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LA MUSICA E IL CERVELLO
Isabelle Peretz
in Enciclopedia della Musica Einaudi
vol. II IL SAPERE MUSICALE
Specializzazione o modularità del cervello
… il principale insegnamento che si può trarre dagli studi contemporanei sul
cervello nella sua attività è quello relativo alla sua alta specializzazione, tanto
anatomica quanto funzionale.
Ogni minima area della corteccia pare riservata a una funzione specifica e può
essere considerata come un microcervello (ovvero modulo) specializzato
nell’elaborazione di informazioni particolari.
… prendendo in esame il caso del linguaggio, si osserverà come sia ormai
largamente accettato che lo stesso è organizzato secondo uno schema modulare.
La sua realizzazione si fonda per la maggior parte sull’integrità dell’emisfero sinistro
del cervello …
… oggi sappiamo che per il linguaggio la modularità non si limita alla semplice
bipartizione comprensione/espressione ma coinvolge anche componenti più
fondamentali come le operazioni inerenti alla fonologia, alla sintassi, alla
comprensione ortografica e alla semantica.
… leggere a voce alta una parola scritta, per esempio, implica l’attivazione di una
serie di moduli …
Specializzazione musicale del cervello
… la musica può essere considerata una facoltà a sé stante?
… corrisponde ad un settore specifico della cognizione umana?
… per Howard Gardner la risposta è affermativa. Egli considera la musica come
emanazione di una intelligenza distinta.
Egli identifica di fatto sei principali facoltà umane: l’intelligenza linguistica, musicale,
logico-matematica, spaziale, cinestetico-corporea e personale.
Considerando la musica in un contesto di modularità di questo genere, sembra
dunque che il cervello debba possedere un substrato cerebrale a essa riservato,
geneticamente programmato, che avrebbe la sola funzione di assicurare
l’allocazione di un dispositivo altamente specializzato e riservato alla musica.
Tale dispositivo andrebbe a collocarsi all’interno dei circuiti neuronali in modo
relativamente costante in tutti gli individui appartenenti alla specie che si trovano
esposti agli stimoli musicali …
Specializzazione musicale del cervello
La posizione opposta a quella di Gardner, cui aderisce buon numero degli
specialisti dell’attività cognitiva (cognitivisti) considera invece la musica come un
esercizio dell’intelligenza, come il riflesso del funzionamento generale del cervello
umano.
La musica metterebbe in gioco tutta una serie di attività o di comportamenti di
elaborazione che partecipano anche ad altre funzioni, essenziali o meno per la
sopravvivenza umana … (ipotesi “parassitaria”)
… per poter scegliere fra l’ipotesi della modularità e quella del parassitismo è
necessario far ricorso alle numerose fonti di informazione … una delle più dirette è
quella delle neuroscienze …
In effetti, se la musica corrisponde a una facoltà umana a sé stante (ipotesi della
modularità cerebrale), nel senso che mette in gioco un dispositivo specifico, allora
deve essere “isolabile” all’interno del cervello stesso …
Specializzazione musicale del cervello
… come evidenziano i casi di afasia e amusia indipendenti riscontrati nei casi di
Sebalin e Isabelle, la musica sembra “isolabile” rispetto al linguaggio …
… l’autismo può compromettere in profondità le funzioni intellettuali e linguistiche,
risparmiando tuttavia quelle musicali … i casi presi in considerazione dalla
letteratura neuropsicologica confermano che le facoltà musicali possono
svilupparsi, e persino raggiungere l’eccellenza, a prescindere dal restante
funzionamento del sistema cognitivo. In questi casi viene ampiamente confortata
l’ipotesi della modularità, come anche quella, già descritta, della intelligenze
multiple di Gardner …
… altra patologia cerebrale assai rivelatrice riguardo alla modularità del cervello
nell’ambito musicale, è l’epilessia.
