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CORSO DI
RIABILITAZIONE
COGNITIVA
Corso Integrato di:
Metodi e Tecniche della Riabilitazione Neuropsicologica (III anno II sem)
Docente: Dr. Laura Bonanni
email: l.bonanni@unich.it
tel: 0871/562019
Anno Accademico 2010-2011
Programma del Corso Integrato di Metodi e Tecniche
della Riabilitazione Neuropsicologica III anno II sem.
1.
2.
3.
4.

5.

La riabilitazione cognitiva: definizioni e
principi
Basi neuroscientifiche della riabilitazione
cognitiva: la plasticità neuronale
La riabilitazione cognitiva nei traumi
cranici
La riabilitazione cognitiva nelle
demenze: malattia di Alzheimer e
Demenza a Corpi di Lewy
Strumenti di misura dell’efficacia della
riabilitazione cognitiva
Definizione di
Riabilitazione Cognitiva


Uso sistematico di istruzioni ed
esperienze strutturate per manipolare il
funzionamento dei sistemi cognitivi al
fine di migliorare la qualità o la quantità
del processamento cognitivo in un
dominio particolare
•Funzioni esecutive
•Funzioni mnesiche
•Rallentamento della capacità di processazione
di informazioni
•Attenzione e concentrazione
•Comunicazione
•Consolidamento di informazioni lette
•Capacità di organizzazione del pensiero
Gli obiettivi della
riabilitazione cognitiva

(I.H. Robertson, Current Opinion in Neurology, 1999, 12: 703-708 )

Ricostituzione delle
funzioni cognitive
compromesse

Strategie di
compenso
LA VALUTAZIONE DELLE
FUNZIONI COGNITIVE
1. ASPETTI METODOLOGICI
L’ indagine neuropsicologica considera
almeno quattro dimensioni del comportamento:
 L ‘ATTIVITÀ COGNITIVA
 LE FUNZIONI ESECUTIVE
 LE FORZE EMOTIVE E LA MOTIVAZIONE
 LA CONSAPEVOLEZZA
LA VALUTAZIONE DELLE
FUNZIONI COGNITIVE:
2. GLI STRUMENTI
La fase preliminare dell’indagine psicodiagnostica si avvale di
alcuni strumenti:







COLLOQUIO–INTERVISTA
OSSERVAZIONE
RACCOLTA DI DATI ANAMNESTICI
PROVE STANDARDIZZATE
USO DI SCALE FUNZIONALI
COLLOQUIO DI RESTITUZIONE
LA VALUTAZIONE DELLE
FUNZIONI COGNITIVE
LE FINALITÀ
Diagnosticare la presenza ed il tipo di
danno anche i relazione alla
localizzazione della lesione cerebrale



E H CI NI L C



Fornire una valutazione esauriente del
disturbo neuropsicologico iniziale che
permetta di osservarne l’evoluzione nel
tempo



Proporre interventi di valutazione e
rieducazione di cerebrolesioni
acquisite o degenerative



Analizzare i deficit e le abilità residuali
da utilizzare come guida per una
riabilitazione adeguata
LE FINALITÀ (continua …)

I
ACRE C R

Fornire un supporto alla diagnosi differenziale



I
I
E N O Z AR GET N



Svolgere un ruolo di indirizzo nella programmazione
terapeutica e nel piano di riabilitazione funzionale



Fornire consulenza e follow-up periodico all’equipe
medica multidisciplinare



Preparare trials di riabilitazione neuropsicologica,
studi osservazionali che si pongano come obiettivo
la verifica dell’efficacia del trattamento
I DESTINATARI
L’esame psicodiagnostico si rivolge a:


Persone che in fase molto precoce accusano
sintomatologia riconducibile a “mild cognitive impairment”



Soggetti con lesioni del capo (TCE chiuso o TCE lieve)



Pazienti con lesioni focali su base vascolare o emorragica



Pazienti con disturbi progressivi del SNC con cospicui
effetti neuropsicologici



Individui che necessitino di diagnosi differenziale tra
disturbo nevrotico o di personalità o depressivo
LA RIABILITAZIONE
NEUROCOGNITIVA
“ La riabilitazione cognitiva è lo studio delle opportunità
riorganizzative assunte dal cervello che è stato leso;
parte dal presupposto che le capacità neuroplastiche del
nostro cervello, presenti dopo la lesione, siano guidabili per
ottimizzare il trattamento riabilitativo orientato al
raggiungimento del massimo grado possibile di autonomia e di
indipendenza attraverso il recupero e/o la compensazione
delle abilità cognitive e comportamentali compromesse;
tale provvedimento risulta essere finalizzato, pertanto al
miglioramento della qualità della vita del paziente ed al
reinserimento dell’individuo nel proprio ambiente
familiare e sociale”

