Fattore D: 10 lezioni e 24 idee 1. FATTORE D
PER VALORIZZARE IL RUOLO DELLA
DONNA NELLO SVILUPPO ECONOMICO
DEL TERRITORIO
Lugo 3 maggio 2012
Camera di Commercio di Ravenna Lidia Marongiu
Comitato di promozione dell’imprenditoria Studio Giaccardi & Associati
con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio l.marongiu@giaccardiassociati.it
di Ravenna
© G&M Network Srl n collaborazione con Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione
2. IL PUNTO DI PARTENZA
LA TEORIA WOMENOMICS
«Il lavoro delle donne
costituisce oggi uno dei più
importanti fattori dello
sviluppo mondiale»
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3. “Se l’occupazione
femminile
raggiungesse il 60%
della popolazione il
Pil dell’Italia
aumenterebbe di
sette punti ˮ
percentuali.
Cerved 2011
Previsione Unioncamere
Pil 2012 a -1,5%, 2013 a +0,8%
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4. “L’Europa non può
vincere se metà
della squadra
rimane negli ˮ
spogliatoi
2008, discorso pubblico del
Segretario generale del Consiglio
d’Europa, Terry Davis.
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5. Fattore D
IL PROGETTO DI RICERCA
1 Analisi di scenario
(statistiche nazionali, europee, benchmark, casi di successo)
Analisi dei bilanci di 120 imprese
2 50% femminili 50% non femminili tutte società di capitale
Interviste alle 120 imprese
3 (12 settori economici)
Focus group per progettare nuove policy
4 (30 partecipanti: imprese, istituzioni, credito, etc)
5 Blog di confronto
Ravenna.fattoredonna.it
6. Lesson 1
A confronto con
l’Europa, abbiamo un ritardo di
23 anni: il nostro attuale tasso di
inattività delle donne è uguale a
quello registrato nel 1987 dai
Paesi dell’allora Comunità
Europea. Siamo ultimi in quasi
tutte le classifiche che misurano
la partecipazione femminile al
lavoro
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7. È basso il tasso di partecipazione delle donne al
lavoro e negli anni cresce di poco: l’Italia è ultima
90
77 76 76 2006 2010
80 74 74
71
69 69 68
70 65 64
63 63 61
59 59 59
57 56 56 55 55
60 53
51 50 52
48
50 45 44 45 43
37
40
30
20
10
0
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di a
ito
llo
na
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a
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lia
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Sp
em
o
Fr
Fin
No
gn
Ge
es
Po
Da
ss
Pa
Re
Lu
Ns. Elaborazioni su fonte “Rapporto Gender Gap Index 2010” del World Economic Forum
% di donne che partecipano al mercato del lavoro – 2006 e 2010
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8. Le donne che lavorano fanno più figli
Statistiche – Italia a confronto con l’Europa dei 15*
Correlazione tra partecipazione femminile al mercato del lavoro e tasso di fertilità
90
Tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro
Islanda
80
Danimarca Svezia
Paesi bassi
Germania Norvegia
Portogallo Finlandia
70 UK
Austria
Spagna Francia Irlanda
60
Belgio
Grecia Lussemburgo
Italia
50
40
1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2
Tasso di fertilità
Ns. Elaborazioni su fonte “Rapporto Gender Gap Index 2010” del World Economic Forum
*NB. Per queste statistiche, oltre ai 15 paesi storici dell’UE abbiamo voluto aggiungere, in considerazione delle loro elevate performance su questi temi, anche altri due paesi
europei, lslanda e Norvegia
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9. Lesson 2
L’ effettiva eguaglianza sul
mercato del lavoro dei due
generi (parità di livelli
occupazionali, parità di
salario e stessa percentuale
di contratti part time)
potrebbe portare una
crescita media del PIL degli
Stati membri fino al 27%
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10. Le donne in Italia sono la maggioranza
della popolazione: 51,4%.
