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XXXV Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R.

Ictus cerebrale: continuità terapeutico-
  assistenziale nella rete riabilitativa


             Strutture
   per la gestione della cronicità

                    di
              Franco Pesaresi
Presidente Associazione nazionale operatori
           sociali e sociosanitari
                        San Benedetto, 13 Ottobre 2007
Le fasi dell’assistenza
1. Fase dell’acuzie

2. Fase della post-acuzie (stabilizzazione clinica e
    del recupero funzionale)

3. Fase dell’assistenza estensiva (cronicità)



                                                  2
La fase dell’assistenza estensiva
                      Fase dell’assistenza estensiva
 Obiettivi           Setting      Durata             azioni
Perfezionamento     RSA,         Media durata      Utilizzo costante delle
e mantenimento      residenze    (max 120          prestazioni acquisite.
delle prestazioni   protette.
acquisite.                       giorni) o         Adattamento alle attività
Addestramento       Presidi e                      quotidiane.
ADL                 centri di      lungoassistenza Protezione dai rischi
Modifica            riabilitazione (indeterminata) connessi alle disabilità.
dell’ambiente di
residenza.          Ambulatorio                    Controlli periodici di
Controllo           specialistico.                 carattere clinico.
stabilità dei
parametri clinici   Domicilio.                     Reinserimento sociale e
generali.                                          professionale.

                                                                       3
Integrazione Ospedale-Territorio
             Ospedale-

              (Strumento)


              Obiettivo
 CONTINUITA’ ASSISTENZIALE

  Assicurare al paziente un’offerta dei
servizi continua in base alle sue necessità
Continuità delle cure significa:
• Superare le successioni ed anche le separazioni relative
  alle opzioni di tipo preventivo, diagnostico, terapeutico e
  riabilitativo;
• Superare la gerarchia tra le strutture sanitarie;
• Indirizzare il paziente verso il tipo di servizio che
  effettivamente risponde alle sue esigenze senza mai
  interrompere l’assistenza;
• Non predefinire un percorso ma una serie di opzioni
  assistenziali da percorrere in orizzontale e/o in verticale in
  base alle necessità del paziente.                         5
Continuità Assistenziale

È indicato costituire un'organizzazione efficiente di
operatori finalizzata all'assistenza del soggetto che ha
subito un ictus attraverso la formazione di un
            ictus,
team interprofessionale con esperienza specifica che
condivida i diversi approcci assistenziali
(Servizi dedicati ai soggetti colpiti da ictus).
Se le risorse disponibili lo consentono, è richiesta la
partecipazione sia di operatori non medici (dell'area
riabilitativa,infermieristica, psicologica e sociale) sia
di medici specialisti, coinvolti nella soluzione delle
problematiche correlate alla patologia cerebrovascolare,
e dei medici di medicina generale, con il supporto di
rappresentanti delle associazioni laiche.            Spread 2005
Per i pazienti colpiti da ictus è possibile offrire
     un piano di degenza prolungata nel tempo
                                           tempo,
     in assenza di sostegno dopo la dimissione,
       oppure una degenza limitata nel tempo,
         ma seguita da interventi domiciliari

                                              Spread 2005



Il trasferimento a strutture di rieducazione estensiva
       oppure a RSA è spesso condizionato dalla
                 RSA,
gravità dell’ictus, dall’età e dalla presenza di caregiver
ed è riservato alle situazioni con modesta aspettativa
          di miglioramento dell’autonomia od
       impossibilità di riadattamento ambientale.
Nei soggetti di sesso femminile è
                                                           Spread 2005
descritto un più elevato rischio di
istituzionalizzazione (frequenza
doppia) rispetto ai maschi coniugati, ma
l'esistenza di una correlazione causale
tra questi due fattori non è supportata      Circa il 50% degli anziani

da alcuno studio controllato.                che sopravvivono ad un
                                             ictus sono gravemente
                                             disabili e, in assenza di
                                             supporti assistenziali da
                                             parte della famiglia o dei
      Nel paziente in età avanzata è
          indicata l'adozione di             servizi domiciliari, vengono
    protocolli riabilitativi flessibili e,   istituzionalizzati, mentre
    se necessario, di durata maggiore
      rispetto a quelli utilizzati nei       solo il 10% mantiene una
           soggetti più giovani.             completa autonomia
Alcuni dati epidemiologici


