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Claudio Goatelli
Il nuovo isee
Clesius srl
indirizzi per il governo della riforma
l’introduzione dell’IseE
L’ISEE è stato introdotto in Italia 17 anni fa con
lo scopo di individuare “criteri unificati di
valutazione della situazione economica di
coloro che richiedono prestazioni o servizi
sociali o assistenziali non destinati alla
generalità dei soggetti o comunque collegati
nella misura o nel costo a determinate
situazioni economiche”
il presupposto dell’ISEE
limitare l’eccessiva discrezionalità nell’accesso
alle prestazioni sociali e nei metodi di calcolo
della situazione economica degli aventi diritto
( garantendo dunque maggior equità )
la finalità dell’isee
L’ISEE serve per calcolare:
la condizione economica per l’accesso ad una
prestazione sociale/servizio;
l’(eventuale) compartecipazione al costo
della suddetta prestazione sociale/servizio
( es. rette asili nido, mense scolastiche, servizi per la non
autosufficienza, contributi economici, ecc. )
L’ISEE e’ uno strumento, non e’ una politica!
La riforma dell’ISEE
dal 1998
….anche la formula della
Coca-Cola è cambiata!
#1 - manutenzione
Un nucleo familiare
in continua evoluzione
#2 - la famiglia
ISEE = 0
indennità di accompagnamento
15.000 euro in banca
casa del valore ICI di 50.000 euro
effetti della formulazione su valutazione
valutazione sul lordo IRPEF
effetto selettivo del patrimonio
#3 - gli isee zero
Un mondo antinomico?
#4 - evasore2
I valori nulliI valori nulli
• DSU con ISEE = 0 11,2%
• DSU con ISR = 0 12,4%
• DSU con redditi = 0 12,8%
• DSU con rend.p.mob.=0 81,3%
• DSU con ISEE = 0 11,2%
• DSU con ISR = 0 12,4%
• DSU con redditi = 0 12,8%
• DSU con rend.p.mob.=0 81,3%
99
• DSU con rend.p.mob.=0 81,3%
• DSU con ISP = 0 60,8%
• DSU con patr.mob.=0 95,0%
• DSU con patr.imm.= 0 62,5%
• DSU con rend.p.mob.=0 81,3%
• DSU con ISP = 0 60,8%
• DSU con patr.mob.=0 95,0%
• DSU con patr.imm.= 0 62,5%
11,7%90% famiglie con almeno un conto corrente
l’ISEE che ci raccontano
l’isee obbligatorio
L’ISEE è pari alla somma 

dell’indicatore della situazione reddituale (ISR) e 

del 20% della situazione patrimoniale (ISP), 

divisa per una scala di equivalenza (SE) :
SE
ISPISR
ISEE
×+
=
%20
La formula sintetica dell’ISEE non è cambiata
da “La riforma dell’ISEE: analisi e prospettive - R.Tangorra”
come cambia l’isee
Tutte le componenti, però, hanno subito sostanziali
modifiche
( )
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α
dove Y è il reddito (escluso quello da patrimonio mobiliare), W il patrimonio (MOB se
mobiliare, IMM se immobiliare), D le detrazioni e le franchigie, r il rendimento
“normale” del patr. mob.,
n il numero dei componenti il nucleo familiare, p (·,· ) la funzione che individua la scala
di equivalenza, x particolari caratteristiche del nucleo
da “La riforma dell’ISEE: analisi e prospettive - R.Tangorra”
come cambia l’isee
come cambia l’isee: il nucleo
come cambia l’isee: il reddito
come cambia l’isee: il patrimonio
1. Patrimonio al 31/12 - IMU
2. Immobili all’estero ( costo/valore )
3. Consistenza media annua
4. Franchigie “modulari”
Inizio
1
Presenta
dsu
4 gg
2
invio a
Inps
4 gg
3
scambio
dati
2 gg
calcolo
isee
4
fine
?
i 10 giorni del nuovo iSee
l’ISEE che si moltiplicA
1 ISEE standard
2 ISEE per prestazioni di natura sociosanitaria
3
4
5
il cittadino “globe-trotter “!
6 ISEE corrente
ISEE per prestazioni rivolte a minorenni
ISEE per diritto allo studio universitario
ISEE per prestazioni di natura sociosanitaria RES.
ulteriori criteri di selezione
La popolazione ISEE
Ad ogni modo al terzo trimestre tutte le regioni
(con una eccezione) hanno una incidenza della
popolazione ISEE superiore al 10% e, in più di
metà dei casi, superiore al 15%.
