SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  3
Télécharger pour lire hors ligne
n.20/2010ProspettiveSocialieSanitarie
3
Politichesociali
Le leggi regionali
di riordino
Il dato più sconfortante si regi-
stra proprio nell’aspetto più impor-
tante e cioè nell’approvazione del-
le leggi regionali di riordino del
sistema integrato degli interventi
e dei servizi sociali. Solo 13 Regioni
(Basilicata, Campania, Calabria,
Emilia-Romagna, Friuli Venezia
Giulia, Liguria, Lombardia, Mar-
che, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Toscana e Trento) hanno approvato
le rispettive leggi, definendo il qua-
dro organico del settore.
Perché questo risultato tutto
sommato modesto? C’è stato un
rifiuto “ideologico” della legge 328?
Se guardiamo retrospettivamente
al panorama politico delle Regio-
ni inadempienti riceviamo la net-
ta sensazione che non dobbiamo
cercare qui la ragione della disat-
tenzione di un terzo delle Regioni
italiane, dato che le stesse hanno
avuto amministrazioni dell’uno e
dell’altro colore politico.
Può aver influito la posizione
regionalista,secondocui,siccomela
competenza legislativa è ora delle
Regioni, a loro spetta discrezional-
mente approvare o meno un inter-
vento normativo? Tra le Regioni
inadempienti ce ne sono alcune con
un forte profilo autonomista, pen-
siamo alle Regioni con statuto auto-
nomo, ma anche questo argomento
dia,Valled’Aosta)hannoapprovato
piani sociosanitari dove però la par-
te sociale è assai modesta.
Non tutte le regioni che hanno
approvato il Piano sociale regiona-
le hanno approvato anche la legge
regionale di riordino, che teorica-
menteverrebbetemporalmentepri-
ma (non è obbligatorio, ma innanzi-
tutto si dovrebbe definire il quadro
istituzionale con la legge di riordino
epoilecosedafareconilPianosocia-
le). Colpisce che, allo stato attuale,
solo9Regioni(Calabria,Campania,
Emilia-Romagna Liguria, Lombar-
dia,Puglia,Toscana,Umbria,Tren-
to) abbiano approvato ambedue gli
atti e dunque dispongano di un
quadro normativo e programmatico
aggiornato e completo.
I Piani sociali di zona
Le Regioni italiane hanno profu-
so il proprio impegno maggiore nel-
la realizzazione dei Piani sociali di
zona; infatti, tutte le Regioni hanno
definito gli ambiti territoriali socia-
li e hanno visto realizzare i Piani
sociali di zona nel proprio territorio
(cfr. tavola 1). Si tratta di un risul-
tato apprezzabile – il più importan-
te nell’attuazione della l. 328/00 –
tenendocontodelquadronormativo
regionaleedellanovitàdelpercorso
che è stato raggiunto grazie all’im-
pegnoeallacollaborazioneattivadi
Regioni e Comuni.
Non si è ancora pienamente
realizzata la piena coincidenza fra
il territorio del Distretto sociale e
quello del Distretto sanitario, assai
utile nella programmazione e nella
gestione integrata; nel 2006 la coin-
cidenza non si registrava nel 24%
dei casi, anche se oggi tale percen-
tuale si è sicuramente ridotta.
L’autorizzazione e
l’accreditamento
Gli strumenti più importanti per
il miglioramento della qualità dei
servizi e per il governo del mercato
sociale che la l. 328/00 ha identifica-
to nel processo di autorizzazione e
di accreditamento sono partiti mol-
to lentamente e ancora non hanno
concluso l’assetto normativo. Per la
verità, sono 19 le Regioni che hanno
approvato le norme su questi due
aspetti,ancheselaRegioneLazioha
regolato con legge soltanto l’autoriz-
zazione. Ma l’aspetto rilevante è che
le leggi di per sé sono inutili se insie-
non ci convince fino in fondo, dato
che, secondo la dottrina prevalente,
inbasealprincipiodellacontinuità,
la l. 328/00 deve essere considerata
in vigore fino a quando la Regione
non approva una nuova normativa
sulla stessa materia o su parti di
essa. Per cui l’intervento legislati-
vo regionale è comunque necessa-
rio sia per integrare il testo spesso
generico della legge, sia per dare
attuazione ai tanti adempimenti
regionali in essa previsti, sia per
eventuali modificazioni da appor-
tare, sia, infine, per aggiornare le
precedenti leggi quadro regionali,
molte delle quali sono state appro-
vate negli anni ’80.
L’impressione è invece quella
di una trasversale sottovalutazio-
ne delle tematiche sociali a livello
regionale, così come a livello nazio-
nale, a causa della sottorappresen-
tazione “politica” dei beneficiari
delle prestazioni sociali e a causa
delle tematiche dirompenti di cui
sono portatrici le tematiche sociali
per lo straordinario scarto esisten-
te fra risorse disponibili e necessità
della popolazione.
I Piani sociali regionali
Una situazione leggermente
migliore ma non entusiasmante si
riscontra tra le Regioni che hanno
approvato i Piani sociali regionali.
Sono 15, ma due di queste (Lombar-
Note
1	 Vengono presi in considerazione solo gli atti
regionali approvati successivamente alla data di
approvazione della l. 328/00.
La 328 nelle
Regioni: un
bilancio sintetico
Franco Pesaresi
Presidente Associazione nazionale operatori
sociali e sociosanitari, direttore Asur Marche,
Zona territoriale Senigallia
Sono passati 10 anni da quando, nel novembre del 2000, è stata approvata la legge 328
di riordino del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Un periodo che ci permette di
poter abbozzare un sintetico bilancio degli effetti della legge nelle politiche regionali.
Nel frattempo molto è cambiato dal punto di vista politico e normativo: in ordine di tempo,
prima c’è stata la modifica del titolo V della Costituzione, che ha affidato alle Regioni la
potestà legislativa esclusiva in campo socio-assistenziale e che ha “sgonfiato” l’efficacia
