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ACIMGA
I CONVEGNI
EstrattodaLargoConsumon.9/2015
Le sfide del packagingnel settore alimentare:
le tecnologie di stampa
tra sicurezza e innovazione
© Editoriale Largo Consumo srl
IMBALLAGGIO FLESSIBILE
110
IMBALLAGGIO FLESSIBILE
e promosso dall’associa-
zione Acimga, che rappre-
senta il mondo italiano dei
costruttori di macchine per
l’industria grafica, cartotec-
nica, cartaria e di trasfor-
mazione. L’evento, svoltosi
in occasione della fiera
Ipack-Ima, ha visto la par-
tecipazione in media part-
nership di Largo Consumo
e ha raccolto le testimo-
nianze di alcuni grandi pro-
duttori di macchine per im-
ballaggi insieme a quelle di
end-user importanti nel
settore food come Coop e
Granarolo.
Comunicazioned’impresa:serieICONVEGNI©EditorialeLargoConsumosrl
ACIMGALe sfide del packaging
nel settore alimentare:
le tecnologie di stampa
tra sicurezza e innovazione
Il rapporto tra l’industria
alimentare e l’imballag-
gio flessibile offre costanti
sfide in particolare in tema
di sicurezza e innovazione.
E’ sempre più sentita la ne-
cessità di un dialogo più
intenso tra i protagonisti
dell’articolata filiera che
spazia dai costruttori di
macchinari per la stampa
agli end-user, dai produtto-
ri del settore Food ai retai-
ler considerando la cre-
scente fetta di mercato del-
le private label. La richie-
sta di pack più leggeri, eco-
nomici, green e sempre
Largo Consumo 9/2015
stimento. Un’occasione di
confronto tra diversi opera-
tori della filiera è stata of-
ferta dal workshop dedica-
to all’imballaggio flessibile
più performanti (ad esem-
pio per prolungare la shelf
life dei prodotti) presenta
all’industria numerosi fron-
ti d’innovazione e d’inve-
Andrea Briganti, general manager di Acimga, ha aperto l’incontro
presentando i risultati di un’indagine qualitativa voluta dall’associa-
zione per conoscere meglio i mercati della supply chain in Romania,
paese scelto come prima area test d’interesse per una serie di anali-
si sull’evoluzione del business della stampa. Secondo le opinioni dei
“printer” la tendenza futura del mercato degli
imballaggi vede una prevalenza della stampa a
rotocalco.
I fattori di successo per uno stampatore in Roma-
nia sono prezzo e qualità, mentre le aziende ali-
mentari chiedono soprattutto flessibilità produtti-
va e rispetto della sicurezza per i prodotti alimen-
tari e focalizzano le loro priorità sull’aumento dei
volumi e sull’innovazione del packaging. “Avvie-
remo una mappatura quantitativa in collaborazio-
ne con l’Ice - ha spiegato Briganti - anche di Mes-
sico, Usa e Germania raccogliendo dati anche ri-
guardo alle tecnologie di stampa diffuse e al gra-
do di obsolescenza tecnologica, per offrire indi-
cazioni commerciali agli operatori italiani”.
Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano
Imballaggio ha sottolineato le esigenze dell’industria alimentare su
cui primeggia la sicurezza. “Oltre a questo fattore - ha spiegato - è co-
stante il trend della personalizzazione dei prodotti alimentari per un
consumo spesso individuale, fuori casa, pratico e veloce”. L’esempio
estremo di personalizzazione è la possibilità offerta da Ferrero di ordi-
nare barattoli di Nutella con il proprio nome in etichetta. Le macchine
per la stampa e l’imballaggio potrebbero essere costruite in materiali
idonei al contatto con gli alimenti, ma si deve an-
che tener conto del fatto che potrebbero esserci
delle contaminazioni, come la migrazione di pic-
cole parti di inchiostro che arrivino agli alimenti.