Essa ha origine dalle scariche di reti neuronali divenute ipereccitabili in una
specifica area del cervello (spesso nel lobo temporale); queste scariche anomale
possono propagarsi a tutto il cervello … in alcuni casi la crisi epilettica è scatenata
dalla musica … è stato dimostrato come nel lobo temporale risieda un circuito
neuronale che si attiva solo in presenza di uno stimolo prodotto dalla musica,
evidenziando l’estrema specializzazione di quest’area cerebrale per la musica
stessa
Specializzazione musicale del cervello
I lobi temporali degli emisferi destro e sinistro sono in grado (anche se
sollecitati “artificialmente”) di evocare esperienze musicali. Nonostante
questi lobi siano rappresentati bilateralmente, il fatto che in persone prive
di qualsiasi formazione musicale si possa evocare l’insorgere di ricordi
esclusivamente musicali sottolinea:
• sia l’influenza dell’ambiente musicale circostante, che rimane ancorato
per durate insospettabili ai circuiti neuronali;
• sia l’importanza della specializzazione del cervello per le esperienze di
tipo musicale.
Dunque, se esiste una facoltà musicale nel cervello, il suo substrato è
senz’altro situato nelle reti neuronali del lobo temporale superiore del
cervello umano.
Studio del cervello “normale”
Rispetto agli argomenti derivanti dalla clinica neurologica, viene spesso
avanzata l’obiezione che tali argomenti non possono essere estesi in modo
generalizzato ad un cervello sano …
La patologia potrebbe determinare peculiarità che nulla hanno a che
vedere con il funzionamento cerebrale normale …
… la questione della modularità per ciò che concerne la musica è a
tutt’oggi scarsamente esplorata nell’individuo normale.
Nei rari studi che affrontano l’argomento, l’organizzazione cerebrale
relativa alla musica viene invariabilmente raffrontata a quella del linguaggio
…
Studi …
L’organizzazione della musica
all’interno della corteccia cerebrale
A partire dalle prime scoperte sulla modularità del cervello, è emerso il problema
della localizzazione della musica … i primi punti fermi al riguardo erano centrati sul
linguaggio, che veniva localizzato nell’emisfero cerebrale sinistro della persona
destrorsa; un corollario logico portava a supporre che quello stesso emisfero
cerebrale dovesse essere depositario di ogni funzione umana superiore …
… alcuni studi successivi hanno evidenziato il manifesto contributo dell’emisfero
sinistro nell’ambito delle attività musicali ed altri hanno invece dimostrato la dominanza
dell’emisfero destro.
Un’ipotesi interessante è quella di considerare la possibilità che l’emisfero sinistro sia la
parte educata del cervello. Essendo i primi studi basati sull’osservazione di
professionisti della musica è ovvio che si venissero a sommare le condizioni atte a
dimostrare la dominanza dell’emisfero esperto (nei musicisti, quello sinistro).
Al contrario, poiché gli studi su vaste platee di soggetti interessano persone di qualsiasi
provenienza, essi includono una preponderante maggioranza di individui musicalmente
non preparati e mettono perciò in risalto l’emisfero destro (dei non musicisti)
L’organizzazione della musica
all’interno della corteccia cerebrale
La prima conclusione che si può trarre sulla ricerca della localizzazione della
facoltà musicale in termini di emisferi cerebrali, è un “non luogo a procedere” che si
può interpretare in tanti modi ...
… la musica coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali e la dominanza dell’uno sull’altro
risulta essere un fenomeno incerto.
Lo scenario che sembra più verosimile è rappresentato dall’ipotesi che la facoltà
musicale non sia un’entità che si possiede o non si possiede; la facoltà musicale si
fonda su una serie di moduli relativamente indipendenti gli uni dagli altri, e dunque
suscettibili di essere collocati in aree distanti fra loro
Esiste inoltre la possibilità che la questione si impostata in maniera scorretta.
Principi di organizzazione cerebrale
… come già detto, quindi, visto che per il linguaggio, come del resto per la maggior
parte delle attività mentali in apparenza semplici, vengono messi in gioco una serie
di moduli relativamente distanti gli uni dagli altri … non c’è ragione di pensare che
per la musica possa essere altrimenti …
Inoltre, una facoltà biologicamente determinata, può distribuirsi su entrambi gli
emisferi. Il fatto che il linguaggio sia essenzialmente confinato nell’emisfero cerebrale
sinistro costituisce più un’eccezione che una regola …
In ciascuno degli emisferi cerebrali sono allocati moduli capaci di contribuire, in modo
specifico, all’attività in corso.
