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La natura del difetto
motorio nella PCI
Adriano Ferrari
PARALISI CEREBRALE INFANTILE
• aspetti motori
• aspetti percettivi
• aspetti intenzionali
• Primo livello motorio o dei moduli (mezzi)
• Secondo livello motorio o delle prassie (modi)
• Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
• Primo livello motorio (moduli) = grammatica
• Secondo livello motorio (prassie) = sintassi
• Terzo livello motorio (azioni) = semantica
Primo livello motorio (moduli)
1. Repertorio dei moduli (lettere dell’alfabeto)
2. Vincoli combinatori (lettera h, lettera q)
3. Interazione competitiva (maiuscole-minuscole)
4. Posture e gesti (vocali e consonanti)
5. Schemi patologici (lettere di un altro alfabeto)
6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio
residuo
7. Accesso interno ed accesso esterno al
repertorio motorio residuo
1. Repertorio dei moduli motori
moduli (lettere dell’alfabeto)
singoli elementi motori preformati di cui si
compone l’alfabeto della motricità
1. Analisi del repertorio dei moduli motori
• Aspetto quantitativo (entità della produzione
motoria)
es. forme spastiche/ forme discinetiche
• Aspetto qualitativo (variabilità e forma del
movimento)
es. movimenti prognosticamente negativi/positivi
(libertà di scelta)
NEGATIVO
• Riflesso
• Indotto
• Generalizzato
(globale, diffuso)
• Stereotipo
• Ripetitivo ed
immutabile
• Poco adattabile
POSITIVO
•Volontario
•Spontaneo
•Isolato (segmentario)
•Specializzato
•Differenziato (modificabile
con l’esperienza)
•Adattabile
progressivamente
MOVIMENTO PROGNOSTICAMENTE
2. Vincoli combinatori dei moduli motori
• Rigidità dei vincoli combinatori nella PCI vs
libertà di scelta e ridondanza
Libertà di scelta
Misura della possibilità di associare tra loro
moduli diversi, ovvero grado di indipendenza da
schemi primitivi e patologici, da riflessi, da
reazioni, da automatismi motori primari, ecc.
Ridondanza
Ricchezza di soluzioni alternative in grado di
risolvere uno stesso compito motorio a parità di
risultato raggiunto
3. Interazione competitiva
Meccanismo con cui un modulo motorio riesce a
svolgere il suo ruolo organizzatore nel movimento
funzionale
(Milani Comparetti)
In alcune forme di PCI è possibile riconoscere una
diarchia (lotta fra due tiranni) nell’interazione
competitiva tra due moduli motori organizzatori
dell’attività considerata
• Reaching-avoiding
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• Combinazioni= associazione spaziale di moduli
motori
• Sequenze= associazione temporale di moduli
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• Combinazioni: hanno a che vedere con le POSTURE
• Sequenze: hanno a che vedere con i GESTI
• Nelle sindromi spastiche la POSTURA domina
sul GESTO
• Nelle sindromi discinetiche il GESTO domina
sulla POSTURA
(PCI ancora definita come turba della postura e
del movimento)
5. Schemi patologici rappresentano il vero
elemento connotativo della PCI
6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio
residuo
Quale e quanta parte del repertorio conservato
risulta accessibile “dall’interno” e può essere
impiegato per scopi funzionali
Quando il repertorio motorio posseduto ed
l’utilizzo funzionale risultano molto distanti tra
loro, il potenziamento del repertorio motorio
attraverso la fisioterapia finisce per aggravare
la paralisi
7. Accesso interno e accesso esterno al repertorio
motorio
La possibilità di accedere dall’esterno
(fisioterapia) al repertorio dei movimenti
posseduti dal paziente non implica che il
movimento sia altrettanto facilmente
accessibile dall’interno al paziente stesso
Accesso interno come confine della rieducazione
motoria
Consegna degli strumenti alla famiglia: va
rapportata all’accesso interno
• Primo livello motorio o dei moduli (mezzi)
• Secondo livello motorio o delle prassie (modi)
• Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
Secondo livello motorio (prassie)
1. Insieme di movimenti coordinati in
funzione di un determinato scopo
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Disprassia = disturbo del movimento volontario
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Aprassia ideativa (il soggetto non sa cosa fare)
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fare)
(Sabbadini et al. 1995)
Aprassia come disturbo nascosto nella PCI
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Occorre separare nella PCI i problemi del
repertorio (primo livello) da quelli del suo