“Questo è un rischio che va gestito e misurato per
valutare se rientra nei limiti che il legislatore ha
previsto”, ha aggiunto Sachet prima di lanciare un
messaggio conclusivo: “Sarebbe utile immagina-
re di stilare delle linee guida in materia, che met-
tano allo stesso tavolo il mondo dei produttori
delle macchine, degli inchio-
stri, dei supporti e di chi con-
trolla. L’istituto vorrebbe esse-
re a quel tavolo”.
Tecnologie al servizio della salubrità dei cibi confezionati
Sul fronte dei produtto-
ri di macchine per la
stampa, Marco Calca-
gni (Omet) ha sottoli-
neato come il percorso
di contatto tra gli utiliz-
zatori finali e l’indu-
stria del settore sia ap-
pena all’inizio.
“Per noi è un opportu-
nità per crescere, evol-
vere e prevenire l’in-
gresso di competitor
dall’estero”.
L’evoluzione tecnologi-
ca rende più prevedibi-
li i rischi di contaminazione dei
prodotti alimentari, ma non ba-
sta. “Gli inchiostri ad acqua o a
solventi sono ancora difficili da
usare: altre soluzioni permettono
di essere molto più
flessibili e rapidi nella
consegna del prodot-
to”.
Le tirature sono in co-
stante riduzione: la va-
riabilità del packaging,
soprattutto su scala in-
ternazionale, fa au-
mentare i costi di stam-
pa. “I costruttori si
stanno concentrando
sulla velocizzazione e
l’ottimizzazione dei
cambi rapidi sulle mac-
chine. La tecnologia
italiana nel settore è un fiore al-
l’occhiello e deve stare al passo
con paesi emergenti pronti all’in-
novazione e alle tecnologie più
all’avanguardia”.
Luciano Villani, re-
sponsabile acquisti im-
balli di Coop Italia, ha
sottolineato come l’im-
ballaggio stia diventan-
do un elemento sempre
più conosciuto dal con-
sumatore interessato,
per esempio, alle
modalità di smaltimen-
to. Sul fronte degli im-
ballaggi eco-friendly, Vil-
lani ha illustrato l’espe-
rienza di Coop Firenze
nell’utilizzo di un sacchetto com-
postabile per l’ortofrutta: “Siamo
stati i primi al mondo a introdurlo
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ha spiegato e aggiunto: “Credo
che il packaging debba essere
‘verde’ laddove sia in-
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do conto anche di
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abile, o riciclabile.
Poi un messaggio riv-
olto all’industria del-
l’imballaggio: “Inseg-
nate ai vostri clienti
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tori) a rivendere il
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quanto conta il packaging e quan-
to può rappresentare una leva
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prodotto stesso perché questo ar-
rivi fino agli utilizzatori finali
come Coop”.
Omet: costi e tempi,
tirature sempre più basse
Coop Italia: il packaging
come leva commerciale
Andrea Briganti
Marco Calcagni Luciano Villani
Marco Sachet
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111
Largo Consumo 9/2015
ACIMGA - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F3
20090 Assago (Mi) - Tel. 02 82283748 - Fax 02 87213946
www.acimga.it
Uno scorcio della sala che ha ospitato, nel contesto di Ipack-Ima 2015, il
workshop promosso da Acimga.
I PARTECIPANTI AL WORKSHOP
“Imballaggio flessibile: pratico, sicuro e...
