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ASST BRIANZA:
UN’OCCASIONE PER IL TERRITORIO DA NON SPRECARE
Il superamento dell’attuale suddivisione in ASST, divisione che risale alla Riforma Maroni nel
2015, e già allora contestata dall’Assemblea dei sindaci della nostra provincia, è sicuramente
un fatto positivo. Tuttavia questo passaggio, che istituisce l’ASST Brianza, rischia seriamente
di trasformarsi in un’occasione sprecata, se non avverrà attraverso un vero confronto dal basso
e un piano di indirizzo che ponga obiettivi chiari, risorse e abbia una visione di insieme
sull’organizzazione sanitaria. Ciò che a noi preme è che il nuovo assetto vada a migliorare la
situazione, nei limiti previsti dalla Legge 23, e non piuttosto a rischiare di diminuire la quantità
e la qualità dei servizi, delle prestazioni e gli interventi per i cittadini, tralasciando di prestare
attenzione ad alcune questioni di merito e di metodo che con questo documento si intendono
evidenziare.
1.Il confronto dal basso con i Sindaci e con le rappresentanze
Innanzitutto, il metodo: un passaggio di questo tipo deve essere concertato con i sindaci e con
le rappresentanze dei portatori di interesse, così da recepire le istanze territoriali e procedere
a una riorganizzazione che non sia calata dall’alto ma sia il frutto di un lavoro vero del
territorio, attraverso le Assemblee che rappresentano i canali ufficiali con cui concertare le
politiche:
• L’Assemblea dei sindaci della Provincia di Monza e Brianza: essendo i Sindaci
responsabili per legge della salute dei cittadini sul territorio, ed essendone soprattutto
il primo e principale riferimento per loro, ai rappresentanti dei Comuni venga
riconosciuto un pieno ruolo di responsabilità e protagonismo nell’organizzazione e nel
coordinamento delle politiche sanitarie e delle scelte conseguenti
• Il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, e unitamente L’Assemblea dei Sindaci ATS,
devono svolgere un ruolo attivo nella concertazione delle scelte e degli orientamenti
relativi a servizi e strutture della sanità di Monza e della Brianza; le scelte
programmatorie e progettuali delle azioni nei singoli territori trovino nella Conferenza
e nella Assemblea dei Sindaci i luoghi di elaborazione condivisa e non più
semplicemente concordata con il singolo referente territoriale di volta in volta
individuato come l’interlocutore dell’attivazione degli specifici interventi
• il coinvolgimento dei Sindaci nell’elaborazione dei documenti e degli atti a cura delle
organizzazioni sanitarie del territorio non venga ridotto a quello di pura consultazione
formale o chiamata a prese d’atto ma veda realizzarsi piuttosto uno stretto scambio e
confronto nella rilevazione dei dati, nella lettura dei bisogni, nell’individuazione di
priorità di intervento e nella definizione degli obiettivi di salute, da realizzare sia nelle
strutture ospedaliere sia nei servizi territoriali.
2. Specificità degli ospedali e presidi di medicina territoriale
Nella nostra Provincia saranno pertanto presenti:
• l’Ospedale San Gerardo di Monza che “coprirà” nei tempi e nei modi che verranno
individuati nei prossimi mesi anche in relazione alla trasformazione in IRCCS, il
territorio di Monza, Brugherio e Villasanta;
• l’Ospedale di Desio;
• l’Ospedale di Vimercate;
• l’Ospedale di Seregno;
• l’Ospedale di Giussano;
• l’Ospedale di Carate;
• a Besana il presidio ospedaliero che è ormai ridotto alla presenza di pochi ambulatori.
Il criterio che deve guidare ogni processo di riorganizzazione territoriale deve guardare a una
visione di insieme, che punti alla crescita di tutto il territorio e non solo alla conservazione e
allo sviluppo di alcune sue parti. La logica è quella di evitare sprechi e doppioni da un lato, ma
al contempo quella di offrire la garanzia ai cittadini essere curati al meglio delle possibilità, da
reparti che abitualmente trattano il genere di patologie di cui i cittadini hanno bisogno in quel
momento.
Per questo chiediamo che si lavori per sviluppare le specificità di cura dei singoli ospedali, in
modo di offrire – a fianco dei servizi base vicini ai cittadini – centri di cura più avanzati in
ciascun ospedale della provincia. In questo modo alla sanità di territorio si affianca anche un
secondo livello di cure che, evitando doppioni e sprechi, consentono di offrire una sanità di
ottima qualità.