Ma lavora solo il 46,2% delle donne tra i 15 e i 64 anni
Siamo al penultimo posto in Europa (media 58,6% UE)
• 56,5% media nelle regioni del Nord
• 52% nel Centro
• 30,6% nel Sud
• 27,1% delle donne abbandona il lavoro dopo la maternità.
• 12% delle donne è occupato con un contratto atipico contro il 7,6% degli uomini
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11. Le donne studiano di più: 60% dei laureati
sono donne
A un anno dalla laurea
(dati Alma Laurea)
32,4% delle donne ha un lavoro stabile
45,1% degli uomini ha un lavoro stabile
49, 3% delle femmine ha un lavoro atipico
37,1% dei maschi ha un lavoro atipico
984 euro mensili il guadagno di una donna
1263 euro mensili il guadagno di un uomo
A cinque anni dalla laurea
78,4% delle donne lavora
86% degli uomini lavora
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12. Lesson 3
La ricerca Fattore D ha
rivelato che nella provincia di
Ravenna le imprese femminili
crescono di più rispetto alle
imprese totali anche in settori
economici
«tradizionalmente» non
femminili.
Anche nelle altre province è
così?
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13. Le imprese femminili a Ravenna crescono di più
Trend 2005 - 2009 (I semestre)
Trend imprese femminili in Provincia di Ravenna
8.900
8.850
8.847 +2,4% la crescita delle
8.800
8.711
imprese femminili dal 2005 al
8.750 +1,6%
8.700
2009
8.642
8.623 8.617
8.650
+1,1%
8.600
8.550
8.500
-0,2%
-0,1%
- 0,3% il calo delle
8.450
imprese totali nello stesso
2005 2006 2007 2008 2009 (I sem.)
periodo
Trend Imprese totali in provincia di Ravenna
42.700
42.650 +0,3% 42.680 -0,2% +0,2%
42.600 42.640
42.550 42.576 -0,4%
42.572
42.500
42.450 42.469
42.400
42.350
2005 2006 2007 2008 2009 (I sem.)
Ns elaborazioni su dati Camera di Commercio Ravenna, Comitato Imprenditoria Femminile, Unioncamere
Emilia-Romagna, Unioncamere, Osservatorio imprenditoria Femminile
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14. Imprese femminili a confronto con il totale delle imprese
registrate in provincia di Ravenna
Trend 2009 – 2010
50.000
- 0,1%
42.387 42.333
8.734 imprese
femminili
40.000
+1,1% rispetto al 2009
30.000
2009
2010
20.000
+ 1,1%
8.734 Tassi di femminilizzazione
8.643
10.000 (percentuale di imprese femminili rispetto al totale)
2009 20,4%
0 2010 20,6%
Imprese femminili Imprese totali
Ns elaborazioni su dati Registro delle imprese della Camera di commercio di Ravenna – Banca dati
Stockview e Osservatorio Imprenditoria Femminile Unioncamere/Retecamere
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15. Lesson 4
A Ravenna le imprese
femminili hanno
performance economiche
migliori di quelle non
femminili: dimostrato con
i dati oggettivi di 720
bilanci analizzati con la
ricerca Fattore D
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16. Imprese femminili battono imprese
maschili 11 a 3
Fatturato Immobilizzazioni immateriali
+ 3,7% - 1,4%
Variazione media annua Variazione media annua + 24% - 1,2%
Costi del personale Rapporto % rispetto al totale 14,1% 13,2%
+ 9,1% + 4%
delle immobilizzazioni
Variazione media annua
Valore aggiunto + 7,8% + 3,4% ROI (Return On Investment) 6% 6,4%
Variazione media annua Valore medio annuo
Reddito operativo ROE (Return On Equity) 10,7% 10,4%
Rapporto % rispetto al valore 5,8% 3,8% Valore medio annuo
della produzione
84,4% 80,7% Leverage (rapporto di indebitamento)* 11,3 11,7
Imprese con valore positivo Valore medio annuo
* In questo caso un valore più basso è migliore rispetto al più alto
Risultato ante imposte
Media annua su valore della 4% 1,5%
produzione
Imprese in utile 83,4% 77%
LEGENDA
= valori più elevati = valori più che doppi per
per le IF rispetto alle NF le IF rispetto alle NF
Immobilizzazioni materiali + 17% + 19%
Variazione media annua = valori più elevati = valori più che doppi per
per le NF rispetto alle IF le NF rispetto alle IF
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17. Imprese femminili sono più brave di quelle
maschili in 7 settori su 12
Fatturato - Variazione media annua
Costi del personale - Variazione media annua
Valore aggiunto - Variazione media annua
Reddito operativo - Rapporto % rispetto al valore della produzione
- Imprese con valore positivo
Risultato ante imposte - Media annua su valore della produzione
- Imprese in utile
Immobilizzazioni materiali - Variazione media annua
Immobilizzazioni immateriali - Variazione media annua
- Rapporto % rispetto a tot. Immob.
