2. Cos’è il P.E.I.
Il PEI è il documento nel quale vengono descritti gli
interventi didattico-educativi programmati ai fini della
realizzazione del diritto all´educazione e all´istruzione
(Legge 104/92 e circolare regionale 11SAP/95).
Identifica gli obiettivi di sviluppo, le attività, le
metodologie, le facilitazioni, le risorse umane e
materiali di supporto, i tempi e gli strumenti di
verifica, le modalità del lavoro di rete.
Si definisce entro il mese di ottobre/novembre e si
verifica con frequenza trimestrale con la presenza ed il
coinvolgimento di tutti gli attori del percorso.
3. Da dove partire
Studio della documentazione (diagnosi funzionale,
relazioni osservative, pei….
Colloquio con la famiglia
Osservazione diretta del bambino (modello
psicodinamico)
Osservazione/valutazione delle sue capacità
(annotazioni, compilazione di Cecklist…)
Avvio dei rapporti di rete: conoscere il bambino
attraverso il confronto di professionalità e
prospettive osservative diverse
Definizione delle linee di indirizzo del pei
4. I principi di fondo
Il Pei si fonda sul principio che ogni persona
ha un potenziale di apprendimento che
può svilupparsi grazie ad adeguate
mediazioni, opportune scelte
metodologiche e l’individuazione di fattori
ambientali che possono favorire la
partecipazione eliminando le barriere alla
partecipazione.
5. Il P.E.I. è un progetto condiviso
Il Pei è un progetto costruito sul bambino con il contributo
di molti attori: le insegnanti di sostegno e di sezione, i
genitori, gli operatori dell’Asl e dei servizi Socio-sanitari,
dai terapisti privati, che ci aiutano a:
“vedere” il bambino nei suoi diversi contesti di vita e a
implementare il programma delle attività
guardare al suo “progetto” di vita rispettando i suoi
bisogni reali e la sua possibilità di partecipare e
apprendere
individuare obiettivi comuni,
imparare reciprocamente attraverso il confronto e gli
scambi nel lavoro di rete dai diversi saperi
(empowerment)
6. Il P.E.I. ha un carattere dinamico
deve rivelare una dimensione di sviluppo
orizzontale e verticale
è costantemente soggetto a verifiche da parte di
tutti i soggetti coinvolti
deve saper individuare “zone di sviluppo
prossimali “ aggiornando gli obiettivi
7. La struttura del P.E.I.
- Aree
-
Obiettivi
Attività
Verifica
Raccordo con la
programmazione della
sezione
8. Il lessico
Il lessico nel paradigma educativo e
didattico delle Indicazioni Ministeriali:
- Capacità
- Conoscenze
- Abilità
- Competenze
10. Le aree
- Si riferiscono alle capacità a cui corrispondere gli
obiettivi indispensabili alla progettualità didattica
che ha la funzione di sollecitarle, differenziarle e
trasformarle in competenze.
- Rappresentano una tassonomia dei processi
cognitivi, socio-affettivi, motori ... che funziona da
quadro di riferimento indispensabile alla
progettualità educativa e didattica.
11. La formulazione dell’obiettivo
“Per
obiettivo si intende la descrizione di una
performance che gli studenti devono essere in grado di
mostrare per essere considerati competenti; descrive cioè,
il risultato che l´istruzione si prefigge”.
Robert Mager
Elaborare un obiettivo equivale a prospettare un´azione da
compiere o una conoscenza da acquisire non in modo
approssimativo, ma preciso, concreto, determinato e
controllabile.
Operazionalizzare gli obiettivi significa tradurre in
comportamenti osservabili e misurabili le capacità che si
intende sollecitare nelle diverse aree.
12. La formulazione dell’obiettivo
L´obiettivo deve essere esplicitato e comunicato
attraverso un costrutto linguistico di poche e semplici
regole sintattiche dove è possibile individuare un
processo soggettivo (fisico, mentale ...) applicato ad un
oggetto riferibile ai contenuti culturali.
Il processo soggettivo è indicato da un verbo, l´oggetto
da un sostantivo:
Esempio: “saper classificare degli oggetti secondo un
criterio dato”
Esempio:“eseguire un percorso rispettando i rapporti
spaziali dentro-fuori e sopra-sotto”
13. La formulazione dell’obiettivo
-È
formulato in modo utile se ci dice dove siamo diretti e ci
fa capire quando siamo arrivati.
-Esempio: Indicare il bisogno di fare “pipi” e trattenerla fino a
quando non si raggiunge il wc
-Deve descrivere una performance osservabile, cosa
dovremmo veder fare al bambino per poter dire che l
´obiettivo è stato raggiunto.
-Esempio: Indicare il più grande e il più piccolo fra due oggetti
-Deve
essere centrato sul bambino: deve partire dalle sue
capacità iniziali e individuare la zona di sviluppo
prossimale.