Questo vale anche per quanto riguarda i PRESST e i POT, previsti dalla legge regionale ma
ancora non partiti: anche per questi due presidi sanitari occorre procedere con una logica che
guardi alle esigenze di tutto il territorio, e che da un lato avvicini i servizi più semplici, dall’altro
garantisca reparti ospedalieri di qualità.
Pertanto, per tutelare al meglio la salute di tutti i cittadini della provincia di Monza e Brianza,
anche alla luce dei nuovi assetti aziendali voluti da Regione, chiediamo che si mettano in campo
tutti gli accordi e le convenzioni territoriali possibili per consentire ai cittadini di curarsi negli
ospedali più vicini e più comodi e avvicinare davvero i servizi ai cittadini. Allo stesso modo il
costituendo IRCCS di Monza non deve in alcun modo comportare uno sbilanciamento delle
risorse ed un ancor più preoccupante disinvestimento sulle strutture della ASST BRIANZA.
3. Il ruolo dei Medici di medicina generale
Nell’attuale situazione inoltre, aggravata ulteriormente dall’epidemia COVID, ci preme
sottolineare il ruolo dei Medici di Medicina Generale che, soprattutto negli ultimi anni oberati
da un eccesso di adempimenti amministrativi imposti loro da Regione, si sono trovati smarriti
e spesso hanno conservato un rapporto solo formale con le ATS che, avendo compiti di
programmazione, acquisto e controllo, rischiano di rimanere lontane dalle esigenze cliniche e
soprattutto dalle reti territoriali.
Gli stessi Medici di Medicina Generale non hanno avuto pertanto modo di esprimere appieno
le loro competenze nella Medicina di prossimità e in forme di presa in carico che davvero ed
efficacemente rispondano ai quotidiani bisogni di cura dei cittadini nei luoghi dove gli stessi
vivono.
I MMG non hanno inoltre potuto integrarsi e connettersi proficuamente con le strutture
sanitarie delle ASST, che sono aziende con compiti clinici erogativi, tranne poche eccezioni
dovute peraltro a particolari condizioni o disponibilità individuali ; il tutto con grave
nocumento alle prestazioni assistenziali a favore dei cittadini e con l’evidente impossibilità di
garantire quegli approcci ed interventi davvero efficaci che solo una ben strutturata Medicina
di territorio, che vede nei MMG i suoi perni fondamentali, avrebbe potuto garantire anche
nell’emergenza COVID ancora in corso.
4. L’Ospedale di Desio: la grande emergenza
Nello specifico, si è assistito negli anni dal 2015 ad oggi al fatto che l’ospedale di Desio è stato
l’ospedale in vari modi e fasi penalizzato dalle scelte realizzate a suo tempo dalla Regione;
questo fatto è clamoroso, perché si tratta dell’ospedale di riferimento di un bacino di utenza
che supera i 400.000 abitanti. Oggi è quanto mai necessario rimetterci mano subito: occorre
realizzare gli investimenti già previsti in passato – a cominciare dal Pronto soccorso, oggi
insufficiente – nonché tutti quegli investimenti di risorse economiche, di personale,
organizzative, logistiche e strutturali, che consentano all’Ospedale di poter tornare a svolgere
pienamente il ruolo determinante di presidio sanitario di livello per la zona ovest della
provincia. Siamo a richiedere pertanto di poter conoscere immediatamente quali siano gli
investimenti previsti, in termini di quantità, tempistica, finalità, modalità di utilizzo in
relazione al personale, alle strutture, ad attrezzature ed impianti che consentano alla struttura
di tornare almeno ai livelli di attività precedenti al 2015 e, laddove necessario, ad implementare
ulteriormente il livello qualitativo delle prestazioni di base e specialistiche.
5. Risorse umane e risorse economiche
Al di là di ogni valutazione riguardo gli assetti organizzativi, a fare la differenza davvero per
quanto riguarda la qualità della sanità è il personale medico e infermieristico che
quotidianamente ci lavora. E non si può ignorare il forte malessere che ha portato medici e
infermieri a scendere in piazza e protestare riguardo l’attuale situazione.
Per questo chiediamo che la Regione investa sul territorio per fornire ai reparti ospedalieri il
personale necessario per operare al meglio, attui politiche per ridurre drasticamente i tempi di
attesa per effettuare gli esami, riduca i tempi di permanenza nei pronto soccorso, compia una
programmazione che inverta il processo di scomparsa dei medici sul territorio. Tutto questo
avvenga attraverso un significativo investimento di risorse sulla sanità pubblica, che deve
essere gestita sì in modo efficiente, ma deve essere assolutamente in grado di svolgere la sua
funzione di servizio universale e di servizio all’avanguardia. Per questo, oltre al tema del
personale, anche gli investimenti che consentono di innovare i nostri ospedali sono
assolutamente necessari e non più procrastinabili.
