CHE FINE FARANNO I NUOVI PRESIDI DI ASSISTENZA TERRITORIALE CON LA MODIFICA ...
LE CURE DOMICILIARI E LA TELEMEDICINA DEL PNRR
1. La componente 1 della “Missione Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) si pone l’obiettivo
del ra orzamento delle prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture
e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il ra orzamento dell’assistenza
domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari.
Il secondo progetto (o investimento) di questo ampio capitolo mette a disposizione 4 miliardi di euro e
riguarda lo sviluppo delle cure domiciliari e degli strumenti di telemedicina ad esse collegate (Cfr. Tab. 1). Ed
è di questo investimento che si occuperà il presente articolo.
Tab. 1 – Investimenti per le reti di prossimità, le strutture e la telemedicina per
l’assistenza sanitaria territoriale
Ambiti di intervento/misura Totale mld
Investimento 1: Case della Comunità e presa in carico della persona 2,00
Investimento 2: Casa c ome primo luogo di cura, assistenza domiciliare e
telemedicina
4,00
Investimento 3: Sviluppo delle cure intermedie 1,00
Totale Componente 1 7,00
Fonte: PNRR
Investimento 2: Casa come primo luogo di cura, assistenza
domiciliare e telemedicina
L’investimento 2 mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare no a prendere
in carico, entro la metà del 2026, il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni, in particolare coloro
con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti.
L’investimento mira a:
identi care un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari che sfrutti al meglio le possibilità
offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione);
realizzare presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici
in tempo reale;
attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i
servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di
emergenza-urgenza;
utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche.
Il fabbisogno di risorse per la realizzazione di questo investimento è stimato in 4 miliardi di euro, di cui 2,72
miliardi connessi ai costi derivanti dal servire un numero crescente di pazienti, 0,28 miliardi per l’istituzione
delle COT e 1 miliardo per la telemedicina.
Misura 1 – Il potenziamento dell’assistenza domiciliare
Il potenziamento dell’assistenza domiciliare costerà 2,72 miliardi per raggiungere il 10% degli anziani. Si tratta
nel complesso di assistere nel 2026 complessivamente 1.509.814 anziani per una spesa media annua di
circa 1.980 euro a persona anche se i costi variano a seconda della frequenza delle visite necessarie: si va da
un minimo di una visita al mese fino ad un massimo di 15 giorni al mese nel caso di cure palliative .
Entro il secondo trimestre del 2022 è invece prevista l’approvazione delle Linee guida contenenti il modello
digitale per l’implementazione dell’assistenza domiciliare.
Per garantire la crescita dell’assistenza domiciliare, i costi per il personale cresceranno rispetto all’anno
precedente di 578 milioni nel 2022 no ad arrivare ad un incremento di 1.599.979.366 euro nel 2026,
rispetto al 2021 (Cfr. Tab. 2).
Le cure domiciliari e la telemedicina del PNRR
Franco Pesaresi | 7 giugno 2021
Politiche e governo del welfare
[1]
[2]
Bibliografia
Fassari L., “Recovery Plan. Meno medici di famiglia e
più infermieri per le cure territoriali. Per sostenere
economicamente la riforma si punta a ridurre accessi
in Pronto soccorso e consumo farmaci”, Quotidiano
Sanità, 10/5/2021.
Consiglio dei Ministri, Piano nazionale di ripresa e
resilienza (PNRR), 2021.
Consiglio dei Ministri: documentazione del Governo
inviata all’UE a corredo del PNRR.
Pesaresi F., “Le case della comunità previste dal
PNRR. Qualche criticità significativa”, Welforum.it, 25
maggio 2021.
Note
L’incremento è di 807.970 anziani entro il 2026.
