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EDUCARE ALLA
SESSUALITA’
Pensieri per un intervento pedagogico in età evolutiva
A.Pellai – Dipartimento di Sanità Pubblica
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Università degli Studi di Milano
L’esperienza raccontata da una
18enne
•

Non ho mai subito abusi sessuali veri e propri, ma quando avevo 15
anni in una situazione di intima tenerezza con il mio ragazzo, di cui
ero molto innamorata, disposta a fare qualsiasi cosa per lui, mi sono
sentita spingere la testa verso il basso per un rapporto orale. Io non
volevo, ma per evitare di creargli imbarazzo non ho detto niente ed
è successo. Nel frattempo mi scendeva qualche lacrima che ho
tentato di frenare. Sono tornata a casa nauseata, ma non glielo ho
mai raccontato. Sono sicura che non ci avrebbe mai e poi mai
riprovato e che comunque la sua intenzione non era di molestarmi,
la riteneva una cosa normale ed evidentemente piacevole, e, non
avendogli mai accennato nulla, è risuccesso. Lo choc c'è stato solo
la prima volta, poi, nella certezza che lui mi rispettava, l'ho accettato
anch'io. Sono riuscita ad accettare qs episodio solo a storia finita e
a raccontarlo a poche, fidate persone; mai ad un medico.
• Nessuno ha davvero bisogno di un libro o di un
insegnante per capire quali sono i gesti e le cose del
sesso. Noi umani siamo stati capaci di riprodurci per
millenni senza avere a disposizione alcun libro o
educatore sessuale. Non c’è bisogno dell’educazione
sessuale per capire come si fa il sesso. C’è invece
bisogno dell’educazione sessuale per imparare come
proteggere la nostra salute in relazione ai nostri
comportamenti sessuali. I nostri bambini hanno bisogno
di adulti capaci di promuovere un’educazione sessuale
che li sollevi dalle loro paure ed ansie, un’educazione
sessuale davvero capace di proteggerli.
• G.G.Abel e N.Harlow The stop child molestation book.
Xlibris Corporation, 2001
L’atteggiamento dell’educatore
•

“La sessualità è parte della vita degli esseri umani. Dalla relazione
che gli adulti hanno con i bambini, dipende anche il tipo di
messaggio che i bambini ricevono intorno alla sessualità, quale idea
essi si fanno del sesso. Cosa può fare allora l’adulto a proposito
della sessualità nel rapporto con i bambini? Noi suggeriamo che
innanzitutto verifichi la propria idea riguardo alla correlazione tra
sessualità e progetto di vita per verificare se la sessualità è per lui
un fatto espansivo, di realizzazione di sé, di raggiungimento della
pienezza del proprio essere. La seconda cosa che suggeriamo è
che l’adulto dia segnali che il sesso non è una cosa sporca, da
nascondere, da negare, da proibire senza dare spiegazioni o
motivazioni. Il cattivo uso del sesso può diventare un fatto negativo,
ma il sesso è un fatto positivo ed è parte integrante della vita. La
terza cosa: dare segnali che la vita è anche piacere, e non solo
fatica, sofferenza delusioni.”
• Giommi, M.Perrotta (1994) Guida all’educazione sessuale.
Juvenilia, Milano
L’atteggiamento dell’educatore
•

“Se vogliamo parlare con i figli adolescenti di sesso “dobbiamo
avere in mente qualcosa di molto bello che ancora ci appassiona.
Dobbiamo poter trasmettere loro il gusto per un grande piacere che
si può raggiungere soltanto se si è disposti a spendere un po’ di
impegno e di fatica. Dobbiamo far nascere in loro il desiderio di una
sessualità fatta di gioia, di corpi che si prendono, di emozioni, di
piacere dei sensi e di gioco, d’amore, di stupore e di doni.
Dobbiamo convincerli che ne vale la pena, anche quando il
cammino può sembrare un po’ troppo lungo e difficile. Sia pure la
nostra, una battaglia contro il fast food del sesso, contro l’inevitabile
delusione del tutto e subito, ma sia combattuta con la forza del
piacere più che con codici e divieti. Soltanto per qualcosa che
merita i ragazzi sono disposti ad accettare la scommessa con se
stessi e con la vita. Qualcosa che dia un senso al sesso.
• Fabio Veglia, Rossella Pellegrini (2003) C’era una volta la prima
volta. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia, a
letto insieme. Erickson, Trento
LA PAROLE CHIAVE
•
•
•
•
•

