3. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro
mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per
i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la
legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità
giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria,
che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria.
Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo
d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento
della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Articolo 21
4. L'articolo 21 è l'articolo della Costituzione italiana dedicato alla libertà di parola,
libertà di pensiero e la libertà di stampa.
L'espressione "articolo 21" ha assunto, nella lingua italiana, soprattutto nel
linguaggio giornalistico, il significato di libertà di espressione e di informazione,
simile a quello che nel mondo anglofono ha il Primo Emendamento della
Costituzione statunitense. Il fenomeno si è accentuato da quando un gruppo di
giornalisti e uomini politici hanno costituito l'associazione Articolo 21, liberi
di..., nei cui congressi hanno svolto ruoli importanti personaggi noti quali Enzo
Biagi e Romano Prodi. L'associazione svolge un ruolo importante come
interlocutore delle istituzioni.
Cos’è l’articolo 21
5. Articolo 21-Comma 1
La libertà di pensiero implica non solo il
diritto di manifestare le proprie idee ma
anche quello, opposto, di non essere
costretti a farlo, nonchè quello di
informarsi ed informare.
Nello specifico, i mezzi di diffusione sono
molteplici: da quelli tradizionali,
televisione, radio, stampa, spettacoli a
quelli più moderni, come internet.
L'articolo in esame costituisce il
riferimento costituzionale per una serie
di problematiche quali quella del
pluralismo informativo e dei diritti di
cronaca e satira
6. Articolo 21-Comma 2
La libertà di stampa è uno dei primi
“diritti di libertà” che sia stato rivendicato
e garantito dalla civiltà liberale e
illuministica. La sua giustificazione sta nel
fatto che si deve supporre che l'uomo
libero e razionale davanti ad affermazioni
e posizioni diverse sia in grado di
giudicare autonomamente il bene e il
vero, senza avere bisogno di essere
protetto e guidato, come un minorenne,
dall'autorità del potere politico o
religioso. Quindi, contro la prassi di
antico regime - che prevedeva che la
pubblicazione a stampa fosse lecita solo
dietro licenza dell'autorità
7. Articolo 21-Comma 3
Nel periodo fascista i controlli sulla
comunicazione erano penetranti. Il
costituente, all'opposto, sceglie di
limitarli fortemente, consentendoli solo
alle indicazioni di cui al comma
(introducendo sia una riserva di legge
assoluta e rinforzata sia una riserva di
giurisdizione) e vietando qualsiasi
censura. Anche la registrazione dei
periodici presso i tribunali della
circoscrizione di pubblicazione non è una
misura repressiva ma uno strumento
volto ad agevolare l'eventuale sequestro
e non può mai comportare un controllo
nel merito per autorizzare o meno la
pubblicazione
8. Articolo 21-Comma 4
Si ritiene che la libertà di pensiero
incontri dei limiti, che devono comunque
essere desunti dalle norme della
Costituzione, cioè da fonti di pari livello, e
che si impongono soprattutto sul diritto
di cronaca.
In particolare, essi vengono individuati
nel diritto alla riservatezza (la privacy) ed
all'onorabilità di cui ciascuno gode; nel
c.d. segreto professionale, che viene
imposto a determinate figure ed in quello
giudiziario, previsto a garanzia del
corretto svolgimento del processo; in
valori quali la difesa della Patria e
dell'ordine pubblico costituzionale.
9. Articolo 21-Comma 5
Il 5°comma dell'articolo 21 della
Costituzione italiana prevede che
debba essere garantito il pluralismo
ideologico e nel rispetto di tale
principio la legge ha stabilito che uno
stesso editore non possieda più di una
testata giornalistica, stazione radio o
televisiva in modo da non rischiare
qualsiasi forma di «dittatura mentale».
10. Articolo 21-Comma 6
Il 6° comma prevede l’unica forma di
censura ammessa nel nostro
Stato.Costituisce un limite posto dal
Costituente alla libertà di culto (art.
19 Cost.) e di libera manifestazione
del pensiero (art. 21 Cost.) a tutela
del pudore e della pubblica decenza
contro qualsiasi forma di oscenità.
Attualmente le leggi in vigore
tutelano i minori ad esempio da quei
programmi che possano nuocere allo
«sviluppo psichico o morale dei
minori»
11. Il conflitto autorità-libertà ha sempre visti contrapposti
uomini e donne portatori di idee nuove a depositari di
vecchi princìpi. Ogni epoca storica ha avuto i suoi martiri,
costretti al silenzio e considerati nemici da sistemi sociali e
politici basati sulla coercizione della libertà perché
vedevano in essa un pericolo di sovversione del potere
costituito e dell’ordine politico e sociale. Se pensiamo alla
storia dell’Occidente, viene subito in mente Socrate, il
filosofo greco del V secolo a. C., processato e condannato
a morte per aver manifestato e divulgato il suo pensiero
liberamente e pubblicamente.
Dopo la guerra del Peloponneso che vedeva scontrarsi
due città-stato Sparta e Atene, con la sconfitta di
quest’ultima, gli Spartani entrarono dentro le mura della
città. Successivamente il governo democratico venne poi
sostituito da un governo oligarchico comandato da 30
aristocratici i quali sfruttavano la popolazione tanto che
vennero soprannominati tiranni.
Socrate
12. Socrate
I governanti divennero intransigenti e questa loro intransigenza contro ogni voce critica si scontrò con
Socrate che si era dato una missione: individuare le cause della disgregazione morale e politica del popolo
della sua Atene ed eliminarle insieme agli effetti deleteri da esse prodotti perché è la ricerca della verità,
la ricerca del bene, di ciò che rende la vita degna di essere vissuta, la mèta alla quale gli uomini devono
tendere. Ma l’anticonformismo e l’autonomia dei giudizi morali lo misero in cattiva luce di fronte ai
governanti più conservatori, che consideravano il suo insegnamento nocivo per la difesa dei valori
tradizionali.
All’età di settant’anni fu chiamato in tribunale. Fu processato con l’accusa di “empietà e corruzione dei
giovani”. Al processo, dopo aver pronunciato egli stesso una difesa appassionata del suo operato, fu
condannato a morte. Si difese da solo e anziché pentirsi o implorare clemenza, ribadì le proprie
convinzioni chiarendo che il suo compito era quello di stimolare i cittadini a seguire le virtù, ma il processo
si concluse con il riconoscimento della colpevolezza di Socrate.
E, pur sapendo di essere stato condannato ingiustamente, una volta in carcere rifiutò le proposte di fuga
dei suoi discepoli, e morì dopo aver bevuto un calice di veleno di cicuta.
Dai filosofi e filologi moderni è considerato il primo martire
occidentale per la libertà di pensiero.
13. Liceo scientifico Galileo Galilei
Classe I O a.s.2017/18
Antonio Parrinello
Antonio Caffo
Andrea Bucolo
Raffaele Cannizzo
Enrico Puglisi