Cosa chiede l’industria alimentare,
cosa propongono i provider di soluzioni”
Ipack-Ima - Milano, 20 maggio 2015
"Nelcorsodegliannisiamo
riusciti a rafforzare l’exper-
tise del Packaging all’inter-
no della nostra azienda di-
ventando promotori degli
aspetti tecnici e innovativi
sui materiali e design. Al-
l’interno della nostra
azienda si condividono
le informazioni tra le va-
rie direzioni e ognuno
ha il proprio compito:
nello specifico la direzio-
ne ricerca e sviluppo ha
la responsabilità di garantire tutti gli
aspetti tecnici del packaging" ha affer-
mato Raffaele Bombardieri, Respon-
sabile R&D packaging del gruppo Gra-
narolo. Le sfide per Bombardieri arri-
vano in particolare dall'estero: “Le
esigenze a livello di packa-
ging cambiano molto ed è
indispensabile tener conto
di tutte le variabili legati al
trasporto che non sono da
ritenersi standard, ma valu-
tati di volta in volta. In alcu-
ni paesi europei l'innova-
zione sul packaging è
molto forte e non fanno
fatica a staccarsi dalla
tradizionalità delle confe-
zioni a differenza di
quanto avviene in Italia”.
Il manager ha ricordato il caso-scuola
di Yomino, lo yoghurt da bere caro ai
più piccoli: un'innovazione eccezio-
nale nella categoria degli yoghurt,
che ha saputo intercettare la richiesta
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La sicurezza è uno dei temi
principali nel rapporto tra
food ed imballaggio flessi-
bile. In effetti a partire dal
materiale, che non deve
dare problemi nella fase di
confezionamento, talvolta
la sicurezza riveste un ca-
rattere di criticità. Ad evi-
denziarne l’importanza è
stato Giorgio Bottini, di-
rettore controllo qualità e
acquisti di Goglio, produttore di imbal-
laggi flessibili, che ha illustrato il siste-
madialertcheconsentediattivareilre-
call di prodotti in caso di gravi difetto-
sità che possono comportare un reale
rischio per la salute del consumatore .
“I clienti – ha detto – nell’occasione di
audit presso il nostro sito produttivo,
vogliono attentamente verifi-
care l’efficacia della nostra
procedura di tracciabilità e
rintracciabilità. Talvolta il
tempo di reazione è molto
breve e più esattamente dal
momento in cui scatta un "al-
larme" e riceviamo l'etichetta
del prodotto riportante i codi-
ci significativi, abbiamo po-
che ore per risalire a tutti i
componenti utilizzati oltre
che alla identificazione di un eventuale
evento del processo causa del proble-
ma. Siamo in grado di localizzare il ma-
teriale prodotto in quel frangente per
l'eventuale ritiro. Attraverso un sistema
di alert attivato dal cliente, questa pro-
cedura può essere lanciata in qualsiasi
momento, anche nei giorni festivi".
“Collaborare con gli uti-
lizzatori finali per cono-
scere il loro business è
fondamentale per l’indu-
stria del packaging”, ha
spiegato Claudio Biso-
gni, Ceo di KBA Flexo-
tecnica.
Per quanto riguarda gli
aspetti di comunicazio-
ne e marketing, il
packaging oggi è un
prodotto maturo, ma
non lo è ancora per gli
aspetti che riguardano l’innovazio-
ne tecnica.
“Da parte dei costruttori di mac-
chine c’è la volontà di partecipare
alla ricerca e sviluppo, anche se
questo rappresenta un investimen-
to. Collaborare con gli
utilizzatori finali con
l’obiettivo di ottenere
altissimi standard di
qualità tecnica, ma an-
che di efficienza econo-
mica del prodotto fini-
to, è una sfida molto
stimolante.
Quando riusciamo a
centrare l’obiettivo, c’è
la soddisfazione di aver
creato innovazione e
un ritorno in termini di
riconoscimento di capacità e com-
petenze”. Bisogni, infine, ha citato
l’esempio di una collaborazione
con il cliente finale per un imballo
leggero ed economico che ha ri-
dotto del 22% i costi.