utilizzo funzionale (secondo livello)
Rinuncia ad utilizzare moduli motori come
strategia di sviluppo in alcuni soggetti con
PCI (congelamento della postura,
semplificazione del gesto)
Il bambino aprassico ha una ridotta capacità di
di “rappresentarsi” l’oggetto su cui agire,
l’intera azione e le sequenze che la
compongono; ha difficoltà ad ordinare in serie
ed a coordinare i relativi movimenti elementari
in vista di uno scopo (programmazione), ad
avviare i relativi programmi, a prevedere (in
senso anticipatorio) un certo risultato, a
controllare ciascuna sequenza e l’intera
attività nel corso dell’azione (feed-back), a
verificare il risultato ottenuto come
corrispondente a quello previsto ed atteso
(Sabbadini et al. 1995)
Nella disprassia la fisioterapia deve
suggerire i modelli operativi da seguire
piuttosto che evocare i moduli motori
assenti
Il bambino impara a fare determinate cose in
maniera povera e stereotipa, cioè con
scarse alternative (mancanza di
ridondanza) e con ridotta capacità di
rappresentarsi l’intera azione; questo può
ostacolare il passaggio dall’apprendimento
alla acquisizione
Il movimento (postura e gesto) deriva
dall’assemblamento di moduli motori
elementari secondo una logica (prassia =
pianificazione)
La prassia è l’insieme di istruzioni necessarie per
passare dal progetto al prodotto
L’esperienza seleziona i movimenti più adatti allo
scopo e le strategie più efficaci al risultato e
riduce gradualmente la variabilità esecutiva
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L’insieme delle regole e dei principi seguiti nella
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cognitiva, emotiva e relazionale cioè un
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Marey: “…troviamo all’inizio l’atto della volontà,
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volontà, atto nervoso, poi la contrazione
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Anokhin … “la risposta motoria è il prodotto di
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Piaget … “l’azione rappresenta una
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oggettivizzata di un’immagine, fino a giungere
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Vecchie idee: il controllo posturale ed il
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Azione: movimento organizzato cognitivamente
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La memoria permette di predire le
conseguenze di un’azione futura evocando
quelle di un’azione passata
(Berthoz)
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probabili dell’azione che vogliamo compiere
La corteccia viene utilizzata all’inizio
dell’apprendimento e diventa progressivamente
più silenziosa poiché l’attività legata alla
ripetizione viene trasferita alle strutture
sottocorticali ed al cervelletto
Automatizzazione degli schemi motori in
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Coordinazione è il processo che consente di
padroneggiare i gradi di libertà ridondanti
dell’organo in movimento, convertendolo in
un sistema controllabile… rappresenta la
stessa organizzazione del controllo
dell’apparato motorio
(Bernstein)
Sinergie motorie
Repertorio di movimenti e reazioni posturali
che coinvolgono gruppi di muscoli e di
segmenti corporei che lavorano insieme alla
costruzione di una data prestazione,
coordinati in modo che un unico comando
attivi la sequenza complessiva
(Bernstein)
Per migliorare il controllo del movimento il
cervello si serve di sinergie motorie:
• sinergie geneticamente determinate
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Strategia come selezione di una sinergia
particolarmente opportuna o di una
sequenza di sinergie in grado di costituire
un movimento complesso orientato ad uno
scopo cioè un atto motorio
Rappresentazioni corticali motorie cioè
organizzazione somatotopica dei movimenti
per la costruzione delle azioni
Il repertorio motorio è organizzato in atti e
non in movimenti elementari
(Rizzolatti)
Modelli interni delle proprietà dei segmenti
corporei e dell’effetto della gravità sui
nostri movimenti che permettono di
simulare e predire le conseguenze dei
movimenti
(Berthoz)
L’equivalenza motoria è una proprietà del
cervello che ci permette di compiere la
stessa prestazione utilizzando effettori
differenti
Alla base dell’equivalenza motoria vi è
l’engramma cioè la rappresentazione
centrale dell’atto motorio (Anokin 1968) che
