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“SOSTEGNO ALLA COMPETITIVITÀ DEL
TERRITORIO ATTRAVERSO IL RECUPERO E LA
VALORIZZAZIONE DEI SITI INDUSTRIALI
DISMESSI NELLA PROVINCIA DI ROMA”
PRESENTAZIONE DI FABIO PIACENTI
PRESIDENTE EURES RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI
20 GENNAIO 2021 - ORE 15.30
CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA, SALA DEL TEMPIO DI ADRIANO
I siti industriali «dismessi e contaminati» in Europa
I siti industriali dismessi e contaminati in Europa (i cosiddetti “brownfiels”), secondo il censimento condotto
dall’organismo della Comunità Europea (Clarinet) che ha raccolto le comunicazioni dei singoli Paesi al riguardo,
raggiungono il milione di unità, con numeri che variano da alcune centinaia negli Stati più piccoli fino a superare le
100 mila unità nei grandi Paesi industriali.
I Paesi che presentano il maggior numero di siti dismessi contaminati sono:
La Germania, con 362 mila
siti in 128 mila ettari
La Francia con 200 mila siti
in 26 mila ettari
Il Regno Unito con 105 mila
siti in 76 mila ettari
In questi Stati, già da decenni sono state intraprese misure volte a introdurre incentivi economici (finanziamenti diretti,
programmi di controllo del credito pubblico e sgravi fiscali), strumenti normativi e interventi di pianificazione finalizzati
ad affrontare il problema dei brownfields attraverso il riutilizzo delle aree abbandonate. In particolare:
• in Germania il governo federale ha definito un sistema di linee guida dalle quali sono sorti 300 progetti pilota
finalizzati alla riduzione del consumo di suolo e allo sviluppo sostenibile dei territori;
• in Francia nel 1999 è stata approvata la Loi Voynet, con l’obiettivo di garantire lo sviluppo dei territori
attraverso la riqualificazione delle aree in degrado e la protezione e valorizzazione dell’ambiente e del
paesaggio;
• In Gran Bretagna nel 1995 è stato approvato il Planning Policy Giudance 2, un progetto di programmazione
territoriale con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo attraverso interventi di rigenerazione urbana
condotti incoraggiando il riutilizzo delle aree cittadine abbandonate.
I siti industriali dismessi e contaminati: il quadro nazionale
I dati trasmessi dall’Italia alla Comunità Europea (fonte
Clarinet) in merito alla presenza sul territorio di siti industriali
«dismessi e contaminati» risultano invece decisamente
parziali, restituendo numeri meno significativi (si tratta,
peraltro, di una rilevazione piuttosto datata, risalente al 2002).
In base a questa fonte nel nostro Paese si conterebbero
circa 9 mila siti industriali dismessi contaminati (di cui
1.200 nell’area metropolitana di Milano).
In base ai dati trasmessi
dall’Italia alla Comunità
Europea, il nostro Paese
conta 9.000 siti industriali
dismessi contaminati, di
cui 1.200 a Milano
A tale riguardo l’Istat (Censimento Industria e Servizi 2012),
ha stimato che le aree industriali dismesse (contaminate e
non) si estenderebbero su una superficie pari al 3% del
territorio nazionale (900 mila ettari, un’area pari alla
superficie delle Marche). Inoltre, in un caso su 3, i siti sono
localizzati in aree a media o elevata urbanizzazione, con
importanti ripercussioni in termini di tutela del territorio e salute
pubblica.
Per l’Istat i siti
industriali dismessi
(contaminati e non) si
estendono su una
superficie di 900 mila ha
I siti contaminati secondo l’annuario ISPRA
I dati dell’annuario Ispra 2018, forniscono indicazioni in
merito ai siti contaminati (ma non necessariamente dismessi).
In base ai dati Ispra i Siti di Interesse Nazionale sono 41 e si
estendono su una superficie di 250 mila ha (che corrisponde
all’estensione della città metropolitana di Venezia), di cui 172
mila a terra e 78 mila a mare. Il termine “sito” è da intendersi
nell’accezione più ampia di “area territoriale” e non di singola sede
industriale, potendo dunque ciascun sito comprendere una
molteplicità di complessi produttivi.
Il solo SIN segnalato per il Lazio è quello del Bacino del Fiume Sacco
in provincia di Frosinone.
L’Ispra ha individuato
41 Siti di Interesse
Nazionale che si
estendono su una
superficie di 250 mila ha
I siti di rilevanza regionale (i cui dati disponibili sono
ancora parziali, arrivando a rappresentare circa il 70% del
totale), sono invece 29.693 (su una superficie pari a
circa 70 mila ettari), di cui 16.435 con procedimento
di bonifica ancora in corso e 13.258 con
procedimento concluso. Nel Lazio i siti di rilevanza
regionale sono 1.038 e nessuno risulta aver concluso i
procedimenti di bonifica necessari per la messa in
sicurezza del territorio.