Aldo Peretti, Ceo del grup-
po Uteco, leader mondiale
nelle macchine per la stam-
pa ed il converting del
packaging flessibile, ha evi-
denziato la necessità che
l'industria della stampa ri-
nunci a “gelosie” e campani-
lismi per fare fronte comu-
ne in ambito internazionale
verso le istituzioni che nor-
mano il settore, sottolinean-
do in particolare qual è lo
stato dell'arte della tecnolo-
gia, specie per il settore food. "Le gran-
di economie di scala all'estero permet-
tono di focalizzare lo sviluppo tecnolo-
gico – ha precisato – ma nel mondo eu-
ropeo e ancora di più italiano spesso
non ci sono grandi numeri che con-
sentano di fare da traino
per l'evoluzione tecnologi-
ca. Ci dobbiamo confronta-
re con grossi concorrenti
ed istituzioni esteri ed è ne-
cessaria una sorta di atti-
vità di lobbying per fare si-
stema ed essere presenti in
modo più incisivo sul pa-
norama mondiale". Per
competere ed essere part-
ner globali, “non bisogna
più focalizzarsi su una tec-
nica di stampa, ma svilup-
pare tutte le tecnologie disponibili e of-
frire ai clienti internazionali le soluzioni
che meglio rispondano alle loro esi-
genze. La richiesta di innovazione è
forte, ma deve essere sostenuta da
una solidità finanziaria e strutturale”.
Andrea Briganti General Manager Acimga
Marco Sachet Direttore Istituto Italiano Imballaggio
Raffaele Bombardieri Responsabile R&D Packaging Granarolo
Luciano Villani Responsabile Acquisti Imballi Coop Italia
Giorgio Bottini Direttore Controllo Qualità e Acquisti Goglio
Marco Calcagni Direttore Commerciale e Marketing Omet
Aldo Peretti Ceo Uteco Group
Claudio Bisogni Ceo KBA - Flexotecnica
Moderatore: Armando Garosci, giornalista, Largo Consumo
Le sintesi video degli interventi su:
www.youtube.com/largoconsumo
Granarolo: Yomino,
il pack “anti-tradizione”
Uteco Group:
fare sistema per competere all’estero
Goglio: sistema di alert
per la tracciabilità immediata
KBA Flexotecnica:
un pack sottile e meno costoso
Raffaele Bombardieri Aldo Peretti
Claudio BisogniGiorgio Bottini
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Le sfide del packaging nel settore alimentare: le tecnologie di stampa tra sicurezza e innovazione

  • 1. ACIMGA I CONVEGNI EstrattodaLargoConsumon.9/2015 Le sfide del packagingnel settore alimentare: le tecnologie di stampa tra sicurezza e innovazione © Editoriale Largo Consumo srl IMBALLAGGIO FLESSIBILE
  • 2. 110 IMBALLAGGIO FLESSIBILE e promosso dall’associa- zione Acimga, che rappre- senta il mondo italiano dei costruttori di macchine per l’industria grafica, cartotec- nica, cartaria e di trasfor- mazione. L’evento, svoltosi in occasione della fiera Ipack-Ima, ha visto la par- tecipazione in media part- nership di Largo Consumo e ha raccolto le testimo- nianze di alcuni grandi pro- duttori di macchine per im- ballaggi insieme a quelle di end-user importanti nel settore food come Coop e Granarolo. Comunicazioned’impresa:serieICONVEGNI©EditorialeLargoConsumosrl ACIMGALe sfide del packaging nel settore alimentare: le tecnologie di stampa tra sicurezza e innovazione Il rapporto tra l’industria alimentare e l’imballag- gio flessibile offre costanti sfide in particolare in tema di sicurezza e innovazione. E’ sempre più sentita la ne- cessità di un dialogo più intenso tra i protagonisti dell’articolata filiera che spazia dai costruttori di macchinari per la stampa agli end-user, dai produtto- ri del settore Food ai retai- ler considerando la cre- scente fetta di mercato del- le private label. La richie- sta di pack più leggeri, eco- nomici, green e sempre Largo Consumo 9/2015 stimento. Un’occasione di confronto tra diversi opera- tori