L’identificazione di tali moduli lateralizzati non determina ancora unanimità, neppure nel
campo della visione, nel quale la ricerca è più avanzata.
Non è dunque tanto sorprendente dover ammettere che le cose stanno nello stesso
modo anche per la musica.
Analisi del “riconoscimento” di un brano musicale
Il riconoscimento di un brano musicale proposto a livello uditivo è
apparentemente immediato, ma in realtà mobilita diversi moduli.
L’intervento di tali moduli avviene sia in modo parallelo che seriale al fine
di individuare il carattere unico del brano.
Secondo lo schema che vedremo, il cervello dell’ascoltatore che
percepisce un brano musicale presentato a livello uditivo, segue le
seguenti procedure:
- opera un’analisi strutturale (definita organizzazione melodia) delle
variazioni sequenziale nelle altezze caratteristiche dei suoni;
- in parallelo, esegue un’analisi delle particolarità temporali del brano
(definita organizzazione temporale)
La distinzione delle variazioni nell’altezza del suono e delle variazioni nella
durata è data per acquisita dai musicisti e da numerosi cognitivisti ….
Organizzazione melodica
… potrebbe essere diverso nella percezione e nella memoria uditiva (di
soggetti non “alfabetizzati”)…
… studi recenti dimostrano che … altezze e durate sono integrate
nell’analisi percettiva di una sequenza musicale, e sono da considerare
come entità indivisibili la cui organizzazione è guidata dall’accentuazione
combinata delle durate e delle altezze.
L’analisi strutturale (organizzazione melodica, è caratterizzata da tre tipi di
trasformazione che si distinguono l’una dall’altra grazie al codice che producono:
- identificazione del profilo;
- identificazione degli intervalli;
- identificazione della tonalità
profilo – intervallo - tonalità
Il profilo, definito dall’evoluzione delle traiettorie di altezza del suono, svolge un ruolo
cruciale nella selezione e nella memoria a breve termine.
L’informazione critica risiede tuttavia nelle dimensioni degli intervalli … che vengono
calcolati come spazi che si frappongono tra due suoni consecutivi.
Infine la percezione dell’altezza del suono musicale stesso testimonia … del sapere
acquisito riguardo … la struttura musicale (occidentale) che rispetta le regole del
sistema tonale.
Le componenti profilo – intervallo – tonalità sono le sole dello schema del
riconoscimento musicale che, fino ad oggi, siano state localizzate all’interno del
cervello.
profilo – intervallo - tonalità
… l’individuazione del profilo avverrebbe nelle aree temporali della parte destra del
cervello e sarebbe poi trasmessa alle strutture omologhe dell’emisfero sinistro per
esservi definita in termini di intervalli.
L’emisfero destro svolge dunque un ruolo decisivo per quanto concerne
l’organizzazione melodica della musica, essendo concepito come obbligatoria sede
preliminare della percezione…
… le strutture collocate nelle aree frontali dell’emisfero destro, pare che siano
importanti anche perché mantengono in memoria l’informazione melodica.
Tuttavia l’emisfero sinistro assume un’importanza essenziale perché da esso sembra
dipendere la codificazione tonale dell’altezza del suono…
Per quello che riguarda il percorso temporale, gli studiosi sono oggi
concordi nell’individuarvi due livelli principali di organizzazione: la metrica
(che fa riferimento alla misura); il ritmo (che è riferito alle durate relative)
Organizzazione temporale
Alcuni studiosi avanzano l’ipotesi di un legame della metrica con il ritmo, in
conseguenza dell’intervento di meccanismi di raggruppamento …
… altri invece (sostenuti anche da studi di neuropsicologia) vedono questi
due livelli di organizzazione come risultanti dall’intervento di meccanismi
totalmente diversi.
… parlando di repertorio ci si riferisce all’esistenza di una sorta di lessico
contenente le rappresentazioni memorizzate di tutte le musiche alle quali
l’individuo è stato esposto durante la sua vita…
Repertorio
… è possibile avanzare l’idea che sia la rappresentazione derivante dalla
serie di trasformazioni melodiche, piuttosto che temporali, il fattore
determinante per accedere repertorio … così da pervenire in seguito al
riconoscimento.