EDUCARE vs CONDIZIONARE
PROMUOVERE vs PREVENIRE
ACCOMPAGNARE vs DIRIGERE
SERENITA’ vs ANSIA
STILE DI VITA vs COMPORTAMENTO A
RISCHIO
• AFFETTIVITA’ vs GENITALITA’
• SESSUALITA’ vs SESSO
Quale atteggiamento?
• “L’atteggiamento di chi parla di sesso è quasi
sempre poco disinvolto. Per non farsi vedere
troppo emozionati, spesso si ride o si scherza,
trasformando la vita sessuale in una continua
barzelletta. O se ne parla tra amici al bar come
si fa per il campionato di calcio. E, al bar, sul
sesso, si inventa quasi tutto
•

Fabio Veglia, Rossella Pellegrini (2003) C’era una volta la prima
volta. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia, a
letto insieme. Erickson, Trento
LA DOMANDA DI UN
PREADOLESCENTE
Come faccio a capire se uso il
mio corpo per scopi giusti?
LA SFIDA EVOLUTIVA
Nel passaggio da infanzia a preadolescenza
tutte le sfide evolutive ruotano intorno ai
cambiamenti corporei e alle nuove
funzioni che il corpo deve assolvere.
La tappa conclusa dell’acquisizione dello
schema corporeo evolve ora nella nuova
sfida: la mentalizzazione corporea
La mentalizzazione corporea
•

“Pensare al proprio corpo non significa pensare il corpo. Pensarci è
facile, pensarlo è arduo perché significa tentare di rappresentarlo nel
suo insieme, nel suo aspetto complessivo, partitamene nelle sue
funzioni, regalargli un significato relazionale, sociale, sentimentale,
erotico, generativo ed etico: e riuscire a ipotizzare il suo sviluppo, la
sua decadenza e la sua morte, raccogliere e dare senso alle nuove
esperienze del desiderio ingovernabile e del piacere perturbante.
L’adolescente prevede di affrontare e riuscire a realizzare questo
compito di sviluppo che definiamo “mentalizzazione del corpo”, per
sottolinearne l’aspetto centrale e cioè la costruzione mentale di
un’immagine, di una rappresentazione ricca di affetti; un evento
psichico diverso da quello previsto dalla costruzione dello schema
corporeo”
G.Pietropolli Charmet
Gli adolescenti vivono immersi in un bagno di suoni
provenienti da congegni elettronici che
incanalano verso le orecchie un flusso di
sonorità musicale mentre i loro occhi sono
bombardati da uno stormo di immagini televisive.
Il loro spazio sociale di incontro e di
apprendimento sta diventando sempre più
Internet e il loro modo di comunicare è quello
legato alla posta elettronica. Una delle immediate
conseguenze di questa esperienza è la
diminuzione dell'importanza del corpo. Il corpo
naturale rimane punto d‘appoggio di immense
protesi elettroniche che creano un nuovo
concetto di corpo dai confini assai indefinibili.
G. Pietropolli Charmet Ragazzi cibernetici ascoltate il vostro corpo.
Corriere Salute, 17/1/1999
I DIARI DELLE ADOLESCENTI
•

Quando le ragazze nel diciannovesimo secolo pensavano a come migliorare se
stesse quasi sempre si concentravano sulle proprie caratteristiche interiori e a
come queste si riflettevano nel loro stile di vita e nei loro comportamenti
esteriori. Nel 1892, il diario personale di un’adolescente così riportava: “Sono
risoluta a non parlare ad altri di me stessa o dei miei sentimenti. A pensare
prima di parlare. A lavorare seriamente. Ad essere dignitosa. Ad avere più
interesse negli altri.” Un secolo dopo, negli anni ’90 le ragazze americane
avevano un punto di vista completamente diverso. In una risoluzione scritta da
un adolescente sul proprio diario, questo è quanto si legge” Cercherò di
migliorarmi in tutti i modi possibili con l’aiuto della mia paghetta e del denaro
che guadagno come baby-sitter. Dovrò perdere peso, procurarmi un nuovo paio
di occhiali, ho già cambiato il mio taglio di capelli, mi truccherò e vestirò in
modo nuovo e acquisterò nuovi accessori”.