della filiera è stata of- ferta dal workshop dedica- to all’imballaggio flessibile più performanti (ad esem- pio per prolungare la shelf life dei prodotti) presenta all’industria numerosi fron- ti d’innovazione e d’inve- Andrea Briganti, general manager di Acimga, ha aperto l’incontro presentando i risultati di un’indagine qualitativa voluta dall’associa- zione per conoscere meglio i mercati della supply chain in Romania, paese scelto come prima area test d’interesse per una serie di anali- si sull’evoluzione del business della stampa. Secondo le opinioni dei “printer” la tendenza futura del mercato degli imballaggi vede una prevalenza della stampa a rotocalco. I fattori di successo per uno stampatore in Roma- nia sono prezzo e qualità, mentre le aziende ali- mentari chiedono soprattutto flessibilità produtti- va e rispetto della sicurezza per i prodotti alimen- tari e focalizzano le loro priorità sull’aumento dei volumi e sull’innovazione del packaging. “Avvie- remo una mappatura quantitativa in collaborazio- ne con l’Ice - ha spiegato Briganti - anche di Mes- sico, Usa e Germania raccogliendo dati anche ri- guardo alle tecnologie di stampa diffuse e al gra- do di obsolescenza tecnologica, per offrire indi- cazioni commerciali agli operatori italiani”. Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio ha sottolineato le esigenze dell’industria alimentare su cui primeggia la sicurezza. “Oltre a questo fattore - ha spiegato - è co- stante il trend della personalizzazione dei prodotti alimentari per un consumo spesso individuale, fuori casa, pratico e veloce”. L’esempio estremo di personalizzazione è la possibilità offerta da Ferrero di ordi- nare barattoli di Nutella con il proprio nome in etichetta. Le macchine per la stampa e l’imballaggio potrebbero essere costruite in materiali idonei al contatto con gli alimenti, ma si deve an- che tener conto del fatto che potrebbero esserci delle contaminazioni, come la migrazione di pic- cole parti di inchiostro che arrivino agli alimenti. “Questo è un rischio che va gestito e misurato per valutare se rientra nei limiti che il legislatore ha previsto”, ha aggiunto Sachet prima di lanciare un messaggio conclusivo: “Sarebbe utile immagina- re di stilare delle linee guida in materia, che met- tano allo stesso tavolo il mondo dei produttori delle macchine, degli inchio- stri, dei supporti e di chi con- trolla. L’istituto vorrebbe esse- re a quel tavolo”. Tecnologie al servizio della salubrità dei cibi confezionati Sul fronte dei produtto- ri di macchine per la stampa, Marco Calca- gni (Omet) ha sottoli- neato come il percorso di contatto tra gli utiliz- zatori finali e l’indu- stria del settore sia ap- pena all’inizio. “Per noi è un opportu- nità per crescere, evol- vere e prevenire l’in- gresso di competitor dall’estero”. L’evoluzione tecnologi- ca rende più prevedibi- li i rischi di contaminazione dei prodotti alimentari, ma non ba- sta. “Gli inchiostri ad acqua o a solventi sono ancora difficili da usare: altre soluzioni permettono di essere molto più flessibili e rapidi nella consegna del prodot- to”. Le tirature sono in co- stante riduzione: la va- riabilità del packaging, soprattutto su scala in- ternazionale, fa au- mentare i costi di stam- pa. “I costruttori si stanno concentrando sulla velocizzazione e l’ottimizzazione dei cambi rapidi sulle mac- chine. La tecnologia italiana nel settore è un fiore al- l’occhiello e deve stare al passo con paesi emergenti pronti all’in- novazione e alle tecnologie più all’avanguardia”. Luciano Villani, re- sponsabile acquisti im- balli di Coop Italia, ha sottolineato come l’im- ballaggio stia