scapito
della tutela e della retribuzione del lavoro.
L. Tronti, Distribuzione del reddito, produttività del lavoro e crescita: il ruolo del sistema contrattuale,
http://www.aiel.it/bacheca/BRESCIA/papers/tronti.pdf, p. 6.
47. P re m io d i c o mp e nsazio ne m o rale
"Sebbene il giovane in carriera abbia messo da parte i suoi obiettivi iniziali, generalmente
questi rimangono nella memoria. Robert H. Frank, Cornell University economics professor, ha
cercato di comprendere esattamente quanta compensazione è necessaria a chi intende fare
questo sacrificio. Ha scoperto ad esempio che un giovane laureato preferirebbe lavorare nella
pubblicità della American Cancer Society piuttosto che per la Camel cigarettes, ma che qualora
dovesse lavorare per quest'ultima vorrebbe essere pagato il 50% in più" [non in meno! ndr]. “Lo
studente tipico vorrebbe il 17% in più per lavorare per una società petrolchimica piuttosto che
in un museo dell'arte”. In generale, secondo Robert H. Frank, questo "premio di compensazione
morale” cresce per gli uomini rispetto alle donne, e “spiega almeno in parte il differenziale
salariale tra i due”.
Jeff Schmidt, Disciplined Minds - A Critical Look At Salaried Professionals And The Soul-Battering System That Shapes Their Lives ,
Rowman & Littlefield, 2000, pp. 119-123.
48.
49.
50.
51.
52. d ic ia m o lo
1. Non è più una questione generazionale
63. “We must dare to prepare ourselves for the Exodus from
‘work-based society’: it no longer exists and will not
return. We must want this society, which is in its death-
throes, to die, so that another may arise from its ruins.
We must learn to make out the contours of that other
society beneath the resistances, dysfunctions and
impasses which make up the present. ‘Work’ must lose its
centrality in the minds, thoughts and imaginations of
everyone. We must learn to see it differently: no longer as
something we have - or do not have - but as what we do.
We must be bold enough to regain control of the work we
do”.
André Gorz – the immaterial
72. Fornero
«Imparare un mestiere, una professione, oggi è
importante.
Non è detto che tutti debbano avere una laurea,
magari di malavoglia, e utilizzarla anche peggio,
con una scarsa spendibilità sul mercato».
Fornero alla Piazza dei Mestieri, nei laboratori di panetteria e pasticceria
la Repubblica - Torino in data 29 maggio 2012.
73. Sacconi
“è necessario rivalutare il lavoro manuale, l’istruzione
tecnica e professionale evitando che una scelta liceale
sia fatta [...] non vedendo che un giovane ha
l’intelligenza nelle mani".
“Repubblica” 17 dicembre 2010
,
74. De Rita
“Meglio un carrozziere che un
laureato in nulla”
Asca, 18 giugno 2011
77. Gelmini
“Meglio pochi atenei di eccellenza che molte università sotto
casa”. “Qualche ateneo dovrà chiudere” “Basta con le lauree
inutili”... “scienze della comunicazione e altre amenità”
78. Sergio Benedetto, Anvur
“Tutte le università dovranno ripartire da zero. E quando la
valutazione sarà conclusa, [...] q u alc he se d e d o v rà e sse re
c hiu sa”.
“Repubblica” 4 Febbraio 2012