2. Romanzo d'analisi TEMPO E LUOGHI Episodi della vita dei personaggi avvenuti in epoche diverse (tempo misto) riportati nello stesso ordine, spesso confuso, con cui si formano nella mente ( FLUSSO di PENSIERI ); Le descrizioni dei luoghi sono limitate; non esiste necessariamente una relazione tra la rappresentazione spaziale e l'ambiente. PERSONAGGI Termina il mito dell'eroe che viene sostituito dai nuovi antieroi i cui tratti principali sono il senso di frustrazione, la perdita della propria identità, la mancanza di unità psichica, la sensazione di non essere autentici; I protagonisti sono uomini senza qualità alcuna, ammalati fisici e psichici, dei quali spesso si mette in scena l'inutilità della azione e della parola. TRAMA Rappresentazione interiore del protagonista e narratore; L'autore rende la soggettività del pen-siero e dei ricordi; Narrazione libera dalle convenzioni realistiche ottocentesche; Spesso scompare l'andamento crono-logico, nasce un nuovo rapporto tra il tempo e l'intreccio. NARRATORE Romanzo scritto in prima persona (identificazione del lettore con il narratore); Partecipazione di chi legge ai sentimenti, ai giudizi di chi scrive; L’io del racconto è il centro attorno al quale tutto si ordina. CONTESTO Si diffonde nella narrativa europea del Novecento, con l’approfondir-si della crisi d’identità dell’artista e la scoperta psicanalitica della contraddittoria complessità della psiche; Il contesto storico, la cultura e le scoperte scientifiche influenzano l’opera. TEMA Abulia, malattia dell’uomo moderno. La psicanalisi diventa la base del racconto . Prassi terapeutica Teoria dell'inconscio che ha preso l'avvio dal lavoro di Sigmund Freud. Nasce come tecnica di cura dei disturbi mentali indagando le dinamiche inconsce dell'individuo. “ LA COSCIENZA di ZENO” ITALO SVEVO
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4. Italo Svevo Italo Svevo è lo pseudonimo di Ettore Schmintz. Svevo nasce a Trieste nel 1861, il padre era tedesco mentre la madre era italiana di famiglia ebrea. Compì i suoi studi prima in Germania e poi in Italia; ha un grande interesse per Sigmund Freud. La sua famiglia subì una crisi economica che spinse Svevo a cercarsi un lavoro, all’inizio come impiegato in banca e poi come direttore della fabbrica di vernici del suocero. Morì nel 1928 a causa di un incidente stradale. Italo Svevo La vita
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6. La coscienza di Zeno di Italo Svevo COMMENTO “ La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi a delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. (…) Chi ci guiderà dalla mancanza di aria a di spazio? Solamente al pensarci soffoco!” È con questo stralcio tratto dall’ultima pagina di diario, scritta il 24 marzo 1916 dal protagonista Zeno Cosini, che voglio commentare il libro di Italo Svevo. Secondo me, l’autore con questa pagina conclude il suo libro facendoci sapere che la malattia che lo aveva spinto a iniziare il tutto, non è curabile perché è il mondo in cui viviamo ad essere malato. E tutto ciò è causato dall’uomo che ha voluto inventare oggetti per vivere meglio, essere più furbo ma la furbizia è la debolezza di chi non sa vivere bene con quello che la natura dà e crea solo danni: l’uomo è uno di questi. Non ha saputo evolversi come gli animali senza recar danno alla natura. L’uomo sta solo inquinando il mondo che non reggerà a lungo. Sarà l’uomo a distruggersi da solo perché non ha saputo sfruttare bene quello che aveva. Il romanzo “La coscienza di Zeno” è uno dei capolavori che ha reso celebre Italo Svevo, che lo ha scritto e poi pubblicato nel 1923. Il libro parla di Zeno Cosini, un uomo di quasi 50 anni che vive a Trieste. Lui è ricco, rispettato, sposato, amato e pure padre ma si sente malato e infelice. Infatti non si sente a suo agio nella vita, ha sogni e desideri ma non ha la volontà per realizzarli. Per questo (e perché vorrebbe smettere di fumare) si rivolge a uno psicanalista. Quest’ultimo lo spinge a scrivere la sua biografia. Ripercorrerà alcuni aspetti importanti della sua vita, come il rapporto con il padre ormai morto, e la moglie. Alla fine il protagonista scopre che ad essere malato non è lui, bensì la società in cui vive.