SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  5
Télécharger pour lire hors ligne
I NUOVI BULLI
                                     Dimenticatevi del ragazzino prepotente che vi ruba la merenda o
                                     vi costringe a fare i compiti al posto suo. Dimenticate la figura
                                     del bulletto che vi infastidisce all'uscita di scuola: in seguito
                                     all'evolversi delle tecnologie imparate a difendervi da una nuova
                                     tipologia di bullismo, un bullismo che ha assunto nuove forme.
                                     Oggi si parla di cyberbullismo, una forma di prevaricazione
                                     perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione (telefonate o
                                     invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o
                                     minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra
                                     persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie
                                     diffuse tramite mail, chat o blog). Secondo la definizione di uno
                                     dei più importanti studiosi di bullismo, Peter Smith, per
                                     cyberbullismo si intende una forma di prevaricazione volontaria
                                     e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita contro
                                     un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a
                                     disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a
difendersi. Questa tipologia in evoluzione comporta l'assenza di contatto diretto tra la vittima e il
bullo che spesso riesce a rimanere nell'anonimato. La vittima trova maggiore difficoltà nel sottrarsi
alle prepotenze che si possono ricevere in qualsiasi momento del giorno e della notte, anche perché
a volte non sa di essere presa "di mira". Il bullo ha anche la possibilità di colpire più persone in
meno tempo e di usufruire di diverse identità, e questo contribuisce a rendre il problema più
complesso da affrontare. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e
dell’Adolescenza pubblicata nel 2011, un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni
false sul proprio conto. Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai
contenuti offensivi e minacciosi. Il Cyberbullismo risulta peggiore del tipo di prepotenza che siamo
abituati a conoscere. Di peggiore si riscontra l'anonimato del molestatore (comunque illusorio
poiché ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce), un indebolimento delle remore etiche
(rese minori dalla possibilità di essere "un'altra persona" online che spesso porta la gente a fare e a
dire cose che non farebbe o direbbe nella vita reale), l'assenza di limiti spaziotemporali (mentre il
bullismo tradizionale infatti avviene di solito in luoghi e momenti specifici, il cyberbullismo investe
la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico
utilizzato dal cyberbullo).Tra i ricercatori è aperto il
dibattito se il bullismo elettronico vada considerato
semplicemente una forma nuova di un vecchio fenomeno, o
se sia invece qualcosa di diverso. La maggior parte degli
studiosi ritiene che sia una nuova manifestazione del
bullismo tradizionale e, a conferma di questa ipotesi, ci sono
alcune ricerche che sottolineano come chi mette in atto il
bullismo tradizionale utilizzi con maggiore frequenza anche
il cyberbullismo. In Italia il primo episodio che ha aperto il
dibattito sul cyberbullismo risale al 2006 e ha coinvolto un
ragazzo disabile: i compagni di classe lo hanno picchiato e
uno di loro ha ripreso tutto l’accaduto con il telefono cellulare. Il fenomeno del cyberbullismo
riguarda e avviene esclusivamente tra i minorenni. Le molestie che avvengono attraverso le
tecnologie tra adulti, oppure tra adulti e minorenni, invece, vengono definite con un’altra parola, il
termine inglese cyberharrassment, “cyber molesie”. Non sono state ancora condotte ricerche
approfondite sulle conseguenze del cyberbullismo, a differenza di quanto invece avvenuto per il
bullismo tradizionale del quale si conoscono a fondo le conseguenze per i ragazzi. Secondo gli studi
più recenti, i danni su cyberbulli e cybervittime sono
                                        comunque simili rispetto a quelli di bulli e vittime
                                        tradizionali. Le vittime, ad esempio, molto frequentemente
                                        sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure,
                                        problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei
                                        casi più gravi anche pensieri di suicidio. Alcune ricerche
                                        hanno dimostrato che, secondo bambini e adolescenti, offese
                                        e minacce attuate attraverso e-mail o messaggini telefonici
                                        hanno un impatto minore rispetto al bullismo tradizionale. Al
                                        contrario le forme di cyberbullismo messe in atto con
                                        telefonate hanno effetti simili a quelli del bullismo
                                        tradizionale, mentre il diffondere foto o video che
danneggiano o umiliano la vittima ha un impatto molto elevato. Anche per il cyberbullismo, così
come avviene nei casi di bullismo, bambini e adolescenti difficilmente parlano con gli adulti o con
gli amici degli episodi di cui sono vittime. Il fenomeno del cyberbullismo, così come ogni forma di
prepotenza, va assolutamente evitato e combattuto dalla scocietà. I soggetti perseguitati non devono
avere remore nel parlare del problema e denunciarlo. La scomparsa di fenomeni di prevaricazione
come il cyberbullismo è un tassello del puzzle di una società migliore.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Dario Motta




Diversi istituti di ricerca




Cos'è il cyberbullismo?




Il bullismo è un fenomeno sociale in evoluzione, sempre più complesso nelle sue manifestazioni. Negli ultimi anni, in seguito all’evolversi delle tecnologie, ha assunto nuove forme: oggi si parla di cyberbullismo, inteso come forma di prevaricazione perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione (telefonate o invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog). Questa tipologia emergente di bullismo implica l’assenza di una
relazione e di un contatto diretto tra vittima e bullo, che in molti casi riesce a mantenere l’anonimato. Per la vittima, inoltre, è più difficile sottrarsi alla prepotenza, anche perché a volte non sa di essere “presa di mira”: proprio il minore controllo, la possibilità di attuare le prepotenze in qualsiasi momento del giorno e della notte, colpendo più persone in meno tempo e usufruendo di “diverse identità”, rende questo problema molto complesso da affrontare e per alcuni aspetti affine ad altre problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie.




Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web[1].




Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying(cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne[2]. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello suinternet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. InInghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul




proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.[senza fonte]




Confronto tra cyberbullismo e bullismo [modifica]




Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:




•                                            Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore.




•                                            Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.




•                                            Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.




•                                            Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.




Tipi di cyberbullismo [modifica]




Nancy Willard propone le seguenti categorie di cyberbullismo:[3]




•                                            Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.




•                                            Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.




•                                            Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc.




•                                            Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.




•                                            Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona.




•                                            Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.




•                                            Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione.




•                                            Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.




Diffusione del fenomeno [modifica]




È bene premettere che i dati statistici, sino ad oggi disponibili, non sono facilmente generalizzabili alla popolazione, per le seguenti ragioni[4]:




•                                            Differenze nella definizione stessa di cyberbullismo (in alcuni studi chiaramente definito nelle sue forme, in altri identificato con una generica aggressività online);




•                                            Differenze nel periodo preso in esame (in alcuni studi si indaga sulle prepotenze online subite nell'ultimo mese, in altri negli ultimi due mesi, in alcuni casi non viene affatto specificato il periodo di riferimento);




•                                            Differenze nella natura del campione (alcuni studiosi hanno intervistato solo abituali frequentatori di internet, altri, studenti nelle scuole, a prescindere dall'abitudine all'uso);




•                                            Momento storico della rilevazione (vista la rapidità di cambiamento che caratterizza gli stili di comportamento adolescenziale, le ricerche effettuate possono risentire degli effetti delle mode del momento).




In ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che il cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti un fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti.




NCH (Formerly National Children's Home, UK, 2002, 2005) ha svolto due ricerche in Inghilterra. Nella prima, del 2002, i ricercatori hanno rilevato che un quarto degli studenti, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono stati vittime di cyberbullismo, attraverso telefono cellulare o computer, mentre il 16% ha ricevuto messaggi di testo offensivi. In un successivo studio su 770 studenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, il 20% ha affermato di essere stato cyberbullizzato, mentre l'11% ha dichiarato di aver inviato messaggi minacciosi a qualcuno.




Noret e Rivers (UK, 2006), hanno svolto una ricerca su 11.000 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, ai quali fu chiesto se avessero mai ricevuto SMS o E-mail offensive o minacciose. Il 6,5% ha riferito che è successo almeno una volta. Il dato è più elevato nel campione delle ragazze rispetto a quello dei ragazzi.




Smith et al. (UK, 2006) hanno svolto un dettagliato studio su 92 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, provenienti da 14 scuole di Londra. Nello studio il cyberbullismo fu suddiviso in sette differenti categorie: 1) SMS, 2) immagini e video clip (attraverso cellulare), 3) chiamate telefoniche, 4) E-mail, 5) Chat Rooms, 6) Istant messaging (via cellulare), 7) web site. Il 22% degli studenti hanno riferito di essere stati vittime di cyberbullismo almeno una volta, mentre il 7% più volte. Le forme più comuni di cyberbullismo sono risultate le telefonate (mute o sgradevoli) e le e-mail offensive,




mentre il bullismo in Chat Rooms è risultato il meno frequente.




Olweus (Norvegia, 2005) ha svolto una ricerca su 4000 studenti, rilevando che il 3,6% di studenti e il 2% delle studentesse hanno subito cyberbullismo (due, tre volte o più al mese).




