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STRATEGIE DI MODIFICAZIONE
DEL COMPORTAMENTO
Leone Elisa
Educatrice professionale
STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL
COMPORTAMENTO
Le strategie a cui si fa maggiormente riferimento per l’acquisizione
e il consolidamento di competenze e abilità sono:
 Prompting e fanding ( tecnica di aiuto e riduzione dell’aiuto)
 Modeling ( apprendimento imitativo)
 Shaping e Chaining ( modellaggio e concatenamento)
 Tecniche di rinforzo
PROMPTING E FADING
TECNICA DELL’ AIUTO E ATTENUAZIONE DELL’AIUTO
PROMPTING
La tecnica dell’ aiuto consiste nel fornire alla persona uno o più
stimoli sotto forma di prompt ( aiuti).Gli stimoli o aiuti rendono
più probabile il verificarsi della performance desiderata.
I prompt sono solitamene sintetici, percettivamente evidenti e
vengono proposti al momento esatto in cui dovrebbe verificarsi la
prestazione.
Possono essere suddivisi in:
 Suggerimenti verbali
 Indicazioni gestuali
 Guida fisica
 I SUGGERIMENTI E ORDINI VERBALI sono aiuti molto naturali
e vengono sempre utilizzati allo scopo di facilitare la
comprensione del compito.
 Gli AIUTI GESTUALI consistono in gesti utilizzati per stimolare
l’ emissione di comportamenti ricercati o la riduzione di altri
ritenuti inadeguati
 L’ AIUTO FISICO presuppone un contatto fisico, attraverso il
quale si guida il soggetto nell’esecuzione delle prestazioni
programmate.
Pro e contro dell’utilizzo
di stimoli aggiuntivi
PRO CONTRO
 Facilita sensibilmente
l’esecuzione di un compito
 Permette di accelerare il
processo di apprendimento
 Dipendenza dall’aiuto
 Subordinazione
dell’effettuazione della
prestazione alla presenza del
prompt
I prompt vanno necessariamente
ridotti o modificati
per favorire l’inserimento definitivo dell’abilità
nel repertorio comportamentale della persona
FADING
Tale tecnica consiste nella modificazione delle condizioni in cui il
comportamento deve avvenire.
Il fading ha delle caratteristiche diverse in relazione alla tipologia
di prompt a cui si riferisce.
 Aiuti verbali: - si diminuisce il numero di parole che
compongono l’ordine
- si abbassa il tono di voce
 Aiuti gestuali : - si diminuisce l’ampiezza del gesto
- si sostituisce con un gesto meno appariscente
 Prompt fisici: - ridurre l’area del corpo toccata
- ridurre la pressione
- spostare la presa dalla zona iniziale ad una più
distante
-se vengono usati tutti e tre i prompt, eliminare
prima quelli fisici e poi quelli gestuali e
verbali
STRATEGIE DI APPRENDIMENTO IMITATIVO
IL MODELLAMENTO ( MODELING)
La tecnica del modellamento (modeling) consiste nella proposta di
esperienze di apprendimento attraverso l’osservazione del
comportamento di un soggetto che funge da modello.
In generale il processo di modeling dipende da tre condizioni:
 Le caratteristiche del modellatore
 Le caratteristiche dell’osservatore
 Le conseguenze prodotte dal comportamento
IL VIDEO MODELING
In questi ultimi anni la strategia del modeling è stata
implementata utilizzando la tecnologia video, la quale consente, di
fatto, di poter mettere in atto situazioni di autoapprendimento per
imitazione.
LE CARATTERISTICHE
 E’ la presentazione di filmati che illustrano la modalità adeguata
di comportamento in certi contesti o la corretta esecuzione di
azioni in funzione dell’apprendimento di specifiche abilità.
 Una situazione tipica di video modeling prevede la visione di
una dimostrazione videoregistrata, seguita dall’imitazione dei
comportamenti osservati nel filmato.
