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I conti della sanità in Italia
27 settembre 2017
massimo.guagnini@prometeia.com
La spesa sanitaria è al centro del dibattito sulla sostenibilità del modello
di welfare, ma manca un sistema che consenta confronti con l'Europa
Con un’incidenza sul pil dell'8,9%, la spesa sanitariaspesa sanitaria italiana ha sfiorato nel 2016
i 150 miliardi di euro, un livello che condiziona le scelte di finanza pubblica e crea
allarme sulla sostenibilità del sistema di welfare nazionale. Un’informazione
completa sulla sua entità è quindi essenziale per valutare le conseguenze del
progressivo invecchiamento della popolazione italiana, che può influire sia sul
livello sia sulla composizione dell’assistenza.
Di particolare rilievo è la valutazione delle risorse assorbite dall’assistenzaassistenza
sanitaria a lungo terminesanitaria a lungo termine, che è quella che dovrebbe risentire in modo più
immediato dall’aumento della durata della vita e dall’incremento del numero di
grandi anziani. La struttura della spesa sanitaria fornisce inoltre elementi chiave
per valutare l’impatto diretto su diversi settori d’attività, che comprendono ad
esempio l’industria farmaceutica, la produzione di apparecchi terapeutici, i
servizi ospedalieri ed ambulatoriali di cura, di riabilitazione e di assistenza a
lungo termine.
2. In Italia preminente il ruolo della PA e delle assicurazioni obbligatorie
Nonostante la sua indubbia rilevanza, non è però facile avere informazioni
coerenti sul livello e sulla composizione della spesa sanitaria. È inoltre difficiledifficile
reperire dati sull’andamento del settore in altri paesi che consentano direperire dati sull’andamento del settore in altri paesi che consentano di
fare confrontifare confronti. Per sopperire a questa situazione è stato sviluppato un progetto
internazionale sui conti della sanità che ha come obiettivo quello di offrire dati
comparabili sulla spesa sanitaria corrente per regime di finanziamento, per
funzione di assistenza e per erogatore.
L’analisi della spesa sanitaria per regime di finanziamento conferma come in Italia
sia preminente il ruolo della pubblica amministrazionepreminente il ruolo della pubblica amministrazione e delle
assicurazioni obbligatorieassicurazioni obbligatorie, che nel 2016 coprono il 75% delle spese, mentre le
famiglie e le assicurazioni volontarie coprono il restante 25%. Quello che invece
contrasta forse l’immagine consolidata è il fatto che la quota di finanziamento del
settore pubblico è inferiore a quella dei principali paesi europei quali la
Germania (84,6%) la Francia (78,8%), i Paesi Bassi (80,8%) ed il Regno Unito
(79,2%). In questi paesi però la quota più consistente del finanziamento pubblico
della spesa sanitaria è sostenuta dalle assicurazioni obbligatorie e il ruolo della
pubblica amministrazione è marginale. Solo il Regno Unito presenta una
situazione simile a quella italiana.
Spesa sanitaria per regime di finanziamento e per funzione di assistenza (milioni di €,Spesa sanitaria per regime di finanziamento e per funzione di assistenza (milioni di €,
2016)2016)
3. Fonte: ISTAT
Spesa concentrata nell'assistenza ospedaliera, ambulatoriale e farmaci
In Italia la spesa sanitaria è concentrata su tre funzioni principali: l’assistenzaassistenza
ospedaliera ordinariaospedaliera ordinaria (28,0% del totale nel 2016, 42 miliardi di euro),
l’assistenza ambulatorialeassistenza ambulatoriale (22,4%) e i prodotti farmaceuticiprodotti farmaceutici (17,8%). Tra il
2012 ed il 2016 si nota una significativa ricomposizione della spesa sanitaria, con
l’assistenza ospedaliera ordinaria che si riduce del -3,8%, l’assistenza
ambulatoriale che aumenta del 9,2% e la spesa in prodotti farmaceutici del 11,2%.
L’assistenza sanitaria a lungo termine, che è spesso fonte di preoccupazione, ha
una quota ancora limitata (10,1% nel 2016), inferiore a quella di diversi paesi
europei di riferimento (in Germania è al 16,3% e nel Regno Unito al 18,2%) e
presenta una dinamica moderata negli ultimi anni (3,9%) appena superiore a
quella della spesa sanitaria complessiva (3,5%).