-Esempio: Salire le scale alternando i piedi con
- l’aiuto di un adulto/compagno
14. Come esprimere gli obiettivi
Usare verbi specifici per ogni azione da compiere evitando quelli
troppo generici per rendere meno ambiguo l´obiettivo
o
abbinare
o
raccogliere
o
applicare
o
scrivere
o
disegnare
o
selezionare
o
nominare
o
usare
o
raggruppare
o
memorizzare
15. Come esprimere gli obiettivi
Verbi che indicano ABILITÀ
COGNITIVE
o classificare
o dimostrare
o distinguere
o eseguire
o misurare
o comparare
identificare
o produrre
o scegliere
o trovare
o seriare
o
16. Come esprimere gli obiettivi
ESPRESSIONI DA EVITARE
apprezzare
o capire
o cogliere
o interiorizzare
o credere
o essere
consapevole
o interessarsi
o
manifestare
o mostrarsi
o pensare
o perfezionare
o percepire
o sapere
o
o
sentire
17. .. centrati sull’insegnante..
DF - 11 – 4
VERIFICA
AREA
OBIETTIVI
ATTIVITÀ
2 B - Aspetti
affettivorelazionali
con adulti
-Offrire
un senso
di star
bene con
gli altri.
- Creare un
ambiente sereno
e gioioso
preparando i
coetanei ad
accettare la
disabilità
formando un
gruppo classe
predisposto
all’inclusione.
Abbiamo cercato di
creare un ambiente
sereno e di sicurezza
emotiva per rassicurare
e rafforzare la fiducia del
bambino.
-Dare
sicurezza
emotiva
al
bambino.
-Nei momenti di
crisi che si
possono
presentare
durante la
giornata fornire al
bambino un
contenimento
emotivo con
maternage, canti
e coccole.
Non sempre la sua
risposta è positiva,
dimostra però nei
momenti più sereni di
essere contento quando
arrivano le insegnanti di
riferimento o gli
operatori sorridendo ed
emettendo dei suoni per
farsi notare.
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
Le insegnanti accolgono
valorizzano i bambini e la
loro curiosità creando le
occasioni per favorire
l’organizzazione di ciò
che i bimbi vanno
scoprendo.
Per .................... le attività
saranno adeguate alle sue
esigenze dando
particolare importanza
alla relazione affettiva e
allo star bene.
18. …. vaghi e astratti …
DF - 11 – 4
VERIFICA
AREA
2Autonomi
a sociale
2.A -Aspetti
affettivorelazional
i con
coetanei
OBIETTIVI
ATTIVITÀ
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
Prendere
coscienza
delle
routine
quotidiane
-Durante l’appello
del mattino
prestare attenzione
e rispondere alla
chiamata del
proprio nome.
-In sala igienica ,con
l’aiuto dell’adulto
aspettare i
compagni per
distribuire il
dentifricio.
Alessandro non è
costante nel mantenere
il contatto visivo con i
suoi compagni, predilige
il contatto individuale
con l’adulto.
Dimostra fastidio alla
confusione che a volte si
crea durante i cambi
delle attività con pianto.
Avvertire e
gioire della
presenza
dei
compagni
-Condivisione con i
compagni dei
momenti più
significativi del
gruppo
classe(cerchio del
mattino,attività e
giochi, uscite
didattiche)
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
Raccordo con il ”se e
l’altro”
-Percepire ed acquisire
sentimenti di
appartenenza alla
comunità
-Star bene con gli altri e
con sé stessi.
Raccordo con il ”se e
Alessandro non è
l’altro”
costante nel mantenere -Percepire ed acquisire
il contatto visivo con i
sentimenti di
suoi compagni, predilige appartenenza alla
il contatto individuale
comunità
con l’adulto.
-Star bene con gli altri e
Dimostra fastidio alla
con sé stessi.
confusione che a volte si
crea durante i cambi
delle attività con pianto.
19. Attività, materiali, metodi di lavoro
Le attività devono essere contestualizzate, cioè inserite in
una cornice di significati che stimoli la motivazione del
bambino.
La cornice relazionale è fondamentale e da essa dipende la
qualità delle relazioni del bambino nei confronti
dell’insegnante e dei pari.
La cornice affettiva, invece, pone un’attenzione continua
alle emozioni, agli stati d’animo e ai sentimenti.
Identificare spazi, tempi, risorse materiali,
organizzative, strutturali e metodologiche che
serviranno per realizzare le attività didattiche, educative e
20. Attività, materiali, metodi di lavoro
Indicare come saranno condotte: individuali, o secondo
gli studi più recenti sulle teorie dell’apprendimento, in
piccolo gruppo con il coinvolgimento attivo dei pari
come avviene nell’apprendimento cooperativo e nel
tutoring.
Se ci si avvale di modelli specifici, precisare quali sono le
dinamiche di comunicazione e mediazione didattica
rispetto al raggiungimento di obiettivi. Per esempio,
nell’approccio cognitivo – comportamentale si utilizzano:
l’analisi del compito, l’uso degli aiuti, delle
facilitazioni e dei rinforzi, i modelli competenti, le
strategie di generalizzazione e di mantenimento.
