Un'analisi sui problemi dell'economia presente e delle loro possibili soluzioni, da parte di Economia Per I Cittadini (http://epici.it).
Temi trattati:
1) La storia dell'economia politica
2) Che cos'è la moneta secondo la Modern Money Theory
3) Perché l'euro è un problema
4) I posssibili scenari politici
3. +
La politica economica
L‟economia politica è una scienza sociale.
Spiega il comportamento economico degli uomini, ed è quindi
teatro di scontro fra diverse concezioni politiche.
Il capitalismo è un sistema in grado di assicurare la piena
occupazione?
Se no, quali agenti economici devono intervenire per
assicurarla?
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4. +
Le politiche keynesiane
Teoria Generale: il capitalismo è un sistema che non tende
naturalmente alla piena occupazione.
L‟occupazione e la domanda di beni e servizi sono
caratterizzati da un‟incertezza sugli andamenti ciclici
dell‟economia.
Investimenti privati non sono coordinati.
Lo Stato deve intervenire per sostenere la domanda di beni e
servizi, l‟occupazione ed investire a beneficio della collettività.
Ridurre i salari per abbattere i costi delle imprese non porta a
maggiori livelli di produzione, ma alla deflazione.
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5. +
Il neoliberismo
Redistribuire ricchezza dai salari ai profitti, e dimnuire le tasse
sui redditi alti genera maggiori investimenti e crescita.
Eliminare ogni vincolo all‟attività bancaria riduce il rischio ed
aumenta il benessere.
Il settore pubblico è inefficiente e corrotto. Privatizzare i beni
pubblici e ridurre la spesa pubblica farà sì che i governi non
sottraggano più eccessive risorse al settore privato.
I salari devono essere flessibili nei confronti del ciclo
economico, e perciò il potere contrattuale dei lavoratori va
ridotto.
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6. +
Un po‟ di storia: le origini
Fino alla metà degli anni „70, è dominante nella politica
economica occidentale l‟idea dello Stato come garante del
welfare e motore della crescita economica.
Gli shock petroliferi e la stagflazione vengono utilizzati dagli
studiosi di area neoliberista e monetarista come dimostrazione
del fallimento delle politiche keynesiane.
Per la prima volta dal dopoguerra, si verifica una situazione di
inflazione galoppante e disoccupazione in aumento.
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7. +
Un po‟ di storia: le origini
Nei successivi „80, si diffondono e si applicano ovunque idee
neoliberiste e si procede a riforme delle istituzioni economiche.
1981: Divorzio Banca d‟Italia-Tesoro in Italia
Politiche restrittive di Volcker negli USA: la grande moderazione
Lo “Stato minimo” di Nozick, Reagan e Thatcher
Abolizione della scala mobile in Italia
Deregulation - abolizione della separazione fra banche ordinarie e
banche d‟investimento (1989 per l‟UE, 1999 per gli USA).
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8. +
L‟UE e il neoliberismo
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Prospetto tratto da http://www.ecb.int/ecb/history/emu/html/index.it.html
9. +
Gli USA e il neoliberismo
Fase monetarista (dalla metà dei „70): controllo della quantità di
moneta della Banca Centrale, per mantenere un tasso
naturale di disoccupazione (Friedman, Volcker).
Fase politica (anni „80): il governo di Ronald Reagan pratica
enormi tagli alla spesa pubblica per il welfare caduta dei
salari e dei consumi
Ma come mai non si è verificato un crollo della domanda
aggregata, e quindi una recessione?
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10. +
Gli USA e il neoliberismo
Doppio deficit di Reagan: sia il debito pubblico che quello estero
americano aumentano sostegno alla produzione asiastica ed
europea e alle spese militari
Cadono i salari, ma la crisi di domanda è risolta dalla finanza:
prestiti e fondi pensione (money manager capitalism, Minsky).
Il cittadino americano diventa contemporaneamente un lavoratore
traumatizzato, un risparmiatore maniacale, ed un consumatore
indebitato mutui subprime
La grande recessione (2007) provoca insolvenza diffusa delle
famiglie, comportando un crollo del settore finanziario e
dell‟economia reale.
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11. +
La moneta unica
Trattato di Maastricht (1992): i debiti pubblici dei Paesi
membri non devono superare il 60% del PIL, i deficit annuali
devono fermarsi sotto al 3%.