diventan- do un elemento sempre più conosciuto dal con- sumatore interessato, per esempio, alle modalità di smaltimen- to. Sul fronte degli im- ballaggi eco-friendly, Vil- lani ha illustrato l’espe- rienza di Coop Firenze nell’utilizzo di un sacchetto com- postabile per l’ortofrutta: “Siamo stati i primi al mondo a introdurlo nella Gd, con notevoli difficoltà sul fronte del conto economico”, ha spiegato e aggiunto: “Credo che il packaging debba essere ‘verde’ laddove sia in- dispensabile nel rap- porto con il prodotto stesso e con il con- sumatore finale tenen- do conto anche di quello che è riutilizz- abile, o riciclabile. Poi un messaggio riv- olto all’industria del- l’imballaggio: “Inseg- nate ai vostri clienti (convertitori e produt- tori) a rivendere il vostro prodotto: spiegate loro quanto conta il packaging e quan- to può rappresentare una leva commerciale oltre la qualità del prodotto stesso perché questo ar- rivi fino agli utilizzatori finali come Coop”. Omet: costi e tempi, tirature sempre più basse Coop Italia: il packaging come leva commerciale Andrea Briganti Marco Calcagni Luciano Villani Marco Sachet 110_111 ACIMGA conv2.qxp:Sched Pub Pucci 11-09-2015 11:25 Pagina 110
  • 3. 111 Largo Consumo 9/2015 ACIMGA - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F3 20090 Assago (Mi) - Tel. 02 82283748 - Fax 02 87213946 www.acimga.it Uno scorcio della sala che ha ospitato, nel contesto di Ipack-Ima 2015, il workshop promosso da Acimga. I PARTECIPANTI AL WORKSHOP “Imballaggio flessibile: pratico, sicuro e... Cosa chiede l’industria alimentare, cosa propongono i provider di soluzioni” Ipack-Ima - Milano, 20 maggio 2015 "Nelcorsodegliannisiamo riusciti a rafforzare l’exper- tise del Packaging all’inter- no della nostra azienda di- ventando promotori degli aspetti tecnici e innovativi sui materiali e design. Al- l’interno della nostra azienda si condividono le informazioni tra le va- rie direzioni e ognuno ha il proprio compito: nello specifico la direzio- ne ricerca e sviluppo ha la responsabilità di garantire tutti gli aspetti tecnici del packaging" ha affer- mato Raffaele Bombardieri, Respon- sabile R&D packaging del gruppo Gra- narolo. Le sfide per Bombardieri arri- vano in particolare dall'estero: “Le esigenze a livello di packa- ging cambiano molto ed è indispensabile tener conto di tutte le variabili legati al trasporto che non sono da ritenersi standard, ma valu- tati di volta in volta. In alcu- ni paesi europei l'innova- zione sul packaging è molto forte e non fanno fatica a staccarsi dalla tradizionalità delle confe- zioni a differenza di quanto avviene in Italia”. Il manager ha ricordato il caso-scuola di Yomino, lo yoghurt da bere caro ai più piccoli: un'innovazione eccezio- nale nella categoria degli yoghurt, che ha saputo intercettare la richiesta di novità e praticità del mercato. La sicurezza è uno dei temi principali nel rapporto tra food ed imballaggio flessi- bile. In effetti a partire dal materiale, che non deve dare problemi nella fase di confezionamento, talvolta la sicurezza riveste un ca- rattere di criticità. Ad evi- denziarne l’importanza è stato Giorgio Bottini, di- rettore controllo qualità e acquisti di Goglio, produttore di imbal- laggi flessibili, che ha illustrato il siste- madialertcheconsentediattivareilre- call di prodotti in caso di gravi difetto- sità che possono comportare un reale rischio per la salute del consumatore . “I clienti – ha detto – nell’occasione di audit presso il nostro sito produttivo, vogliono attentamente verifi- care l’efficacia della nostra procedura di tracciabilità e rintracciabilità. Talvolta il tempo di reazione è