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Educazione a livello sociale
• L'educazione è connotata a livello sociale da un insieme di
istituzioni che si fanno depositarie dei saperi e delle pratiche
che regolano gli interventi rivolti all'apprendimento e alla
formazione, in funzione della riproduzione di una società nel
suo complesso, con le sue pratiche, i suoi saperi, le sue
ideologie.
• Nelle diverse istituzioni i soggetti si conformano a valori e a
regole, acquisiscono abitudini e mentalità, socializzano anche
attraverso l'appropriazione di visioni del mondo e di ideologie.
• Diversi autori contestano questa “prassi”; fra questi I. Illich e
René Schérer
http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
• “La scuola si pone intenzionalmente il compito di
formare i giovani e, a questo scopo, predispone un
ambiente artificiale, pensato per realizzare con la
massima efficacia tale compito.” (Baldacci, Insegnamento nella
scuola secondaria)
• Nella scuola la formazione è organizzata in forma
curricolare.
• Il curricolo è l’“insieme delle esperienze di
apprendimento che una comunità scolastica progetta,
attua e valuta in vista di obiettivi formativi
esplicitamente espressi.” (Pellerey)
• Si può parlare di curricolo del primo ciclo, del secondo
ciclo, così come del curricolo di matematica, di storia, ..
• Il fenomeno formativo internamente alla
scuola è il risultato di due fattori principali:
insegnamento e apprendimento
• Il processo di apprendimento da parte dello
studente, è “un insieme di modificazioni della
sua struttura cognitiva legate ad esperienze
entro dati campi culturali” (Baldacci)
• E’ una continua interazione fra soggetto che
apprende e oggetti culturali che, tuttavia, non
avviene in modo diretta e spontanea fra
soggetto e oggetto, ma è mediata
dall’insegnamento.
• Gagnè diceva che l’insegnamento può essere
concepito come l’organizzazione delle
condizioni dell’apprendimento.
Baldacci
Esistono diversi livelli di apprendimento (Bateson)
• Apprendimento 1: modifica della struttura cognitiva dovuta a
conoscenze o abilità; imparare come sono le cose o imparare a
fare certe cose;
• Apprendimento 2: “Attraverso questo tipo d’apprendimento,
s’impara a essere in un certo modo, ossia, si acquisiscono certi
abiti mentali, inerenti ai modi di pensare e di vedere le cose.
Un dato insieme di questi abiti viene solitamente identificato
con un certo tipo di mentalità o forma mentis“. Abiti sia
specifici alle discipline (abiti di matematico, storico, ..), sia di
carattere generale (abiti di analisi, sintesi, riflessività, ..)”.
(Baldacci M., 2012, pag 10)
M. Pellerey, 2011
ricordiamo
• In corrispondenza si hanno due diversi tipi di
insegnamento:
1. l’insegnare che le cose stanno in un certo modo
(riguarda l’organizzazione per l’apprendimento delle
conoscenze) e l’insegnare come fare certe cose
(concerne le condizioni per l’apprendimento delle
abilità); questo tipo di insegnamento corrisponde
all’apprendimento 1
2. l’insegnare a essere in una certa maniera è inerente
all’acquisizione di abiti mentali e, dunque,
all’apprendimento 2.
Baldacci
Curricolo 1 e 2
• si individuano due tipi di curricolo:
curricolo 1 (di primo livello) e curricolo 2
(di secondo livello) corrispondenti,
rispettivamente, a apprendimento 1 e a
apprendimento 2
Baldacci
• Il curricolo di primo livello riguarda
l’acquisizione di conoscenze e abilità relative alle
singole discipline di studio: conoscenze e abilità
matematiche, conoscenze e abilità linguistiche, …
• Il curricolo di secondo livello corrisponde
all’apprendimento 2; riguarda la strutturazione di
abiti mentali, sia specifici alle discipline (abiti di
matematico, storico, ..), sia di carattere generale
(Baldacci M., 2012)
• Sempre più si avrà bisogno di abiti di carattere
generale (di analisi, sintesi, riflessività,
collegamento fra i saperi, di composizione e
scomposizione dei saperi, ..) in quanto il
mondo è sempre meno leggibile secondo
visioni uni-disciplinari
Due considerazioni
1.
– I due livelli curricolari sono complementari: il
secondo vive sul primo e, allo stesso tempo, il
secondo influenza il primo;
– non si può formare un abito mentale da matematico
senza conoscenze e abilità matematiche e acquisire
abiti mentali da matematico influenza i modi con i
quali si continuerà ad apprendere conoscenze e
abilità.