Divieto di finanziamento monetario da parte della BCE agli Stati
membri
Neomercantilismo: gli Stati devono tendere verso il pareggio di
bilancio e il surplus commerciale con l‟estero
Mentre alcune economie basate sulla deflazione dei salari
traggono beneficio dai cambi nominali fissi (Sme fino al
1992, Euro dal 2001), quelle basate sulla svalutazione
competitiva devono entrare in recessione.
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13. +
La moneta
Ha tre funzioni:
Unità di conto
Mezzo di pagamento
Riserva di valore
Dal 1971 è stata sospesa la convertibilità aurea della moneta:
nasce la moneta fiat.
Ad esempio, una banconota da 10 euro è una promessa di
pagamento di 10 euro da parte della Banca Centrale.
Non è una grandezza scarsa: viene emessa senza vincoli
finanziari da parte del settore pubblico.
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14. +
La Modern Money Theory
“La moneta è una creatura dello Stato” (Abba Lerner)
Tre requisiti per una moneta sovrana:
È di proprietà dello Stato
Non è convertibile in oro o altra valuta
Tasso di cambio flessibile
Il Governo non deve ottenere la sua moneta prima di poterla
spendere.
Se il governo spende più di quanto tassa, si crea nuova
ricchezza netta per il settore privato.
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16. +
Le implicazioni
La spesa pubblica è reddito privato
Per finanziare i propri deficit, lo Stato sovrano non ha vincoli di
bilancio e può finanziarsi presso la Banca Centrale.
Pareggio di bilancio no creazione netta di ricchezza.
Surplus di bilancio diminuzione netta di ricchezza.
Lo Stato può e deve intervenire per regolare il
mercato, sostenere la domanda aggregata e rilanciare
l‟occupazione.
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17. Deficit pubblico e surplus privato
Elaborazione di New Economic Perspectives
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18. +
Il ruolo della tassazione
Le tasse creano una domanda minima di moneta: ogni
agente deve procurarsi almeno il denaro utile per pagarle
(taxes drive money).
Regolano i deficit pubblici.
Svolgono una funzione redistributiva del reddito.
Sono utili per disincentivare alcuni comportamenti.
Non sono indispensabili per finanziare la spesa: il Governo non
ha vincoli finanziari.
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20. +
Inflazione: miti e realtà
L‟inflazione non dipende dalla quantità di moneta.
Misura la crescita del livello dei prezzi misurato da un indice.
Le imprese fissano i prezzi applicando diverse forme di ricarico
sui costi medi.
Il miglior livello dei prezzi in un‟economia non è il più basso: è
quello che assicura alle imprese adeguate entrate per la
copertura degli investimenti.
Non dipende automaticamente dalla svalutazione monetaria.
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21. La svalutazione non è inflazione
Elaborazione di http://goofynomics.blogspot.it
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22. +
Programmi di lavoro garantito
Non avendo vincoli finanziari, il Governo può sempre garantire
un impiego ai lavoratori disoccupati (Job Guarantee) ad un
salario prefissato.
I PLG sono stabilizzatori: nei momenti di recessione, più
lavoratori possono accedervi
I PLG contrastano la deflazione da debiti.
Aprono la strada alla piena occupazione: il programma
dovrebbe includere il 3% circa della forza lavoro.
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23. +
Programmi di lavoro garantito
Permettono di redistribuire più equamente il potere
d‟acquisto, e danno impulso ai salari offerti dal settore privato.
Eliminano i costi sociali della disoccupazione involontaria ed
assicurano un salario dignitoso.
Danno attuazione ai princìpi costituzionali dell‟uguaglianza
sostanziale (art. 3) e del diritto al lavoro (art. 4)
Consentono una gestione più efficiente delle risorse intellettuali
e fisiche dei lavoratori
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25. + “Se un Governo non ha la propria Banca
Centrale, attraverso la quale creare denaro liberamente, i
suoi utilizzatori (spenditori) possono essere finanziati
solo attraverso il prestito nel libero mercato in
competizione con le imprese, e questo può risultare
eccessivamente caro o addirittura impossibile,
25
Wynne Godley, 1992
particolarmente quando si è
in condizione di estrema
emergenza; il
pericolo, allora, è che le
restrizioni di bilancio alle
quali i Governi sono
singolarmente impegnati
faranno conoscere una
tendenza disinflazionistica
che chiuderà l„ Europa, in
blocco, in una
depressione, senza più
alcun potere di ripresa.”