       Ad 1 anno circa dall’evento acuto
                                   acuto,
          un terzo circa dei soggetti
           sopravviventi ad un ictus
-indipendentemente dal fatto che sia ischemico
                -o emorragico –
    presenta un grado di disabilità elevato,
tanto da poterli definire totalmente dipendenti.


                                      Spread 2005
Le strutture residenziali più
                 indicate
 Tipologia                Finalità                          utenti


Presidi di       Recupero degli esiti derivanti   Soggetti portatori di
riabilitazione   da episodi acuti o di funzioni   disabilità fisiche, psichiche o
                 lese o menomate                  sensoriali
Intensivi o
estensivi
Residenze        Assistenza sanitaria e           Soggetti non autosufficienti,
sanitarie        riabilitazione di mantenimento   soprattutto anziani, con esiti
assistenziali                                     stabilizzati di patologie …


                                                                       10
Appropriatezza di accesso alle
     strutture territoriali di riabilitazione estensiva


Mandato

       Modalità di accesso

                         Requisiti assistenziali

                  Requisiti organizzativi

Partecipazione alla spesa
Modalità di accesso

Presidio Residenziale                                Residenza Sanitaria
di riabilitazione (RSR)                              Assistenziale (RSA)

                                        Accesso stabilito dall’UVG (o UVD)
      L’accesso dei pazienti                               con la VMD.
coinvolge l’equipe inteprofessionale                     Min. sanità; DPR 14/1/97

 guidata dal medico specialista in

      Medicina Riabilitativa
                                        MARCHE:        Formalizzazione scritta dei criteri e delle

             Linee guida 7/5/1998          procedure di accesso e trasferimento dei pazienti che

                                           coinvolge i seguenti soggetti: Distretto; UVD; Medici

                                           di Medicina generale; Strutture di ricovero per acuti;

                                                       Altre strutture residenziali.


                                                                     DGR 1889/2001
Intervento riabilitativo
Presidio Residenziale                                         Residenza Sanitaria
di riabilitazione (RSR)                                       Assistenziale (RSA)
Per ogni singolo paziente è redatto un           Garantisce la valutazione Multidimensinale
Progetto Riabilitativo Individuale               attraverso appositi strumenti validati dei
dall’équipe multiprofessionale,                  problemi/bisogni sanitari, cognitivi,
comprendente uno o più programmi                 psicologici e sociali dell’ospite al momento
terapeutici con monitoraggio dell’evoluzione e
                                                 dell’ammissione e periodicamente
delle modificazioni delle disabilità
                                         DGR 2200/2000            Ministero della salute
                                                                  Aggiornamento LEA - 2007
Terapia Riab > 180 minuti paz/die intensiva
                                                 Inferiore all’ora
Terapia Riab > 60 minuti paz/die Estensiva       Prevalenza del Progetto Riabilitativo di
                                                 struttura           Linee guida 7/5/1998

  Ministero della salute
  Aggiornamento LEA - 2007                       RSA DISABILI
                                                 Terapia riab. > 30 min/paz/die
                                                                       Ministero della salute
                                                                         Agg,. LEA 2007
Modalità organizzative

Presidio Residenziale di riabilitazione (RSR)



                Figura responsabile dell’assistenza sanitaria

               Un direttore medico responsabile per le funzioni per le funzioni
               cliniche ed igienico-organizzative, un operatore professionale
               dirigente di area riabilitativa con compiti di coordinamento
               funzionale del servizio riabilitativo

                                                               DPR 14/1/1997


                Presenza medica
               Secondo le necessità assistenziali
                                                          Linee guida n.2/1994