Baldacci
2.
– il curricolo di 2° livello si sviluppa in tempi più
lunghi e rischia di essere “dimenticato”
dall’insegnante che potrebbe concentrarsi
maggiormente sui progressi immediati degli
studenti;
– sono invece i progressi sull’acquisizione di abiti
mentali che permangono durevolmente e incidono
fortemente nella formazione.
Baldacci
– Le conoscenze e abilità apprese a scuola vanno
incontro a decadimento (di memoria e di
obsolescenza delle stesse), mentre gli abiti mentali
non decadono; restano e si imprimono nei modi di
pensare e di agire degli individui e saranno loro
che guideranno gli adulti a imparare per tutta la
vita, sostituendo le vecchie conoscenze e abilità
con altre in linea con i tempi.
Baldacci
• Non è possibile prevedere il mondo del futuro,
quali conoscenze, abilità, quali professionalità.
Il domani imporrà, più che applicare
conoscenze e pratiche sperimentate, di saper
“recepire” e organizzare nuove visioni, nuovi
modi di operare e nuove prospettive.
Baldacci
• Dewey in Esperienza e Educazione (2014, pag. 6)
dice che si oppongono
– «all’imparare dai libri e dai maestri, l’apprendere
attraverso l’esperienza; all’acquisizione di abilità e di
tecniche isolate attraverso l’esercizio si oppone il
conseguimento di esse come mezzi per ottenere fini
che rispondono a esigenze vitali; alla preparazione per
un futuro più o meno remoto si oppone il massimo
sfruttamento delle possibilità della vita presente; ai fini
e ai materiali statici è opposta la familiarizzazione con
un mondo in movimento»
Dice ancora Dewey
• per esperienza si intende «quel che è in virtù di
una transazione che si stabilisce fra un
individuo e il suo ambiente» (ivi, pag. 31), sia
che l’ambiente sia una persona, sia un gioco,
sia un libro che si sta leggendo con tutti i suoi
mondi, sia un castello di sogni entro il quale si
interagisce con immaginari scenari, oggetti e
persone.
• Si intravede il curricolo per competenze.
• Comunque il curricolo, nella storia, non è solo
legato alle competenze….
programmi, programmazione,
curricolo di scuola
• Da circa 50 anni si parla di curricolo nella
scuola con uno slittamento di significato fra
l’originario e quello attuale
• Un percorso storico si sviluppa intorno a 3
parole: programmi, programmazione, curricolo
di scuola
Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
programmi, programmazione,
curricolo di scuola
Assumendo come riferimento che la
programmazione è una esplicitazione di una
progettazione, si può dire che:
• nella fase dei programmi: progettazione e
programmazione sono centralizzate;
• nella fase della programmazione: progettazione
centralizzata e programmazione decentralizzata;
• nella fase del curricolo: progettazione e
programmazione sono decentralizzate
programmi
• la proposta formativa della scuola era
completamente centralizzata sia in riferimento ai
traguardi formativi che ai contenuti di
insegnamento che alle indicazioni metodologiche
e valutative.
• L’insegnante aveva tutto pronto “chiavi in mano”
e doveva solamente preoccuparsi di una fedele
applicazione.
• La sua funzione era, quindi, essenzialmente
esecutiva.
programmazione
• A partire dai decreti delegati del 1974, alla
“periferia” viene delegato il compito di
programmare nell’ambito di una proposta di
programmi che, comunque, derivano dal
centro.
• Parallelamente la figura del docente viene
inserita in una “collegialità”;
• collegialità che media fra il “testo” ministeriale
e l’azione del singolo docente.
Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
programmazione
• Nascono forme di ingegneria progettuale
riconducibili sotto l’etichetta di “pedagogia per
obiettivi”.
• Il curricolo è la proposta formativa, prodotta dalla
programmazione, che si riversava sugli alunni.
• Il docente costruisce il proprio curricolo come
insieme di tabelle di obiettivi, variamente
sottodimensionati e parcellizzati, con relative
modalità di valutazione, inseriti in U.D.
Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
programmazione
• Ne risultò, spesso, un curricolo riproposto
negli anni senza alcuna revisione con una
divaricazione fra curricolo ufficiale
(presentato) e curricolo reale (quello che
effettivamente il docente organizzava e
sviluppava in aula).
E ora ?
Curricolo di scuola
• Nasce a cavallo del passaggio al nuovo millennio.
