ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI del COMUNE di CREMONA
"Quale partecipazione per una cittadinanza attiva giovanile"
Cremona, 17 dicembre 2005
Prof. Giovanni Campagnoli
Cremona: "Quale partecipazione per una cittadinanza attiva giovanile" (17.12.2005)
1. ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI del
COMUNE di CREMONA
QUALE PARTECIPAZIONE PER
UNA CITTADINANZA ATTIVA
GIOVANILE
Cremona, 17 dicembre 2005
Prof. Giovanni Campagnoli
Vedogiovane – politiche giovanili.it
2. La partecipazione attiva alla vita della città
Nei documenti europei il concetto di partecipazione ha una
doppia dimensione:
1. quella del “prendere parte” (il modo razionale legato al
campo del diritto-fondamento) e
2. quella del “sentirsi parte” (modalità più emotiva, legata ai
processi, alla comunità, a varie forme di appartenenze per la
ricerca di un “bene comune”, ma anche del proprio star bene).
3. Non solo: perché la partecipazione abbia un vero senso, è
indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora
un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente
ad uno stadio ulteriore della loro vita (Carta…).
4. la partecipazione: “percorso permanente” a cardine della
democrazia.
3.
4. La partecipazione come moltiplicatore di capitale
sociale
Significa avviare interventi per:
• aiutare la crescita sociale dei giovani nella comunità
• produrre piccoli (ma importanti) “beni pubblici”,
riconosciuti e riconoscibili dalla comunità in cui si possa
scoprire la propria soggettività
• Aumentare il capitale sociale.
Come?
• dando vita a microprogetti/microesperienze in cui
l’operatore “sta e produce” con i ragazzi (es. per
l’organizzazione di eventi, scambi europei, ecc.), oppure
riflette e fa riflettere (si pensi anche ai Forum).
5. Il capitale sociale
1. Attivando le esperienze ed i percorsi indicati dalla Carta
di partecipazione, per scommettere sul protagonismo
sociale dei ragazzi, contrastando il rischio che le città
siano abitate da in-dividui, cioè soggetti che “non
dividono” il loro spazio sociale con altri. Atomi sul territorio,
tra loro slegati, senza un’idea di società in testa perché
non l’hanno sperimentata da giovani.
2. Questi interventi possono diventare una spazio urbano
laboratorio sociale e culturale dove i giovani possono
trovare stimoli e strumenti per inventare nuovi mondi
possibili, contrastando la tendenza delle città a diventare
“non-luoghi”.
6. Per sviluppare partecipazione attiva alla vita della città è
necessario:
1. promuovere interventi che siano catalizzatori di processi
di partecipazione giovanile
2. garantire spazi per ritrovarsi e scambiarsi idee, dove il
“clima” sia buono e con una dimensione di svago e di
piacere (Carta, Preambolo), perché in questi contesti possono
emergere potenzialità, idee e risorse di chi vi partecipa;
3. sviluppare un più alto grado di relazionalità, di intensità
dei legami, di livello di fiducia che si costruisce in una
comunità (cioè il “capitale sociale”, il cui accumulo rende la città e
l’individuo più sicuri perché più vivibili).
Questo è certo un nuovo modo di intenderne la mission ed
il ruolo degli interventi, completamente diverso (e forse
all’apparenza più incerto) rispetto ad ad un “predefinito”.
Certo + difficile! E - rassicurante
7. Come lavora l’operatore
“If you don’t networking, you don’t working!”. La nuova
“Carta Europea dell’Informazione” parla di necessità di:
1. costruire reti con i giovani sul territorio (in particolare
con i giovani fin dalla progettazione e poi nella valutazione)
2. usare creatività ed innovazione nelle scelte rispetto a
strategie, metodi e strumenti
3. costruire contesti e luoghi in cui l’atmosfera sia
amichevole, accessibili, secondo le esigenze dei giovani
4. con passione, credendoci, facendo formazione e
preoccupandosi di attribuire sempre senso e del
significato del suo lavoro sociale