della legge stessa. Successivamente, si sono alternate maggioranze politiche di governo
che non sempre hanno assunto la l. 328/00 come il punto di riferimento principale, come
si è potuto desumere anche dal più recente “Libro bianco sul welfare”.
In questo quadro assai rimescolato, le Regioni si sono complessivamente mosse verso
l’applicazione della l. 328/00, ma con grande lentezza e, spesso, scarsa organicità. Il quadro
degli atti approvati dalle singole Regioni in attuazione della legge è piuttosto significativo
in questo senso.1
n.20/2010ProspettiveSocialieSanitariePolitichesociali
4
lecuredomiciliarieresidenzialiper
anziani e disabili). La maggioran-
za delle Regioni ha invece recepito
i Lea, a eccezione proprio di questa
parte, il che appare francamente
ingiustificabile.
La riforma delle IPAB
Sul fronte della riforma delle
Ipab – circa 4.000 in Italia – previ-
sta dall’art. 10 della l. 328/00 e poi
dal D.lgs. 207/01, siamo più o meno
a metà strada. In questo caso 12
Regioni (Emilia-Romagna, Friuli
Venezia Giulia, Liguria, Lombar-
dia, Marche, Molise, Puglia, Sarde-
gna, Toscana, Trentino-Alto Adige
eValled’Aosta)hannoapprovatogli
atti necessari a mettere in condizio-
ne le Ipab di trasformarsi in Azien-
de pubbliche di servizi alla persona
(Apsp), in associazioni o fondazioni
di diritto privato.
Conclusioni
La l. 328/00 è stata ben accolta
dal punto di vista politico. Di fatto,
tutte le Regioni hanno assunto la
legge come punto di riferimento,
anche modificabile, ma nessuna
Regione ha prospettato un modello
alternativo. Le note negative, inve-
ce, arrivano prepotenti sul fronte
dell’attuazione.
Il giudizio complessivo sull’atti-
vità delle Regioni italiane in dire-
me a queste non vengono approvati
ancheirequisitinecessariallesingo-
le strutture e ai servizi per ottenere
l’autorizzazione e l’accreditamento.
Daquestopuntodivista,hannocom-
pletato il percorso dell’autorizzazio-
ne solo 15 Regioni (5 hanno definito
gli standard sia delle strutture sia
dei servizi, 10 solo delle strutture),
mentre sono 9 le Regioni che hanno
definito anche gli standard per l’ac-
creditamento (5 sia delle strutture
sia dei servizi, 4 solo delle strut-
ture). Evidentemente, solo queste
ultime 9 Regioni (Abruzzo, Campa-
nia, Emilia-Romagna, Lombardia,
Molise, Piemonte, Puglia, Toscana,
Veneto), e quindi una minoranza,
possono gestire o avviare il sistema
di accreditamento dei servizi e delle
strutture dei servizi sociali.
L’affidamento dei servizi
Lal.328/00prevedecheleRegio-
ni adottino specifici indirizzi per
regolamentare i rapporti tra enti
localieterzosettore,conparticolare
riferimento ai sistemi di affidamen-
to dei servizi alla persona. 18 Regio-
ni (cfr. tavola 1) hanno adottato
provvedimenti, ma non tutte hanno
perfezionatoilloropercorso.Infatti,
le Regioni Emilia-Romagna e Friuli
Venezia Giulia, nelle rispettive leg-
gi, hanno stabilito le procedure di
affidamento con evidenza pubblica
con il criterio dell’offerta economi-
camentepiùvantaggiosa,mahanno
rinviato ulteriori dettagli e disposi-
zioni a una delibera di Giunta, da
emanare.LaRegioneSiciliahadato
indicazioniconunostrumentoassai
debole: una circolare.
L’integrazione
sociosanitaria
Gli articoli 3 e 8 della l. 328/00
dispongono che le Regioni provve-
dono al coordinamento e all’inte-
grazione degli interventi sociali
con quelli sanitari, con particolare
riferimento all’integrazione delle
attività sociosanitarie a elevata
integrazione sanitaria.
Solo 8 Regioni si sono occupate
in modo completo della regolamen-
tazione dell’integrazione sociosani-
taria, recependo, anche con modifi-
cazioni, l’allegato 1C del Dpcm 29
novembre 2001 sui Livelli essen-
ziali di assistenza sanitaria (Lea)
dedicato all’area dell’integrazione
sociosanitaria. Tali atti si preoccu-
pano di stabilire la percentuale dei
costi da porre a carico dell’Asl, del
Comune o dell’utente per una serie
(8) di prestazioni sociosanitarie.
Due di queste 8 Regioni non hanno
peròcompletatoillavoro(laLiguria
ha regolamentato solo le prestazio-
ni residenziali e semiresidenziali,
mentre il Piemonte lo ha fatto per
TAVOLA 1 Atti regionali applicativi della legge 328/2000 (aggiornato al 30/8/2010)
Regioni
Legge di
riordino
Piani
regionali
Ambiti
territoriali Piani di zona
Legge auto-
rizzazione e
accredita-
mento
Affidamento
servizi
Prestazioni
sociosanita-
rie Dpcm
29/11/01 Riforma Ipab
Abruzzo sì sì sì sì sì
Basilicata sì sì sì sì sì °°
Calabria sì sì sì sì sì sì sì
Campania sì sì sì sì sì sì
Emilia-Rom. sì sì sì sì sì sì** sì
Friuli V. G. sì sì sì sì sì** sì
Lazio sì sì sì sì* sì
Liguria sì sì sì sì sì sì sì parzial. sì
Lombardia sì sì sì sì sì sì
Marche sì sì sì sì sì sì
Molise sì sì sì sì sì sì
Piemonte sì sì sì sì sì sì parzial.
Puglia sì sì sì sì sì sì sì
Sardegna sì sì sì sì sì sì sì
Sicilia sì sì sì°
Toscana sì sì sì sì sì sì sì sì
Umbria sì sì sì sì sì sì°° sì
Valle d’Aosta sì sì sì sì sì sì
Veneto sì sì sì sì sì
Prov. Bolzano sì sì sì sì sì
Prov. Trento sì sì sì sì sì sì sì
Italia 13 15 21 21 20 18 8 12
Note: * La Regione Lazio ha regolato solo l’autorizzazione. ** La legge regionale ha rinviato le disposizioni di dettaglio a una delibera di giunta. ° La Regione
Sicilia ha dato indicazioni sull’affidamento dei servizi con lettera-circolare. °° Una delibera regionale deve stabilire le procedure.
n.20/2010ProspettiveSocialieSanitarie
5
Aids
zione della riorganizzazione e della
modernizzazione dei servizi sociali,
cosìcomeindicatonellal.328/00non
puòesserepositivo,vistoche10anni
non sono stati sufficienti per dare