               Assistenza medica: 180 minuti /die x nucleo
               (standard qualificante*)
                                                    Ministero della salute
                                                    Aggiornamento LEA - 2007
Modalità organizzative
Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA)

                 Figura responsabile dell’assistenza sanitaria
                Per ogni ospite viene identificato un case-manager responsabile del
                piano individuale di assistenza
                                                                          DGR 1889/2001
                Si individua nel personale dirigente dei servizi infermieristici, la figura
                professionale residente, cui affidare la conduzione gestionale della
                struttura.
                                                                        P.O. Anziani 1992

                Presenza medica
                Medici di medicina generale, quando previsto, garantiscono la
                presenza coordinata all’interno della struttura con le modalità previste
                dall’Accordo integrativo regionale.
                Viene garantito l’accesso alle prestazioni specialistiche all’interno della
                struttura e sono previste vie preferenziali per l’accesso a
                prestazioni/esami non eseguibili nella struttura
                                                                           DGR 1889/2001

               Assistenza medica: 80 minuti /die x nucleo (R3)=RSA disabili
               (standard qualificante*)
                                                                Ministero della salute
                                                                Aggiornamento LEA - 2007
Standard assistenziali RSA
  Regione              Infermieri      Addetti assistenza/OTA
Lazio         1/5 – 1/10            1/15 – 1/20
E. Romagna    1/6 – 1/12            1/ 2,2 – 1/ 3,5
Sardegna      1/6                   1/ 1,8 – 1/ 2,2
Umbria        1/ 6,7                1/ 2,5
…………….
Toscana       1/10                  1/2
Piemonte      1/10                  1/ 2,5
Bolzano       1/10                  1/ 2,5
Lombardia     1/18 (nat)            1/3
Puglia        1/30                  1/20-1/30

                                                         16
….Nella realtà italiana, il rapporto
 fisioterapisti/ospiti spesso non
consente la conduzione nelle RSA
    di un progetto riabilitativo
  individuale , e non sempre il
   progetto riabilitativo di
struttura appare sufficiente,
specie in termini di motivazione al
             recupero




                                       Spread 2005
Durata della degenza
      Presidi di
  riabilitazione          (RSR)             R.S.A.
Durata del ciclo riabilitativo:
  di norma non superiore ai         La durata dei trattamenti,
  120 giorni per il                 in relazione allo stato
                                    psicofisico degli ospiti,
  trattamento “intensivo”;
                                    può arrivare alla
  240 giorni per il
                                    “ospitalità permanente”
  trattamento “estensivo”
  (Linee guida 7 Maggio 1998)     (Linee guida 7 Maggio 1998)

                                                       18
Costo medio di un posto letto –
            2001 Italia – 2003 Marche
  Tipologia di    Costo medio        Costo medio
    presidio        mensile             annuo
Residenza           1.123 Italia       13.479 Italia
assistenziale      1.182 Marche       14.185 Marche
Residenza           1.870 Italia       22.440 Italia
sociosanitaria    1.560 Marche2002   18.720 Marche  2002



RSA                 2.314 Italia       27.769 Italia
                   3.126 Marche       37.513 Marche

                                               19
Chi paga per l’assistenza
           residenziale? - 2001
Tipologia di       Famiglie         ASL          Comune          altri
  presidio
 Residenza        78,3% Italia   5,5% Italia    8,7% Italia   7,6% Italia
assistenziale
                  64,0% Marche                  9,0% Marche   12% Marche
                                 14% Marche
  Residenza         61,9%          24,7%          8,2%          5,1%
socio sanitaria
                  66,0% Marche   16,9% Marche   9,3% Marche   7,9% Marche


    RSA           46,4% Italia   41,2% Italia   5,2% Italia   7,2% Italia


                                 79% Marche

                                                                  20
Servizi territoriali di riabilitazione estensiva
                  nei pz con esiti di ictus cerebrale

       Sia per contenere i costi che per favorire il reinserimento dei
          pazienti nel loro ambiente di vita, i servizi territoriali e
      domiciliari, che vedono il coinvolgimento del Medico di medicina
      generale e del Distretto socio-sanitario, sono da preferire alle
    soluzioni assistenziali di tipo ospedaliero o residenziale, che devono
                          essere attivate soltanto in
                casi selezionati e per il minor tempo possibile.