rende la fisionomia dell’atto motorio
resistente alle variabili imposte dal mondo
fisico (Bernstein)
La progettazione dell’azione attinge ad un
vocabolario di movimenti potenziali (sinergie
motorie-Bernstein, idee motorie-Rizzolatti)
Le stesse strutture sono attivate
nell’esecuzione e nella immaginazione del
movimento
Il cervello è un simulatore inventivo in grado
di funzionare anche come un emulatore delle
realtà
(Berthoz)
Questa proprietà può essere sfruttata ai
fini dell’apprendimento:
•Allenamento mentale (motor imagery)
•Rieducazione (interiorizzazione ed
apprendimento dell’esperienza)
•Apprendimento per imitazione (neuroni
mirror e neuroni canonici)
Modello di interpretazione del controllo
motorio
• Programma
d’azione
• Pianificazione
esecutiva
• Realizzazione
• Consenso all’azione
• Anticipazione
percettiva
• Raccolta di
informazioni
Nella PCI gli errori possono riguardare i 3 livelli
motori (moduli, prassie, azioni) che costituiscono
le componenti centrali (top-down)
Vi sono le componenti periferiche (bottom-up)
(apparato locomotore) di cui il SNC deve tener
conto nella progettazione dell’azione; alcune di
queste sono la conseguenza degli errori
compiuti dal SNC (deformità secondarie), altre
sono espressione diretta della lesione cerebrale
• Competenza
• Contestualità
• Consonanza
Autorganizzazione della PCI
La logica seguita dal SNC nella costruzione
delle più importanti prestazioni motorie
Riconoscimento delle forme cliniche
Nel giudicare una prestazione motoria occorre
distinguere:
•Difetti (generati dalle componenti top-down o
bottom-up)
•Compensi interni (soluzioni che il SNC mette in
atto per contenere le conseguenze degli errori
che non può evitare di commettere)
•Supplenze (meccanismi sostitutivi di una
funzione di per sé non abbastanza efficace)
Nel giudicare una prestazione motoria occorre
distinguere:
• componenti immodificabili
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- direttamente
- indirettamente
Errori caratteristici della PCI valutati a livello
della via finale sull’effettore
1. Paralisi=reclutamento motorio ridotto o
inefficace di unità motorie
2. Spasticità=anomalo reclutamento di unità
motorie, velocità dipendente, in rapporto allo
stiramento del muscolo
3. Cocontrazione=perdita del normale pattern di
inibizione reciproca
4. Retrazione= modificazione della stiffness
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5. Stabilità dell’errore
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Moduli prassie azioni_1

  • 1. La natura del difetto motorio nella PCI Adriano Ferrari
  • 2. PARALISI CEREBRALE INFANTILE • aspetti motori • aspetti percettivi • aspetti intenzionali
  • 3. • Primo livello motorio o dei moduli (mezzi) • Secondo livello motorio o delle prassie (modi) • Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
  • 4. • Primo livello motorio (moduli) = grammatica • Secondo livello motorio (prassie) = sintassi • Terzo livello motorio (azioni) = semantica
  • 5. Primo livello motorio (moduli) 1. Repertorio dei moduli (lettere dell’alfabeto) 2. Vincoli combinatori (lettera h, lettera q) 3. Interazione competitiva (maiuscole-minuscole) 4. Posture e gesti (vocali e consonanti) 5. Schemi patologici (lettere di un altro alfabeto) 6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio residuo 7. Accesso interno ed accesso esterno al repertorio motorio residuo
  • 6. 1. Repertorio dei moduli motori
  • 7. moduli (lettere dell’alfabeto) singoli elementi motori preformati di cui si compone l’alfabeto della motricità
  • 8. 1. Analisi del repertorio dei moduli motori • Aspetto quantitativo (entità della produzione motoria) es. forme spastiche/ forme discinetiche • Aspetto qualitativo (variabilità e forma del movimento) es. movimenti prognosticamente negativi/positivi (libertà di scelta)
  • 9. NEGATIVO • Riflesso • Indotto • Generalizzato (globale, diffuso) • Stereotipo • Ripetitivo ed immutabile • Poco adattabile POSITIVO •Volontario •Spontaneo •Isolato (segmentario) •Specializzato •Differenziato (modificabile con l’esperienza) •Adattabile progressivamente MOVIMENTO PROGNOSTICAMENTE
  • 10. 2. Vincoli combinatori dei moduli motori • Rigidità dei vincoli combinatori nella PCI vs libertà di scelta e ridondanza
  • 11. Libertà di scelta Misura della possibilità di associare tra loro moduli diversi, ovvero grado di indipendenza da schemi primitivi e patologici, da riflessi, da reazioni, da automatismi motori primari, ecc.