 Come modello possono essere coinvolti dei coetanei, magari i
compagni di classe se il bambino frequenta la scuola, i familiari,
degli adulti conosciuti o meno
VIDEO MODELING
E
AUTISMO
Malgrado l’imitazione sia un ambito nel quale i bambini con
autismo manifestano grosse problematiche e difficoltà, è stato
appurato come gli stessi tendano ad imitare con maggiore facilità
quello che vedono nei video, in confronto a quanto possono
osservare nell’interazione diretta faccia a faccia.
Perché
il video modeling è efficace
 Permette l’attivazione dell’attenzione relativamente all’oggetto
dell’insegnamento. Le carenze che solitamente si manifestano
a questo proposito sembrano ridursi quando i bambini con
autismo osservano dei video, che in molti casi appaiono per
loro estremamente motivanti.
 Consente di focalizzare l’attenzione sugli elementi essenziali
della situazione, senza eccessi di stimolazioni visive e,
soprattutto, verbali, le quali possono distogliere il focus dagli
stimoli rilevanti ai fini dell’apprendimento;
 Permette una visione reiterata del filmato, che certamente
aiuta a fissare in memoria le caratteristiche del comportamento
che ci si prefigge di insegnare
 Il video è uno stimolo di tipo visivo e viene compreso meglio
dai bambini con autismo. Lo stimolo visivo, infatti, a differenza
di quello verbale, permane nel tempo: le parole, intese come
stimolo verbale, una volta pronunciate, si dissolvono.
 Il video, anche se non permane come una figura o una foto, può
comunque essere rivisto più volte e possiede una potenzialità
ulteriore: quella di presentare una situazione concreta e reale
 I bambini appaiono maggiormente attratti dalle animazioni
piuttosto che dalle immagini statiche e in alcune occasioni
manifestano delle forme di imitazione anche durante la visione
 Attraverso il video si evita l’interazione faccia a faccia fra il
bambino e l’interlocutore, come quella che si determina al
contrario nei processi di modeling tradizionali, la quale può
rappresentare una fonte di stress per gli allievi con autismo,
soprattutto per quelli poco propensi ad accettare rapporti di
prossimità.
IL SELF-MODELING
È possibile che i video vengano registrati anche sui comportamenti
dello stesso allievo: in questo caso si parla di video self-modeling.
In tali situazioni, il comportamento dell’individuo deve essere
filmato per un periodo di tempo lungo e poi montato inserendo
nel video solo le azioni positive e funzionali in relazione agli
obiettivi di apprendimento
MODELLAGGIO
(SHAPING)
Il modellaggio o shaping è una tecnica attraverso la quale si può
ampliare il repertorio di capacità delle persone, facilitando la
costruzione di nuove abilità.
Si basa essenzialmente sul rinforzo di comportamenti della
persona che gradualmente si avvicinano a quello desiderato
(comportamento-meta)
Tale tecnica viene utilizzata in associazione ad altre e soprattutto
al prompting e fanding
Le caratteristiche fondamentali che indirizzano un programma di
modellaggio sono:
• Individuazione dell’ abilità che si intende costruire e selezione
del comportamento iniziale.
• Delineazione di una serie di approssimazioni successive
• Predisposizione di opportuni programmi di rinforzamento
CONCATENAMENTO
( CHAINING)
Il concatenamento è una strategia utilizzata per l’insegnamento di
strategie complesse.
La predisposizione di un programma di chaining richiede un
procedimento articolato in tre fasi:
I. Suddivisione dell’abilità in componenti ( task-analysis)
II. Costruzione della catena comportamentale
III. Strutturazione di un programma di concatenamento delle
componenti attraverso il rinforzo gradino per gradino
Il rinforzo è un evento che, fatto seguire all’emissione di un
comportamento, ne rende più probabile la comparsa in futuro.