Nel Mezzogiorno le regioni hanno tutte una
incidenza del 20% o superiore e, in particolare,
quelle a maggiore incidenza nel 2014 –
Campania, Calabria e Sicilia – nonostante la forte
contrazione, sono superate solo da Basilicata e
Sardegna (24 e 27%).
Tra le regioni ad elevata copertura della
popolazione ISEE compare per la prima volta
anche una regione del Nord – il Friuli Venezia
Giulia – con oltre il 20% di individui coperti da
DSU presentata nei primi nove mesi del 2015.
Peculiare permane la situazione delle province
autonome di Trento e Bolzano (con solo il 6%
della popolazione residente che ha presentato
una DSU nei primi nove mesi): notoriamente le
Province autonome si erano dotate, prima della
riforma, di strumenti propri diversi dall’ISEE per la
selezioni dei beneficiari di prestazioni sociali
agevolate; dovranno pertanto gestire una
transizione verso l’indicatore oggi definito livello
essenziale.
Trentino A.A. 6,3
Veneto 10,7
Lombardia 12,4
Liguria 12,5
Umbria 13,0
Molise 13,1
Marche 13,4
Piemonte 13,7
Emilia-Rom. 14,3
Abruzzo 15,4
V. d'Aosta 16,1
Toscana 17,5
Lazio 17,5
Puglia 19,7
Friuli-V.G. 21,5
Sicilia 22,3
Campania 22,5
Calabria 23,8
Basilicata 24,0
Sardegna 27,2
Italia 16,7
% popolazione residente
con dichiarazione ISEE
i dati a livello nazionale
ISEE pre e post riforma: le distribuzioni
Passando al confronto distributivo tra il nuovo e il vecchio ISEE (in tabella la distribuzione per classi; in figura, la frequenza cumulata), va precisato che il
“nuovo” è l’indicatore effettivamente rilasciato in questi primi mesi dell’anno, il “vecchio” è l’indicatore calcolato con le vecchie regole sulle nuove
dichiarazioni. Le informazioni necessarie a calcolare il vecchio ISEE, infatti, sono tutte contenute nel nuovo (con un’unica rilevante eccezione, relativa alle
prestazioni socio-sanitarie quando si presenta il nucleo familiare ristretto): è pertanto possibile calcolare per quasi tutte le dichiarazioni presentate col nuovo
sistema anche il vecchio ISEE (si noti che non è possibile il viceversa, per cui non si è potuto fornire dati di questo tipo prima dell’entrata in vigore delle nuove
regole). Va sottolineato che non si tratta del confronto tra 2014 e 2015: l’ISEE calcolato con le vecchie regole sulle nuove DSU può essere anche molto diverso
da quello calcolato con le medesime regole sulle DSU presentate nel 2014, ad esempio per l’emersione di valori precedentemente non dichiarati.
In via generale (cioè per l’ISEE ordinario e per la popolazione nel complesso), le distribuzioni del nuovo ISEE appaiono molto simili a quelle che si sarebbero
ottenute ricalcolando l’ISEE con le vecchie regole sulle stesse dichiarazioni. In altri termini, ad ogni data soglia di ISEE, come si può osservare in tabella, la
popolazione che si colloca al di sotto con il Nuovo ISEE non è molto diversa da quella che vi si sarebbe collocata con il Vecchio ISEE: le differenze sono sempre
nell’ordine del + o - 1%. E ciò nonostante la distribuzione si stia «spostando» verso destra, con l’afflusso nel terzo trimestre di valori ISEE più elevati che nei
mesi precedenti (tipicamente connessi alla richiesta di prestazioni universitarie).
Tanto rumore per nulla? Attenzione: obiettivo dichiarato del Governo non era “aumentare” l’ISEE, ma migliorarne l’equità. Non deve stupire pertanto la
verosimiglianza delle distribuzioni, che è anzi un effetto desiderato della riforma. Se per classi di ISEE non vi sono grosse variazioni quantitative, ciò non
implica in alcun modo che qualitativamente le popolazioni rimangano simili.
