Mod ii-dispensa 5-musica-linguaggio-espressivo-2012-13
1. EDUCAZIONE MUSICALE
Modulo II
Dispensa 5
LA MUSICA COME LINGUAGGIO
ESPRESSIVO
Prof. Luisa Curinga
Università degli Studi di Macerata – Dipartimento di Scienze della Formazione,
Beni Culturali e Turismo
a.a. 2012/2013
2. LE ATTIVITÀ ESPRESSIVE E LA MUSICA
Nella scuola dell'infanzia uno degli obiettivi dell'attività musicale
è di contribuire allo sviluppo della creatività
In questo senso la musica:
- è uno strumento (mezzo, e non fine)
- va inserita nel contesto più ampio delle attività espressive
3. ATTIVITÀ ESPRESSIVA
=
ATTIVITÀ IN CUI IL BAMBINO ESPRIME UN'ESPERIENZA,
UN VISSUTO, UNA FANTASIA, UN'IDEA DI FORTE VALENZA
EMOZIONALE E AFFETTIVA ATTRAVERSO LA
MANIPOLAZIONE CREATIVA E INTERATTIVA DI PIÙ
LINGUAGGI:
- CORPOREO (gesto, movimento, danza)
- VERBALE (parola)
- MUSICALE (sonorizzazioni o musiche codificate)
- PITTORICO (disegni)
- PLASTICO (costruzione di oggetti)
4. L'ATTIVITÀ ESPRESSIVA SI CONFIGURA DUNQUE
COME UN'ESPERIENZA DI RICERCA PERSONALE
E INTERPERSONALE CHE SI SVILUPPA A PARTIRE
DAL GIOCO SIMBOLICO
Una definizione così vasta copre un ambito vastissimo.
In termini educativi occorre restringere il campo a:
- presenza di LINGUAGGI (ovvero strumenti comunicativi
compiuti e articolati), dotati di consapevolezza e intenzionalità
- presenza di precisi CONTENUTI, ai quali devono essere
funzionali le abilità e le conoscenze relative ai diversi linguaggi
5. NELLE ATTIVITÀ ESPRESSIVE L'INTERVENTO DIDATTICO
È INDIRIZZATO ALLA FORMAZIONE GLOBALE DEL BAMBINO,
NEL SENSO DI UNA CONSAPEVOLE MATURAZIONE
INDIVIDUALE
IN QUESTO AMBITO L'INTERVENTO D'INSEGNAMENTO
CONCEPITO COME TRASMISSIONE DI SPECIFICHE
CONOSCENZE E ABILITÀ DEVE ESSERE SUBORDINATO
ALL'IMPOSTAZIONE CENTRATA SULLA FORMAZIONE
DELL'INDIVIDUO NELLA SUA INTEREZZA
6. ATTIVITÀ ESPRESSIVE: PERCHÉ?
- Le caratteristiche dell'attività espressiva adulta sono già presenti
in embrione nel gioco infantile simbolico
- Il gioco spontaneo può essere trasformato in “comunicazione
consapevolmente orientata” grazie all'intervento didattico
- Il gioco e le attività espressive, oltre a sviluppare le capacità
creative individuali, stimolano la consapevolezza sui rapporti tra
l'individuo, il mondo esterno e il proprio ambiente culturale
- Tramite l'attività espressiva si può contribuire al processo di sviluppo,
nel bambino, di una consapevolezza critica della propria condizione di
esistenza
- La pratica dei linguaggi espressivi, ivi compreso quello musicale,
introduce il bambino in maniera straordinariamente efficace alla
“conoscenza e all'interpretazione dell'espressività sociale e delle
forme artistiche codificate”
Cfr. M. Baroni, Suoni e significati cit., pp. 27-28.
7. LE ATTIVITÀ ESPRESSIVE E IL GIOCO SIMBOLICO
Le teorie di Jean Piaget sull'importanza del gioco come forma di
adattamento intelligente all'ambiente fisico e sociale hanno significative
ricadute nella programmazione delle attività espressive.