… secondo il modello presentato, il brano musicale verrebbe riconosciuto solo nel
caso in cui si realizzasse un’adeguata combinazione tra le rappresentazioni
astratte fornite dai due percorsi analitici (con una predominanza per la valutazione
melodica nella nostra cultura occidentale) e la rappresentazione memorizzata a
livello di repertorio.
Una volta conclusasi tale operazione, il cervello è già in grado di compiere un
giudizio di familiarità e persino di riprodurre il brano ascoltato.
… conclusioni
… c’è inoltre da considerare l’incidenza del “fattore emotivo” sul modello appena
descritto.
Alcuni studi lasciano ipotizzare l’esistenza di un’altra serie di moduli connessi alle
emozioni, che sarebbero relativamente autonomi dal sistema di riconoscimento che
abbiamo preso in esame …
Ascolto dicotico
L’ ascolto dicotico consiste nel presentare, per mezzo
di cuffie, uno stimolo sonoro all’orecchio sinistro e,
contemporaneamente, un altro stimolo sonoro
all’orecchio destro.
Se al termine di un certo numero di ascolti dicotici
l’ascoltatore manifesta una migliore capacità di
ricezione dell’informazione da un orecchio piuttosto
che dall’altro, si può dedurre che l’emisfero
controlaterale risponda con maggiore efficienza agli
stimoli ricevuti.
… ascolto dicotico
Ad un gruppo di persone, tutti musicisti, vengono fatte ascoltare
delle sequenze di tre numeri cantati secondo diverse altezze
sonore (più acute e più gravi)e presentate in modo dicotico (una
serie diversa, simultaneamente, in ciascun orecchio). Gli
ascoltatori devono poi riprodurre, cantando, subito dopo la
presentazione di ogni serie, ciò che hanno appena ascoltato. I
risultati ottenuti con ascoltatori musicisti dimostrano che
vengono meglio memorizzate le sequenze numeriche presentate
all’orecchio destro, anche se sono riprodotte in modo più
corretto le altezze dei suoni presentati all’orecchio sinistro.
Simili risultati confermano la dominanza, largamente accettata, dell’emisfero cerebrale
sinistro relativamente al linguaggio (numeri enunciati). Gli stessi risultati lasciano
supporre che la musica associata ai numeri in questione faccia riferimento ad un
substrato cerebrale, il quale ha la sua sede principale nell’emisfero destro.
La dimostrazione è particolarmente spettacolare perché illustra la possibilità chi i
moduli linguistici e musicali si attivino in parallelo e indipendentemente per elaborare
informazioni che si riferiscono al rispettivo ambito
“Potenziali evocati”
La tecnica dei “potenziali evocati” consiste nell’analisi specifica dei segnali
rilevati dall’elettroencefalogramma …
… questa tecnica è stata utilizzata allo scopo di captare l’attività cerebrale
evocata dal linguaggio e dalla musica in una situazione di ascolto più
naturale dell’ascolto dicotico.
… i risultati di questa tecnica (sperimentata su musicisti) evidenziano, ancora
una volta, l’indipendenza dei generatori cerebrali dell’attività elettrica innescata
dalle parole e dalla musica di uno stesso brano (operistico).
La localizzazione di questi due tipi di di generatore è ancora da stabilire …
Tomografia ad Emissione di Positroni
La tomografia ad emissione di positroni permette di registrare l’aumento del flusso
sanguigno al cervello in risposta all’accresciuto fabbisogno di ossigeno della
regione cerebrale attivata…
… tale tecnica è stata impiegata per indagare nuovamente circa l’autonomia cerebrale
della musica rispetto al linguaggio; in questo caso, non solo rispetto all’ascolo, ma
anche in relazione alla lettura …
… i risultati ottenuti dimostrano come le aree cerebrali attivate per la musica appaiono
diverse e adiacenti rispetto a quelle interessate dal linguaggio.
La separazione anatomica conferma la sensibile autonomia della musica rispetto al
linguaggio, indipendentemente che il codice si visivo o uditivo. L’organizzazione
cerebrale parallela lascia supporre che i moduli deputati alla musica e al linguaggio
seguano un percorso molto simile.