pienaattuazioneallalegge.Pocopiù
della metà delle Regioni ha fatto un
buonlavoro,mentreilrestoarranca,
registrando ritardi notevoli. Caren-
zeimportantisiregistranosulfronte
dell’approvazione delle leggi di rior-
dino,dellatrasformazionedelleIpab
e ancora di più sul fronte del recepi-
mento delle norme sull’integrazione
relative ai servizi sociosanitari.
In questo panorama non entu-
siasmante vale la pena di segnalare
la positiva esperienza dei Piani di
zona, l’unica che ha visto coinvolta
la totalità delle Regioni e che, per
la prima volta, ha visto i Comuni
mettersi insieme e misurarsi per
la pianificazione comune dei servi-
zi sociali. Tenendo conto della tra-
dizionale autonomia dei Comuni e
della fragilità dei servizi sociali di
quellidipiccoledimensioni,sitratta
di un’esperienza da migliorare ma
da valorizzare. Non vanno inoltre
sottaciuti, per i loro aspetti positivi,
taluniinterventiinnovativiregolati
o previsti da un numero comunque
minoritario di Regioni. Fra que-
sti segnaliamo che alcune hanno
regolato le professioni sociali, iden-
tificandole e definendo il percorso
formativo, che altre hanno previsto
la sperimentazione del reddito di
ultima istanza. Inoltre, la maggio-
rana delle Regioni si è occupata, in
un qualche modo, dei Livelli essen-
ziali delle prestazioni sociali (Leps),
anche se questa è l’unica competen-
za esclusiva dello Stato, che deve
provvedere a determinarli per poter
garantire in tutto il territorio nazio-
nale un livello uniforme e omogeneo
di servizi assistenziali alla persona.
Molte Regioni, infine, hanno previ-
sto l’attivazione di un fondo per il
sostegno della non-autosufficienza.
Le cause dei ritardi regionali
sono da ricercare nel mancato ruo-
lo nazionale del Governo (mancato
sostegno della l. 328/00, mancata
introduzione in tutto il territorio
del reddito minimo di inserimento,
mancata riforma delle indennità di
invalidità/disabilità), nella modi-
fica costituzionale del 2001, nella
disponibilità di risorse economiche
largamente inadeguate e, ultimo
ma non per importanza, nell’impre-
parazionediunapartedelleRegioni
a far fronte tempestivamente alla
riforma e al riordino di tutto il set-
tore assistenziale.
La “Dichiarazione di Vienna”
Proibizionismo alleato
dell’epidemia
La XVIII conferenza mondiale
sull’Aids svoltasi dal 18 al 23 luglio
nella capitale austriaca si è aperta
con un importante documento uffi-
cialesostenutodall’Ias,l’Internatio-
nal Aids Society: la “Dichiarazione
di Vienna”. Per la prima volta un
summit mondiale prende una posi-
zione netta contro le politiche proi-
bizioniste sulle droghe. La Dichia-
razionesostieneche:“Lacriminaliz-
zazione dei consumatori di droghe
sta alimentando l’epidemia di Hiv e
ha comportato conseguenze negati-
ve per la salute pubblica e a livello
sociale.Ènecessarioreindirizzarele
politichesulledrogheversoapprocci
basati su evidenze scientifiche, che
rispettino i diritti umani”.
Un documento che sceglie il ter-
reno scientifico per cercare di san-
cire la definitiva sconfitta della War
on Drugs lanciata dalle ammini-
strazionirepubblicanestatunitensi
e che invece si pone in sintonia con
la posizione dell’UE. Nei prossimi
mesi sarà possibile verificare come
questadichiarazione,cheharaccol-
to molte migliaia di firme tra medi-
ci, ricercatori e leader politici, sarà
accolta da Yuri Fedotov (Federazio-
ne Russa), appena nominato nuovo
direttore esecutivo delle Nazioni
unite contro la droga e il crimine
(Unodc), che sembra invece inten-
zionatoamuoversinelsolcodeisuoi
predecessori.
L’Italia è uno dei pochi Paesi
europeichenonhafirmatoladichia-
razione, la quale risulta, infatti,
oggettivamente in totale contrasto
con le politiche del sottosegretario
Carlo Giovanardi.
Raccogliendo lo spirito dell’ap-
pello e l’invito lanciato a Vienna da
JohnDalli,commissarioeuropeoper
la tutela della salute e dei consuma-
tori, la ministra della sanità fran-
cese, Roselyne Bachelot Narquine,
giunta alla conferenza ha annun-
ciato un rilancio delle strategie di
riduzione del danno e l’apertura
di stanze per l’auto-somministra-
zione. L’Anrs (la francese Agenzia
nazionale per la ricerca sull’Aids)
ha presentato un programma, che
per ora riguarda solo Parigi, di
distribuzione di pipe monouso, uti-
lizzabili per fumare sostanze come
crack, cocaina, e metamfetamine;
programma (presente anche in
Canada) correlato principalmente
alla prevenzione di epatiti e tuber-
colosi, ma sicuramente non meno
importante.Pare,infatti,cheanche
in Francia, come in Canada, molti
exconsumatoriperviainiettiva,già
Hiv positivi, siano passati a fuma-
re derivati della cocaina o metam-
fetamine, con scambio di strumenti
infetti per l’inalazione, e ciò ha pro-
vocatounaumentodell’incidenzadi
co-infezioniconepatitietubercolosi
in persone sieropositive.
Anche Lancet “difende”
i tossicodipendenti
Questo tema è stato anche al
centro del numero speciale dell’au-
La XVIII Conferenza Mondiale sull’Aids svoltasi
in luglio a Vienna si è aperta con un importante
documento ufficiale sostenuto dall’International
Aids Society: la “Dichiarazione di Vienna”. Per la prima
volta un summit mondiale prende una posizione netta
contro le politiche proibizioniste sulle droghe.
Nell’articolo un commento alla situazione attuale,
anche alla luce di questa
dichiarazione.
Aids: ancora molti
gli interrogativi
aperti
Vittorio Agnoletto
Medico, ricercatore, consulente sull’Aids
dell’Inmp *
Note
*	 Istituto nazionale per la promozione della
salutedellepopolazionimigrantieilcontrastodelle
malattie della povertà.