Esistono vari tipi di rinforzi:
• Materiali
• Sociali
• Sensoriali
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TECNICHE DI RINFORZO
PROGRAMMI DI RINFORZO
RINFORZI
CONTINUO
INTERMITTENTE
RAPPORTO INTERVALLO
FISSO VARIABILE FISSO VARIABILE
RINFORZO CONTINUO
Lo stimolo rinforzante viene elargito ad ogni emissione del
comportamento.
RINFORZO INTERMITTENTE
Il rinforzo viene dato soltanto in determinate occasioni
1. Programma a rapporto fisso
 Si presenta lo stimolo solo dopo un particolare numero di
risposte.
 Il comportamento rinforzato risulta essere molto uniforme ma
non eccessivamente resistente all’ estinzione .
2. Programma a rapporto variabile
 Il numero dei comportamenti fra ogni risposta rinforzata varia
secondo determinate modalità.
 Il comportamento risulta essere fortemente resistente
all’estinzione.
3. Programma ad intervallo fisso
 Il rinforzo viene elargito quando è trascorso un preciso periodo
di tempo dal rinforzo precedente.
 Il comportamento che si ottiene è intermittente
4. Programma ad intervalli variabili
 Il rinforzo si presenta in seguito a risposte che avvengono con
intervalli di tempo fra loro diversi.
 Si ottengono modelli di comportamento uniformi.
Quando si impiegano degli agenti di rinforzo per consolidare delle
abilità è necessario rispettare alcuni principi fondamentali:
1. Immediatezza del rinforzo
2. Certezza del rinforzo.
3. Progressivo passaggio da rinforzatori materiali a contingenze di
rinforzo il più naturali possibili.
4. Passaggio da programmi a rinforzo costante a schemi a
rinforzo intermittente.
PRINCIPI METODOLOGICI PER UN CORRETTO UTILIZZO
EDUCATIVO DEI RINFORZATORI
Per poter parlare di apprendimento è necessario il mantenimento
nel tempo delle abilità acquisite e la loro generalizzazione in
contesti differenti da quelli in cui è avvenuto il training.
Pianificare attivamente la generalizzazione
LA GENERALIZZAZIONE
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  • 1. STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO Leone Elisa Educatrice professionale
  • 2. STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO Le strategie a cui si fa maggiormente riferimento per l’acquisizione e il consolidamento di competenze e abilità sono:  Prompting e fanding ( tecnica di aiuto e riduzione dell’aiuto)  Modeling ( apprendimento imitativo)  Shaping e Chaining ( modellaggio e concatenamento)  Tecniche di rinforzo
  • 3. PROMPTING E FADING TECNICA DELL’ AIUTO E ATTENUAZIONE DELL’AIUTO PROMPTING La tecnica dell’ aiuto consiste nel fornire alla persona uno o più stimoli sotto forma di prompt ( aiuti).Gli stimoli o aiuti rendono più probabile il verificarsi della performance desiderata. I prompt sono solitamene sintetici, percettivamente evidenti e vengono proposti al momento esatto in cui dovrebbe verificarsi la prestazione. Possono essere suddivisi in:  Suggerimenti verbali  Indicazioni gestuali  Guida fisica
  • 4.  I SUGGERIMENTI E ORDINI VERBALI sono aiuti molto naturali e vengono sempre utilizzati allo scopo di facilitare la comprensione del compito.  Gli AIUTI GESTUALI consistono in gesti utilizzati per stimolare l’ emissione di comportamenti ricercati o la riduzione di altri ritenuti inadeguati  L’ AIUTO FISICO presuppone un contatto fisico, attraverso il quale si guida il soggetto nell’esecuzione delle prestazioni programmate.
  • 5. Pro e contro dell’utilizzo di stimoli aggiuntivi PRO CONTRO  Facilita sensibilmente l’esecuzione di un compito  Permette di accelerare il processo di apprendimento  Dipendenza dall’aiuto  Subordinazione dell’effettuazione della prestazione alla presenza del prompt
  • 6. I prompt vanno necessariamente ridotti o modificati per favorire l’inserimento definitivo dell’abilità nel repertorio comportamentale della persona
  • 7. FADING Tale tecnica consiste nella modificazione delle condizioni in cui il comportamento deve avvenire. Il fading ha delle caratteristiche diverse in relazione alla tipologia di prompt a cui si riferisce.