Mazzucchi, 1999
GLI SCOPI DEL
TRAINING RIABILITATIVO (1)
L’intervento riabilitativo può:


Migliorare l’adattamento funzionale del soggetto



Accrescere il benessere psicologico



Alleviare la disabilità del paziente nel proprio
contesto ambientale
GLI SCOPI DEL
TRAINING RIABILITATIVO (2)
… inoltre può:


Favorire il ri-apprendimento dell’informazione che è
talvolta relativamente integra, ma difficilmente
accessibile



Fornire ausili per condurre a termine un compito
utilizzando nuove strategie, o modificando le
preesistenti, per favorire un adattamento funzionale
nonostante la compromissione dell’efficienza mentale



Contribuire al miglioramento della qualità della vita e del
livello di autosufficienza dei pazienti negli stadi in cui la
gravità della patologia è di entità lieve o moderata,
ritardandone in parte la progressione
L’efficacia dell’intervento
dipende in larga misura
da un’accurata fase di valutazione preliminare
orientata alla persona
ed all’ambiente in cui vive
nella sua globalità e complessità
Lo scopo della riabilitazione non è di
modificare la prestazione ai test
neuropsicologici o a compiti cognitivi
specifici, ma di migliorare la capacità della
persona di apprendere e generalizzare
nuove strategie per risolvere i problemi
quotidiani in un contesto reale, modificando
strategie disfunzionali e fornendo abilità
compensative.
IL PROGETTO


Altamente individualizzato:
basato sulle capacità residuali dell’individuo in
trattamento e sulle sue esigenze primarie



Realistico:
gli obiettivi devono essere aderenti alla realtà (non
troppo ambiziosi perché rischiano di suscitare attese
troppo elevate ed indurre false speranze; troppo
modesti rischiano di produrre demotivazione e di
diminuire l’autostima)

Il percorso riabilitativo deve essere mirato non solo
alla presa in carico del paziente, ma al supporto
costante del nucleo familiare che se ne assume la
cura.
GLI OBIETTIVI
La riabilitazione neurocognitiva si propone di:


Riapprendere le informazioni decadute in toto o solo
parzialmente



Facilitare l’accesso all’informazione conservata, ma al
momento irraggiungibile



Favorire l’acquisizione di strategie compensatorie dei deficit



Rafforzare l’autostima del soggetto e favorire la
generalizzazione delle nuove strategie nel contesto di vita
GLI STRUMENTI


RIABILITAZIONE CLASSICA:
Nella tradizione clinica gli strumenti, tuttora dotati di una certa
validità, sono costituiti da esercizi vocali o carta-penna, concepiti
per stimolare specifiche funzioni, o da ausili esterni attivi, quali
agende, diari, uso guidato del calendario, cartine geografiche,
mappe e stradari, lavagne, registratori, liste ed elenchi, ecc.
Si utilizzano, inoltre, le mnemotecniche e i metodi cognitivi fondati
sul reperimento dei nessi associativi, sull’organizzazione logica
delle informazioni, sull’acquisizione delle tecniche di metamemoria.



RIABILITAZIONE COMPUTERIZZATA:
Attualmente si giudica più proficuo l’ausilio del PC.
Al paziente vengono proposti esercizi compito-specifici stimolanti sia
dal punto di vista grafico che acustico.
IL TRAINING RIABILITATIVO
COMPUTERIZZATO
Il sistema computerizzato per la riabilitazione cognitiva
assume come precipua finalità la riduzione del deficit
derivato dal danno cerebrale
Secondo Wilson (1989) gli approcci metodologici alla
riabilitazione sono:




Restituzione delle funzioni
Compensazione funzionale
Sostituzione tramite funzioni integre
Come scegliere tra gli approcci?
(Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)


Esempi:
-se un individuo non muove più il braccio, limitare le
risorse riabilitative al recupero del movimento o allo
sviluppo di strategie compensative che consentano
un vita il più normale possibile evitandone l’uso?
- in caso di disfasia grave, cercare di ottenere la
produzione del maggior numero di parole o insegnare
mezzi di comunicazione alternativi?
-in caso di problemi “disesecutivi”, focalizzare gli
sforzi nella strutturazione di un ambiente che supporti
un comportamento più organizzato o cercare di
recuperare almeno alcune abilità di controllo
esecutivo mediate internamente?
Approccio compensativo vs. restitutivo