                                           Spread 2005

           Centro Ambulatoriale
             di Riabilitazione
                                                                      A.D.I.
Per i soggetti con ictus lieve (disabilità limitata)        Per i soggetti con danno medio-grave
  sia nella fase post-acuta che della cronicità        sia nella fase post-acuta (per l’impossibilità di
                                                       sostenere la riabilitazione intensiva) che della
                                                        cronicità (per limitare il degrado del livello di
                                                                     autonomia raggiunto)
ADI

               Chi assiste?


                   Nel 2005,
       gli assistiti sono stati 396.757
            di cui 334.069 anziani
              (2,9% degli anziani)



Quale assistenza? Mediamente per ogni utente:
           23 ore annue di assistenza
Di cui 16 erogate dagli infermieri professionali
      E 4 dai terapisti della riabilitazione

                                                   ?
Intervento riabilitativo “a lungo termine”

                   Per quanto tempo?

Una volta raggiunti gli obiettivi riabilitativi è consigliabile
           interrompere i programmi riabilitativi
monitorando nel tempo il paziente allo scopo di individuare
le variazioni delle condizioni cliniche e valutare se ci sono
    margini per riprendere un programma riabilitativo.
        La valutazione deve essere effettuata dal
             gruppo interdisciplinare territoriale


Vi sono evidenze che gli interventi, effettuati ad oltre un
   anno dall’ictus, possano modificare positivamente la
        menomazione e la disabilità, su vari tipi di
esito ma in genere l’effetto dura per un periodo limitato.
                                                           ?
                                                      Spread 2005
Intervento riabilitativo “a lungo termine”

Gli interventi necessari durante tutta la durata della
sopravvivenza di un’ individuo che ha subito un ictus
           sono di tipo sanitario e sociale



   Dopo la sospensione della
   riabilitazione, va favorita la partecipazione sociale
   per mantenere attiva la persona con ictus.



                                                    ?
                                                Spread 2005
La cronicità impone un approccio diverso
  da quello tradizionale: secondo l’O.M.S.
                                   l’O.M.S.
   “si definiscono condizioni croniche
 quei problemi di salute che richiedono
         una presa in carico per
     lunghi periodi di anni o decenni…
   ed investono le dimensioni sociale,
                                sociale,
                psicologica
 ed economica della vita della persona”
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Ictus: strutture per la gestione della cronicità