Slonje e Smith (Svezia, 2006) hanno svolto un ricerca su 360 adolescenti tra i 12 e i 20 anni. La ricerca ha evidenziato che il 12% è stato cyberbullizzato una o due volte, mentre il 10% ha dichiarato di aver agito prepotenze online.




Salmivalli (Finlandia, 2007), in una ricerca rivolta a 6500 studenti, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, ha rilevato che il 2% degli studenti e il 2,4 delle studentesse è vittima di cyberbullismo (una o due volte al mese).




Vandebosh (Belgio, 2007), ha svolto una ricerca su 2052 studenti, ha rilevato che il 62% è stato vittima di cyberbullismo.




Van den Eijnden, Vermulst, Rooij e Meerkerk (Olanda, 2006) hanno svolto una ricerca su 4500 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. Il 17% ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo una volta al mese ed il 3% una volta a settimana.




Kapatzia e Syngollitou (Grecia, 2007) hanno svolto una ricerca su 544 studenti, di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Le vittime di cyberbullismo sono risultate il 15% (una o due volte al mese), il 6% (due o tre volte al mese), mentre i cyberbulli il 9% (una o due volte al mese) e il 7% (due o tre volte al mese).




Li (Canada, 2006) ha svolto un'indagine su 264 studenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Circa il 25% riferisce di aver subito cyberbullismo, mentre il 17% afferma di aver cyberbullizzato un coetaneo. In un recente studio, Beran e Li (2007) hanno scoperto che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo è salita al 35%.




Campbell e Gardner (Australia, 2005) ha riscontrato che il 14% di 120 studenti di otto anni è stato oggetto di cyberbullismo mentre l'11% ha cyberbullizzato un compagno nell'ultimo anno.




Ybarra e Mitchell (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1501 studenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni che usano regolarmente Internet. Il 12% ha riferito di essere diventato aggressivo con qualcuno, on line, mentre il 4% afferma di aver subito aggressioni. Il 3% dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito cyberbullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente on line. Gli autori ipotizzano, allora, che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per attaccare gli altri, e vendicarsi on line delle offese subite nella vita reale.




Ybarra, Mitchell, Wolak e Finkelhor (USA, 2006), in uno studio di follow up, hanno trovato che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo era salita al 9%.




Raskauskas e Stoltz (USA, 2007) in uno studio su 84 studenti, di età compresa tra i 13 e i 18 anni, hanno riscontrato che il 49% ha subito cyberbullismo, mentre il 21% ha riferito di essere un cyberbullo.




Patchin e Hinduja (USA, 2006, 2007) in uno studio su 1388 studenti, di età compresa tra i 6 e i 17 anni, hanno rilevato che il 34% sono stati vittime di cyberbullismo.
Pisano e Saturno (Italia, 2008) in uno studio su 1047 studenti, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, hanno rilevato che il 14% degli studenti delle scuole medie inferiori ed il 16% delle scuole medie superiori sono state vittime di cyberbullismo[5].



Il cyberbullismo è un fenomeno nato negli ultimi anni tra i ragazzi e viene messo in atto attraverso internet, telefoni cellulari o computer. Il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms, e-mail o in chat oppure la fotografa e filma in momenti in cui non desidera essere ripresa. Solitamente il bullo invia poi le immagini della vittima ad altri, per diffamarla, minacciarla o infastidirla. Secondo la definizione di uno dei più importanti studiosi di bullismo, Peter Smith, per cyberbullismo si intende “una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita
contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi” (2008). Il cyberbullismo o bullismo elettronico comprende quindi tutte le forme di prevaricazione e prepotenze tra coetanei messe in atto attraverso e-mail, messaggini con i cellulari, chat, blog, siti internet, immagini o video diffusi sulla rete. L’obiettivo del bullo è sempre lo stesso: molestare la vittima, minacciarla, deriderla. Il fenomeno è in crescita, anche perché attraverso il web o il telefono cellulare il bullo si può nascondere dietro l’anonimato e agire
indisturbato. Non solo: il bullismo elettronico può essere maggiormente nascosto al mondo degli adulti poiché i ragazzi hanno in genere una competenza informatica maggiore rispetto ai genitori o agli insegnanti.



Torna all'indice




2. Il cyberbullismo è solo una nuova forma di bullismo?



Tra i ricercatori è aperto il dibattito se il bullismo elettronico vada considerato semplicemente una forma nuova di un vecchio fenomeno, il bullismo, o se sia invece qualcosa di diverso. La maggior parte degli studiosi ritiene che sia una nuova manifestazione del bullismo tradizionale e, a conferma di questa ipotesi, ci sono alcune ricerche che sottolineano come chi mette in atto il bullismo tradizionale utilizzi con maggiore frequenza anche il cyberbullismo. In Italia il primo episodio che ha aperto il dibattito sul cyberbullismo risale al 2006 e ha coinvolto un ragazzo disabile: i compagni di classe lo
hanno picchiato e uno di loro ha ripreso tutto l’accaduto con il telefono cellulare.



Torna all'indice




3. Quanto è diffuso il cyberbullismo?



Il cyberbullismo è un fenomeno molto recente e, anche per questo motivo, non è facile da quantificare. Sono state tuttavia condotte alcune ricerche che fanno capire la dimensione del fenomeno. Negli Stati Uniti un’indagine condotta su oltre 1400 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, sottolinea come il 41% dei ragazzi siano stati vittima di cyberbullismo almeno una volta nell’ultimo anno. Le forme più frequenti, secondo il campione intervistato, sono gli insulti (66%) e violazione della privacy entrando nelle pagine personali del web (33%). Altre ricerche sono state condotte
in Inghilterra, in Olanda, in Svezia, in Australia, mentre in Italia i dati sono ancora limitati: secondo il decimo Rapporto nazionale sull’infanzia e l’adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes (www.azzurro.it/index.php?id=225), il 3,2% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di avere inviato o diffuso messaggi offensivi o minacciosi attraverso supporti tecnologici, il 4% ha utilizzato Internet o il telefonino cellulare per diffondere informazioni false sul conto di un compagno, mentre il 7,5% ha intenzionalmente escluso qualcuno da gruppi online. Un’indagine dell’Istituto di formazione sardo,
portata avanti nel 2008 su un campione di oltre mille ragazzi di età compresa tra gli undici e i venti anni di Sardegna, Lazio, Marche, Sicilia e Lombardia, ha rilevato che il 14% degli studenti della scuola secondaria di primo grado e il 16% di quella di secondo grado sono stati vittima di atti di cyberbullismo nell’ultimo anno.



Torna all'indice




4. Che differenza c’è tra cyberbullismo e cyberharrassment?



Il cyberbullismo riguarda e avviene esclusivamente tra i minorenni. Le molestie attraverso le tecnologie che avvengono tra adulti, oppure tra adulti e minorenni, vengono definite con un’altra parola, e cioè con il termine inglese cyberharrassment, “cyber molesie”.



Torna all'indice




5.Quali sono i tratti distintivi del cyberbullismo?



Ci sono alcune particolari caratteristiche che differenziano il cyberbullismo da quello tradizionale:




•                                             assenza di relazione tra vittima e bullo: per chi subisce le molestie è ancora più difficile difendersi, perché molto spesso le vittime non riescono neppure a individuare chi è il bullo;




                                              •                                            l’anonimato: spesso il bullo si nasconde dietro nomi falsi, pensando di non poter essere scoperto. Non avere un contatto diretto con la vittima abbassa l’inibizione dei bulli: questo è uno degli aspetti che rende il fenomeno tanto diffuso;




                                              •                                            assenza di remore etiche: l’anonimato e il fatto di utilizzare strumenti informatici spesso tolgono qualsiasi genere di freno al bullo. Chi mette in atto le prepotenze giustifica così le proprie azioni, pensando che il cyberbullismo sia solo un gioco virtuale.




                                              •                                            mancanza di limiti spazio-temporali: il cyberbullismo può invadere la privacy della vittima, in ogni momento del giorno o della notte;



Torna all'indice




Come si manifesta il cyberbullismo?



Il cyberbullismo viene messo in atto in diversi modi:




                                              •                                            attraverso internet: posta elettronica, blog, reti sociali informatiche, siti personali, siti di diffusione di immagini o filmati;




                                              •                                            attraverso telefoni cellulari: sms, fotografie scattate senza permesso, scambio di filmati, diffusione di filmati intimi o riservati.