•

Loan Jacobs Brumberg The Body Project: An Intimate Hystory of American Girls:
MI FA STARE BENE
•

La pubblicità ci insegna che il dolore può essere affrontato acquistando e
consumando. Si possono guadagnare dei bei soldi creando bisogni per poi
convincere i consumatori che si tratta di cose indispensabili, persino di diritti
irrinunciabili. Ci insegnano a comperare. Ci incoraggiano a pensare che se è
piacevole allora è giusto. E ci viene detto “Non preoccuparti, spendi”.
L’America degli anni Novanta pone un forte accento sulla gratificazione di ogni
bisogno. Come società abbiamo sviluppato una mentalità del “mi fa sentire
bene” . Dobbiamo riconsiderare i nostri valori per rompere il legame tra
sentimenti negativi e l’uso di alcol e droghe. Idealmente dovremmo offrire ai
nostri figli nuove definizioni dell’essere adulti che vanno oltre l’essere
abbastanza grandi da consumare sostanze pericolose, fare sesso e spendere
denaro. Dovremmo insegnare loro nuovi modi per rilassarsi, godersi la vita e
affrontare lo stress. Abbiamo la responsabilità d’insegnare ai nostri figli come
trovare piacere nelle cose giuste”.
MARY PIPHER
IL CURRICULUM PARALLELO
•

Nei film di Hollywood gli uomini “bucano” lo schermo
compiendo azioni grandiose, risolvendo crimini, combattendo
le ingiustizie, mentre le donne quasi sempre stanno lì a farsi
ammirare. Frequentemente posizionate sulle scale, distese su
letti o divani, su spiagge o addirittura tavoli da cucina, spesso
presentano corpi seminudi ai loro vestitissimi compagni.
Questo è particolarmente vero per le immagini della pubblicità
che rappresentano sempre donne semivestite che si guardano
allo specchio o che sono guardate con adorazione dagli uomini
e da altre donne consumate dal desiderio o dall’invidia. Il
messaggio che le donne imparano è che uno dei compiti nella
vita di una donna è quella di guardarsi e farsi guardare mentre
cammina sulla spiaggia, beve una birra, entra in un ristorante o
culla il proprio bambino.
• LA SESSUALITA’NEL CURRICULUM
PARALLELO: CHE IMPATTO HANNO I
MEDIA SULLA MENTALIZZAZIONE
CORPOREA E SULLE FANTASIE DEI
SOGGETTI IN ETA’ EVOLUTIVA?
LA PROSPETTIVA
EVOLUZIONISTA
• QUALE RELAZIONE ESISTE TRA LE
DIVERSE DIMENSIONI IN CUI PUO’
ESSERE DECLINATA LA SESSUALITA’
E LE STRUTTURE DEPUTATE AL
FUNZIONAMENTO MENTALE?
TRE SISTEMI IN
INTERAZIONE
NEOCORTECCIA
(Pensiero e cognizioni)
RISPOSTA AUTOMATICA
(schema azione-reazione)

AREA LIMBICA
(Emozioni e regolazioni)
Il cervello triuno di MacLean
COMPLESSO R (cervello rettiliano o arcaico)
COMPARSO IN RETTILI E ANFIBI, CONTIENE LE STRUTTURE
ANATOMICHE DEL TRONCO ENCEFALICO E DEI NUCLEI DELLA
BASE. REGOLA FUNZIONI FISIOLOGICHE ESSENZIALI, E ISTINTI
CHE IMPLICANO INTERAZIONI SOCIALI MINIMALI : PREDAZIONE,
RACCOLTA, SESSUALITÀ, REAZIONI DI ATTACCO-FUGA,
TERRITORIALITÀ ED ESPLORAZIONE.
PALEOCORTEX (o sistema limbico)
EMERGE NELL’ EVOLUZIONE DI UCCELLI E MAMMIFERI.
CONTIENE STRUTTURE COME L’ AMIGDALA, L’IPPOCAMPO, E IL
GIRO DEL CINGOLO. SHORE (2003) CONSIDERA LA CORTECCIA
ORBITOFRONTALE PARTE ESSENZIALE DEL SISTEMA LIMBICO
(INTEGRA INFORMAZIONI CORTICALI E SUBCORTICALI).
REGOLA LE INTERAZIONI SOCIALI.
NEOCORTEX
COMPARE NEI PRIMATI E NELL’UOMO RAGGIUNGE
UN’ENORME ESPANSIONE SPECIE IN SEDE PREFRONTALE.
REGOLA LE FUNZIONI COGNITIVE SUPERIORI, TIPICAMENTE
UMANE.
LE TRE DIMENSIONI DELLA
SESSUALITA’
• 1. ISTINTUALE – RIPRODUTTIVA
(cervello rettiliano)
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Pellai