Quest’ultima osservazione spiega perché l’amusia e l’afasia si manifestino, spesso,
nello stesso individuo …

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  • 1. LA MUSICA E IL CERVELLO Isabelle Peretz in Enciclopedia della Musica Einaudi vol. II IL SAPERE MUSICALE
  • 2.
  • 3. Specializzazione o modularità del cervello … il principale insegnamento che si può trarre dagli studi contemporanei sul cervello nella sua attività è quello relativo alla sua alta specializzazione, tanto anatomica quanto funzionale. Ogni minima area della corteccia pare riservata a una funzione specifica e può essere considerata come un microcervello (ovvero modulo) specializzato nell’elaborazione di informazioni particolari. … prendendo in esame il caso del linguaggio, si osserverà come sia ormai largamente accettato che lo stesso è organizzato secondo uno schema modulare. La sua realizzazione si fonda per la maggior parte sull’integrità dell’emisfero sinistro del cervello … … oggi sappiamo che per il linguaggio la modularità non si limita alla semplice bipartizione comprensione/espressione ma coinvolge anche componenti più fondamentali come le operazioni inerenti alla fonologia, alla sintassi, alla comprensione ortografica e alla semantica.
  • 4. … leggere a voce alta una parola scritta, per esempio, implica l’attivazione di una serie di moduli …
  • 5.
  • 6.
  • 7. Specializzazione musicale del cervello … la musica può essere considerata una facoltà a sé stante? … corrisponde ad un settore specifico della cognizione umana? … per Howard Gardner la risposta è affermativa. Egli considera la musica come emanazione di una intelligenza distinta. Egli identifica di fatto sei principali facoltà umane: l’intelligenza linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, cinestetico-corporea e personale. Considerando la musica in un contesto di modularità di questo genere, sembra dunque che il cervello debba possedere un substrato cerebrale a essa riservato, geneticamente programmato, che avrebbe la sola funzione di assicurare l’allocazione di un dispositivo altamente specializzato e riservato alla musica. Tale dispositivo andrebbe a collocarsi all’interno dei circuiti neuronali in modo relativamente costante in tutti gli individui appartenenti alla specie che si trovano esposti agli stimoli musicali …
  • 8. Specializzazione musicale del cervello La posizione opposta a quella di Gardner, cui aderisce buon numero degli specialisti dell’attività cognitiva (cognitivisti) considera invece la musica come un esercizio dell’intelligenza, come il riflesso del funzionamento generale del cervello umano. La musica metterebbe in gioco tutta una serie di attività o di comportamenti di elaborazione che partecipano anche ad altre funzioni, essenziali o meno per la sopravvivenza umana … (ipotesi “parassitaria”) … per poter scegliere fra l’ipotesi della modularità e quella del parassitismo è necessario far ricorso alle numerose fonti di informazione … una delle più dirette è quella delle neuroscienze … In effetti, se la musica corrisponde a una facoltà umana a sé stante (ipotesi della modularità cerebrale), nel senso che mette in gioco un dispositivo specifico, allora deve essere “isolabile” all’interno del cervello stesso …
  • 9. Specializzazione musicale del cervello … come evidenziano i casi di afasia e amusia indipendenti riscontrati nei casi di Sebalin e Isabelle, la musica sembra “isolabile” rispetto al linguaggio … … l’autismo può compromettere in profondità le funzioni intellettuali e linguistiche, risparmiando tuttavia quelle musicali … i casi presi in considerazione dalla letteratura neuropsicologica confermano che le facoltà musicali possono svilupparsi, e persino raggiungere l’eccellenza, a prescindere dal restante funzionamento del sistema cognitivo. In questi casi viene ampiamente confortata l’ipotesi della modularità, come anche quella, già descritta, della intelligenze multiple di Gardner … … altra patologia cerebrale assai rivelatrice riguardo alla modularità del cervello nell’ambito musicale, è l’epilessia. Essa ha origine dalle scariche di reti neuronali divenute ipereccitabili in una specifica area del cervello (spesso nel lobo temporale); queste scariche anomale possono propagarsi a tutto il cervello … in alcuni casi la crisi epilettica è scatenata dalla musica … è stato dimostrato come nel lobo temporale risieda un circuito neuronale che si attiva solo in presenza di uno stimolo prodotto dalla musica, evidenziando l’estrema specializzazione di quest’area cerebrale per la musica stessa
  • 10. Specializzazione musicale del cervello I lobi temporali degli emisferi destro e sinistro sono in grado (anche se sollecitati “artificialmente”) di evocare esperienze musicali. Nonostante questi lobi siano rappresentati bilateralmente, il fatto che in persone prive di qualsiasi formazione musicale si possa evocare l’insorgere di ricordi esclusivamente musicali sottolinea: • sia l’influenza dell’ambiente musicale circostante, che rimane ancorato per durate insospettabili ai circuiti neuronali; • sia l’importanza della specializzazione del cervello per le esperienze di tipo musicale. Dunque, se esiste una facoltà musicale nel cervello, il suo substrato è senz’altro situato nelle reti neuronali del lobo temporale superiore del cervello umano.