21. DF - 7 - 13
VERIFICA
AREA
8 - Ambito
logicomatematico
OBIETTIVI
ATTIVITÀ
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
-acquisizione e
sviluppo del
concetto di
quantità
(pochi-tanti)
-appaiamento di
figure/forme
complementari
-seriazione e
classificazione
di oggetti per
forma-coloregrandezza.
-sviluppare il
concetto di
numero
Attività individuali e
di piccolo gruppo
con il supporto di
materiale
strutturato.
Cerchio del mattino
(registrazione dei
bimbi presenti –
assenti).
Giochi a tavolino
con materiale
strutturato.
Giochi con oggetti e
immagini, blocchi
logici.
Giochi
protomatematici:
mettere la quantità
di oggetti
corrispondenti alle
indicazioni,
contare compagni,
cose.
Partecipa positivamente
alle attività individuali,
nel piccolo gruppo e nel
cerchio ma distura i
compagni seduti al suo
fianco e si distrae.
Tuttavia sa contare,
riconosce fra due insiemi
quello che contiene pochi
o tanti.
Sa appaiare due figure o
forme che si completano
a vicenda.
Sa seriare per forma,
conosce anche il trapezio
e il rombo (che chiama
aquilone), per colore e
grandezza fino a 4 pezzi.
Conta fino a 20 a
memoria, , riconosce i
simboli numerici (gli
piace l’11)ma non riesce
ad creare corrispondenze
fra oggetti e simboli oltre
il 9/10.
In raccordo con il Campo di
Esperienza “La conoscenza del
mondo e lo sfondo integratore
“Lo zaino del ricercatore”
stimoleremo i bambini a:
- operare secondo procedure
metacognitive;
- costruire, trovare, inventare;
- formulare un problema
elaborare ipotesi;
- pianificare una soluzione;
- trovare i mezzi per la
soluzione;
- disponibilità a organizzare
l’attività secondo procedure
cooperative;
- registrare le loro “scoperte”.
Le ipotesi, le verifiche e le
teorie così costruite saranno
documentate da dati registrati
su: tabelle, grafici, istogrammi.
Altre attività verranno
proposte a ................ in piccolo
gruppo con materiale proto
matematico e specifico.
22. La verifica
È un processo dinamico e collegiale di controllo degli
apprendimenti conseguiti in ordine agli obiettivi individuati,
attraverso l´azione didattico-educativa.
È la descrizione oggettiva degli apprendimenti del
bambino nelle singole aree attraverso l´osservazione delle sue
prestazioni.
Consente ai docenti la constante ridefinizione del percorso
formativo e la riflessione sia sui contenuti educativi e
didattici che sulle metodologie sperimentate.
Permette il monitoraggio dell´efficacia del processo
insegnamento-apprendimento attivando un´attenzione critica
sulla validità dei metodi e sulle scelte di contenuto.
23. DF - 7 - 13
VERIFICA
AREA
10 - Ambito
delle attività
espressivemanipolative
-costruttive:
OBIETTIVI
•
•
Sviluppare
le capacità
espressivemanipolati
ve
costruttive
favorire il
disegno
narrativo
ATTIVITÀ
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
Offriremo molteplici esperienze
espressive per assecondare i
desideri di .............. e consentirgli
ulteriori canali comunicativi:
giochi manipolativi con materiale
vario (didò, pasta di sale, farina,
sabbia, pasta);
giochi di travasi con svariati
contenitori come acqua, pasta,
farina, sabbia;
manipolazione di colore con colori
a dita (picchiettare, stendere
lasciare impronte, movimenti
rotatori);
stampi con spugna, timbri, stencil;
uso degli attrezzi per dipingere e
disegnare: tempere , acrilici,
pastelli a cera ed a olio, pennelli e
pennellesse, pennarelli, matite,
temperino, gomma;
collage con svariati materiali.
Ottima partecipazione
alle attività programmate,
dimostra molto interesse
e curiosità verso tutte le
proposte espressive
apprezzando tecniche e
materiali nuovi. Porta a
termine la consegna ma
ha bisogno della
mediazione dell’adulto
per la condivisione di
spazi e strumenti di
lavoro.
Apprezza molto anche la
manipolazione ma se è
libero di creare costruisce
unicamente recinti e
strade, questo succede
anche nel disegno o nella
pittura spontanea.
Racconta volentieri ciò
che disegna.
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE
DI SEZIONE
Raccordo con il Campo
di Esperienza
“Linguaggi, creatività,
espressione” e lo sfondo
integratore “Lo zaino
del ricercatore”, la
MACCHINA
FOTOGRAFICA:
- noi in un click:
giochiamo ai fotografi
per ritrarre i compagni
e le esperienze vissute;
- scopriamo attraverso
le diverse tecnologie
nuove possibilità di
espressione e
creatività;
- il mondo è bello e
colorato:
documentiamolo
attraverso le immagini
delle nostre esperienze
scolastiche;
24. Il raccordo con la programmazione di
sezione
È l´indicatore del progetto inclusivo della sezione:
identifica la progettualità condivisa delle insegnati e la
corresponsabilità del successo formativo di tutti i
bambini, superando la vecchia logica di emarginazione
della coppia “alunno disabile-insegnate di sostegno”.