Recenti scoperte sulla plasticità del
S.N.C. degli adulti
-cfr. genesi cellulare negli adulti (Eriksson P.S. et al.
Neurogenesis in the adult human hippocampus.
Nature Med 1998; 4: 1313-1317)
- proliferazione cellulare nel giro dentato
dell’ippocampo del ratto influenzata da training di
apprendimento associativo (Gould E. et al. Learning
enhances adult neurogenesis in the hippocampal
formation. Nature Neurosci 1999; 2: 260-265)
Approccio compensativo vs. restitutivo




Dati sul miglioramento nei circuiti sottostanti al
funzionamento normale delle capacità visuo-spaziali
dopo trattamento riabilitativo:
(Pizzamiglio et al. Recovery of neglect after right
hemispheric damage: H215O Positron Emission
Tomographic Activation Study. Arch Neurol 1998; 55:
561-568).
Effetto delle lenti prismatiche su pazienti con
emineglect spaziale che determinano cambiamenti
nella connettività sinaptica all’interno del sistema
percettivo-motorio dell’emisfero leso per brevi periodi
di tempo
(Rossetti et al. Prism adaptation to a rightward optical
deviation rehabilitates left hemispatial neglect. Nature
1998; 395: 166-169)
Approccio compensativo vs. restitutivo


Cambiamenti correlati a
comportamenti funzionali specifici
-recupero delle capacità di esplorazione dello
spazio controlaterale alla lesione in compiti
con una componente motoria (es. bisezione
di linee) in assenza di una ricostruzione dei
circuiti cerebrali sottostanti coinvolti, per cui il
deficit rappresentativo rimane (ad es. in
compiti di giudizio percettivo)
-mancanza di miglioramenti diretti e durevoli
nelle terapie mirate alla “restitutio” delle
capacità mnesiche
Come scegliere tra gli approcci?
(Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)


Proposta di modelli teorici quantitativi

Es.: Constraint Induced Movement Therapy for
Hemiplegia
Al paziente viene proposto il trattamento
riabilitativo “restitutivo” soltanto se possiede un
certo grado di funzionalità
residua dell’arto.
Approccio compensativo vs. restitutivo
(Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)


Hp. Riconnessione dei circuiti cerebrali
danneggiati dipendente dall’esperienza:
Stati post-lesionali:
-piccola perdita nella connettività
recupero spontaneo
-perdita maggiore
deficit funzionale permanente
(necessità di un approccio compensativo)
Approccio compensativo vs. restitutivo
(Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)


Un terzo gruppo ha invece dei circuiti
lesionati “potenzialmente” ricostruibili, ma il
recupero dipende dalla capacità del terapista
di fornire input “top-down” e “bottom-up”
finalizzati, mantenendo adeguati livelli di
arousal ed evitando l’attivazione di circuiti
competitivi che possano sopprimere l’attività
nei circuiti target (cfr. modelli dei network
neurali).



Sviluppo dei modelli connessionistici delle
funzioni cognitive
I PRESUPPOSTI TEORICI








E’ stato dimostrato che una specifica terapia riabilitativa stimoli
l’espansione della rappresentazione nervosa colpita da una
lesione vascolare
La più recente letteratura ribadisce il concetto di neuroplastiictà,
non solo osservabile in caso di lesioni verificatesi nelle fasi di
sviluppo cerebrale, ma anche in individui adulti, quindi con
sviluppo completato
Il modello di modularità dell’organizzazione cognitiva: è
possibile osservare una riorganizzazione strutturale,
accompagnata da mutamenti prestazionali nella corteccia
sensoriale e motoria
Il superamento della concezione di periodo critico come unico
momento possibile per riorganizzare le mappe neuronali
Variabili neurobiologiche:
Studio del potenziale plastico del sistema
nervoso

Dalle concezioni classiche
potere riorganizzazionale del SNC nullo o limitato
al di fuori di periodi critici,
Es. sviluppo del substrato nervoso della visione binoculare
nelle prime settimane di vita

Ai modelli sperimentali
Deprivazioni sensoriali
Apprendimento di particolari abilità
Plasticità del cervello adulto in seguito a lesioni del SNC
(riduzione/aumento delle informazioni
dalla periferia ai centri nervosi)
Deprivazioni sensoriali
Poichè il sistema somatosensoriale rappresenta
la
periferia
corporea
secondo
regole
somatotopiche, la sezione/lesione di un
determinato nervo depriva in maniera selettiva
ed ordinata la sua rappresentazione centrale.