  • 11. Studio del cervello “normale” Rispetto agli argomenti derivanti dalla clinica neurologica, viene spesso avanzata l’obiezione che tali argomenti non possono essere estesi in modo generalizzato ad un cervello sano … La patologia potrebbe determinare peculiarità che nulla hanno a che vedere con il funzionamento cerebrale normale … … la questione della modularità per ciò che concerne la musica è a tutt’oggi scarsamente esplorata nell’individuo normale. Nei rari studi che affrontano l’argomento, l’organizzazione cerebrale relativa alla musica viene invariabilmente raffrontata a quella del linguaggio …
  • 13. L’organizzazione della musica all’interno della corteccia cerebrale A partire dalle prime scoperte sulla modularità del cervello, è emerso il problema della localizzazione della musica … i primi punti fermi al riguardo erano centrati sul linguaggio, che veniva localizzato nell’emisfero cerebrale sinistro della persona destrorsa; un corollario logico portava a supporre che quello stesso emisfero cerebrale dovesse essere depositario di ogni funzione umana superiore … … alcuni studi successivi hanno evidenziato il manifesto contributo dell’emisfero sinistro nell’ambito delle attività musicali ed altri hanno invece dimostrato la dominanza dell’emisfero destro. Un’ipotesi interessante è quella di considerare la possibilità che l’emisfero sinistro sia la parte educata del cervello. Essendo i primi studi basati sull’osservazione di professionisti della musica è ovvio che si venissero a sommare le condizioni atte a dimostrare la dominanza dell’emisfero esperto (nei musicisti, quello sinistro). Al contrario, poiché gli studi su vaste platee di soggetti interessano persone di qualsiasi provenienza, essi includono una preponderante maggioranza di individui musicalmente non preparati e mettono perciò in risalto l’emisfero destro (dei non musicisti)
  • 14. L’organizzazione della musica all’interno della corteccia cerebrale La prima conclusione che si può trarre sulla ricerca della localizzazione della facoltà musicale in termini di emisferi cerebrali, è un “non luogo a procedere” che si può interpretare in tanti modi ... … la musica coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali e la dominanza dell’uno sull’altro risulta essere un fenomeno incerto. Lo scenario che sembra più verosimile è rappresentato dall’ipotesi che la facoltà musicale non sia un’entità che si possiede o non si possiede; la facoltà musicale si fonda su una serie di moduli relativamente indipendenti gli uni dagli altri, e dunque suscettibili di essere collocati in aree distanti fra loro Esiste inoltre la possibilità che la questione si impostata in maniera scorretta.
  • 15. Principi di organizzazione cerebrale … come già detto, quindi, visto che per il linguaggio, come del resto per la maggior parte delle attività mentali in apparenza semplici, vengono messi in gioco una serie di moduli relativamente distanti gli uni dagli altri … non c’è ragione di pensare che per la musica possa essere altrimenti … Inoltre, una facoltà biologicamente determinata, può distribuirsi su entrambi gli emisferi. Il fatto che il linguaggio sia essenzialmente confinato nell’emisfero cerebrale sinistro costituisce più un’eccezione che una regola … In ciascuno degli emisferi cerebrali sono allocati moduli capaci di contribuire, in modo specifico, all’attività in corso. L’identificazione di tali moduli lateralizzati non determina ancora unanimità, neppure nel campo della visione, nel quale la ricerca è più avanzata. Non è dunque tanto sorprendente dover ammettere che le cose stanno nello stesso modo anche per la musica.
