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Picu Urriellu (Naranjo de Bulnes),
Via Rabadà-Navarro
Relazione da una ripetizione dell’agosto 2015.
Primi salitori: Alberto Rabadà Sender & Ernesto Navarro Castàn, termita il 21 agosto 1962.
Difficoltà: V+/A0, TDsup.
Lunghezza: circa 700 metri.
Tempi: 8/10 ore.
Materiale: assortimento di nuts e friends fino al 3, un paio di cordini aperti di kevlar per le clessidre.
Commento: La via classica spagnola più famosa, senza alcun timore paragonabile alle nostre
classiche dolomitiche… anzi è impossibile non venga immediatamente in mente un paragone con la
Cassin alla Ovest: il grande traverso a sinistra, l’arditezza di aver superato una parete finora
inviolata e la difficoltà complessiva; oserei quasi dire che sono due vie gemelle, se non fosse per la
qualità della roccia che, aimé nonostante lo spirito campanilistico, devo riconoscere essere
infinitamente superiore qui che in lavaredo… sebbene la via sia oggettivamente un po unta !!!
Perché allora dovreste spostarvi in terra iberica a fare questa via (beninteso: solo una volta fatta la
Cassin alla Ovest)? Semplice: Cantabria e Asturie (per non parlare dei paesi Vaschi) sono
bellissime e quindi vale la pena farci un bel viaggio e i picos de Europa sono altrettanto belli e
vederli almeno una volta nella vita ci sta e poi… scalare non solo in un paesaggio così bello ma
anche con dietro l’Atlantico sullo sfondo, beh è decisamente super !!!
Poi ci sono anche altre vie sul Naranjo: la murciana (eccezionale), la direttissima ed un sacco di
altre vie più facili sulla parete Est, che è altrettanto bella, come la Pidal-Cainejo o Amistad con el
Diablo… insomma due o tre giorni al rifugio Vega di uriello fate presto a riempirli con delle belle
vie !!
Note logistiche:
Anche in virtù della vicinanza con l’oceano, il meteo ai picos d’Europa (in base alla nostra
esperienza diretta ed anche in base a quanto riferitoci) è decisamente strano: le previsioni non ci
azzeccano sempre (anzi…) e spesso c’è un microclima particolare per cui nelle valli rimangono
nuvole basse ma sopra il cielo è terso; altre volte c’è una nebbia con pioggerellina integrata che
avvolge completamente le pareti… insomma ci vuole un po di pazienza e anche di fortuna !
Il rifugio Vega de Uriello è un porto di mare sovraffollato; dispone di 60 posti prenotabili via
internet (con caparra) + altri 30 prenotabili direttamente presso il rifugio in rigoroso ordine di
arrivo a partire dalle 7 del mattino (non chiamate cercando di convincerli a tenervi due posti
perché tanto sono incorruttibili!). In prossimità del rifugio ci sono una infinità di posti da bivacco
attrezzati con muretti a secco (alcuni sotto dei sassi altri all’aperto) dove è un fiorire di tende
(molto utili in caso di nebbia !!)… l’atmosfera fuori dal rifugio (in perfetto stile spagonolo) è
paragonabile a quella della festa dell’unità oppure a quella dei concerti ska nei centri sociali.
Avvicinamento: Per cominciare dall’Italia raggiungete la Spagna e una volta in terra iberica
localizzate e portatevi al confine tra Cantabria e Asturie, nello specifico presso l’ameno paesino di
Arenas de Cabrales (ottimo formaggio di capra, birra in economica in piazzetta e belle falesie in
zona).
Una volta qui potete vedere da qualche punto panoramico nei dintorni la parete Ovest del Naranjo;
se volete anche scalarla invece dovete seguire la strada che si inoltra nella valle verso Poncebos e
successivamente proseguite verso Tilves e Sotres. Poco prima di Sotres ad un tornante verso sx
parte sulla dx un evidente sterrato in discesa (valutate voi la sua percorribilità in funzione
dell’automezzo che avete…); al bivio girate a dx sempre in discesa per poi risalire fino a portarsi al
collado Pandebano dove si lascia la macchina.
Da qui seguite l’evidente sentiero che vi condurrà al Refugio Vega de Uriello in un paio d’ore circa.