• Segnale evidente: passaggio da programmi
ministeriali a “indicazioni per la costruzione del
curricolo”.
• Dai programmi “a tutto tondo” (contenuti,
indicazioni metodologiche) alle indicazioni che si
“limitano” a formulare traguardi di competenze,
obiettivi di apprendimento precisandoli nei termini
di standard comuni e irrinunciabili.
• Si sostanzia di più il passaggio dal centro alle
periferie (dai programmi al curricolo)
Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
Ma è vero il passaggio dal centro alla periferia?
• Fine introduzione
Ivan Illich[1]
• Ivan Illich è stato uno scrittore, storico,
pedagogista e filosofo austriaco. Personaggio
di vasta cultura, viene citato spesso come
teologo, linguista, per la sua vasta conoscenza
di svariati idiomi, e storico. Wikipedia
• Data di nascita: 4 settembre 1926, Vienna
• Data di morte: 2 dicembre 2002, Brema
Ivan Illich[2]
• In Descolarizzare la società (1971)
–analisi avversa alla scolarizzazione
istituzionale,
–ciascuno deve gestire autonomamente il
proprio percorso formativo
–la scuola non è un luogo generatore di
apprendimento,
–in essa s’istruisce, ma istruire non
corrisponde necessariamente ad apprendere.
Ivan Illich[3]
• no scuola=istruzione, ma
–valorizzazione della vita quotidiana, dove si
apprende attraverso incidentalità, ma anche
partecipazione, interessamento
• a tutti un’uguale possibilità d’istruzione è
lodevole ed anche possibile, però non è
raggiungibile attraverso una scolarizzazione
obbligatoria che garantisce solamente una
successione di diplomi
Ivan Illich[4]
• Questa successione garantisce un
apprendimento o l’aver rispettato una serie di
regole che si arrogano il diritto di certificare
quali presunte qualità siano state acquisite?
Ivan Illich[5]
• Illich non accetta l’idea che la società
stabilisca degli accessi ai ruoli, precisando
quali siano i diplomi necessari e poi essa stessa
provveda, attraverso la scuola, ad organizzare
questi percorsi
• secondo l’autore essi sono il risultato di una
monopolizzazione della loro gestione e
distribuzione da parte del sistema scolastico
Ivan Illich[6]
• quasi tutto ciò che s'impara lo si apprende
casualmente e l’acquisizione di determinate
competenze propedeutiche ad un lavoro,
possono/debbono essere ottenuta in centri ‘forniti’ di
persone specializzate in minor tempo e con minor
costi rispetto alla scuola;
• alcuni di questi centri potrebbero essere istituiti dalle
stesse aziende;
• assegnare a tutti, all’atto della nascita, dei crediti, da
utilizzare presso tutti i centri anche in età adulta, per
soddisfare le proprie necessità formative
Ivan Illich[7]
• Illich: “intendo dimostrare che il contrario
della scuola è possibile; che possiamo affidarci
a un apprendimento autonomo invece di
assumere insegnanti che allettino o costringano
lo studente a trovare il tempo e la voglia
d'imparare; che possiamo fornire al discente
nuovi agganci con il mondo anziché continuare
a somministrare tutti i programmi didattici
attraverso l'imbuto dell'insegnante” [ivi, pag.
76].
Ivan Illich[8]
• potrebbero essere sufficienti dei centri di raccolta
e scambio delle risorse fra coloro che decidano di
usufruirne ai fini del proprio apprendimento.
• non più percorsi prestabiliti che sostengono di
individuare i bisogni di coloro che vogliono
imparare e invece, nella maggior parte dei casi,
decidono cosa deve imparare chi vuole imparare,
bensì risposte alle esigenze di chi cerca “con quali
oggetti e quali persone possono voler mettersi in
contatto […] per poter imparare” [ivi, pag. 80].