  • 8.  Aiuti verbali: - si diminuisce il numero di parole che compongono l’ordine - si abbassa il tono di voce  Aiuti gestuali : - si diminuisce l’ampiezza del gesto - si sostituisce con un gesto meno appariscente  Prompt fisici: - ridurre l’area del corpo toccata - ridurre la pressione - spostare la presa dalla zona iniziale ad una più distante -se vengono usati tutti e tre i prompt, eliminare prima quelli fisici e poi quelli gestuali e verbali
  • 9. STRATEGIE DI APPRENDIMENTO IMITATIVO IL MODELLAMENTO ( MODELING) La tecnica del modellamento (modeling) consiste nella proposta di esperienze di apprendimento attraverso l’osservazione del comportamento di un soggetto che funge da modello. In generale il processo di modeling dipende da tre condizioni:  Le caratteristiche del modellatore  Le caratteristiche dell’osservatore  Le conseguenze prodotte dal comportamento
  • 10. IL VIDEO MODELING In questi ultimi anni la strategia del modeling è stata implementata utilizzando la tecnologia video, la quale consente, di fatto, di poter mettere in atto situazioni di autoapprendimento per imitazione. LE CARATTERISTICHE  E’ la presentazione di filmati che illustrano la modalità adeguata di comportamento in certi contesti o la corretta esecuzione di azioni in funzione dell’apprendimento di specifiche abilità.  Una situazione tipica di video modeling prevede la visione di una dimostrazione videoregistrata, seguita dall’imitazione dei comportamenti osservati nel filmato.
  • 11.  Come modello possono essere coinvolti dei coetanei, magari i compagni di classe se il bambino frequenta la scuola, i familiari, degli adulti conosciuti o meno
  • 12. VIDEO MODELING E AUTISMO Malgrado l’imitazione sia un ambito nel quale i bambini con autismo manifestano grosse problematiche e difficoltà, è stato appurato come gli stessi tendano ad imitare con maggiore facilità quello che vedono nei video, in confronto a quanto possono osservare nell’interazione diretta faccia a faccia.
  • 13. Perché il video modeling è efficace  Permette l’attivazione dell’attenzione relativamente all’oggetto dell’insegnamento. Le carenze che solitamente si manifestano a questo proposito sembrano ridursi quando i bambini con autismo osservano dei video, che in molti casi appaiono per loro estremamente motivanti.  Consente di focalizzare l’attenzione sugli elementi essenziali della situazione, senza eccessi di stimolazioni visive e, soprattutto, verbali, le quali possono distogliere il focus dagli stimoli rilevanti ai fini dell’apprendimento;
  • 14.  Permette una visione reiterata del filmato, che certamente aiuta a fissare in memoria le caratteristiche del comportamento che ci si prefigge di insegnare  Il video è uno stimolo di tipo visivo e viene compreso meglio dai bambini con autismo. Lo stimolo visivo, infatti, a differenza di quello verbale, permane nel tempo: le parole, intese come stimolo verbale, una volta pronunciate, si dissolvono.  Il video, anche se non permane come una figura o una foto, può comunque essere rivisto più volte e possiede una potenzialità ulteriore: quella di presentare una situazione concreta e reale
  • 15.  I bambini appaiono maggiormente attratti dalle animazioni piuttosto che dalle immagini statiche e in alcune occasioni manifestano delle forme di imitazione anche durante la visione  Attraverso il video si evita l’interazione faccia a faccia fra il bambino e l’interlocutore, come quella che si determina al contrario nei processi di modeling tradizionali, la quale può rappresentare una fonte di stress per gli allievi con autismo, soprattutto per quelli poco propensi ad accettare rapporti di prossimità.
