La Terapia Metacognitiva (MCT), come non usare la mente per controllare la mente. Presentazione al congresso della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva 2014
Gabriele Caselli: Rumination As A Predictor Of Problem Drinking
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele Caselli
1. Terapia Metacognitiva (MCT)
come non usare la mente per controllare la mente
Gabriele Caselli1,2, Giovanni M. Ruggiero2, Sandra
Sassaroli2
1 London South Bank University, London, UK
2 Studi Cognitivi, Cognitive Psychotherapy School, Milano, Italy
2. Il buco dietro lo schema
• Le persone hanno rappresentazioni di sé e degli altri (SCHEMI)
che quando attive influenzano processi cognitivi, emozioni e
comportamenti (Beck, 1976)
• In che modo la conoscenza di sé (schema) influenza
l’architettura dei processi cognitivi-emotivi-comportamentali?
Questa connessione non è esplicita (Teasdale & Barnard, 1993; Wells &
Matthews, 1994)
– Le emozioni negative producono rappresentazioni negative
– Le rappresentazioni negative sono transitorie
– A una stessa rappresentazione le persone possono rispondere in modi
diversi in momenti diversi
– Verifica dell’efficacia terapeutica e non della validità teorica
3. Come la conoscenza influenza
architettura cognitiva?
• Cambio di dibattito:
– Da ‘sono i pensieri che determinano le emozioni o viceversa’?
– A cosa trasforma un pensiero/emozione negativa in un disturbo
perseverante?
• Il concetto di strategia volontaria (automatizzata): la risposta a
pensieri ed emozioni
– Strategie disfunzionali (rimuginio, ruminazione, monitoraggio della
minaccia, evitamento ecc…)
– Conoscenze metacognitive (selezionano strategie, riducono
consapevolezza, riducono esercizio di controllo per interromperle)
5. Immergersi nel Pensiero/Emozione
• Rimuginio: Cosa penseranno di me? Potrei apparire un idiota, se ne
accorgeranno, vedranno che sono in ansia, non ce la faccio a restare in
questa situazione…
• Ruminazione: Perché non riesco a stare insieme agli altri? Mi sento
sempre inferiore, anche in un occasione normale come questa. Gli altri
sembrano così sicuri, come mai io non lo sono? Cosa c’è di sbagliato in
me? Perché tutte le volte mi devo angosciare così? Perché sto così male?
6. Prevenire o Sopprimere la Consapevolezza
del Pensiero/Emozione
• Disregolazione aggressiva: Ma che cxxxo hanno da guardare? Chi si
credono di essere? Pensano di essere tanto più intelligenti di me. Io non
mi faccio mettere i piedi in testa così. Si divertono a fare sentire gli altri in
questo modo ma hanno sbagliato persona. Sxxxxi!!!
– Reprimo e mi allontano con sdegno
– Aggredisco ed esplodo
• Comportamenti di Protezione/Sicurezza
– Cerco di affascinare e catturare l’attenzione altrui
– Parlo dei miei successi e delle mie qualità
– Mi allontano e mi immergo in attività che catturano tutte le mie
risorse cognitive
7. Terapia Cognitiva
– È proprio vero che non sei all’altezza? Che prove hai? Cosa c’è di
intollerabile? È possibile valutare il valore di una persona da una
singola situazione?
– Prova a inserire pensieri alternativi: chi sono gli altri per definire il mio
valore, provare ansia è normale non dice nulla di quanto io sia
all’altezza, il valore di una persona è valutabile, alcuni mi valutano
all’altezza e altri no, non si può piacere a tutti.
• Vantaggi: presa di consapevolezza, aumento della distanza critica,
aumento del senso di agency
• Rischi: attenzione focalizzata su di sé e su contenuti negativi, effetto
rebound, uso della disputa come autorassicurazione
8. Terapie di Nuova Generazione
(disidentificarsi dai propri pensieri)
• Tenere i vantaggi e ridurre i rischi: il problema non è ciò che
provi o che pensi ma come vi rispondi
• Differenziare un livello oggetto da un livello metacognitivo (i
pensieri come oggetti della mente, come eco di un passato
che ha potere nella misura in cui vi diamo attenzione)
– Detached Mindfulness (Metacognitive Mode)
– Defusione
– Differenziazione
9. ACT
(Hayes, Strosahl & Wilson, 1999; 2011)
Accettazione in poche parole
Permettigli di essere lì, apriti e fagli spazio, dagli
il permesso di essere dov’è, smetti di
combatterci, dagli un po’ di spazio, respiraci
dentro (Harris, 2009, p166).