  • 12. Ridondanza Ricchezza di soluzioni alternative in grado di risolvere uno stesso compito motorio a parità di risultato raggiunto
  • 13. 3. Interazione competitiva Meccanismo con cui un modulo motorio riesce a svolgere il suo ruolo organizzatore nel movimento funzionale (Milani Comparetti)
  • 14. In alcune forme di PCI è possibile riconoscere una diarchia (lotta fra due tiranni) nell’interazione competitiva tra due moduli motori organizzatori dell’attività considerata • Reaching-avoiding • Grasping-releasing • Reazione di sostegno-reazione di fuga • Riflesso tonico asimmetrico del collo dx/sn • Schema estensorio-flessorio • Reazione propulsiva-reazione di startle
  • 15. 4. Posture e gesti Pattern motorio (configurazione spazio-temporale del movimento) • Combinazioni= associazione spaziale di moduli motori • Sequenze= associazione temporale di moduli motori
  • 16. • Combinazioni: hanno a che vedere con le POSTURE • Sequenze: hanno a che vedere con i GESTI
  • 17. • Nelle sindromi spastiche la POSTURA domina sul GESTO • Nelle sindromi discinetiche il GESTO domina sulla POSTURA (PCI ancora definita come turba della postura e del movimento)
  • 18. 5. Schemi patologici rappresentano il vero elemento connotativo della PCI
  • 19. 6. Utilizzo funzionale del repertorio motorio residuo Quale e quanta parte del repertorio conservato risulta accessibile “dall’interno” e può essere impiegato per scopi funzionali Quando il repertorio motorio posseduto ed l’utilizzo funzionale risultano molto distanti tra loro, il potenziamento del repertorio motorio attraverso la fisioterapia finisce per aggravare la paralisi
  • 20. 7. Accesso interno e accesso esterno al repertorio motorio La possibilità di accedere dall’esterno (fisioterapia) al repertorio dei movimenti posseduti dal paziente non implica che il movimento sia altrettanto facilmente accessibile dall’interno al paziente stesso Accesso interno come confine della rieducazione motoria Consegna degli strumenti alla famiglia: va rapportata all’accesso interno
  • 21. • Primo livello motorio o dei moduli (mezzi) • Secondo livello motorio o delle prassie (modi) • Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
  • 22. Secondo livello motorio (prassie) 1. Insieme di movimenti coordinati in funzione di un determinato scopo 2. Formule
  • 23. Secondo livello motorio (prassie) Disprassia = disturbo del movimento volontario che non può essere attribuito ad una paralisi, ad un disturbo sensitivo, ad un disturbo cerebellare o ad un deficit intellettivo Aprassia ideativa (il soggetto non sa cosa fare) Aprassia ideomotoria (il soggetto non sa come fare) (Sabbadini et al. 1995)
  • 24. Aprassia come disturbo nascosto nella PCI (Sabbadini et al. 1995) Occorre separare nella PCI i problemi del repertorio (primo livello) da quelli del suo utilizzo funzionale (secondo livello) Rinuncia ad utilizzare moduli motori come strategia di sviluppo in alcuni soggetti con PCI (congelamento della postura, semplificazione del gesto)
  • 25. Il bambino aprassico ha una ridotta capacità di di “rappresentarsi” l’oggetto su cui agire, l’intera azione e le sequenze che la compongono; ha difficoltà ad ordinare in serie ed a coordinare i relativi movimenti elementari in vista di uno scopo (programmazione), ad avviare i relativi programmi, a prevedere (in senso anticipatorio) un certo risultato, a controllare ciascuna sequenza e l’intera attività nel corso dell’azione (feed-back), a verificare il risultato ottenuto come corrispondente a quello previsto ed atteso (Sabbadini et al. 1995)
  • 26. Nella disprassia la fisioterapia deve suggerire i modelli operativi da seguire piuttosto che evocare i moduli motori assenti Il bambino impara a fare determinate cose in maniera povera e stereotipa, cioè con scarse alternative (mancanza di ridondanza) e con ridotta capacità di rappresentarsi l’intera azione; questo può ostacolare il passaggio dall’apprendimento alla acquisizione
