Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
1. Effetto serra: la Terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
L'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) lancia l'ennesimo allarme: effetto serra oltre
ogni limite
Quando l' Organizzazione Metereologica Mondiale delle Nazioni Unite (WMO) lancia l'allarme
effetto serra le reazioni sono sempre le stesse: i media riportano la notizia in prima pagina con dati
percentuali e tabelle, i politici fanno le loro belle dichiarazioni di circostanza, propongono convegni
mondiali di scienziati, dichiarano la necessità di intraprendere strade più virtuose di politiche
industriali, ma cessato l'allarme amplificato dalla stampa, quando nuove notizie occupano le prime
pagine dei quotidiani tutto rimane come prima: la Terra urla, ma noi ci rimettiamo le cuffiette ed
ascoltiamo il rock, prendiamo le chiavi della macchina e corriamo all'iper-mercato per riempire i
carrelli di prodotti.
Puntuale come il Natale il rapporto del WMO ci ricorda la drammaticità della situazione e
dell'assoluta necessità di correre ai ripari prima che l'effetto dei gas serra diventi irreversibile, i dati
di quest'anno sono, come al solito, allarmanti: “Nel 2013 la concentrazione di CO2 nell'atmosfera
era pari al 142% di quella dell'era pre-industriale (1750), il metano 253% e l'azoto 121%”
“Il tempo sta scadendo -ha dichiarato Michel Jarraud, segretario generale del WMO- sappiamo che
senza alcun dubbio che il nostro clima sta cambiando, sta diventando sempre più estremo e la causa
sono le attività umane, come la combustione di carbone fossile”
Al di là delle buone intenzioni che anche questa volta verranno sciorinate per tranquillizzare
l'opinione pubblica un sano realismo ci impone di fare alcune considerazioni:
l'11 dicembre del 1997 a Kyoto (Giappone), viene redatto il famoso Protocollo che prende il nome
dalla città che ospitò la conferenza, si trattava di un accordo internazionale in materia ambientale
che coinvolgeva 180 Paesi nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (UNFCCC). Il Protocollo entrerà in vigore il 16 febbraio del 2005 quando
anche la Russia ratificherà il documento. Da quel momento in poi gli appelli dei climatologi
continueranno ad essere voci nel deserto.
Ciò di cui non si tiene conto, in realtà, è che l'abbattimento della CO2 è solo uno degli aspetti che
determinano l'aumento dei gas serra, ad essa, come evidenziato dal Protocollo di Kyoto, si
aggiungono metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafloruro di zolfo quindi
il carbone fossile, come affermato da Michel Jarraud, è solo uno degli elementi che mettono a
rischio l'integrità del pianeta e la nostra sopravvivenza.
Dal 1997 molte cose sono cambiate: la popolazione mondiale è cresciuta in maniera esponenziale e
i Paesi che fino a qualche decennio fa venivano considerati “terzo mondo” sono alla continua
ricerca di standard che assomiglino sempre più a quelli occidentali. E' evidente che il concetto di
benessere globale e di benessere individuale, o nazionale, trovi notevoli difficoltà a trovare un
giusto equilibrio.
Un dato fra tanti: quest'anno Greenpeace e la spagnola Oceana hanno dichiarato che il Mediterraneo
è il mare più inquinato del mondo, la cosa fa pensare: Italia, Francia e Spagna sono tra le prime
responsabili di questa situazione, come si può pensare che Paesi meno tecnologicamente avanzati in
corse verso l'industrializzazione possano fare meno danni?
Un'ultima considerazione che troppo spesso viene tenuta in scarsa considerazione quando si parla di
inquinamento ed effetto serra: il devastante impatto delle guerre, cifre sui consumi di idrocarburi
che fanno girare la testa e proprio in questi giorni Obama ha dichiarato un possibile impegno
militare di 3 anni in Siria per combattere lo Stato Islamico, una ghiotta occasione per il mercato
delle armi che di certo non è il più sensibile alle problematiche ambientali e l'Italia ne fa parte a
pieno titolo
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