I Siti di Interesse Regionale
sono 29.693 su una superficie
di 70 mila ha, di cui 16.435
con bonifica in corso e 13.258
con procedimento concluso
Il recupero virtuoso di siti industriali dismessi
Numerosi risultano gli esempi di recupero virtuoso di ex siti industriali dismessi, che hanno consentito una riqualificazione
del territorio in chiave funzionale e ambientale: in Italia si ricordano quello della dell’ex raffineria Agip di Milano, divenuta
sede di un importante polo fieristico, e quello dell’ex stabilimento Fiat di Novoli (FI), trasformato in centro residenziale.
Su scala nazionale, si segnala:
• la riqualificazione dell’ex raffineria Agip nell’hinterland
milanese, un’area di 450 mila metri quadri, del valore di oltre
800 milioni di euro, che ha condotto alla realizzazione del nuovo
polo fieristico di Milano, progettato dall’architetto Fuksas e
inaugurato nel 2004;
Riqualificazione dell’ex raffineria Agip di Rho (Milano)
• il recupero dell’ex stabilimento Fiat di Novoli (Firenze),
oggetto di un intervento di riqualificazione del valore di oltre
600 milioni di euro, che ha portato alla realizzazione di un
centro residenziale;
• il riutilizzo dell’area in cui sorgevano le ex officine
Ansaldo, nel genovese, riconvertita in un quartiere residenziale
con un investimento di oltre 400 milioni di euro;
Riqualificazione dell’ex stabilimento Fiat di Novoli
*le immagini utilizzate sono liberamente reperibili sul web. Sul punto la corte Europea ha stabilito che “postare un link preso da materiale autorizzato liberamente disponibile online non viola il diritto di esclusiva
comunicazione al pubblico”.
Il recupero virtuoso di siti industriali dismessi
Riqualificazione dell’ex zuccherificio Eridania
• il recupero dell’ex stabilimento delle acciaerie Bertoli, a
Udine, riconvertito in un centro residenziale dopo un
investimento di 150 milioni di euro;
• la riqualificazione dell’ex zuccherificio Eridania, a
Cesena, un’area di circa 72 mila metri quadri all’interno della
quale sono stati inseriti edifici residenziali, strutture
commerciali, attività ricettive, edifici per il terziario e le sedi
delle facoltà di architettura e ingegneria dell’Università di
Bologna;
Riqualificazione dell’ex miniera Zollverein di Essen
*le immagini utilizzate sono liberamente reperibili sul web. Sul punto la corte Europea ha stabilito che “postare un link preso da materiale autorizzato liberamente disponibile online non viola il diritto
di esclusiva comunicazione al pubblico”.
A livello internazionale, si segnala:
• la riqualificazione dell’ex miniera Zollverein di Essen, in
Germania, divenuta un parco culturale, oggi sede di importanti
musei che ne hanno preservato la sua storia economica e
sociale (tra cui il Rurh Museum), nonché di teatri, spezi
espositivi e laboratori d’arte, fino a diventare Patrimonio
dell’Unesco nel 2002;
• Il recupero della sede dell’ex acciaieria Thyssen a
Diusburg, sempre in Germania, divenuta un parco a garanzia
del ripristino di aree verdi e spazi naturali;
Il percorso di ricerca e implementazione dei siti
Il percorso di ricerca è stato realizzato attraverso 5 linee di lavoro. Partendo da una rassegna del dibattito in materia e da
una ricognizione delle fonti volta a inquadrare e quantificare le dimensioni del fenomeno, si è pervenuti ad una serie di
«fotografie» utili a evidenziare le potenzialità rappresentate dai siti produttivi dismessi sia sotto il profilo economico e di
sviluppo sia sotto il profilo ambientale. Un’importante prospettiva di ricerca è stata proposta attraverso la verifica dei dati
relativi alle imprese beneficiarie di contributi pubblici (MISE) non più in attività, che rappresentano un primario bacino di
riferimento per eventuali progetti di recupero. Tutti i più significativi risultati del lavoro sono confluiti all’interno del sito
internet www.sitidismessi.it, che potrà accompagnare le possibili azioni di reimmissione sul mercato dei siti individuati.
Ricognizione del dibattito esistente in materia
Ricognizione delle principali fonti istituzionali di riferimento
Analisi delle dimensioni e caratteristiche del fenomeno
Analisi dei contributi concessi dal MISE alle imprese
Progettazione e implementazione del sito internet
Fonti utilizzate/consultate
1. Comune di Roma, «Prima Indagine Istruttoria sui manufatti dismessi o
inutilizzati»
2. Arpa Lazio, Anagrafe dei siti contaminati censiti nell’ambito delle attività
svolte dall’Agenzia
3. Rapporto Isfort/Unindustria; «La riqualificazione di aree dismesse: un
progetto di area vasta», Gennaio 2014
4. Piano Regolatore Generale del Comune di Roma
5. Ministero dello Sviluppo Economico
6. CCIAA di Roma
7. Servizio catastale della Città Metropolitana di Roma
Comune di Roma: la mappatura dei siti in disuso o sottoutilizzati
Pubblica
108 (55,4%)
Privata
87 (44,6%)
Siti, edifici e complessi di edifici dismessi e/o
sottoutilizzati nel Comune di Roma per assetto
proprietario. Valori assoluti e composizione %
All’interno del territorio di Roma, la consultazione delle mappe dell’indagine
istruttoria sui manufatti dismessi e/o sottoutilizzati di Roma Capitale ha
consentito di individuare 195 siti, edifici e/o complessi di edifici non utilizzati
(quindi non esclusivamente ex complessi industriali). In oltre la metà dei casi
(55,4%) si tratta di strutture pubbliche, mentre le strutture di proprietà privata
(abitazioni e complessi residenziali, ex fabbriche, casali abbandonati) sono 87 (44,6% del
totale). I dati sopra citati non includono, peraltro, almeno 15 strutture militari dismesse o
sottoutilizzate e 3 tenute agricole in abbandono. Quasi la metà delle 195 strutture si
concentra nei Municipi I (43 siti), VIII (19 siti), VII e III (entrambi con 18 siti),
evidenziando come, nella Capitale, il fenomeno coinvolga in misura più significativa le aree
centrali della città.