26. +
“I tassi di cambio flessibili sono un
potentissimo meccanismo per gli shock che
colpiscono in vari modi le diverse entità. Vale
la pena mettere da parte questo meccanismo
per godere dei vantaggi dei minori costi di
transazione e di un vincolo esterno solo se ci
sono adeguati meccanismi alternativi
d’aggiustamento.”
26
Milton Friedman, 1997
27. + “Quello che è successo è che entrando
nell‟euro, la Spagna e l‟Italia hanno
ridotto loro stessi a paesi del Terzo
Mondo, che prendono in prestito la
moneta di qualcun’altro, con tutte le
perdite di flessibilità che tale operazione
comporta. In particolare, siccome i
paesi dell‟area euro non possono
stampare moneta neanche in casi di
emergenza, sono soggetti a interruzioni
di finanziamenti, a differenza dei paesi
che invece hanno mantenuto la propria
moneta. Il risultato è quello che
abbiamo tutti sotto gli occhi.”
27
Paul Krugman, 2012
29. +
Le conseguenze dopo 20 anni
L‟Euro è una moneta senza Stato: i Governi devono
competere con le imprese nei mercati di capitali per reperire
fondi.
La rigidità del cambio dentro l‟Eurozona ha premiato chi svaluta
i salari (ad esempio la Germania) e punito chi svalutava la
moneta (ad esempio l‟Italia).
Non ci sono trasferimenti fiscali da parte dell‟UE ai Paesi in
deficit commerciale.
I diversi rendimenti dei titoli di Stato riflettono le differenze di
competitività dei Paesi, che impediscono ad alcuni di essere
debitori affidabili (Standard & Poor‟s, 2012).
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30. +
Le conseguenze dopo 20 anni
Privatizzazioni massicce: smantellamento dell‟IRI, ENEL, ENI e
molte altre imprese pubbliche.
Crisi degli spread determina l‟arrivo di governi tecnici in Italia e in
Grecia.
Politiche di austerità per reperire fondi: Fiscal Compact (riduzione
del debito pari a 3% del PIL ogni anno) e MES (circa 125 miliardi
nel 2013)
Disoccupazione record: Italia (10,5 %), Spagna e Grecia in crisi.
Fuga di capitali dall‟Italia: “Investimenti esteri in Italia. Lusso per
pochi spiccioli. I cinesi e altri compratori si pappano i marchi
italiani.” (The Economist, 17/03/2012)
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35. +
Una riforma dell‟euro?
I Paesi creditori dovrebbero accettare trasferimenti fiscali verso
i Paesi debitori.
Le istituzioni europee dovrebbero diventare rappresentative
della volontà popolare e contribuire attivamente alle economie
dei Paesi membri.
La BCE dovrebbe poter finanziare direttamente gli Stati.
La BCE dovrebbe intervenire sui mercati per calmierare i
differenziali fra i tassi d‟interesse dei titoli di Stato dei Paesi
membri.
I Trattati dovrebbero essere rivisti e/o cancellati.
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36. +
La fine dell‟euro?
I Paesi membri tornerebbero alle loro valute
nazionali, recuperando la sovranità monetaria e riunificando
politica monetaria e fiscale
Lo Stato tornerebbe a tassare e spendere esclusivamente in
lire
Le stime di molti istituti bancari parlano di una potenziale
moneta italiana svalutata tra il 25 e il 35% [Nomura 2012]
Lo Stato potrebbe convertire i debiti dei cittadini contratti in
euro (Lex Monetae), oppure lasciare i depositi in euro
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37. +
Fonti
Gennaro Zezza – Economia e finanza per il benessere dei popoli
(intervento del 24 marzo 2012)
Warren Mosler, Mathew Forstater – A general analytical
framework
Riccardo Bellofiore, Joseph Halevi – Could Be Raining?
Dimitri Papadimitriou, Randall Wray – Endgame for the Euro?
Banca d‟Italia, Bollettino statistico n°70
Milton Friedman – The Euro: Monetary Unity to Political Disunity?
(1997)
Wynne Godley – Maastricht and all that (1992)
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Fonti:Zezza, Economia e benessere …Bellofiore,Halevi – Could Be RainingHyman Minsky, Keynes e l’instabilità del capitalismoBancad’Italia, Bollettinoeconomico n°70Hyman P. Minsky – John Maynard Keynes (1975)
Far notarechementreilgovernofederaleamericanocontribuisceall’economiaamericana per il 35% del PIL, in Europa ilParlamentoEuropeocontribuisce solo per l’1%