ORDINARIO
ISEE pre
riforma
ISEE post
riforma
Nullo 10,8 11,5
0-3.000 16,3 15,1
3.000-6.000 17,0 17,6
6.000-9.000 16,0 15,3
9.000-12.000 10,2 9,7
12.000-15.000 7,3 7,3
15.000-20.000 8,5 8,4
20.000-25.000 5,4 5,3
25.000-30.000 3,2 3,3
Oltre 30.000 5,4 6,5
Totale 100,0 100,0
i dati a livello nazionale
ISEE pre e post riforma: i nuclei familiari con persone con disabilità
Gli effetti della riforma sui nuclei di persone con disabilità o non autosufficienti sono molto diversi che sulla popolazione complessiva o sui nuclei con minori. Nel caso dei
disabili, la distribuzione è visibilmente modificata per effetto dell’introduzione delle nuove regole, con l’azzeramento e la sostanziale riduzione dell’ISEE per una consistente
quota della popolazione. Gli ISEE nulli, infatti, più che raddoppiano, passando da meno dell’8% a più del 17% della popolazione; sotto i 3.000 euro si concentra con le nuove
regole circa il 34% dei nuclei con persone con disabilità a fronte del 25% che si sarebbe avuto con le vecchie regole. Viceversa per la parte più «ricca» della popolazione
avviene il contrario: oltre i 30.000 euro di ISEE (dove oggi si concentra il 6,3% della popolazione) la quota di nuclei con persone con disabilità o non autosufficienti è tre
punti in più con le nuove regole rispetto alle vecchie (con le quali sarebbe stata del 3,3%).
Va comunque sottolineato che l’ISEE pre-riforma è qui sottostimato perché, per tutti coloro che hanno optato per un nucleo ristretto (operazione non possibile con le
vecchie regole), il vecchio ISEE è calcolato su un nucleo familiare incompleto (si tratta del l’11% dei nuclei con disabili nel periodo analizzato). Quindi i vantaggi (non solo
nella parte bassa della distribuzione) legati all’introduzione delle nuove regole sono significativamente maggiori di quelli evidenziati nei dati.
L’effetto sulla parte bassa della distribuzione dei redditi è chiaramente dovuto alle nuove modalità di calcolo in presenza di una persona con disabilità: non più una
maggiorazione della scala di equivalenza, come accadeva prima, ma un sistema di franchigie e detrazioni di spese, operazione chiaramente più favorevole per i redditi bassi
e che più che compensa l’inclusione dei trattamenti esenti prevista dal legislatore (tanto da azzerare l’ISEE a oltre un sesto dei nuclei). L’effetto sulla parte alta della
distribuzione è invece solo parzialmente dovuto al venir meno della maggiorazione della scala di equivalenza, dovendosi anche tener conto della diversa rilevanza del
patrimonio, già evidenziata in via generale e d’impatto significativo soprattutto per la popolazione anziana non autosufficiente.
ISEE pre
riforma
ISEE post
riforma
Nullo 7,7 17,4
0-3.000 17,5 16,3
3.000-6.000 21,7 15,3
6.000-9.000 17,5 13,0
9.000-12.000 11,6 9,2
12.000-15.000 7,3 7,1
15.000-20.000 7,4 7,6
20.000-25.000 3,6 4,8
25.000-30.000 2,2 3,0
Oltre 30.000 3,3 6,3
Total 100,0 100,0
Patrimonio mobiliare: prime considerazioni
Nella valutazione della componente patrimoniale, discorso a parte merita il patrimonio mobiliare (cioè conti correnti e
libretti di deposito). Già dopo l’annuncio della riforma, nel triennio 2012-14 , si era cominciata a ridurre la quota di
sottodichiarazioni (da circa l’80% a meno del 70% quelle con patrimonio mobiliare nullo): era stato infatti previsto che i dati
comunicati dagli intermediari finanziari all’Agenzia delle entrate per la lotta all’evasione potessero essere utilizzati anche per
i controlli ISEE. Ma l’effettiva implementazione delle nuove regole ha risultati eclatanti in termini di emersione.
Confrontando i primi nove mesi del 2014 con lo stesso periodo del 2015 si osserva un abbattimento di oltre tre quarti delle
DSU con patrimonio nullo (dal 69,4 al 16,0%). Allo stesso tempo il valore medio è più che doppio (da 5.600 a quasi 12.000
euro) e il valore del terzo quartile (quello cioè che individua il quarto di popolazione con valori più alti) di 7 volte superiore
(da 1.500 a oltre 10.000 euro).