Colloca il PEI nell´ambito delle attività curricolari e delle
scelte metodologiche della sezione con l´obiettivo di
rispondere alla possibilità di includere, fornendo a
ciascuno la possibilità di partecipare e apprendere nella
didattica comune, quella per tutti i bambini.
25. Risponde alle attuali teorie dell´apprendimento come
acquisizione sociale nella cornice complessa dei processi
di interazione, confronto, scambio, negoziazione fra pari.
Attiva contesti di didattica relazionale, crea reti
cognitive, emozionali e motivazionali che costruiscono
conoscenza in una dimensione sociale significativa e
contestualizzata attraverso l´appartenenza e la
reciprocità, la cultura della condivisione, la collaborazione
e il supporto operativo.
Amplia quella zona di sviluppo prossimale che può
concretizzarsi solo attraverso interazioni significative che
sollecitano il repertorio di potenzialità soggetive.
26. DF - 7 - 13
VERIFICA
AREA
OBIETTIVI
ATTIVITÀ
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
7 - Area
cognitiva:
attenzione,
memoria
concentrazione,
canale
preferenziale di
apprendimento
- Apprendimento
spaziale: soprasotto, dentro-fuori,
davanti-dietro
- Riconoscimento
degli opposti:
grande-piccolo
lungo-corto
alto-basso
- Riconoscere i vari
momenti della
giornata
- Interiorizzazione
cronologica del
tempo: adessoprima- dopo, oggiieri-domani, i
giorni della
settimana, i mesi
dell’anno, le
stagioni
Attività psicomotoria
e attrezzature
ludiche in palestra. A
tavolino giochi con
oggetti come frutta in
plastica e animaletti
della fattoria per gli
spostamenti spaziali.
Schede operative di
logica precedute da
giochi con cui
sperimentare gli
opposti percettivi.
Presentazione di un
piano giornaliero con
relative attività in
programma per
aiutarlo a orientarsi
nella giornata
scolastica.
XX è competente e
partecipativo, tende però ad
accentrare l’attenzione su di
sé escludendo gli altri.
Preferisce le esperienze in cui
può agire e sperimentare
piuttosto che compilare una
scheda operativa, che
comporta attenzione,
concentrazione e abilità di
auto controllo che ancora non
possiede. Attività da
riproporre,
La scansione ordinata delle
attività e il piano giornaliero,
oltre a dare sicurezza a XX, gli
offre la possibilità di
orientarsi nel tempo
scolastico.
E’ in grado di mettere in
ordine le sequenze della
giornata, conosce anche le
attività giornaliere
extrascolastiche e chi lo
accompagnerà (es. vado a
logopedia con papà).
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
Raccordo con il Campo di
Esperienza “La conoscenza
del mondo e lo sfondo
integratore “Lo zaino del
ricercatore” utilizzeremo
metodologie trasversali in
ogni esperienza:
- il gruppo cooperativo;
- l’approccio
metacognitivo;
- la ricerca azione.
Spinti dalla curiosità
osserveremo,esploreremo,
scopriremo. Stimoleremo i
bambini a porre domande,
discutere, confrontare,
trovare soluzioni,
compiere azioni.
Le “scoperte” dei bambini,
le loro ipotesi, le verifiche
e le teorie così costruite
saranno documentate da
dati registrati su: tabelle,
grafici, istogrammi.
27. DF 1 ha capacità attentive, attenzione e intenzione congiunta, capacità di imitazione su richiesta e
saltuariamente spontanea
AREA
Autonomia
personale e
cura di sé
OBIETTIVI
Lavare e asciugare le
mani
Analisi del compito
-Posizionarsi davanti
al lavabo e tirarsi su
le maniche
-Aprire il rubinetto
-Prendere il sapone e
dosarlo
-Insaponare e
strofinare le mani
ripetutamente
-Sciacquare le mani
-Chiudere il
rubinetto
ATTIVITÀ
* video 1/2
L’attività si svolgerà in sala
igienica nei momenti di
routine:
prima dei pasti, dopo
un’attività con materiali che
sporcano (pittura,
manipolazioni di diversi
materiali, preparazione
alimenti..)
Si procederà inizialmente
con l’aiuto dell’insegnante
(prompt fisico) e in un
secondo momento
attraverso l’imitazione il
gruppo dei pari (modello).
L’obiettivo sarà raggiunto
quando L.. Sarà in grado di
eseguire la sequenza delle
operazioni con il solo aiuto
del modello.
V.
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
Connessione trasversale
fra i campi di esperienza
“Il sè e l’altro” e “Il corpo
in movimento” per
favorire l’autonomia
personale, le prassie
motorie e la
coordinazione,
l’educazione alla salute..
Attività di routine che
precedono il pranzo o
seguono attività di
manipolazione.
Attività di riordino e
manutenzione dei
materiali, per es. Lavare i
pennelli, ....
Canzoncine mimate:
intorno alla vasca........