Infatti gli schemi mentali di “accomodamento” e “assimilazione” per
mezzo dei quali l'individuo è in grado di padroneggiare e trasformare
la realtà sono messi in campo durante il gioco e le attività espressive.
Sia il gioco d'esercizio della primissima infanzia che il gioco simbolico
sono importanti in quest'ottica, ma è il gioco prodotto dal pensiero
simbolico che è caratteristico e predominante in età di scuola
dell'infanzia.
Il processo di costruzione, organizzazione, interpretazione e
partecipazione emotiva del gioco simbolico - nel quale vengono usati e
manipolati in maniera creativa linguaggi diversi – produce schemi
affettivi e concettuali che vengono assimilati e producono, nel mondo
adulto, cultura socializzata.
8. STRUTTURE DEL PENSIERO SIMBOLICO
E SCHEMI AFFETTIVI
Le strutture del pensiero simbolico che si sviluppano tramite
il gioco sono guidate da schemi affettivi che fanno emergere
i problemi di relazione tra l'io e la realtà.
L'assimilazione, da parte dei bambini, di immagini che essi
riconoscono come diverse, e il loro raggruppamento secondo
criteri di analogia può avvenire proprio perché esse sono
comprese nel medesimo schema affettivo e svolgono la stessa
funzione di mediazione tra l'io e il mondo esterno, tra sé e gli altri.
In quest'ottica le attività creative espressive, delle quali la
musica deve essere elemento fondamentale, svolgono la
funzione di scoprire e far emergere intenzioni e valori del
bambino, nonché le problematiche relative all'identificazione
personale e al rapporto con gli altri (schemi affettivi).
9. Nel gioco simbolico, così come nelle attività espressive,
Il bambino non indica semplicemente l'oggetto che imita,
ma in quel momento “è” quell'oggetto, se identifica con esso
da un punto di vista psicologico.
In questo momento di identificazione l'uso sinergico di
differenti linguaggi rappresenta una ricchezza espressiva
che consente al bambino di appropriarsi, in un contesto ludico,
delle immagini del proprio mondo interiore, della propria identità
personale sviluppando il rapporto e la comunicazione tra sé e gli
altri.
10. Nell'attività espressiva il bambino costruisce 'oggetti'
Per 'oggetto', in senso lato, intendiamo disegni, materiali
plastici, movimenti corporei, suoni ecc.
Per 'costruzione', in senso lato, intendiamo il costruire vero e
proprio, il creare sonorizzazioni o sequenze di suoni, il creare
movimenti o sequenze verbali ecc.
Saper gestire e manipolare tutte queste attività implica
l'acquisizione di specifiche abilità e la capacità di sintetizzare
le diverse esperienze per la creazione di un tutto organico.
11. ALCUNI ESEMPI DI ATTIVITÀ ESPRESSIVE
CHE COMPRENDONO LA MUSICA
Esempio 1
Sonorizzazione di una favola:
I tre porcellini
Presupposti e vantaggi:
- È una fiaba che fa parte del vissuto di tutti i bambini
- Attraverso la partecipazione attiva, consente di
esorcizzare le paure e di creare un'empatia collettiva,
che comprende bambini ed educatori
12. L'educatore inizia a narrare la fiaba, introducendo anche
nuovi episodi che si prestano ad essere sonorizzati:
- Si dà rilievo alla costruzione delle casette: i bambini
in fila, sull'esempio della maestra, si muovono a ritmo
fingendo di trasportare dei mattoni molto pesanti. Il movimento e
i gesti sono accompagnati da clusters al pianoforte (accordi che
comprendono molte note vicine che si ottengono premendo i tasti
con tutta la mano o con il braccio) suonati dall'educatore e da un
bambino.
- Tra i porcellini costruttori ve ne sono di attivi e di pigri. Quelli
attivi tamburellano velocemente le dita sul tavolo imitando il
battere rapido dei chiodi; quelli lenti riproducono i colpi lenti e
distanziati del martello battendo le mani. Viene stimolato l'ascolto
prima separato e poi simultaneo dei due gruppi.
segue...
13. - I porcellini sono stanchi e dormono. Viene riprodotto
il silenzio della notte.