  • 1. XXXV Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R. Ictus cerebrale: continuità terapeutico- assistenziale nella rete riabilitativa Strutture per la gestione della cronicità di Franco Pesaresi Presidente Associazione nazionale operatori sociali e sociosanitari San Benedetto, 13 Ottobre 2007
  • 2. Le fasi dell’assistenza 1. Fase dell’acuzie 2. Fase della post-acuzie (stabilizzazione clinica e del recupero funzionale) 3. Fase dell’assistenza estensiva (cronicità) 2
  • 3. La fase dell’assistenza estensiva Fase dell’assistenza estensiva Obiettivi Setting Durata azioni Perfezionamento RSA, Media durata Utilizzo costante delle e mantenimento residenze (max 120 prestazioni acquisite. delle prestazioni protette. acquisite. giorni) o Adattamento alle attività Addestramento Presidi e quotidiane. ADL centri di lungoassistenza Protezione dai rischi Modifica riabilitazione (indeterminata) connessi alle disabilità. dell’ambiente di residenza. Ambulatorio Controlli periodici di Controllo specialistico. carattere clinico. stabilità dei parametri clinici Domicilio. Reinserimento sociale e generali. professionale. 3
  • 4. Integrazione Ospedale-Territorio Ospedale- (Strumento) Obiettivo CONTINUITA’ ASSISTENZIALE Assicurare al paziente un’offerta dei servizi continua in base alle sue necessità
  • 5. Continuità delle cure significa: • Superare le successioni ed anche le separazioni relative alle opzioni di tipo preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo; • Superare la gerarchia tra le strutture sanitarie; • Indirizzare il paziente verso il tipo di servizio che effettivamente risponde alle sue esigenze senza mai interrompere l’assistenza; • Non predefinire un percorso ma una serie di opzioni assistenziali da percorrere in orizzontale e/o in verticale in base alle necessità del paziente. 5
  • 6. Continuità Assistenziale È indicato costituire un'organizzazione efficiente di operatori finalizzata all'assistenza del soggetto che ha subito un ictus attraverso la formazione di un ictus, team interprofessionale con esperienza specifica che condivida i diversi approcci assistenziali (Servizi dedicati ai soggetti colpiti da ictus). Se le risorse disponibili lo consentono, è richiesta la partecipazione sia di operatori non medici (dell'area riabilitativa,infermieristica, psicologica e sociale) sia di medici specialisti, coinvolti nella soluzione delle problematiche correlate alla patologia cerebrovascolare, e dei medici di medicina generale, con il supporto di rappresentanti delle associazioni laiche. Spread 2005
  • 7. Per i pazienti colpiti da ictus è possibile offrire un piano di degenza prolungata nel tempo tempo, in assenza di sostegno dopo la dimissione, oppure una degenza limitata nel tempo, ma seguita da interventi domiciliari Spread 2005 Il trasferimento a strutture di rieducazione estensiva oppure a RSA è spesso condizionato dalla RSA, gravità dell’ictus, dall’età e dalla presenza di caregiver ed è riservato alle situazioni con modesta aspettativa di miglioramento dell’autonomia od impossibilità di riadattamento ambientale.
  • 8. Nei soggetti di sesso femminile è Spread 2005 descritto un più elevato rischio di istituzionalizzazione (frequenza doppia) rispetto ai maschi coniugati, ma l'esistenza di una correlazione causale tra questi due fattori non è supportata Circa il 50% degli anziani da alcuno studio controllato. che sopravvivono ad un ictus sono gravemente disabili e, in assenza di supporti assistenziali da parte della famiglia o dei Nel paziente in età avanzata è indicata l'adozione di servizi domiciliari, vengono protocolli riabilitativi flessibili e, istituzionalizzati, mentre se necessario, di durata maggiore rispetto a quelli utilizzati nei solo il 10% mantiene una soggetti più giovani. completa autonomia
  • 9. Alcuni dati epidemiologici Ad 1 anno circa dall’evento acuto acuto, un terzo circa dei soggetti sopravviventi ad un ictus -indipendentemente dal fatto che sia ischemico -o emorragico – presenta un grado di disabilità elevato, tanto da poterli definire totalmente dipendenti. Spread 2005