6. Sanità, sociosanitario e sociale
Sanità, sociosanitario e sociale sono tre anelli che devono tenersi assieme: questo perché
l’essere umano, in quanto portatore di bisogni, deve poter contare su una copertura di servizi
completa. Purtroppo il sociosanitario rischia di essere l’anello debole e più trascurato di questa
catena, paradossalmente in un momento in cui l’invecchiamento della popolazione richiede
una maggior impegno proprio sul versante del sociosanitario. Per questo chiediamo che il
comparto sociosanitario diventi una delle priorità dell’azione della Regione, che lo diventi
attraverso un confronto costante con gli amministratori locali e gli operatori, e che i cittadini
del nostro territorio possano contare su un sistema di “presa in carico” moderno ed efficace.
In conclusione
Riteniamo che oggi in Lombardia la sanità e i servizi alla persona siano ben lontani da quello
che potrebbe essere il livello che un territorio come il nostro potrebbe avere e si meriterebbe:
per questo la tanto auspicata revisione dei confini delle ASST, la nascita dell’ASST Brianza, la
possibile istituzione dell’IRCSS al San Gerardo, devono essere passaggi che consentono una
revisione complessiva, nelle direzioni che abbiamo indicato in questo documento. Riteniamo
che serva un ripensamento generale dell’attuale sistema e un progetto di welfare che, partendo
dall’idea dell’essere umano portatore di bisogni, metta al centro la persona e costruisca intorno
una rete di servizi che, integrando sanità, sociosanitario, sociale, si prenda davvero cura del
cittadino.
Per andare in questa direzione, e con il focus sulle esigenze e sulle emergenze della nostra
Provincia, il Partito Democratico e i sindaci dei comuni amministrati dalle coalizioni di
centrosinistra chiedono allora che subito si torni a dare al sociosanitario lo spazio che merita,
si riconosca un ruolo più forte ai sindaci nella partita, si investa il necessario sul personale e
sulle strutture della sanità, si ripensi l’organizzazione del territorio, valorizzando le specificità
di ogni ospedale, intervenendo sulle emergenze dell’ospedale di Desio e costruendo un sistema
efficace di convenzioni e rapporti tra le ASST e il futuro IRCCS.
Per questo chiediamo all’Assemblea dei Sindaci della Provincia di pronunciarsi subito per una
revisione del percorso attualmente ipotizzato dalla cabina di regia istituita dalla Regione per la
revisione delle ASST, di avere il prima possibile un confronto con l’Assessore alla Sanità della
Regione Lombardia nell’Assemblea dei Sindaci su questo passaggio, e di pervenire al nuovo
assetto con il grado di approfondimento e chiarezza che tale argomento merita.
Pietro Virtuani – Segretario PD Monza e Brianza
Cherubina Bertola – Presidente PD Monza e
Brianza
Gigi Ponti – Consigliere regionale PD
Roberto Rampi – Senatore PD
Vincenzo Di Paolo – Capogruppo Brianza Rete
Comune
Roberto Invernizzi – Già Presidente della
Provincia di Monza e Brianza
Matteo Raimondi – Segretario PD Monza città
Egidio Riva – Capogruppo PD Monza
Rosalba Colombo – Sindaco di Arcore
Mariarosa Redaelli – Sindaco di Macherio
Concetta Monguzzi – Sindaco di Lissone
Alberto Rossi – Sindaco di Seregno
Maurilio Longhin – Sindaco di Cesano Maderno
Pietro Cicardi – Sindaco di Triuggio
Daniele Nava – Sindaco di Carnate
Renato Meregalli – Sindaco di Vedano al
Lambro
Lisa Mandelli – Sindaco di Usmate Velate
Piermario Galli – Sindaco di Barlassina
Fabrizio Pagani – Sindaco di Nova Milanese
Carla Della Torre – Sindaco di Sulbiate
Simone Sironi – Sindaco di Agrate Brianza
Kristiina Loukiainen – Sindaco di Ronco
Briantino
Roberto Corti – Sindaco di Desio
Andrea Esposito – Sindaco di Bernareggio
Massimo Chiolo – Sindaco di Verano Brianza
Luca Ornago – Sindaco di Villasanta
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Asst brianza. una occasione da non sprecare