Anche il tipo di azione ha caratteristiche differenti:




                                              •                                            può molestare: con la diffusione di messaggi elettronici o sul cellulare;



può offendere: insultare utilizzando messaggi elettronici con linguaggio volgare;




                                              •                                            può appropriarsi di identità altrui: entrando nel sito internet della vittima, scrivendo o mandando messaggi a suo nome per metterla in cattiva luce o rovinare le sue amicizie;




                                              •                                            può diffamare: denigrare con pettegolezzi per rovinare l'immagine o la reputazione della vittima o rompere dei legami di amicizia;




                                              •                                            può escludere: isolare intenzionalmente la vittima da un gruppo online, come ad esempio da una lista di amici;




                                              •                                            può diffondere informazioni riservate: svelare o scoprire con l'inganno questioni private che riguardano la vittima, divulgare informazioni imbarazzanti, oppure diffondere con internet o il cellulare immagini intime o a contenuto sessuale;




                                              •                                            può perseguitare: inviare alla vittima ripetuti messaggi minacciosi;




                                              •                                            può agire attraverso il cosiddetto happy slapping: il termine indica la ripresa, con videotelefono, macchina fotografica o videocamera, di scene violente per mostrale ad amici o diffonderle.




Torna all'indice




7. Quali sono degli esempi di cyberbullismo?



Emma frequenta le scuole medie e ha dovuto cambiare numero di telefono e dire ai compagni che aveva perso il cellulare. Ogni giorno, soprattutto di pomeriggio e di sera, le arrivavano decide di messaggini, da un numero sconosciuto. Gli sms riguardavano sempre il suo modo di vestire oppure il suo aspetto fisico, deridendola, insultandola oppure prendendola in giro per i suoi jeans non firmati. Aveva sempre la sensazione di essere osservata e giudicata da qualcuno quando era a scuola, perché i messaggi arrivavano di sicuro da qualche compagna. Emma non ha osato dire nulla nemmeno alle sue
amiche più care e ai suoi genitori.
Luca ha 16 anni e diversi suoi compagni di scuola hanno ricevuto messaggi offensivi via mail, provenienti dal suo indirizzo di posta elettronica. Hanno così cominciato a eliminarlo dai propri indirizzi, escludendolo anche dalle chat. Luca all’inizio non capiva, ma poi ha scoperto che qualche altro compagno di classe, di cui però non è mai riuscito a sapere l'identità, conosceva la sua password e inviava mail offensive dal suo indirizzo: con l’obiettivo di rovinare tutti i suoi rapporti di amicizia e isolarlo dal resto del gruppo.



Torna all'indice




8. Quali sono le conseguenze del cyberbullismo sulla vittima?



Non sono state ancora condotte ricerche approfondite sulle conseguenze del cyberbullismo, a differenza di quanto invece avvenuto per il bullismo tradizionale del quale si conoscono a fondo le conseguenze per i ragazzi. Secondo gli studi più recenti, i danni su cyberbulli e cybervittime sono comunque simili rispetto a quelli di bulli e vittime tradizionali. Le vittime, ad esempio, molto frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei casi più gravi anche pensieri di suicidio. Alcune ricerche hanno dimostrato che,
secondo bambini e adolescenti, offese e minacce attuate attraverso e-mail o messaggini telefonici hanno un impatto minore rispetto al bullismo tradizionale. Al contrario le forme di cyberbullismo messe in atto con telefonate hanno effetti simili a quelli del bullismo tradizionale, mentre il diffondere foto o video che danneggiano o umiliano la vittima ha un impatto molto elevato. Anche per il cyberbullismo, così come avviene nei casi di bullismo, bambini e adolescenti difficilmente parlano con gli adulti o con gli amici degli episodi di cui sono vittime.



Torna all'indice




9. Il cyberbullismo ha conseguenze sul piano legale?



Gli episodi più gravi di cyberbullismo possono sfociare in reati: come ad esempio alcune azioni dei bulli che violano la privacy della vittima, molestie o adescamenti a fini sessuali, ma anche persecuzioni gravi e ripetute che alterano la normale vita quotidiana della vittima. Un’indagine condotta online su un gruppo di oltre 1500 ragazzi statunitensi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni ha dimostrato che il 35% delle vittime di molestie digitali ha subito approcci sessuali indesiderati anche fuori dal Web e che il 21% dei cyberbulli ha cercato contatti con le vittime nel mondo reale.



Torna all'indice




10. Per quali motivi agisce il cyberbullo?



Il cyberbullo in genere compie azioni di prepotenza per ottenere popolarità all’interno di un gruppo, per divertimento o semplicemente per noia.
Per il cyberbullismo, in particolare, sono stati definiti alcuni comportamenti specifici che possono scatenare il fenomeno:




                                              •                                            un utilizzo eccessivo di Internet: in particolare la vittima, utilizza il Web più frequentemente rispetto ai coetanei;




                                              •                                            un accesso alla rete senza controllo da parte degli adulti: sia il bullo che la vittima navigano su Internet senza un controllo da parte dei genitori o di qualche adulto.




                                              •                                            partecipazione a gruppi online particolari, e diffusi tra i giovanissimi, nei quali ci sono anche incitazioni esplicite alla violenza;



può offendere: insultare utilizzando messaggi elettronici con linguaggio volgare;




                                              •                                            utilizzo di webcam e social network che possono favorire la diffusione di immagini o informazioni personali;




                                              •                                            utilizzo molto frequente di videogiochi violenti che rafforzano nel cyberbullo l’idea che minacce o insulti sul Web siano solo virtuali e quindi un gioco.



Torna all'indice
11. A chi ci si può rivolgere in caso di necessità?



Il Ministero della Pubblica Istruzione ha attivato dal 2007 il numero verde nazionale 800 669696, all’interno della campagna per la lotta al bullismo "Smonta il bullo". Gli operatori rispondono a dubbi e domande, raccolgono segnalazioni di atti di bullismo, danno informazioni sul fenomeno e consigliano i comportamenti migliori da tenere in situazioni critiche. L’equipe del numero anti bullismo è formata da psicologi, insegnanti, genitori e personale ministeriale. Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Le domande più frequenti poste agli operatori del numero
verde sono disponibili sul sito web www.smontailbullo.it.

E’ possibile rivolgersi anche alle linee di consulenza telefonica di Telefono Azzurro. Il Centro nazionale di ascolto dell’associazione è attivo in tutta Italia 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.

Esistono due linee:



                                                •                                          la linea gratuita 19696: a disposizione di tutti i bambini e gli adolescenti fino a 18 anni di età che desiderano parlare con un consulente (psicologo o pedagogista) per affrontare il proprio disagio.



                                                •                                          la linea istituzionale 199151515: a disposizione dei ragazzi oltre i 14 anni e degli adulti che desiderano confrontarsi su situazioni di disagio.



In caso di pericolo o della necessità di un intervento di emergenza, è possibile fare riferimento anche alla linea 114 - Emergenza Infanzia. Il servizio é una linea telefonica accessibile gratuitamente da telefonia fissa e mobile 24ore su 24 e dedicata a chiunque intenda segnalare situazioni di pericolo immediato per l’incolumità psico-fisica di bambini e adolescenti. Il 114 è gestito da Telefono Azzurro e promosso dal Ministero delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, il Dipartimento Politiche per la Famiglia, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità.

In caso di minacce gravi o molestie sessuali è possibile rivolgersi alla Polizia o ai Carabinieri.



Torna all'indice




12. Cosa si può fare per fermare il cyberbullismo?



Esistono dei segnali ai quali i genitori dovrebbero fare attenzione. Gli indicatori che il proprio figlio potrebbe essere coinvolto in episodi di cyberbullismo, come vittima o come bullo, possono essere riassunti così:



                                                •                                          si rifiuta di parlare di ciò che fa online;



                                                •                                          utilizza Internet fino a tarda notte;



                                                •                                          fa un uso eccessivo del computer e di Internet;



                                                •                                          ha un calo dei voti scolastici;



                                                •                                          è turbato dopo aver utilizzato Internet.



Se i genitori temono che il proprio figlio sia vittima di cyberbullismo possono mettere in atto alcuni accorgimenti pratici:



                                                •                                          tenere il computer in una stanza della casa frequentata da tutti;



                                                •                                          controllare con regolarità che cosa faccia il proprio figlio, condividendo con lui anche le attività sul computer;



                                                •                                          cercare di parlargli per capire quale genere di attività online gli piacciono;



                                                •                                          cercare online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo.



È importante, inoltre, insegnare ai ragazzi alcune regole base per un uso sicuro di Internet:



                                                •                                          mai dare informazioni personali, come nome, indirizzo, numero di telefono, età, nome e località della scuola o nome degli amici a chi non si conosce personalmente o a chi si conosce sul web;



                                                •                                          non condividere le proprie password, neanche con gli amici;



                                                •                                          non accettare incontri di persona con qualcuno conosciuto online;



                                                •                                          mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto a un adulto;



                                                •                                          mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari online.