43
19
18
18
17
16
12
12
9
8
7
7
5
4
0
Municipio I
Municipio VIII
Municipio III
Municipio VII
Municipio V
Municipio XIV
Municipio XII
Municipio XV
Municipio XIII
Municipio XI
Municipio VI
Municipio IX
Municipio IV
Municipio II
Municipio X
Siti, edifici e complessi di edifici
dismessi o sottoutilizzati nel
Comune di Roma per Municipio
Totale Comune di Roma:
Arpa Lazio: le «aree contaminate»
Siti CONTAMINATI (dismessi e non) nella città metropolitana di Roma nell’ambito delle attività dell’ARPA.
Dati comunali
Molto più estesa è la presenza di “aree contaminate”
censite dall’Arpa Lazio (Anagrafe Informatica dei Siti
Contaminati), che includono tuttavia anche le
strutture ancora in uso, secondo cui nel 2017
(ultimo anno disponibile) nel Lazio si contano
1.116 siti contaminati di cui 533 nel territorio
metropolitano di Roma.
Nella città di Roma si concentra il numero più
elevato di aree contaminate (317, il 60% del
totale); valori significativi si segnalano inoltre a
Fiumicino (31 siti), Pomezia (19), Civitavecchia,
Colleferro (entrambi 13 siti) e Fiano Romano
(10). In 21 comuni è segnalato un solo sito
contaminato, mentre 15 ne contano due.
Relativamente alla tipologia di attività svolta, si
segnala una importante presenza di impianti per
la trasformazione di prodotti petroliferi, centrali
per la diffusione di energia elettrica, discariche
e imprese siderurgiche, ancora in uso o
dismesse.
Rapporto Isfort/Unindustria
Il Rapporto redatto da Isfort per conto di
Unindustria individua 21 siti, di cui 15 di
proprietà di privati e 8 di proprietà
pubblica (non si tratta evidentemente di un
dato censuario, ma di un’attività ricognitiva
avente quale fine la selezione e l’avvio di
progetti di recupero).
A livello territoriale, i siti si concentrano in 8
comuni dell’area metropolitana: il numero più
elevato si trova nel territorio di Fiumicino (8
stabilimenti), cui seguono Guidonia
Montecelio (3 siti), Civitavecchia, Colleferro,
Fonte Nuova e Pomezia (2 siti) e infine
Ladispoli e Moricone, che contano un solo
sito.
L’estensione territoriale – i cui dati sono
disponibili solo per 15 dei 21 siti considerati –
mostra uno scenario eterogeneo: un terzo
degli stabilimenti si estende su una superficie
che supera i 10 ettari, e un ulteriore 33,3% si
colloca su meno di 2 ettari di territorio.
Aree industriali dismesse nei comuni della Città Metropolitana di Roma
MISE: contributi erogati per il rilancio del sistema produttivo locale e imprese coinvolte.
2.374
(85,5%)
353
(12,7%)
51
(1,8%)
L. 64/1986
L. 488/1992
Contributi FIT
Numero di stabilimenti aziendali a cui sono stati concessi
contributi (> di 0) nella città metropolitana di Roma per
normativa di riferimento. Valori assoluti e %
Totale concessioni: 2.778
708,7 MLN di €
(86,3%)
87 MLN di €
(10,6%)
25 MLN di €
(3,0%)
L. 64/1986
L. 488/1992
Contributi FIT
Ammontare complessivo dei contributi concessi nella
città metropolitana di Roma per normativa di riferimento.
Valori assoluti (in milioni di €) e %
Totale concessioni: 820,9 MLN di €
298.526 €
247.433 €
487.255 €
295.499 €
L. 64/1986 L. 488/1992 Contributi FIT Totale
Ammontare medio dei contributi concessi nella città
metropolitana di Roma per normativa di riferimento.
Valori assoluti (in €)
All’interno del percorso di ricerca, i dati MISE hanno
rappresentato un punto di partenza utile per individuare
quali – tra le imprese non più in attività – fossero risultate
destinatarie di aiuti pubblici (ex Legge. 64/1986, 488/1992
e contributi FIT).