Contenu connexe

Tendances

Zone omogenee e governance territoriale
Zone omogenee e governance territorialeZone omogenee e governance territoriale
Zone omogenee e governance territorialecittametro
 
Allegato 1 alla delibera 180 2015
Allegato 1 alla delibera 180 2015Allegato 1 alla delibera 180 2015
Allegato 1 alla delibera 180 2015mgk4d
 
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...Salvatore [Sasa'] Barresi
 
Le forme di gestione associata dei servizi sociali
Le forme di gestione associata dei servizi socialiLe forme di gestione associata dei servizi sociali
Le forme di gestione associata dei servizi socialiFranco Pesaresi
 
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertà
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertàL'organizzazione regionale per il contrasto alla povertà
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertàFranco Pesaresi
 
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF word
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF wordPremio PA Sostenibile - Cabina di regia URF word
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF wordAndrea Piazza
 
La gestione dei tributi locali in forma associata
La gestione dei tributi locali in forma associataLa gestione dei tributi locali in forma associata
La gestione dei tributi locali in forma associataSalvatore [Sasa'] Barresi
 
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015Alessandro Pastacci
 
La riforma del Terzo Settore
La riforma del Terzo SettoreLa riforma del Terzo Settore
La riforma del Terzo SettoreFabio Protasoni
 
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardia
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in LombardiaLa situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardia
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardiacittametro
 
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuri
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuriLa riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuri
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuriQuattrogatti.info
 
Federalismo fiscale presentazione 04-04-11
Federalismo fiscale   presentazione 04-04-11Federalismo fiscale   presentazione 04-04-11
Federalismo fiscale presentazione 04-04-11Antonio Misiani
 
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'Franco Pesaresi
 
Presentazione piano di riassetto Upi
Presentazione piano di riassetto UpiPresentazione piano di riassetto Upi
Presentazione piano di riassetto Upicittametro
 
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettive
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettiveAmbiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettive
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettiveFranco Pesaresi
 
Quale futuro per il welfare?
Quale futuro per il welfare?Quale futuro per il welfare?
Quale futuro per il welfare?Franco Pesaresi
 
LE CURE DOMICILIARI NEL SUD
LE CURE DOMICILIARI NEL SUDLE CURE DOMICILIARI NEL SUD
LE CURE DOMICILIARI NEL SUDFranco Pesaresi
 
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeS
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSL'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeS
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSFranco Pesaresi
 

Tendances (18)

Zone omogenee e governance territoriale
Zone omogenee e governance territorialeZone omogenee e governance territoriale
Zone omogenee e governance territoriale
 
Allegato 1 alla delibera 180 2015
Allegato 1 alla delibera 180 2015Allegato 1 alla delibera 180 2015
Allegato 1 alla delibera 180 2015
 
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...
Unione dei Comuni di Spadafora, analisi preliminare di fattibilità istituzion...
 
Le forme di gestione associata dei servizi sociali
Le forme di gestione associata dei servizi socialiLe forme di gestione associata dei servizi sociali
Le forme di gestione associata dei servizi sociali
 
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertà
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertàL'organizzazione regionale per il contrasto alla povertà
L'organizzazione regionale per il contrasto alla povertà
 
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF word
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF wordPremio PA Sostenibile - Cabina di regia URF word
Premio PA Sostenibile - Cabina di regia URF word
 
La gestione dei tributi locali in forma associata
La gestione dei tributi locali in forma associataLa gestione dei tributi locali in forma associata
La gestione dei tributi locali in forma associata
 
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015
Nota presidente pastacci commissione federalismo 12 marzo 2015
 
La riforma del Terzo Settore
La riforma del Terzo SettoreLa riforma del Terzo Settore
La riforma del Terzo Settore
 
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardia
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in LombardiaLa situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardia
La situazione dell'associazionismo e delle Unioni in Lombardia
 
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuri
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuriLa riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuri
La riforma delle province - L'esperienza Monti e i possibili assetti futuri
 
Federalismo fiscale presentazione 04-04-11
Federalismo fiscale   presentazione 04-04-11Federalismo fiscale   presentazione 04-04-11
Federalismo fiscale presentazione 04-04-11
 
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
 
Presentazione piano di riassetto Upi
Presentazione piano di riassetto UpiPresentazione piano di riassetto Upi
Presentazione piano di riassetto Upi
 
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettive
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettiveAmbiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettive
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettive
 
Quale futuro per il welfare?
Quale futuro per il welfare?Quale futuro per il welfare?
Quale futuro per il welfare?
 
LE CURE DOMICILIARI NEL SUD
LE CURE DOMICILIARI NEL SUDLE CURE DOMICILIARI NEL SUD
LE CURE DOMICILIARI NEL SUD
 
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeS
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSL'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeS
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeS
 

Similaire à La 328 nelle regioni: un bilancio sintetico

Integrazione sociosanitaria e società della salute in Toscana
Integrazione sociosanitaria e società della salute in ToscanaIntegrazione sociosanitaria e società della salute in Toscana
Integrazione sociosanitaria e società della salute in ToscanaFranco Pesaresi
 
Appunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfAppunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfgiosiele
 
La riforma dei servizi sociali nelle Marche
La riforma dei servizi sociali nelle MarcheLa riforma dei servizi sociali nelle Marche
La riforma dei servizi sociali nelle MarcheFranco Pesaresi
 
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIRIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIFranco Pesaresi
 
La riforma in_10_punti
La riforma in_10_puntiLa riforma in_10_punti
La riforma in_10_puntiLorenzoPE
 
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del Governo
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del GovernoDalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del Governo
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del GovernoMario Agostinelli
 