[1]
La stima dei costi è stata calcolata ipotizzando un
incremento di anziani assistiti di 807.970 al 2026. Il
costo medio è di 1.980,25 euro a persona (calcolato
utilizzando il costo del numero di pazienti presi in
carico nell'assistenza domiciliare durante l'ultimo
anno di intervento) che porta ad una spesa stimata
di 2.720.000.000 € per i pazienti presi in carico. In
particolare il riferimento utilizzato è quello delle
regioni Emilia Romagna, Veneto e Toscana dove la
popolazione assistita in assistenza domiciliare è
suddivisa nei seguenti quattro livelli di intensità
assistenziale: 60% nell'assistenza domiciliare di
base; 20% nell'assistenza domiciliare di primo livello;
10% nell'assistenza domiciliare di secondo livello; 4%
nell'assistenza domiciliare di terzo livello e 6% nelle
cure palliative domiciliari. Il costo è stato stimato
ipotizzando i seguenti interventi che tengono conto
delle prese in carico nell'ultimo anno: 782 persone in
assistenza domiciliare di base con 1 accesso al mese
(5.817.385 accessi / anno) in media al costo di € 18
per accesso; 594 persone in assistenza domiciliare di
primo livello con 3 accessi mensili (5.817.386 accessi /
anno) di cui il 16% dei medici di base ad un costo di
18,9 euro l'uno e l'84% di altri operatori ad un costo
di € 37,50 per accesso; 797 persone in assistenza
domiciliare di secondo livello con 7 accessi mensili
(6.786.949 accessi / anno) di cui il 13% dei medici di
base a 18,9 euro per accesso e l'87% degli altri
operatori in media al costo di € 56,25 per accesso;
319 persone in assistenza domiciliare di terzo livello
con 12 accessi mensili (4.653.908 accessi / anno) di
cui l'11% dei medici di base a 18,9 euro per accesso e
l'89% degli altri operatori in media al costo di 75 €
per accesso; 478 persone in cure palliative domiciliari
con 15 accessi mensili (8.726.077 accessi / anno) di
cui il 10% dei medici di base a 18,9 euro per accesso
e il 90% degli altri operatori in media al costo di € 75.
[2]
Le regioni e le province autonome, per garantire il
massimo livello di assistenza compatibile con le
[3]
POLITICHE E GOVERNO DEL WELFARE TERZO SETTORE FAMIGLIA, INFANZIA E ADOLESCENZA POVERTÀ E DISUGUAGLIANZE ANZIANI PERSONE CON DISABILITÀ MIGRAZIONI
PROFESSIONI SOCIALI POLITICHE EUROPEE
IL PROGETTO I PROMOTORI CHI SIAMO CONTATTI Cerca
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2. Tab. 2 – Costi di personale per raggiungere l’obiettivo di curare il 10% di anziani in assistenza
domiciliare entro il 2026
ADI – livelli di assistenza per
intensità
Numero addizionale di anziani
assistiti
Costi per gli accessi addizionali
(€)
Base 483.782 104.712.925
Primo livello 161.594 204.343.403
Secondo livello 80.797 353.655.358
Terzo livello 32.319 325.504.494
Cure palliative domiciliari 48.478 611.763.186
Totale 1.599.979.366
Fonte: documenti del Governo italiano inviati all’UE a corredo del PNRR
L’aumento di spesa per il personale del SSN necessario a garantire, nel periodo 2022-2026, la crescita
dell’assistenza domiciliare verrà sostenuto per il 48% da risorse statali e per il 52% da risorse per il PNRR.
Infatti, lo Stato italiano contribuisce con 500 milioni all’anno di propri fondi alla spesa complessiva (Cfr. Tab.
3) mentre per il resto il Governo è riuscito ad utilizzare 2,72 miliardi del PNRR spalmati in 5 anni per pagare il
personale che dovrà curare a domicilio i pazienti.
Tab. 3 – I costi per il personale dell’assistenza domiciliare ed il relativo finanziamento (in €)
Descrizione 2022 2023 2024 2025 2026 2027
I COSTI
Costi del
personale
dell’assistenza
domiciliare
578.231.762 760.889.632 997.151.408 1.283890.954 1.599.979.366 1.599.979.366
I FINANZIAMENTI
Fondo
sanitario di
cui al comma
4, art. 1 del
D.L. 34/2020
265.028.624 265.028.624 265.028.624 265.028.624 265.028.624 265.028.624
Fondo
sanitario di
cui al comma
5, art. 1 del
D.L. 34/2020
235.000.000 235.000.000 235.000.000 235.000.000 235.000.000 235.000.000
PNRR 78.203.138 260.861.007 497.122.784 783.862.329 1.099.950.742 –
Risorse da
reperire
1.099.950.742
GLI ASSISTITI
Numero
addizionale di
anziani
assistiti a
domicilio
292.000 384.240 503.549 648.349 807.970 807.970
Fonte: ns. elaborazione dai documenti del Governo italiano inviati all’UE a corredo del PNRR
I problemi sorgeranno nel 2027 quando non saranno più disponibili le risorse del Recovery Plan.