Fare il bagno alle bambole
28. DF 1
ha capacità attentive, attenzione e intenzione congiunta, capacità di imitazione su richiesta e
saltuariamente spontanea
AREA
OBIETTIVI
Autonomi
a sociale
Prestare
attenzione
all’attività
degli altri
cercando
di imitarli
Aspetti
affettivo
relazionali
con i
compagni
ATTIVITÀ
Creare contesti di piccolo gruppo
in cui il bambino possa imitare
“modelli esperti”.
Su invito: -“fai come lui”
facilitazione
- spontaneamente
•Allestimento
di un percorso
psicomotorio che preveda
semplici passaggi: camminare su
una fila di mattoncini, dentro i
cerchi, strisciare sotto un ponte...
•Gioco del far finta: imitare le
azioni del gioco della casa, del
mercato, del dottore......
•Gioco dello specchio: imitare
gesti e mimica facciale.
•Gioco “scatolino chiuso” imitare
le andature degli animali.
•Imitare le azioni in una
sequenza di attività di vita
pratica: apparecchiare la tavola,
preparare le brandine,
riordinare i materiali
V.
RACCORDO CON LA
PROGRAMMAZIONE DI SEZIONE
Campo di esperienze il sè e l’altro
Confronto e scambio con i pari in
situazioni di gioco simbolico nelle
attività espressive e di
rappresentazione .
Offrire modelli di comportamento
evoluto da imitare.
•Attività
psicomotorie in palestra
•giochi motori all’aperto
•Gioco teatrale
• mimo
•Drammatizzazioni
•Giochi competitivi a squadre:
percorsi, staffette....
•Gioco simbolico negli spazi
strutturati: casetta,
supermercato, angolo delle
bambole
•Attività di routine
•Assunzione di ruoli/incarichi
all’interno della classe
29. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO anno scolastico 2012-13
DATI RELATIVI AL BAMBINO
COGNOME
NOME
NATO A
_______________________________________________
___________________________________________________
__________________________
RESIDENTE A
IN VIA
TEL
___________________________________________________
__________________________
_________________________________________________
30. DATI RELATIVI ALLA SEZIONE
Nome della sezione
.................
COGNOME NOME
Insegnanti di sezione
Insegnante di sostegno
Educatori servizio sensoriali
ORARIO DI INTERVENTO
……………..
……………..
26 h settimanali su due turni
....................
26 h settimanali su turno
unico
....................
Lunedì 8.30 – 13.00
Venerdì 8.30 – 12.30
....................
....................
Quotidiano su 4 turni
settimanali
Supporto educativo differenziato
(specificare qualifica EducatoriAssistenti)
Assistenti educativi
31. DATI RELATIVI AI PRECEDENTI PERCORSI EDUCATIVI
FREQUENZA
ANNO SCOLASTICO
NIDO/SCUOLA DELL'INFANZIA
(regolare/irregolare)
2010-2011
ASILO NIDO .................................
regolare
2011-2012
ASILO NIDO ..................................
regolare
FREQUENZA DEL BAMBINO
PRESENZA DELL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO o del SUPPORTO EDUCATIVO DIFFERENZIATO
Giorni
Bambino*
Insegnante
Lunedì
10 - 16
10 - 14
Martedì
8.15 - 16
8.30 - 14.30
Mercoledì
8.15 - 16
8.30 - 14.30
Giovedì
8.15 - 16
8.30 - 14.30
Venerdì
8.15 - 16
10 - 14
37
26
Totale ore
32. L'insegnante di sostegno segue altri casi?:
NO
SÌ NELLA STESSA SEZIONE
SÌ IN ALTRE SEZIONI
Nella sezione sono presenti altre insegnanti
di sostegno?
NO
SÌ
INTERVENTI SOCIO-SANITARI
Personale socio-sanitario di riferimento ( pubblico e privato )
•Neuropsichiatria Infantile ASL.
Neuropsichiatra dott.sa ................ Asl .........…………………..…………………..
Logopedista ........................ cell. ........................
servizio privato Studio Medico………………………………………………
Foniatra Osp. ................. dott.sa .................................. Asl ............……………………………………..
Terapista riabilitazione .............................. cell. ............................. servizio privato Centro
Psicomotricità .................................…………………………………………………………………….
•Responsabile Servizio Minori con Disabilità Sensoriali ............................................……….
•Agenzia Educativa ........................................... referente ........................................…………..…
Educatore ...........................................…………………………………………………………………
33. Interventi riabilitativi in orario extra-scolastico
Tipo di intervento: logopedico
Operatore di riferimento: ..................................
Giorno, ore, da quando a quando: 45 minuti , due volte la settimana il lunedì (8.30-9.15)
e il mercoledì (16.15- 17)
Modalità: individuale con il genitore o con l’educatore
Metodologia di raccordo: riabilitativo
Interventi riabilitativi in orario extra-scolastico
Tipo di intervento: Psicomotorio
Operatore di riferimento: ..........................(servizio privato), Centro ..............................