Modifiche riorganizzazionali a diversi livelli
del sistema nervoso
Responsività neuronale alla stimolazione di
distretti cutanei mappati in aree corticali
adiacenti a quelle deafferentate (es. Merzenich
et al., 1984; Pons et al., 1991) e percezioni
“fantasma”
Apprendimento di particolari abilità
L’apprendimento implica cambiamenti funzionali
e/o strutturali nel SN e, in assenza di specifiche
patologie, può aver luogo a qualunque età.


cfr. ampliamento delle aree di rappresentazione
nervosa (corteccia somatosensitiva, corteccia
motoria primaria) riguardanti elettivamente
strutture coinvolte nell’apprendimento di un
determinato compito
Apprendimento di particolari abilità


reversibilità dei cambiamenti che supporta
ulteriormente l’elevata dinamicità connessionale
del cervello anche in età adulta
(es. espansione della rappresentazione nella
corteccia somatosensitiva delle mammelle nei
ratti durante l’allattamento)



Mutamenti dinamici delle rappresentazioni
cerebrali legate all’apprendimento di compiti
specifici
nell’uomo
(studi
PET,
fMRI,
stimolazione magnetica transcranica)
es.: rappresentazione somatosensitiva delle dita
della mano sinistra in suonatori di archi, lettori di
Braille
Apprendimento di particolari abilità
L’allenamento e la corretta esecuzione di un
determinato compito modificano il SN al fine di
ottimizzarlo, ma un esercizio strenuo ed
improprio induce cambiamenti neurali in senso
disorganizzativo e, quindi, dannoso.
Cfr. patogenesi di alcune malattie professionali da
iperuso (es. crampo dello scrivano)
La
mappatura
delle
aree
della
corteccia
somatosensoriale dedicate alle singole dita della mano
dopo induzione di distonia nelle scimmie (Byl et al.,
1996)
mostra
una
dedifferenziazione
delle
rappresentazioni.
Plasticità del cervello adulto in seguito a
lesioni del SNC
Studio delle possibilità riorganizzative del cervello leso.
Nell’animale:
-Lesioni sperimentali della corteccia visiva del gatto
inducono un aumento di neurotrasmettitori eccitatori e un
cambiamento di posizione e dimensione dei campi
recettivi nelle aree perilesionali (Eysel, 1997)
-lesioni controllate di zone della corteccia motoria
coinvolte nella motricità fine della mano/trattamento
specifico: recupero funzionale il cui substrato nervoso
sembra risiedere nei territori nervosi adiacenti a quello
danneggiato sperimentalmente (Nudo e coll., 1996)
Plasticità del cervello adulto in seguito a
lesioni del SNC
Studio delle possibilità riorganizzative del cervello leso.
Nell’uomo:
-studi PET in pazienti con lesioni vascolari del braccio
posteriore della capsula interna: i campi motori associati
a movimenti delle dita vengono allargati alla zona
abitualmente occupata dalla faccia (Chollet e Weiller,
1994)
-la stimolazione magnetica transcranica evoca potenziali
motori in aree dello scalpo più ampie dopo una terapia
riabilitativa mirata (espansione della rappresentazione
nervosa danneggiata da una lesione vascolare, Taub et
al., 1998)
Plasticità del cervello adulto in seguito a
lesioni del SNC
Un ampliamento delle superfici rappresentazionali non è
necessariamente espressione di miglioramento
funzionale.
-massima espansione corticale in pazienti con arto
fantasma doloroso
-studio PET su pazienti afasici non fluenti senza
recupero spontaneo migliorati dopo un programma di
intonazione melodica (Belin et al., 1996)
(ascolto e ripetizione di parole con modalità standard:
attivazione di zone dell’emisfero destro omologhe;
secondo le regole della terapia di intonazione melodica:
attivazione dell’area di Broca e della corteccia
prefrontale sinistra e deattivazione dell’omologo destro)
Meccanismi di recupero
Tassonomia delle principali forme di
neuroplasticità


Espansione delle mappe
rappresentazionali



Riassegnazione cross-modale
es.: attività nella corteccia visiva durante il
compito di lettura tattile in Braille in individui
ciechi dalla nascita
Tassonomia delle principali forme di
neuroplasticità


Adattamento di aree omologhe a quelle
lese
es.: recupero del linguaggio da attivazione di aree
perilesionali



Compenso mascherato
Un sistema cognitivo intatto prende in carico le funzioni
di un sistema leso riducendo la gravità del deficit, come
ad es. nella messa in atto di strategie verbali per
compensare alterazioni delle funzioni spaziali.