La parete si trova immediatamente dietro il rifugio e si raggiunge in 15’ seguendo le numerose
tracce; l’attacco si trova poco a dx del sistema di diedri della prima parte poco sotto un piccolo
avancorpo biancastro.
Descrizione:
1° tiro: Risalire l’avancorpo fino alla sua sommità; superare la liscia placchetta sovrastante (2
fix) guadagnando la fessura obliqua che si segue verso sx. Superare una seconda zona di placche (3
fix) e guadagnare una buona cengia dove si trova una eventuale sosta su 2 fix in una vaga nicchia
sulla sx. [40 m, V+/A0 o VII]
2° tiro: spostarsi poco a sx della sosta sulla verticale del diedro e superare il breve risalto
sovrastante (1 fix + 2 ch.). Sosta su due fix sulla dx; tiro concatenabile col precedente [10 m, V/A0
o VI]
3° tiro: tiro chiave, risalire il diedro sulla sx della sosta, inizialmente sprotetto (ma facilmente
proteggibile a friends) con difficoltà decrescenti fino alla sosta con 2 fix su comoda cengia. [35 m,
VI/A0 o VII+]
4° tiro: imbucarsi nel camino sovrastante la sosta (sasso incastrato con cordino) e risalire il
sovratante diedro con difficoltà decrescenti fino a portarsi sulla sommità del pilastro dove si trova
una sosta con due fix. [55 m, VI]
5° tiro: superare la placca a sx della sosta (1 fix + chiodi) fino a sostare su una piccola cornice
con tre chiodi (+ eventuale fix sulla dx) [15 m, VI]
6° tiro: traversare a dx (2 fix + 2 chiodi) fino ad acchiappare una bella fessura obliqua che sale
verso dx (la “cicatriz”); la si segue lungamente (sosta eventuale a metà tiro su 3 chiodi fino ad un
ballatoio dove si sosta su 2 fix. [55 m, V+]
7° tiro: traversare a dx fino ad un visibile fix e continuare obliquando a dx fino ad una comoda
cengia dove si sosta su due enormi clessidre. [30 m, V]
8° tiro: risalire la fessura sovrastante la sosta per una decina di metri e successivamente
obliquare a sx (attenzione ai blocchi mobili) fino a portarsi sullo spigolo (chiodo); traversare altri
due metri a sx fino alla scomoda sosta su due chiodi dubbi (rinforzabile con friends). Ci troviamo
ora alla “cornisa del entreacto”. [20 m, IV]
9° tiro: inizia la “gran travesia”: abbassarsi leggermente verso sx (chiodo) fino a brancare il
primo fix e continuare a traversare a sx seguendo i punti deboli della parete con bellissima
arrampicata (1 fix + 1 chiodo + 3 fix) fino alla sosta con due fix con anello su un pulpito formato da
una lastra staccata “la guitarra”… [30 m, VI]
10° tiro: calarsi una decina di metri fino all’altezza di una vecchia coppia di fix del 6; traversare
a sx arrampicando seguendo un bordo (1 chiodo) fino alla sosta su due fix della via direttissima [30
m, IV]
11° tiro: Continuare la “gran travesia” verso sx (un blocco incastrato + 1 sosta a fix) fino alla
base del grande diedro che caratterizza la parte alta della via dove si sosta su 2 chiodi lontani. [30
m, IV]
12° tiro: seguire il grande diedro su bellissima roccia fino alla sosta con due chiodi su una
comoda cengia. [60 m, IV+]
13° tiro: proseguire sopra la sosta e superare l’evidente camino sulla sx fino alla cima del
pilastro dove si trova una sosta su tre fix (2 nuovi ed uno vecchio). [50 m, IV]
14° tiro: Seguire la rampa discendente (“el rocasolano”) sulla sx fino alla sosta su chiodi +
clessidra alla base di una pancia fessurata. [45 m, II]
15° tiro: vincere il muro fessurato sovrastante la sosta (2 ch.) e seguire l’evidente fessura
successiva superando una pancia (chiodo + clessidra) e rimontando sulla sx una cengia con una
sosta su due chiodi. Proseguire sulla seguente rampa (clessidra) fino ad un ballatoio sullo spigolo
dove si sosta su 3 chiodi [60 m, V+]
16° tiro: dritti sopra la sosta (clessidra) e successivamente verso sx su terreno facile in direzione
di una fessura fino alla sosta su 2 fix. [30 m, IV]
17° tiro: seguire la fessura a sx della sosta (2 ch.) fino ad un gradino sulla dx dove si trova la
sosta su 2 fix [30 m, IV]
18° tiro: su placca a dx della sosta (3 ch.) e successivamente su terreno fessurato più semplice
(sosta eventuale su chiodi) fino al termine delle difficoltà. Sosta su un fix. Su terreno facile si
raggiunge facilmente la vetta. [65 m, V]
Discesa: Dalla vetta seguire la cresta Est una cinquantina di metri circa fino ad individuare una
rampa facile (I/II) che scende sulla parete sud (dx faccia a valle). Seguire tale rampa per una
cinquantina di metri fino ad una vaga cengia sopra delle placche appoggiate a rigole; seguirla verso
sx (faccia a valle) fino a identificare una calata su due fix con anelli (altra calata con catena poco
più avanti).