Rapporti Cottarelli costi della politica
Rapporti Cottarelli costi della politicaRapporti Cottarelli costi della politica
Rapporti Cottarelli costi della politicaDavide J. Mancino
 
Province - Istruzioni per l'uso
Province - Istruzioni per l'uso Province - Istruzioni per l'uso
Province - Istruzioni per l'uso Antonio De Poli
 
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015Franco Pesaresi
 
Studio di omogeneità Montepulciano e Torrita
Studio di omogeneità Montepulciano e TorritaStudio di omogeneità Montepulciano e Torrita
Studio di omogeneità Montepulciano e TorritaValdichiana Media
 
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi sociali
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi socialiFederalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi sociali
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi socialiFranco Pesaresi
 
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlandoLe nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlandocittametro
 
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...Simone Chiarelli
 
Slide associazionismo comunale
Slide associazionismo comunaleSlide associazionismo comunale
Slide associazionismo comunaleBianca Clemente
 
Relazione al bilancio 2012
Relazione al bilancio 2012Relazione al bilancio 2012
Relazione al bilancio 2012Valleditria News
 
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'Franco Pesaresi
 

Similaire à La 328 nelle regioni: un bilancio sintetico (20)

Integrazione sociosanitaria e società della salute in Toscana
Integrazione sociosanitaria e società della salute in ToscanaIntegrazione sociosanitaria e società della salute in Toscana
Integrazione sociosanitaria e società della salute in Toscana
 
Appunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfAppunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdf
 
La riforma dei servizi sociali nelle Marche
La riforma dei servizi sociali nelle MarcheLa riforma dei servizi sociali nelle Marche
La riforma dei servizi sociali nelle Marche
 
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIRIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
 
La riforma in_10_punti
La riforma in_10_puntiLa riforma in_10_punti
La riforma in_10_punti
 
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del Governo
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del GovernoDalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del Governo
Dalla democrazia sociale all'esercizio del potere da parte del Governo
 
Rapporti Cottarelli costi della politica
Rapporti Cottarelli costi della politicaRapporti Cottarelli costi della politica
Rapporti Cottarelli costi della politica
 
Rapporto costi politica_finale
Rapporto costi politica_finaleRapporto costi politica_finale
Rapporto costi politica_finale
 
Province - Istruzioni per l'uso
Province - Istruzioni per l'uso Province - Istruzioni per l'uso
Province - Istruzioni per l'uso
 
Rapporto costi politica_finale
Rapporto costi politica_finaleRapporto costi politica_finale
Rapporto costi politica_finale
 
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
 
Studio di omogeneità Montepulciano e Torrita
Studio di omogeneità Montepulciano e TorritaStudio di omogeneità Montepulciano e Torrita
Studio di omogeneità Montepulciano e Torrita
 
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi sociali
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi socialiFederalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi sociali
Federalismo,livelli essenziali e costi standard nei servizi sociali
 
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlandoLe nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando
Le nuove funzoni delle province al servizio dei comuni orlando
 
Portico 301
Portico 301Portico 301
Portico 301
 
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...
Lezione n. 07 - Diritto degli Enti Locali e TUEL: La disciplina del Comune fr...
 
Slide associazionismo comunale
Slide associazionismo comunaleSlide associazionismo comunale
Slide associazionismo comunale
 
Relazione al bilancio 2012
Relazione al bilancio 2012Relazione al bilancio 2012
Relazione al bilancio 2012
 
Pgt Milano zona 6 - 23 settembre
Pgt Milano zona 6 - 23 settembrePgt Milano zona 6 - 23 settembre
Pgt Milano zona 6 - 23 settembre
 
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
 

Plus de Franco Pesaresi

LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimora
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimoraLEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimora
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimoraFranco Pesaresi
 
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemia
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemiaPer non dimenticare. Le RSA nella pandemia
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemiaFranco Pesaresi
 
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.Franco Pesaresi
 
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE - un Leps
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE  -  un LepsIL PRONTO INTERVENTO SOCIALE  -  un Leps
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE - un LepsFranco Pesaresi
 
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)
LE DIMISSIONI PROTETTE  (riordinate nel 2021-22)LE DIMISSIONI PROTETTE  (riordinate nel 2021-22)
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)Franco Pesaresi
 
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?Franco Pesaresi
 
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di salute
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di saluteD. M. 77/2022: arriva il Progetto di salute
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di saluteFranco Pesaresi
 
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023Franco Pesaresi
 
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)Franco Pesaresi
 
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)Franco Pesaresi
 
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienzaLe Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienzaFranco Pesaresi
 
Abitare e Anziani: gli alloggi assistiti
Abitare e Anziani: gli alloggi assistitiAbitare e Anziani: gli alloggi assistiti
Abitare e Anziani: gli alloggi assistitiFranco Pesaresi
 
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPA
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPALA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPA
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPAFranco Pesaresi
 
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuro
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuroL'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuro
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuroFranco Pesaresi
 
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.  PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. Franco Pesaresi
 
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIA
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIALA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIA
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIAFranco Pesaresi
 
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEW
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEWIL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEW
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEWFranco Pesaresi
 
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE CON LA MODIFICA ...
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE  CON LA MODIFICA ...CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE  CON LA MODIFICA ...
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE CON LA MODIFICA ...Franco Pesaresi
 
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO. Parte 2
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO.  Parte 2LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO.  Parte 2
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO. Parte 2Franco Pesaresi
 
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°Franco Pesaresi
 

Plus de Franco Pesaresi (20)

LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimora
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimoraLEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimora
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimora
 
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemia
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemiaPer non dimenticare. Le RSA nella pandemia
Per non dimenticare. Le RSA nella pandemia
 
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.
LEPS: Prevenzione allontanamento familiare - P.I.P.P.I.
 
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE - un Leps
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE  -  un LepsIL PRONTO INTERVENTO SOCIALE  -  un Leps
IL PRONTO INTERVENTO SOCIALE - un Leps
 
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)
LE DIMISSIONI PROTETTE  (riordinate nel 2021-22)LE DIMISSIONI PROTETTE  (riordinate nel 2021-22)
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)
 
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?
 