Ivan Illich[9]
• restituire allo studente l’autonomia nella scelta
degli obiettivi personali di apprendimento e la
possibilità di soddisfarli attraverso l’accesso a
idonei servizi messi a disposizione della
comunità;
• propone un sistema che si articola in quattro
servizi per gestire la formazione: servizi per la
consultazione di oggetti didattici, centrali delle
capacità, assortimento degli eguali, servizi per
la consultazione di educatori
Ivan Illich[10]
servizi per la consultazione di oggetti didattici -
facilitino l'accesso alle cose o ai processi usati per
l’apprendimento formale. Tali risorse possono essere in
parte riservate a questo scopo e conservate in
biblioteche, agenzie di noleggio, laboratori e sale
d'esposizione come i musei e i teatri; oppure adoperate
quotidianamente nelle fabbriche, negli aeroporti o nelle
fattorie, ma messe a disposizione degli studenti, siano
essi apprendisti o frequentatori fuori orario
centrali delle capacità - permettano agli individui di
esporre le proprie capacità, le condizioni che pongono
per servire da modelli a chi vuole impararle, e gli
indirizzi ai quali sia possibile reperirli
Ivan Illich[11]
assortimento degli eguali - una rete di comunicazione
che permetta alle persone di descrivere il tipo di
apprendimento cui vogliono dedicarsi, nella speranza di
trovare un compagno di ricerca
servizi per la consultazione di educatori in genere -
professionisti, para-professionisti e liberi operatori, che
potrebbero essere elencati in una guida con l'indirizzo,
una descrizione fatta dagli stessi interessati e le
condizioni per accedere ai loro servizi. Questi
professionisti potrebbero essere scelti mediante un voto
o una consultazione dei loro ex clienti.
Ivan Illich[]
in definitiva, occorrerebbe rivoluzionare l’istruzione sulla base dei seguenti
principi
• “Liberare l'accesso alle cose, sopprimendo il controllo che oggi persone
e istituzioni esercitano sui loro valori didattici.” Servizi per la
consultazione di oggetti didattici
• “Liberare la trasmissione delle capacità, riconoscendo a chi ne faccia
richiesta la libertà di insegnarle o esercitarle.” Centrali delle capacità
• “Liberare le risorse critiche e creative della gente, restituendo ai singoli
la possibilità di indire e tenere riunioni, possibilità che oggi è sempre
più monopolizzata da istituzioni che pretendono di parlare in nome di
tutti.” Assortimento degli eguali
• “Liberare l'individuo dall'obbligo di adattare le proprie aspettative ai
servizi offerti da una professione costituita, fornendogli la possibilità di
attingere dall'esperienza dei suoi eguali e di affidarsi all'insegnante, alla
guida, al consulente o al guaritore da lui stesso scelto” [ivi, pag. 103]
Servizi per la consultazione di educatori in genere
René Schérer (Tulle, 1922)
• Mottana, commentando il pensiero di Schérer, dice:
• “La pedagogia, più precisamente la setta dei pedagogisti, ha
approvato il dispositivo disciplinare che ha represso i
desideri e le possibilità vitali dell’infanzia in cambio di una
protezione, di una securizzazione, di un incapsulamento che
dona all’infanzia una fondamentale ‘funzione di verità’, ne
fa la figura in germe di una umanità asservita ai suoi ruoli
prescritti e alienati fin dall’origine. La pedagogia moderna,
sempre più strumento di assoggettamento, non reprime
l’infanzia in quanto tale, sia ben chiaro, ne fa piuttosto un
soggetto elettivo, custodito, curato ma inesorabilmente
deprivato della sua autonomia desiderante e della sua
potenzialità eversiva”
Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, 2014
• “È il vizio pedagogico che va estirpato. […].
Se la setta dei maestri e dei pedagogisti vuole
finire in bellezza e riscattarsi almeno un po’
dal ridicolo nel quale sta tramontando, dovrà
esclusivamente dedicarsi a questo compito,
facendosi attenta alle attrazioni appassionate
dei bambini e aiutandoli a soddisfare
l’immensità dei loro desideri al di fuori delle
famiglie e contro di esse”
Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, 2014
bibliografia
• Baldacci M., Insegnamento nella scuola secondaria, Tecnodic, Napoli, 2012 (impostazione della prima parte e molti spunti)
• Bateson G., Verso un'ecologia della mente, Milano, Adelphi, 1977
• Cambi F, Universo-del-Corpo, Percorsi educativi, http://http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-
Corpo)/(Franco-Cambi,-Percorsi-educativi)
• Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
• Illich I., Deschooling Society, 1971, trad. it. Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile? Mimesis, 2010
• Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, Castelvecchi, 2014
• Pellerey M., L’approccio per competenze: è un pericolo per l’educazione scolastica?, Scuola democratica, 2011 , 2, 37-54.
• Pellerey M., Dirigere il proprio apprendimento, La Scuola Ed. 2006
• Pellerey Michele, Competenze. Conoscenze, abilità, atteggiamenti. Il ruolo delle competenze nei processi educativi scolastici e
formativi, Tecnodid, Napoli 2010.