Calarsi con 4 doppie (35m + 40m + 20m + 50m) fino alla base della parete Sud e da qui scendere il
facile zoccolo (I) verso sx fino a guadagnare il sentiero sottostante. Da qui bisogna aggirare il Pico
Uriello da Nord passando dapprima sotto la parete Est ed addentrandosi nel vallone sottostante; il
vallone è interrotto da una zona di placche verticali che si possono superare o tramite un canale in
prossimità della parete (soluzione non verificata) oppure tramite un largo giro verso dx (faccia a
valle) seguendo le tracce e gli ometti. Una volta a Nord del pico Uriello si risale a sx il sentiero che
in breve ed in leggera salita riporta al rifugio. (1h30/2h00).
Non banale in caso di scarsa visibilità.
La parete con il tracciato indicativo.
L’inizio del settimo tiro.
La parte finale del traverso del nono tiro.
La placca dell’ultimo tiro.
La madonnina di vetta e l’oceano sullo sfondo.

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  • 1. Picu Urriellu (Naranjo de Bulnes), Via Rabadà-Navarro Relazione da una ripetizione dell’agosto 2015. Primi salitori: Alberto Rabadà Sender & Ernesto Navarro Castàn, termita il 21 agosto 1962. Difficoltà: V+/A0, TDsup. Lunghezza: circa 700 metri. Tempi: 8/10 ore. Materiale: assortimento di nuts e friends fino al 3, un paio di cordini aperti di kevlar per le clessidre.
  • 2. Commento: La via classica spagnola più famosa, senza alcun timore paragonabile alle nostre classiche dolomitiche… anzi è impossibile non venga immediatamente in mente un paragone con la Cassin alla Ovest: il grande traverso a sinistra, l’arditezza di aver superato una parete finora inviolata e la difficoltà complessiva; oserei quasi dire che sono due vie gemelle, se non fosse per la qualità della roccia che, aimé nonostante lo spirito campanilistico, devo riconoscere essere infinitamente superiore qui che in lavaredo… sebbene la via sia oggettivamente un po unta !!! Perché allora dovreste spostarvi in terra iberica a fare questa via (beninteso: solo una volta fatta la Cassin alla Ovest)? Semplice: Cantabria e Asturie (per non parlare dei paesi Vaschi) sono bellissime e quindi vale la pena farci un bel viaggio e i picos de Europa sono altrettanto belli e vederli almeno una volta nella vita ci sta e poi… scalare non solo in un paesaggio così bello ma anche con dietro l’Atlantico sullo sfondo, beh è decisamente super !!! Poi ci sono anche altre vie sul Naranjo: la murciana (eccezionale), la direttissima ed un sacco di altre vie più facili sulla parete Est, che è altrettanto bella, come la Pidal-Cainejo o Amistad con el Diablo… insomma due o tre giorni al rifugio Vega di uriello fate presto a riempirli con delle belle vie !! Note logistiche: Anche in virtù della vicinanza con l’oceano, il meteo ai picos d’Europa (in base alla nostra esperienza diretta ed anche in base a quanto riferitoci) è decisamente strano: le previsioni non ci azzeccano sempre (anzi…) e spesso c’è un microclima particolare per cui nelle valli rimangono nuvole basse ma sopra il cielo è terso; altre volte c’è una nebbia con pioggerellina integrata che avvolge completamente le pareti… insomma ci vuole un po di pazienza e anche di fortuna ! Il rifugio Vega de Uriello è un porto di mare sovraffollato; dispone di 60 posti prenotabili via internet (con caparra) + altri 30 prenotabili direttamente presso il rifugio in rigoroso ordine di arrivo a partire dalle 7 del mattino (non chiamate cercando di convincerli a tenervi due posti perché tanto sono incorruttibili!). In prossimità del rifugio ci sono una infinità di posti da bivacco attrezzati con muretti a secco (alcuni sotto dei sassi altri all’aperto) dove è un fiorire di tende (molto utili in caso di nebbia !!)