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Lezioni neurologia

  • 1. CORSO DI RIABILITAZIONE COGNITIVA Corso Integrato di: Metodi e Tecniche della Riabilitazione Neuropsicologica (III anno II sem) Docente: Dr. Laura Bonanni email: l.bonanni@unich.it tel: 0871/562019 Anno Accademico 2010-2011
  • 2. Programma del Corso Integrato di Metodi e Tecniche della Riabilitazione Neuropsicologica III anno II sem. 1. 2. 3. 4. 5. La riabilitazione cognitiva: definizioni e principi Basi neuroscientifiche della riabilitazione cognitiva: la plasticità neuronale La riabilitazione cognitiva nei traumi cranici La riabilitazione cognitiva nelle demenze: malattia di Alzheimer e Demenza a Corpi di Lewy Strumenti di misura dell’efficacia della riabilitazione cognitiva
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  • 47. Definizione di Riabilitazione Cognitiva  Uso sistematico di istruzioni ed esperienze strutturate per manipolare il funzionamento dei sistemi cognitivi al fine di migliorare la qualità o la quantità del processamento cognitivo in un dominio particolare
  • 48. •Funzioni esecutive •Funzioni mnesiche •Rallentamento della capacità di processazione di informazioni •Attenzione e concentrazione •Comunicazione •Consolidamento di informazioni lette •Capacità di organizzazione del pensiero
  • 49. Gli obiettivi della riabilitazione cognitiva (I.H. Robertson, Current Opinion in Neurology, 1999, 12: 703-708 ) Ricostituzione delle funzioni cognitive compromesse Strategie di compenso
  • 50. LA VALUTAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE 1. ASPETTI METODOLOGICI L’ indagine neuropsicologica considera almeno quattro dimensioni del comportamento:  L ‘ATTIVITÀ COGNITIVA  LE FUNZIONI ESECUTIVE  LE FORZE EMOTIVE E LA MOTIVAZIONE  LA CONSAPEVOLEZZA
  • 51. LA VALUTAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE: 2. GLI STRUMENTI La fase preliminare dell’indagine psicodiagnostica si avvale di alcuni strumenti:       COLLOQUIO–INTERVISTA OSSERVAZIONE RACCOLTA DI DATI ANAMNESTICI PROVE STANDARDIZZATE USO DI SCALE FUNZIONALI COLLOQUIO DI RESTITUZIONE
  • 52. LA VALUTAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE LE FINALITÀ Diagnosticare la presenza ed il tipo di danno anche i relazione alla localizzazione della lesione cerebrale  E H CI NI L C  Fornire una valutazione esauriente del disturbo neuropsicologico iniziale che permetta di osservarne l’evoluzione nel tempo  Proporre interventi di valutazione e rieducazione di cerebrolesioni acquisite o degenerative  Analizzare i deficit e le abilità residuali da utilizzare come guida per una riabilitazione adeguata
  • 53. LE FINALITÀ (continua …) I ACRE C R Fornire un supporto alla diagnosi differenziale  I I E N O Z AR GET N  Svolgere un ruolo di indirizzo nella programmazione terapeutica e nel piano di riabilitazione funzionale  Fornire consulenza e follow-up periodico all’equipe medica multidisciplinare  Preparare trials di riabilitazione neuropsicologica, studi osservazionali che si pongano come obiettivo la verifica dell’efficacia del trattamento
  • 54. I DESTINATARI L’esame psicodiagnostico si rivolge a:  Persone che in fase molto precoce accusano sintomatologia riconducibile a “mild cognitive impairment”  Soggetti con lesioni del capo (TCE chiuso o TCE lieve)  Pazienti con lesioni focali su base vascolare o emorragica  Pazienti con disturbi progressivi del SNC con cospicui effetti neuropsicologici  Individui che necessitino di diagnosi differenziale tra disturbo nevrotico o di personalità o depressivo
  • 55. LA RIABILITAZIONE NEUROCOGNITIVA “ La riabilitazione cognitiva è lo studio delle opportunità riorganizzative assunte dal cervello che è stato leso; parte dal presupposto che le capacità neuroplastiche del nostro cervello, presenti dopo la lesione, siano guidabili per ottimizzare il trattamento riabilitativo orientato al raggiungimento del massimo grado possibile di autonomia e di indipendenza attraverso il recupero e/o la compensazione delle abilità cognitive e comportamentali compromesse; tale provvedimento risulta essere finalizzato, pertanto al miglioramento della qualità della vita del paziente ed al reinserimento dell’individuo nel proprio ambiente familiare e sociale” Mazzucchi, 1999