In termini complessivi, nell’area metropolitana di Roma, i
2.778 benefici erogati hanno coinvolto 1.087 imprese
per un ammontare di 821 milioni di € (circa 650
quelli effettivamente versati).
In termini medi, l’ammontare dei contributi concessi si
attesta a 295.000 euro per ogni stabilimento
produttivo beneficiario.
Contributi erogati per il rilancio del sistema produttivo (MISE) e imprese coinvolte
Contributi concessi nella C.M. di Roma per comune
I provvedimenti di concessione hanno coinvolto
46 comuni dell’area metropolitana (il 38% del
totale); il numero maggiore di concessioni si
concentra a Pomezia, con 1.338 provvedimenti
che coinvolgono 393 imprese. Seguono Ariccia
(413 concessioni e 131 imprese) e Albano Laziale
(170 concessioni e 89 imprese).
Roma è quinta per numero di concessioni (137
unità), mentre raggiunge il terzo posto per
numerosità delle imprese coinvolte (89).
Pomezia si colloca in prima posizione anche in
termini di ammontare economico dei benefici
concessi, con un valore complessivo di 434
milioni di euro, seguita a grande distanza da
Roma (101 milioni di euro).
In termini medi, invece, è il comune di Monte
Porzio Catone a registrare i benefici più generosi,
destinatario di un’unica concessione del valore di
quasi 900 mila euro, seguita da Roma con un
valore medio di 737 mila euro.
Dati MISE: contributi erogati alle imprese di Roma non più in attività
Al termine di un lavoro di raccolta, verifica e catalogazione
(condotto attraverso la ricerca puntuale dei codici fiscali delle
imprese beneficiarie di concessioni, resa possibile grazie
al registro delle imprese della CCIAA di Roma), sono state
isolate 268 imprese “non più in attività” (545
considerando invece le unità locali), di cui 156 cessate,
97 con procedura fallimentare in corso e 15 “non
attive”. Per oltre 500 delle imprese beneficiarie non è
stato invece possibile verificare lo stato attuale.
86 (32,1%)
73 (27,2%)
25 (9,3%)
14 (5,2%)
9 (3,4%)
9 (3,4%)
7 (2,6%)
45 (16,8%)
Roma
Pomezia
Ariccia
Albano
Laziale
Anzio
Colleferro
Adrea
Altri comuni
Imprese cessate, non attive o in liquidazione alle
quali sono state concessi contributi per comune.
Valori assoluti e composizione %
A livello territoriale, in base al procedimento effettuato,
sono 86 le imprese “beneficiarie e non più in
attività” localizzate nel Comune di Roma (185 le
unità locali); elevato anche il valore di Pomezia (73
imprese e 124 unità locali), seguita da di Ariccia (25
imprese) e di Albano Laziale (14 imprese).
Attive
279
(51,0%)
Cessate
156 (28,5%)
Con procedure
97 (17,7%)
Non attive
15 (2,7%)
Non in attività:
268 (49%)
Imprese a cui sono stati concessi contributi nella
città metropolitana di Roma per "stato di attività"
dell'impresa. Val. ass. e composizione %
1 (0,4%)
167 (67,3%)
148 (59,7%)
19 (7,7%)
80 (32,3%)
Agricoltura Industria - in senso
stretto
- costruzioni Servizi
Imprese cessate, non attive e in liquidazione alle
quali sono stati concessi contributi nella città
metropolitana di Roma per settore di attività*
dell’impresa. Val. ass. e composizione %
*per 20 imprese non è stato possibile determinare il settore di attività
L’analisi relativa ai settori di attività mostra come il 59,3%
delle imprese “dismesse” operasse nel comparto
manifatturiero (167 unità in termini assoluti), in
particolare nell’industria della stampa (22 imprese), nel
comparto metallurgico, nell’industria del legno e della carta
(entrambi con 21 unità) e in quello informatico, elettrico ed
elettronico (20 unità), mentre circa 1 su 3 appartiene ai servizi
(80 imprese), ed in particolare al commercio (28 aree
dismesse).
28 (10,4%)
4 (1,5%)
14 (5,2%)
10 (3,7%)
240 (89,6%)
44 (16,4%)
162 (60,4%)
34 (12,7%)
Società di persone
Ditte individuali
Società semplici e in nome collettivo
Società in accomandita semplice
Società di capitali
Società per azioni
Società a responsabilità limitata
Altre società di capitali
Imprese cessate, non attive e in liquidazione alle quali sono
stati concessi contributi nella città metropolitana di Roma
per forma giuridica. Val. ass. e composizione %
In 9 casi su 10 si tratta di società di capitali (240 unità
in termini assoluti). Nel dettaglio, le s.r.l. sono 162, le
s.p.a. sono 44 e 34 hanno «altre forme» (s.a.p.a.,
cooperative, s.r.l.s., ecc.).
Sono invece 28 le società di persone (il 10,4% del
totale), di cui 14 società semplici o in nome collettivo,
10 società in accomandita semplice e 4 ditte
individuali.