Gli andamenti già rilevati nei precedenti report sono quindi non solo confermati, ma addirittura più accentuati: se le DSU con
patrimonio mobiliare nullo erano rispettivamente il 24 ed il 16% nel primo e nel secondo trimestre, nel terzo trimestre si
scende sotto il 12%, sia per una maggiore correttezza nei comportamenti sia per una diversa composizione della popolazione
ISEE (la più volte citata presenza di nuclei familiari con universitari nel 3° trimestre). Il trend è ancora più evidente se
osserviamo il profilo per mese di sottoscrizione delle quote di DSU con patrimonio mobiliare nullo: si passa da quasi metà
delle DSU a gennaio a una su nove ad agosto e settembre.
ISEE
2014
ISEE
2015
% nulli 69,4 16,0
media (esc. 1% out) 5.600 11.753
1° quartile 0 135
mediana 0 1.929
3° quartile 1.500 10.338
i dati a livello nazionale
effetto controlli sistema
l’effetto dei controlli e il disorientamento pa
il rumore sul nuovo ISEE
il rumore sul nuovo ISEE
“Il segnale è la verità. Il
rumore è ciò che ci
distrae dalla verità. Noi
viviamo nel rumore”
l’isee che non deve incidere sui bilanci
5%
12%
37%
54%
66%
78%
91%
94%
100%
5%
15%
45%
55%
69%
82%
91%
94%
100%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
- 3.000	 6.000	 9.000	 12.000	 15.000	 20.000	 25.000	 >30000
ISEE	ordinario
ISEE	pre	riforma ISEE	post	riforma
Simulazioni di impatto su …
Simulazioni di impatto su …
10.477,04	
8.780,00	
9.802,18	
6.760,68	
-
2.000,00	
4.000,00	
6.000,00	
8.000,00	
10.000,00	
12.000,00	
Media Mediana
Valori	ISEE
ISEE	pre	riforma ISEE	post	riforma
Diminuisce
78%
Stabile
5%
Aumenta
17%
Variazione	ISEE
***Campione di utenti SAD, Contributi economici e Asilo Nido
Simulazioni di impatto su …
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Laboratori Isee: La Valutazione
 

Il nuovo ISEE "sotto scacco"

  • 1. Claudio Goatelli Il nuovo isee Clesius srl indirizzi per il governo della riforma
  • 2. l’introduzione dell’IseE L’ISEE è stato introdotto in Italia 17 anni fa con lo scopo di individuare “criteri unificati di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni o servizi sociali o assistenziali non destinati alla generalità dei soggetti o comunque collegati nella misura o nel costo a determinate situazioni economiche”
  • 3. il presupposto dell’ISEE limitare l’eccessiva discrezionalità nell’accesso alle prestazioni sociali e nei metodi di calcolo della situazione economica degli aventi diritto ( garantendo dunque maggior equità )
  • 4. la finalità dell’isee L’ISEE serve per calcolare: la condizione economica per l’accesso ad una prestazione sociale/servizio; l’(eventuale) compartecipazione al costo della suddetta prestazione sociale/servizio ( es. rette asili nido, mense scolastiche, servizi per la non autosufficienza, contributi economici, ecc. ) L’ISEE e’ uno strumento, non e’ una politica!
  • 6. dal 1998 ….anche la formula della Coca-Cola è cambiata! #1 - manutenzione
  • 7. Un nucleo familiare in continua evoluzione #2 - la famiglia
  • 8.
  • 9.
