1. Appunti di psicologia delle emozioni e della comunicazione. I miei appunti dalla prima lezione fino alla lezione del 25 marzo 2010.
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3. Programma gestisce e verifica interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo di persone disagiate. Importante è che la verifica segua l'ottica della ricerca e che non si categorizzi la persona senza prendere in considerazione le diverse problematiche e i contesti.
7. Realizza progetti educativi che hanno lo scopo di promuovere la formazione e l'integrazione e poi lo sviluppo e la partecipazione.
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9. Spesso ha il ruolo di termometro emotivo poiché le persone con cui ha a che fare non sanno riconoscere le emozioni e non hanno questo mezzo di conoscenza del mondo.
10. È un contesto che veicola le emozioni sia positive che negative promuovendo l'apertura al mondo esterno.
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12. Si ha un riferimento maggiormente filosofico poiché sono considerate degli aspetti idiosincratico, ovvero l'esperienza più individuale che un uomo può fare.
14. Le emozioni si differenziano anche dagli affetti poiché esse sono aspetti che non possiamo controllare.
15. Se intercorre un minimo lasso di tempo dall'evento all'espressione questo denota la non veridicità dell'emozione allo stesso modo se l'espressione perdura nel tempo. Essa ha un apice e un rapido decadimento.
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17. A questa famiglia fanno parte diverse emozioni che si differenziano a partire dalla durata a cui poi segue un ristabilirsi fisiologico.
18. È un emozione diversa dalla fobia che è una paura senza oggetto, ovvero un pericolo potenziale fantasmatico ovvero creato da noi stessi.
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20. Non solo le caratteristiche somatiche aumentano la sopravvivenza ma anche quelle comportamentali, dunque anche le emozioni.
21. Prova l'innatismo delle espressioni facciali osservando: i bambini piccoli, i malati di mente, le arti figurative, gli animali e facendo studi di fisiognomica (materiale iconografico sulle emozioni) e sulle diverse razze.
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23. Principio dell'antitesi: il corpo risponde in modo opposto sulla base della natura dell'evento (felicità vs tristezza).
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25. Si possono osservare comportamenti di fuga, espressioni specifiche, modificazioni fisiologiche specifiche e ha la funzione adattativa di mantenere in vita l'individuo.
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27. L'uomo funziona su 3 livelli: l'arcoriflesso, gli istinti e i processi mentali.
28. L'individuo per sviluppare la mente ha bisogno tanto di un patrimonio genetico quanto di un ambiente relazionale favorevole. Continuità quindi tra aspetti biologici e ambientali.
29. L'emozione è una percezione cosciente che avviene dentro il soggetto a seguito di uno stimolo esterno.
30. L'emozione è il susseguirsi di modificazioni fisiologiche, espressioni e comportamenti.
31. Un bambino nasce già con una predisposizione verso alcune emozioni rispetto ad altre (connessioni neuronali che lungo lo sviluppo decadono).
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33. Si esprime con un suono vocale preferenzialmente un “o”, cade la mandibola, si vede maggiormente la sclera sopra l'iride, le sopracciglia si alzano e si ha un tono muscolare più rilassato.
34. Nei bambini le espressioni di sorpresa sono molto simili a quelle di trasalimento, una sorpresa è vista come un qualcosa di negativo.
35. Lo spalancare gli occhi deriva dalla funzione di vedere meglio anche se nell'uomo si è persa la funzione adattativa.
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37. Attraverso gli esperimenti di Pavlov egli arriva a sostenere che ad ogni stimolo corrisponde un emozione tra dolore – paura – amore.
40. Affetto inteso come amplificatore delle pulsioni. Il corpo deve tenere uno stato di equilibrio (omeostasi) e per fare ciò esso ha degli stati di bisogno che lo spingono ad agire per soddisfarli, ovvero le pulsioni. L'affetto infine permette di avere comportamenti motivazionali ed adattativi.