  • 16. Analisi del “riconoscimento” di un brano musicale Il riconoscimento di un brano musicale proposto a livello uditivo è apparentemente immediato, ma in realtà mobilita diversi moduli. L’intervento di tali moduli avviene sia in modo parallelo che seriale al fine di individuare il carattere unico del brano. Secondo lo schema che vedremo, il cervello dell’ascoltatore che percepisce un brano musicale presentato a livello uditivo, segue le seguenti procedure: - opera un’analisi strutturale (definita organizzazione melodia) delle variazioni sequenziale nelle altezze caratteristiche dei suoni; - in parallelo, esegue un’analisi delle particolarità temporali del brano (definita organizzazione temporale)
  • 17.
  • 18. La distinzione delle variazioni nell’altezza del suono e delle variazioni nella durata è data per acquisita dai musicisti e da numerosi cognitivisti …. Organizzazione melodica … potrebbe essere diverso nella percezione e nella memoria uditiva (di soggetti non “alfabetizzati”)… … studi recenti dimostrano che … altezze e durate sono integrate nell’analisi percettiva di una sequenza musicale, e sono da considerare come entità indivisibili la cui organizzazione è guidata dall’accentuazione combinata delle durate e delle altezze.
  • 19. L’analisi strutturale (organizzazione melodica, è caratterizzata da tre tipi di trasformazione che si distinguono l’una dall’altra grazie al codice che producono: - identificazione del profilo; - identificazione degli intervalli; - identificazione della tonalità profilo – intervallo - tonalità Il profilo, definito dall’evoluzione delle traiettorie di altezza del suono, svolge un ruolo cruciale nella selezione e nella memoria a breve termine. L’informazione critica risiede tuttavia nelle dimensioni degli intervalli … che vengono calcolati come spazi che si frappongono tra due suoni consecutivi. Infine la percezione dell’altezza del suono musicale stesso testimonia … del sapere acquisito riguardo … la struttura musicale (occidentale) che rispetta le regole del sistema tonale.
  • 20. Le componenti profilo – intervallo – tonalità sono le sole dello schema del riconoscimento musicale che, fino ad oggi, siano state localizzate all’interno del cervello. profilo – intervallo - tonalità … l’individuazione del profilo avverrebbe nelle aree temporali della parte destra del cervello e sarebbe poi trasmessa alle strutture omologhe dell’emisfero sinistro per esservi definita in termini di intervalli. L’emisfero destro svolge dunque un ruolo decisivo per quanto concerne l’organizzazione melodica della musica, essendo concepito come obbligatoria sede preliminare della percezione… … le strutture collocate nelle aree frontali dell’emisfero destro, pare che siano importanti anche perché mantengono in memoria l’informazione melodica. Tuttavia l’emisfero sinistro assume un’importanza essenziale perché da esso sembra dipendere la codificazione tonale dell’altezza del suono…
  • 21. Per quello che riguarda il percorso temporale, gli studiosi sono oggi concordi nell’individuarvi due livelli principali di organizzazione: la metrica (che fa riferimento alla misura); il ritmo (che è riferito alle durate relative) Organizzazione temporale Alcuni studiosi avanzano l’ipotesi di un legame della metrica con il ritmo, in conseguenza dell’intervento di meccanismi di raggruppamento … … altri invece (sostenuti anche da studi di neuropsicologia) vedono questi due livelli di organizzazione come risultanti dall’intervento di meccanismi totalmente diversi.
  • 22. … parlando di repertorio ci si riferisce all’esistenza di una sorta di lessico contenente le rappresentazioni memorizzate di tutte le musiche alle quali l’individuo è stato esposto durante la sua vita… Repertorio … è possibile avanzare l’idea che sia la rappresentazione derivante dalla serie di trasformazioni melodiche, piuttosto che temporali, il fattore determinante per accedere repertorio … così da pervenire in seguito al riconoscimento.