Torna all'indice




13. Se un ragazzo è vittima di cyberbullismo, come dovrebbe comportarsi?



Ci sono consigli pratici anche per i ragazzi:



                                                •                                          non rispondere a e-mail o sms molesti e offensivi;



                                                •                                          non rispondere a chi insulta o prende in giro;



                                                •                                          non rispondere a chi offende nelle chat o esclude da una chat;



                                                •                                          salvare i messaggi offensivi che si ricevono (sms, mms, e-mail), prendendo nota del giorno e dell’ora in cui il messaggio è arrivato;



                                                •                                          cambiare il proprio nickname;



                                                •                                          cambiare il proprio numero di cellulare e comunicalo solo agli amici;



                                                •                                          utilizzare filtri per bloccare le e-mail moleste;



                                                •                                          non fornire mai dati personali (nome, cognome, indirizzo di residenza) a chi si conosce in chat o sul web;



                                                •                                          parlane immediatamente con un adulto (genitori o insegnanti);



                                                •                                          in caso di minacce fisiche o sessuali, è possibile contattare anche la Polizia.



Le dinamiche che provocano episodi di cyberbullismo sono le stesse del bullismo tradizionale. Per prevenirlo ci può quindi attenere agli gli stessi consigli: cercare di comprendere e migliorare i comportamenti e le relazioni tra i ragazzi. Tuttavia, il bullismo elettronico può essere più facile da bloccare. La Commissione europea, ad esempio, è riuscita a fare firmare a diciassette compagnie del web un accordo per introdurre dispositivi che rendano più sicura la partecipazione dei minorenni alle reti sociali online. Un'iniziativa necessaria sia per il numero crescente di utenti dei social network in
Europa (41,7 milioni e 107,4 milioni stimati nel 2012) sia per l’alto numero di episodi di abuso che coinvolgono i minorenni. L'accordo prevede, in particolare, che le compagnie attivino il tasto “segnalazione di abusi”: gli utenti possono quindi cliccare sul bottone per segnalare contatti o comportamenti inappropriati di altri utenti. Non solo: il documento assicura che i profili online e gli elenchi dei contatti di utenti di siti Internet registrati come minorenni siano automaticamente classificati come "privati" e garantisce che non sia possibile compiere ricerche sui loro profili (su siti Internet o con i
motori di ricerca). Infine, impedisce di utilizzare i servizi a utenti che non abbiano l'età minima richiesta: se un sito di socializzazione in rete è destinato ad adolescenti con più di 13 anni, dovrebbe essere difficile registrarsi per chi ha meno di quell'età.



Torna all'indice




14. Quali sono i metodi più efficaci per contrastare il cyberbullismo?



Secondo diverse associazioni che si occupano di bullismo e cyberbullismo, le azioni di prevenzioni più efficaci sono state quelle che hanno coinvolto gli adulti, responsabilizzando genitori e insegnanti sull’importanza di educare i ragazzi all’uso delle nuove tecnologie. Oltre ad indicazioni su cosa concretante insegnare, in diversi contesti si sono dimostrati utili anche lavori sulle capacità relazionali dei ragazzi: rispetto, assertività, empatia, senso critico. Si sono rivelate utili anche le campagne portate avanti dal Ministero della Pubblica Istruzione che, dal 2007, ha emanato le “Linee di indirizzo
generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo” (www.smontailbullo.it/normative/20070219_Direttiva_Bullismo.pdf).




15. Link utili



Campagna nazionale contro il bullismo
www.smontailbullo.it

Sito del Ministero della Pubblica Istruzione dedicato agli studenti
http://iostudio.pubblica.istruzione.it

Il bullismo, a cura della Polizia di Stato
www.poliziadistato.it

Telefono azzurro
www.azzurro.it

Contenu connexe

Tendances

Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzione
Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzioneBullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzione
Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzioneAlberto Rossetti
 
Bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoBullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismosapone69
 
Fase 2 relazione (3)
Fase 2 relazione (3)Fase 2 relazione (3)
Fase 2 relazione (3)olmio20
 
Consigli per figli e genitori
Consigli per figli e genitoriConsigli per figli e genitori
Consigli per figli e genitorigiovanni23ctp
 
I pericoli della rete
I pericoli della reteI pericoli della rete
I pericoli della reteMaria Sgrò
 
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo convegno ...
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo   convegno ...Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo   convegno ...
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo convegno ...PatDarkangel
 
Cyberharassment: molestie on line
Cyberharassment: molestie on lineCyberharassment: molestie on line
Cyberharassment: molestie on lineEmma Pietrafesa
 
Fase 2 cyberbullismo ipertesto
Fase 2 cyberbullismo ipertestoFase 2 cyberbullismo ipertesto
Fase 2 cyberbullismo ipertestoolmio20
 
Consigli e riflessioni sul cyberbullismo
Consigli e riflessioni sul cyberbullismoConsigli e riflessioni sul cyberbullismo
Consigli e riflessioni sul cyberbullismogiovanni23ctp
 
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire Combattere
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire CombattereCyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire Combattere
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire CombattereIvan Ferrero
 
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - Merano
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - MeranoCyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - Merano
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - MeranoFrancesco Paolo Micozzi
 
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesa
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesaStalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesa
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesaMarco Marcellini
 
Bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoBullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoIC_Civitella
 
Internet e social network: la sicurezza in Rete
Internet e social network: la sicurezza in ReteInternet e social network: la sicurezza in Rete
Internet e social network: la sicurezza in ReteRoBisc
 

Tendances (19)

Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzione
Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzioneBullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzione
Bullismo, Cyberbullismo e Drama: giovani alla ricerca dell'attenzione
 
Relazione codispoti
Relazione codispotiRelazione codispoti
Relazione codispoti
 
Off4a day
Off4a dayOff4a day
Off4a day
 
Bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoBullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismo
 
Laura Dalla Ragione: Il web: una vetrina dove il mostrarsi serve a svelare na...
Laura Dalla Ragione: Il web: una vetrina dove il mostrarsi serve a svelare na...Laura Dalla Ragione: Il web: una vetrina dove il mostrarsi serve a svelare na...
Laura Dalla Ragione: Il web: una vetrina dove il mostrarsi serve a svelare na...
 
Fase 2 relazione (3)
Fase 2 relazione (3)Fase 2 relazione (3)
Fase 2 relazione (3)
 
Ready
ReadyReady
Ready
 
Pirota gernone
Pirota gernonePirota gernone
Pirota gernone
 
Consigli per figli e genitori
Consigli per figli e genitoriConsigli per figli e genitori
Consigli per figli e genitori
 
I pericoli della rete
I pericoli della reteI pericoli della rete
I pericoli della rete
 
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo convegno ...
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo   convegno ...Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo   convegno ...
Responsabilita' penali e civili conseguenti agli atti di bullismo convegno ...
 
Cyberharassment: molestie on line
Cyberharassment: molestie on lineCyberharassment: molestie on line
Cyberharassment: molestie on line
 
Fase 2 cyberbullismo ipertesto
Fase 2 cyberbullismo ipertestoFase 2 cyberbullismo ipertesto
Fase 2 cyberbullismo ipertesto
 
Consigli e riflessioni sul cyberbullismo
Consigli e riflessioni sul cyberbullismoConsigli e riflessioni sul cyberbullismo
Consigli e riflessioni sul cyberbullismo
 
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire Combattere
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire CombattereCyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire Combattere
Cyberbullismo nelle Scuole - Riconoscere Prevenire Combattere
 
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - Merano
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - MeranoCyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - Merano
Cyberbullismo - V Congresso Giuridico Distrettuale - Merano
 
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesa
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesaStalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesa
Stalking e cyber bullismo, tecniche di attacco e possibilità di difesa
 
Bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoBullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismo
 
Internet e social network: la sicurezza in Rete
Internet e social network: la sicurezza in ReteInternet e social network: la sicurezza in Rete
Internet e social network: la sicurezza in Rete
 

Similaire à I nuovi bulli

Cyberbullismo v
Cyberbullismo vCyberbullismo v
Cyberbullismo vimartini
 
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.andrea.multari
 
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)lavoriscuola
 
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 711 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71lavoriscuola
 
Fase 2 cyberbullismo presentazione
Fase 2 cyberbullismo presentazioneFase 2 cyberbullismo presentazione
Fase 2 cyberbullismo presentazioneolmio20
 
di internet e dell’online
di internet e dell’onlinedi internet e dell’online
di internet e dell’onlineDenis Ferraretti
 
Bullismo completo originale
Bullismo completo originaleBullismo completo originale
Bullismo completo originaleMaria Teresa
 
Cyberbullismo e tutela della privacy
Cyberbullismo e tutela della privacyCyberbullismo e tutela della privacy
Cyberbullismo e tutela della privacyMichael Surace
 
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdf
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdfVademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdf
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdfssuser1b6c321
 
Bullismo tecnologie v
Bullismo tecnologie vBullismo tecnologie v
Bullismo tecnologie vimartini
 
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo Proposta di legge regionale contro cyberbullismo
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo Quotidiano Piemontese
 
Cyberbullying cyberstalking
Cyberbullying cyberstalkingCyberbullying cyberstalking
Cyberbullying cyberstalkingideaTRE60
 
Progetto Cyberbullismo 2CI Colombo
Progetto Cyberbullismo 2CI ColomboProgetto Cyberbullismo 2CI Colombo
Progetto Cyberbullismo 2CI ColomboRobert Pizango
 
Prevenzione bullismo
Prevenzione bullismo Prevenzione bullismo
Prevenzione bullismo Laura Lucci
 
Cyberbullismo definitivo
Cyberbullismo definitivoCyberbullismo definitivo
Cyberbullismo definitivoirenezizi96
 

Similaire à I nuovi bulli (20)

Cyberbullismo v
Cyberbullismo vCyberbullismo v
Cyberbullismo v
 
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.
Bullismo e cyber bullismo di Riccardo R.
 