• AA. VV. Personalizzare l’insegnamento, Il Mulino, 2006

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Introduzione curricolo

  • 1. Educazione a livello sociale • L'educazione è connotata a livello sociale da un insieme di istituzioni che si fanno depositarie dei saperi e delle pratiche che regolano gli interventi rivolti all'apprendimento e alla formazione, in funzione della riproduzione di una società nel suo complesso, con le sue pratiche, i suoi saperi, le sue ideologie. • Nelle diverse istituzioni i soggetti si conformano a valori e a regole, acquisiscono abitudini e mentalità, socializzano anche attraverso l'appropriazione di visioni del mondo e di ideologie. • Diversi autori contestano questa “prassi”; fra questi I. Illich e René Schérer http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del-Corpo)/(Franco Cambi, Percorsi educativi)
  • 2. • “La scuola si pone intenzionalmente il compito di formare i giovani e, a questo scopo, predispone un ambiente artificiale, pensato per realizzare con la massima efficacia tale compito.” (Baldacci, Insegnamento nella scuola secondaria) • Nella scuola la formazione è organizzata in forma curricolare. • Il curricolo è l’“insieme delle esperienze di apprendimento che una comunità scolastica progetta, attua e valuta in vista di obiettivi formativi esplicitamente espressi.” (Pellerey) • Si può parlare di curricolo del primo ciclo, del secondo ciclo, così come del curricolo di matematica, di storia, ..
  • 3. • Il fenomeno formativo internamente alla scuola è il risultato di due fattori principali: insegnamento e apprendimento • Il processo di apprendimento da parte dello studente, è “un insieme di modificazioni della sua struttura cognitiva legate ad esperienze entro dati campi culturali” (Baldacci)
  • 4. • E’ una continua interazione fra soggetto che apprende e oggetti culturali che, tuttavia, non avviene in modo diretta e spontanea fra soggetto e oggetto, ma è mediata dall’insegnamento. • Gagnè diceva che l’insegnamento può essere concepito come l’organizzazione delle condizioni dell’apprendimento. Baldacci
  • 5. Esistono diversi livelli di apprendimento (Bateson) • Apprendimento 1: modifica della struttura cognitiva dovuta a conoscenze o abilità; imparare come sono le cose o imparare a fare certe cose; • Apprendimento 2: “Attraverso questo tipo d’apprendimento, s’impara a essere in un certo modo, ossia, si acquisiscono certi abiti mentali, inerenti ai modi di pensare e di vedere le cose. Un dato insieme di questi abiti viene solitamente identificato con un certo tipo di mentalità o forma mentis“. Abiti sia specifici alle discipline (abiti di matematico, storico, ..), sia di carattere generale (abiti di analisi, sintesi, riflessività, ..)”. (Baldacci M., 2012, pag 10)
  • 7. • In corrispondenza si hanno due diversi tipi di insegnamento: 1. l’insegnare che le cose stanno in un certo modo (riguarda l’organizzazione per l’apprendimento delle conoscenze) e l’insegnare come fare certe cose (concerne le condizioni per l’apprendimento delle abilità); questo tipo di insegnamento corrisponde all’apprendimento 1 2. l’insegnare a essere in una certa maniera è inerente all’acquisizione di abiti mentali e, dunque, all’apprendimento 2. Baldacci
  • 8. Curricolo 1 e 2 • si individuano due tipi di curricolo: curricolo 1 (di primo livello) e curricolo 2 (di secondo livello) corrispondenti, rispettivamente, a apprendimento 1 e a apprendimento 2 Baldacci
  • 9. • Il curricolo di primo livello riguarda l’acquisizione di conoscenze e abilità relative alle singole discipline di studio: conoscenze e abilità matematiche, conoscenze e abilità linguistiche, … • Il curricolo di secondo livello corrisponde all’apprendimento 2; riguarda la strutturazione di abiti mentali, sia specifici alle discipline (abiti di matematico, storico, ..), sia di carattere generale (Baldacci M., 2012)
  • 10. • Sempre più si avrà bisogno di abiti di carattere generale (di analisi, sintesi, riflessività, collegamento fra i saperi, di composizione e scomposizione dei saperi, ..) in quanto il mondo è sempre meno leggibile secondo visioni uni-disciplinari
  • 11. Due considerazioni 1. – I due livelli curricolari sono complementari: il secondo vive sul primo e, allo stesso tempo, il secondo influenza il primo; – non si può formare un abito mentale da matematico senza conoscenze e abilità matematiche e acquisire abiti mentali da matematico influenza i modi con i quali si continuerà ad apprendere conoscenze e abilità. Baldacci
