Le figure professionali emergenti: il mondo farmaceutico che cambia.
1. Le figure professionali emergenti: il mondo farmaceutico che cambia.
ABSTRACT
Il mondo della salute è soggetto a rapidi cambiamenti, vive un momento sempre più difficile ed
evidenzia una dinamica in continua evoluzione.
Primo livello di complessità è dato dalle aspettative e dai bisogni di cure da parte di cittadini sempre
più informati e consapevoli. A questo va aggiunto il progressivo invecchiamento della popolazione e il
conseguente incremento di patologie croniche ad alto impatto socio-economico. Il sistema sanitario
deve far quindi fronte all’aumento di questi bisogni considerando di dover garantire l’efficienza delle
cure stesse e la loro sostenibilità economica in base al budget di spesa, spesso basso, che ha a
disposizione.
Secondo livello è invece rappresentato dalle procedure per le registrazioni dei nuovi farmaci e le
normative sempre più restrittive ed esigenti che stanno causando una durissima concorrenza sui prezzi
e stanno danneggiando l‘economia sottraendo investimenti in capitale. Pertanto, l’industria
farmaceutica si distingue per un elevato grado di complessità, articolazione e per i considerevoli rischi
d’impresa cui è soggetta.
Per comprendere meglio il quadro generale in cui oggi opera, abbiamo ripercorso la nascita e lo
sviluppo di questo settore così dominante nel mondo, valutato in parallelo l’evoluzione legislativa e
regolatoria a esso legata, per dare poi uno sguardo direttamente all’interno e comprendere meglio cosa
è cambiato a livello di organigramma e struttura aziendale.
SUMMARY
Il settore farmaceutico sta fronteggiando una fase di profonda trasformazione. Molti fattori
contribuiscono a questo processo, richiedendo massicci investimenti e la costante predisposizione di
piani di ricerca e sviluppo ad hoc. In questo contesto, le aziende sono messe di fronte alla necessità di
guardare verso nuove prospettive d’innovazione. Le scoperte scientifiche funzionano, infatti, da
propulsore innescando una cascata di iniziative imprenditoriali alle quali deve essere affiancata una
crescita anche a livello strategico e dirigenziale.
2. L’oggetto della nostra indagine sono state, quindi, questa capacità di reagire a cambiamenti strutturali e
la sua stretta connessione con le più ampie trasformazioni che stanno interessando il sistema socio-
economico a livello mondiale.
Oltre agli ambiti strettamente legati alla Ricerca e Sviluppo, il secondo scenario che ha visto le imprese
del settore costrette a rimettersi in gioco in questi ultimi anni, è stato quello del mercato che presenta
una maggiore estensione a livello mondiale, un aumento della sua frammentazione e delle politiche di
delocalizzazione che in parecchi Stati creano contraddizioni regolatorie rispetto agli orientamenti
nazionali.
La rivoluzione scientifica degli anni ’70, legata allo sviluppo della biologia molecolare e delle
biotecnologie, ha portato ad un cambiamento radicale nel processi di ricerca e sviluppo. Ha costituito
per il settore farmaceutico un’innovazione di portata rivoluzionaria che ne ha modificato i paradigmi
scientifici tradizionali, offrendo al settore nuove opportunità di crescita. Parallelamente sono stati
stabiliti maggiori vincoli regolatori ed è aumentata la focalizzazione sulle malattie cronico-
degenerative che comportano una progressiva perdita di produttività legata ai crescenti costi e rischi
delle sperimentazioni che si fanno più lunghe e complesse, nonché coinvolgono un maggior numero di
soggetti. Il numero di New Molecular Entities (NME) introdotte sul mercato farmaceutico diminuisce
costantemente, e tale tendenza s’inserisce in un contesto già critico di diminuzione dei profitti, legata
alla scadenza dei brevetti di molti prodotti farmaceutici e alla conseguente concorrenza dei generici.
II fenomeno appare particolarmente marcato nei Paesi dell’Unione Europea, dove la diminuzione del
numero di NME immesse sul mercato evidenzia una forte perdita di competitività da parte
dell’industria europea a vantaggio di quella statunitense che oggi è il principale produttore di
innovazione in campo farmaceutico: 45,8% delle molecole innovative, 45% delle imprese leader del
mercato e 60% dei prodotti blockbusters. Altri dati evidenziano una riorganizzazione dell`attività di
ricerca a livello mondiale, a ulteriore danno della futura capacità innovativa dell'Europa.
Inoltre, la dimensione strettamente nazionale e l’esistenza di sistemi di welfare sostanzialmente
protezionistici hanno posto i Paesi europei in una posizione di debolezza, malgrado l’iniziale vantaggio
competitivo sul piano della conoscenza scientifica. Questa diversa concezione non può che
accompagnarsi con una tendenza ad avere storicamente assegnate allo Stato le più ampie responsabilità
in tema di organizzazione del sistema, con un conseguente elevato accentramento nelle mani
dell’operatore pubblico dei processi decisionali in materia di finanziamento e di erogazione. In breve, si
può sostenere che nel modello europeo la ricerca scientifica abbia ceduto il passo ai consumi, divenuti
il fulcro degli interventi dell’attore pubblico. La scelta politica diretta a privilegiare le esigenze
3. connesse ai consumi presenti rispetto a quelle di sviluppo dell’attività produttiva genera, di fatto, una
frattura sostanziale tra domanda ed offerta.
Il processo di rinnovamento ha visto sino ad ora scelte strategiche molto importanti come le fusioni e le
acquisizioni che hanno dato origine alle multinazionali che oggi conosciamo. Il focus per noi più
importante è rimasto il cambiamento apparentemente silenzioso ma costante che negli ultimi quattro
decenni è avvenuto all’interno delle aziende: la nascita e/o differenziazione di nuove competenze, il
ridimensionamento e/o esternalizzazione di altre professionalità, una maggiore integrazione con le
tecnologie e un dialogo con l’esterno che al medico/farmacista ha aggiunto gli interlocutori
istituzionali.
Allo stato attuale, infatti, l’industria farmaceutica si trova a dover agire su due fronti e a dover
soddisfare due interlocutori differenti. Da una parte, infatti, il controllo e le barriere poste dalla politica
al settore dell’healthcare costringono le aziende a sviluppare strategie di market access e a creare figure
in grado di interloquire con l’attore politico. Dall’altra parte, però, le aziende non devono dimenticare il
rapporto col medico e gli specialisti della salute nonché con il consumatore dei loro prodotti, ovvero il
paziente. Da questa esigenza sono nate nuove figure professionali con il compito di mantenere i contatti
con la classe medica e altre di supporto al paziente. Figure tradizionali come gli informatori scientifici
stanno subendo una radicale trasformazione, mentre altre, come il medical science liason e il patient
advocacy manager, stanno al contrario assumendo importanza sempre maggiore. In questo quadro non
si può dimenticare l’importanza che le tecnologie e internet stanno assumendo nelle campagne di
marketing delle aziende dell’healthcare. Grazie anche al contributo diretto di persone dalla diversa
esperienza e collocazione in azienda, ricevuto grazie alla risposta a questionari da noi elaborati, ci è
stato possibile elaborare un’analisi più fedele possibile allo scenario che avevamo scelto di analizzare.
A cura dei partecipanti alla XIII edizione del Programma Scienziati in Azienda:
• Andrea Cerutti
• Rosanna Faillace
• Luca Pessina
• Alberto Poli
• Andrea Robotti
• Ilaria Valente
Per informazioni sul Programma Scienziati in Azienda: http://www.istud.it/scienziati