  • 1. ASST BRIANZA: UN’OCCASIONE PER IL TERRITORIO DA NON SPRECARE Il superamento dell’attuale suddivisione in ASST, divisione che risale alla Riforma Maroni nel 2015, e già allora contestata dall’Assemblea dei sindaci della nostra provincia, è sicuramente un fatto positivo. Tuttavia questo passaggio, che istituisce l’ASST Brianza, rischia seriamente di trasformarsi in un’occasione sprecata, se non avverrà attraverso un vero confronto dal basso e un piano di indirizzo che ponga obiettivi chiari, risorse e abbia una visione di insieme sull’organizzazione sanitaria. Ciò che a noi preme è che il nuovo assetto vada a migliorare la situazione, nei limiti previsti dalla Legge 23, e non piuttosto a rischiare di diminuire la quantità e la qualità dei servizi, delle prestazioni e gli interventi per i cittadini, tralasciando di prestare attenzione ad alcune questioni di merito e di metodo che con questo documento si intendono evidenziare. 1.Il confronto dal basso con i Sindaci e con le rappresentanze Innanzitutto, il metodo: un passaggio di questo tipo deve essere concertato con i sindaci e con le rappresentanze dei portatori di interesse, così da recepire le istanze territoriali e procedere a una riorganizzazione che non sia calata dall’alto ma sia il frutto di un lavoro vero del territorio, attraverso le Assemblee che rappresentano i canali ufficiali con cui concertare le politiche: • L’Assemblea dei sindaci della Provincia di Monza e Brianza: essendo i Sindaci responsabili per legge della salute dei cittadini sul territorio, ed essendone soprattutto il primo e principale riferimento per loro, ai rappresentanti dei Comuni venga riconosciuto un pieno ruolo di responsabilità e protagonismo nell’organizzazione e nel coordinamento delle politiche sanitarie e delle scelte conseguenti • Il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, e unitamente L’Assemblea dei Sindaci ATS, devono svolgere un ruolo attivo nella concertazione delle scelte e degli orientamenti relativi a servizi e strutture della sanità di Monza e della Brianza; le scelte programmatorie e progettuali delle azioni nei singoli territori trovino nella Conferenza e nella Assemblea dei Sindaci i luoghi di elaborazione condivisa e non più semplicemente concordata con il singolo referente territoriale di volta in volta individuato come l’interlocutore dell’attivazione degli specifici interventi • il coinvolgimento dei Sindaci nell’elaborazione dei documenti e degli atti a cura delle organizzazioni sanitarie del territorio non venga ridotto a quello di pura consultazione formale o chiamata a prese d’atto ma veda realizzarsi piuttosto uno stretto scambio e confronto nella rilevazione dei dati, nella lettura dei bisogni, nell’individuazione di priorità di intervento e nella definizione degli obiettivi di salute, da realizzare sia nelle strutture ospedaliere sia nei servizi territoriali. 2. Specificità degli ospedali e presidi di medicina territoriale Nella nostra Provincia saranno pertanto presenti: • l’Ospedale San Gerardo di Monza che “coprirà” nei tempi e nei modi che verranno individuati nei prossimi mesi anche in relazione alla trasformazione in IRCCS, il territorio di Monza, Brugherio e Villasanta; • l’Ospedale di Desio;
  • 2. • l’Ospedale di Vimercate; • l’Ospedale di Seregno; • l’Ospedale di Giussano; • l’Ospedale di Carate; • a Besana il presidio ospedaliero che è ormai ridotto alla presenza di pochi ambulatori. Il criterio che deve guidare ogni processo di riorganizzazione territoriale deve guardare a una visione di insieme, che punti alla crescita di tutto il territorio e non solo alla conservazione e allo sviluppo di alcune sue parti. La logica è quella di evitare sprechi e doppioni da un lato, ma al contempo quella di offrire la garanzia ai cittadini essere curati al meglio delle possibilità, da reparti che abitualmente trattano il genere di patologie di cui i cittadini hanno bisogno in quel momento. Per questo chiediamo che si lavori per sviluppare le specificità di cura dei singoli ospedali, in modo di offrire – a fianco dei servizi base vicini ai cittadini – centri di cura più avanzati in ciascun ospedale della provincia. In questo modo alla sanità di territorio si affianca anche un secondo livello di cure che, evitando doppioni e sprechi, consentono di offrire una sanità di ottima qualità. Questo vale anche per quanto riguarda i PRESST e i POT, previsti dalla legge regionale ma ancora non partiti: anche per questi due presidi sanitari occorre procedere con una logica che guardi alle esigenze di tutto il territorio, e che da un lato