  • 16. IL SELF-MODELING È possibile che i video vengano registrati anche sui comportamenti dello stesso allievo: in questo caso si parla di video self-modeling. In tali situazioni, il comportamento dell’individuo deve essere filmato per un periodo di tempo lungo e poi montato inserendo nel video solo le azioni positive e funzionali in relazione agli obiettivi di apprendimento
  • 17. MODELLAGGIO (SHAPING) Il modellaggio o shaping è una tecnica attraverso la quale si può ampliare il repertorio di capacità delle persone, facilitando la costruzione di nuove abilità. Si basa essenzialmente sul rinforzo di comportamenti della persona che gradualmente si avvicinano a quello desiderato (comportamento-meta) Tale tecnica viene utilizzata in associazione ad altre e soprattutto al prompting e fanding
  • 18. Le caratteristiche fondamentali che indirizzano un programma di modellaggio sono: • Individuazione dell’ abilità che si intende costruire e selezione del comportamento iniziale. • Delineazione di una serie di approssimazioni successive • Predisposizione di opportuni programmi di rinforzamento
  • 19. CONCATENAMENTO ( CHAINING) Il concatenamento è una strategia utilizzata per l’insegnamento di strategie complesse. La predisposizione di un programma di chaining richiede un procedimento articolato in tre fasi: I. Suddivisione dell’abilità in componenti ( task-analysis) II. Costruzione della catena comportamentale III. Strutturazione di un programma di concatenamento delle componenti attraverso il rinforzo gradino per gradino
  • 20. Il rinforzo è un evento che, fatto seguire all’emissione di un comportamento, ne rende più probabile la comparsa in futuro. Esistono vari tipi di rinforzi: • Materiali • Sociali • Sensoriali • Simbolici • Informazionali TECNICHE DI RINFORZO
  • 21. PROGRAMMI DI RINFORZO RINFORZI CONTINUO INTERMITTENTE RAPPORTO INTERVALLO FISSO VARIABILE FISSO VARIABILE
  • 22. RINFORZO CONTINUO Lo stimolo rinforzante viene elargito ad ogni emissione del comportamento. RINFORZO INTERMITTENTE Il rinforzo viene dato soltanto in determinate occasioni 1. Programma a rapporto fisso  Si presenta lo stimolo solo dopo un particolare numero di risposte.  Il comportamento rinforzato risulta essere molto uniforme ma non eccessivamente resistente all’ estinzione .
  • 23. 2. Programma a rapporto variabile  Il numero dei comportamenti fra ogni risposta rinforzata varia secondo determinate modalità.  Il comportamento risulta essere fortemente resistente all’estinzione. 3. Programma ad intervallo fisso  Il rinforzo viene elargito quando è trascorso un preciso periodo di tempo dal rinforzo precedente.  Il comportamento che si ottiene è intermittente
  • 24. 4. Programma ad intervalli variabili  Il rinforzo si presenta in seguito a risposte che avvengono con intervalli di tempo fra loro diversi.  Si ottengono modelli di comportamento uniformi.
  • 25. Quando si impiegano degli agenti di rinforzo per consolidare delle abilità è necessario rispettare alcuni principi fondamentali: 1. Immediatezza del rinforzo 2. Certezza del rinforzo. 3. Progressivo passaggio da rinforzatori materiali a contingenze di rinforzo il più naturali possibili. 4. Passaggio da programmi a rinforzo costante a schemi a rinforzo intermittente. PRINCIPI METODOLOGICI PER UN CORRETTO UTILIZZO EDUCATIVO DEI RINFORZATORI
  • 26. Per poter parlare di apprendimento è necessario il mantenimento nel tempo delle abilità acquisite e la loro generalizzazione in contesti differenti da quelli in cui è avvenuto il training. Pianificare attivamente la generalizzazione LA GENERALIZZAZIONE