ROI (Return On Investment) - valore medio annuo
ROE (Return On Equity) - valore medio annuo
Leverage (rapp. di indebitamento) - valore medio annuo
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18. Lesson 5
Le politiche di
conciliazione attuate
riguardano soprattutto
flessibilità e part time.
Sono soprattuto le donne
dipendenti a richiederle.
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19. Quali politiche di conciliazione
vita-lavoro ha realizzato l’impresa?
Flessibilità degli orari di lavoro (in ingresso o in 64,3%%
uscita) e possibilità di orario continuato 73,7%
Possibilità di contratti part-time 57,1%
65,8%
Banca delle ore (possibilità di convertire i
compensi di eventuali ore di straordinario in 26,2% Sono soprattutto le
13,2% IF donne dipendenti a
ore di permesso)
NF chiedere l’attuazione di
Possibilità di lavorare da casa (telelavoro) 9,5%
10,5% politiche di
conciliazione vita-
Asilo aziendale - interaziendale - convenzioni 2,4% lavoro
con asili - In 1/3 dei casi la
Altri servizi per i figli (centri estivi, vacanze
richiesta proviene
-
etc…) 2,6% direttamente dal
management.
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20. Lesson 6
Poche le imprese che
adottano misure
specifiche per le pari
opportunità ma nelle
imprese femminili è più
frequente che in quelle
non femminili
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21. Avete adottato misure specifiche per favorire
le pari opportunità tra uomini e donne?
TOTALE
16,7% 7,9% 12,5%
• L’87,5% delle aziende intervistate non ha mai adottato misure specifiche per sostenere le pari
opportunità
• IF che adottano misure di pari opportunità più del doppio delle NF
• Il 78% dichiara che non adotterà misure di questo tipo nemmeno in futuro
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22. Lesson 7
Le imprese non hanno
molte idee per valorizzare il
talento femminile.
La cultura di genere?
Scarsa, anche nelle imprese
femminili.
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23. Quali provvedimenti ritiene necessari
per valorizzare il talento femminile
(domanda a risposta aperta)
• Ad esempio: adeguato numero di asili o
creazione di asili interaziendali su
modello svedese, flessibilità negli orari
di ingresso e di uscita dei servizi
all'infanzia e della scuola
primaria, servizio post-
scuola, condividere con i mariti la
possibilità di accedere a opportunità di
conciliazione lavoro-
famiglia, eliminazione della burocrazia
("c'è troppa rigidità")
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24. Lesson 8
Sul territorio crescono i
contratti a tempo
indeterminato, ma solo
per gli uomini. Per le
donne aumentano
invece i contratti a
tempo determinato o
atipici.
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25. Come si sono modificate
le tipologie di contratto per gli addetti
nel triennio 2008-2010? (b)
Il numero di uomini con
Variazione % 2008-2010 contratto a tempo
indeterminato cresce ad
tasso doppio rispetto alle
donne (+74% contro + 38%)
+ 145% le forme contrattuali
atipiche per le donne
contro il + 40% dei colleghi
uomini
uomini donne
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26. Lesson 9
Nei CDA gli uomini sono in
media il doppio delle
donne.