avvicini i servizi più semplici, dall’altro garantisca reparti ospedalieri di qualità. Pertanto, per tutelare al meglio la salute di tutti i cittadini della provincia di Monza e Brianza, anche alla luce dei nuovi assetti aziendali voluti da Regione, chiediamo che si mettano in campo tutti gli accordi e le convenzioni territoriali possibili per consentire ai cittadini di curarsi negli ospedali più vicini e più comodi e avvicinare davvero i servizi ai cittadini. Allo stesso modo il costituendo IRCCS di Monza non deve in alcun modo comportare uno sbilanciamento delle risorse ed un ancor più preoccupante disinvestimento sulle strutture della ASST BRIANZA. 3. Il ruolo dei Medici di medicina generale Nell’attuale situazione inoltre, aggravata ulteriormente dall’epidemia COVID, ci preme sottolineare il ruolo dei Medici di Medicina Generale che, soprattutto negli ultimi anni oberati da un eccesso di adempimenti amministrativi imposti loro da Regione, si sono trovati smarriti e spesso hanno conservato un rapporto solo formale con le ATS che, avendo compiti di programmazione, acquisto e controllo, rischiano di rimanere lontane dalle esigenze cliniche e soprattutto dalle reti territoriali. Gli stessi Medici di Medicina Generale non hanno avuto pertanto modo di esprimere appieno le loro competenze nella Medicina di prossimità e in forme di presa in carico che davvero ed efficacemente rispondano ai quotidiani bisogni di cura dei cittadini nei luoghi dove gli stessi vivono. I MMG non hanno inoltre potuto integrarsi e connettersi proficuamente con le strutture sanitarie delle ASST, che sono aziende con compiti clinici erogativi, tranne poche eccezioni dovute peraltro a particolari condizioni o disponibilità individuali ; il tutto con grave nocumento alle prestazioni assistenziali a favore dei cittadini e con l’evidente impossibilità di garantire quegli approcci ed interventi davvero efficaci che solo una ben strutturata Medicina di territorio, che vede nei MMG i suoi perni fondamentali, avrebbe potuto garantire anche nell’emergenza COVID ancora in corso.
  • 3. 4. L’Ospedale di Desio: la grande emergenza Nello specifico, si è assistito negli anni dal 2015 ad oggi al fatto che l’ospedale di Desio è stato l’ospedale in vari modi e fasi penalizzato dalle scelte realizzate a suo tempo dalla Regione; questo fatto è clamoroso, perché si tratta dell’ospedale di riferimento di un bacino di utenza che supera i 400.000 abitanti. Oggi è quanto mai necessario rimetterci mano subito: occorre realizzare gli investimenti già previsti in passato – a cominciare dal Pronto soccorso, oggi insufficiente – nonché tutti quegli investimenti di risorse economiche, di personale, organizzative, logistiche e strutturali, che consentano all’Ospedale di poter tornare a svolgere pienamente il ruolo determinante di presidio sanitario di livello per la zona ovest della provincia. Siamo a richiedere pertanto di poter conoscere immediatamente quali siano gli investimenti previsti, in termini di quantità, tempistica, finalità, modalità di utilizzo in relazione al personale, alle strutture, ad attrezzature ed impianti che consentano alla struttura di tornare almeno ai livelli di attività precedenti al 2015 e, laddove necessario, ad implementare ulteriormente il livello qualitativo delle prestazioni di base e specialistiche. 5. Risorse umane e risorse economiche Al di là di ogni valutazione riguardo gli assetti organizzativi, a fare la differenza davvero per quanto riguarda la qualità della sanità è il personale medico e infermieristico che quotidianamente ci lavora. E non si può ignorare il forte malessere che ha portato medici e infermieri a scendere in piazza e protestare riguardo l’attuale situazione. Per questo chiediamo che la Regione investa sul territorio per fornire ai reparti ospedalieri il personale necessario per operare al meglio, attui politiche per ridurre drasticamente i tempi di attesa per effettuare gli esami, riduca i tempi di permanenza nei pronto soccorso, compia una programmazione che inverta il processo di scomparsa dei medici sul territorio. Tutto questo avvenga attraverso un significativo investimento di risorse sulla sanità pubblica, che deve essere gestita sì in modo efficiente, ma deve essere assolutamente in grado di svolgere la sua funzione di servizio universale e di servizio all’avanguardia. Per questo, oltre al tema del personale, anche gli investimenti che consentono di innovare i nostri ospedali sono assolutamente necessari e non più procrastinabili. 