Dati MISE: contributi erogati alle imprese di Roma non più in attività
Il sito www.sitidismessi.it
Tutti i più significativi risultati del
lavoro e le relativa
documentazione utilizzata, sono
confluiti all’interno del sito
internet www.sitidismessi.it
che raccoglie ad oggi oltre 30
schede analitiche relative ai
singoli siti individuati e che ne
potrà accompagnare le possibili
azioni di reimmissione sul
mercato.

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  • 1. “SOSTEGNO ALLA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO ATTRAVERSO IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEI SITI INDUSTRIALI DISMESSI NELLA PROVINCIA DI ROMA” PRESENTAZIONE DI FABIO PIACENTI PRESIDENTE EURES RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI 20 GENNAIO 2021 - ORE 15.30 CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA, SALA DEL TEMPIO DI ADRIANO
  • 2. I siti industriali «dismessi e contaminati» in Europa I siti industriali dismessi e contaminati in Europa (i cosiddetti “brownfiels”), secondo il censimento condotto dall’organismo della Comunità Europea (Clarinet) che ha raccolto le comunicazioni dei singoli Paesi al riguardo, raggiungono il milione di unità, con numeri che variano da alcune centinaia negli Stati più piccoli fino a superare le 100 mila unità nei grandi Paesi industriali. I Paesi che presentano il maggior numero di siti dismessi contaminati sono: La Germania, con 362 mila siti in 128 mila ettari La Francia con 200 mila siti in 26 mila ettari Il Regno Unito con 105 mila siti in 76 mila ettari In questi Stati, già da decenni sono state intraprese misure volte a introdurre incentivi economici (finanziamenti diretti, programmi di controllo del credito pubblico e sgravi fiscali), strumenti normativi e interventi di pianificazione finalizzati ad affrontare il problema dei brownfields attraverso il riutilizzo delle aree abbandonate. In particolare: • in Germania il governo federale ha definito un sistema di linee guida dalle quali sono sorti 300 progetti pilota finalizzati alla riduzione del consumo di suolo e allo sviluppo sostenibile dei territori; • in Francia nel 1999 è stata approvata la Loi Voynet, con l’obiettivo di garantire lo sviluppo dei territori attraverso la riqualificazione delle aree in degrado e la protezione e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio; • In Gran Bretagna nel 1995 è stato approvato il Planning Policy Giudance 2, un progetto di programmazione territoriale con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo attraverso interventi di rigenerazione urbana condotti incoraggiando il riutilizzo delle aree cittadine abbandonate.
  • 3. I siti industriali dismessi e contaminati: il quadro nazionale I dati trasmessi dall’Italia alla Comunità Europea (fonte Clarinet) in merito alla presenza sul territorio di siti industriali «dismessi e contaminati» risultano invece decisamente parziali, restituendo numeri meno significativi (si tratta, peraltro, di una rilevazione piuttosto datata, risalente al 2002). In base a questa fonte nel nostro Paese si conterebbero circa 9 mila siti industriali dismessi contaminati (di cui 1.200 nell’area metropolitana di Milano). In base ai dati trasmessi dall’Italia alla Comunità Europea, il nostro Paese conta 9.000 siti industriali dismessi contaminati, di cui 1.200 a Milano A tale riguardo l’Istat (Censimento Industria e Servizi 2012), ha stimato che le aree industriali dismesse (contaminate e non) si estenderebbero su una superficie pari al 3% del territorio nazionale (900 mila ettari, un’area pari alla superficie delle Marche). Inoltre, in un caso su 3, i siti sono localizzati in aree a media o elevata urbanizzazione, con importanti ripercussioni in termini di tutela del territorio e salute pubblica. Per l’Istat i siti industriali dismessi (contaminati e non) si estendono su una superficie di 900 mila ha
  • 4. I siti contaminati secondo l’annuario ISPRA I dati dell’annuario Ispra 2018, forniscono indicazioni in merito ai siti contaminati (ma non necessariamente dismessi). In base ai dati Ispra i Siti di Interesse Nazionale sono 41 e si estendono su una superficie di 250 mila ha (che corrisponde all’estensione della città metropolitana di Venezia), di cui 172 mila a terra e 78 mila a mare. Il termine “sito” è da intendersi nell’accezione più ampia di “area territoriale” e non di singola sede industriale, potendo dunque ciascun sito comprendere una molteplicità di complessi produttivi. Il solo SIN segnalato per il Lazio è quello del Bacino del Fiume Sacco in provincia di Frosinone. L’Ispra ha individuato 41 Siti di Interesse Nazionale che si estendono su una superficie di 250 mila ha I siti di rilevanza regionale (i cui dati disponibili sono ancora parziali, arrivando a rappresentare circa il 70% del totale), sono invece 29.693 (su una superficie pari a circa 70 mila ettari), di cui 16.435 con procedimento di bonifica ancora in corso e 13.258 con procedimento concluso. Nel Lazio i siti di rilevanza regionale sono 1.038 e nessuno risulta aver concluso i procedimenti di bonifica necessari per la messa in sicurezza del territorio. I Siti di Interesse Regionale sono 29.693 su una superficie di 70 mila ha, di cui 16.435 con bonifica in corso e 13.258 con procedimento concluso