  • 10. ISEE = 0 indennità di accompagnamento 15.000 euro in banca casa del valore ICI di 50.000 euro effetti della formulazione su valutazione valutazione sul lordo IRPEF effetto selettivo del patrimonio #3 - gli isee zero
  • 12. I valori nulliI valori nulli • DSU con ISEE = 0 11,2% • DSU con ISR = 0 12,4% • DSU con redditi = 0 12,8% • DSU con rend.p.mob.=0 81,3% • DSU con ISEE = 0 11,2% • DSU con ISR = 0 12,4% • DSU con redditi = 0 12,8% • DSU con rend.p.mob.=0 81,3% 99 • DSU con rend.p.mob.=0 81,3% • DSU con ISP = 0 60,8% • DSU con patr.mob.=0 95,0% • DSU con patr.imm.= 0 62,5% • DSU con rend.p.mob.=0 81,3% • DSU con ISP = 0 60,8% • DSU con patr.mob.=0 95,0% • DSU con patr.imm.= 0 62,5% 11,7%90% famiglie con almeno un conto corrente
  • 13. l’ISEE che ci raccontano
  • 15. L’ISEE è pari alla somma 
 dell’indicatore della situazione reddituale (ISR) e 
 del 20% della situazione patrimoniale (ISP), 
 divisa per una scala di equivalenza (SE) : SE ISPISR ISEE ×+ = %20 La formula sintetica dell’ISEE non è cambiata da “La riforma dell’ISEE: analisi e prospettive - R.Tangorra” come cambia l’isee
  • 16. Tutte le componenti, però, hanno subito sostanziali modifiche ( ) ),( 111 xnp DWDWDrWY ISEE MOBIMM W n i MOB iW n i IMM i n i Y MOB ii ! " # $ % & −+−+! " # $ % & −+ = ∑∑∑ === α dove Y è il reddito (escluso quello da patrimonio mobiliare), W il patrimonio (MOB se mobiliare, IMM se immobiliare), D le detrazioni e le franchigie, r il rendimento “normale” del patr. mob., n il numero dei componenti il nucleo familiare, p (·,· ) la funzione che individua la scala di equivalenza, x particolari caratteristiche del nucleo da “La riforma dell’ISEE: analisi e prospettive - R.Tangorra” come cambia l’isee
  • 18. come cambia l’isee: il reddito
  • 19. come cambia l’isee: il patrimonio 1. Patrimonio al 31/12 - IMU 2. Immobili all’estero ( costo/valore ) 3. Consistenza media annua 4. Franchigie “modulari”
  • 20. Inizio 1 Presenta dsu 4 gg 2 invio a Inps 4 gg 3 scambio dati 2 gg calcolo isee 4 fine ? i 10 giorni del nuovo iSee
  • 21. l’ISEE che si moltiplicA 1 ISEE standard 2 ISEE per prestazioni di natura sociosanitaria 3 4 5 il cittadino “globe-trotter “! 6 ISEE corrente ISEE per prestazioni rivolte a minorenni ISEE per diritto allo studio universitario ISEE per prestazioni di natura sociosanitaria RES.
  • 22. ulteriori criteri di selezione
  • 23. La popolazione ISEE Ad ogni modo al terzo trimestre tutte le regioni (con una eccezione) hanno una incidenza della popolazione ISEE superiore al 10% e, in più di metà dei casi, superiore al 15%. Nel Mezzogiorno le regioni hanno tutte una incidenza del 20% o superiore e, in particolare, quelle a maggiore incidenza nel 2014 – Campania, Calabria e Sicilia – nonostante la forte contrazione, sono superate solo da Basilicata e Sardegna (24 e 27%). Tra le regioni ad elevata copertura della popolazione ISEE compare per la prima volta anche una regione del Nord – il Friuli Venezia Giulia – con oltre il 20% di individui coperti da DSU presentata nei primi nove mesi del 2015. Peculiare permane la situazione delle province autonome di Trento e Bolzano (con solo il 6% della popolazione residente che ha presentato una DSU nei primi nove mesi): notoriamente le Province autonome si erano dotate, prima della riforma, di strumenti propri diversi dall’ISEE per la selezioni dei beneficiari di prestazioni sociali agevolate; dovranno pertanto gestire una transizione verso l’indicatore oggi definito livello essenziale. Trentino A.A. 6,3 Veneto 10,7 Lombardia 12,4 Liguria 12,5 Umbria 13,0 Molise 13,1 Marche 13,4 Piemonte 13,7 Emilia-Rom. 14,3 Abruzzo 15,4 V. d'Aosta 16,1 Toscana 17,5 Lazio 17,5 Puglia 19,7 Friuli-V.G. 21,5 Sicilia 22,3 Campania 22,5 Calabria 23,8 Basilicata 24,0 Sardegna 27,2 Italia 16,7 % popolazione residente con dichiarazione ISEE i dati a livello nazionale