  • 12. 2. – il curricolo di 2° livello si sviluppa in tempi più lunghi e rischia di essere “dimenticato” dall’insegnante che potrebbe concentrarsi maggiormente sui progressi immediati degli studenti; – sono invece i progressi sull’acquisizione di abiti mentali che permangono durevolmente e incidono fortemente nella formazione. Baldacci
  • 13. – Le conoscenze e abilità apprese a scuola vanno incontro a decadimento (di memoria e di obsolescenza delle stesse), mentre gli abiti mentali non decadono; restano e si imprimono nei modi di pensare e di agire degli individui e saranno loro che guideranno gli adulti a imparare per tutta la vita, sostituendo le vecchie conoscenze e abilità con altre in linea con i tempi. Baldacci
  • 14. • Non è possibile prevedere il mondo del futuro, quali conoscenze, abilità, quali professionalità. Il domani imporrà, più che applicare conoscenze e pratiche sperimentate, di saper “recepire” e organizzare nuove visioni, nuovi modi di operare e nuove prospettive. Baldacci
  • 15. • Dewey in Esperienza e Educazione (2014, pag. 6) dice che si oppongono – «all’imparare dai libri e dai maestri, l’apprendere attraverso l’esperienza; all’acquisizione di abilità e di tecniche isolate attraverso l’esercizio si oppone il conseguimento di esse come mezzi per ottenere fini che rispondono a esigenze vitali; alla preparazione per un futuro più o meno remoto si oppone il massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente; ai fini e ai materiali statici è opposta la familiarizzazione con un mondo in movimento»
  • 16. Dice ancora Dewey • per esperienza si intende «quel che è in virtù di una transazione che si stabilisce fra un individuo e il suo ambiente» (ivi, pag. 31), sia che l’ambiente sia una persona, sia un gioco, sia un libro che si sta leggendo con tutti i suoi mondi, sia un castello di sogni entro il quale si interagisce con immaginari scenari, oggetti e persone.
  • 17. • Si intravede il curricolo per competenze. • Comunque il curricolo, nella storia, non è solo legato alle competenze….
  • 18. programmi, programmazione, curricolo di scuola • Da circa 50 anni si parla di curricolo nella scuola con uno slittamento di significato fra l’originario e quello attuale • Un percorso storico si sviluppa intorno a 3 parole: programmi, programmazione, curricolo di scuola Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
  • 19. programmi, programmazione, curricolo di scuola Assumendo come riferimento che la programmazione è una esplicitazione di una progettazione, si può dire che: • nella fase dei programmi: progettazione e programmazione sono centralizzate; • nella fase della programmazione: progettazione centralizzata e programmazione decentralizzata; • nella fase del curricolo: progettazione e programmazione sono decentralizzate
  • 20. programmi • la proposta formativa della scuola era completamente centralizzata sia in riferimento ai traguardi formativi che ai contenuti di insegnamento che alle indicazioni metodologiche e valutative. • L’insegnante aveva tutto pronto “chiavi in mano” e doveva solamente preoccuparsi di una fedele applicazione. • La sua funzione era, quindi, essenzialmente esecutiva.
  • 21. programmazione • A partire dai decreti delegati del 1974, alla “periferia” viene delegato il compito di programmare nell’ambito di una proposta di programmi che, comunque, derivano dal centro. • Parallelamente la figura del docente viene inserita in una “collegialità”; • collegialità che media fra il “testo” ministeriale e l’azione del singolo docente. Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
  • 22. programmazione • Nascono forme di ingegneria progettuale riconducibili sotto l’etichetta di “pedagogia per obiettivi”. • Il curricolo è la proposta formativa, prodotta dalla programmazione, che si riversava sugli alunni. • Il docente costruisce il proprio curricolo come insieme di tabelle di obiettivi, variamente sottodimensionati e parcellizzati, con relative modalità di valutazione, inseriti in U.D. Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
  • 23. programmazione • Ne risultò, spesso, un curricolo riproposto negli anni senza alcuna revisione con una divaricazione fra curricolo ufficiale (presentato) e curricolo reale (quello che effettivamente il docente organizzava e sviluppava in aula). E ora ?