Tanti (quasi il 70%) sono a
favore della legge sulle
quote di genere: chi non è
d’accordo ne fa una
questione di merito.
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27. C’è il Consiglio d’Amministrazione?
Come è composto?
• Il CdA è presente nel 52% delle IF
e nel 68% delle NF
• In media nelle IF le donne sono
più degli uomini
Presente nel Presente nel • Nelle NF gli uomini sono più delle
52,4% 68,4% donne, ma con una differenza
molto più consistente (quasi 1
donna ogni quattro uomini)
• In totale, in media gli uomini
Composizione media di un CdA sono circa il doppio delle donne
3,0 2,7
2,5 2,1
1,9
2,0
1,5 1,3 1,2 media uomini
1,0 0,7 media donne
0,5
-
IF NF Totale
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28. Come valuta la proposta di legge che dal 2015 obbligherà
le aziende quotate in borsa a riservare nei CdA almeno il
30% dei posti al genere meno rappresentato?
67% delle IF e 68% delle NF è d’accordo, per 26% delle IF e 29% delle NF NON è
queste ragioni d’accordo perché:
Pari opportunità – "è una questione di merito e non di sesso",
– "bisogna dare più opportunità alle donne, il nostro – "si entra nel cda per merito e non per legge"
mondo è troppo vecchio e ci sono troppi uomini", – "obbligare è quasi offensivo per le donne "
– "è utile per combattere la diffusa mentalità maschilista", – "vorrei che le donne entrassero nei cda senza vincoli",
– "l'importante è che la quota sia paritaria per uomini e – "obbligare è sbagliato"
donne"
– "se lo possono conquistare da sole",
Capacità – "se le donne non avanzano di carriera è colpa loro"
– "le donne hanno grandi capacità",
– "le donne sono competenti e all'avanguardia",
– "l'esperienza femminile è l'altro lato della società",
– "le donne possono svolgere un ruolo fondamentale
nella gestione della società"
Estrema ratio:
– "è l'unico modo per forzare un po’ la cosa",
– "è una corsia obbligatoria",
– "altrimenti alle donne non viene dato potere"
© G&M Network Srl in collaborazione con Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione
29. Lesson 10
Pochissime aziende
intervistate hanno
realizzato iniziative di
comunicazione rivolte al
target femminile pur
essendo consapevoli che le
donne decidono la
maggior parte dei
consumi.
© G&M Network Srl in collaborazione con Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione
30. Avete realizzato iniziative di
marketing e comunicazione
orientate a una clientela femminile?
TOTALE
2,4% 23,7% 12,5%
Eppure il 53% delle imprese intervistate sa che le donne decidono
l’80% dei consumi...
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31. Dieci lezioni + una
Le ricerche sono utili solo se le informazioni assunte
vengono utilizzate per prendere decisioni orientate
alla soluzioni dei problemi emersi.
Nel Focus Group Fattore D sono state
proposte 24 idee per favorire la
womenomics: che ne facciamo?