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71 (1)
 
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 711 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71
1 gruppo di martino ipotesi di reato legge 71
 
Fase 2 cyberbullismo presentazione
Fase 2 cyberbullismo presentazioneFase 2 cyberbullismo presentazione
Fase 2 cyberbullismo presentazione
 
di internet e dell’online
di internet e dell’onlinedi internet e dell’online
di internet e dell’online
 
Bullismo completo originale
Bullismo completo originaleBullismo completo originale
Bullismo completo originale
 
Bullismo
Bullismo Bullismo
Bullismo
 
Cyberbullismo e tutela della privacy
Cyberbullismo e tutela della privacyCyberbullismo e tutela della privacy
Cyberbullismo e tutela della privacy
 
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdf
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdfVademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdf
Vademecum-spiegato-ai-ragazzi.pdf
 
Bullismo tecnologie v
Bullismo tecnologie vBullismo tecnologie v
Bullismo tecnologie v
 
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo Proposta di legge regionale contro cyberbullismo
Proposta di legge regionale contro cyberbullismo
 
Cyberharassment: Cyberbullismo e cyberstalking
Cyberharassment: Cyberbullismo e cyberstalking  Cyberharassment: Cyberbullismo e cyberstalking
Cyberharassment: Cyberbullismo e cyberstalking
 
Cyberbullismo
CyberbullismoCyberbullismo
Cyberbullismo
 
Cyberbullying cyberstalking
Cyberbullying cyberstalkingCyberbullying cyberstalking
Cyberbullying cyberstalking
 
Progetto Cyberbullismo 2CI Colombo
Progetto Cyberbullismo 2CI ColomboProgetto Cyberbullismo 2CI Colombo
Progetto Cyberbullismo 2CI Colombo
 
Devianza minorile e media
Devianza minorile e mediaDevianza minorile e media
Devianza minorile e media
 
Prevenzione bullismo
Prevenzione bullismo Prevenzione bullismo
Prevenzione bullismo
 
Cyberbullismo definitivo
Cyberbullismo definitivoCyberbullismo definitivo
Cyberbullismo definitivo
 
Bullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismoBullismo e cyberbullismo
Bullismo e cyberbullismo
 

Plus de redazione gioianet

tratta rocchetta santantonio gioia del colle
tratta rocchetta santantonio gioia del colletratta rocchetta santantonio gioia del colle
tratta rocchetta santantonio gioia del colleredazione gioianet
 
rischio idraulico ed idrogeologico
rischio idraulico ed idrogeologicorischio idraulico ed idrogeologico
rischio idraulico ed idrogeologicoredazione gioianet
 
Comunicato stampa gioia del colle sempre piu' verde
Comunicato stampa   gioia del colle sempre piu' verdeComunicato stampa   gioia del colle sempre piu' verde
Comunicato stampa gioia del colle sempre piu' verderedazione gioianet
 
Mastrangelo interviene dopo polemiche
Mastrangelo interviene dopo polemicheMastrangelo interviene dopo polemiche
Mastrangelo interviene dopo polemicheredazione gioianet
 
arrivi in puglia dalla gran bretagna
arrivi in puglia dalla gran bretagnaarrivi in puglia dalla gran bretagna
arrivi in puglia dalla gran bretagnaredazione gioianet
 
Interrogazione tari consigliere Liuzzi Pd
Interrogazione tari consigliere Liuzzi PdInterrogazione tari consigliere Liuzzi Pd
Interrogazione tari consigliere Liuzzi Pdredazione gioianet
 
Autoconvocazione del consiglio comunale
Autoconvocazione del consiglio comunaleAutoconvocazione del consiglio comunale
Autoconvocazione del consiglio comunaleredazione gioianet
 
Cittadinanza straordinaria ai minori
Cittadinanza straordinaria ai minoriCittadinanza straordinaria ai minori
Cittadinanza straordinaria ai minoriredazione gioianet
 

Plus de redazione gioianet (20)

graduatorie-nido-23-24.pdf
graduatorie-nido-23-24.pdfgraduatorie-nido-23-24.pdf
graduatorie-nido-23-24.pdf
 
tratta rocchetta santantonio gioia del colle
tratta rocchetta santantonio gioia del colletratta rocchetta santantonio gioia del colle
tratta rocchetta santantonio gioia del colle
 
rischio idraulico ed idrogeologico
rischio idraulico ed idrogeologicorischio idraulico ed idrogeologico
rischio idraulico ed idrogeologico
 
Comunicato rinvio incontro
Comunicato rinvio incontroComunicato rinvio incontro
Comunicato rinvio incontro
 
i giovedì del pd
i giovedì del pdi giovedì del pd
i giovedì del pd
 
Comunicato stampa gioia del colle sempre piu' verde
Comunicato stampa   gioia del colle sempre piu' verdeComunicato stampa   gioia del colle sempre piu' verde
Comunicato stampa gioia del colle sempre piu' verde
 
Comunicato maggioranza
Comunicato maggioranzaComunicato maggioranza
Comunicato maggioranza
 
Mastrangelo interviene dopo polemiche
Mastrangelo interviene dopo polemicheMastrangelo interviene dopo polemiche
Mastrangelo interviene dopo polemiche
 
35 anni teatralmente gioia
35 anni teatralmente gioia35 anni teatralmente gioia
35 anni teatralmente gioia
 
ordinanza divieto botti
ordinanza divieto bottiordinanza divieto botti
ordinanza divieto botti
 
approvato il nuovo piano casa
approvato il nuovo piano casaapprovato il nuovo piano casa
approvato il nuovo piano casa
 
arrivi in puglia dalla gran bretagna
arrivi in puglia dalla gran bretagnaarrivi in puglia dalla gran bretagna
arrivi in puglia dalla gran bretagna
 
A natale puoi lega
A natale puoi   legaA natale puoi   lega
A natale puoi lega
 
istanza popolare piano casa
istanza popolare piano casaistanza popolare piano casa
istanza popolare piano casa
 
Solidarietà in circolo pd
Solidarietà in circolo pdSolidarietà in circolo pd
Solidarietà in circolo pd
 
Interrogazione tari consigliere Liuzzi Pd
Interrogazione tari consigliere Liuzzi PdInterrogazione tari consigliere Liuzzi Pd
Interrogazione tari consigliere Liuzzi Pd
 
i giovedì del Pd
i giovedì del Pdi giovedì del Pd
i giovedì del Pd
 
Comunicato pd
Comunicato pd Comunicato pd
Comunicato pd
 
Autoconvocazione del consiglio comunale
Autoconvocazione del consiglio comunaleAutoconvocazione del consiglio comunale
Autoconvocazione del consiglio comunale
 
Cittadinanza straordinaria ai minori
Cittadinanza straordinaria ai minoriCittadinanza straordinaria ai minori
Cittadinanza straordinaria ai minori
 