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di salute
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di saluteD. M. 77/2022: arriva il Progetto di salute
D. M. 77/2022: arriva il Progetto di salute
 
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023
 
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)
 
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)
 
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienzaLe Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza
 
Abitare e Anziani: gli alloggi assistiti
Abitare e Anziani: gli alloggi assistitiAbitare e Anziani: gli alloggi assistiti
Abitare e Anziani: gli alloggi assistiti
 
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPA
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPALA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPA
LA CARENZA DI PERSONALE SANITARIO RIGUARDA TUTTA L'EUROPA
 
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuro
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuroL'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuro
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuro
 
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.  PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
 
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIA
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIALA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIA
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIA
 
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEW
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEWIL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEW
IL FUTURO DELLE AZIENDE SOCIALI PUBBLICHE DOPO LA SPENDING REVIEW
 
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE CON LA MODIFICA ...
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE  CON LA MODIFICA ...CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE  CON LA MODIFICA ...
CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE CON LA MODIFICA ...
 
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO. Parte 2
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO.  Parte 2LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO.  Parte 2
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO. Parte 2
 
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°
LEPS: IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO - parte 1°
 

La 328 nelle regioni: un bilancio sintetico

  • 1. n.20/2010ProspettiveSocialieSanitarie 3 Politichesociali Le leggi regionali di riordino Il dato più sconfortante si regi- stra proprio nell’aspetto più impor- tante e cioè nell’approvazione del- le leggi regionali di riordino del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. Solo 13 Regioni (Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Mar- che, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana e Trento) hanno approvato le rispettive leggi, definendo il qua- dro organico del settore. Perché questo risultato tutto sommato modesto? C’è stato un rifiuto “ideologico” della legge 328? Se guardiamo retrospettivamente al panorama politico delle Regio- ni inadempienti riceviamo la net- ta sensazione che non dobbiamo cercare qui la ragione della disat- tenzione di un terzo delle Regioni italiane, dato che le stesse hanno avuto amministrazioni dell’uno e dell’altro colore politico. Può aver influito la posizione regionalista,secondocui,siccomela competenza legislativa è ora delle Regioni, a loro spetta discrezional- mente approvare o meno un inter- vento normativo? Tra le Regioni inadempienti ce ne sono alcune con un forte profilo autonomista, pen- siamo alle Regioni con statuto auto- nomo, ma anche questo argomento dia,Valled’Aosta)hannoapprovato piani sociosanitari dove però la par- te sociale è assai modesta. Non tutte le regioni che hanno approvato il Piano sociale regiona- le hanno approvato anche la legge regionale di riordino, che teorica- menteverrebbetemporalmentepri- ma (non è obbligatorio, ma innanzi- tutto si dovrebbe definire il quadro istituzionale con la legge di riordino epoilecosedafareconilPianosocia- le). Colpisce che, allo stato attuale, solo9Regioni(Calabria,Campania, Emilia-Romagna Liguria, Lombar- dia,Puglia,Toscana,Umbria,Tren- to) abbiano approvato ambedue gli atti e dunque dispongano di un quadro normativo e programmatico aggiornato e completo. I Piani sociali di zona Le Regioni italiane hanno profu- so il proprio impegno maggiore nel- la realizzazione dei Piani sociali di zona; infatti, tutte le Regioni hanno definito gli ambiti territoriali socia- li e hanno visto realizzare i Piani sociali di zona nel proprio territorio (cfr. tavola 1). Si tratta di un risul- tato apprezzabile – il più importan- te nell’attuazione della l. 328/00 – tenendocontodelquadronormativo regionaleedellanovitàdelpercorso che è stato raggiunto grazie all’im- pegnoeallacollaborazioneattivadi Regioni e Comuni. Non si è ancora pienamente realizzata la piena coincidenza fra il territorio del Distretto sociale e quello del Distretto sanitario, assai utile nella programmazione e nella gestione integrata; nel 2006 la coin- cidenza non si registrava nel 24% dei casi, anche se oggi tale percen- tuale si è sicuramente ridotta. L’autorizzazione e l’accreditamento Gli strumenti più importanti per il miglioramento della qualità dei servizi e per il governo del mercato sociale che la l. 328/00 ha identifica- to nel processo di autorizzazione e di accreditamento sono partiti mol- to lentamente e ancora non hanno concluso l’assetto normativo. Per la verità, sono 19 le Regioni che hanno approvato le norme su questi due aspetti,ancheselaRegioneLazioha regolato con legge soltanto l’autoriz- zazione. Ma l’aspetto rilevante è che le leggi di per sé sono inutili se insie- non ci convince fino in fondo, dato che, secondo la dottrina prevalente, inbasealprincipiodellacontinuità, la l. 328/00 deve essere considerata in vigore fino a quando la Regione non approva una nuova normativa sulla stessa materia o su parti di essa. Per cui l’intervento legislati- vo regionale è comunque necessa- rio sia per integrare il testo spesso generico della legge, sia per dare attuazione ai tanti adempimenti regionali in essa previsti, sia per eventuali modificazioni da appor- tare, sia, infine, per aggiornare le precedenti