  • 23. … secondo il modello presentato, il brano musicale verrebbe riconosciuto solo nel caso in cui si realizzasse un’adeguata combinazione tra le rappresentazioni astratte fornite dai due percorsi analitici (con una predominanza per la valutazione melodica nella nostra cultura occidentale) e la rappresentazione memorizzata a livello di repertorio. Una volta conclusasi tale operazione, il cervello è già in grado di compiere un giudizio di familiarità e persino di riprodurre il brano ascoltato. … conclusioni … c’è inoltre da considerare l’incidenza del “fattore emotivo” sul modello appena descritto. Alcuni studi lasciano ipotizzare l’esistenza di un’altra serie di moduli connessi alle emozioni, che sarebbero relativamente autonomi dal sistema di riconoscimento che abbiamo preso in esame …
  • 24. Ascolto dicotico L’ ascolto dicotico consiste nel presentare, per mezzo di cuffie, uno stimolo sonoro all’orecchio sinistro e, contemporaneamente, un altro stimolo sonoro all’orecchio destro. Se al termine di un certo numero di ascolti dicotici l’ascoltatore manifesta una migliore capacità di ricezione dell’informazione da un orecchio piuttosto che dall’altro, si può dedurre che l’emisfero controlaterale risponda con maggiore efficienza agli stimoli ricevuti.
  • 25. … ascolto dicotico Ad un gruppo di persone, tutti musicisti, vengono fatte ascoltare delle sequenze di tre numeri cantati secondo diverse altezze sonore (più acute e più gravi)e presentate in modo dicotico (una serie diversa, simultaneamente, in ciascun orecchio). Gli ascoltatori devono poi riprodurre, cantando, subito dopo la presentazione di ogni serie, ciò che hanno appena ascoltato. I risultati ottenuti con ascoltatori musicisti dimostrano che vengono meglio memorizzate le sequenze numeriche presentate all’orecchio destro, anche se sono riprodotte in modo più corretto le altezze dei suoni presentati all’orecchio sinistro. Simili risultati confermano la dominanza, largamente accettata, dell’emisfero cerebrale sinistro relativamente al linguaggio (numeri enunciati). Gli stessi risultati lasciano supporre che la musica associata ai numeri in questione faccia riferimento ad un substrato cerebrale, il quale ha la sua sede principale nell’emisfero destro. La dimostrazione è particolarmente spettacolare perché illustra la possibilità chi i moduli linguistici e musicali si attivino in parallelo e indipendentemente per elaborare informazioni che si riferiscono al rispettivo ambito
  • 26. “Potenziali evocati” La tecnica dei “potenziali evocati” consiste nell’analisi specifica dei segnali rilevati dall’elettroencefalogramma … … questa tecnica è stata utilizzata allo scopo di captare l’attività cerebrale evocata dal linguaggio e dalla musica in una situazione di ascolto più naturale dell’ascolto dicotico. … i risultati di questa tecnica (sperimentata su musicisti) evidenziano, ancora una volta, l’indipendenza dei generatori cerebrali dell’attività elettrica innescata dalle parole e dalla musica di uno stesso brano (operistico). La localizzazione di questi due tipi di di generatore è ancora da stabilire …
  • 27. Tomografia ad Emissione di Positroni La tomografia ad emissione di positroni permette di registrare l’aumento del flusso sanguigno al cervello in risposta all’accresciuto fabbisogno di ossigeno della regione cerebrale attivata… … tale tecnica è stata impiegata per indagare nuovamente circa l’autonomia cerebrale della musica rispetto al linguaggio; in questo caso, non solo rispetto all’ascolo, ma anche in relazione alla lettura … … i risultati ottenuti dimostrano come le aree cerebrali attivate per la musica appaiono diverse e adiacenti rispetto a quelle interessate dal linguaggio. La separazione anatomica conferma la sensibile autonomia della musica rispetto al linguaggio, indipendentemente che il codice si visivo o uditivo. L’organizzazione cerebrale parallela lascia supporre che i moduli deputati alla musica e al linguaggio seguano un percorso molto simile. Quest’ultima osservazione spiega perché l’amusia e l’afasia si manifestino, spesso, nello stesso individuo …