- Viene introdotto il personaggio del lupo, interpretato da un
bambino e dall'educatore. Il lupo entra in punta di piedi,
camminando a passi ritmici, e pesta le foglie. Il calpestio viene
sonorizzato con il fonema ripetuto sc.
- Nel sentire l'odore dei porcellini il lupo ulula (sonorizzazione
tramite glissando). I bambini che interpretano i porcellini
scappano. Per non fare rumore corrono velocemente in punta
di piedi.
- I porcellini riescono a chiudere il lupo in casa. Grida di
esultanza accompagnate da una canzone allegra in ritmo
veloce suonata al pianoforte (o presa da una registrazione).
segue...
14. Nei giorni successivi i bambini producono dei disegni per
illustrare la storia e legano i fogli di carta a creare un libro
Vengono inseriti nuovi episodi: i porcellini vanno in America
in barca remando; vanno al ristorante; fanno dei versacci
accompagnati da suoni davanti allo specchio ecc.
La favola viene nuovamente rappresentata e i nuovi episodi
vengono sonorizzati.
Esempio tratto da: Mario Baroni, Suoni e significati cit., pp. 31-32 segg.
15. Esempio 2
Sonorizzazione di una storia creata dai
bambini a partire da un'esperienza collettiva:
Il palloncino sposa la luna
Spunto iniziale e vantaggi:
- I bambini lanciano dei palloncini in giardino e poi
immaginano le avventure di ogni palloncino
- La fantasia e la creatività di ogni bambino sono stimolate
nell'ambito di un'attività condivisa
16. - Un bambino suggerisce che il suo palloncino incontri nel cielo
la luna, cioè il grande palloncino senza corda, se ne innamori e
la sposi.
- Tutti i bambini, guidati dall'educatore, giocano a immaginarsi il
matrimonio e pensano ai possibili invitati: tutto ciò che è in cielo,
le stelle, il sole, il vento, la pioggia, le nuvole ecc.
- Le attività, discusse e organizzate con i bambini sulla base dei
loro suggerimenti e dei comuni scambi di idee, comprendono
disegni, pitture, animazioni corporee e sonorizzazioni musicali.
- Infine si otterranno una serie di sequenze diverse tra loro,
ognuna con la sua speciale atmosfera, caratterizzate e legate
tra loro come in una colonna sonora.
17. LA PIOGGIA
Gioco corporeo: saltelli, battiti di piedi, tamburellare delle nocche su
diverse superfici ecc.
Gioco sonoro: i bambini creano una massa sonora composta da tanti
suoni diversi realizzati con piccole percussioni
Funzionamento e regole musicali: la massa sonora viene resa viva e
articolata stabilendo delle regole di variazione dei timbri (variare gli
strumenti utilizzati e articolare interventi singoli o collettivi in diverse
combinazioni); della densità (prevedere interventi con un numero
maggiore o minore di suoni); della velocità (mutando la rapidità di
esecuzione); di intensità (variando la forza percussiva)
IL VENTO
Gioco corporeo: corsa per tutto il salone, con velocità e traiettorie
diverse, accompagnandosi anche con i movimenti delle braccia.
Gioco sonoro: suggerire i diversi suoni del vento attraverso
sonorizzazioni ottenute pronunciando fonemi appropriati (sc) o
sibilanti (s, z); respirare più o meno intensamente in tubi di diversa
grandezza o nei flauti; grattare lievemente su tamburelli o altre
superfici.
Funzionamento e regole musicali: giocare con la durata dei suoni, con
l'intensità, dare delle 'forme' al suono (sinuose, volteggianti, dritte) grazie
all'abbinamento dei suoni con i gesti e il movimento
18. LA NOTTE
Gioco corporeo: strisciare, muoversi silenziosamente con un
atteggiamento chiuso del corpo ecc.
Gioco sonoro: gioco sul silenzio, riflettendo sui suoni che in realtà
Sono presenti nel silenzio
Funzionamento e regole musicali: sperimentare i diversi suoni che
possono abitare il silenzio, e i diversi modi di riprodurli: in campagna
versi degli animali notturni (con la voce o con strumenti a fiato),
frinire di grilli e cicale (grattando delicatamente su superfici ruvide);
in città rumore delle automobile nella strada che si avvicinano e si
allontanano; rumore di passi al piano di sopra ecc.
