2. Fabbricazione Digitale
• Fabbing: processo attraverso cui è possibile creare oggetti
solidi e tridimensionali partendo da disegni digitali
• Ampiamente utilizzato nella prototipazione rapida
• Diverse tecniche di fabbricazione (additive o sottrattive)
diversi macchinari (stampanti 3d, plotter da taglio, frese,
taglio laser ecc)
• Open source
• Open hardware
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3. Fabbricazione Digitale
• Simile all’artigianato o all’hobbystica ma in una nuova chiave di
lettura
• Artigianato rinnovato grazie a nuovi macchinari e tecnologie
• Facilità di utilizzo
• Costi contenuti
• Alimentata anche dalla nascita di community in cui progetti, disegni
digitali e risorse vengono condivisi e messi a disposizione
gratuitamente dagli utenti
• Personal Fabrication: utenza non-professionale
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4. Personal Fabrication
• Utilizzo dei macchinari, delle tecnologie e dei progetti
per soddisfare le proprie esigenze domestiche
• Per migliorare la propria qualità della vita
• Per migliorare i propri hobby
• Per sperimentare migliorando l’apprendimento
• Per inventare
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5. Maker
• Wikipedia: Movimento culturale contemporaneo che rappresenta
un'estensione su base tecnologica del tradizionale mondo del fai da te
(«Do It Yourself»)
• Interessi più disparati
• Ingegneria
• Elettronica
• Robotica
• Stampa 3d (CNC)
• Lavorazione del metallo
• Lavorazione del legno
• Artigianato tradizionale
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6. Maker
• Ambiscono ad un mondo di scambi fisici ridotti con il fine di ridurre i consumi
inutili
• Un mondo dove esistono forme di produzione e proprietà diffuse
• Credono che chiunque possa diventare un maker e si battono perché ci sia un
tutorial per ogni cosa
• La trasparenza è per loro un valore centrale, insieme all’uso di licenze aperte
• Il loro impatto sul sistema economico è, a oggi, limitato (purtroppo)
• La loro filosofia, quasi “anarchica”, non li ha ancora spinti a creare alternative
open source per i prodotti di consumo, o comunità di produttori autonome
(al momento gran parte delle motivazioni dei makers stanno nel
divertimento)
• Progetti più impegnativi (non le semplici stampanti 3d) richiedono grandi
risorse: progettuali, temporali, economiche
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7. Controcultura
• Quello dei makers è un comportamento molto differente dalla massa
e dal sistema consumistico odierno
• Fortemente legato al movimento open e alle licenze libere
• Nuovi processi di innovazione «bottom-up»
• Innesca importanti effetti virtuosi in cui comunità sempre più
crescenti sperimentano nuovi approcci alla produzione basati su
tecnologie a basso costo e su piccolissima scala o per un unico
esemplare
• Nuova rivoluzione industriale? (Chris Anderson – Wired)
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8. I protagonisti
• Makers: credono nella condivisione della conoscenza, usano le tecnologie di personal
fabrication per auto produrre o riparare ciò che gli serve; non ambiscono a vendere i loro
prodotti.
• Inventori: credono nella condivisione ma, talvolta, vi possono rinunciare, per esigenze
di business; usano le tecnologie di personal fabrication per prototipare le loro invenzioni;
ambiscono a vendere le proprie creazioni.
• Artigiani digitali: il possesso di competenze “segrete” è all’origine del loro successo
professionale: difficile che le condividano; allo stesso tempo, risolvono sempre più
spesso problemi in maniera collaborativa; si servono degli strumenti di personal
fabrication per aggiornare i loro prodotti e creare pezzi sempre migliori.
• Designers: molti hanno abbracciato l’autoproduzione, altri la condivisione, altri la
passione per gli smart object; collaborano un po’ con tutti con una logica ovviamente
commerciale.
• Service providers: permettono a tutti di lavorare fornendo stampa, taglio, lavorazioni
quasi industriali; sono tecnici esperti di macchinari di personal fabrication, condividono il
loro know-how, hanno una logica commerciale.
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9. Miscelazione
• Come si combinano queste cinque categorie? Come possono integrarsi in maniera costruttiva?
• incomprensioni tra chi ha una più forte consapevolezza sociale del proprio ruolo e chi invece si
avvicina al mondo dei makers per rivitalizzare i propri prodotti
• Iniziative improvvisate nascono come funghi
• Tra artigiani e attivisti maker non corre buon sangue:
1. i primi creano pezzi molto costosi e lottano contro le grandi corporation solo perché queste competono in
maniera sleale;
2. i secondi intendono dare vita a un mondo in cui chiunque può essere artefice di ciò che gli occorre
condividendo conoscenza.
• C’è un punto di contatto:
• entrambi si battono per un mondo della produzione più umano
• un rapporto col proprio lavoro meno alienante
• puntano a una svolta culturale utile per milioni di neet (né-né) e disoccupati: una riscoperta della manualità
per costruire nuove professionalità sempre più richieste
• Soluzione ideale?