Mancheranno per il personale 1,1 miliardi, che il PNRR a erma di reperire con i risparmi che deriveranno
dalla riorganizzazione sanitaria che punta alla riduzione delle ospedalizzazioni ad alto rischio di
inappropriatezza relative alle malattie croniche, alla riduzione degli accessi inappropriati nei pronto soccorsi
relativi ai codici bianchi e verdi ed alla riduzione della spesa farmaceutica relativa a tre classi di alto consumo
di farmaci. Ma sembra davvero poco probabile reperire una cifra così importante con delle riorganizzazioni
su cui si sta già lavorando da anni. Inoltre, il Piano di sostenibilità allegato al PNRR a erma di poter ricavare
1,36 miliardi dalle riorganizzazioni ma se sommiamo le necessità nanziarie da coprire nel 2027 (567.000.000
euro per le Case della Comunità + 1.099.950.742 euro per l’aumento dell’assistenza domiciliare) scopriamo
[3]
[4]
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esigenze di sanità pubblica e di sicurezza delle cure
in favore dei soggetti contagiati identificati
attraverso le attività di monitoraggio del rischio
sanitario, nonchè di tutte le persone fragili la cui
condizione risulta aggravata dall'emergenza in corso,
incrementano e indirizzano le azioni terapeutiche e
assistenziali a livello domiciliare, sia con l'obiettivo di
assicurare le accresciute attività di monitoraggio e
assistenza connesse all'emergenza epidemiologica,
sia per rafforzare i servizi di assistenza domiciliare
integrata per i pazienti in isolamento domiciliare o
quarantenati nonchè per i soggetti cronici, disabili,
con disturbi mentali, con dipendenze patologiche,
non autosufficienti, con bisogni di cure palliative,
di terapia del dolore, e in generale per le situazioni
di fragilità tutelate ai sensi del Capo IV del decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio
2017 "Definizione e aggiornamento dei livelli
essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7,
del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502". A
tal fine, nel rispetto dell'autonomia regionale in
materia di organizzazione dei servizi domiciliari, le
regioni e le province autonome sono autorizzate ad
incrementare la spesa del personale nei limiti
indicati al comma 10.
Al fine di rafforzare i servizi infermieristici, con
l'introduzione altresì dell'infermiere di famiglia o di
comunità, per potenziare la presa in carico sul
territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2
identificati Covid-19, anche supportando le Unità
speciali di continuità assistenziale e i servizi offerti
dalle cure primarie, nonche' di tutti i soggetti di cui al
comma 4, le aziende e gli enti del Servizio sanitario
nazionale, in deroga all'articolo 7 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n.165, possono, in
relazione ai modelli organizzativi regionali, utilizzare
forme di lavoro autonomo, anche di
collaborazione coordinata e continuativa, con
decorrenza dal 15 maggio 2020 e fino al 31 dicembre
2020, con infermieri che non si trovino in costanza di
rapporto di lavoro subordinato con strutture
sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private
accreditate, in numero non superiore a otto unità
infermieristiche ogni 50.000 abitanti. Per le attività
assistenziali svolte è riconosciuto agli infermieri un
compenso lordo di 30 euro ad ora, inclusivo degli
oneri riflessi, per un monte ore settimanale massimo
di 35 ore. Per le medesime finalità, a decorrere dal
1° gennaio 2021, le aziende e gli enti del SSN,
possono procedere al reclutamento di infermieri in
numero non superiore ad 8 unità ogni 50.000
abitanti, attraverso assunzioni a tempo
indeterminato e comunque nei limiti di cui al comma
10.
[4]
3. che già queste due prime voci richiedono delle risorse (1.666.950.742 euro) ben più ampie.
Ma l’aspetto che più preoccupa è che secondo il Recovery Plan non cambierà la tipologia di cure domiciliari
che verranno erogate. Attualmente le ore di assistenza domiciliare che mediamente vengono erogate ad
ogni anziano è di sole 18 ore annue. Questo vuol dire che le cure domiciliari vengono erogate solo per due o
tre mesi, magari di seguito ad una dimissione ospedaliera. Questo vuol dire che tutti malati non
autosu cienti che hanno bisogno per anni delle cure domiciliari sono escluse da questo tipo di assistenza. Il
Recovery plan doveva determinare una svolta su questo fronte garantendo tutta l’assistenza per tutto il
tempo necessario agli anziani bisognosi ed in particolare all’ampia platea di quelli non autosu cienti. Ed
invece l’approfondimento sui costi del PNRR previsti per le cure domiciliari ha permesso di veri care che il
costo medio previsto dal PNRR per ogni assistito a casa è lo stesso di adesso. Questo vuol dire che il numero
di anziani assistiti a domicilio aumenterà di 807.970 unità (non poco) ma la intensità dell’assistenza rimarrà la
stessa di adesso, senza la garanzia della continuità dell’assistenza. Stanziando nuove risorse ma mantenendo
invariato il modello, non si farà altro che di riprodurre i problemi attuali su scala maggiore.
