1. COMITATO CITTADINO
“NO AL TERMODINAMICO”
COSSOINE
Documento per il Consiglio Comunale del 4 aprile 2013.
Il Comitato per il NO al termodinamico rivendica con orgoglio il valore di
una battaglia che lo ha visto interprete dei sentimenti più profondi di dignità e di
attaccamento alla terra dei cossoinesi. L’aver rifiutato da subito, senza se e senza
ma, l’indecente proposta della Energo Green, che avrebbe portato alla
devastazione irreversibile di uno dei beni più preziosi del nostro territorio,
rappresenta un titolo morale difficilmente contestabile. Ma quel rifiuto,
concretizzatosi da ultimo nella valanga di “NO” sotto cui è stato seppellito il
progetto, non avrebbe potuto avere seguito se i cossoinesi, pressoché tutti, non
avessero dato prova della loro straordinaria coscienza civica, e della loro
indiscussa maturità collettiva.
E proprio ai nostri concittadini va, in questo momento, il nostro pensiero ed
il nostro sincero ringraziamento. Senza la loro passione, il loro impegno, la loro
partecipazione costante e determinata, Cossoine non avrebbe potuto scrivere
quella memorabile pagina di storia locale che ne ha ribadito, se mai ce ne fosse
stato bisogno, l’ammirevole dignità di popolo, e ne ha proiettato l’immagine e la
considerazione ben oltre i confini comunali.
I mesi trascorsi dall’agosto scorso ad oggi, sono stati mesi duri, faticosi, in
cui, davvero, noi tutti abbiamo dovuto sottrarre tempo al lavoro, agli affetti, agli
interessi privati, per condurre una battaglia che comunque andava combattuta,
perché era chiaro a tutti che veniva messo in gioco il futuro nostro e dei nostri
figli. Ma siamo sempre stati sostenuti – e questo ci ha dato la forza per andare
avanti – dalla solidarietà e dal consenso dei nostri concittadini. Già in occasione
del primo incontro per la costituzione del Comitato, quando ci aspettavamo di
ritrovarci in un piccolo gruppetto, arrivarono più di una sessantina di persone. E
poi, fu sempre così, in un crescendo di partecipazione a tutti gli appuntamenti
che qui vale la pena di ricordare, perché tappe fondamentali del percorso che ha
portato al risultato del 17 marzo:
27.10.2012 - Il Comitato illustra il progetto davanti a un centinaio di
persone;
04.11.2012 - Si tiene la prima passeggiata ecologica con la partecipazione di
almeno 200 persone;
14.11.2012 - Vengono consegnate in Comune le 469 firme contro la centrale
termodinamica raccolte a Cossoine;
15.12.2012 - In una assemblea organizzata dal Comitato, la Coldiretti e la
Confederazione Italiana Agricoltori prendono posizione contro
il progetto di Su Padru;
2. 24.11.2012 - L’Amministrazione Comunale si dimette. Nella stessa
occasione, il Comitato continua nella sua opera di informazione
sulle conseguenze devastanti che avrebbe il progetto della
Energogreen;
11.12.2012 - La Giunta Regionale, raccogliendo molte delle osservazioni del
Comitato, oltre che delle associazioni ambientaliste e di
istituzioni diverse, stabilisce che il progetto Energogreen venga
sottoposto a “V.I.A.” – Valutazione di impatto ambientale;
19.12.2012 - Si tiene un “seminario informativo” organizzato
dall’Amministrazione Comunale, cui il Comitato partecipa
spiegando ancora le ragioni del proprio NO;
19.01.2013 - Il Comitato organizza una assemblea pubblica con l’Ing. Mauro
Gargiulo, responsabile energie rinnovabili del WWF;
02.03.2013 - Il Comitato organizza una assemblea pubblica con il Prof.
Ignazio Camarda, docente di Botanica all’Università di Sassari
e con il Prof. Marcello Madau, docente di Beni Culturali e
Ambientali all’Accademia delle Belle Arti di Sassari;
10.03.2013 - Il Comitato organizza una “Passeggiata ecologica” a Monte
Traessu, che si conclude con vista sul mega impianto
fotovoltaico di Campu Giavesu;
15.03.2013 - Il Comitato organizza una assemblea pubblica in cui i
cossoinesi, soprattutto gli anziani, ricordano le storie di Su
Padru.
17.03.2013 - La schiacciante vittoria dei “NO” al Referendum sul
termodinamico.
Le argomentazioni che abbiamo portato in ognuna di quelle occasioni, hanno
sempre visto in primo piano la nostra totale adesione alle scelte delle energie
rinnovabili, ma l’altrettanto radicale rifiuto di quegli interventi che tendono a
consumare e a stravolgere il territorio per interessi meramente speculativi.