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32. 24 idee
per valorizzare il ruolo
della donna nella
crescita economica del
territori
Camera di Commercio di Ravenna Lidia Marongiu
Comitato di promozione dell’imprenditoria Studio Giaccardi & Associati
con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio l.marongiu@giaccardiassociati.it
di Ravenna
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33. 13 idee
Impresa
femminile
[TAG]
#accesso al credito
#reti di collaborazione
#incentivi per start-up femminili
#innovazione e sviluppo
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34. IMPRESA FEMMINILE
1. Sensibilizzare il sistema del credito verso l’imprese femminili
2. Istituire fondi di rischio ad hoc per l’impresa femminile
3. Sollecitare e supportare nuove idee, sostenendo la fantasia delle donne imprenditrici
4. Promuovere nelle banche la necessità di acquisire maggiori competenze nel valutare le nuove idee
imprenditoriali
5. Valorizzare e far conoscere il senso e il contributo dell’impresa femminile nella crescita economica
6. Intervenire sulle norme locali ed extra locali che frenano/minacciano il “fare impresa” e, in particolare, la
nascita e lo sviluppo di imprese con prodotti innovativi
7. Eliminare la tassa camerale, le tasse locali e le quote associative nel primo anno di nascita delle start-up
8. Consolidare/rafforzare i collegamenti tra associazioni, consorzi fidi, gruppi di piccole imprese e tra questi e
le istituzioni
9. Favorire la riflessione delle associazioni di categoria su un rinnovato ruolo di sindacato d’impresa più che di
fornitrici di servizi
10. Organizzare percorsi di formazione sulla cultura d’impresa per le donne
11. Migliorare e strutturare il rapporto imprese-scuola per offrire contenuti formativi utili a sostenere
l’imprenditorialità
12. Mettere in atto modelli e servizi istituzionalizzati di mentorship
13. Definire e rendere operanti servizi di affiancamento simili ai Business Angel
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35. 6 idee
Donne e
lavoro
[TAG]
#servizi alla famiglia
#conciliazione famiglia lavoro
#cultura e bilinguismo di genere
#carta parti opportunità
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36. DONNE E LAVORO
1. Creare una piattaforma web partecipativa dove far convergere tutte le informazioni sul tema
della conciliazione
2. Organizzare e promuovere seminari per le imprese sull’importanza del bilinguismo di genere
3. Progettare e realizzare un sistema di premialità per le imprese che investono nel Fattore D e
che sostengono il reinserimento delle donne nel lavoro
4. Incentivare lo sviluppo di reti tra aziende e associazioni che, supportate dagli enti locali,
realizzino progetti di supporto alla maternità
5. Attivare servizi di co-manager e servizi interaziendali per sostenere le esigenze di flessibilità
durante la maternità
6. Orientare i fondi di assistenza integrativa e la contrattazione nazionale di secondo livello
perché sostengano economicamente la conciliazione
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37. 5 idee
Donne e
leadership
[TAG]
#alta formazione
#quote rosa
#progetti interassociativi
#blog
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38. DONNE E LEADERSHIP
1. Creare una “Banca dati del talento territoriale” per le candidature alle
cariche di organi camerali, enti e istituzioni, CDA delle imprese:
affermazione dei criteri di merito contro quelli di scelta personale
2. Organizzare incontri di formazione per donne manager e imprenditrici sul
tema della leadership per affrontare difficoltà di «ruolo»
3. Realizzare incontri con «donne e manager» italiane che raccontano le
loro testimonianze (processo di mentorship)
4. Allevare Leadership: progetto di formazione per le scuole superiori e
università
5. Fare del blog Fattore Donna Ravenna la piattaforma di comunicazione e
condivisione delle iniziative, azioni, idee ed esperienze sul Fattore D
proposte dal territorio
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39. Un problema di welfare
L’italia con l’1,3% del Pil speso per famiglia e
maternità è al 23° posto insieme con Bulgaria,
Portogallo e Malta.
In termini negativi ci batte soltanto la Polonia.
La spesa pubblica per famiglia e maternità è
pari a 320 euro ad abitante
Cioè 203 euro in meno rispetto alla media
dell’Europa.
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40. Un problema di cultura
Fonte: Pinterest, Roberta Milano
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41. Il lavoro più faticoso, il lavoro più bello
http://www.youtube.com/watch?v=soCZcHAfP1Q&feature=results_main&playnext=1&list=PLD3E6629E749170BB
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42. Fattore D è un prodotto originale di
G&M Network Srl in collaborazione con
Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione
© All Rights Reserved, Ravenna dicembre 2011
Ref. Lidia Marongiu 3357402475
l.marongiu@giaccardiassociati.it
www.gemnetwork.it
www.giaccardiassociati.it
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