10. TMI
(Dimaggio, Montano, Popolo & Salvatore, 2013)
• Questo è quello che mi accade quando sono in mezzo agli altri a causa
della mia sensibilità. So che questo mi porta a essere ancora più agitato e
scontroso o a comportarmi in un modi aggressivi di cui poi mi pento. So
che sono io a essere sensibile e troppo esigente con me stesso e che se mi
lascio ingaggiare la mia ragazza che è ancora meno paziente di me poi
esplode e la situazione a casa degenera. E poi non posso controllare il
comportamento degli altri, sono solo antipatici, in futuro basta che cerchi
di frequentarli meno. È una mia sensibilità che posso accettare.
• La buona mastery mentalistica: «se le telefonassi ora, penserebbe
sicuramente che sono nel torto e che ho qualcosa da farmi perdonare e
assumerebbe un atteggiamento ancora più difensivo. A quel punto io mi
innervosirei e la discussione degenererebbe» (Dimaggio et al., 2013, p51)
11. MCT
(Wells, 2008)
• Ho un pensiero (i pensieri non sono fatti)
• Lo lascio lì
• Guardo altro
• <Le telefono perché mi interessa vedere se ci sono
segnali di perdono, guardo quello e non i pensieri
negativi che mi arriveranno, non li seguo>
• Il punto è ciò che guardo di ciò che vedo, ciò che
ascolto di ciò che sento
12. Dal merito al metodo
MCT
Rapida alternanza di interventi verbali ed esperienziali anche
all’interno della stessa sessione
Familiarizzazione (quali vantaggi e quali costi?)
Esercizio Esperienziale
Debriefing (Cosa ci insegna? Ma però…)
Esercizio Esperienziale
(Raffinare, Generalizzare, Estendere)
13. Dal merito al metodo
• Basare differenziazione su linguaggio autoriferito rischia di essere
controproducente?
– Pensare di più a sé per pensare meno a sé
– Continuare a pensarsi attraverso ricordi e concetti (aumenta importanza e
validità del pensiero concettuale per definirsi)
– Usare la mente per controllare la mente come può evitare stress e fatica?
• L’eccesso di esperienzialità (e della acquisizione implicita) rischia di
essere controproducente?
– Molto lunga e costosa perché porti al cambiamento
– Le conoscenze possono continuare a motivare vecchie strategie (problemi di
stabilità e ricaduta)
– Problemi di validità ecologica
– Sostiene idea di deficit (es. ho costante bisogno di applicarmi, sono anormale)
14. Un esempio
Mi ritrovo a tenere una seduta con una ragazza maltrattata dalla madre e abusata dal
patrigno, timorosa di danneggiare la figlia, colma di vergogna. I miei neuroni-specchio
impazziscono. Immedesimarmi in inglese con una donna norvegese è
tremendamente difficile, chiedo aiuto agli amici, ai padri fondatori e, in ultimo, a
Finn. Nessuno di loro è lì a coprirmi le spalle. Mi batte il cuore. La donna non se ne
accorge, credo. Mi riprendo, divento lei, la seduta va alla grande, chiusura
commovente (Dimaggio, 2014)
Ho una preoccupazione
La lascio lì
Guardo altro…
… e lascio che i neuroni-specchio lavorino
«Il terapeuta umano, il modello scientifico» (Offredi, 2014)
15. Grazie dell’attenzione
Dr. Gabriele Caselli
Studi Cognitivi, Modena, Italy
London South Bank University, London, UK
g.caselli@studicognitivi.net
Notes de l'éditeur
Avranno un origine storica ma non è detto che sia necessario comprenderla per stare meglio (rischio di stimolare riflessività)
A volte la storicità è usata per validare e deresponsabilizzare, generare accoglienza a favorire alleanza terapeutica è l’unico modo?