D’altra parte, non va dimenticato che, come abbiamo già scritto in altre
occasioni:
1) La Sardegna produce già molto più del proprio fabbisogno energetico, né
l’eccedenza prodotta può essere esportata nel resto d’Italia, perché il cavo
sottomarino è ampiamente saturo. Produrre altra energia in queste condizioni
significa, perciò, mera speculazione sugli incentivi dello Stato;
2) Non si discute la validità del solare termodinamico, se ne discute
l’ubicazione (lo stesso Carlo Rubbia – che ne è l’inventore – ha concepito gli
impianti in aree degradate o nel deserto);
3) Gli orientamenti più recenti dei sostenitori delle energie rinnovabili (e noi
siamo fra questi) rifiutano i mega impianti – che hanno un impatto devastante
e mantengono il controllo dell’energia nelle mani di pochi – e sostengono
3. l’autoconsumo: piccoli impianti domestici sui tetti o nel cortile di casa, con
zero impatto;
4) Il consumo di suolo in Sardegna ha raggiunto livelli spaventosi – si pensi
solamente al fotovoltaico, all’eolico, alle biomasse, ora al solare
termodinamico, per non parlare delle servitù militari e dell’industria
tradizionale – con ritorni vicini allo zero per le popolazioni;
5) I terreni agricoli – così come altre risorse del territorio – sono “beni
comuni” che, ben al di là della proprietà privata di singole porzioni, vanno
tutelati in quanto patrimonio collettivo;
6) In molti sostengono ormai che il grano sarà l’oro del futuro (prossimo!),
in quanto la desertificazione delle aree di produzione e l’accaparramento
delle terre da parte delle multinazionali porterà i prezzi alle stelle e di nuovo
bisognerà tornare al chilometro zero e all’autoconsumo;
7) La piana fra Cossoine e Giave era conosciuta come “Il granaio del Nord
Sardegna”! Possiamo permetterci di sacrificarla, quando già domani o
dopodomani ci potrà di nuovo servire per sfamarci?
8) La stessa Regione Sardegna ha rilevato nei progetti del termodinamico
potenziali impatti sulle falde acquifere, sull’aria, sui terreni (irreversibili),
sulla fauna, per non parlare di quello sull’ambiente;
9) Non vi è nessun vantaggio energetico per le popolazioni del territorio,
perché l’energia prodotta viene immessa in rete, senza alcun utilizzo diretto
in loco;
10) Né vi sono ricadute occupazionali o di altra natura degne di questo nome.
Sono le motivazioni che abbiamo posto a base della nostra battaglia, che hanno
raccolto adesioni generalizzate, e che hanno consentito lo straordinario risultato
del Referendum del 17 marzo, con cui il popolo di Cossoine ha ribadito che per
nessun motivo è disposto a barattare la propria terra, la propria cultura, la
propria storia.
Ma, al momento, questa rischia di essere solamente una tappa di un percorso
che potrebbe ancora essere lungo, duro e faticoso. Ne è una prova evidente il
ricorso straordinario al Capo dello Stato prodotto dalla Energogreen, un atto
presentato, si badi, il 18 marzo, all’indomani della batosta che hanno preso con
il Referendum. E’ un atto su cui bisognerà tornare con maggiore attenzione -
anche se lo farà senza dubbio la Regione Sardegna – perché in esso vi sono
troppi aspetti incongrui e discutibili, quando non palesemente falsi. Per non
parlare dell’assurdità della chiamata in causa del Comune, con fini che non si
riesce a definire.
Per tutti questi motivi servirà ancora la forte mobilitazione e l’impegno di tutti,
per sostenere la Regione nella sua opposizione a quella che, per Noi, si
configura come una vera e propria aggressione da parte della Energogreen, e per
far si che la stessa Regione - che è l’Ente chiamato a decidere in ultima istanza -
4. prenda atto della netta opposizione di tutti i territori all’invasione della
cosiddetta “green economy”, e adotti delle norme rigorose che impediscano un
non più tollerabile consumo di terreni agricoli, e servano a fermare ulteriori
azioni colonizzatrici. Il nostro Comitato è ormai collegato con altri organismi
simili nati un po’ in tutta l’Isola, ed è in procinto di creare un coordinamento
regionale per far sentire ancora più forte la voce dei territori. Ed anche la
maggior parte delle Amministrazioni Comunali è ormai schierata su queste
posizioni. Da ultimo, quella di Cossoine, che prendendo atto del risultato del
Referendum ha fatto finalmente la scelta di campo a fianco dei suoi concittadini.
Per quanto ci riguarda, assicureremo ancora tutto il nostro impegno e tutta la
nostra determinazione per scongiurare quello che da molti è stato definito “un
incubo”, “una sconvolgente devastazione”, “una bomba atomica”. Mettiamo da
subito in campo le iniziative concordate: il Consiglio Comunale che prenda atto
del risultato del Referendum e dichiari lo stato di agitazione, la riunione
dell’Unione dei Comuni e dei Consigli Comunali del Meilogu, la giornata di
sensibilizzazione e di lotta nei pressi della strada statale 131, estesa a tutti i gli
Enti pubblici, Associazioni e Comitati dell’Isola, che lottano contro analoghi
megaimpianti di produzione energetica. Insieme a tutte le altre iniziative che,
autonomamente e di concerto con l’Amministrazione Comunale andremo a
programmare.
Le nostre parole d’ordine saranno quelle che hanno ispirato fin dall’inizio la
nostra lotta, e che finora si sono rivelate vincenti:
- Impediamogli di rubare il passato nostro e dei nostri padri;
- Impediamogli di espropriare, per indegne mire speculative, il futuro dei
nostri figli;
- Non consentiamogli di stravolgere per sempre uno dei gioielli del nostro
paese;
- Non consentiamogli di appropriarsi per interessi privati di un “bene
comune”;
- Non permettiamogli di compromettere per sempre qualunque altra ipotesi
di sviluppo compatibile con la vocazione vera di Su Padru.
• Difendiamo il lavoro che già esiste nella piana;
• Difendiamo la nostra storia, il nostro territorio, il
nostro ambiente naturale;
• Difendiamo la fatica, il sudore, la memoria dei nostri
padri.
Diciamogli che la nostra dignità non è in vendita. Per nessun prezzo!!!
Il Comitato per il NO
al termodinamico