• Costi più bassi per gli artigiani, grazie a personal fabrication e vendite più elevate (e-commerce specifici)
• maggiore apertura
• formazione da parte loro per creare nuovi posti di lavoro
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10. Miscelazione
• Anche tra makers e inventori ci possono essere incomprensioni:
• se i secondi utilizzano i primi per risolvere i problemi dei propri prodotti, ma poi finiscono per chiudere le
licenze, creano danni alle comunità open source e minano le motivazioni a partecipare. Pare stia
accadendo con Makerbot, speriamo non si ripeta con altri progetti
• C’è comunque speranza: makers abbiano aspirazioni diverse dagli inventori, a mio avviso la
reciproca collaborazione è decisiva
• I makers hanno bisogno di macchinari a bassi costi, di risorse pubbliche, di sponsor che investano nella
loro opera di divulgazione e attivismo. In cambio, producono la conoscenza (teorica e pratica) che
useranno anche gli inventori
• Gli inventori hanno maggiori capacità manageriali, sanno convogliare efficacemente le risorse che sono
disponibili sul libero mercato e confrontarsi con attori rilevanti in economia (imprese, investitori)
• i makers dovranno consolidare modelli di sostenibilità economica per i propri spazi (fablab e affini)
• Affinchè si instaurino forma di collaborazione efficaci, occorre siano trasparente (servono
regole comuni e un minimo di filtro sulla comunicazione)
• Servono inoltre regole condivise per creare sponsorizzazioni pulite (una sorta di decalogo)
o per gestire licenze aperte in progetti per valorizzare i contributi delle comunità di
sviluppatori senza sacrificarle agli investitori
• Lavoro di coordinamento
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11. Nuova Rivoluzione Industriale
• Chris Anderson: «Ogni volta che scarico un progetto dal web e stampo
qualcosa con la mia MakerBot senza dover andare in un negozio o
anche solo imbarcarmi in transazioni commerciali, mi chiedo quanto
tempo ci vorrà prima che una parte più grande del mondo degli atomi
diventi libera, come è già accaduto alla maggior parte dei bit”.
• Economist: «siamo nel pieno della Nuova Rivoluzione Industriale, e i
suoi protagonisti sono i makers, quelli che se hanno un’idea la
realizzano direttamente»
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12. Maker Culture
• Riduzione della scala minima del manufacturing
• Digitalizzazione dei processi produttivi (adeguamento)
• «Far da sé ciò che prima facevano gli altri»
• Cambio di rapporto fra produttore e consumatore (potrebbero essere
la stessa persona!)
• Notevole «salto» nei processi produttivi
• Difesa della libertà intellettuale avvantaggiata
• Nuova economia di scala
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13. Maker Culture
• Condivisione dell’informazione
• Cooperazione
• Reciprocità
• Nuovo modello economico «open» funzionante («Sharing Economy)
• Condizionamento del mondo dell’imprenditoria (Fine del capitalismo?)
• Nuovo modello di business
• Realizzazione di centri per la condivisione tra artigiani di tecnologie: i
Fablab
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14. Fab Lab
•Fabrication Laboratory: «officine» che offrono
servizi personalizzati di fabbricazione digitale
•Dotati di diversi strumenti tecnologici
(stampanti, frese, plotter ecc.) messi a
disposizione «liberamente» per tutti!
•Spazi per un uso collaborativo delle tecnologie di
fabbricazione digitale
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15. Fab Lab
Condizioni:
•Accesso Pubblico
•Supporto e Iscrizione alla «Fab Charter»
•Condivisione di un set comune di strumenti e
processi
•Partecipazione alla rete globale dei fablab
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16. Fab Lab
La «Fab Charter» riporta:
Che cos’è un fab lab?
• «I fab lab sono una rete globale di laboratori locali che permettono di
inventare fornendo l'accesso a strumenti di fabbricazione digitale»
Chi può utilizzare un fab lab?
• I fab lab sono disponibili come risorsa della comunità, offrendo un
accesso aperto agli individui, così come l'accesso previsto per i
programmi
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17. Fab Lab
Chi detiene le invenzioni di un fab lab?
• Disegni e processi sviluppati nei fab lab possono essere protetti e
venduti a seconda della scelta dell'inventore, ma devono rimanere a
disposizione per gli individui che li usano e che imparano da esso.
Come le aziende possono utilizzare un fab lab?
• Le attività commerciali possono essere prototipate e incubate in un fab
lab, ma non devono entrare in conflitto con altri usi, devono crescere al
di là, piuttosto che all'interno di un laboratorio, e ci si aspetta di
beneficiare gli inventori, laboratori e reti che contribuiscono al loro al
loro successo.
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18. Le importanti regole da non
dimenticare…
• Un fab lab nasce dal lavoro di squadra
• Sentirsi parte di una rete e imparare dagli altri
• Non dare nulla per scontato
• Stimolare verso tutto ciò che è Open Source e Open Hardware
• Non limitarsi a nessun campo o scienza
• Divertirsi
• Essere creativi. In un fab lab non esistono cattive idee
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