Giorno, ore, da quando a quando: 1 ora alla settimana, il giovedì ore 16.00
Modalità: individuale e, a partire da febbraio, in piccolo gruppo
Metodologia di raccordo: modello integrato
34. Interventi educativi territoriali
Tipo di intervento: educativo
Operatori di riferimento: ..........................................
Giorno, ore, da quando a quando: mercoledì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00
Modalità: domiciliare
Metodologia di raccordo: educativa
Intervento educativo scuola-famiglia
Famigliari di riferimento: genitori
Frequenza degli incontri: tre volte l’anno in Rete e, su richiesta, in caso di problemi urgenti
35. GRUPPO CLASSE
Descrizione della sezione: Fornire elementi relativi alla composizione, alle
caratteristiche dei bambini e alla organizzazione metodologica (orari docenti,
compresenze, altre attività)
N. BAMBINI ______ 25 ___________
N. BAMBINI CERTIFICATI ___ 1 ____
Sezione eterogenea per età, composta da 25 bambini di cui 11 femmine e 14
maschi, e nello specifico da 7 bambini di 3 anni, 10 di 4 anni e 8 di 5 anni.
Sono presenti 7 bambini stranieri provenienti da diversi paesi : Marocco,
Romania, Messico. Di questi, due sono di religione musulmana.
I bambini di 5 anni assumono a turno il ruolo di “saggio”, ovvero svolgono una
funzione di tutoraggio nei confronti dei più piccoli (accadimento, consigli,
esemplificazioni…).
La classe presenta un clima vivace e cooperativo nonostante le notevoli differenze
che compongono il gruppo.
L’accoglienza e l’inclusione verso i bambini in entrata o con difficoltà sono
prerogative del nostro stile educativo, come valore aggiunto e ricchezza.
36. Le risorse attivate all’interno della classe sono:
Risorse metodologiche (programmazione della sezione,
pianificazione P.E.I., metodologia del lavoro in piccolo gruppo e
dell’apprendimento cooperativo).
Condivisione degli obiettivi educativi tra le varie figure che
operano all’interno della scuola (insegnanti curriculari,
educatrice, assistente educativo,) e conseguente
collaborazione.
Risorse strumentali (materiale didattico, ausili tecnologici:
macchina fotografica, videocamera…).
Risorse organizzative: orario dei docenti curricolari e di
sostegno strutturato in modo da consentire il massimo della
compresenza nella fascia oraria 9.30 – 12.00.
In particolare l’ambiente di apprendimento è così
organizzato: regolarità e prevedibilità del contesto all’interno
del quale si vanno ad attivare le esperienze del bambino.
37. Tale regolarità non si riferisce ad una rigida strutturazione
degli spazi e delle attività in accordo a criteri predefiniti, ma
prevede l’organizzazione di un ambiente necessariamente
flessibile, in accordo con indicazioni che ci fornisce il bambino
stesso.
Coerenza, stabilità e continuità degli atteggiamenti delle
figure che si rapportano con il bambino. Si tratta, in altri termini,
di un’altra forma di regolarità e prevedibilità, in questo caso
estesa alla qualità dei rapporti interpersonali.
L’uso di approcci educativi di tipo strutturato (cognitivocomportamentali), comunque inseriti nell’ambito di una
dimensione relazionale che aiuti il bambino a cogliere il piacere
dell’interazione e le sfumature che caratterizzano i rapporti
interpersonali.
38. BARRIERE/RISORSE:
Articolazione degli spazi, barriere architettoniche, presenza di
ausili o strumenti tecnologici …
Ogni sezione è composta da spazio classe, anticlasse
(utilizzata anche nel momento del pranzo), lo spogliatoio e, in
comune con la 1ª sezione, la sala igienica e il salone per le
attività motorie.
La sezione è suddivisa in spazi organizzati per il lavoro e il
gioco libero: l’angolo creativo e delle scoperte, la zona per la
discussione, l’area per il gioco costruttivo, quella per la lettura
e l’angolo del gioco simbolico e la zona delle coccole.
Utilizzeremo sovente per ........ gli spazi organizzati del secondo
piano, compresa la palestra e la sala di musica, per attività
specifiche, individualizzate e in piccolo gruppo, inserite in
questo Piano Educativo.
39. All’interno della scuola non sono presenti barriere architettoniche che
ostacolino la mobilità e la sicurezza dei bambini nei diversi luoghi: scivoli,
ascensore e scale rispondono alle recenti norme sulla sicurezza.
Recentemente è stata costruita una nuova rampa a scivolo, proprio in
corrispondenza dell’uscita verso il giardino della nostra classe, allo scopo
di facilitare l’uscita verso l’esterno e migliorare l’evacuazione in casi di
emergenza.
Per quanto riguarda la presenza di ausili o strumenti tecnologici, le
risorse attuali possono essere identificate in : strumentali
(materiale didattico, computer, sussidi didattici ); ausili per disabili
motori (carrozzine, piani di statica; seggiolini); organizzative
(lavoro di Rete con la famiglia, i servizi socio-sanitari e le altre
agenzie educative).