6. Sanità, sociosanitario e sociale Sanità, sociosanitario e sociale sono tre anelli che devono tenersi assieme: questo perché l’essere umano, in quanto portatore di bisogni, deve poter contare su una copertura di servizi completa. Purtroppo il sociosanitario rischia di essere l’anello debole e più trascurato di questa catena, paradossalmente in un momento in cui l’invecchiamento della popolazione richiede una maggior impegno proprio sul versante del sociosanitario. Per questo chiediamo che il comparto sociosanitario diventi una delle priorità dell’azione della Regione, che lo diventi attraverso un confronto costante con gli amministratori locali e gli operatori, e che i cittadini del nostro territorio possano contare su un sistema di “presa in carico” moderno ed efficace. In conclusione Riteniamo che oggi in Lombardia la sanità e i servizi alla persona siano ben lontani da quello che potrebbe essere il livello che un territorio come il nostro potrebbe avere e si meriterebbe: per questo la tanto auspicata revisione dei confini delle ASST, la nascita dell’ASST Brianza, la possibile istituzione dell’IRCSS al San Gerardo, devono essere passaggi che consentono una revisione complessiva, nelle direzioni che abbiamo indicato in questo documento. Riteniamo
  • 4. che serva un ripensamento generale dell’attuale sistema e un progetto di welfare che, partendo dall’idea dell’essere umano portatore di bisogni, metta al centro la persona e costruisca intorno una rete di servizi che, integrando sanità, sociosanitario, sociale, si prenda davvero cura del cittadino. Per andare in questa direzione, e con il focus sulle esigenze e sulle emergenze della nostra Provincia, il Partito Democratico e i sindaci dei comuni amministrati dalle coalizioni di centrosinistra chiedono allora che subito si torni a dare al sociosanitario lo spazio che merita, si riconosca un ruolo più forte ai sindaci nella partita, si investa il necessario sul personale e sulle strutture della sanità, si ripensi l’organizzazione del territorio, valorizzando le specificità di ogni ospedale, intervenendo sulle emergenze dell’ospedale di Desio e costruendo un sistema efficace di convenzioni e rapporti tra le ASST e il futuro IRCCS. Per questo chiediamo all’Assemblea dei Sindaci della Provincia di pronunciarsi subito per una revisione del percorso attualmente ipotizzato dalla cabina di regia istituita dalla Regione per la revisione delle ASST, di avere il prima possibile un confronto con l’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia nell’Assemblea dei Sindaci su questo passaggio, e di pervenire al nuovo assetto con il grado di approfondimento e chiarezza che tale argomento merita. Pietro Virtuani – Segretario PD Monza e Brianza Cherubina Bertola – Presidente PD Monza e Brianza Gigi Ponti – Consigliere regionale PD Roberto Rampi – Senatore PD Vincenzo Di Paolo – Capogruppo Brianza Rete Comune Roberto Invernizzi – Già Presidente della Provincia di Monza e Brianza Matteo Raimondi – Segretario PD Monza città Egidio Riva – Capogruppo PD Monza Rosalba Colombo – Sindaco di Arcore Mariarosa Redaelli – Sindaco di Macherio Concetta Monguzzi – Sindaco di Lissone Alberto Rossi – Sindaco di Seregno Maurilio Longhin – Sindaco di Cesano Maderno Pietro Cicardi – Sindaco di Triuggio Daniele Nava – Sindaco di Carnate Renato Meregalli – Sindaco di Vedano al Lambro Lisa Mandelli – Sindaco di Usmate Velate Piermario Galli – Sindaco di Barlassina Fabrizio Pagani – Sindaco di Nova Milanese Carla Della Torre – Sindaco di Sulbiate Simone Sironi – Sindaco di Agrate Brianza Kristiina Loukiainen – Sindaco di Ronco Briantino Roberto Corti – Sindaco di Desio Andrea Esposito – Sindaco di Bernareggio Massimo Chiolo – Sindaco di Verano Brianza Luca Ornago – Sindaco di Villasanta Maria Fiorito – Sindaco di Muggiò Mauro Colombo – Sindaco di Bellusco Monica Buzzini – Sindaco di Caponago Davide Fumagalli – Sindaco di Cavenago Brianza