LE STELLE
Gioco corporeo: fare dei tremolii con le mani per suggerire il brillio delle
stelle
Gioco sonoro: giocare sulle risonanze, cioè sui suoni che continuano a
risuonare dopo essere stati prodotti, ad esempio con un triangolo, o con
la vibrazione delle membrana di un tamburello o di una corda elastica
Funzionamento e regole musicali: giocare con la durata della risonanza,
lasciandola estinguere naturalmente, oppure fermarla interrompendo la
vibrazione. Giocare anche sull'alternanza suono-silenzio, ripartendo gli
interventi di risonanza nel tempo
19. IL SOLE
Gioco corporeo: suggerire con le braccia una specie di raggiera che parte
dalla pancia.
Gioco sonoro: inventare una trama sonora fatta di suoni vocalici variamente
modulati e lunghi, collettivamente e/o individualmente.
Funzionamento e regole musicali: giocare con la durata delle vocali, con i
Timbri, con le dinamiche, con la densità (solo-tutti).
LE NUVOLE
Gioco corporeo: spostamenti capricciosi del corpo, più o meno rapidi
Gioco sonoro: produrre suoni ripetitivi e variabili, ad esempio sfregando
con una bacchetta su del cartone ondulato.
Funzionamento e regole musicali: le ripetizioni vengono dislocate nello
spazio, cioè spazializzate; il gesto viene variato: più o meno lento, più o
meno forte; il suono muta nella durata: più lungo, più corto, puntiforme ecc.
Esempio tratto da Monique Frapat, L'invenzione musicale nella scuola
dell'infanzia, Junior, Bergamo 1994, pp. 39-41.
20. Gli esempi di attività espressive – due tra gli infiniti possibili! -
che sono stati mostrati hanno coinvolto i bambini in modo attivo,
concreto e partecipativo, con il corpo e con la mente.
Si sono sviluppate a partire da vissuti comuni e hanno
consentito un'appropriazione di valori affettivi e di abilità
e aree percettivo-cognitive diverse, coinvolgendo
la fantasia e la creatività.
Dal punto di vista della socializzazione, le attività collettive hanno
contribuito a rendere il bambino consapevole del suo ruolo nel
gruppo, a integrarsi con gli altri o a distinguersi, a seconda delle
situazioni.
Inoltre il ruolo di guida svolto dall'educatore consente al bambino
di individuarlo come soggetto di riferimento per la proposizione di
attività che gli procurano piacere e soddisfazione.
21. DAL PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE MUSICALE SI È
VERIFICATO UN APPRENDIMENTO DEI CONCETTI BASE
CHE COMPONGONO IL SUONO E CHE ORGANIZZANO
LA MUSICA:
- i quattro parametri del suono: altezza, durata, intensità,
timbro sono stati vissuti e agiti dai bambini, che li hanno
utilizzati in modo elaborato per dare sfogo alla propria
creatività
- altri concetti musicali fondamentali: velocità, ritmo,
pulsazione...
- la possibilità di impiegare la voce e gli strumenti musicali
come mezzi espressivi
- i concetti di 'improvvisazione', 'composizione' e creazione,
personale e collettiva e le modalità per realizzarle
22. L'attività espressiva stimolata e guidata dagli educatori
e realizzata dai bambini deve configurarsi come un intervento
programmato, organico, continuativo e approfondito
e non un'attività di “animazione” estemporanea fine a se stessa
e senza risonanze.
L'attività espressiva deve “lasciare tracce”, ovvero produrre delle
modifiche di comportamento/apprendimento (musicale, ma non
solo) e sviluppare, attraverso l'intervento creativo, una capacità
di assimilare in maniera serena e equilibrata i vari aspetti del
“reale”, stimolando la sensibilità e l'emergere dello spirito critico.
Cfr. Mario Baroni, Suoni e significati, EDT, Torino 1997, pp. 24-25.