leggi quadro regionali, molte delle quali sono state appro- vate negli anni ’80. L’impressione è invece quella di una trasversale sottovalutazio- ne delle tematiche sociali a livello regionale, così come a livello nazio- nale, a causa della sottorappresen- tazione “politica” dei beneficiari delle prestazioni sociali e a causa delle tematiche dirompenti di cui sono portatrici le tematiche sociali per lo straordinario scarto esisten- te fra risorse disponibili e necessità della popolazione. I Piani sociali regionali Una situazione leggermente migliore ma non entusiasmante si riscontra tra le Regioni che hanno approvato i Piani sociali regionali. Sono 15, ma due di queste (Lombar- Note 1 Vengono presi in considerazione solo gli atti regionali approvati successivamente alla data di approvazione della l. 328/00. La 328 nelle Regioni: un bilancio sintetico Franco Pesaresi Presidente Associazione nazionale operatori sociali e sociosanitari, direttore Asur Marche, Zona territoriale Senigallia Sono passati 10 anni da quando, nel novembre del 2000, è stata approvata la legge 328 di riordino del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Un periodo che ci permette di poter abbozzare un sintetico bilancio degli effetti della legge nelle politiche regionali. Nel frattempo molto è cambiato dal punto di vista politico e normativo: in ordine di tempo, prima c’è stata la modifica del titolo V della Costituzione, che ha affidato alle Regioni la potestà legislativa esclusiva in campo socio-assistenziale e che ha “sgonfiato” l’efficacia della legge stessa. Successivamente, si sono alternate maggioranze politiche di governo che non sempre hanno assunto la l. 328/00 come il punto di riferimento principale, come si è potuto desumere anche dal più recente “Libro bianco sul welfare”. In questo quadro assai rimescolato, le Regioni si sono complessivamente mosse verso l’applicazione della l. 328/00, ma con grande lentezza e, spesso, scarsa organicità. Il quadro degli atti approvati dalle singole Regioni in attuazione della legge è piuttosto significativo in questo senso.1
  • 2. n.20/2010ProspettiveSocialieSanitariePolitichesociali 4 lecuredomiciliarieresidenzialiper anziani e disabili). La maggioran- za delle Regioni ha invece recepito i Lea, a eccezione proprio di questa parte, il che appare francamente ingiustificabile. La riforma delle IPAB Sul fronte della riforma delle Ipab – circa 4.000 in Italia – previ- sta dall’art. 10 della l. 328/00 e poi dal D.lgs. 207/01, siamo più o meno a metà strada. In questo caso 12 Regioni (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombar- dia, Marche, Molise, Puglia, Sarde- gna, Toscana, Trentino-Alto Adige eValled’Aosta)hannoapprovatogli atti necessari a mettere in condizio- ne le Ipab di trasformarsi in Azien- de pubbliche di servizi alla persona (Apsp), in associazioni o fondazioni di diritto privato. Conclusioni La l. 328/00 è stata ben accolta dal punto di vista politico. Di fatto, tutte le Regioni hanno assunto la legge come punto di riferimento, anche modificabile, ma nessuna Regione ha prospettato un modello alternativo. Le note negative, inve- ce, arrivano prepotenti sul fronte dell’attuazione. Il giudizio complessivo sull’atti- vità delle Regioni italiane in dire- me a queste non vengono approvati ancheirequisitinecessariallesingo- le strutture e ai servizi per ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento. Daquestopuntodivista,hannocom- pletato il percorso dell’autorizzazio- ne solo 15 Regioni (5 hanno definito gli standard sia delle strutture sia dei servizi, 10 solo delle strutture), mentre sono 9 le Regioni che hanno definito anche gli standard per l’ac- creditamento (5 sia delle strutture sia dei servizi, 4 solo delle strut- ture). Evidentemente, solo queste ultime 9 Regioni (Abruzzo, Campa- nia, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto), e quindi una minoranza, possono gestire o avviare il sistema di accreditamento dei servizi e delle strutture dei servizi sociali. L’affidamento dei servizi Lal.328/00prevedecheleRegio- ni adottino specifici indirizzi per regolamentare i rapporti tra enti localieterzosettore,conparticolare riferimento ai sistemi di affidamen- to dei servizi alla persona. 18 Regio- ni (cfr. tavola 1) hanno adottato provvedimenti, ma non tutte hanno perfezionatoilloropercorso.Infatti, le Regioni Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, nelle rispettive leg- gi, hanno stabilito le procedure di affidamento con evidenza pubblica con il criterio dell’offerta economi- camentepiùvantaggiosa,mahanno rinviato ulteriori dettagli e disposi- zioni a una delibera di Giunta, da emanare.LaRegioneSiciliahadato indicazioniconunostrumentoassai debole: una circolare. L’integrazione sociosanitaria Gli articoli 3 e 8 della l. 328/00 dispongono che le Regioni provve- dono al coordinamento e all’inte- grazione degli interventi sociali con quelli sanitari, con particolare riferimento all’integrazione delle attività sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria. Solo 8 Regioni si sono occupate in modo completo della regolamen- tazione dell’integrazione sociosani- taria, recependo, anche con modifi- cazioni, l’allegato 1C del Dpcm 29 novembre 2001 sui Livelli essen- ziali di assistenza sanitaria (Lea) dedicato all’area dell’integrazione sociosanitaria. Tali atti si preoccu- pano di stabilire la percentuale dei costi da porre a carico dell’Asl, del Comune o dell’utente per una serie (8) di prestazioni sociosanitarie. Due di queste 8 Regioni non hanno peròcompletatoillavoro(laLiguria ha regolamentato solo le prestazio- ni residenziali e semiresidenziali, mentre il Piemonte lo ha fatto per TAVOLA 1 Atti regionali applicativi della legge 328/2000 (aggiornato al 30/8/2010) Regioni Legge di riordino Piani regionali Ambiti territoriali Piani di zona Legge auto- rizzazione e accredita- mento Affidamento servizi Prestazioni sociosanita- rie Dpcm 29/11/01 Riforma Ipab Abruzzo sì sì sì sì sì Basilicata sì sì sì sì sì °° Calabria sì sì sì sì sì sì sì Campania sì sì sì sì sì sì Emilia-Rom. sì sì sì sì sì sì** sì Friuli V. G. sì sì sì sì sì** sì Lazio sì sì sì sì* sì Liguria sì sì sì sì sì sì sì parzial. sì Lombardia sì sì sì sì sì sì Marche sì sì sì sì sì sì Molise sì sì sì sì sì sì Piemonte sì sì sì sì sì sì parzial. Puglia sì sì sì sì sì sì sì Sardegna sì sì sì sì sì sì sì Sicilia sì sì sì° Toscana sì sì sì sì sì sì sì sì Umbria sì sì sì sì sì sì°° sì Valle d’Aosta sì sì sì sì sì sì Veneto sì sì sì sì sì Prov. Bolzano sì sì sì sì sì Prov. Trento sì sì sì sì sì sì sì Italia 13 15 21 21 20 18 8 12 Note: * La Regione Lazio ha regolato solo l’autorizzazione. ** La legge regionale ha rinviato le disposizioni di dettaglio a una delibera di giunta. ° La Regione Sicilia ha dato indicazioni sull’affidamento dei servizi con lettera-circolare. °° Una delibera regionale deve stabilire le procedure.