… l’atmosfera fuori dal rifugio (in perfetto stile spagonolo) è paragonabile a quella della festa dell’unità oppure a quella dei concerti ska nei centri sociali. Avvicinamento: Per cominciare dall’Italia raggiungete la Spagna e una volta in terra iberica localizzate e portatevi al confine tra Cantabria e Asturie, nello specifico presso l’ameno paesino di Arenas de Cabrales (ottimo formaggio di capra, birra in economica in piazzetta e belle falesie in zona). Una volta qui potete vedere da qualche punto panoramico nei dintorni la parete Ovest del Naranjo; se volete anche scalarla invece dovete seguire la strada che si inoltra nella valle verso Poncebos e successivamente proseguite verso Tilves e Sotres. Poco prima di Sotres ad un tornante verso sx parte sulla dx un evidente sterrato in discesa (valutate voi la sua percorribilità in funzione dell’automezzo che avete…); al bivio girate a dx sempre in discesa per poi risalire fino a portarsi al collado Pandebano dove si lascia la macchina. Da qui seguite l’evidente sentiero che vi condurrà al Refugio Vega de Uriello in un paio d’ore circa. La parete si trova immediatamente dietro il rifugio e si raggiunge in 15’ seguendo le numerose tracce; l’attacco si trova poco a dx del sistema di diedri della prima parte poco sotto un piccolo avancorpo biancastro.
  • 3. Descrizione: 1° tiro: Risalire l’avancorpo fino alla sua sommità; superare la liscia placchetta sovrastante (2 fix) guadagnando la fessura obliqua che si segue verso sx. Superare una seconda zona di placche (3 fix) e guadagnare una buona cengia dove si trova una eventuale sosta su 2 fix in una vaga nicchia sulla sx. [40 m, V+/A0 o VII] 2° tiro: spostarsi poco a sx della sosta sulla verticale del diedro e superare il breve risalto sovrastante (1 fix + 2 ch.). Sosta su due fix sulla dx; tiro concatenabile col precedente [10 m, V/A0 o VI] 3° tiro: tiro chiave, risalire il diedro sulla sx della sosta, inizialmente sprotetto (ma facilmente proteggibile a friends) con difficoltà decrescenti fino alla sosta con 2 fix su comoda cengia. [35 m, VI/A0 o VII+] 4° tiro: imbucarsi nel camino sovrastante la sosta (sasso incastrato con cordino) e risalire il sovratante diedro con difficoltà decrescenti fino a portarsi sulla sommità del pilastro dove si trova una sosta con due fix. [55 m, VI] 5° tiro: superare la placca a sx della sosta (1 fix + chiodi) fino a sostare su una piccola cornice con tre chiodi (+ eventuale fix sulla dx) [15 m, VI] 6° tiro: traversare a dx (2 fix + 2 chiodi) fino ad acchiappare una bella fessura obliqua che sale verso dx (la “cicatriz”); la si segue lungamente (sosta eventuale a metà tiro su 3 chiodi fino ad un ballatoio dove si sosta su 2 fix. [55 m, V+] 7° tiro: traversare a dx fino ad un visibile fix e continuare obliquando a dx fino ad una comoda cengia dove si sosta su due enormi clessidre. [30 m, V] 8° tiro: risalire la fessura sovrastante la sosta per una decina di metri e successivamente obliquare a sx (attenzione ai blocchi mobili) fino a portarsi sullo spigolo (chiodo); traversare altri due metri a sx fino alla scomoda sosta su due chiodi dubbi (rinforzabile con friends). Ci