  • 27. Il movimento (postura e gesto) deriva dall’assemblamento di moduli motori elementari secondo una logica (prassia = pianificazione) La prassia è l’insieme di istruzioni necessarie per passare dal progetto al prodotto L’esperienza seleziona i movimenti più adatti allo scopo e le strategie più efficaci al risultato e riduce gradualmente la variabilità esecutiva (passaggio dall’attività all’abilità)
  • 28. Formula L’insieme delle regole e dei principi seguiti nella organizzazione di una determinata prestazione motoria
  • 29. •Primo livello motorio o dei moduli (mezzi) •Secondo livello motorio o delle prassie (modi) •Terzo livello motorio o delle azioni (scopi)
  • 30. Terzo livello motorio (azioni) 1. Movimenti organizzati cognitivamente per uno scopo 2. Sinergie e strategie 3. Competenza: attività, abilità, passione 4. Contestualità 5. Consonanza
  • 31. Terzo livello motorio o delle azioni (scopi) Azione come movimento organizzato cognitivamente per conseguire uno scopo Nella PCI è presente prima di tutto un disordine concettuale dell’organizzazione cognitiva, emotiva e relazionale cioè un problema di azione e solo secondariamente un disturbo della pianificazione (prassia) e dell’esecuzione del movimento (prestazione motoria)
  • 32. Azione Marey: “…troviamo all’inizio l’atto della volontà, atto fisico, poi la trasmissione di questa volontà, atto nervoso, poi la contrazione muscolare, atto muscolare, ed infine il movimento dell’organo, atto meccanico” …
  • 33. Azione Anokhin … “la risposta motoria è il prodotto di una sintesi che prende in considerazione gli aspetti motori, cognitivi, emozionali del problema” …
  • 34. Azione Piaget … “l’azione rappresenta una trasformazione della realtà poiché è attraverso essa che l’organismo umano interagisce con l’ambiente esterno modificandolo. L’azione consente anche una trasformazione interna, poiché l’individuo, riflettendo sulla propria azione, modifica le proprie strutture cognitive”
  • 35. Azione Bruner… “l’azione è un modo di farsi una rappresentazione, una codifica del reale. La prima rappresentazione è esecutiva e si basa sull’azione reale, successivamente essa si modifica per essere sostituita da una rappresentazione iconica, cioè dalla forma oggettivizzata di un’immagine, fino a giungere alla rappresentazione simbolica” …
  • 36. Azione Bain… “pensare è trattenersi dall’agire” …
  • 37. Azione Vecchie idee: il controllo posturale ed il controllo sui movimenti singoli erano visti come i mattoni per costruire l’azione Nuove idee: l’azione è l’elemento formativo, il controllo della postura e dei movimenti singoli sono il risultati Conclusione: l’analisi deve essere fatta sull’azione Crenna 1998
  • 38. Azione Ogni azione è caratterizzata dalla presenza di uno scopo Gli stessi movimenti possono essere eseguiti con fini diversi Non il movimento bensì l’azione è l’elemento fondamentale che sta alla base del sistema motorio (Umiltà)
  • 39. Azione e motivazione Azione: movimento organizzato cognitivamente per conseguire uno scopo Motivazione = consapevolezza di un bisogno o di un desiderio realizzabile e determinazione a trovare una soluzione operativa in grado di soddisfarlo
  • 40. Prerequisito fondamentale alla terapia è la volontà di cambiare vs paralisi intenzionale (rifiuto esterno e rinuncia interna)
  • 41. La memoria permette di predire le conseguenze di un’azione futura evocando quelle di un’azione passata (Berthoz)
  • 42. Anticipazione Esplorazione nel futuro delle conseguenze probabili dell’azione che vogliamo compiere
  • 43. La corteccia viene utilizzata all’inizio dell’apprendimento e diventa progressivamente più silenziosa poiché l’attività legata alla ripetizione viene trasferita alle strutture sottocorticali ed al cervelletto Automatizzazione degli schemi motori in seguito all’esercizio ed alla ripetizione di una prestazione (Simion e Valenza 1992)