  • 3. n.20/2010ProspettiveSocialieSanitarie 5 Aids zione della riorganizzazione e della modernizzazione dei servizi sociali, cosìcomeindicatonellal.328/00non puòesserepositivo,vistoche10anni non sono stati sufficienti per dare pienaattuazioneallalegge.Pocopiù della metà delle Regioni ha fatto un buonlavoro,mentreilrestoarranca, registrando ritardi notevoli. Caren- zeimportantisiregistranosulfronte dell’approvazione delle leggi di rior- dino,dellatrasformazionedelleIpab e ancora di più sul fronte del recepi- mento delle norme sull’integrazione relative ai servizi sociosanitari. In questo panorama non entu- siasmante vale la pena di segnalare la positiva esperienza dei Piani di zona, l’unica che ha visto coinvolta la totalità delle Regioni e che, per la prima volta, ha visto i Comuni mettersi insieme e misurarsi per la pianificazione comune dei servi- zi sociali. Tenendo conto della tra- dizionale autonomia dei Comuni e della fragilità dei servizi sociali di quellidipiccoledimensioni,sitratta di un’esperienza da migliorare ma da valorizzare. Non vanno inoltre sottaciuti, per i loro aspetti positivi, taluniinterventiinnovativiregolati o previsti da un numero comunque minoritario di Regioni. Fra que- sti segnaliamo che alcune hanno regolato le professioni sociali, iden- tificandole e definendo il percorso formativo, che altre hanno previsto la sperimentazione del reddito di ultima istanza. Inoltre, la maggio- rana delle Regioni si è occupata, in un qualche modo, dei Livelli essen- ziali delle prestazioni sociali (Leps), anche se questa è l’unica competen- za esclusiva dello Stato, che deve provvedere a determinarli per poter garantire in tutto il territorio nazio- nale un livello uniforme e omogeneo di servizi assistenziali alla persona. Molte Regioni, infine, hanno previ- sto l’attivazione di un fondo per il sostegno della non-autosufficienza. Le cause dei ritardi regionali sono da ricercare nel mancato ruo- lo nazionale del Governo (mancato sostegno della l. 328/00, mancata introduzione in tutto il territorio del reddito minimo di inserimento, mancata riforma delle indennità di invalidità/disabilità), nella modi- fica costituzionale del 2001, nella disponibilità di risorse economiche largamente inadeguate e, ultimo ma non per importanza, nell’impre- parazionediunapartedelleRegioni a far fronte tempestivamente alla riforma e al riordino di tutto il set- tore assistenziale. La “Dichiarazione di Vienna” Proibizionismo alleato dell’epidemia La XVIII conferenza mondiale sull’Aids svoltasi dal 18 al 23 luglio nella capitale austriaca si è aperta con un importante documento uffi- cialesostenutodall’Ias,l’Internatio- nal Aids Society: la “Dichiarazione di Vienna”. Per la prima volta un summit mondiale prende una posi- zione netta contro le politiche proi- bizioniste sulle droghe. La Dichia- razionesostieneche:“Lacriminaliz- zazione dei consumatori di droghe sta alimentando l’epidemia di Hiv e ha comportato conseguenze negati- ve per la salute pubblica e a livello sociale.Ènecessarioreindirizzarele politichesulledrogheversoapprocci basati su evidenze scientifiche, che rispettino i diritti umani”. Un documento che sceglie il ter- reno scientifico per cercare di san- cire la definitiva sconfitta della War on Drugs lanciata dalle ammini- strazionirepubblicanestatunitensi e che invece si pone in sintonia con la posizione dell’UE. Nei prossimi mesi sarà possibile verificare come questadichiarazione,cheharaccol- to molte migliaia di firme tra medi- ci, ricercatori e leader politici, sarà accolta da Yuri Fedotov (Federazio- ne Russa), appena nominato nuovo direttore esecutivo delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc), che sembra invece inten- zionatoamuoversinelsolcodeisuoi predecessori. L’Italia è uno dei pochi Paesi europeichenonhafirmatoladichia- razione, la quale risulta, infatti, oggettivamente in totale contrasto con le politiche del sottosegretario Carlo Giovanardi. Raccogliendo lo spirito dell’ap- pello e l’invito lanciato a Vienna da JohnDalli,commissarioeuropeoper la tutela della salute e dei consuma- tori, la ministra della sanità fran- cese, Roselyne Bachelot Narquine, giunta alla conferenza ha annun- ciato un rilancio delle strategie di riduzione del danno e l’apertura di stanze per l’auto-somministra- zione. L’Anrs (la francese Agenzia nazionale per la ricerca sull’Aids) ha presentato un programma, che per ora riguarda solo Parigi, di distribuzione di pipe monouso, uti- lizzabili per fumare sostanze come crack, cocaina, e metamfetamine; programma (presente anche in Canada) correlato principalmente alla prevenzione di epatiti e tuber- colosi, ma sicuramente non meno importante.Pare,infatti,cheanche in Francia, come in Canada, molti exconsumatoriperviainiettiva,già Hiv positivi, siano passati a fuma- re derivati della cocaina o metam- fetamine, con scambio di strumenti infetti per l’inalazione, e ciò ha pro- vocatounaumentodell’incidenzadi co-infezioniconepatitietubercolosi in persone sieropositive. Anche Lancet “difende” i tossicodipendenti Questo tema è stato anche al centro del numero speciale dell’au- La XVIII Conferenza Mondiale sull’Aids svoltasi in luglio a Vienna si è aperta con un importante documento ufficiale sostenuto dall’International Aids Society: la “Dichiarazione di Vienna”. Per la prima volta un summit mondiale prende una posizione netta contro le politiche proibizioniste sulle droghe. Nell’articolo un commento alla situazione attuale, anche alla luce di questa dichiarazione. Aids: ancora molti gli interrogativi aperti Vittorio Agnoletto Medico, ricercatore, consulente sull’Aids dell’Inmp * Note * Istituto nazionale per la promozione della salutedellepopolazionimigrantieilcontrastodelle malattie della povertà.