41. Gli affetti hanno 8 schemi di risposta in aree sottocorticali, ad ogni stimolo corrisponde un emozione.
42. Tomkins. (2) Interesse. Sorpresa. Gioia. Angoscia. Paura. Vergogna. Disgusto. Rabbia. Le emozioni sono schemi discreti e non continui, perché ognuna di esse è diversa dall'altra. A partire dalle emozioni di base si da vita alle emozioni secondarie. La vergogna da molti è considerata secondaria, perché si tratta di avere paura del giudizio degli altri, invece per molti l'interesse non è un emozione ma più un aspetto intellettuale. Questi 8 schemi innati vengono attivati dallo stimolo che va a cercare autonomamente nelle aree sottocorticali la sua risposta, visione diversa da quella di James che dava importanza sia allo stimolo che alla risposta.
56. Correlati cognitivi = associazione degli eventi a reazioni emozionali, essi variano con l'età, l'esperienza e le situazioni.
57. Tutta la vita emozionale si basa su 10 emozioni primarie discrete che non si modificano nel tempo. Interesse. Sorpresa. Gioia. Disagio (distress) Paura. Vergogna. Disgusto. Rabbia. Disprezzo. Colpa. Se una persona è ben integrata allora proverà tutta la gamma di emozioni. Le emozioni sono razionali e preparano il corpo alla reazione giusta. Teoria differenziale delle emozioni. Il bambino è dotato di schemi di insorgenza che fanno apparire le emozioni quando esso ne ha bisogno
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59. Periodo percettivo-affettivo (3-8 mesi): si può parlare di gioia perché il sorriso acquista valore sociale, sorriso relazionale e di scambio. Sorpresa e rabbia perché il bambino si scontra con le difficoltà dell'ambiente. Compare anche il disprezzo a seguito di disaccordo con qualcosa.
60. Periodo cognitivo-affettivo (dai 9 mesi): compaiono quelle emozioni che potrebbero essere considerate secondarie come vergogna, timidezza, paura e colpa.
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62. Se le emozioni non fossero reazioni stabili non si potrebbero comunicare gli stati interni e non si potrebbe neanche capire l'altro a livello empatico poiché si sarebbe costretti ad analizzare continuamente gli stimoli.
69. Formula la teoria neuro-culturale , ovvero secondo lui le emozioni primarie si fondano su 2 fattori, uno di natura neuronale ovvero gli aspetti innati e universali delle emozioni, e l'altro di natura culturale ovvero la modificabilità delle risposte emozionali dovuta alla variabilità culturale.
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73. Studioso che non si occupa delle espressioni facciali ma di linguaggio.
75. 1. Le emozioni sono meccanismi comunicativi e di sopravvivenza fondati su adattamenti evolutivi , la funzione principale delle emozioni è comunicativa. Le emozioni sono reazioni appropriate a situazioni di emergenza per aumentare la probabilità di sopravvivenza (funziona adattativa). La reazione emozionale è in grado di modificare l'ambiente circostante in quanto sono segnali di intenzioni future.
76. 2. Le emozioni hanno una base genetica , egli si basa sia su studi di Darwin che di Ekman. Sono presenti delle emozioni anche nei lattanti dunque esse non sono apprese nel corso dell'evoluzione ontogenetica. Utile anche l'osservazione dei ciechi congeniti e di razze e gruppi di persone molto diverse.
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80. Quando vi è un evento stimolo si è coscienti che sta succedendo qualcosa ma è possibile che non si è coscienti dei vari passaggi dall'evento stimolo all'effetto.
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83. I cambiamenti fisiologici comportano una valutazione sia fisiologica che cognitiva, queste permettono di dire se c'è emozione oppure no. Se i cambiamenti fisici sono attribuibili ad altre spiegazioni che non c'entrano con lo stato emotivo, non vi sarà emozione allo stesso modo non vi è emozione se non vi è un cambiamento fisiologico.
85. Noi ci muoviamo sempre seguendo delle mete che ci prefiggiamo per sopperire ai bisogni, l'emozione è qualcosa che ostacola il raggiungimento della nostra meta e che cattura la nostra attenzione focalizzandola su altro. L'emozione dunque arriva in maniera involontaria ed è qualcosa che interrompe il naturale evolvere della vita. Questa teoria tuttavia non spiega l'insorgenza di emozioni positive.