  • 24. ISEE pre e post riforma: le distribuzioni Passando al confronto distributivo tra il nuovo e il vecchio ISEE (in tabella la distribuzione per classi; in figura, la frequenza cumulata), va precisato che il “nuovo” è l’indicatore effettivamente rilasciato in questi primi mesi dell’anno, il “vecchio” è l’indicatore calcolato con le vecchie regole sulle nuove dichiarazioni. Le informazioni necessarie a calcolare il vecchio ISEE, infatti, sono tutte contenute nel nuovo (con un’unica rilevante eccezione, relativa alle prestazioni socio-sanitarie quando si presenta il nucleo familiare ristretto): è pertanto possibile calcolare per quasi tutte le dichiarazioni presentate col nuovo sistema anche il vecchio ISEE (si noti che non è possibile il viceversa, per cui non si è potuto fornire dati di questo tipo prima dell’entrata in vigore delle nuove regole). Va sottolineato che non si tratta del confronto tra 2014 e 2015: l’ISEE calcolato con le vecchie regole sulle nuove DSU può essere anche molto diverso da quello calcolato con le medesime regole sulle DSU presentate nel 2014, ad esempio per l’emersione di valori precedentemente non dichiarati. In via generale (cioè per l’ISEE ordinario e per la popolazione nel complesso), le distribuzioni del nuovo ISEE appaiono molto simili a quelle che si sarebbero ottenute ricalcolando l’ISEE con le vecchie regole sulle stesse dichiarazioni. In altri termini, ad ogni data soglia di ISEE, come si può osservare in tabella, la popolazione che si colloca al di sotto con il Nuovo ISEE non è molto diversa da quella che vi si sarebbe collocata con il Vecchio ISEE: le differenze sono sempre nell’ordine del + o - 1%. E ciò nonostante la distribuzione si stia «spostando» verso destra, con l’afflusso nel terzo trimestre di valori ISEE più elevati che nei mesi precedenti (tipicamente connessi alla richiesta di prestazioni universitarie). Tanto rumore per nulla? Attenzione: obiettivo dichiarato del Governo non era “aumentare” l’ISEE, ma migliorarne l’equità. Non deve stupire pertanto la verosimiglianza delle distribuzioni, che è anzi un effetto desiderato della riforma. Se per classi di ISEE non vi sono grosse variazioni quantitative, ciò non implica in alcun modo che qualitativamente le popolazioni rimangano simili. ORDINARIO ISEE pre riforma ISEE post riforma Nullo 10,8 11,5 0-3.000 16,3 15,1 3.000-6.000 17,0 17,6 6.000-9.000 16,0 15,3 9.000-12.000 10,2 9,7 12.000-15.000 7,3 7,3 15.000-20.000 8,5 8,4 20.000-25.000 5,4 5,3 25.000-30.000 3,2 3,3 Oltre 30.000 5,4 6,5 Totale 100,0 100,0 i dati a livello nazionale
  • 25. ISEE pre e post riforma: i nuclei familiari con persone con disabilità Gli effetti della riforma sui nuclei di persone con disabilità o non autosufficienti sono molto diversi che sulla popolazione complessiva o sui nuclei con minori. Nel caso dei disabili, la distribuzione è visibilmente modificata per effetto dell’introduzione delle nuove regole, con l’azzeramento e la sostanziale riduzione dell’ISEE per una consistente quota della popolazione. Gli ISEE nulli, infatti, più che raddoppiano, passando da meno dell’8% a più del 17% della popolazione; sotto i 3.000 euro si concentra con le nuove regole circa il 34% dei nuclei con persone con disabilità a fronte del 25% che si sarebbe avuto con le vecchie regole. Viceversa per la parte più «ricca» della popolazione avviene il contrario: oltre i 30.000 euro di ISEE (dove oggi si concentra il 6,3% della popolazione) la quota di nuclei con persone con disabilità o non autosufficienti è tre punti in più con le nuove regole rispetto alle vecchie (con le quali sarebbe stata del 3,3%). Va comunque sottolineato che l’ISEE pre-riforma è qui sottostimato perché, per tutti coloro che hanno optato per un nucleo ristretto (operazione non possibile con le vecchie regole), il vecchio ISEE è calcolato su un nucleo familiare incompleto (si tratta del l’11% dei nuclei con disabili nel periodo analizzato). Quindi i vantaggi (non solo nella parte bassa della distribuzione) legati all’introduzione delle nuove regole sono significativamente