  • 1. EDUCARE ALLA SESSUALITA’ Pensieri per un intervento pedagogico in età evolutiva A.Pellai – Dipartimento di Sanità Pubblica FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Università degli Studi di Milano
  • 2. L’esperienza raccontata da una 18enne • Non ho mai subito abusi sessuali veri e propri, ma quando avevo 15 anni in una situazione di intima tenerezza con il mio ragazzo, di cui ero molto innamorata, disposta a fare qualsiasi cosa per lui, mi sono sentita spingere la testa verso il basso per un rapporto orale. Io non volevo, ma per evitare di creargli imbarazzo non ho detto niente ed è successo. Nel frattempo mi scendeva qualche lacrima che ho tentato di frenare. Sono tornata a casa nauseata, ma non glielo ho mai raccontato. Sono sicura che non ci avrebbe mai e poi mai riprovato e che comunque la sua intenzione non era di molestarmi, la riteneva una cosa normale ed evidentemente piacevole, e, non avendogli mai accennato nulla, è risuccesso. Lo choc c'è stato solo la prima volta, poi, nella certezza che lui mi rispettava, l'ho accettato anch'io. Sono riuscita ad accettare qs episodio solo a storia finita e a raccontarlo a poche, fidate persone; mai ad un medico.
  • 3. • Nessuno ha davvero bisogno di un libro o di un insegnante per capire quali sono i gesti e le cose del sesso. Noi umani siamo stati capaci di riprodurci per millenni senza avere a disposizione alcun libro o educatore sessuale. Non c’è bisogno dell’educazione sessuale per capire come si fa il sesso. C’è invece bisogno dell’educazione sessuale per imparare come proteggere la nostra salute in relazione ai nostri comportamenti sessuali. I nostri bambini hanno bisogno di adulti capaci di promuovere un’educazione sessuale che li sollevi dalle loro paure ed ansie, un’educazione sessuale davvero capace di proteggerli. • G.G.Abel e N.Harlow The stop child molestation book. Xlibris Corporation, 2001
  • 4. L’atteggiamento dell’educatore • “La sessualità è parte della vita degli esseri umani. Dalla relazione che gli adulti hanno con i bambini, dipende anche il tipo di messaggio che i bambini ricevono intorno alla sessualità, quale idea essi si fanno del sesso. Cosa può fare allora l’adulto a proposito della sessualità nel rapporto con i bambini? Noi suggeriamo che innanzitutto verifichi la propria idea riguardo alla correlazione tra sessualità e progetto di vita per verificare se la sessualità è per lui un fatto espansivo, di realizzazione di sé, di raggiungimento della pienezza del proprio essere. La seconda cosa che suggeriamo è che l’adulto dia segnali che il sesso non è una cosa sporca, da nascondere, da negare, da proibire senza dare spiegazioni o motivazioni. Il cattivo uso del sesso può diventare un fatto negativo, ma il sesso è un fatto positivo ed è parte integrante della vita. La terza cosa: dare segnali che la vita è anche piacere, e non solo fatica, sofferenza delusioni.” • Giommi, M.Perrotta (1994) Guida all’educazione sessuale. Juvenilia, Milano
  • 5. L’atteggiamento dell’educatore • “Se vogliamo parlare con i figli adolescenti di sesso “dobbiamo avere in mente qualcosa di molto bello che ancora ci appassiona. Dobbiamo poter trasmettere loro il gusto per un grande piacere che si può raggiungere soltanto se si è disposti a spendere un po’ di impegno e di fatica. Dobbiamo far nascere in loro il desiderio di una sessualità fatta di gioia, di corpi che si prendono, di emozioni, di piacere dei sensi e di gioco, d’amore, di stupore e di doni. Dobbiamo convincerli che ne vale la pena, anche quando il cammino può sembrare un po’ troppo lungo e difficile. Sia pure la nostra, una battaglia contro il fast food del sesso, contro l’inevitabile delusione del tutto e subito, ma sia combattuta con la forza del piacere più che con codici e divieti. Soltanto per qualcosa che merita i ragazzi sono disposti ad accettare la scommessa con se stessi e con la vita. Qualcosa che dia un senso al sesso. • Fabio Veglia, Rossella Pellegrini (2003) C’era una volta la prima volta. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia, a letto insieme. Erickson, Trento