I nuovi bulli

  • 1. I NUOVI BULLI Dimenticatevi del ragazzino prepotente che vi ruba la merenda o vi costringe a fare i compiti al posto suo. Dimenticate la figura del bulletto che vi infastidisce all'uscita di scuola: in seguito all'evolversi delle tecnologie imparate a difendervi da una nuova tipologia di bullismo, un bullismo che ha assunto nuove forme. Oggi si parla di cyberbullismo, una forma di prevaricazione perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione (telefonate o invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog). Secondo la definizione di uno dei più importanti studiosi di bullismo, Peter Smith, per cyberbullismo si intende una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi. Questa tipologia in evoluzione comporta l'assenza di contatto diretto tra la vittima e il bullo che spesso riesce a rimanere nell'anonimato. La vittima trova maggiore difficoltà nel sottrarsi alle prepotenze che si possono ricevere in qualsiasi momento del giorno e della notte, anche perché a volte non sa di essere presa "di mira". Il bullo ha anche la possibilità di colpire più persone in meno tempo e di usufruire di diverse identità, e questo contribuisce a rendre il problema più complesso da affrontare. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011, un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto. Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi. Il Cyberbullismo risulta peggiore del tipo di prepotenza che siamo abituati a conoscere. Di peggiore si riscontra l'anonimato del molestatore (comunque illusorio poiché ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce), un indebolimento delle remore etiche (rese minori dalla possibilità di essere "un'altra persona" online che spesso porta la gente a fare e a dire cose che non farebbe o direbbe nella vita reale), l'assenza di limiti spaziotemporali (mentre il bullismo tradizionale infatti avviene di solito in luoghi e momenti specifici, il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo).Tra i ricercatori è aperto il dibattito se il bullismo elettronico vada considerato semplicemente una forma nuova di un vecchio fenomeno, o se sia invece qualcosa di diverso. La maggior parte degli studiosi ritiene che sia una nuova manifestazione del bullismo tradizionale e, a conferma di questa ipotesi, ci sono alcune ricerche che sottolineano come chi mette in atto il bullismo tradizionale utilizzi con maggiore frequenza anche il cyberbullismo. In Italia il primo episodio che ha aperto il dibattito sul cyberbullismo risale al 2006 e ha coinvolto un ragazzo disabile: i compagni di classe lo hanno picchiato e uno di loro ha ripreso tutto l’accaduto con il telefono cellulare. Il fenomeno del cyberbullismo riguarda e avviene esclusivamente tra i minorenni. Le molestie che avvengono attraverso le tecnologie tra adulti, oppure tra adulti e minorenni, invece, vengono definite con un’altra parola, il termine inglese cyberharrassment, “cyber molesie”. Non sono state ancora condotte ricerche approfondite sulle conseguenze del cyberbullismo, a differenza di quanto invece avvenuto per il bullismo tradizionale del quale si conoscono a fondo le conseguenze per i ragazzi. Secondo gli studi
  • 2. più recenti, i danni su cyberbulli e cybervittime sono comunque simili rispetto a quelli di bulli e vittime tradizionali. Le vittime, ad esempio, molto frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei casi più gravi anche pensieri di suicidio. Alcune ricerche hanno dimostrato che, secondo bambini e adolescenti, offese e minacce attuate attraverso e-mail o messaggini telefonici hanno un impatto minore rispetto al bullismo tradizionale. Al contrario le forme di cyberbullismo messe in atto con telefonate hanno effetti simili a quelli del bullismo tradizionale, mentre il diffondere foto o video che danneggiano o umiliano la vittima ha un impatto molto elevato. Anche per il cyberbullismo, così come avviene nei casi di bullismo, bambini e adolescenti difficilmente parlano con gli adulti o con gli amici degli episodi di cui sono vittime. Il fenomeno del cyberbullismo, così come ogni forma di prepotenza, va assolutamente evitato e combattuto dalla scocietà. I soggetti perseguitati non devono avere remore nel parlare del problema e denunciarlo. La scomparsa di fenomeni di prevaricazione come il cyberbullismo è un tassello del puzzle di una società migliore. Dario Motta Diversi istituti di ricerca Cos'è il cyberbullismo? Il bullismo è un fenomeno sociale in evoluzione, sempre più complesso nelle sue manifestazioni. Negli ultimi anni, in seguito all’evolversi delle tecnologie, ha assunto nuove forme: oggi si parla di cyberbullismo, inteso come forma di prevaricazione perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione (telefonate o invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog). Questa tipologia emergente di bullismo implica l’assenza di una relazione e di un contatto diretto tra vittima e bullo, che in molti casi riesce a mantenere l’anonimato. Per la vittima, inoltre, è più difficile sottrarsi alla prepotenza, anche perché a volte non sa di essere “presa di mira”: proprio il minore controllo, la possibilità di attuare le prepotenze in qualsiasi momento del giorno e della notte, colpendo più persone in meno tempo e usufruendo di “diverse identità”, rende questo problema molto complesso da affrontare e per alcuni aspetti affine ad altre problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie. Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web[1]. Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying(cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne[2]. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
  • 3. Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello suinternet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. InInghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.[senza fonte] Confronto tra cyberbullismo e bullismo [modifica] Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie: • Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore. • Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi. • Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale. • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo. Tipi di cyberbullismo [modifica] Nancy Willard propone le seguenti categorie di cyberbullismo:[3] • Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum. • Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno. • Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc. • Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili. • Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona. • Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici. • Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione. • Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura. Diffusione del fenomeno [modifica] È bene premettere che i dati statistici, sino ad oggi disponibili, non sono facilmente generalizzabili alla popolazione, per le seguenti ragioni[4]: • Differenze nella definizione stessa di cyberbullismo (in alcuni studi chiaramente definito nelle sue forme, in altri identificato con una generica aggressività online); • Differenze nel periodo preso in esame (in alcuni studi si indaga sulle prepotenze online subite nell'ultimo mese, in altri negli ultimi due mesi, in alcuni casi non viene affatto specificato il periodo di riferimento); • Differenze nella natura del campione (alcuni studiosi hanno intervistato solo abituali frequentatori di internet, altri, studenti nelle scuole, a prescindere dall'abitudine all'uso); • Momento storico della rilevazione (vista la rapidità di cambiamento che caratterizza gli stili di comportamento adolescenziale, le ricerche effettuate possono risentire degli effetti delle mode del momento). In ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che il cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti un fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti. NCH (Formerly National Children's Home, UK, 2002, 2005) ha svolto due ricerche in Inghilterra. Nella prima, del 2002, i ricercatori hanno rilevato che un quarto degli studenti, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, sono stati vittime di cyberbullismo, attraverso telefono cellulare o computer, mentre il 16% ha ricevuto messaggi di testo offensivi. In un successivo studio su 770 studenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, il 20% ha affermato di essere stato cyberbullizzato, mentre l'11% ha dichiarato di aver inviato messaggi minacciosi a qualcuno. Noret e Rivers (UK, 2006), hanno svolto una ricerca su 11.000 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, ai quali fu chiesto se avessero mai ricevuto SMS o E-mail offensive o minacciose. Il 6,5% ha riferito che è successo almeno una volta. Il dato è più elevato nel campione delle ragazze rispetto a quello dei ragazzi. Smith et al. (UK, 2006) hanno svolto un dettagliato studio su 92 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, provenienti da 14 scuole di Londra. Nello studio il cyberbullismo fu suddiviso in sette differenti categorie: 1) SMS, 2) immagini e video clip (attraverso cellulare), 3) chiamate telefoniche, 4) E-mail, 5) Chat Rooms, 6) Istant messaging (via cellulare), 7) web site. Il 22% degli studenti hanno riferito di essere stati vittime di cyberbullismo almeno una volta, mentre il 7% più volte. Le forme più comuni di cyberbullismo sono risultate le telefonate (mute o sgradevoli) e le e-mail offensive, mentre il bullismo in Chat Rooms è risultato il meno frequente. Olweus (Norvegia, 2005) ha svolto una ricerca su 4000 studenti, rilevando che il 3,6% di studenti e il 2% delle studentesse hanno subito cyberbullismo (due, tre volte o più al mese). Slonje e Smith (Svezia, 2006) hanno svolto un ricerca su 360 adolescenti tra i 12 e i 20 anni. La ricerca ha evidenziato che il 12% è stato cyberbullizzato una o due volte, mentre il 10% ha dichiarato di aver agito prepotenze online. Salmivalli (Finlandia, 2007), in una ricerca rivolta a 6500 studenti, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni, ha rilevato che il 2% degli studenti e il 2,4 delle studentesse è vittima di cyberbullismo (una o due volte al mese). Vandebosh (Belgio, 2007), ha svolto una ricerca su 2052 studenti, ha rilevato che il 62% è stato vittima di cyberbullismo. Van den Eijnden, Vermulst, Rooij e Meerkerk (Olanda, 2006) hanno svolto una ricerca su 4500 studenti, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. Il 17% ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo una volta al mese ed il 3% una volta a settimana. Kapatzia e Syngollitou (Grecia, 2007) hanno svolto una ricerca su 544 studenti, di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Le vittime di cyberbullismo sono risultate il 15% (una o due volte al mese), il 6% (due o tre volte al mese), mentre i cyberbulli il 9% (una o due volte al mese) e il 7% (due o tre volte al mese). Li (Canada, 2006) ha svolto un'indagine su 264 studenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Circa il 25% riferisce di aver subito cyberbullismo, mentre il 17% afferma di aver cyberbullizzato un coetaneo. In un recente studio, Beran e Li (2007) hanno scoperto che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo è salita al 35%. Campbell e Gardner (Australia, 2005) ha riscontrato che il 14% di 120 studenti di otto anni è stato oggetto di cyberbullismo mentre l'11% ha cyberbullizzato un compagno nell'ultimo anno. Ybarra e Mitchell (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1501 studenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni che usano regolarmente Internet. Il 12% ha riferito di essere diventato aggressivo con qualcuno, on line, mentre il 4% afferma di aver subito aggressioni. Il 3% dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito cyberbullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente on line. Gli autori ipotizzano, allora, che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per attaccare gli altri, e vendicarsi on line delle offese subite nella vita reale. Ybarra, Mitchell, Wolak e Finkelhor (USA, 2006), in uno studio di follow up, hanno trovato che la percentuale di studenti vittime di cyberbullismo era salita al 9%. Raskauskas e Stoltz (USA, 2007) in uno studio su 84 studenti, di età compresa tra i 13 e i 18 anni, hanno riscontrato che il 49% ha subito cyberbullismo, mentre il 21% ha riferito di essere un cyberbullo. Patchin e Hinduja (USA, 2006, 2007) in uno studio su 1388 studenti, di età compresa tra i 6 e i 17 anni, hanno rilevato che il 34% sono stati vittime di cyberbullismo.
  • 4. Pisano e Saturno (Italia, 2008) in uno studio su 1047 studenti, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, hanno rilevato che il 14% degli studenti delle scuole medie inferiori ed il 16% delle scuole medie superiori sono state vittime di cyberbullismo[5]. Il cyberbullismo è un fenomeno nato negli ultimi anni tra i ragazzi e viene messo in atto attraverso internet, telefoni cellulari o computer. Il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms, e-mail o in chat oppure la fotografa e filma in momenti in cui non desidera essere ripresa. Solitamente il bullo invia poi le immagini della vittima ad altri, per diffamarla, minacciarla o infastidirla. Secondo la definizione di uno dei più importanti studiosi di bullismo, Peter Smith, per cyberbullismo si intende “una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi” (2008). Il cyberbullismo o bullismo elettronico comprende quindi tutte le forme di prevaricazione e prepotenze tra coetanei messe in atto attraverso e-mail, messaggini con i cellulari, chat, blog, siti internet, immagini o video diffusi sulla rete. L’obiettivo del bullo è sempre lo stesso: molestare la vittima, minacciarla, deriderla. Il fenomeno è in crescita, anche perché attraverso il web o il telefono cellulare il bullo si può nascondere dietro l’anonimato e agire indisturbato. Non solo: il bullismo elettronico può essere maggiormente nascosto al mondo degli adulti poiché i ragazzi hanno in genere una competenza informatica maggiore rispetto ai genitori o agli insegnanti. Torna all'indice 2. Il cyberbullismo è solo una nuova forma di bullismo? Tra i ricercatori è aperto il dibattito se il bullismo elettronico vada considerato semplicemente una forma nuova di un vecchio fenomeno, il bullismo, o se sia invece qualcosa di diverso. La maggior parte degli studiosi ritiene che sia una nuova manifestazione del bullismo tradizionale e, a conferma di questa ipotesi, ci sono alcune ricerche che sottolineano come chi mette in atto il bullismo tradizionale utilizzi con maggiore frequenza anche il cyberbullismo. In Italia il primo episodio che ha aperto il dibattito sul cyberbullismo risale al 2006 e ha coinvolto un ragazzo disabile: i compagni di classe lo hanno picchiato e uno di loro ha ripreso tutto l’accaduto con il telefono cellulare. Torna all'indice 3. Quanto è diffuso il cyberbullismo? Il cyberbullismo è un fenomeno molto recente e, anche per questo motivo, non è facile da quantificare. Sono state tuttavia condotte alcune ricerche che fanno capire la dimensione del fenomeno. Negli Stati Uniti un’indagine condotta su oltre 1400 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, sottolinea come il 41% dei ragazzi siano stati vittima di cyberbullismo almeno una volta nell’ultimo anno. Le forme più frequenti, secondo il campione intervistato, sono gli insulti (66%) e violazione della privacy entrando nelle pagine personali del web (33%). Altre ricerche sono state condotte in Inghilterra, in Olanda, in Svezia, in Australia, mentre in Italia i dati sono ancora limitati: secondo il decimo Rapporto nazionale sull’infanzia e l’adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes (www.azzurro.it/index.php?id=225), il 3,2% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di avere inviato o diffuso messaggi offensivi o minacciosi attraverso supporti tecnologici, il 4% ha utilizzato Internet o il telefonino cellulare per diffondere informazioni false sul conto di un compagno, mentre il 7,5% ha intenzionalmente escluso qualcuno da gruppi online. Un’indagine dell’Istituto di formazione sardo, portata avanti nel 2008 su un campione di oltre mille ragazzi di età compresa tra gli undici e i venti anni di Sardegna, Lazio, Marche, Sicilia e Lombardia, ha rilevato che il 14% degli studenti della scuola secondaria di primo grado e il 16% di quella di secondo grado sono stati vittima di atti di cyberbullismo nell’ultimo anno. Torna all'indice 4. Che differenza c’è tra cyberbullismo e cyberharrassment? Il cyberbullismo riguarda e avviene esclusivamente tra i minorenni. Le molestie attraverso le tecnologie che avvengono tra adulti, oppure tra adulti e minorenni, vengono definite con un’altra parola, e cioè con il termine inglese cyberharrassment, “cyber molesie”. Torna all'indice 5.Quali sono i tratti distintivi del cyberbullismo? Ci sono alcune particolari caratteristiche che differenziano il cyberbullismo da quello tradizionale: • assenza di relazione tra vittima e bullo: per chi subisce le molestie è ancora più difficile difendersi, perché molto spesso le vittime non riescono neppure a individuare chi è il bullo; • l’anonimato: spesso il bullo si nasconde dietro nomi falsi, pensando di non poter essere scoperto. Non avere un contatto diretto con la vittima abbassa l’inibizione dei bulli: questo è uno degli aspetti che rende il fenomeno tanto diffuso; • assenza di remore etiche: l’anonimato e il fatto di utilizzare strumenti informatici spesso tolgono qualsiasi genere di freno al bullo. Chi mette in atto le prepotenze giustifica così le proprie azioni, pensando che il cyberbullismo sia solo un gioco virtuale. • mancanza di limiti spazio-temporali: il cyberbullismo può invadere la privacy della vittima, in ogni momento del giorno o della notte; Torna all'indice Come si manifesta il cyberbullismo? Il cyberbullismo viene messo in atto in diversi modi: • attraverso internet: posta elettronica, blog, reti sociali informatiche, siti personali, siti di diffusione di immagini o filmati; • attraverso telefoni cellulari: sms, fotografie scattate senza permesso, scambio di filmati, diffusione di filmati intimi o riservati. Anche il tipo di azione ha caratteristiche differenti: • può molestare: con la diffusione di messaggi elettronici o sul cellulare; può offendere: insultare utilizzando messaggi elettronici con linguaggio volgare; • può appropriarsi di identità altrui: entrando nel sito internet della vittima, scrivendo o mandando messaggi a suo nome per metterla in cattiva luce o rovinare le sue amicizie; • può diffamare: denigrare con pettegolezzi per rovinare l'immagine o la reputazione della vittima o rompere dei legami di amicizia; • può escludere: isolare intenzionalmente la vittima da un gruppo online, come ad esempio da una lista di amici; • può diffondere informazioni riservate: svelare o scoprire con l'inganno questioni private che riguardano la vittima, divulgare informazioni imbarazzanti, oppure diffondere con internet o il cellulare immagini intime o a contenuto sessuale; • può perseguitare: inviare alla vittima ripetuti messaggi minacciosi; • può agire attraverso il cosiddetto happy slapping: il termine indica la ripresa, con videotelefono, macchina fotografica o videocamera, di scene violente per mostrale ad amici o diffonderle. Torna all'indice 7. Quali sono degli esempi di cyberbullismo? Emma frequenta le scuole medie e ha dovuto cambiare numero di telefono e dire ai compagni che aveva perso il cellulare. Ogni giorno, soprattutto di pomeriggio e di sera, le arrivavano decide di messaggini, da un numero sconosciuto. Gli sms riguardavano sempre il suo modo di vestire oppure il suo aspetto fisico, deridendola, insultandola oppure prendendola in giro per i suoi jeans non firmati. Aveva sempre la sensazione di essere osservata e giudicata da qualcuno quando era a scuola, perché i messaggi arrivavano di sicuro da qualche compagna. Emma non ha osato dire nulla nemmeno alle sue amiche più care e ai suoi genitori. Luca ha 16 anni e diversi suoi compagni di scuola hanno ricevuto messaggi offensivi via mail, provenienti dal suo indirizzo di posta elettronica. Hanno così cominciato a eliminarlo dai propri indirizzi, escludendolo anche dalle chat. Luca all’inizio non capiva, ma poi ha scoperto che qualche altro