  • 5. Il recupero virtuoso di siti industriali dismessi Numerosi risultano gli esempi di recupero virtuoso di ex siti industriali dismessi, che hanno consentito una riqualificazione del territorio in chiave funzionale e ambientale: in Italia si ricordano quello della dell’ex raffineria Agip di Milano, divenuta sede di un importante polo fieristico, e quello dell’ex stabilimento Fiat di Novoli (FI), trasformato in centro residenziale. Su scala nazionale, si segnala: • la riqualificazione dell’ex raffineria Agip nell’hinterland milanese, un’area di 450 mila metri quadri, del valore di oltre 800 milioni di euro, che ha condotto alla realizzazione del nuovo polo fieristico di Milano, progettato dall’architetto Fuksas e inaugurato nel 2004; Riqualificazione dell’ex raffineria Agip di Rho (Milano) • il recupero dell’ex stabilimento Fiat di Novoli (Firenze), oggetto di un intervento di riqualificazione del valore di oltre 600 milioni di euro, che ha portato alla realizzazione di un centro residenziale; • il riutilizzo dell’area in cui sorgevano le ex officine Ansaldo, nel genovese, riconvertita in un quartiere residenziale con un investimento di oltre 400 milioni di euro; Riqualificazione dell’ex stabilimento Fiat di Novoli *le immagini utilizzate sono liberamente reperibili sul web. Sul punto la corte Europea ha stabilito che “postare un link preso da materiale autorizzato liberamente disponibile online non viola il diritto di esclusiva comunicazione al pubblico”.
  • 6. Il recupero virtuoso di siti industriali dismessi Riqualificazione dell’ex zuccherificio Eridania • il recupero dell’ex stabilimento delle acciaerie Bertoli, a Udine, riconvertito in un centro residenziale dopo un investimento di 150 milioni di euro; • la riqualificazione dell’ex zuccherificio Eridania, a Cesena, un’area di circa 72 mila metri quadri all’interno della quale sono stati inseriti edifici residenziali, strutture commerciali, attività ricettive, edifici per il terziario e le sedi delle facoltà di architettura e ingegneria dell’Università di Bologna; Riqualificazione dell’ex miniera Zollverein di Essen *le immagini utilizzate sono liberamente reperibili sul web. Sul punto la corte Europea ha stabilito che “postare un link preso da materiale autorizzato liberamente disponibile online non viola il diritto di esclusiva comunicazione al pubblico”. A livello internazionale, si segnala: • la riqualificazione dell’ex miniera Zollverein di Essen, in Germania, divenuta un parco culturale, oggi sede di importanti musei che ne hanno preservato la sua storia economica e sociale (tra cui il Rurh Museum), nonché di teatri, spezi espositivi e laboratori d’arte, fino a diventare Patrimonio dell’Unesco nel 2002; • Il recupero della sede dell’ex acciaieria Thyssen a Diusburg, sempre in Germania, divenuta un parco a garanzia del ripristino di aree verdi e spazi naturali;
  • 7. Il percorso di ricerca e implementazione dei siti Il percorso di ricerca è stato realizzato attraverso 5 linee di lavoro. Partendo da una rassegna del dibattito in materia e da una ricognizione delle fonti volta a inquadrare e quantificare le dimensioni del fenomeno, si è pervenuti ad una serie di «fotografie» utili a evidenziare le potenzialità rappresentate dai siti produttivi dismessi sia sotto il profilo economico e di sviluppo sia sotto il profilo ambientale. Un’importante prospettiva di ricerca è stata proposta attraverso la verifica dei dati relativi alle imprese beneficiarie di contributi pubblici (MISE) non più in attività, che rappresentano un primario bacino di riferimento per eventuali progetti di recupero. Tutti i più significativi risultati del lavoro sono confluiti all’interno del sito internet www.sitidismessi.it, che potrà accompagnare le possibili azioni di reimmissione sul mercato dei siti individuati. Ricognizione del dibattito esistente in materia Ricognizione delle principali fonti istituzionali di riferimento Analisi delle dimensioni e caratteristiche del fenomeno Analisi dei contributi concessi dal MISE alle imprese Progettazione e implementazione del sito internet
  • 8. Fonti utilizzate/consultate 1. Comune di Roma, «Prima Indagine Istruttoria sui manufatti dismessi o inutilizzati» 2. Arpa Lazio, Anagrafe dei siti contaminati censiti nell’ambito delle attività svolte dall’Agenzia 3. Rapporto Isfort/Unindustria; «La riqualificazione di aree dismesse: un progetto di area vasta», Gennaio 2014 4. Piano Regolatore Generale del Comune di Roma 5. Ministero dello Sviluppo Economico 6. CCIAA di Roma 7. Servizio catastale della Città Metropolitana di Roma