molto breve e più esattamente dal momento in cui scatta un "al- larme" e riceviamo l'etichetta del prodotto riportante i codi- ci significativi, abbiamo po- che ore per risalire a tutti i componenti utilizzati oltre che alla identificazione di un eventuale evento del processo causa del proble- ma. Siamo in grado di localizzare il ma- teriale prodotto in quel frangente per l'eventuale ritiro. Attraverso un sistema di alert attivato dal cliente, questa pro- cedura può essere lanciata in qualsiasi momento, anche nei giorni festivi". “Collaborare con gli uti- lizzatori finali per cono- scere il loro business è fondamentale per l’indu- stria del packaging”, ha spiegato Claudio Biso- gni, Ceo di KBA Flexo- tecnica. Per quanto riguarda gli aspetti di comunicazio- ne e marketing, il packaging oggi è un prodotto maturo, ma non lo è ancora per gli aspetti che riguardano l’innovazio- ne tecnica. “Da parte dei costruttori di mac- chine c’è la volontà di partecipare alla ricerca e sviluppo, anche se questo rappresenta un investimen- to. Collaborare con gli utilizzatori finali con l’obiettivo di ottenere altissimi standard di qualità tecnica, ma an- che di efficienza econo- mica del prodotto fini- to, è una sfida molto stimolante. Quando riusciamo a centrare l’obiettivo, c’è la soddisfazione di aver creato innovazione e un ritorno in termini di riconoscimento di capacità e com- petenze”. Bisogni, infine, ha citato l’esempio di una collaborazione con il cliente finale per un imballo leggero ed economico che ha ri- dotto del 22% i costi. Aldo Peretti, Ceo del grup- po Uteco, leader mondiale nelle macchine per la stam- pa ed il converting del packaging flessibile, ha evi- denziato la necessità che l'industria della stampa ri- nunci a “gelosie” e campani- lismi per fare fronte comu- ne in ambito internazionale verso le istituzioni che nor- mano il settore, sottolinean- do in particolare qual è lo stato dell'arte della tecnolo- gia, specie per il settore food. "Le gran- di economie di scala all'estero permet- tono di focalizzare lo sviluppo tecnolo- gico – ha precisato – ma nel mondo eu- ropeo e ancora di più italiano spesso non ci sono grandi numeri che con- sentano di fare da traino per l'evoluzione tecnologi- ca. Ci dobbiamo confronta- re con grossi concorrenti ed istituzioni esteri ed è ne- cessaria una sorta di atti- vità di lobbying per fare si- stema ed essere presenti in modo più incisivo sul pa- norama mondiale". Per competere ed essere part- ner globali, “non bisogna più focalizzarsi su una tec- nica di stampa, ma svilup- pare tutte le tecnologie disponibili e of- frire ai clienti internazionali le soluzioni che meglio rispondano alle loro esi- genze. La richiesta di innovazione è forte, ma deve essere sostenuta da una solidità finanziaria e strutturale”. Andrea Briganti General Manager Acimga Marco Sachet Direttore Istituto Italiano Imballaggio Raffaele Bombardieri Responsabile R&D Packaging Granarolo Luciano Villani Responsabile Acquisti Imballi Coop Italia Giorgio Bottini Direttore Controllo Qualità e Acquisti Goglio Marco Calcagni Direttore Commerciale e Marketing Omet Aldo Peretti Ceo Uteco Group Claudio Bisogni Ceo KBA - Flexotecnica Moderatore: Armando Garosci, giornalista, Largo Consumo Le sintesi video degli interventi su: www.youtube.com/largoconsumo Granarolo: Yomino, il pack “anti-tradizione” Uteco Group: fare sistema per competere all’estero Goglio: sistema di alert per la tracciabilità immediata KBA Flexotecnica: un pack sottile e meno costoso Raffaele Bombardieri Aldo Peretti Claudio BisogniGiorgio Bottini 110_111 ACIMGA conv2.qxp:Sched Pub Pucci 11-09-2015 11:25 Pagina 111