  • 10. Le strutture residenziali più indicate Tipologia Finalità utenti Presidi di Recupero degli esiti derivanti Soggetti portatori di riabilitazione da episodi acuti o di funzioni disabilità fisiche, psichiche o lese o menomate sensoriali Intensivi o estensivi Residenze Assistenza sanitaria e Soggetti non autosufficienti, sanitarie riabilitazione di mantenimento soprattutto anziani, con esiti assistenziali stabilizzati di patologie … 10
  • 11. Appropriatezza di accesso alle strutture territoriali di riabilitazione estensiva Mandato Modalità di accesso Requisiti assistenziali Requisiti organizzativi Partecipazione alla spesa
  • 12. Modalità di accesso Presidio Residenziale Residenza Sanitaria di riabilitazione (RSR) Assistenziale (RSA) Accesso stabilito dall’UVG (o UVD) L’accesso dei pazienti con la VMD. coinvolge l’equipe inteprofessionale Min. sanità; DPR 14/1/97 guidata dal medico specialista in Medicina Riabilitativa MARCHE: Formalizzazione scritta dei criteri e delle Linee guida 7/5/1998 procedure di accesso e trasferimento dei pazienti che coinvolge i seguenti soggetti: Distretto; UVD; Medici di Medicina generale; Strutture di ricovero per acuti; Altre strutture residenziali. DGR 1889/2001
  • 13. Intervento riabilitativo Presidio Residenziale Residenza Sanitaria di riabilitazione (RSR) Assistenziale (RSA) Per ogni singolo paziente è redatto un Garantisce la valutazione Multidimensinale Progetto Riabilitativo Individuale attraverso appositi strumenti validati dei dall’équipe multiprofessionale, problemi/bisogni sanitari, cognitivi, comprendente uno o più programmi psicologici e sociali dell’ospite al momento terapeutici con monitoraggio dell’evoluzione e dell’ammissione e periodicamente delle modificazioni delle disabilità DGR 2200/2000 Ministero della salute Aggiornamento LEA - 2007 Terapia Riab > 180 minuti paz/die intensiva Inferiore all’ora Terapia Riab > 60 minuti paz/die Estensiva Prevalenza del Progetto Riabilitativo di struttura Linee guida 7/5/1998 Ministero della salute Aggiornamento LEA - 2007 RSA DISABILI Terapia riab. > 30 min/paz/die Ministero della salute Agg,. LEA 2007
  • 14. Modalità organizzative Presidio Residenziale di riabilitazione (RSR) Figura responsabile dell’assistenza sanitaria Un direttore medico responsabile per le funzioni per le funzioni cliniche ed igienico-organizzative, un operatore professionale dirigente di area riabilitativa con compiti di coordinamento funzionale del servizio riabilitativo DPR 14/1/1997 Presenza medica Secondo le necessità assistenziali Linee guida n.2/1994 Assistenza medica: 180 minuti /die x nucleo (standard qualificante*) Ministero della salute Aggiornamento LEA - 2007
  • 15. Modalità organizzative Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) Figura responsabile dell’assistenza sanitaria Per ogni ospite viene identificato un case-manager responsabile del piano individuale di assistenza DGR 1889/2001 Si individua nel personale dirigente dei servizi infermieristici, la figura professionale residente, cui affidare la conduzione gestionale della struttura. P.O. Anziani 1992 Presenza medica Medici di medicina generale, quando previsto, garantiscono la presenza coordinata all’interno della struttura con le modalità previste dall’Accordo integrativo regionale. Viene garantito l’accesso alle prestazioni specialistiche all’interno della struttura e sono previste vie preferenziali per l’accesso a prestazioni/esami non eseguibili nella struttura DGR 1889/2001 Assistenza medica: 80 minuti /die x nucleo (R3)=RSA disabili (standard qualificante*) Ministero della salute Aggiornamento LEA - 2007
  • 16. Standard assistenziali RSA Regione Infermieri Addetti assistenza/OTA Lazio 1/5 – 1/10 1/15 – 1/20 E. Romagna 1/6 – 1/12 1/ 2,2 – 1/ 3,5 Sardegna 1/6 1/ 1,8 – 1/ 2,2 Umbria 1/ 6,7 1/ 2,5 ……………. Toscana 1/10 1/2 Piemonte 1/10 1/ 2,5 Bolzano 1/10 1/ 2,5 Lombardia 1/18 (nat) 1/3 Puglia 1/30 1/20-1/30 16