  • 24. Curricolo di scuola • Nasce a cavallo del passaggio al nuovo millennio. • Segnale evidente: passaggio da programmi ministeriali a “indicazioni per la costruzione del curricolo”. • Dai programmi “a tutto tondo” (contenuti, indicazioni metodologiche) alle indicazioni che si “limitano” a formulare traguardi di competenze, obiettivi di apprendimento precisandoli nei termini di standard comuni e irrinunciabili. • Si sostanzia di più il passaggio dal centro alle periferie (dai programmi al curricolo) Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma
  • 25. Ma è vero il passaggio dal centro alla periferia?
  • 27. Ivan Illich[1] • Ivan Illich è stato uno scrittore, storico, pedagogista e filosofo austriaco. Personaggio di vasta cultura, viene citato spesso come teologo, linguista, per la sua vasta conoscenza di svariati idiomi, e storico. Wikipedia • Data di nascita: 4 settembre 1926, Vienna • Data di morte: 2 dicembre 2002, Brema
  • 28. Ivan Illich[2] • In Descolarizzare la società (1971) –analisi avversa alla scolarizzazione istituzionale, –ciascuno deve gestire autonomamente il proprio percorso formativo –la scuola non è un luogo generatore di apprendimento, –in essa s’istruisce, ma istruire non corrisponde necessariamente ad apprendere.
  • 29. Ivan Illich[3] • no scuola=istruzione, ma –valorizzazione della vita quotidiana, dove si apprende attraverso incidentalità, ma anche partecipazione, interessamento • a tutti un’uguale possibilità d’istruzione è lodevole ed anche possibile, però non è raggiungibile attraverso una scolarizzazione obbligatoria che garantisce solamente una successione di diplomi
  • 30. Ivan Illich[4] • Questa successione garantisce un apprendimento o l’aver rispettato una serie di regole che si arrogano il diritto di certificare quali presunte qualità siano state acquisite?
  • 31. Ivan Illich[5] • Illich non accetta l’idea che la società stabilisca degli accessi ai ruoli, precisando quali siano i diplomi necessari e poi essa stessa provveda, attraverso la scuola, ad organizzare questi percorsi • secondo l’autore essi sono il risultato di una monopolizzazione della loro gestione e distribuzione da parte del sistema scolastico
  • 32. Ivan Illich[6] • quasi tutto ciò che s'impara lo si apprende casualmente e l’acquisizione di determinate competenze propedeutiche ad un lavoro, possono/debbono essere ottenuta in centri ‘forniti’ di persone specializzate in minor tempo e con minor costi rispetto alla scuola; • alcuni di questi centri potrebbero essere istituiti dalle stesse aziende; • assegnare a tutti, all’atto della nascita, dei crediti, da utilizzare presso tutti i centri anche in età adulta, per soddisfare le proprie necessità formative
  • 33. Ivan Illich[7] • Illich: “intendo dimostrare che il contrario della scuola è possibile; che possiamo affidarci a un apprendimento autonomo invece di assumere insegnanti che allettino o costringano lo studente a trovare il tempo e la voglia d'imparare; che possiamo fornire al discente nuovi agganci con il mondo anziché continuare a somministrare tutti i programmi didattici attraverso l'imbuto dell'insegnante” [ivi, pag. 76].
  • 34. Ivan Illich[8] • potrebbero essere sufficienti dei centri di raccolta e scambio delle risorse fra coloro che decidano di usufruirne ai fini del proprio apprendimento. • non più percorsi prestabiliti che sostengono di individuare i bisogni di coloro che vogliono imparare e invece, nella maggior parte dei casi, decidono cosa deve imparare chi vuole imparare, bensì risposte alle esigenze di chi cerca “con quali oggetti e quali persone possono voler mettersi in contatto […] per poter imparare” [ivi, pag. 80].