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87. L'emozione distoglie la mente soprattutto per qualcosa che minaccia la nostra sopravvivenza e il nostro benessere. Ci pone in stato d'allerta.
89. L'emozione dipende dai bisogni dell'organismo e dalla discrepanza tra informazione necessaria e informazione acquisita per soddisfarli in certe circostanze. Avere tante informazioni in molti campi consente di soddisfare più bisogni.
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91. L'emozione è qualcosa di avvertito coscientemente che ci fa tendere ad avvicinarci a qualcosa valutato come buono e ad allontanarci a qualcosa valutato come cattivo. È una valutazione immediata che può avvenire a diversi livelli, non si tratta più di uno stimolo che attiva processi neuronali ma di una valutazione cognitiva, un attribuzione di significato.
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93. L'emozione è strumento di conoscenza e ci da delle informazioni sugli oggetti e sull'ambiente in relazione ai bisogni dell'organismo. È un processo motivazionale in quanto l'organismo è predisposto a fare continui monitoraggi dell'ambiente per valutare ciò che è favorevolefavorevole per i nostri bisogni. È un processo relazionale perché noi monitoriamo in funzione dei obiettivicopiete, ciò che lega l'emozione all'evento è la nostra valutazione che è innata. La capacità di far fronte ad un evento (coping) cambia la valutazione e di conseguenza l'emozione. I processi di valutazione cambiano a seconda dello sviluppo idiosincratico (di ciascuno).
94. Scherer (teorie dell'appraisal). (1) L'emozione assume la funzione di mediatore tra i bisogni dell'organismo e le richieste dell'ambiente, è come se l'ambiente proponesse sempre delle sfide all'uomo. Emozione come strumento di conoscenza dell'ambiente esterno, per farci vivere nel miglior modo possibile. L'emozione è l'esito di un processo di valutazione che comporta dei cambiamenti piuttosto ampi e interrelati nei 5 sottoinsiemi dell'organismo: Cognitivo Fisiologico Motoriospressivo Esecutivo (Motivazionale) Soggettivo
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96. Piacevolezza intrinseca: attribuire un significato di piacevolezza o spiacevolezza che si può considerare intrinseco all'oggetto poiché non è necessario un grande sforzo cognitivo.
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98. Esito: se e in quale misura l'esito influirà sui nostri obiettivi;
99. Aspettativa: verifica se l'esito dell'evento è conforme o discrepante con ciò che ci si aspettava di raggiungere;
101. Urgenza: se e in quale misura ciò che accade è urgente rispetto ai nostri obiettivi.
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103. Controllo: quali sono in quel momento le capacità del nostro organismo che possono far fronte all'evento;
104. Potere: quantificare il potere dell'organismo per fare un azione che modifichi il corso dell'evento;
105. Adattamento: capire quali sono le potenzialità di adattamento dell'individuo all'esito finale dell'evento.
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108. Studia la comunicazione tra mamma e bambino nei primi mesi di vita e scopre che c'è una predisposizione innata a mettere in atto una relazione reciproca tra mamma-bambino. Il bambino è attivo fin dalla nascita e entra in una relazione strettissima con la mamma in modo anche propositivo.
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110. Le 3 componenti delle emozioni sono osservabili fin dalla nascita (etiche, con persone; estetiche, con oggetti; autoteliche, verso sé) quindi il bambino sperimenta e vive questi aspetti;
111. È grazie agli scambi emozionali intimi che si sviluppano tutte le capacità complementari funzionali all'individuo, l'emozione diventa strumento di conoscenza del mondo relazionale.
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114. Averill: al pari dell'apprendimento del linguaggio noi sperimentiamo le emozioni. Esse hanno la funzione sociale di mutare colui sul quale sono dirette a seconda delle regole sociali e delle convenzioni. L'emozione si può definire come sindrome perché composta da diversi elementi che tendono a ricorrere insieme in una sequenza abituale sebbene non necessaria.
115. Si da significato agli stimoli in base ai sistemi di valori e alle regole socialmente condivise.