Inoltre, nulla si dice sulla necessità di a ancare agli interventi domiciliari di natura medico-infermieristica
anche quelli– oggi marginali – di sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, che la non
autosu cienza preclude all’anziano di poter compiere da solo. Ciò implica la messa in campo anche di un
intervento sociosanitario o sociale con gure diverse da quelle infermieristiche e l’a ancamento e il
supporto anche dei soggetti quotidianamente impegnati ad a rontare le limitazioni dell’autonomia
dell’interessato, cioè i caregiver e le assistenti familiari.
Misura 2 – Le Centrali operative territoriali (COT)
Il secondo punto del progetto di potenziamento delle cure domiciliare è quello che prevede l’attivazione di
602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi
domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-
urgenza per cui è prevista una spesa di 280 milioni di euro per l’interconnessione tecnologica (Cfr. Tab. 4).
Vi saranno un coordinatore e 5 infermieri di comunità preposti al servizio i cui costi (150 milioni) saranno
coperti dalle risorse stanziate nel Dl 34/2020.
Tab. 4 – Le Centrali operative territoriali previste dal PNRR
Regioni n. COT previste
Piemonte 43
Valle d’Aosta 1
Lombardia 101
PA Bolzano 5
PA Trento 5
Veneto 49
Friuli Venezia Giulia 12
Liguria 15
Emilia Romagna 45
Toscana 37
Umbria 9
Marche 15
Lazio 59
Abruzzo 13
Molise 3
Campania 58
Puglia 40
Basilicata 6
Calabria 19
Sicilia 50
Sardegna 16
Italia 602
Fonte: nostra elaborazione della documentazione del Governo inviata all’UE a corredo del PNRR
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4. Le Centrali Operative Territoriali (COT) saranno dotate dei mezzi tecnologici per garantire il controllo remoto
dei dispositivi di telemedicina forniti ai pazienti, sosterrà lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari
coinvolti nella cura, costituirà un punto di riferimento per i caregiver, sia per la formazione alla cura che per
la sua attuazione, e fungerà da punto di riferimento in caso di ulteriori necessità assistenziali del paziente.
Al ne di eseguire la loro missione informativa ed educativa per operatori sanitari, pazienti e caregiver, le
Centrali Operative Territoriali (COT) saranno supportate dalla versione avanzata del “Portale della
Trasparenza”, piattaforma informativa sviluppata da Agenas dopo le fasi di consolidamento e valutazione.
Gli obiettivi principali di questo piattaforma sono quelle di consentire ai cittadini un facile accesso ai servizi
sociali e sanitari, fornendo informazioni aggiornate su cure e strutture sanitarie, e di conseguenza guidarle
ad una consapevole scelta sui trattamenti sanitari e sui servizi. Inoltre verrà predisposto un sistema di
intelligence sanitaria, anche con l’utilizzo di intelligenza arti ciale, in grado di fornire indicazioni al personale
sanitario e ai cittadini, compreso il management delle emergenze mediche. Nelle Centrali Operative
Territoriali, sempre secondo il PNRR, l’ausilio dell’intelligenza arti ciale e degli strumenti di machine learning
e il loro collegamento con la piattaforma che supporterà l’implementazione della telemedicina e del
teleconsulto diminuirà il numero di accessi di assistenza domiciliare degli operatori sanitari necessari per
paziente senza ridurre la qualità di cura.
È previsto che le COT siano pienamente operative e distribuite in tutto il territorio entro il secondo trimestre
del 2024.
Nel complesso, si stima una spesa complessiva di 280.000.000 € per le apparecchiature tecnologiche e di
interconnessione delle 602 Centrali operative territoriali, il cui dettaglio è indicato nella Tabella 5.
Tab. 5 – I costi dei realizzazione delle Centrali operative territoriali previste dal PNRR
Voci di spesa Costi (€)
Ristrutturazione degli edifici esistenti 90.300.000
Realizzazione strumento di interconnessione nelle ASL.
· Di cui Costo unitario di sviluppo software per 125 ASL (257.238,5 € x 125):
31.897.574
· Di cui Costo unitario di installazione e varo per 125 ASL (19.400 € x 125
ASL): 2.405.600
· Di cui Costo unitario migrazione dati per 125 ASL: (25.705 € x 125):
3.187.420
· Di cui costo unitario della formazione: (38.800 € per 125 ASL): 4.811.200.
È stato stimato un costo di 341.143 euro per ciascuna delle 125 ASL per
l’acquisto di software, hardware, migrazione e interconnessione dati, nonché
per la formazione del personale.