  • 44. Coordinazione è il processo che consente di padroneggiare i gradi di libertà ridondanti dell’organo in movimento, convertendolo in un sistema controllabile… rappresenta la stessa organizzazione del controllo dell’apparato motorio (Bernstein)
  • 45. Sinergie motorie Repertorio di movimenti e reazioni posturali che coinvolgono gruppi di muscoli e di segmenti corporei che lavorano insieme alla costruzione di una data prestazione, coordinati in modo che un unico comando attivi la sequenza complessiva (Bernstein)
  • 46. Per migliorare il controllo del movimento il cervello si serve di sinergie motorie: • sinergie geneticamente determinate • sinergie apprese Le sinergie si organizzano in strategie
  • 47. Strategia come selezione di una sinergia particolarmente opportuna o di una sequenza di sinergie in grado di costituire un movimento complesso orientato ad uno scopo cioè un atto motorio
  • 48. Rappresentazioni corticali motorie cioè organizzazione somatotopica dei movimenti per la costruzione delle azioni Il repertorio motorio è organizzato in atti e non in movimenti elementari (Rizzolatti)
  • 49. Modelli interni delle proprietà dei segmenti corporei e dell’effetto della gravità sui nostri movimenti che permettono di simulare e predire le conseguenze dei movimenti (Berthoz)
  • 50. L’equivalenza motoria è una proprietà del cervello che ci permette di compiere la stessa prestazione utilizzando effettori differenti Alla base dell’equivalenza motoria vi è l’engramma cioè la rappresentazione centrale dell’atto motorio (Anokin 1968) che rende la fisionomia dell’atto motorio resistente alle variabili imposte dal mondo fisico (Bernstein)
  • 51. La progettazione dell’azione attinge ad un vocabolario di movimenti potenziali (sinergie motorie-Bernstein, idee motorie-Rizzolatti) Le stesse strutture sono attivate nell’esecuzione e nella immaginazione del movimento
  • 52. Il cervello è un simulatore inventivo in grado di funzionare anche come un emulatore delle realtà (Berthoz) Questa proprietà può essere sfruttata ai fini dell’apprendimento: •Allenamento mentale (motor imagery) •Rieducazione (interiorizzazione ed apprendimento dell’esperienza) •Apprendimento per imitazione (neuroni mirror e neuroni canonici)
  • 53. Modello di interpretazione del controllo motorio • Programma d’azione • Pianificazione esecutiva • Realizzazione • Consenso all’azione • Anticipazione percettiva • Raccolta di informazioni
  • 54. Nella PCI gli errori possono riguardare i 3 livelli motori (moduli, prassie, azioni) che costituiscono le componenti centrali (top-down) Vi sono le componenti periferiche (bottom-up) (apparato locomotore) di cui il SNC deve tener conto nella progettazione dell’azione; alcune di queste sono la conseguenza degli errori compiuti dal SNC (deformità secondarie), altre sono espressione diretta della lesione cerebrale
  • 56. Autorganizzazione della PCI La logica seguita dal SNC nella costruzione delle più importanti prestazioni motorie Riconoscimento delle forme cliniche
  • 57. Nel giudicare una prestazione motoria occorre distinguere: •Difetti (generati dalle componenti top-down o bottom-up) •Compensi interni (soluzioni che il SNC mette in atto per contenere le conseguenze degli errori che non può evitare di commettere) •Supplenze (meccanismi sostitutivi di una funzione di per sé non abbastanza efficace)
  • 58. Nel giudicare una prestazione motoria occorre distinguere: • componenti immodificabili • componenti modificabili: - direttamente - indirettamente
  • 59. Errori caratteristici della PCI valutati a livello della via finale sull’effettore 1. Paralisi=reclutamento motorio ridotto o inefficace di unità motorie 2. Spasticità=anomalo reclutamento di unità motorie, velocità dipendente, in rapporto allo stiramento del muscolo 3. Cocontrazione=perdita del normale pattern di inibizione reciproca 4. Retrazione= modificazione della stiffness passiva del muscolo 5. Stabilità dell’errore
  • 60. Stabilità dell’errore prerequisito per un intervento terapeutico mirato Es. soggetto spastico / soggetto discinetico