  • 9. Comune di Roma: la mappatura dei siti in disuso o sottoutilizzati Pubblica 108 (55,4%) Privata 87 (44,6%) Siti, edifici e complessi di edifici dismessi e/o sottoutilizzati nel Comune di Roma per assetto proprietario. Valori assoluti e composizione % All’interno del territorio di Roma, la consultazione delle mappe dell’indagine istruttoria sui manufatti dismessi e/o sottoutilizzati di Roma Capitale ha consentito di individuare 195 siti, edifici e/o complessi di edifici non utilizzati (quindi non esclusivamente ex complessi industriali). In oltre la metà dei casi (55,4%) si tratta di strutture pubbliche, mentre le strutture di proprietà privata (abitazioni e complessi residenziali, ex fabbriche, casali abbandonati) sono 87 (44,6% del totale). I dati sopra citati non includono, peraltro, almeno 15 strutture militari dismesse o sottoutilizzate e 3 tenute agricole in abbandono. Quasi la metà delle 195 strutture si concentra nei Municipi I (43 siti), VIII (19 siti), VII e III (entrambi con 18 siti), evidenziando come, nella Capitale, il fenomeno coinvolga in misura più significativa le aree centrali della città. 43 19 18 18 17 16 12 12 9 8 7 7 5 4 0 Municipio I Municipio VIII Municipio III Municipio VII Municipio V Municipio XIV Municipio XII Municipio XV Municipio XIII Municipio XI Municipio VI Municipio IX Municipio IV Municipio II Municipio X Siti, edifici e complessi di edifici dismessi o sottoutilizzati nel Comune di Roma per Municipio Totale Comune di Roma:
  • 10. Arpa Lazio: le «aree contaminate» Siti CONTAMINATI (dismessi e non) nella città metropolitana di Roma nell’ambito delle attività dell’ARPA. Dati comunali Molto più estesa è la presenza di “aree contaminate” censite dall’Arpa Lazio (Anagrafe Informatica dei Siti Contaminati), che includono tuttavia anche le strutture ancora in uso, secondo cui nel 2017 (ultimo anno disponibile) nel Lazio si contano 1.116 siti contaminati di cui 533 nel territorio metropolitano di Roma. Nella città di Roma si concentra il numero più elevato di aree contaminate (317, il 60% del totale); valori significativi si segnalano inoltre a Fiumicino (31 siti), Pomezia (19), Civitavecchia, Colleferro (entrambi 13 siti) e Fiano Romano (10). In 21 comuni è segnalato un solo sito contaminato, mentre 15 ne contano due. Relativamente alla tipologia di attività svolta, si segnala una importante presenza di impianti per la trasformazione di prodotti petroliferi, centrali per la diffusione di energia elettrica, discariche e imprese siderurgiche, ancora in uso o dismesse.
  • 11. Rapporto Isfort/Unindustria Il Rapporto redatto da Isfort per conto di Unindustria individua 21 siti, di cui 15 di proprietà di privati e 8 di proprietà pubblica (non si tratta evidentemente di un dato censuario, ma di un’attività ricognitiva avente quale fine la selezione e l’avvio di progetti di recupero). A livello territoriale, i siti si concentrano in 8 comuni dell’area metropolitana: il numero più elevato si trova nel territorio di Fiumicino (8 stabilimenti), cui seguono Guidonia Montecelio (3 siti), Civitavecchia, Colleferro, Fonte Nuova e Pomezia (2 siti) e infine Ladispoli e Moricone, che contano un solo sito. L’estensione territoriale – i cui dati sono disponibili solo per 15 dei 21 siti considerati – mostra uno scenario eterogeneo: un terzo degli stabilimenti si estende su una superficie che supera i 10 ettari, e un ulteriore 33,3% si colloca su meno di 2 ettari di territorio. Aree industriali dismesse nei comuni della Città Metropolitana di Roma
  • 12. MISE: contributi erogati per il rilancio del sistema produttivo locale e imprese coinvolte. 2.374 (85,5%) 353 (12,7%) 51 (1,8%) L. 64/1986 L. 488/1992 Contributi FIT Numero di stabilimenti aziendali a cui sono stati concessi contributi (> di 0) nella città metropolitana di Roma per normativa di riferimento. Valori assoluti e % Totale concessioni: 2.778 708,7 MLN di € (86,3%) 87 MLN di € (10,6%) 25 MLN di € (3,0%) L. 64/1986 L. 488/1992 Contributi FIT Ammontare complessivo dei contributi concessi nella città metropolitana di Roma per normativa di riferimento. Valori assoluti (in milioni di €) e % Totale concessioni: 820,9 MLN di € 298.526 € 247.433 € 487.255 € 295.499 € L. 64/1986 L. 488/1992 Contributi FIT Totale Ammontare medio dei contributi concessi nella città metropolitana di Roma per normativa di riferimento. Valori assoluti (in €) All’interno del percorso di ricerca, i dati MISE hanno rappresentato un punto di partenza utile per individuare quali – tra le imprese non più in attività – fossero risultate destinatarie di aiuti pubblici (ex Legge. 64/1986, 488/1992 e contributi FIT). In termini complessivi, nell’area metropolitana di Roma, i 2.778 benefici erogati hanno coinvolto 1.087 imprese per un ammontare di 821 milioni di € (circa 650 quelli effettivamente versati). In termini medi, l’ammontare dei contributi concessi si attesta a 295.000 euro per ogni stabilimento produttivo beneficiario.