maggiori di quelli evidenziati nei dati. L’effetto sulla parte bassa della distribuzione dei redditi è chiaramente dovuto alle nuove modalità di calcolo in presenza di una persona con disabilità: non più una maggiorazione della scala di equivalenza, come accadeva prima, ma un sistema di franchigie e detrazioni di spese, operazione chiaramente più favorevole per i redditi bassi e che più che compensa l’inclusione dei trattamenti esenti prevista dal legislatore (tanto da azzerare l’ISEE a oltre un sesto dei nuclei). L’effetto sulla parte alta della distribuzione è invece solo parzialmente dovuto al venir meno della maggiorazione della scala di equivalenza, dovendosi anche tener conto della diversa rilevanza del patrimonio, già evidenziata in via generale e d’impatto significativo soprattutto per la popolazione anziana non autosufficiente. ISEE pre riforma ISEE post riforma Nullo 7,7 17,4 0-3.000 17,5 16,3 3.000-6.000 21,7 15,3 6.000-9.000 17,5 13,0 9.000-12.000 11,6 9,2 12.000-15.000 7,3 7,1 15.000-20.000 7,4 7,6 20.000-25.000 3,6 4,8 25.000-30.000 2,2 3,0 Oltre 30.000 3,3 6,3 Total 100,0 100,0
  • 26. Patrimonio mobiliare: prime considerazioni Nella valutazione della componente patrimoniale, discorso a parte merita il patrimonio mobiliare (cioè conti correnti e libretti di deposito). Già dopo l’annuncio della riforma, nel triennio 2012-14 , si era cominciata a ridurre la quota di sottodichiarazioni (da circa l’80% a meno del 70% quelle con patrimonio mobiliare nullo): era stato infatti previsto che i dati comunicati dagli intermediari finanziari all’Agenzia delle entrate per la lotta all’evasione potessero essere utilizzati anche per i controlli ISEE. Ma l’effettiva implementazione delle nuove regole ha risultati eclatanti in termini di emersione. Confrontando i primi nove mesi del 2014 con lo stesso periodo del 2015 si osserva un abbattimento di oltre tre quarti delle DSU con patrimonio nullo (dal 69,4 al 16,0%). Allo stesso tempo il valore medio è più che doppio (da 5.600 a quasi 12.000 euro) e il valore del terzo quartile (quello cioè che individua il quarto di popolazione con valori più alti) di 7 volte superiore (da 1.500 a oltre 10.000 euro). Gli andamenti già rilevati nei precedenti report sono quindi non solo confermati, ma addirittura più accentuati: se le DSU con patrimonio mobiliare nullo erano rispettivamente il 24 ed il 16% nel primo e nel secondo trimestre, nel terzo trimestre si scende sotto il 12%, sia per una maggiore correttezza nei comportamenti sia per una diversa composizione della popolazione ISEE (la più volte citata presenza di nuclei familiari con universitari nel 3° trimestre). Il trend è ancora più evidente se osserviamo il profilo per mese di sottoscrizione delle quote di DSU con patrimonio mobiliare nullo: si passa da quasi metà delle DSU a gennaio a una su nove ad agosto e settembre. ISEE 2014 ISEE 2015 % nulli 69,4 16,0 media (esc. 1% out) 5.600 11.753 1° quartile 0 135 mediana 0 1.929 3° quartile 1.500 10.338 i dati a livello nazionale
  • 28. l’effetto dei controlli e il disorientamento pa
  • 29. il rumore sul nuovo ISEE
  • 30. il rumore sul nuovo ISEE “Il segnale è la verità. Il rumore è ciò che ci distrae dalla verità. Noi viviamo nel rumore”
  • 31. l’isee che non deve incidere sui bilanci
  • 32. 5% 12% 37% 54% 66% 78% 91% 94% 100% 5% 15% 45% 55% 69% 82% 91% 94% 100% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% - 3.000 6.000 9.000 12.000 15.000 20.000 25.000 >30000 ISEE ordinario ISEE pre riforma ISEE post riforma Simulazioni di impatto su …
  • 33. Simulazioni di impatto su … 10.477,04 8.780,00 9.802,18 6.760,68 - 2.000,00 4.000,00 6.000,00 8.000,00 10.000,00 12.000,00 Media Mediana Valori ISEE ISEE pre riforma ISEE post riforma
  • 34. Diminuisce 78% Stabile 5% Aumenta 17% Variazione ISEE ***Campione di utenti SAD, Contributi economici e Asilo Nido Simulazioni di impatto su …
  • 35. YOU FOR watching ! THANK g o a t e l l i @ c l e s i u s . i t