compagno di classe, di cui però non è mai riuscito a sapere l'identità, conosceva la sua password e inviava mail offensive dal suo indirizzo: con l’obiettivo di rovinare tutti i suoi rapporti di amicizia e isolarlo dal resto del gruppo. Torna all'indice 8. Quali sono le conseguenze del cyberbullismo sulla vittima? Non sono state ancora condotte ricerche approfondite sulle conseguenze del cyberbullismo, a differenza di quanto invece avvenuto per il bullismo tradizionale del quale si conoscono a fondo le conseguenze per i ragazzi. Secondo gli studi più recenti, i danni su cyberbulli e cybervittime sono comunque simili rispetto a quelli di bulli e vittime tradizionali. Le vittime, ad esempio, molto frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei casi più gravi anche pensieri di suicidio. Alcune ricerche hanno dimostrato che, secondo bambini e adolescenti, offese e minacce attuate attraverso e-mail o messaggini telefonici hanno un impatto minore rispetto al bullismo tradizionale. Al contrario le forme di cyberbullismo messe in atto con telefonate hanno effetti simili a quelli del bullismo tradizionale, mentre il diffondere foto o video che danneggiano o umiliano la vittima ha un impatto molto elevato. Anche per il cyberbullismo, così come avviene nei casi di bullismo, bambini e adolescenti difficilmente parlano con gli adulti o con gli amici degli episodi di cui sono vittime. Torna all'indice 9. Il cyberbullismo ha conseguenze sul piano legale? Gli episodi più gravi di cyberbullismo possono sfociare in reati: come ad esempio alcune azioni dei bulli che violano la privacy della vittima, molestie o adescamenti a fini sessuali, ma anche persecuzioni gravi e ripetute che alterano la normale vita quotidiana della vittima. Un’indagine condotta online su un gruppo di oltre 1500 ragazzi statunitensi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni ha dimostrato che il 35% delle vittime di molestie digitali ha subito approcci sessuali indesiderati anche fuori dal Web e che il 21% dei cyberbulli ha cercato contatti con le vittime nel mondo reale. Torna all'indice 10. Per quali motivi agisce il cyberbullo? Il cyberbullo in genere compie azioni di prepotenza per ottenere popolarità all’interno di un gruppo, per divertimento o semplicemente per noia. Per il cyberbullismo, in particolare, sono stati definiti alcuni comportamenti specifici che possono scatenare il fenomeno: • un utilizzo eccessivo di Internet: in particolare la vittima, utilizza il Web più frequentemente rispetto ai coetanei; • un accesso alla rete senza controllo da parte degli adulti: sia il bullo che la vittima navigano su Internet senza un controllo da parte dei genitori o di qualche adulto. • partecipazione a gruppi online particolari, e diffusi tra i giovanissimi, nei quali ci sono anche incitazioni esplicite alla violenza; può offendere: insultare utilizzando messaggi elettronici con linguaggio volgare; • utilizzo di webcam e social network che possono favorire la diffusione di immagini o informazioni personali; • utilizzo molto frequente di videogiochi violenti che rafforzano nel cyberbullo l’idea che minacce o insulti sul Web siano solo virtuali e quindi un gioco. Torna all'indice
  • 5. 11. A chi ci si può rivolgere in caso di necessità? Il Ministero della Pubblica Istruzione ha attivato dal 2007 il numero verde nazionale 800 669696, all’interno della campagna per la lotta al bullismo "Smonta il bullo". Gli operatori rispondono a dubbi e domande, raccolgono segnalazioni di atti di bullismo, danno informazioni sul fenomeno e consigliano i comportamenti migliori da tenere in situazioni critiche. L’equipe del numero anti bullismo è formata da psicologi, insegnanti, genitori e personale ministeriale. Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Le domande più frequenti poste agli operatori del numero verde sono disponibili sul sito web www.smontailbullo.it. E’ possibile rivolgersi anche alle linee di consulenza telefonica di Telefono Azzurro. Il Centro nazionale di ascolto dell’associazione è attivo in tutta Italia 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Esistono due linee: • la linea gratuita 19696: a disposizione di tutti i bambini e gli adolescenti fino a 18 anni di età che desiderano parlare con un consulente (psicologo o pedagogista) per affrontare il proprio disagio. • la linea istituzionale 199151515: a disposizione dei ragazzi oltre i 14 anni e degli adulti che desiderano confrontarsi su situazioni di disagio. In caso di pericolo o della necessità di un intervento di emergenza, è possibile fare riferimento anche alla linea 114 - Emergenza Infanzia. Il servizio é una linea telefonica accessibile gratuitamente da telefonia fissa e mobile 24ore su 24 e dedicata a chiunque intenda segnalare situazioni di pericolo immediato per l’incolumità psico-fisica di bambini e adolescenti. Il 114 è gestito da Telefono Azzurro e promosso dal Ministero delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale, il Dipartimento Politiche per la Famiglia, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità. In caso di minacce gravi o molestie sessuali è possibile rivolgersi alla Polizia o ai Carabinieri. Torna all'indice 12. Cosa si può fare per fermare il cyberbullismo? Esistono dei segnali ai quali i genitori dovrebbero fare attenzione. Gli indicatori che il proprio figlio potrebbe essere coinvolto in episodi di cyberbullismo, come vittima o come bullo, possono essere riassunti così: • si rifiuta di parlare di ciò che fa online; • utilizza Internet fino a tarda notte; • fa un uso eccessivo del computer e di Internet; • ha un calo dei voti scolastici; • è turbato dopo aver utilizzato Internet. Se i genitori temono che il proprio figlio sia vittima di cyberbullismo possono mettere in atto alcuni accorgimenti pratici: • tenere il computer in una stanza della casa frequentata da tutti; • controllare con regolarità che cosa faccia il proprio figlio, condividendo con lui anche le attività sul computer; • cercare di parlargli per capire quale genere di attività online gli piacciono; • cercare online il suo nome: esaminando i suoi profili o i messaggi sui siti delle comunità di teenager, si può capire se è coinvolto in atti di bullismo. È importante, inoltre, insegnare ai ragazzi alcune regole base per un uso sicuro di Internet: • mai dare informazioni personali, come nome, indirizzo, numero di telefono, età, nome e località della scuola o nome degli amici a chi non si conosce personalmente o a chi si conosce sul web; • non condividere le proprie password, neanche con gli amici; • non accettare incontri di persona con qualcuno conosciuto online; • mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto a un adulto; • mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari online. Torna all'indice 13. Se un ragazzo è vittima di cyberbullismo, come dovrebbe comportarsi? Ci sono consigli pratici anche per i ragazzi: • non rispondere a e-mail o sms molesti e offensivi; • non rispondere a chi insulta o prende in giro; • non rispondere a chi offende nelle chat o esclude da una chat; • salvare i messaggi offensivi che si ricevono (sms, mms, e-mail), prendendo nota del giorno e dell’ora in cui il messaggio è arrivato; • cambiare il proprio nickname; • cambiare il proprio numero di cellulare e comunicalo solo agli amici; • utilizzare filtri per bloccare le e-mail moleste; • non fornire mai dati personali (nome, cognome, indirizzo di residenza) a chi si conosce in chat o sul web; • parlane immediatamente con un adulto (genitori o insegnanti); • in caso di minacce fisiche o sessuali, è possibile contattare anche la Polizia. Le dinamiche che provocano episodi di cyberbullismo sono le stesse del bullismo tradizionale. Per prevenirlo ci può quindi attenere agli gli stessi consigli: cercare di comprendere e migliorare i comportamenti e le relazioni tra i ragazzi. Tuttavia, il bullismo elettronico può essere più facile da bloccare. La Commissione europea, ad esempio, è riuscita a fare firmare a diciassette compagnie del web un accordo per introdurre dispositivi che rendano più sicura la partecipazione dei minorenni alle reti sociali online. Un'iniziativa necessaria sia per il numero crescente di utenti dei social network in Europa (41,7 milioni e 107,4 milioni stimati nel 2012) sia per l’alto numero di episodi di abuso che coinvolgono i minorenni. L'accordo prevede, in particolare, che le compagnie attivino il tasto “segnalazione di abusi”: gli utenti possono quindi cliccare sul bottone per segnalare contatti o comportamenti inappropriati di altri utenti. Non solo: il documento assicura che i profili online e gli elenchi dei contatti di utenti di siti Internet registrati come minorenni siano automaticamente classificati come "privati" e garantisce che non sia possibile compiere ricerche sui loro profili (su siti Internet o con i motori di ricerca). Infine, impedisce di utilizzare i servizi a utenti che non abbiano l'età minima richiesta: se un sito di socializzazione in rete è destinato ad adolescenti con più di 13 anni, dovrebbe essere difficile registrarsi per chi ha meno di quell'età. Torna all'indice 14. Quali sono i metodi più efficaci per contrastare il cyberbullismo? Secondo diverse associazioni che si occupano di bullismo e cyberbullismo, le azioni di prevenzioni più efficaci sono state quelle che hanno coinvolto gli adulti, responsabilizzando genitori e insegnanti sull’importanza di educare i ragazzi all’uso delle nuove tecnologie. Oltre ad indicazioni su cosa concretante insegnare, in diversi contesti si sono dimostrati utili anche lavori sulle capacità relazionali dei ragazzi: rispetto, assertività, empatia, senso critico. Si sono rivelate utili anche le campagne portate avanti dal Ministero della Pubblica Istruzione che, dal 2007, ha emanato le “Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo” (www.smontailbullo.it/normative/20070219_Direttiva_Bullismo.pdf). 15. Link utili Campagna nazionale contro il bullismo www.smontailbullo.it Sito del Ministero della Pubblica Istruzione dedicato agli studenti http://iostudio.pubblica.istruzione.it Il bullismo, a cura della Polizia di Stato www.poliziadistato.it Telefono azzurro www.azzurro.it