40. PROFILO DEL BAMBINO
•
PUNTI
DEBOLI
•
•
•
PUNTI DI
FORZA
•
•
•
•
OBIETTIVI DI
INTERVENTO
•
•
•
•
Bambino sordo impiantato con linguaggio in evoluzione, permangono
difficoltà fonetiche e funzionali.
Difficoltà ad interagire con i pari, gioco solitario parallelo.
Si rapporta principalmente con l’adulto e cerca la sua mediazione nella
relazione con i compagni.
Scarsa regolazione emotiva e comportamento oppositivo.
Sa stabilire rapporti affettivi e ha fiducia nell’insegnante.
Curioso e interessato, accetta con entusiasmo le proposte educative che gli
vengono offerte.
Mostra impegno e costanza, riesce a portare a termine le attività.
Capacità cognitive adeguate all’età.
Migliorare l’autonomia personale e nelle attività scolastiche.
Facilitare la relazione attraverso un lavoro con i pari, organizzando un
piccolo gruppo che aiuti la comunicazione, lo scambio e la cooperazione.
Superamento dei rituali e delle stereotipie comportamentali che ancora si
presentano quotidianamente (oppositività).
Integrazione con tutti i compagni, sentirsi appartenere ad un gruppo classe
ben identificato (i Rossi).
41. STRUMENTI USATI PER VALUTAZIONE
Data Somministrazione
L.A.P.
B.A.B.
PORTAGE
X
•
3/10/12
X
•
3/11/12
SR 4-5- School Readiness
QUADERNI I.P.D.A.
TEST I.P.D.A.
T.P.V.
T.C.R.
B.I.N. 4-6
T.V.L.
FROSTIG
42. STRUMENTI USATI PER DESCRIVERE IL PROFILO DI FUNZIONAMENTO
Data Somministrazione
I.C.F.
X
Scheda osservativa
X
•
Novembre 2012 a cura
dell’educatrice ....................
Ottobre 2012
43. La rete
La rete che si crea intorno al bambino e alla famiglia in un´ottica di costruzione
condivisa del progetto educativo-abilitativo consente di:
- Conoscere il bambino attraverso il confronto delle osservazioni
e valutazioni di professionalità diverse e della famiglia.
- Individuare gli obiettivi abilitativi-educativi-formativi su cui
lavorare e le strategie operative.
- Implementare il programma nei diversi contesti (casa,
scuola…) in coerenza con gli obiettivi del progetto.
- Verificare il lavoro in itinere attraverso il confronto delle
osservazioni per aggiornare gli obbiettivi rapporto ai cambiamenti.
- Offrire sostegno e training alle famiglie.
44. Incontri congiunti di verifica e programmazione
Incontri scuola-famiglia e/o incontri con operatori sociosanitari
Data e nomi partecipanti
Note salienti
Decisioni assunte
28/09/2011
-Genitori ...........................- ........................
-Zia ..........................
-Affidataria ...................................
-Consulente A.B.A. Dott.ssa ...................
Descrizione situazione attuale:
La Dott.ssa .................... fornisce
Inserimento a scuola
indicazioni atte a stimolare: le
(insegnanti.), osservazioni sulla abilità motorie, attentive,
-Neuropsichiatra Dott.ssa .....................
mattinata (consulente A.B.A.),
-Logopedista ASL Dott.ssa ....................
sedute di terapia (logopedista e (linguaggio espressivo) nei
-Logopedista privata
psicomotricista),
diversi contesti di vita del
situazione in ambito familiare
bambino (scuola, famiglia,
(genitori, zia, affidataria)
casa, ambulatori)
Dott.ssa .....................
-Psimotricista privata
Dott.ssa ......................
-R.N.P. Dott.ssa ........................
Insegnanti ......................., ...................., ...........
...
relazionali, linguistiche
45. Incontri congiunti di verifica e programmazione
Incontri scuola-famiglia e/o incontri con operatori sociosanitari
Data e nomi partecipanti
Note salienti
4 ottobre 2012
Presenti:
- NPI ..................
- genitori
- Insegnanti
- RP
- Logopedista
- Terapista neuropsicomotricità
- educatrice sensoriale......
- Medico di riferimento
audiologia
- ......................... .........................
- .........................
Riunione di Rete.
Presentazione del caso. La dott.sa .................
riepiloga, per i nuovi ingressi nella
Rete ................. e ................. , i progressi
di ................. da quando è stato preso in
carico dalla NPI ad oggi. Aggiornamento
dall’ultima riunione attraverso il resoconto
di ogni operatore. Considerazioni
sull’ingresso alla scuola dell’infanzia e
verifica del progetto ambientamento.
Insieme alla famiglia si concordano i
prossimi obiettivi
Decisioni assunte
Obiettivi futuri:
favorire la relazione
attraverso il piccolo gruppo
(scuola infanzia),
progressivo sviluppo dei
programmi individuali
(logopedia e
psicomotricità),
istituzione di piccolo
gruppo di bimbi impiantati
per rinforzo
reciproco(ORL ................. )
contributo educativo, a
sostegno della famiglia, da
parte dell’educatore.
