ANCITEL LOMBARDIA
Fondo Sociale Europeo
INFORMAZIONE E QUALITA’ NELLE POLITICHE GIOVANILI
Milano, Palazzo delle Stelline, 2 FEBBRAIO ‘06
Prof. Giovanni Campagnoli
Vedogiovane – politiche giovanili.it
(2010), L'evoluzione dei compiti ed il ruolo delle Politiche giovanili in Ita...
Milano: Informazione, IG e qualità delle politiche giovanile. Palazzo delle Stelline, 02.02.2006
1.
2. LE POLITICHE GIOVANILI SONO:
1. Una vasta serie di interventi per promuovere la
partecipazione attiva dei giovani alla vita della città.
2. Ciò in un nuovo contesto istituzione in
cui vige il principio di “sussidierà
orizzontale”
3. La “sussidierà orizzontale”è l’attribuzione delle funzioni
alle formazioni sociali che vengono chiamate a condividere le
responsabilità pubbliche in un sistema integrato di interventi
(F. Dalla Mura: “Appalti, concessioni e convenzioni tra entipubblici e terzo Settore”,
Ilsole24ore, Milano 2005)
4. Qualità nelle PG: applicazione di principi contenuti
nelle Carte e nel Libro Bianco con la caratteristica che
ovunque si parla de binomio “Informazione/partecipazione”
3. Il binomio “Informazione/partecipazione”. Origine e linee
guida:
1. Libro bianco: “L’informazione è indissociabile dalla
partecipazione”
2. Nuova Carta Europea di partecipazione dei giovani:
”L’informazione come elemento chiave della
partecipazione”
3. Nuova Carta Europea dell’informazione.
“L’informazione che promuove la partecipazione ed è
parte delle politiche giovanili”
4. “L’informazione è indissociabile dalla partecipazione”: il
Libro Bianco
Nel Libro Bianco la voce dei giovani rispetto all’informazione giovanile c’è, è forte
e chiara, e chiede che via sia un’informazione che:
• corrisponda alle aspettative dei giovani (mentre oggi è poco utilizzabile)
• li raggiunga nei loro luoghi
• più mirata, fruibile facilmente, libera, gratis
• che veda i giovani coinvolti nel processo di elaborazione (es. peer education).
Inoltre il Libro Bianco aggiunge che vanno usate tutte le nuove tecnologie e data
importanza alle informazioni sulle euro-opportunità, incoraggiate le reti
informative giovanili, promosso il lavoro di rete e quello con le “persone-risorsa”
(mediatori giovanili), il counseling.
“informazione-partecipazione” è un “continuum” tra queste due dimensioni che si
autoalimentano
più sono informato più partecipo + partecipo più informo
(su diritti, opportunità, ecc) sul mio ambito di impegno”.
I giovani hanno una nuova forma di partecipazione, quella di informare altri
(“Carta di partecipazione dei giovani” )
5. L’informazione come elemento chiave della
partecipazione: la “nuova Carta Europea di
partecipazione dei giovani”, invita gli Enti locali a:
1. diffondere su tutto il territorio i centri di informazione e
di consulenza
2. localizzarli dove i giovani sono
3. non dimenticare quei giovani che hanno delle difficoltà
ad accedere all’informazione (lingua, Internet)
4. elemento chiave la partecipazione ed il diritto d’accesso
rispetto alle possibilità offerte e sui temi che
riguardano i giovani”. Di conseguenza:
5. Si definiscono le “politiche settoriali” che gli enti locali
dovrebbero adottare per favorire l’effettiva partecipazione
dei giovani (ed il cui contenuto si è ampliato con 10 nuovi
ambiti). Sono anche settori informativi.
6.
7. L’informazione come elemento chiave della
partecipazione: la nuova Carta Europea di partecipazione
dei giovani, che prescrive agli enti locali di informare i giovani
rispetto ad opportunità in materia di:
alloggi loro destinati,
• danni causati dal tabacco, dall’alcol e dalla droga,
• malattie sessualmente trasmissibili, relazioni, pratiche sessuali e
controllo delle nascite (coinvolgendo i giovani nella realizzazione di questi
programmi di informazione)
• formazione con qualifiche professionali
• gestione degli affari pubblici rispetto all’uguaglianza tra sessi
• sensibilizzazione rispetto ai problemi ambientali
• lotta al razzismo ed alla discriminazione
• accesso dei giovani ai loro diritti aumentando le loro conoscenze
mediante la divulgazione di informazioni.