  • 6. LA PAROLE CHIAVE • • • • • EDUCARE vs CONDIZIONARE PROMUOVERE vs PREVENIRE ACCOMPAGNARE vs DIRIGERE SERENITA’ vs ANSIA STILE DI VITA vs COMPORTAMENTO A RISCHIO • AFFETTIVITA’ vs GENITALITA’ • SESSUALITA’ vs SESSO
  • 7. Quale atteggiamento? • “L’atteggiamento di chi parla di sesso è quasi sempre poco disinvolto. Per non farsi vedere troppo emozionati, spesso si ride o si scherza, trasformando la vita sessuale in una continua barzelletta. O se ne parla tra amici al bar come si fa per il campionato di calcio. E, al bar, sul sesso, si inventa quasi tutto • Fabio Veglia, Rossella Pellegrini (2003) C’era una volta la prima volta. Come raccontare il sesso e l’amore a scuola, in famiglia, a letto insieme. Erickson, Trento
  • 8. LA DOMANDA DI UN PREADOLESCENTE Come faccio a capire se uso il mio corpo per scopi giusti?
  • 9. LA SFIDA EVOLUTIVA Nel passaggio da infanzia a preadolescenza tutte le sfide evolutive ruotano intorno ai cambiamenti corporei e alle nuove funzioni che il corpo deve assolvere. La tappa conclusa dell’acquisizione dello schema corporeo evolve ora nella nuova sfida: la mentalizzazione corporea
  • 10. La mentalizzazione corporea • “Pensare al proprio corpo non significa pensare il corpo. Pensarci è facile, pensarlo è arduo perché significa tentare di rappresentarlo nel suo insieme, nel suo aspetto complessivo, partitamene nelle sue funzioni, regalargli un significato relazionale, sociale, sentimentale, erotico, generativo ed etico: e riuscire a ipotizzare il suo sviluppo, la sua decadenza e la sua morte, raccogliere e dare senso alle nuove esperienze del desiderio ingovernabile e del piacere perturbante. L’adolescente prevede di affrontare e riuscire a realizzare questo compito di sviluppo che definiamo “mentalizzazione del corpo”, per sottolinearne l’aspetto centrale e cioè la costruzione mentale di un’immagine, di una rappresentazione ricca di affetti; un evento psichico diverso da quello previsto dalla costruzione dello schema corporeo” G.Pietropolli Charmet
  • 11. Gli adolescenti vivono immersi in un bagno di suoni provenienti da congegni elettronici che incanalano verso le orecchie un flusso di sonorità musicale mentre i loro occhi sono bombardati da uno stormo di immagini televisive. Il loro spazio sociale di incontro e di apprendimento sta diventando sempre più Internet e il loro modo di comunicare è quello legato alla posta elettronica. Una delle immediate conseguenze di questa esperienza è la diminuzione dell'importanza del corpo. Il corpo naturale rimane punto d‘appoggio di immense protesi elettroniche che creano un nuovo concetto di corpo dai confini assai indefinibili. G. Pietropolli Charmet Ragazzi cibernetici ascoltate il vostro corpo. Corriere Salute, 17/1/1999
  • 12. I DIARI DELLE ADOLESCENTI • Quando le ragazze nel diciannovesimo secolo pensavano a come migliorare se stesse quasi sempre si concentravano sulle proprie caratteristiche interiori e a come queste si riflettevano nel loro stile di vita e nei loro comportamenti esteriori. Nel 1892, il diario personale di un’adolescente così riportava: “Sono risoluta a non parlare ad altri di me stessa o dei miei sentimenti. A pensare prima di parlare. A lavorare seriamente. Ad essere dignitosa. Ad avere più interesse negli altri.” Un secolo dopo, negli anni ’90 le ragazze americane avevano un punto di vista completamente diverso. In una risoluzione scritta da un adolescente sul proprio diario, questo è quanto si legge” Cercherò di migliorarmi in tutti i modi possibili con l’aiuto della mia paghetta e del denaro che guadagno come baby-sitter. Dovrò perdere peso, procurarmi un nuovo paio di occhiali, ho già cambiato il mio taglio di capelli, mi truccherò e vestirò in modo nuovo e acquisterò nuovi accessori”. • Loan Jacobs Brumberg The Body Project: An Intimate Hystory of American Girls:
  • 13. MI FA STARE BENE • La pubblicità ci insegna che il dolore può essere affrontato acquistando e consumando. Si possono guadagnare dei bei soldi creando bisogni per poi convincere i consumatori che si tratta di cose indispensabili, persino di diritti irrinunciabili. Ci insegnano a comperare. Ci incoraggiano a pensare che se è piacevole allora è giusto. E ci viene detto “Non preoccuparti, spendi”. L’America degli anni Novanta pone un forte accento sulla gratificazione di ogni bisogno. Come società abbiamo sviluppato una mentalità del “mi fa sentire bene” . Dobbiamo riconsiderare i nostri valori per rompere il legame tra sentimenti negativi e l’uso di alcol e droghe. Idealmente dovremmo offrire ai nostri figli nuove definizioni dell’essere adulti che vanno oltre l’essere abbastanza grandi da consumare sostanze pericolose, fare sesso e spendere denaro. Dovremmo insegnare loro nuovi modi per rilassarsi, godersi la vita e affrontare lo stress. Abbiamo la responsabilità d’insegnare ai nostri figli come trovare piacere nelle cose giuste”. MARY PIPHER
  • 14. IL CURRICULUM PARALLELO • Nei film di Hollywood gli uomini “bucano” lo schermo compiendo azioni grandiose, risolvendo crimini, combattendo le ingiustizie, mentre le donne quasi sempre stanno lì a farsi ammirare. Frequentemente posizionate sulle scale, distese su letti o divani, su spiagge o addirittura tavoli da cucina, spesso presentano corpi seminudi ai loro vestitissimi compagni. Questo è particolarmente vero per le immagini della pubblicità che rappresentano sempre donne semivestite che si guardano allo specchio o che sono guardate con adorazione dagli uomini e da altre donne consumate dal desiderio o dall’invidia. Il messaggio che le donne imparano è che uno dei compiti nella vita di una donna è quella di guardarsi e farsi guardare mentre cammina sulla spiaggia, beve una birra, entra in un ristorante o culla il proprio bambino.
  • 15. • LA SESSUALITA’NEL CURRICULUM PARALLELO: CHE IMPATTO HANNO I MEDIA SULLA MENTALIZZAZIONE CORPOREA E SULLE FANTASIE DEI SOGGETTI IN ETA’ EVOLUTIVA?
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  • 26. LA PROSPETTIVA EVOLUZIONISTA • QUALE RELAZIONE ESISTE TRA LE DIVERSE DIMENSIONI IN CUI PUO’ ESSERE DECLINATA LA SESSUALITA’ E LE STRUTTURE DEPUTATE AL FUNZIONAMENTO MENTALE?
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  • 28. TRE SISTEMI IN INTERAZIONE NEOCORTECCIA (Pensiero e cognizioni) RISPOSTA AUTOMATICA (schema azione-reazione) AREA LIMBICA (Emozioni e regolazioni)
  • 29. Il cervello triuno di MacLean COMPLESSO R (cervello rettiliano o arcaico) COMPARSO IN RETTILI E ANFIBI, CONTIENE LE STRUTTURE ANATOMICHE DEL TRONCO ENCEFALICO E DEI NUCLEI DELLA BASE. REGOLA FUNZIONI FISIOLOGICHE ESSENZIALI, E ISTINTI CHE IMPLICANO INTERAZIONI SOCIALI MINIMALI : PREDAZIONE, RACCOLTA, SESSUALITÀ, REAZIONI DI ATTACCO-FUGA, TERRITORIALITÀ ED ESPLORAZIONE. PALEOCORTEX (o sistema limbico) EMERGE NELL’ EVOLUZIONE DI UCCELLI E MAMMIFERI. CONTIENE STRUTTURE COME L’ AMIGDALA, L’IPPOCAMPO, E IL GIRO DEL CINGOLO. SHORE (2003) CONSIDERA LA CORTECCIA ORBITOFRONTALE PARTE ESSENZIALE DEL SISTEMA LIMBICO (INTEGRA INFORMAZIONI CORTICALI E SUBCORTICALI). REGOLA LE INTERAZIONI SOCIALI. NEOCORTEX COMPARE NEI PRIMATI E NELL’UOMO RAGGIUNGE UN’ENORME ESPANSIONE SPECIE IN SEDE PREFRONTALE. REGOLA LE FUNZIONI COGNITIVE SUPERIORI, TIPICAMENTE UMANE.
  • 30. LE TRE DIMENSIONI DELLA SESSUALITA’ • 1. ISTINTUALE – RIPRODUTTIVA (cervello rettiliano) • 2. EMOZIONALE – SENSAZIONALE (cervello limbico) • 3. MATURA – RELAZIONALE • (neo-cortex)