Presentazione alla Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli (Milano) nel workshop "Studiare non basta o non serve? Miti e realtà dell’istruzione universitaria", 25 settembre 2015
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Meno studi più trovi lavoro: un Bel Paese di camerieri e pizzaioli?
1. «Meno studi e più trovi lavoro»:
un Bel Paese di camerieri e pizzaioli?
Giuseppe De Nicolao
Università di Pavia
2. Sommario
• Ha un ottimo reddito e vive con la sua donna
• Infermiere e pizzaiolo: il lavoro c’è, nessuno lo
vuole
• Maître à penser de noantri
• I dati, questi sconosciuti
• Studiate quello che vi pare, ma poi sono ...
vostri
3. «Ha un ottimo
reddito e vive con la
sua donna»
«Ha un reddito
basso e vive con i
suoi genitori»
26. Prendete i camerieri dei
miei locali: loro guadagnano
5 mila euro al mese esentasse
di mance e per questo
sono sempre sorridenti
non fatevi infinocchiare, su un milione di
start up solo una ne va a buon fine in
Italia, aprite una pizzeria,
mal che vada ve magnate la pizza ...
Flavio Briatore
Università Comm. L. Bocconi
Maggio 2014
27.
28. De Rita: “le università italiane sono cresciute troppo”,
troppi ingegneri, “non abbiamo bisogno di geni”
29.
30. Abravanel & D’Agnese: «I fisici
dell'università di Padova che
lavorano un anno dopo la laurea
sono il 27 per cento,
praticamente meno dei laureati
in qualsiasi altra materia di
qualsiasi università d'Italia. (...)
nerd con la testa fra le nuvole»
Il 58,8% dei fisici è impegnato a proseguire gli studi
(dottorato, master). Solo il 3,9% non lavora, ma cerca
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31. Abravanel & D’Agnese: «I fisici dell'università di
Padova che lavorano un anno dopo la laurea sono il 27
per cento, praticamente meno dei laureati in qualsiasi
altra materia di qualsiasi università d'Italia. (...) le
aziende guardano a un laureato in Fisica con una certa
preoccupazione. Pensano sia troppo teorico, poco
orientato ai rapporti interpersonali: un nerd con la
testa fra le nuvole»
I laureati in fisica? «Nerd con la testa tra le nuvole» Vero o falso?
Tasso occupazione (def. ISTAT): 96,1%
Che ad avere la testa tra le nuvole sia qualcun altro?
Fact checking: «I fisici
dell'università di Padova che
lavorano sono il 31,4%, ma
soprattutto il 58,8% è
impegnato a proseguire gli
studi (dottorato, master,
etc). Solo,il 3,9% non lavora,
ma cerca
57. S.Feltri (1/3): «Secondo punto: il sistema universitario italiano fa
un po’ schifo, scusate l’eccesso di sintesi. Almeno sulla base delle
competenze che vengono riscontrate tra gli studenti italiani e tra
gli adulti. Qui ci sono i punteggi Pisa in lettura, matematica e
scienze del 2012, rilevati dall’Ocse, raccolti tra gli studenti delle
superiori. E a fianco i risultati tra gli adulti: non si vedono grandi
miglioramenti. Queste non sono mie opinioni, sono dati».
58.
59. S.Feltri (2/3): «Terzo dato rilevante, ai fini della nostra discussione:
secondo l’Ocse, un terzo dei lavoratori italiani occupa un posto che
non corrisponde alle sue competenze. Così, a spanne, tendo a
pensare che sia più facile trovare un esperto di letteratura inglese
in un call center piuttosto che uno scienziato informatico a staccare
biglietti in un museo.…. E’ chiaro che studiamo le cose sbagliate e,
per aggravare la situazione, le studiamo anche male».
60.
61. S.Feltri (3/3): «Vero. Ma da qualche parte bisogna pur provare a
rompere il circolo vizioso. Ed è più facile che, se ci sono tanti
ingegneri informatici, questi – magari da dentro le imprese –
migliorino il mercato del lavoro. Ma formare migliaia e migliaia di
scienziati della comunicazione di sicuro non aiuta.».
I famigerati corsi di laurea in
“Scienze della disoccupazione”
62.
63.
64.
65. Stefano Micelli, direttore di Fondazione Nordest: «Il successo di
Scienze della Comunicazione a Padova è quello di aver trovato un
terreno fertile e ricettivo nella manifattura nordestina. Sono
proprio le aziende venete che si stanno internazionalizzando e
hanno un grande bisogno di «raccontarsi» per esplorare nuovi
mercati che danno lavoro ai laureati in Scienze della
Comunicazione. Oggi infatti per competere e presidiare i mercati
internazionali le imprese manifatturiere italiane devono saper
coniugare il saper fare e il ben fatto con la capacità di narrare le
caratteristiche, la cultura e la qualità del Made in Italy».