  • 56. GLI SCOPI DEL TRAINING RIABILITATIVO (1) L’intervento riabilitativo può:  Migliorare l’adattamento funzionale del soggetto  Accrescere il benessere psicologico  Alleviare la disabilità del paziente nel proprio contesto ambientale
  • 57. GLI SCOPI DEL TRAINING RIABILITATIVO (2) … inoltre può:  Favorire il ri-apprendimento dell’informazione che è talvolta relativamente integra, ma difficilmente accessibile  Fornire ausili per condurre a termine un compito utilizzando nuove strategie, o modificando le preesistenti, per favorire un adattamento funzionale nonostante la compromissione dell’efficienza mentale  Contribuire al miglioramento della qualità della vita e del livello di autosufficienza dei pazienti negli stadi in cui la gravità della patologia è di entità lieve o moderata, ritardandone in parte la progressione
  • 58. L’efficacia dell’intervento dipende in larga misura da un’accurata fase di valutazione preliminare orientata alla persona ed all’ambiente in cui vive nella sua globalità e complessità
  • 59. Lo scopo della riabilitazione non è di modificare la prestazione ai test neuropsicologici o a compiti cognitivi specifici, ma di migliorare la capacità della persona di apprendere e generalizzare nuove strategie per risolvere i problemi quotidiani in un contesto reale, modificando strategie disfunzionali e fornendo abilità compensative.
  • 60. IL PROGETTO  Altamente individualizzato: basato sulle capacità residuali dell’individuo in trattamento e sulle sue esigenze primarie  Realistico: gli obiettivi devono essere aderenti alla realtà (non troppo ambiziosi perché rischiano di suscitare attese troppo elevate ed indurre false speranze; troppo modesti rischiano di produrre demotivazione e di diminuire l’autostima) Il percorso riabilitativo deve essere mirato non solo alla presa in carico del paziente, ma al supporto costante del nucleo familiare che se ne assume la cura.
  • 61. GLI OBIETTIVI La riabilitazione neurocognitiva si propone di:  Riapprendere le informazioni decadute in toto o solo parzialmente  Facilitare l’accesso all’informazione conservata, ma al momento irraggiungibile  Favorire l’acquisizione di strategie compensatorie dei deficit  Rafforzare l’autostima del soggetto e favorire la generalizzazione delle nuove strategie nel contesto di vita
  • 62. GLI STRUMENTI  RIABILITAZIONE CLASSICA: Nella tradizione clinica gli strumenti, tuttora dotati di una certa validità, sono costituiti da esercizi vocali o carta-penna, concepiti per stimolare specifiche funzioni, o da ausili esterni attivi, quali agende, diari, uso guidato del calendario, cartine geografiche, mappe e stradari, lavagne, registratori, liste ed elenchi, ecc. Si utilizzano, inoltre, le mnemotecniche e i metodi cognitivi fondati sul reperimento dei nessi associativi, sull’organizzazione logica delle informazioni, sull’acquisizione delle tecniche di metamemoria.  RIABILITAZIONE COMPUTERIZZATA: Attualmente si giudica più proficuo l’ausilio del PC. Al paziente vengono proposti esercizi compito-specifici stimolanti sia dal punto di vista grafico che acustico.
  • 63. IL TRAINING RIABILITATIVO COMPUTERIZZATO Il sistema computerizzato per la riabilitazione cognitiva assume come precipua finalità la riduzione del deficit derivato dal danno cerebrale Secondo Wilson (1989) gli approcci metodologici alla riabilitazione sono:    Restituzione delle funzioni Compensazione funzionale Sostituzione tramite funzioni integre
  • 64. Come scegliere tra gli approcci? (Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)  Esempi: -se un individuo non muove più il braccio, limitare le risorse riabilitative al recupero del movimento o allo sviluppo di strategie compensative che consentano un vita il più normale possibile evitandone l’uso? - in caso di disfasia grave, cercare di ottenere la produzione del maggior numero di parole o insegnare mezzi di comunicazione alternativi? -in caso di problemi “disesecutivi”, focalizzare gli sforzi nella strutturazione di un ambiente che supporti un comportamento più organizzato o cercare di recuperare almeno alcune abilità di controllo esecutivo mediate internamente?
