Report sull’interessante libro di Theresa Regli, Digital and Marketing Asset Management. The real story abount DAM technology and practice, Rosenfeld Media, Brooklyn, NY, USA, 2016.
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Come e perché integrare Digital Asset Management e Content Management
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Come e perché integrare Digital Asset Management e Content Management
Petra Dal Santo – KEA S.r.l. (dalsanto@keanet.it) | Dicembre 2016
Come e perché integrare Digital Asset
Management e Content Management
Report sull’interessante libro di Theresa Regli, Digital and Marketing Asset
Management. The real story abount DAM technology and practice, Rosenfeld Media,
Brooklyn, NY, USA, 2016.
Theresa Regli distingue fra Digital Asset Management (DAM) inteso come ambito tematico e DAM inteso
come tipologia di software.
I software di Digital Asset Management sono focalizzati su rich media file.
Si tratta di file tendenzialmente non testuali, pesanti, che richiedono una gestione speciale del ciclo di vita,
vanno corredati da metadati per garantirne la ricercabilità (resource discovery), hanno proprietà
intellettuali da proteggere hanno proprietà intellettuali da proteggere e sono in crescita. Come esempio
l’autrice cita la crescita di video-manuali e video-guide.
Non di rado di software di DAM sono focalizzati su un solo tipo di rich medium, per esempio immagini o
video.
Le caratteristiche principali dei software di Digital Asset Management risiedono nella capacità di:
• Acquisire file in modo massiccio (poiché di norma i file sono creati esternamente al sistema di
DAM) e archiviarli, assegnando un ID univoco a ogni risorsa
o Utilizzare algoritmi basati per esempio su MD5 hash per riconoscere automaticamente i file
duplicati
• Gestire “compound file”, cioè file che hanno riferimento ad altre risorse (per esempio i file in
formato Adobe InDesign, che fanno riferimento a immagini)
• Creare e visualizzare anteprime
• Trasformare la risorsa in varie dimensioni, risoluzioni e formati
• Estrarre dal file metadati standard e permetterne l’arricchimento manuale o automatico
• Gestire il ciclo di vita della risorsa e dei suoi metadati
o Sicurezza (ruoli, utenti, permessi e privilegi)
o Funzioni di check-in / -out
o Diritti d’autore
o Cancellazione (esclusione dalla visualizzazione; cancellazione fisica del file)
• Gestire relazioni (per esempio fra il file originale e le versioni, varianti, correlati)
• Supportare la ricerca (resource discovery)
• Pubblicare i contenuti in modo multicanale
• Raccogliere dati relativi all’uso della risorsa.
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Metadati e ricerca sono fondamentali nell’aggiunta di valore alla risorsa, perché la rendono effettivamente
reperibile e quindi immettibile nel circolo di creazione e diffusione di informazioni.
Per offrire una palette il più possibile completa di funzioni, spesso i software di DAM integrano strumenti
sviluppati da parti terze, in particolare per:
• L’estrazione e la gestione di metadati
• La gestione delle trasformazioni
• La ricerca
• La comparazione fra immagini
• La realizzazione di transcript automatici (plugin speech-to-text)
• L’annotazione collaborativa delle risorse in fase di assemblaggio di un output
• La gestione del flusso di lavoro (software di BPM – Business Process Management)
• L’encriptazione dei dati, ecc.
Da un punto di vista logico, i software di Digital Asset Management sono integrabili con i (C)CMS (sistemi di
Component Content Management), che sono invece focalizzati sulla gestione modulare dei contenuti in
particolare testuali e sull’aggregazione condizionale degli output. Entrambe le tipologie di software fanno
parte delle MarTech, cioè delle Digital Marketing Technologies, cioè dei sistemi che il marketing impiega a
supporto delle attività di lead generation, conversione da lead a cliente e fidelizzazione dei clienti.
Inoltre i software di DAM possono essere integrati con:
• Sistemi di automazione editoriale per l’impaginazione automatica di pubblicazioni su carta
• Sistemi di DRM – Digital Rights Management da applicare agli output in distribuzione
• Applicazioni web (CMS Web, e-commerce, ecc.), web app e app.
I software di DAM sono dedicati alla gestione degli asset digitali: ma che cos’è di preciso un digital asset?
Secondo l’autrice si tratta di una risorsa che:
• Ha valore di uso per un determinato destinatario destinatario (persona o software)
• È corredata da metadati. I metadati possono essere impliciti (inerenti alle caratteristiche del file),
espliciti e derivati (estratti dal contenuto del file), hanno un loro ciclo di vita (esattamente come i
contenuti) e aggiungono un valore fondamentale ai contenuti, supportandone la ricercabilità e
specificandone caratteristiche e usi consentiti.
Fra i benefici e i ROI (Return on Investment) dei software di Digital Asset Management, Theresa Regli cita in
particolare i seguenti:
• Meno time-to-market per prodotti e servizi
• Aumento della reattività dell’azienda nel soddisfare le esigenze informative, formative e operative
degli interlocutori. L’azienda si fa agile nel comunicare
• Realizzazione collaborativa degli output
• Realizzazione di un numero maggiore di output a parità di risorse (contenuti e persone)
• Coerenza nella diffusione di contenuti fra canali e output
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Come e perché integrare Digital Asset Management e Content Management
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• (Ri)uso dei contenuti (condivisione con altre funzioni aziendali; aggregazione all’interno di un
numero non predefinito di output multicanale)
• Gestione dei diritti (copyright).
Autore: Petra Dal Santo – KEA S.r.l. (dalsanto@keanet.it)