  • 35. Ivan Illich[9] • restituire allo studente l’autonomia nella scelta degli obiettivi personali di apprendimento e la possibilità di soddisfarli attraverso l’accesso a idonei servizi messi a disposizione della comunità; • propone un sistema che si articola in quattro servizi per gestire la formazione: servizi per la consultazione di oggetti didattici, centrali delle capacità, assortimento degli eguali, servizi per la consultazione di educatori
  • 36. Ivan Illich[10] servizi per la consultazione di oggetti didattici - facilitino l'accesso alle cose o ai processi usati per l’apprendimento formale. Tali risorse possono essere in parte riservate a questo scopo e conservate in biblioteche, agenzie di noleggio, laboratori e sale d'esposizione come i musei e i teatri; oppure adoperate quotidianamente nelle fabbriche, negli aeroporti o nelle fattorie, ma messe a disposizione degli studenti, siano essi apprendisti o frequentatori fuori orario centrali delle capacità - permettano agli individui di esporre le proprie capacità, le condizioni che pongono per servire da modelli a chi vuole impararle, e gli indirizzi ai quali sia possibile reperirli
  • 37. Ivan Illich[11] assortimento degli eguali - una rete di comunicazione che permetta alle persone di descrivere il tipo di apprendimento cui vogliono dedicarsi, nella speranza di trovare un compagno di ricerca servizi per la consultazione di educatori in genere - professionisti, para-professionisti e liberi operatori, che potrebbero essere elencati in una guida con l'indirizzo, una descrizione fatta dagli stessi interessati e le condizioni per accedere ai loro servizi. Questi professionisti potrebbero essere scelti mediante un voto o una consultazione dei loro ex clienti.
  • 38. Ivan Illich[] in definitiva, occorrerebbe rivoluzionare l’istruzione sulla base dei seguenti principi • “Liberare l'accesso alle cose, sopprimendo il controllo che oggi persone e istituzioni esercitano sui loro valori didattici.” Servizi per la consultazione di oggetti didattici • “Liberare la trasmissione delle capacità, riconoscendo a chi ne faccia richiesta la libertà di insegnarle o esercitarle.” Centrali delle capacità • “Liberare le risorse critiche e creative della gente, restituendo ai singoli la possibilità di indire e tenere riunioni, possibilità che oggi è sempre più monopolizzata da istituzioni che pretendono di parlare in nome di tutti.” Assortimento degli eguali • “Liberare l'individuo dall'obbligo di adattare le proprie aspettative ai servizi offerti da una professione costituita, fornendogli la possibilità di attingere dall'esperienza dei suoi eguali e di affidarsi all'insegnante, alla guida, al consulente o al guaritore da lui stesso scelto” [ivi, pag. 103] Servizi per la consultazione di educatori in genere
  • 39. René Schérer (Tulle, 1922) • Mottana, commentando il pensiero di Schérer, dice: • “La pedagogia, più precisamente la setta dei pedagogisti, ha approvato il dispositivo disciplinare che ha represso i desideri e le possibilità vitali dell’infanzia in cambio di una protezione, di una securizzazione, di un incapsulamento che dona all’infanzia una fondamentale ‘funzione di verità’, ne fa la figura in germe di una umanità asservita ai suoi ruoli prescritti e alienati fin dall’origine. La pedagogia moderna, sempre più strumento di assoggettamento, non reprime l’infanzia in quanto tale, sia ben chiaro, ne fa piuttosto un soggetto elettivo, custodito, curato ma inesorabilmente deprivato della sua autonomia desiderante e della sua potenzialità eversiva” Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, 2014
  • 40. • “È il vizio pedagogico che va estirpato. […]. Se la setta dei maestri e dei pedagogisti vuole finire in bellezza e riscattarsi almeno un po’ dal ridicolo nel quale sta tramontando, dovrà esclusivamente dedicarsi a questo compito, facendosi attenta alle attrazioni appassionate dei bambini e aiutandoli a soddisfare l’immensità dei loro desideri al di fuori delle famiglie e contro di esse” Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, 2014
  • 41. bibliografia • Baldacci M., Insegnamento nella scuola secondaria, Tecnodic, Napoli, 2012 (impostazione della prima parte e molti spunti) • Bateson G., Verso un'ecologia della mente, Milano, Adelphi, 1977 • Cambi F, Universo-del-Corpo, Percorsi educativi, http://http://www.treccani.it/enciclopedia/educazione_(Universo-del- Corpo)/(Franco-Cambi,-Percorsi-educativi) • Castoldi M., Curriculum per competenze: percorsi e strumenti, Carocci, 2013, Roma • Illich I., Deschooling Society, 1971, trad. it. Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile? Mimesis, 2010 • Mottana P., Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem e Hakim Bey, Castelvecchi, 2014 • Pellerey M., L’approccio per competenze: è un pericolo per l’educazione scolastica?, Scuola democratica, 2011 , 2, 37-54. • Pellerey M., Dirigere il proprio apprendimento, La Scuola Ed. 2006 • Pellerey Michele, Competenze. Conoscenze, abilità, atteggiamenti. Il ruolo delle competenze nei processi educativi scolastici e formativi, Tecnodid, Napoli 2010. • AA. VV. Personalizzare l’insegnamento, Il Mulino, 2006