  • 65. Approccio compensativo vs. restitutivo  Recenti scoperte sulla plasticità del S.N.C. degli adulti -cfr. genesi cellulare negli adulti (Eriksson P.S. et al. Neurogenesis in the adult human hippocampus. Nature Med 1998; 4: 1313-1317) - proliferazione cellulare nel giro dentato dell’ippocampo del ratto influenzata da training di apprendimento associativo (Gould E. et al. Learning enhances adult neurogenesis in the hippocampal formation. Nature Neurosci 1999; 2: 260-265)
  • 66. Approccio compensativo vs. restitutivo   Dati sul miglioramento nei circuiti sottostanti al funzionamento normale delle capacità visuo-spaziali dopo trattamento riabilitativo: (Pizzamiglio et al. Recovery of neglect after right hemispheric damage: H215O Positron Emission Tomographic Activation Study. Arch Neurol 1998; 55: 561-568). Effetto delle lenti prismatiche su pazienti con emineglect spaziale che determinano cambiamenti nella connettività sinaptica all’interno del sistema percettivo-motorio dell’emisfero leso per brevi periodi di tempo (Rossetti et al. Prism adaptation to a rightward optical deviation rehabilitates left hemispatial neglect. Nature 1998; 395: 166-169)
  • 67. Approccio compensativo vs. restitutivo  Cambiamenti correlati a comportamenti funzionali specifici -recupero delle capacità di esplorazione dello spazio controlaterale alla lesione in compiti con una componente motoria (es. bisezione di linee) in assenza di una ricostruzione dei circuiti cerebrali sottostanti coinvolti, per cui il deficit rappresentativo rimane (ad es. in compiti di giudizio percettivo) -mancanza di miglioramenti diretti e durevoli nelle terapie mirate alla “restitutio” delle capacità mnesiche
  • 68. Come scegliere tra gli approcci? (Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)  Proposta di modelli teorici quantitativi Es.: Constraint Induced Movement Therapy for Hemiplegia Al paziente viene proposto il trattamento riabilitativo “restitutivo” soltanto se possiede un certo grado di funzionalità residua dell’arto.
  • 69. Approccio compensativo vs. restitutivo (Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)  Hp. Riconnessione dei circuiti cerebrali danneggiati dipendente dall’esperienza: Stati post-lesionali: -piccola perdita nella connettività recupero spontaneo -perdita maggiore deficit funzionale permanente (necessità di un approccio compensativo)
  • 70. Approccio compensativo vs. restitutivo (Robertson I.H. et al., Psychol Bull 1999; 125, 544-575)  Un terzo gruppo ha invece dei circuiti lesionati “potenzialmente” ricostruibili, ma il recupero dipende dalla capacità del terapista di fornire input “top-down” e “bottom-up” finalizzati, mantenendo adeguati livelli di arousal ed evitando l’attivazione di circuiti competitivi che possano sopprimere l’attività nei circuiti target (cfr. modelli dei network neurali).  Sviluppo dei modelli connessionistici delle funzioni cognitive
  • 71. I PRESUPPOSTI TEORICI     E’ stato dimostrato che una specifica terapia riabilitativa stimoli l’espansione della rappresentazione nervosa colpita da una lesione vascolare La più recente letteratura ribadisce il concetto di neuroplastiictà, non solo osservabile in caso di lesioni verificatesi nelle fasi di sviluppo cerebrale, ma anche in individui adulti, quindi con sviluppo completato Il modello di modularità dell’organizzazione cognitiva: è possibile osservare una riorganizzazione strutturale, accompagnata da mutamenti prestazionali nella corteccia sensoriale e motoria Il superamento della concezione di periodo critico come unico momento possibile per riorganizzare le mappe neuronali
  • 72. Variabili neurobiologiche: Studio del potenziale plastico del sistema nervoso Dalle concezioni classiche potere riorganizzazionale del SNC nullo o limitato al di fuori di periodi critici, Es. sviluppo del substrato nervoso della visione binoculare nelle prime settimane di vita Ai modelli sperimentali Deprivazioni sensoriali Apprendimento di particolari abilità Plasticità del cervello adulto in seguito a lesioni del SNC (riduzione/aumento delle informazioni dalla periferia ai centri nervosi)
  • 73. Deprivazioni sensoriali Poichè il sistema somatosensoriale rappresenta la periferia corporea secondo regole somatotopiche, la sezione/lesione di un determinato nervo depriva in maniera selettiva ed ordinata la sua rappresentazione centrale.   Modifiche riorganizzazionali a diversi livelli del sistema nervoso Responsività neuronale alla stimolazione di distretti cutanei mappati in aree corticali adiacenti a quelle deafferentate (es. Merzenich et al., 1984; Pons et al., 1991) e percezioni “fantasma”