Questi contenuti dovrebbero integrare le attuali Banche dati.
8. L’informazione che promuove la partecipazione ed è
parte delle politiche giovanili: la nuova Carta Europea
dell’informazione
1. “l’informazione deve promuove la partecipazione dei
giovani come cittadini attivi nella società”
2. da “informazione per l’autonomia dei giovani” (1993) al,
concetto di ”empowerment” (sullo sfondo la comunità)
3. Un intervento o un progetto non che fa tutto, ma che sa
collegarsi con altri “che fanno”: centri giovanili, servizi
specializzati, nuovi media
4. “l’informazione è un ambito delle politiche giovanili” e
copre i settori di interesse giovanile”
9. La partecipazione attiva alla vita della città
Nei documenti europei il concetto di partecipazione ha una
doppia dimensione:
1. quella del “prendere parte” (il modo razionale legato al
campo del diritto-fondamento) e
2. quella del “sentirsi parte” (modalità più emotiva, legata ai
processi, alla comunità, a varie forme di appartenenze per la
ricerca di un “bene comune”, ma anche del proprio star bene).
3. Non solo: perché la partecipazione abbia un vero senso, è
indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora
un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente
ad uno stadio ulteriore della loro vita (Carta…).
4. la partecipazione: “percorso permanente” a cardine della
democrazia.
10. La partecipazione come moltiplicatore di capitale
sociale
Significa avviare interventi per:
• aiutare la crescita sociale dei giovani nella comunità
• produrre piccoli (ma importanti) “beni pubblici”,
riconosciuti e riconoscibili dalla comunità in cui si possa
scoprire la propria soggettività
• Aumentare il capitale sociale.
Come?
• dando vita a microprogetti/microesperienze in cui
l’operatore “sta e produce” con i ragazzi (es. per
l’organizzazione di eventi, scambi europei, ecc.), oppure
riflette e fa riflettere (si pensi anche ai Forum).
11. Come lavora l’operatore
“If you don’t networking, you don’t working!”. La nuova
“Carta Europea dell’Informazione” parla di necessità di:
1. costruire reti con i giovani sul territorio (in particolare
con i giovani fin dalla progettazione e poi nella valutazione)
2. usare creatività ed innovazione nelle scelte rispetto a
strategie, metodi e strumenti
3. costruire contesti e luoghi in cui l’atmosfera sia
amichevole, accessibili, secondo le esigenze dei giovani
4. con passione, credendoci, facendo formazione e
preoccupandosi di attribuire sempre senso e del
significato del suo lavoro sociale
12. “If you don’t networking, you don’t working!”, ma le reti
sono cambiate!
13. Il capitale sociale
1. Attivando le esperienze ed i percorsi indicati dalla Carta
di partecipazione, per scommettere sul protagonismo
sociale dei ragazzi, contrastando il rischio che le città
siano abitate da in-dividui, cioè soggetti che “non
dividono” il loro spazio sociale con altri. Atomi sul territorio,
tra loro slegati, senza un’idea di società in testa perché
non l’hanno sperimentata da giovani.
2. Questi interventi possono diventare una spazio urbano
laboratorio sociale e culturale dove i giovani possono
trovare stimoli e strumenti per inventare nuovi mondi
possibili, contrastando la tendenza delle città a diventare
“non-luoghi”.
3. Lavorare con gruppi sociali di giovani in una città non è
una scelta “povera”, ma “potente”. Ogni gruppo è
organismo che conta e con la città deve fare i conti,
produce, ha potere per produrre cambiamento.
14. Per sviluppare partecipazione attiva alla vita della città è
necessario:
1. promuovere interventi che siano catalizzatori di processi
di partecipazione giovanile
2. garantire spazi per ritrovarsi e scambiarsi idee, dove il
“clima” sia buono e con una dimensione di svago e di
piacere (Carta, Preambolo), perché in questi contesti possono
emergere potenzialità, idee e risorse di chi vi partecipa;
3. sviluppare un più alto grado di relazionalità, di intensità
dei legami, di livello di fiducia che si costruisce in una
comunità (cioè il “capitale sociale”, il cui accumulo rende la città e
l’individuo più sicuri perché più vivibili).
Questo è certo un nuovo modo di intenderne la mission ed
il ruolo degli interventi, completamente diverso (e forse
all’apparenza più incerto) rispetto ad ad un “predefinito”.
Certo + difficile! E - rassicurante