troviamo ora alla “cornisa del entreacto”. [20 m, IV] 9° tiro: inizia la “gran travesia”: abbassarsi leggermente verso sx (chiodo) fino a brancare il primo fix e continuare a traversare a sx seguendo i punti deboli della parete con bellissima arrampicata (1 fix + 1 chiodo + 3 fix) fino alla sosta con due fix con anello su un pulpito formato da una lastra staccata “la guitarra”… [30 m, VI] 10° tiro: calarsi una decina di metri fino all’altezza di una vecchia coppia di fix del 6; traversare a sx arrampicando seguendo un bordo (1 chiodo) fino alla sosta su due fix della via direttissima [30 m, IV] 11° tiro: Continuare la “gran travesia” verso sx (un blocco incastrato + 1 sosta a fix) fino alla base del grande diedro che caratterizza la parte alta della via dove si sosta su 2 chiodi lontani. [30 m, IV] 12° tiro: seguire il grande diedro su bellissima roccia fino alla sosta con due chiodi su una comoda cengia. [60 m, IV+] 13° tiro: proseguire sopra la sosta e superare l’evidente camino sulla sx fino alla cima del pilastro dove si trova una sosta su tre fix (2 nuovi ed uno vecchio). [50 m, IV]
  • 4. 14° tiro: Seguire la rampa discendente (“el rocasolano”) sulla sx fino alla sosta su chiodi + clessidra alla base di una pancia fessurata. [45 m, II] 15° tiro: vincere il muro fessurato sovrastante la sosta (2 ch.) e seguire l’evidente fessura successiva superando una pancia (chiodo + clessidra) e rimontando sulla sx una cengia con una sosta su due chiodi. Proseguire sulla seguente rampa (clessidra) fino ad un ballatoio sullo spigolo dove si sosta su 3 chiodi [60 m, V+] 16° tiro: dritti sopra la sosta (clessidra) e successivamente verso sx su terreno facile in direzione di una fessura fino alla sosta su 2 fix. [30 m, IV] 17° tiro: seguire la fessura a sx della sosta (2 ch.) fino ad un gradino sulla dx dove si trova la sosta su 2 fix [30 m, IV] 18° tiro: su placca a dx della sosta (3 ch.) e successivamente su terreno fessurato più semplice (sosta eventuale su chiodi) fino al termine delle difficoltà. Sosta su un fix. Su terreno facile si raggiunge facilmente la vetta. [65 m, V] Discesa: Dalla vetta seguire la cresta Est una cinquantina di metri circa fino ad individuare una rampa facile (I/II) che scende sulla parete sud (dx faccia a valle). Seguire tale rampa per una cinquantina di metri fino ad una vaga cengia sopra delle placche appoggiate a rigole; seguirla verso sx (faccia a valle) fino a identificare una calata su due fix con anelli (altra calata con catena poco più avanti). Calarsi con 4 doppie (35m + 40m + 20m + 50m) fino alla base della parete Sud e da qui scendere il facile zoccolo (I) verso sx fino a guadagnare il sentiero sottostante. Da qui bisogna aggirare il Pico Uriello da Nord passando dapprima sotto la parete Est ed addentrandosi nel vallone sottostante; il vallone è interrotto da una zona di placche verticali che si possono superare o tramite un canale in prossimità della parete (soluzione non verificata) oppure tramite un largo giro verso dx (faccia a valle) seguendo le tracce e gli ometti. Una volta a Nord del pico Uriello si risale a sx il sentiero che in breve ed in leggera salita riporta al rifugio. (1h30/2h00). Non banale in caso di scarsa visibilità.
  • 5. La parete con il tracciato indicativo.
  • 6. L’inizio del settimo tiro. La parte finale del traverso del nono tiro.
  • 7. La placca dell’ultimo tiro. La madonnina di vetta e l’oceano sullo sfondo.