42.642.875
Costo Tecnologia: (22.500 X 602 COT) 13.545.000
Introdurre l’intelligenza artificiale e gli strumenti di apprendimento automatico
nel contesto delle cure primarie tra un campione di cittadini nazionali (1
milione di cittadini italiani) (10.000.000 € per anno).
50.000.000
Consolidamento ed evoluzione del “Portale della Trasparenza”, la piattaforma
informativa sviluppata da Agenas.
25.482.412
Acquisto dispositivi per telemonitoraggio dei pazienti domiciliari al costo medio
di 2.215 € ognuno (44 per ogni centro).
58.029.713
TOTALE 280.000.000
Fonte: nostra elaborazione della documentazione del Governo inviata all’UE a corredo del PNRR
In questo caso il PNRR provvede ai costi per gli investimenti ma non ai costi relativi al personale. Il personale
delle COT sarà invece a carico del bilancio statale. Per il funzionamento delle 602 Centrali operative
territoriali è previsto un costo annuo del personale di 150.500.000 euro che saranno nanziati dalle risorse
previste con il D.L. 34/2020 art. 1 c.5 (Cfr. Tab. 6) a decorrere dal secondo semestre del 2024.
Tab. 6 – Costi del personale delle centrali operative territoriali (COT)
Descrizione
personale
Unità di
personale
per COT
Incremento
costi
unitari
Totale
unità di
personale
Costi
addizionali
(€)
Fonte del
finanziamento
(€)
Infermieri di
famiglia
5 40.000 3.010 120.400.000 D.L. 34/2020
art. 1 c.5
Coordinatore 1 50.000 602 30.100.000
Totale 150.500.000
Fonte: documenti del Governo italiano inviati all’UE a corredo del PNRR
Misura 3 – L’assistenza con la telemedicina
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All’interno di questo intervento si inserisce anche l’investimento rivolto alla telemedicina, attraverso il
nanziamento di progetti proposti dalle Regioni sulla base delle priorità e delle linee guida de nite dal
Ministero della Salute. L’obiettivo dell’intera sottomisura è quello di migliorare radicalmente la gestione dei
pazienti con malattie croniche ed in particolare di coloro che hanno più di 65 anni promuovendo un
approccio multilaterale. La misura di rinforzo descritta sarà accompagnata da misure che prevedono di
creare in ogni ASL un sistema di interconnessione dei dati clinici (derivanti anche da dispositivi medici, quali,
ad esempio, dispositivi impiantabili, come i pacemaker) che consenta la loro disponibilità in tempo reale sul
cloud. Questa azione sosterrà l’implementazione di innovativi modelli di gestione clinica per assistere i
pazienti all’interno della loro casa, fornendo a pazienti/caregiver l’assistenza sanitaria sia con i professionisti
sia con gli strumenti della telemedicina, della digitalizzazione, dell’intelligenza arti ciale e degli strumenti di
apprendimento automatico (machine learning) nel contesto globale delle cure primarie delle Aziende
Sanitarie Locali.
I progetti potranno riguardare ogni ambito clinico e promuovere un’ampia gamma di funzionalità lungo
l’intero percorso di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione.
Per ottenere i nanziamenti, tuttavia, i progetti delle regioni dovranno innanzitutto potersi integrare con il
Fascicolo Sanitario Elettronico, raggiungere target quantitativi di performance legati ai principali obiettivi
della telemedicina e del Sistema Sanitario Nazionale, nonché garantire che il loro sviluppo si traduca in una
effettiva armonizzazione dei servizi sanitari.
L’intervento prevede la creazione di una piattaforma nazionale per la telemedicina nalizzata allo screening
di tutti i progetti sperimentati di telemedicina gestiti dalle Regioni italiane e da altri enti privati, dando
visibilità a quelli più performanti (vedi anche Missione 6 Componente 2 Investimento 1.3 del PNRR)). Questa
misura prevede la disseminazione delle migliori pratiche e la costruzione di vere e proprie “piattaforme di
telemedicina” facilmente utilizzabili privilegiando i progetti che insistono su più Regioni.
Il cronogramma prevede che il Governo approvi i progetti delle regioni ed assegni le risorse per la
telemedicina alle regioni stesse entro il quarto trimestre del 2023 per arrivare entro il quarto trimestre del
2025 ad assistere almeno 20.000 persone con la telemedicina.
Questo progetto, dei tre relativi al potenziamento e alla modernizzazione dell’assistenza domiciliare, è quello
che si concluderà più avanti nel tempo. Per cui i tre progetti partiranno gradualmente a partire dal 2022 ma,
essendo intimamente legati per le interconnessioni organizzative e digitali, diventeranno pienamente
operativi solo a partire dalla fine del 2025.
SEZIONI: Normativa nazionale, Punti di vista
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