  • 17. ….Nella realtà italiana, il rapporto fisioterapisti/ospiti spesso non consente la conduzione nelle RSA di un progetto riabilitativo individuale , e non sempre il progetto riabilitativo di struttura appare sufficiente, specie in termini di motivazione al recupero Spread 2005
  • 18. Durata della degenza Presidi di riabilitazione (RSR) R.S.A. Durata del ciclo riabilitativo: di norma non superiore ai La durata dei trattamenti, 120 giorni per il in relazione allo stato psicofisico degli ospiti, trattamento “intensivo”; può arrivare alla 240 giorni per il “ospitalità permanente” trattamento “estensivo” (Linee guida 7 Maggio 1998) (Linee guida 7 Maggio 1998) 18
  • 19. Costo medio di un posto letto – 2001 Italia – 2003 Marche Tipologia di Costo medio Costo medio presidio mensile annuo Residenza 1.123 Italia 13.479 Italia assistenziale 1.182 Marche 14.185 Marche Residenza 1.870 Italia 22.440 Italia sociosanitaria 1.560 Marche2002 18.720 Marche 2002 RSA 2.314 Italia 27.769 Italia 3.126 Marche 37.513 Marche 19
  • 20. Chi paga per l’assistenza residenziale? - 2001 Tipologia di Famiglie ASL Comune altri presidio Residenza 78,3% Italia 5,5% Italia 8,7% Italia 7,6% Italia assistenziale 64,0% Marche 9,0% Marche 12% Marche 14% Marche Residenza 61,9% 24,7% 8,2% 5,1% socio sanitaria 66,0% Marche 16,9% Marche 9,3% Marche 7,9% Marche RSA 46,4% Italia 41,2% Italia 5,2% Italia 7,2% Italia 79% Marche 20
  • 21. Servizi territoriali di riabilitazione estensiva nei pz con esiti di ictus cerebrale Sia per contenere i costi che per favorire il reinserimento dei pazienti nel loro ambiente di vita, i servizi territoriali e domiciliari, che vedono il coinvolgimento del Medico di medicina generale e del Distretto socio-sanitario, sono da preferire alle soluzioni assistenziali di tipo ospedaliero o residenziale, che devono essere attivate soltanto in casi selezionati e per il minor tempo possibile. Spread 2005 Centro Ambulatoriale di Riabilitazione A.D.I. Per i soggetti con ictus lieve (disabilità limitata) Per i soggetti con danno medio-grave sia nella fase post-acuta che della cronicità sia nella fase post-acuta (per l’impossibilità di sostenere la riabilitazione intensiva) che della cronicità (per limitare il degrado del livello di autonomia raggiunto)
  • 22. ADI Chi assiste? Nel 2005, gli assistiti sono stati 396.757 di cui 334.069 anziani (2,9% degli anziani) Quale assistenza? Mediamente per ogni utente: 23 ore annue di assistenza Di cui 16 erogate dagli infermieri professionali E 4 dai terapisti della riabilitazione ?
  • 23. Intervento riabilitativo “a lungo termine” Per quanto tempo? Una volta raggiunti gli obiettivi riabilitativi è consigliabile interrompere i programmi riabilitativi monitorando nel tempo il paziente allo scopo di individuare le variazioni delle condizioni cliniche e valutare se ci sono margini per riprendere un programma riabilitativo. La valutazione deve essere effettuata dal gruppo interdisciplinare territoriale Vi sono evidenze che gli interventi, effettuati ad oltre un anno dall’ictus, possano modificare positivamente la menomazione e la disabilità, su vari tipi di esito ma in genere l’effetto dura per un periodo limitato. ? Spread 2005
  • 24. Intervento riabilitativo “a lungo termine” Gli interventi necessari durante tutta la durata della sopravvivenza di un’ individuo che ha subito un ictus sono di tipo sanitario e sociale Dopo la sospensione della riabilitazione, va favorita la partecipazione sociale per mantenere attiva la persona con ictus. ? Spread 2005
  • 25. La cronicità impone un approccio diverso da quello tradizionale: secondo l’O.M.S. l’O.M.S. “si definiscono condizioni croniche quei problemi di salute che richiedono una presa in carico per lunghi periodi di anni o decenni… ed investono le dimensioni sociale, sociale, psicologica ed economica della vita della persona”