Prossima riunione:
24 gennaio 2013
46. Impegni e accordi
LA SCUOLA SI IMPEGNA A:
Perseguire gli obiettivi del Piano Educativo Individualizzo nel benessere di XY. e della
sua famiglia, facilitando l’inclusione e la sua crescita personale.
L'ASL/NPI SI IMPEGNA A:
Sostenere la scuola nel suo compito, collaborare con gli altri operatori sanitari e assistenziali,
aiutare la famiglia nell’educazione di XY. e realizzare un lavoro di Rete necessario al
raggiungimento degli obiettivi programmati.
LA FAMIGLIA SI IMPEGNA A:
Partecipare agli incontri organizzati, collaborare con la scuola, le altre agenzie formative
e i servizi sanitari. Di assumere altresì un ruolo attivo e in partenariato con tutti gli attori
della Rete.
AGENZIA EDUCATIVA “ISTITUTO DEI SORDI DI TORINO”:
Attraverso la Referente XX e l’Educatrice YY , si impegna a sostenere la famiglia nel compito
educativo e a perseguire gli obiettivi decisi in Rete.
49. ICF - Il paradigma di riferimento
Introduce una mediazione fra il modello medico e il
modello sociale sul concetto di salute,
funzionamento, disabilità.
Propone la lettura della disabilità attraveso il modello
bio-psico-sociale.
l’oggetto della valutazione è il funzionamento non la
malattia.
La disabilità è determinata dal rapporto tra le
condizioni di salute del soggetto e le condizioni
ambientali e sociali in cui si svolgono le sue attività.
L’attenzione è rivolta all’ecosistema in cui l’individuo
cresce e si sviluppa e alla presenza di fattori che
possono rappresentare una barriera o una
facilitazione alla sua attività e partecipazione.
50. Individuo – Ambiente
Sistema complesso
Se il concetto di salute, funzionamento, disabilità scaturisce
dal rapporto complesso individuo- ambiente (che
comprende la cultura, le relazioni sociali, i ruoli…), la
diagnosi funzionale non può essere affidata esclusivamente
alle professioni sanitarie, ma è il risultato sinergico di più
punti di vista, compresi quello familiare, scolastico,
extrascolastico e della persona stessa. Il disabile non è più
identificato con il malato ….
51. La Diagnosi Funzionale
Da strumento focalizzato solo sulla diagnosi
nosografica e sul deficit che etichetta la persona
a strumento finalizzato a
descrivere le aree funzionali del
soggetto rilevandone competenze,
risorse e abilità in funzione di un
progetto rivolto al futuro
56. COME CAMBIA IL P.E.I.
• Riconosce in modo specifico il ruolo dei fattori ambientali nel
modulare e influenzare la salute e la disabilità.
• Si impegna nella ricerca di facilitatori che possono migliorare
la performance del bambino e la sua inclusione a scuola e nei
diversi contesti di vita.
• Persegue l’obiettivo primario, coerente alla cultura dei
diritti: progettare interventi educativi nell’ottica della
partecipazione, individuando ed eliminando ogni barriera
all’apprendimento.
57. Il P.E.I. Progetto multidisciplinare
Il percorso scolastico previsto dalla normativa
regionale (D.G.R. 1 febbraio 2010, n° 34-13176)
richiede alla scuola e ai servizi sanitari e sociali
coinvolti nel progetto educativo di:
concordare i tempi e i modi del proprio intervento
per garantire la frequenza e la continuità del
processo educativo e formativo
programmare gli incontri previsti per la
formulazione e l’aggiornamento del PDF e del PEI
la famiglia partecipa alla definizione del profilo e
del pei
58. Il P.E.I. Come si costruisce
A partire dalle indicazioni contenute nel PDF
(profilo descrittivo di funzionamento) in
particolare quanto concordato nella sezione
Progetto Multidisciplinare, si dovranno indicare:
gli obiettivi nelle 8 aree dell’ICF che descrivono
l’attività e la partecipazione
le attività previste e i fattori ambientali che
faciliteranno il percorso
gli obiettivi dovranno essere declinati in termini
operativi e non generali per facilitare la
valutazione del loro raggiungimento
59. Indicazioni on-line
Erickson
www.erickson.it/Pagine/Link-utili.aspx
1. Osservatorio Disabilità Regione Piemonte
http://www.alihandicap.org
2. Alterweb-Portale sulla disabilità
http://www.alterweb.it/
3. FLI (Federazione Logopedisti Italiani)
http://www.fli.it/
4. AIPD (Associazione Italiana Persone Down)
http://www.aipd.it/
5. Informahandicap
http://www.informahandicap.it/
60. Indicazioni on-line
6. Garamond Insegnare con il computer
http://www.garamond.it
7. Ausili informatici e software educativi per l´handicap
http://www.multimediascuola.com/
8. HANDImatica-Tecnologie avanzate, informatica e
telematica per favorire l´integrazione delle persona
disabili
http://www.handimatica.it/
9. Dario Janes
www.darioianes.it
61. a cura di Marina Rudà e Mariella Valente
novembre 2012