  • 13. Contributi erogati per il rilancio del sistema produttivo (MISE) e imprese coinvolte Contributi concessi nella C.M. di Roma per comune I provvedimenti di concessione hanno coinvolto 46 comuni dell’area metropolitana (il 38% del totale); il numero maggiore di concessioni si concentra a Pomezia, con 1.338 provvedimenti che coinvolgono 393 imprese. Seguono Ariccia (413 concessioni e 131 imprese) e Albano Laziale (170 concessioni e 89 imprese). Roma è quinta per numero di concessioni (137 unità), mentre raggiunge il terzo posto per numerosità delle imprese coinvolte (89). Pomezia si colloca in prima posizione anche in termini di ammontare economico dei benefici concessi, con un valore complessivo di 434 milioni di euro, seguita a grande distanza da Roma (101 milioni di euro). In termini medi, invece, è il comune di Monte Porzio Catone a registrare i benefici più generosi, destinatario di un’unica concessione del valore di quasi 900 mila euro, seguita da Roma con un valore medio di 737 mila euro.
  • 14. Dati MISE: contributi erogati alle imprese di Roma non più in attività Al termine di un lavoro di raccolta, verifica e catalogazione (condotto attraverso la ricerca puntuale dei codici fiscali delle imprese beneficiarie di concessioni, resa possibile grazie al registro delle imprese della CCIAA di Roma), sono state isolate 268 imprese “non più in attività” (545 considerando invece le unità locali), di cui 156 cessate, 97 con procedura fallimentare in corso e 15 “non attive”. Per oltre 500 delle imprese beneficiarie non è stato invece possibile verificare lo stato attuale. 86 (32,1%) 73 (27,2%) 25 (9,3%) 14 (5,2%) 9 (3,4%) 9 (3,4%) 7 (2,6%) 45 (16,8%) Roma Pomezia Ariccia Albano Laziale Anzio Colleferro Adrea Altri comuni Imprese cessate, non attive o in liquidazione alle quali sono state concessi contributi per comune. Valori assoluti e composizione % A livello territoriale, in base al procedimento effettuato, sono 86 le imprese “beneficiarie e non più in attività” localizzate nel Comune di Roma (185 le unità locali); elevato anche il valore di Pomezia (73 imprese e 124 unità locali), seguita da di Ariccia (25 imprese) e di Albano Laziale (14 imprese). Attive 279 (51,0%) Cessate 156 (28,5%) Con procedure 97 (17,7%) Non attive 15 (2,7%) Non in attività: 268 (49%) Imprese a cui sono stati concessi contributi nella città metropolitana di Roma per "stato di attività" dell'impresa. Val. ass. e composizione %
  • 15. 1 (0,4%) 167 (67,3%) 148 (59,7%) 19 (7,7%) 80 (32,3%) Agricoltura Industria - in senso stretto - costruzioni Servizi Imprese cessate, non attive e in liquidazione alle quali sono stati concessi contributi nella città metropolitana di Roma per settore di attività* dell’impresa. Val. ass. e composizione % *per 20 imprese non è stato possibile determinare il settore di attività L’analisi relativa ai settori di attività mostra come il 59,3% delle imprese “dismesse” operasse nel comparto manifatturiero (167 unità in termini assoluti), in particolare nell’industria della stampa (22 imprese), nel comparto metallurgico, nell’industria del legno e della carta (entrambi con 21 unità) e in quello informatico, elettrico ed elettronico (20 unità), mentre circa 1 su 3 appartiene ai servizi (80 imprese), ed in particolare al commercio (28 aree dismesse). 28 (10,4%) 4 (1,5%) 14 (5,2%) 10 (3,7%) 240 (89,6%) 44 (16,4%) 162 (60,4%) 34 (12,7%) Società di persone Ditte individuali Società semplici e in nome collettivo Società in accomandita semplice Società di capitali Società per azioni Società a responsabilità limitata Altre società di capitali Imprese cessate, non attive e in liquidazione alle quali sono stati concessi contributi nella città metropolitana di Roma per forma giuridica. Val. ass. e composizione % In 9 casi su 10 si tratta di società di capitali (240 unità in termini assoluti). Nel dettaglio, le s.r.l. sono 162, le s.p.a. sono 44 e 34 hanno «altre forme» (s.a.p.a., cooperative, s.r.l.s., ecc.). Sono invece 28 le società di persone (il 10,4% del totale), di cui 14 società semplici o in nome collettivo, 10 società in accomandita semplice e 4 ditte individuali. Dati MISE: contributi erogati alle imprese di Roma non più in attività
  • 16. Il sito www.sitidismessi.it Tutti i più significativi risultati del lavoro e le relativa documentazione utilizzata, sono confluiti all’interno del sito internet www.sitidismessi.it che raccoglie ad oggi oltre 30 schede analitiche relative ai singoli siti individuati e che ne potrà accompagnare le possibili azioni di reimmissione sul mercato.