  • 74. Apprendimento di particolari abilità L’apprendimento implica cambiamenti funzionali e/o strutturali nel SN e, in assenza di specifiche patologie, può aver luogo a qualunque età.  cfr. ampliamento delle aree di rappresentazione nervosa (corteccia somatosensitiva, corteccia motoria primaria) riguardanti elettivamente strutture coinvolte nell’apprendimento di un determinato compito
  • 75. Apprendimento di particolari abilità  reversibilità dei cambiamenti che supporta ulteriormente l’elevata dinamicità connessionale del cervello anche in età adulta (es. espansione della rappresentazione nella corteccia somatosensitiva delle mammelle nei ratti durante l’allattamento)  Mutamenti dinamici delle rappresentazioni cerebrali legate all’apprendimento di compiti specifici nell’uomo (studi PET, fMRI, stimolazione magnetica transcranica) es.: rappresentazione somatosensitiva delle dita della mano sinistra in suonatori di archi, lettori di Braille
  • 76. Apprendimento di particolari abilità L’allenamento e la corretta esecuzione di un determinato compito modificano il SN al fine di ottimizzarlo, ma un esercizio strenuo ed improprio induce cambiamenti neurali in senso disorganizzativo e, quindi, dannoso. Cfr. patogenesi di alcune malattie professionali da iperuso (es. crampo dello scrivano) La mappatura delle aree della corteccia somatosensoriale dedicate alle singole dita della mano dopo induzione di distonia nelle scimmie (Byl et al., 1996) mostra una dedifferenziazione delle rappresentazioni.
  • 77. Plasticità del cervello adulto in seguito a lesioni del SNC Studio delle possibilità riorganizzative del cervello leso. Nell’animale: -Lesioni sperimentali della corteccia visiva del gatto inducono un aumento di neurotrasmettitori eccitatori e un cambiamento di posizione e dimensione dei campi recettivi nelle aree perilesionali (Eysel, 1997) -lesioni controllate di zone della corteccia motoria coinvolte nella motricità fine della mano/trattamento specifico: recupero funzionale il cui substrato nervoso sembra risiedere nei territori nervosi adiacenti a quello danneggiato sperimentalmente (Nudo e coll., 1996)
  • 78. Plasticità del cervello adulto in seguito a lesioni del SNC Studio delle possibilità riorganizzative del cervello leso. Nell’uomo: -studi PET in pazienti con lesioni vascolari del braccio posteriore della capsula interna: i campi motori associati a movimenti delle dita vengono allargati alla zona abitualmente occupata dalla faccia (Chollet e Weiller, 1994) -la stimolazione magnetica transcranica evoca potenziali motori in aree dello scalpo più ampie dopo una terapia riabilitativa mirata (espansione della rappresentazione nervosa danneggiata da una lesione vascolare, Taub et al., 1998)
  • 79. Plasticità del cervello adulto in seguito a lesioni del SNC Un ampliamento delle superfici rappresentazionali non è necessariamente espressione di miglioramento funzionale. -massima espansione corticale in pazienti con arto fantasma doloroso -studio PET su pazienti afasici non fluenti senza recupero spontaneo migliorati dopo un programma di intonazione melodica (Belin et al., 1996) (ascolto e ripetizione di parole con modalità standard: attivazione di zone dell’emisfero destro omologhe; secondo le regole della terapia di intonazione melodica: attivazione dell’area di Broca e della corteccia prefrontale sinistra e deattivazione dell’omologo destro)
  • 80. Meccanismi di recupero Tassonomia delle principali forme di neuroplasticità  Espansione delle mappe rappresentazionali  Riassegnazione cross-modale es.: attività nella corteccia visiva durante il compito di lettura tattile in Braille in individui ciechi dalla nascita
  • 81. Tassonomia delle principali forme di neuroplasticità  Adattamento di aree omologhe a quelle lese es.: recupero del linguaggio da attivazione di aree perilesionali  Compenso mascherato Un sistema cognitivo intatto prende in carico le funzioni di un sistema leso riducendo la gravità del deficit, come ad es. nella messa in atto di strategie verbali per compensare alterazioni delle funzioni spaziali.